Corre voce che la Casadeltopo, tra tutti i remake che sta proponendo, stia pensando anche ad un live action di Biancaneve, ma forse non ha pensato ai due live già usciti? Il visionario di Tarsem Singh (che adoro), e il più guerriero con Charlize Theron/Regina Cattiva e Biancaneve in armatura. Per cui... saremmo già apposto. Tempo addietro i remake arrivavano con diversi anni di distanza (Freaky Friday, Herbie, La Carica Dei 101) ed erano un evento persino un po' speciale, mentre adesso sembra che ci sia una frenesia inarrestabile di rigirare tutto subito in live o comunque di fare remake o seguiti inutili (o di battere il ferro finché è caldo?). Ma vabbé, fate voi...
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venerdì 31 maggio 2019
mercoledì 29 maggio 2019
BOSTON
Il primo album dei BOSTON, registrato così bene che sembra fatto ieri, e invece è di metà anni 70, è una di quelle cose che deve piacerti per forza anche se ascolti solo Raoul Casadei, e lo devi avere in casa, o almeno devi aver chiesto ai suoi tempi all'amico di riversartelo su una cassettina TDK. La band è americana e fa capo al polistrumentista Tom Scholz, ma principalmente chitarrista gibsoniano. Un primo album nel 1976, che ripeto brilla per l'incisione perfetta, con la voce di Brad Delp che raggiunge vette impossibili. Poi un secondo disco piacevole, ma terminato un po' frettolosamente a causa delle pressioni della casa discografica e poi il buio per quasi un decennio. Third Stage arriva a metà anni 80 e non aggiunge nulla di nuovo. Si aggiunge in seguito la scomparsa prematura di Brad, che Tom cercherà di sostituire (invano) durante i live con ben tre cantanti che si divideranno le parti. Nonostante ciò i Boston resteranno nel mito per More Than A Feeling, forse la ballad più utilizzata in film e serie tv, perché è assolutamente favolosa con quei suoni così perfetti (ma forse l'ho già detto?). Ce li ricorderemo sempre così.
venerdì 24 maggio 2019
STAR TREK PICARD
Torna Patrick Stewart in questo spin-off di Star Trek, per raccontare i fatti che hanno spinto l'ammiraglio Picard a lasciare la flotta stellare e a ritirarsi in campagna a produrre vino. A breve su Prime Video.
mercoledì 22 maggio 2019
IL QUARTETTO CETRA
Probabilmente sono stati i migliori performers della musica italiana. Non erano solo cantanti, ma anche attori. Con voci perfette che armonizzavano talmente bene da sembrare ritoccati in studio. E invece all'epoca (anni 40, quando nacque il quartetto) non esistevano ancora gli autotune o diavolerie del genere, cari i miei trappers. Hanno saputo divertire realizzando delle gustose parodie di classici della letteratura, dai Tre Moschettieri, a Madame Bovary al Conte Di Montecristo in quei minimusical che erano La Biblioteca Di Studio Uno, con la collaborazione di altri cantanti di quegli anni, da Claudio Villa a Nilla Pizzi, divertendosi ad adattare i testi di canzoni famose alla storia narrata. Sinceramente, quando erano in auge negli anni 60, preferivo ascoltare i Beatles, Caterina Caselli, il beat italiano, per dire, ma molti anni dopo mi sono reso conto che Virgilio, Felice, Tata e Lucia, per capacità tecnica e voglia di giocare con la musica (cosa che puoi fare solamente se sei un artista mostruoso) potrebbero essere considerati i precursori dei moderni Elio E Le Storie Tese, anche se ovviamente non sono mai andati sugli argomenti (birichini) trattati dal "simpatico complessino" milanese.
martedì 21 maggio 2019
FOG
Era il 1980 e John Carpenter la faceva da padrone nel campo dell'horror splatterone, reduce da quell'Halloween capostipite del genere. In questo caso però le atmosfere erano molto diverse; qui molto era lasciato al silenzio, al buio, al vedo non vedo (sempre molto sexy, ma non in questo caso). E all'epoca questo film fu criticato proprio per la lentezza un po' eccessiva. Fatto sta che visto in quegli anni sapeva prenderti nella storia, ma rivisto recentemente mostra tutti i suoi limiti e anche i fantasmi che allora erano inquietanti, adesso ti sembrano usciti dal videoclip di TOTAL ECLIPSE OF THE HEART Bonnie Tyler
(si lo so che Fog è precedente), come pure tutto l'impianto scenico di luci e nebbia.
Forse per questo Carpenter approvò il più recente remake del 2004. Eh... è proprio vero che ci son film che invecchiano bene e altri invecchiano e basta... comunque i film brutti sono altri, sia chiaro.
(si lo so che Fog è precedente), come pure tutto l'impianto scenico di luci e nebbia.
Forse per questo Carpenter approvò il più recente remake del 2004. Eh... è proprio vero che ci son film che invecchiano bene e altri invecchiano e basta... comunque i film brutti sono altri, sia chiaro.
lunedì 20 maggio 2019
LO STEREO 8
Consisteva in una cassettona con una sola bobina di nastro magnetico che continuava a girare nello stesso senso svolgendosi dall'interno (torturando leggermente il nastro) e riavvolgendosi sull'esterno, al contrario delle cassette tradizionali che invece andavano avanti e indietro con l'auto reverse, oppure più semplicemente bisognava ribaltarle a fine lato.
Lo Stereo 8 era stato pensato più che altro per gli utenti automobilistici, perché stranamente nessuno aveva pensato di adattare un giranastri a cassette (già esistenti affiancate ai vinili) per le autoradio, cosa che poi invece accadde anni dopo, prima dell'avvento dei cd e degli mp3. Le cassettone erano ingombranti, uscivano fuori per metà dal lettore Voxon in auto, non si potevano registrare in casa e la qualità era esattamente quella delle cassette, per cui si estinsero presto come dinosauri giurassici. Ma qualcuno continua a considerarli oggetti da collezione, con grande gioia di tutte le mogli che non sanno più dove mettere il ciarpame dei mariti...
domenica 19 maggio 2019
EUROVISION SONG CONTEST
E quindi l'Italia rappresentata da Mahmood è arrivata seconda all' Eurovision Song Contest. Per fortuna, aggiungerei io, dato che la nazione vincitrice DEVE sobbarcarsi l'organizzazione dell'edIzione successiva. E vogliamo immaginare come sarebbe gestita in italia una macchina così perfetta nei tempi, nei suoni, nelle riprese video? Ogni edizione vista finora è talmente perfetta da far pensare ad un lavoro in post produzione e invece è sempre tutto rigorosamente in diretta. Così perfetto da lasciare a bocca aperta chi ha visto dei Festival di Sanremo in cui il cantato si perdeva nella musica oppure gli artisti non sentivano nulla nei loro in-ear monitor, o capitavano ritardi nell'entrata in scena e chi più ne ha più ne metta. Per non parlare dei vari magna magna su uno spettacolo costosissimo, e comunque l'Italia adesso ha altre spese ecc ecc... ma qui è un altro discorso. Quindi bravo Mahmood per il piazzamento tattico e per aver salvato la nazione. Medaglia al merito?
sabato 18 maggio 2019
AVENGERS ENDGAME
Dopo tutto l'hype che c'è stato per l'arrivo del capitolo finale degli Avengers, temevo una delusione. E in effetti la prima ora del film non prometteva niente di buono, troppo lenta (poteva essere benissimo sforbiciata della metà). Per fortuna poi prende una piega totalmente diversa (santo Doc Emmett Brown) e comincia la vera azione, le sorprese e i colpi di scena, fino a quelli più eclatanti che ormai sappiamo tutti. Quindi grande (e grosso) film con una coralità difficile da ricordare in altre pellicole del genere. Finalmente anche le animazioni in CGI rendono giustizia a certe azioni che precedentemente risultavano palesemente artificiali. Cameo di Stan Lee presente anche qui, ma velocissimo, e aperture verso nuovi sviluppi del MCU, tra progetti standalone e nuovi Avengers ancora in fase embrionale, quindi futuro ancora da decidere, ma come disse qualcuno... "ineluttabile"!!!
venerdì 17 maggio 2019
FRANCO E CICCIO - LE SPIE VENGONO DAL SEMIFREDDO
La coppia di comici siciliani durante la carriera ha parodiato qualsiasi cosa, compresi ovviamente i film di James Bond. In questa pellicola diretta da Mario Bava recita anche uno strepitoso Vincent Price (la voce del finale di Thriller, per chi non lo conoscesse),
ma in realtà il film era un sequel americano di un altro film dell'attore inglese sempre con il personaggio del Dr.Goldfoot (ma non diretto da Bava questo). La pellicola era stata distribuita in america con un montaggio diverso da quella distribuita in Italia, per cui nella versione americana
Franco e Ciccio erano solo comprimari del protagonista Bill Dexter, quindi con meno parti in scena a loro assegnate, mentre rimangono identiche in entrambe le versioni le parti con una giovanissima Laura Antonelli.
Nella versione italiana ci sono alcune piccole incongruenze dovute ad un montaggio un po'frettoloso, per cui per esempio si vede Bill con la giacca sporca senza alcuna ragione, poiché era stata tagliata una scena di una scazzottata precedente.
ma in realtà il film era un sequel americano di un altro film dell'attore inglese sempre con il personaggio del Dr.Goldfoot (ma non diretto da Bava questo). La pellicola era stata distribuita in america con un montaggio diverso da quella distribuita in Italia, per cui nella versione americana
Franco e Ciccio erano solo comprimari del protagonista Bill Dexter, quindi con meno parti in scena a loro assegnate, mentre rimangono identiche in entrambe le versioni le parti con una giovanissima Laura Antonelli.
Nella versione italiana ci sono alcune piccole incongruenze dovute ad un montaggio un po'frettoloso, per cui per esempio si vede Bill con la giacca sporca senza alcuna ragione, poiché era stata tagliata una scena di una scazzottata precedente.
Piccolezze comunque.
Purtroppo sono andati perduti alcuni minuti che concludevano il primo tempo e che riguardavano l'addestramento di Franco e Ciccio; in particolare una scena in cui Franco, immerso in piscina, si trovava davanti una piovra gigante che era una caricatura di Aldo Fabrizi (e borbottava infatti come il comico). Il film fa idealmente il paio con un altra parodia, questa volta di Goldfinger, cioè DUE MAFIOSI CONTRO GOLDGINGER, sempre con Franco e Ciccio, con Fernando Rey nella parte del villain e una splendida Gloria Paul.
So benissimo che certe battute e situazioni di entrambi i film possono sicuramente apparire datate, ma una volta eravamo più ingenui e ci divertivamo così...
So benissimo che certe battute e situazioni di entrambi i film possono sicuramente apparire datate, ma una volta eravamo più ingenui e ci divertivamo così...
giovedì 16 maggio 2019
IL TAGLIAERBE
Tipico caso di film che invecchia male già dall'uscita in sala.
Quando uscì questa pellicola nel 1992, si faceva un gran parlare di realtà virtuale e tutti a fantasticare su occhialoni/visori e tute con sensori che manco in Ready Player One. Era stato presentato infatti come il "Primo film sulla realtà virtuale" sottolineando che veniva dal genio di Stephen King. Ma l'idea di Steph era in realtà sviluppata al massimo in un minuto dell'intera pellicola e non c'entrava una beneamata mazza con la realtà virtuale, se conoscete il breve racconto "Il Tagliaerbe". Tanto che allo scrittore gli girarono un pochetto le balle e intentò una causa legale contro sto film per farsi rimuovere dai credits... giustamente. Ci troviamo un Pierce Brosnan pre-Bond e un Jeff Fahey pre-ruolidastronzo che farà sempre in seguito. E poi ci sono i tanto declamati otto minuti di effetti speciali nella realtà virtuale che, visti oggi, hanno la stessa credibilità di un cartone animato cecoslovacco, mentre all'epoca... uguale. Tant'è però che ne arrivò anche un seguito peggiore del primo... proprio voglia di farsi del male.
Quando uscì questa pellicola nel 1992, si faceva un gran parlare di realtà virtuale e tutti a fantasticare su occhialoni/visori e tute con sensori che manco in Ready Player One. Era stato presentato infatti come il "Primo film sulla realtà virtuale" sottolineando che veniva dal genio di Stephen King. Ma l'idea di Steph era in realtà sviluppata al massimo in un minuto dell'intera pellicola e non c'entrava una beneamata mazza con la realtà virtuale, se conoscete il breve racconto "Il Tagliaerbe". Tanto che allo scrittore gli girarono un pochetto le balle e intentò una causa legale contro sto film per farsi rimuovere dai credits... giustamente. Ci troviamo un Pierce Brosnan pre-Bond e un Jeff Fahey pre-ruolidastronzo che farà sempre in seguito. E poi ci sono i tanto declamati otto minuti di effetti speciali nella realtà virtuale che, visti oggi, hanno la stessa credibilità di un cartone animato cecoslovacco, mentre all'epoca... uguale. Tant'è però che ne arrivò anche un seguito peggiore del primo... proprio voglia di farsi del male.
martedì 14 maggio 2019
I PINK FLOYD E L' ACQUA MINERALE
Potrà sembrare strano, ma il mio primo approccio con i Pink Floyd avvenne grazie ad un Carosello (quello che si guardava da piccoli e poi a nanna) dell'acqua minerale Fiuggi, in cui l'impresa ardita di qualche scalatore veniva alla fine ricompensata da una fresca e sana bevuta tutta naturale sottolineata dalle suggestive note di un organo elettrico e un violoncello (esatto... violoncello...). Era così bella quella musica, così evocativa che non poteva che arrivare da un disco nato nel 1970 e chiamato Atom Heart Mother (quello della mucca), e il pezzo in questione era Breast Milky, cioè la seconda sezione della lunga suite che dava il titolo al disco. Oltre al succitato strumento inusuale per una band psych/pop, sono presenti un'intera orchestra sinfonica e un coro polifonico. Sei anni dopo, la Rai proporrà ancora i Pink Floyd come sigla dello sceneggiato televisivo Manon, utilizzando la prima parte di Shine On You Crazy Diamond (pagando chissà quali diritti d'autore) contribuendo a far conoscere al grande pubblico la band più psichedelica del Regno
Unito. Ovvio che da lì in poi sia stato un amore incontrastato e duraturo.
Unito. Ovvio che da lì in poi sia stato un amore incontrastato e duraturo.
lunedì 13 maggio 2019
ADDIO A DORIS DAY
È scomparsa a 97 anni Doris Day, da sempre definita "la fidanzatina d' America" ed era ormai una delle ultime rappresentanti (o forse proprio l'ultima?) di quella che fu la grande Hollywood che Tarantino celebra nella sua ultima pellicola che presenta a Cannes in questi giorni, seppure ambientata in epoca più recente di quella di Doris.
giovedì 9 maggio 2019
THE KOLORS FT. ELODIE - PENSARE MALE
Bella sorpresa il nuovo singolo di The Kolors, ragazzi che crescono disco dopo disco. Qui in coppia con Elodie presentano un elegante sound funky anni 80 che potrebbe uscire da un album dei Kajagogoo o degli ABC. Bene così.
mercoledì 8 maggio 2019
MOSCHETTIERI DEL RE
Giovanni Veronesi fece a tutti un brutto scherzo quando anni fa, sotto natale, fece uscire Il Mio West, con Pieraccioni, Bowie, Keitel e... la Marcuzzi: tutti che ci aspettavamo un po' di divertimento e invece era una roba brutta brutta, noiosa, che non stava in piedi nemmeno coi puntelli. Per fortuna stavolta le cose vanno diversamente, con Favino, Mastandrea, Rubini, Papaleo nei panni dei famosi spadaccini creati da Dumas, ormai anzianotti e ritirati ad altre vite meno avventurose, ma richiamati in servizio dalla regina. È divertente il fatto che gli attori mantegano i loro caratteri regionali italiani eccetto per il D'Artagnan di Pierfrancesco che parla con uno sbilenco accento mezzo francese/extracomunitario. Proprio questa caratteristica recitativa degli attori è forse il punto di forza della pellicola, al punto che sarebbe quasi più adatta ad una pièce teatrale, ma al cinema ti godi anche le riprese dei droni sui verdeggianti paesaggi, che anche se non ricordano la Francia non importa, e l'uso del dolly modifica le prospettive di visone dello spettatore. Bravissimi anche gli attori comprimari, da Margherita Buy ad Alessandro Haber, Giulia Bevilacqua, tutti perfettamente in parte, ma sempre con quella particolare caratterizzazione italiana del personaggio che lo rende diverso da quelli che eravamo abituati a conoscere attraverso i romanzi e i film precedenti sui moschettieri (Anderson, la Jovovich e i moschettieri ninja non prendiamoli nemmeno in considerazione). Ma per capire la vera ragione di tali interpretazioni basta attendere la fine del film e tutto sarà spiegato.
lunedì 6 maggio 2019
BENVENUTI A MARWEN
Se devo fare una lista dei miei registi preferiti, nell'elenco non manca Robert Zemeckis, che con la saga di Ritorno Al Futuro, Forrest Gump, Roger Rabbit e altro ancora, ha firmato dei veri blockbusters, zeppi di effetti speciali all'avanguardia, ma anche con dei contenuti. In questo suo lavoro più recente, basato su una storia vera, gli ingredienti ci sono tutti, ma qualcosa non gira molto bene e gli incastri ra il reale e l'immaginario, ogni tanto appaiono forzati e poco integrati nella storia. Cioè, al di là dello stupore iniziale per le animazioni perfette delle bambole/action figures, il resto si risolve con una continua ripetizione di situazioni che alla fine si risolvono nel modo più ovvio. Quindi non siamo al livello delle pellicole precedenti di Zemeckis, ma tutto sommato il film è godibile, non annoia mai e scorre piuttosto bene, con uno Steve Carell perfetto nella parte. E inoltre Robert si prende anche il gusto di autocitarsi in una scena che ricorda una sua famosa trilogia (ma quale mai sarà, grande Giove??? LOL).
https://youtu.be/K3bzF3nFI5Mvenerdì 3 maggio 2019
PETER MAYHEW
Addio allo storico interprete di Chewbacca che è scomparso a 74 anni. Un altro pezzetto di Star Wars che se ne va.
DOLCEAMARO - CRISTIANO MALGIOGLIO FT. BARBARA D'URSO
Non ci sono limiti al trash, a quanto pare. E allora ecco il duo più trash della tv cimentarsi in un brano dance, cover di un singolo uscito nei primissimi anni 80 a nome di Barbara D'Urso, proprio lei che canta, o meglio sussurra le strofe nella versione originale, mentre in questa nuova versione tocca a Cristiano declamare le frasi pseudosexy del testo. P.s. La canzone era già brutta nella versione originale, quindi nessuno ha rovinato niente.
SHAZAM E LA MUSICALIZZAZIONE GLOBALE
Sono lontani gli anni in cui acquistavi un 45 giri o un LP e lo ascoltavi in casa con gli amici riuniti per valutarlo insieme in un mistico rito pagano. Visto il prezzo che lo avevi pagato, lo sentivi tuo e inoltre lo avevi in mano, era reale.
La musica del nuovo millennio invece gira effimera su internet, ascoltata quasi sempre da soli in cuffia isolati dagli altri, piratata o legale che sia. Manovrata dalle varie piattaforme che te la offrono tutta insieme con un pacchetto all inclusive. E se non sai il titolo del brano che stai ascoltando magari in un supermarket, non c'è problema: attivi Shazam.
Ma c'è una leggenda che gira intorno alla famosa app che riconosce i brani musicali che senti in giro e ti dice tutte le informazioni a riguardo. Sembrerebbe che le informazioni raccolte, vengano utilizzate da biechi produttori discografici per creare degli algoritmi in grado di produrre brani che contengono le caratteristiche preferite dal pubblico. Se fosse vero, non sarebbe nemmeno male e basterebbe shazammare a nastro brani di Pink Floyd, Beatles, Weather Report, Who, Led Zeppelin, Miles Davis ecc... per avere nuove canzoni di un certo spessore. Ma attenzione che c'è anche the dark side. Perché per una shazammata su (per esempio) Helter Skelter (di cui non dirò l'interprete 😬😬😬), per contro ce ne sono cento su Hahaha di Young Signorino o Rockstar di Sfera Ebbasta. E inoltre vista la grande quantità di musica offerta dalle varie piattaforme online, sembra che l'ascolto dei brani sia diventato un veloce zapping skippando tra un pezzo e l'altro, ascoltando meno della metà della canzone, perché "abbiamo tanta roba e vogliamo ascoltarla tutta". Quindi anche le informazioni raccolte dai vari Spotify e simili si assommano nei database dei discografici producendo indicazioni di bei riff, melodie accattivanti, ma praticamente inconcludenti, che passano e vanno come bagnoschiuma nella doccia (dove hai appena attivato una selezione random dei "più ascoltati"). E il cerchio si chiude. Ovviamente sembra il plot di un romanzo di fantascienza, ma... se fosse davvero così?
La musica del nuovo millennio invece gira effimera su internet, ascoltata quasi sempre da soli in cuffia isolati dagli altri, piratata o legale che sia. Manovrata dalle varie piattaforme che te la offrono tutta insieme con un pacchetto all inclusive. E se non sai il titolo del brano che stai ascoltando magari in un supermarket, non c'è problema: attivi Shazam.
Ma c'è una leggenda che gira intorno alla famosa app che riconosce i brani musicali che senti in giro e ti dice tutte le informazioni a riguardo. Sembrerebbe che le informazioni raccolte, vengano utilizzate da biechi produttori discografici per creare degli algoritmi in grado di produrre brani che contengono le caratteristiche preferite dal pubblico. Se fosse vero, non sarebbe nemmeno male e basterebbe shazammare a nastro brani di Pink Floyd, Beatles, Weather Report, Who, Led Zeppelin, Miles Davis ecc... per avere nuove canzoni di un certo spessore. Ma attenzione che c'è anche the dark side. Perché per una shazammata su (per esempio) Helter Skelter (di cui non dirò l'interprete 😬😬😬), per contro ce ne sono cento su Hahaha di Young Signorino o Rockstar di Sfera Ebbasta. E inoltre vista la grande quantità di musica offerta dalle varie piattaforme online, sembra che l'ascolto dei brani sia diventato un veloce zapping skippando tra un pezzo e l'altro, ascoltando meno della metà della canzone, perché "abbiamo tanta roba e vogliamo ascoltarla tutta". Quindi anche le informazioni raccolte dai vari Spotify e simili si assommano nei database dei discografici producendo indicazioni di bei riff, melodie accattivanti, ma praticamente inconcludenti, che passano e vanno come bagnoschiuma nella doccia (dove hai appena attivato una selezione random dei "più ascoltati"). E il cerchio si chiude. Ovviamente sembra il plot di un romanzo di fantascienza, ma... se fosse davvero così?