sabato 18 aprile 2020

YES - GOING FOR THE ONE, E STORIE DI TV PRIVATE SCOMPARSE


È il 1977 e l'ormai sparita Teleradiocity, diventata poi 7 Gold credo, ha un programma pomeridiano di video musicali chiamato Videoshow, una novità assoluta per quel periodo, mentre adesso le tv che trasmettono videomusica sono moltissime (per fortuna, almeno abbiamo un' altra opzione per passare il tempo in casa).
La sigla del programma è One Of These Days dei PINK FLOYD con relativo cartone animato
e già questa è una bella presentazione mica da poco. 
Oltre a mandare in onda a brevi spezzoni il film Help dei Beatles che quelli di Teleradiocity si sono registrati piratescamente con qualche diavoleria Ampex poche settimane prima sulla Rai che lo aveva trasmesso, un video che passano spesso è la funky rock Hot Stuff dei Rolling Stones con un Jagger più che mai ancheggiante sul palco, 

mentre un altro totalmente opposto è Wonderous Stories degli Yes, gruppo allora a me totalmente sconosciuto che mostra questi musicisti inglesi che fanno una musica così strana con quel tastierista che sembra il Capitano Nemo di Jules Verne e il cui cantante Jon Anderson ha un timbro insolitamente angelico.
Ma quelle atmosfere così insolite in quel periodo di discomusic da Bee Gees da una parte e il miglior Bennato con chitarra-armonica-kazoo-tamburello dall'altra, mi spingono ad investire un po delle mie finanze e ad acquistare il Long Playing (allora si chiamavano cosi) che va in controtendenza alle famose copertine sexy di Papetti e Gil Ventura di cui ho parlato QUI e infatti mostra un uomo nudo; nonostante ciò, il packaging si rivela una sorpresa perché il disco si apre in tre diventando una foto lunghissima.
Ecco l'esterno e l'interno:


Da notare che in alcune edizioni vi sono anche i testi delle canzoni stampati sulla foto interna, ma nella mia copia, purtroppo no.
Il primo ascolto va subito sul singolo che conosco, che apre il secondo lato e già che ci sono lascio andare anche tutta la lunga suite successiva Awaken.
L'ascolto in cuffia, perché un paio di casse mi costano troppo in quegli anni (giuro), permette di fare una full immersion in suoni davvero fantastici e capisco già dal primo lato che non si tratta di una band da semplice 45 giri.
Girato il discone di vinile parte la title track Going for The One 
che inizia come un rock'n'roll alla Chuck Berry per trasformarsi presto in tutt'altro, poi Turn of the Century, 
altro brano piuttosto lungo e molto variegato secondo lo stile progressive che stavo scoprendo già grazie ad un amico impallato coi Genesis. 
Infine un lungo momento di silenzio con leggerissimi suoni di sottofondo quasi inudibili che ti spingono ad alzare un po'di più il volume per capire cosa succede, e improvvisamente un attacco (al cuore, giuro) di organo a canne registrato da Rick Wakeman all'interno di una cattedrale (e si sente).
È Parallels.
Epica, maestosa sulle tastiere, con la chitarra di Steve Howe che ricama continuamente svisature velocissime e precise.
Completano il tutto i due motori ritmici Chris Squire al basso (e anche fondatore ufficiale della band) e Alan White alla Batteria.
E da quel momento capisco definitivamente di aver acquistato davvero un grande disco.
Come dite?
E questo?
No, no, gli Yes anni 80 di Owner Of A Lonely Heart, che si ballava anche in discoteca, coi componenti pettinati e vestiti secondo la moda New Dandy dell'epoca, vedi Duran e Spandau, sono un'altra band in cui entrano Trevor Rabin alla chitarra e Tony Kaye alle tastiere, e all'inizio si dovevano persino chiamare Cinema, ma visto che Chris è il detentore del marchio Yes e ben quattro di loro ne hanno fatto parte (Kaye era tastierista nei primi tre dischi della band prima dell'arrivo di Wakeman in Fragile), alla fine il disco, prodotto da quel gran genio di Trevor Horn, esce con quel nome storico.
Ottima gente, tanto di chapeau senza alcun dubbio, ma, non me ne vogliano i fans, la vera formazione degli Yes per me è stata un'altra.

2 commenti:

  1. Ottimo excursus, non sapevo niente di questo gruppo e del suo rimodellamento glam anni '80!
    Ma vedi, ho apprezzato il post perché c'è tanto di te, un racconto che parte della tv e finisce alla musica^^

    Moz-

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    1. Grazie Moz. Hai ragione. Infatti lo avevo preparato un po' di tempo fa ed era relativo solo al disco, ma l'ho lasciato da parte perché mi ero accorto che avevo altri ricordi legati a quel periodo, e così piano piano mi veniva da arricchirlo con tante altre cose. Alla fine credo che sia il post più lungo e variegato che abbia mai fatto e mi fa piacere che sia stato apprezzato anche se parla di un disco non facilissimo da ascoltare.

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Tengo sempre pronto il blaster.