giovedì 30 dicembre 2021

DON'T LOOK UP: NETFLIX SI FA IL SUO ARMAGEDDON (MA NON SOLO QUELLO)

 Leonardo DiCaprio e Jennifer Lawrence cercano di salvare il mondo da una gigantesca cometa in rotta di collisione, ma se nella Hollywood dei sogni di Michael Bay partono senza indugi le missioni con a capo Bruce Willis, nel mondo reale tutti se la ridono (presidente compreso) mettendoci davanti gli interessi economici illustrati da un simil Jeff Bezos che ha le mani in pasta ovunque, dai cellulari allo spazio e, grazie ai suoi algoritmi, riesce a prevedere il futuro di chiunque.


Fantasia degli sceneggiatori? 
No, per me no. 
Per me davvero è più plausibile una trama come questa piuttosto che lo strappalacrime filmone (tra l'altro con Willis e Liv Tyler doppiati malissimo perché in quel periodo c'era uno sciopero in corso) con gli Aerosmith che cantano QUELLA CANZONE di Diane Warren.
Leo è sempre Leo anche se sovrappeso e barbuto con due figli che sembrano piuttosto i suoi fratelli minori, ma è l'effetto che DiCaprio mi fa in ogni suo film e NE HO GIÀ PARLATO in passato. 
Jennifer Lawrence pare poco più che diciottenne con un look squisitamente goth

e difatti Jonah Hill (odiosissimo) la sfotte chiamandola come Lizbeth Salander, cioè "girl with the dragon tattoo". 
Meryl Streep fa la presidente americana con più scheletri nell'armadio della storia, ma ricorda tanto tanto anche Donnie Trump.

Thimothee Chalamet per poco non lo riconoscevo sotto la tenuta da skateboarder e senza le "DUNE" di sabbia. 
Cate Blanchett supersexy è l'anchor woman

che si fila Leo in barba alla moglie che lo aspetta a casa. 
Insomma c'è uno di quei cast che nei film degli anni 70 ti veniva messo in bella vista con una serie di fototessera in fondo alla locandina tipo così

per dirti "ehi, guarda un po' chi c'è", che a volte il nome non ti dice niente ma la foto si. 
Ok, qualcuno l'ha visto come una furba metafora della pandemia per il Covid-19, e difatti molti comportamenti a riguardo sono identici, tipo il negare ripetutamente che la minaccia sia reale e i disordini in città. 
Fatto sta che Adam McKay, dopo essere stato il regista di film demenziali con protagonista Will Ferrell, e che generalmente fanno ridere solo gli americani, qui cambia registro e punta sul drammatico e il finale lo è davvero drammatico, ma con punte sparse qua e là di ironia bastardadentro che ci sta benissimo nei personaggi che la portano in scena. 
Ironia più che confermata dalle due scene post credits. 
Dura parecchio, si, ma tiene un bel ritmo e mi sta bene anche Jennifer, basta che la smetta di fare Mystica nella sua VERSIONE

2 commenti:

  1. Sono d'accordo con mia moglie, si ride ma amaro..perché molte cose descritte sono tremendamente reali! E gli autori dicono che l'hanno scritto prima del Covid

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    1. Può essere anche vero, poiché quella natura umana approfitattrice da una parte e negazionista dall'altra, con il Covid non ha fatto altro che uscire allo scoperto, ma c'è sempre stata

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Chi spamma invece non è gradito per cui occhio!
Tengo sempre pronto il blaster.