venerdì 8 aprile 2022

LA MANO SINISTRA DELLA VIOLENZA: OVVERO LA VENDETTA DI UNA FAMOSA CASA CINEMATOGRAFICA CINESE (E UN PO' DI SOPRANO)

 Nei giorni scorsi è mancato ad 80 anni Jimmy Wang Yu, star del cinema cinese (attore, regista e produttore) diventato famoso negli anni 60 per aver interpretato lo spadaccino con un braccio solo in due film arrivati in Italia solo una decina di anni dopo, e poi un personaggio simile nel remake a base di kung-fu negli anni 70 dal titolo tipicamente all'italiana Con Una Mano Ti Rompo Con Due Piedi Ti Spezzo, e che ebbe un successo enorme diventando campione di incassi sotto Pasqua (eh si, siamo in quel periodo). Sulla sua scia sarebbero poi arrivati anche i suoi film precedenti, ma con riscontro molto minore. Quando ho appreso la notizia mi è venuto però un flashback di un film dove, dopo aver perduto un duello, uno spadaccino cinese si amputava volutamente il braccio destro per mantenere la parola data prima della sfida e finiva a lavorare come cameriere, diventando però anche abilissimo nel combattere con il solo braccio sinistro. Però ero sicuro che non si trattasse del film con Jimmy Wang Yu perché troppe cose non tornavano. E infatti, dopo qualche indagine, ho scoperto che il film nella mia memoria è del 1971 e si chiama in italiano La Mano Sinistra Della Violenza,


seguendo quel trend orientale anatomico tipo le famose Cinque Dita Di Violenza mixato però un po' (solo nel titolo eh) con Il Braccio Violento Della Legge (anche questo titolo era inventato perché l'originale era French Connection). 
In Italia però il film cinese era arrivato nel 1973, anzi forse addirittura 1974 nelle sale di provincia di seconda visione, e si portava dietro il divieto ai minori di 14 anni perché c'era parecchio sangue che schizzava ovunque come in un Kill Bill a caso, a causa di arti mozzati a iosa,


ma a volte in quelle piccole sale si riusciva ad entrare lo stesso (mentre se c'era il divieto ai 18 no), ed era stato prodotto come ripicca verso Jimmy che aveva lasciato la casa cinematografica dove aveva realizzato i suoi film di successo, quella dei famosi fratelli Shaw, ed era diventato un vero divo grazie a loro, per passare alla concorrenza. 
Così i fratellini se la legano al dito e scritturano David Chiang al posto di Jimmy... e voilà: ecco il perché di tale similitudine. 
Cosa ci si può aspettare da tali film vintage ormai lo sappiamo bene, cioè violenza esagerata che fa il giro e diventa ridicola, e trama al limite del melodrammatico, ma onestamente non è che i film di Bruce Lee come Dalla Cina Con Furore avessero delle sceneggiature da premio Oscar eh... 
Cioè era il modo di lavorare di quegli anni e al pubblico andava bene così, anzi addirittura per noi italiani pareva che in Cina vivessero davvero in quel modo a menarsi ed affettarsi tutto il giorno, per cui anche nei nostri cinema arrivavano quintali di film (pure scrausi) dove ci si menava di brutto e pure si volava sui tetti delle case e sugli alberi con evoluzioni che le sorelle Wachowski (allora ancora fratelli) si sono annotate per benino e i risultati li abbiamo visti tutti. 
Solite cose quindi, però di buono aveva un doppiaggio italiano di tutto rispetto che ad averne oggi ci sarebbe solo che da leccarsi le dita, con voci come Luciano Melani, Romano Malaspina, Giampiero Albertini e Renato Turi; allora si che si poteva dire che i doppiatori italiani erano i migliori del mondo. 
Da segnalare anche un lutto nella serie tv I Soprano, poiché è mancata a 95 anni anche Rae Allen,

cioè l'attrice che interpretava Quintina Blundetto, la mamma di Steve Buscemi nella finzione. 
Ma alla fine della storia, anche se in questo film di cui ho parlato oggi lui, l'attore cinese, non c'è (e ovviamente nemmeno lei), mando ovviamente un ultimo saluto a Jimmy e a Rae. 

3 commenti:

Non c'è moderazione per i commenti perché sono un'anima candida e mi fido.
Chi spamma invece non è gradito per cui occhio!
Tengo sempre pronto il blaster.