lunedì 15 luglio 2024

STAVOLTA WENDY NON L'HA SCAMPATA (E NEMMENO BRENDA)

 Anche questa settimana mi tocca aprirla con alcuni addii famosi dato che se n'è andata anche Shelley Duvall, la mitica Wendy di Shining perseguitata da Jack (Nicholson/Torrance) munito di accetta.


Shelley ottenne quel ruolo scelta da Kubrick per il modo così realistico in cui sapeva piangere. 
Cosa buona per lei, ma scoprirà poi sul set che la stessa scena in cui si disperava tra le lacrime l'avrebbe dovuta girare almeno una trentina di volte perché Stanley era fatto così e la disperazione alla fine te la faceva uscire per davvero anche se fossi stata una "cagna maledetta" (cit. Boris). 
Shelley non aveva studiato recitazione, ma quasi per caso era finita nelle grazie di Robert Altaman che la vorrà in diversi suoi film fra i quali il famoso Nashville,

film corale (secondo il tipico stile del regista) che ruota intorno a 24 personaggi presenti al famoso festival country che si tiene nella città del Tennessee e che non è mai stato doppiato in italiano, ma solo sottotitolato per cui difficilmente venne proiettato nelle sale normali, ma piuttosto confinato a quelle da cinestudio. 
Anche da Woody Allen Shelley ottenne una parte in Io E Annie, passando poi anche sotto la direzione di Terry Gilliam, Tim Burton e Steven Soderbergh, ma ultimamente l'attrice non era più esattamente in bolla e spesso vaneggiava cose senza senso. 
A portarla via a 75 anni sono state le complicazioni del diabete dal quale era affetta da tempo. 
Altro grande addio per Shannen Doherty,

53 anni e indimenticabile Brenda Walsh di Beverly Hills 90210. 
Da una decina di anni lottava contro un tumore al seno, ma le metastasi erano infine arrivate anche al cervello. 
La ricordiamo anche come Prue delle sorelle Halliwell della serie Streghe (Charmed), poi fuoriuscita con la morte scenica del personaggio, ma, in realtà per tensioni con Alyssa Milano, cioè la sorella Phoebe. 
Anche il cinema italiano perde un noto personaggio che arriva dal capolavoro Amarcord di Federico Fellini (probabilmente il suo film che preferisco) e sto parlando del giovane Titta interpretato da Bruno Zanin

(da giovane quasi identico a Tom Cruise) che attualmente aveva ormai 73 anni. 
La carriera di Bruno aveva avuto inizio proprio con quel film dopo che era capitato a Cinecittà in cerca di lavoro. 
Prima invece aveva avuto una pessima esperienza studiando da prete per volere dei suoi genitori, ma dovendo subire abusi da un religioso per cui molló tutto deciso a lasciarsi alle spalle quei brutti ricordi. 
Oltre che ad una decina di film, Zanin ha partecipato anche a fiction per la tv e lavori teatrali, scrivendo in più anche libri ed articoli per giornali. 
Per la musica invece devo segnalare la scomparsa di Tonj Acquaviva degli Agricantus

di cui è stato il fondatore polistrumentista e percussionista nel 1979, la pluripremiata band di musica inizialmente etnica evolutasi negli anni 80 in elettronica trance e i cui brani sono spesso stati usati come colonna sonora in film come questa AMATEVI tratta da I Giardini Dell'Eden.

Oltre che nei dischi ufficiali degli Agricantus, che sono una decina, i loro brani sono reperibili anche in quelle compilations lounge della serie Buddha Bar che funzionavano un po' di tempo fa. 
Tonj aveva 61 anni. 
Concludo con colui che è stato vittima dell'attentato a Donald Trump durante un comizio un paio di giorni fa,

cioè il cinquantenne ex vigile del fuoco Corey Comperatore che ha fatto scudo con il suo corpo per proteggere moglie e figlia rimanendo ucciso. 
L'ex presidente in corsa per la Casa Bianca invece è stato ferito ad un orecchio di striscio. 
Addio Shelley, Shannen, Corey, Bruno e Tonj. 

6 commenti:

  1. Certe notizie faccio fatica a commentarle, davvero. Un passato che inesorabilmente si sfalda....sulla dipartita dolorosa di Shannen non lo nego, mi sono commossa fino alle lacrime.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In casi come quello di Shannen, la morte è arrivata davvero troppo presto

      Elimina
  2. Mi è dispiaciuto molto per la dipartita di Shannen, anche se forse è stato meglio così, visto che lottava da molti anni contro una forma aggressiva di cancro che, sapeva bene, non le avrebbe lasciato scampo. 😔

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Quando ti prende un male così, non è più vita perché stai sopravvivendo con troppa fatica

      Elimina
  3. Quante notizie tristi in un giorno solo. Difficile per me dare l'addio a Shelley, senza dubbio però Shining l'ha resa immortale (ma ho avuto modo di apprezzare anche il suo lato leggero e divertente in Popeye). Inspiegabile invece quello che è successo a Trump: ma come è potuto accadere? Nulla mi toglie l'idea che la faccenda sia poco chiara. E a rimetterci è stato un innocente. In ogni caso è tutta acqua al mulino di Trump, e questo mi spaventa molto. Grazie per aver ricordato queste persone, tutte importanti in modo differente.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Dovere, Madame, anche se chiaramente sarebbe meglio poterne fare a meno, ma la vita è così

      Elimina

Non c'è moderazione per i commenti perché sono un'anima candida e mi fido.
Chi spamma invece non è gradito per cui occhio!
Tengo sempre pronto il blaster.