Ci saranno almeno una ventina di film e serie TV (ovviamente anche I Simpson) in cui la canzone viene utilizzata per sottolineare una situazione particolare perché è un pezzo assolutamente storico di quel periodo molto acido per la musica.
Il titolo così strano non era altro una storpiatura della pronuncia di "In The Garden Of Eden", e ricordiamo anche l'assolo di batteria dal sound tribale a metà del brano?
Ecco, appunto, purtroppo oggi diamo l'addio a Ron Bushy,
il batterista della band, deceduto a 79 anni per un tumore all'esofago, batterista che aveva creato quel famoso assolo togliendo le pelli inferiori ai tamburi e poi effettando il suono con un flanger che di solito si usa per le chitarre, ma nessuno ti vieta di utilizzarlo anche per altri scopi; basta avere fantasia e la mente aperta... In che modo non si dice ma "open your mind" era una frase che si sentiva spesso in quegli anni lisergici.
Un addio anche a Ed Asner che ci lascia a 91 anni e che, oltre ad aver impersonato Lou Grant nella famosa serie TV,
è stato anche la voce originale di Carl, il vecchietto scontroso di Up della Disney,
quello che volava via con tutta la casa appesa ai palloncini "verso l'infinito e oltre"...
Ehm no, quello forse era un altro film.
Vecchietto che un pochino assomigliava anche al mio papà che da qualche anno non è più tra noi.
Addio Ron, addio Ed, e quindi, perché no?, un saluto anche al mio papà.
Miao. Dopo quasi 10 anni è finalmente arrivato su Prime Video il capitolo conclusivo della tetralogia di Evangelion ricostruito per il cinema dal suo autore Hideaki Anno.
Ricostruito perché è definita proprio come una rebuild che parte dalla stessa storia per poi svilupparsi in direzioni diverse, per esempio... Miao.
Ma tuttavia nemmeno poi tanto diverse poiché ci ho ritrovato i dialoghi sull' immaginario treno vuoto che erano anche nella serie TV, ma con le parti assegnate diversamente, e altre scene che si rifacevano invece al The End Of Evangelion uscito al cinema molti anni orsono come sostitutivo del finale della serie TV che non aveva convinto per niente i fans, i quali al posto delle introspezioni piagnucolose di Shinji volevano mazzate e splatter e Hideaki in quel film gliele ha date eccome, ma qualcosa non quadrava ancora: ci voleva qualcosa in più...
E in più qui in questo nuovo film ci sono intere sequenze che posso, senza tema di esagerare, definire "lisergiche" tra luci, colori, effetti grafici che stordiscono persino un pochino e... Miao...
Tutto perfetto? Per me che di Evangelion ho visto tutto si, eccetto un pochino di confusione nei combattimenti, quella confusione un pochino da Transformers di Bay; ma se una persona che della saga non sa nulla si mette a vedere questo film, di sicuro non capisce assolutamente niente, ma proprio niente niente niente di quello che passa sullo schermo, e di roba ce n'è davvero tanta che... Miao.
Il consiglio è perciò di vedere prima i tre film precedenti che sono anche loro su Prime Video e poi approdare a questo. Nonostante ciò, alcuni punti potrebbero rimanere un pochino oscuri lo stesso, perché Hideaki è fatto così, gli piace mettere domande qua e là e far dare risposte al pubblico; forse lo fa anche per lasciarsi delle porte aperte nel caso gli scappi un quinto film o qualche spinoff... Miao. Chissà.
Incredibilmente il doppiaggio rimane quasi completamente fedele alle voci della serie TV con un Massimo Corvo colossale nel ruolo di Gendo e Daniele Raffaeli che, nonostante le sue 44 primavere, fa ancora Shinji come 20 anni fa.
Purtroppo per rispettare i tempi e il senso delle frasi pronunciate in giapponese, lingua che in pochi suoni esprime interi concetti, il doppiaggio italiano risulta un pochino accelerato, e certi passaggi avrebbero meritato una maggiore lentezza e più enfasi, ma succede spesso questo piccolo inconveniente lavorando sui prodotti del sol levante e ormai noi che siamo un pochino Otaku ci siamo abituati, e così Miao...
Il titolo distribuito per lo streaming è leggermente modificato rispetto all'uscita cinematografica con quel "01" a indicare che vi è stato un update in alcune scene aggiunte, il che è molto gradito.
L'unica cosa che perplime leggermente è che ad un certo punto quando ormai gli eventi son talmente evoluti che non sai più da che parte girarti, ti arriva un finale quasi da "deus ex machina" che aggiusta tutto, o perlomeno è quello che appare o che ho capito io.
Ma non spoilero nulla perché le sorprese sono davvero tante in due ore e mezza che ti passano in un attimo, forse perché ipnotizzato dalle immagini. Miao!!!
Gli anni 60 erano un continuo fiorire di film ispirati alla saga dell'agente segreto più famoso che ci sia, tanto da trovarti spie ovunque, e specialmente delle produzioni realizzate in Italia ne ho già parlato diverse volte. I nostri cugini d'oltralpe non se ne stavano con le mani in mano e nel 1965 arriva questa produzione franco-tedesca sull'agente dell'FBI Jerry Cotton dal titolo Operazione Uragano,
titolo che si rifaceva chiaramente all' Operazione Tuono bondiana e personaggio che arriva anche lui da una serie di romanzi. Principale differenza era che questo era in bianco e nero (!!!) per cui ormai impensabile a metà anni 60 quando il technicolor ormai imperava, anzi dettava legge, e forse non era mai stato nemmeno distribuito nei cinema tradizionali, tant'è che io l'avevo visto al cinema parrocchiale dove di solito per poche lire mi gustavo dei vecchi e misconosciuti film tipo della Disney e cose del genere, ma ogni tanto capitava anche qualcos'altro più di spessore tipo Attila con Anthony Quinn (no, non Abatantuono, no) e Odio Mortale, film di cappa e spada con Amedeo Nazzari, cioè l'attore della famosa frase "e chi non beve con me... peste lo colga" tratta da La Cena Delle Beffe e poi riutilizzata in uno spot del Biancosarti.
di cui pubblico il bel motivo musicale di Peter Thomas e che ricordavo incredibilmente ancora adesso, cioè l'unica cosa in effetti, c'ero pure rimasto male scoprendo che non era a colori, pensa te...
Fritz McIntyre, tastierista dei Simply Red e anche seconda voce in alcune canzoni, è deceduto in questi giorni a 62 anni. Con Mick Hucknall fin dal primo disco, lascerà il gruppo dopo il quinto album Life e da lì in poi i Simply Red diventeranno in effetti uno pseudonimo solista di Mick. Ecco Fritz che si sente come seconda voce in due brani tratti da Stars: SOMETHING GOT ME STARTED
e WONDERLAND dove si alterna le strofe con il padrone di casa. Fritz dopo aver lasciato la band era tornato a fare musica religiosa.
Curiosamente la sua dipartita arriva in contemporanea con il ritorno sulle scene di un'altra McIntyre, non imparentata con lui, che è Macy Gray (Natalie Renee McIntyre) che esce con il nuovo album anticipato qualche mese fa dal singolo THINKING OF YOU. Grazie per aver portato un po' di soul nella musica pop degli anni 80 Fritz.
2001 - 2021, cioè 20 anni esatti da quel settembre in cui i gli estremisti islamici sono saliti all'onore delle cronache con l'attacco al World Trade Center di New York che quel pomeriggio catalizzó l'attenzione mediatica e tutte le reti sospesero ogni programma per informare di quanto stava accadendo.
Evento questo cantato anche dai Pinguini Tattici Nucleari nel loro ultimo singolo SCRIVILE SCEMOcitando la puntata interrotta quel giorno de La Melevisione.
Attacco più volte messo in dubbio sull'effettiva rivendicazione, sulla dinamica, perché i complottisti ci sono sempre, ma che c'è stato ed ha lasciato una cicatrice enorme non solo nell'America, ma nel mondo intero.
Un evento invece quello recente della fuga delle truppe americane e dei civili dall'Afghanistan, con il minaccioso ultimatum del 31 agosto, letteralmente un "fuori dalle balle", che ha ricordato anche com'è finita la guerra del Vietnam, e Donald Trump non perde l'occasione per ribadirlo e farsi bello davanti al suo pubblico, o meglio, per la precisione lo ha alle spalle come lo aveva Fiorello al Karaoke,
e puntare il dito contro il suo successore Joe Biden definendolo un incapace e incompetente e addossandogli la colpa per essere arrivati ad una situazione come questa.
Ancora un'azione da gradasso, quindi, come ci ha abituati quel personaggio che pare ormai una parodia di sé stesso e, a memoria mia, non ricordo di altri ex presidenti che abbiano tenuto un comportamento tale.
Insomma il Covid-19, che c'è e continua a far vittime, ora passa un pochino in secondo piano per gli americani perché si teme vivamente che l'Isis voglia "festeggiare" il ventesimo anniversario delle Torri Gemelle in qualche modo eclatante, cioè un 11 settembre "col botto" (mi si passi il termine), come hanno già quasi confermato gli attentati terroristici di ieri all'aeroporto di Kabul con i soliti kamikaze che si fanno esplodere felici e contenti.
Sperando che non sia veramente così, cioè che non sia un'escalation di terrore, intanto continuiamo a seguire con un pochino di apprensione le notizie sui TG che mostrano servizi sui Talebani armati di tutto punto (da chi, eh? Ditemi che non sembrano passati da Matrix a prendere "Armi... Tante armi...") con riprese stranamente cinematografiche, con quei primi piani alla Sergio Leone e pure i controcampi, mentre gli anchor men & women delle reti TV ogni giorno peggiorano sensibilmente infarcendo sempre di più le frasi di "eee" "aaa" "ooo", manco fosse una canzone di Vasco, e di questa piaga del giornalismo televisivo ne avevo parlato già TEMPO FA, sperando che sparisse o almeno si mitigasse e invece...
Ogni tanto mi capita di parlare male di questo film portandolo come esempio di film brutto, ma finora non gli avevo ancora dedicato un post. Secondo me, e secondo la filosofia illustrata sull'header, invece si merita di sicuro un posto d'onore (o d'orrore), perciò oggi se ne parla. Era l'anno 1985 e mi trovavo a transitare sulla sopraelevata di Genova congestionata più del solito, quando vedo di sotto un bel po'di movimento con un'auto ribaltata dalla quale esce del fumo e gente che formicola intorno. Ma non era un incidente, perlomeno non ancora...
Scoprirò in seguito che era il set di JOAN LUI, diretto ed interpretato da Adriano Celentano ed avevano appena terminato (o forse dovevano iniziare) le riprese della sequenza fra balletti, elicotteri e stunt che pareva una grande produzione hollywoodiana(poco prima o poco dopo, la strada era stata infatti chiusa al traffico) ma andavo di fretta e non ho potuto fermarmi a dare un'occhiata anche se mi sarebbe piaciuto come invece avevo fatto quella volta per MARK IL POLIZIOTTO SPARA PER PRIMO.
Film questo Joan Lui in cui il noto cantante/attore/regista, preso da un delirio di onnipotenza mistico religiosa, si proclamava il nuovo messia, cosa che si era messo in testa forse perché tanti anni prima (1974) aveva fatto con sua moglie questa cover di JESUS CHRIST SUPERSTAR(carina, si, ma credendoci forse un pochino troppo), per cui, immerso completamente nel metodo Stanislawskij, si ripresenta negli anni 80 realizzando una pellicola che definire presuntuosa è il complimento migliore che puoi fargli.
Delirio che poi sfocerà nella famosa edizione di Fantastico con i silenzi di Adriano davanti alle telecamere, per alcuni geniali, per altri non si ricordava semplicemente cosa doveva dire e il gobbo non funzionava (cosa avvenuta veramente anche nello show all'Arena di Verona in diretta TV).
L'unica cosa buona del film è un'ottima fotografia, ma ovviamente se tutto il resto fa acqua come se cercassi di riempire una cesta di vimini sotto il rubinetto, questo non basta.
Tra gli interpreti principali, oltre alla moglie Claudia Mori, si trova quel Hal Yamanouchi
che è la voce degli spot Suzuki e che doppia regolarnente nei film ogni personaggio dai tratti orientali, come Saito di INCEPTION o il detective di PIKACHU.
Al cinema era stato fatto uscire con una lunghezza monster di 165 minuti perché Cecchi Gori fremeva e scalpitava per farlo uscire sotto Natale e non aveva tempo di aspettare che Celentano terminasse il montaggio definitivo, e pure con diversi errori sulle "pizze", tipo la numerazione progressiva errata (si racconta che in alcune sale sia stato proiettato partendo dal finale) o addirittura la mancanza di un intero "rullo" di 17 minuti, mentre la versione homevideo rimane ridotta sui 125 minuti.
Curiosità che sembrano più che altro delle scuse inventate per giustificare un clamoroso e terrificante flop nella carriera di Celentano che in quel periodo puntava parecchio sul cinema e musicalmente invece le sue uscite non stavano godendo della popolarità degli anni passati.
Ma attenzione che non c'è limite al trash perché, non contento di ciò, il molleggiato qualche anno dopo tornerà in TV con quell'ADRIAN per cui non ci sono parole per descriverlo.
Notizia col botto quella della scomparsa di Charlie Watts, da sempre batterista dei Rolling Stones, ma già all'inizio di agosto aveva annunciato che non avrebbe partecipato al nuovo tour per problemi di salute.
Charlie era flemmatico, speciale, anzi unico quando si inventava come suonare un brano, tipo con quel particolare drumming sghembo, come quello usato in quella superhit che è START ME UPdifficilissimo da riprodurre identico, a detta di un mio caro amico batterista pure lui, ma con qualche anno in meno di Charlie, che invece ci lascia ad 80 anni, per così dire, suonati.
Lutto anche nel cinema per un nome che magari preso così non dirà molto, però se dico il titolo del film che è diventato un cult assoluto e che è La Notte Dei Morti Viventi
di George A. Romero, in cui lei era fra i protagonisti e co-produttrice, beh forse allora qualche lampadina si accende.
Lei era Marilyn Eastman e nel film interpretava Helen Cooper come si vede nella foto autografata qui sopra, cioè la donna con la figlia contagiata dagli zombi e di cui, se non avete mai visto il film, non posso dire altro per non spoilerare (anche se il film è del 1968 può succedere eh...).
Ci lascia ad 87 anni con una carriera in seguito più votata al musical che al cinema.
Ma tanto si può dire benissimo che nel cinema il massimo l'aveva già raggiunto poiché era entrata in un cult movie e nessuno glielo può negare.
Ancora di scena la musica che perde anche una voce e in particolare il doom metal dei Trouble il cui ex cantante Eric Wagner, ultimamente con i The Skull, è deceduto a 62 anni a causa di una polmonite indotta dal Covid-19.
Anche se il genere era molto diverso, la voce di Eric era stata definita dai critici molto vicina alle corde di Robert Plant dei LED ZEPPELIN.
Quando nell'estate del 1971, esattamente il 25 agosto, cioè domani, questo film di Pier Paolo Pasolini è uscito al cinema, ha suscitato non poco clamore e si è beccato un divieto ai minori di 18 anni, nonché un ritiro dalle sale per un certo periodo.
Clamore mai grande però come quello che provocherà 4 anni dopo sempre il Pierpa con Salò O Le 120 Giornate Di Sodoma, film uscito postumo dopo la morte prematura del regista quel 2 novembre sul lido di Ostia, e film che se non hai lo stomaco forte non lo vedi di buon grado, e hai voglia a dire che tanto stanno recitando e tanto è solo finzione.
Comunque, scandaloso o no, questo DECAMERONè tratto dalle novelle del Boccaccio... Cioè è letteratura colta tradotta in immagini, mica un film sulle barzellette sporche di Pierino che si raccontavano all'epoca... e infatti poi non ti arriveranno anche quelle nel decennio successivo grazie ad Alvaro Vitali? Ecco appunto...
Scherzi a parte, si sa bene di che genere siano i racconti contenuti nel DECAMERONE, nel senso che non sono certo le fiabe di Andersen; per cui era inevitabile che un film tratto da tale opera vertesse su argomenti pruriginosi ed erotici pur restando sulla commedia, il che si contrapponeva decisamente al Trinità, assolutamente non vietato, che, per dire, nello stesso periodo usciva nelle sale con il secondo episodio, per cui potevi benissimo scegliere lo spettacolo che più ti aggradava, nel senso che nessuno ti obbligava ad andare per forza nella sala dove proiettavano (!!!) IL DECAMERON (!!!), che già il titolo così metteva timore. Tanto più che i minori non li lasciavano giustamente entrare, tagliando così una gran fetta di pubblico. Infatti al botteghino quell'anno vincono Bud & Terence lasciando il secondo posto al film di Pasolini.
Oltre ai suoi attori feticcio, cioè Ninetto Davoli e Franco Citti, lo stesso regista si ritaglia una piccola parte come allievo di Giotto, non tanto per narcisismo, ma in realtà perché non aveva più trovato nessuno che accettasse il ruolo.
Dopo il film di Pasolini arriveranno diverse pellicole di ispirazione boccaccesca, decisamente virate sul pecoreccio schietto; insomma era stata aperta una strada e in molti si metteranno a percorrerla con circa una trentina di pellicole ad imitare il capostipite.
Una curiosità è che la novella di Gemmata, la moglie dell'agricoltore che credeva alla possibilità di farsi trasformare in una cavalla per aiutare durante il giorno il marito al lavoro, esattamente l'anno dopo verrà sviluppata in un intero film dal titolo Una Cavalla Tutta Nuda,
pure quello vietato ai minori di 18 anni, ma con meno beghe legali intorno, e con protagonisti nientemeno che il cantante Don Backy e Barbara Bouchet, per la gioia di Alessandro Borghese
che, essendo quindi anche questo un prodotto che arriva dall'illustre Giovanni Boccaccio, sicuramente avrà acquistato lui tutti i DVD ormai introvabili (perché il raggioblù non esiste) con le avventure di sua mamma per tenerli nel suo caveau... Ehm... nella sua collezione.
Un bel giorno un giovane regista di nome Jaume Collet-Serra si presenta alla Disney e chiede se alle volte serve mica qualcuno per dirigere un film.
Gli chiedono che film ha fatto prima e lui risponde con alcuni titoli fra cui Paradise Beach. "Ah, quello con lo squalo e la surfista? Carino si... Senti abbiamo qui uno script mica male ispirato ad un'attrazione di Disneyland con avventurieri che rischiano la vita, un eroe, una bella, e persino dei non-morti a causa di una antica maledizione...".
"Ah un reboot dei Pirati Dei Caraibi" pensa il nostro amico...
"No No è una cosa nuova con pure gli animali in CGI che costano meno di quelli veri tra cibo e domatori anche se si vede benissimo che son farlocchi..."
"Ah un seguito del remake del Re Leone o del Libro Della Giungla forse?" azzarda il timido regista.
"No No ma che remake, qui è tutto nuovo di zecca e pensa che c'è pure The Rock"
"Apperó, quindi come sarebbe la storia?“
“È molto intricata e poi se te la spiego ti tolgo la sorpresa, il twist, il colpo di scena. Ti metto anche nel cast Emily Blunt, Jesse Plemons e Paul Giamatti."
"Perdincibacco con un cast così ci esce un filmone, ma dai almeno un indicazione, tipo chi sono quelli colpiti dalla maledizione?“
“Beh dai te lo diciamo, si tratta di conquistadores spagnoli guidato da un condottiero di nome Aguirre lungo il Rio Delle Amazzoni..."
"Eh ma dai, vuoi dire che mi fate fare il remake di un FILM DI HERZOG, quale onore..."
"Ferma Ferma, che c'entra Herzog? Cosa c'entra quel tizio che abbiamo ingaggiato in THE MANDALORIAN?"
“No è che Werner è anche un regista... ".
"Ma Dai? Ad averlo saputo prima lo facevamo dirigere a lui sto film. Beh Jaume prendi o lasci?“
"Prendo, prendo... quando si parte?"
"Per dove scusa?“
“Beh per l'Amazzonia no?"
E qui tutti giù a ridere che tanto il film lo si fa tutto in studio con dei gran green screen o la nuova tecnologia usata per The Mandalorian (ma anche da BOLDI E DE SICA eh...) che perlomeno non sudi abbestia come invece Humphrey Bogart e Katherine Hepburn in Africa in un film simile, ma che non è questo il suo remake anche se lo sembra.
Ovviamente non sarà andata esattamente così, ma in parte può essere, tipo il sospetto che molte delle nuove leve che lavorano alla Disney conoscano sommariamente Herzog.
In conclusione il film mi ha divertito abbastanza (ma molto meno di HOBBS & SHAW) anche se non portava nulla di nuovo piuttosto che un qualsiasi episodio di Indiana Jones, oppure anche di più La Mummia con Brendan Fraser, oppure ancora molto di più un cartoon dei Looney Tunes, visto come muore uno dei personaggi.
Perché si che è un film Disney, ma ci sta pure una certa quota di morti ammazzati che invece nei cartoon di Vil Coyote e Bugs Bunny non c'è perché anche dopo un masso che ti cade in testa ti rialzi e vai avanti (Michael Jordan lo sa bene).
Ma più che altro è stato divertente (per me) trovare tutte le millemila citazioni presenti tra le quali ci ho visto pure Avatar.
Nota musicale particolare per l'arrangiamento particolare di NOTHING ELSE MATTERSin versione orchestrale (canzone che compie 30 anni tra l'altro) che, unita a SMELLS LIKE TEEN SPIRIT nella versione come si è sentita sui titoli di testa di BLACK WIDOW, mi fa pensare che nel prossimo film Disney o Marvel ci potrò trovare facilmente God Save The Queen cantata da... Chessó? Michael Bublè...?
Sto inventando, si, e anche esagero...
E se dico invece Jump dei Van Halen in versione swing cantata da PAUL ANKA...?
Si è spenta a 92 anni la storica annunciatrice della RAI Nicoletta Orsomando, signorina "buonasera" per eccellenza (figura che non esiste più nel mondo televisivo) con i suoi modi garbati e rassicuranti in un'epoca in cui i televisori erano in bianco e nero, senza telecomando e pesavano da paura.
Celebri e caratteristiche le sue acconciature "cofanate", tipo che, insieme al suo modo di fare, sembrava proprio dare l'idea di essere una nostra zia (sicuramente ognuno di noi ha avuto una simpatica zia che era pettinata come lei). Aveva appena festeggiato il compleanno poco tempo fa con le sue ex colleghe,
Concertone di capodanno 2020 per i sempreverdi Kiss realizzato nientemeno che a Dubai, ma senza pubblico ed esclusivamente IN STREAMING.
Sempreverdi perché Gene Simmons e Paul Stanley, nonostante abbiano 70 anni appaiono sempre identici a com'erano una volta grazie al makeup e ai parrucconi che indossano per entrare nei loro personaggi.
Sempreverdi perché alla batteria e alla chitarra solista ci sono sempre Catman e Spaceman, anche se sotto il trucco non ci sono più Peter Criss e Ace Freheley, ma Eric Singer e Tommy Thayer, molto più giovani degli altri due.
Sempreverdi perché, dopo una parentesi unmasked, sono tornati ad esibirsi così come ci piacciono, come dei fenomeni da baraccone (ma che gran baraccone!!!) dove le canzoni il più delle volte sono un semplice sottofondo per gli effetti speciali che vengono mostrati sul palco, poiché a parte alcune hit ben azzeccate, ad onor del vero la discografia del gruppo non è così piena di pezzi memorabili.
Ma a noi piace lo spettacolo che ci fanno vedere e per tale spettacolo, la colonna sonora è perfetta, idealizzato tra i "fumi e raggi laser" che cantava Battiato, e aggiungo io anche tra fuochi artificiali e lingue smisurate
come se il tempo non passi mai per loro.
Beh magari Paul non arriva più a toccare perfettamente le note alte come un tempo, e alcune canzoni sono suonate su una tonalità più bassa e agevole, però non si può dire proprio che vederli non sia uno spettacolo.
E ce ne fossero di spettacoli così...
Posto anche il VIDEO INTEGRALE DEL CONCERTOanche se la qualità è un po'inferiore al clip in alto. Maaaaa... Diceeee...
Ma che c'entra un concerto di capodanno adesso?
Se ci sono i KISS c'entra sempre in qualsiasi stagione 😜.
Perché li ami anche se alla fine degli anni 70 ti fanno un film come QUESTO.
Il mitico forgiatore di spade presso cui si reca Uma Thurman nel primo episodio di Kill Bill, era interpretato da Sonny Chiba,
forse non uno di quei nomi strafamosi come Bruce Lee, Jackie Chan o Chuck Norris che conoscono grandi e piccini, ma anche lui una leggenda nel cinema di arti marziali degli anni 60 e 70 e che rivedremo poi anche in Fast & Furious Tokyo Drift come capo della Yakuza. Per complicazioni a causa del Covid-19 Sonny ci lascia ad 82 anni e oggi voglio ricordarlo proprio con QUEL FILM con cui Tarantino lo ha riscoperto riportandolo a nuova e meritata popolarità.Belle immagini e musica ancora più bella in un film che non mi stanco mai di rivedere.
Vedere Clancy Brown, storico e cattivissimo antagonista di Christopher Lambert in Highlander (quello bello) nei panni dell'anziano papà di Cassie (Carey Mulligan), fa uno strano effetto, ma sono gli anni che passano per tutti e comunque in realtà non è questa la cosa più importante del film.
Sono arrivato molto in ritardo a vederlo, è vero, ma non è colpa mia se qualcuno aveva fatto doppiare l'attrice transgender Laverne Cox da ROBERTO PEDICINI,
voce italiana di Kevin Spacey e Ralph Fiennes, pensando che andasse bene come succedeva in Orange Is The New Black dove aveva invece la voce di Andrea Lavagnino, cioè il doppiatore del Professore de La Casa Di Carta, ma qui una volta finito il lavoro si sono accorti che rasentava il ridicolo per cui si è reso necessario aspettare ancora quasi due mesi per rifare il doppiaggio con Monica Ward che riesce invece ad avere dei toni profondi senza però diventare una macchietta, anche se, a dirla tutta, la vera voce di Laverne è un pochino diversa, del tipo che qualcuno potrebbe anche aver avuto l'idea di farla doppiare a Vladimir Luxuria, ma forse è anche meglio di no, che mica è un cartone della Disney dove ci piazzi il vip di turno.
Discorso totalmente diverso per l'azzeccatissima voce italiana di Carey, ovvero Domitilla D'Amico per la quale non avrei mai abbastanza parole per definire quanto sia brava ad entrare nei personaggi su cui lavora.
Eh lo so, lo so... Sul doppiaggio italiano, cioè su come troppe volte si lavora adesso, cioè a cazzo di cane, ormai son più dolori che gioie, ma "prendila così.... non possiamo farne un dramma... conoscevi già... i problemi miei di donna..."
Beh dai un Battisti non ci sta mai male... Pure con una transgender per amico...
In ritardo quindi dicevo, ma ne sono davvero soddisfatto e non vorrei mettere spoiler nel caso qualcuno non l'avesse ancora visto poiché io stesso ne sono rimasto davvero sorpreso e non mi va di rovinare (appunto) tale sorpresa.
Film dalla parte delle donne in un'epoca bizzarra in cui il "metoo" sembra già diventato un modo ruffiano di acchiappare consensi o notorietà, ma non è il caso di questo film che invece ribalta molto le parti perché Cassie è fondamentalmente una stronza, anche se tutto quello che fa lo fa per vendicare un'amica.
Stronza con gli uomini che adesca nei locali fingendosi ubriaca (lì per lì pareva un film tipo NURSE di Aarniokoski, ma per fortuna non è così), e stronza anche con i suoi genitori che chiaramente soffrono per le sue lunghe assenze notturne, e gli occhioni e le espressioni tristi di Clancy rendono bene l'idea del padre preoccupato.
Ma una stronza che se sei uno che delle donne se ne approfitta e le usa come oggetto per divertirsi, e per caso ti capita di incontrarla, allora vedrai che cambi sicuramente punto di vista.
E mi chiedo, dopo averlo visto, come mai non abbia preso l'Oscar (ricevuto solo per la sceneggiatura e tutta una serie di sole nominations) che invece è andato a NOMADLAND che, per carità, non è un brutto film e non voglio polemizzare, ma solo dire che a volte bisognerebbe avere il coraggio anche di premiare chi, come la regista Emerald Fennell, il coraggio lo ha messo a piene mani (e anche la faccia perché appare anche lei) in una pellicola a dir poco devastante.
Perché così è.
Ma forse Carey Mulligan nel film non appariva abbastanza imbruttita da meritare la statuetta, anzi, era bellissima in ogni scena,
un vero ANGEL OF THE MORNING, come la canzone di Juice Newton sulla quale arriva il finale (devastante proprio) del film.E giuro che anche a riascoltarla adesso mi vengono i brividi ripensando al contesto in cui l'avevo sentita.
Potenza evocativa della musica così bistrattata dai nostri governanti...
Ma questo è un altro discorso e lo lascio fare a SALMO.
Salmo non è sicuramente l'artista più famoso del mondo però ha trovato il modo di far parlare di sé. Modo discutibile, ma anche con un pochino di ragione, dato che ha organizzato ad Olbia con il solo passaparola un concerto gratuito sotto falso nome, mascherandolo come un dj-set di un inesistente Dj Treeplo (suo alter ego sui social da alcuni giorni precedenti il concerto, come Joe Sarnataro lo era stato per Edoardo Bennato), per dimostrare che, mentre per il calcio e altre situazioni si concede ogni tipo di assembramento senza controllo, per la musica sono state messe delle regole troppo rigide che giocano a sfavore di chi fa questo lavoro.
Criticato da molti suoi colleghi, tra cui Fedez pure con parole grosse, ha invece ricevuto il supporto di Francesco De Gregori per quanto riguarda il trattamento in effetti non molto carino verso i musicisti.
Tuttavia Maurizio Pisciottu (il vero nome di Salmo) ha alzato un po'troppo l'asticella quando ha pubblicamente dichiarato che "non sei un'artista se non vai contro le regole".
Cioè... Cacchio, bastava una frase in meno e magari trovavi molta più gente dalla tua parte.
Ma chissà, potrebbe essere stato un delirio di onnipotenza dovuto al fatto che Salmo si stava rendendo conto che la sua iniziativa "rivoluzionaria" stava funzionando.
Anche un Celentano anni 80 infatti si era a sorpresa proposto come predicatore televisivo indicando al popolo la via da seguire in occasione di certi referendum scatenando un putiferio che non ti dico.
Altri tempi, ok, e d'altronde Salmo (o Maurizio) è giovane...
E gira gira si parla di Afghanistan anche oggi, perché, non so a voi, ma a me le immagini trasmesse dai TG dell'assalto all'aeroporto di Kabul hanno fatto tornare in mente quella famosa scena di MISSION IMPOSSIBLE ROGUE NATION
con Tom Cruise appeso all'aereo, come se fosse davvero possibile compiere un'impresa del genere senza le imbragature di sicurezza che nel film venivano abilmente nascoste, ma, a sentire Tom, era lo stesso un'esperienza terribilmente spaventosa.
Tant'è che qualcuno ha avuto il mio stesso dejavu e si è già divertito a mixare le immagini dei TG con quelle del film ed ecco IL RISULTATO:
Vedi che succede poi a vedere troppi film americani...
È con gran dispiacere che ho appreso della dipartita ad 85 anni del simpaticissimo Gianfranco D'Angelo socio di Ezio Greggio a Drive In di Canale 5 nonché attore che, dopo alcune partecipazioni ai musicarelli, si era specializzato in quel genere comico molto, molto leggero dove le bellezze femminili mostravano spesso e volentieri certi punti di vista, prodotti che ormai il "politically correct" non accetta più, ma forse in fondo era meglio prima invece delle censure bigotte. Ma questo è un discorso diverso che sarebbe il caso di approfondire in una sede diversa.
Ora che ci penso, rivedendo la foto di Gianfranco mi ricordo che alle superiori avevo un compagno di scuola praticamente identico, stessi capelli, stesso naso, stessi occhi e stessa verve.
Proprio al Drive In il Gian era famoso per i personaggi del Tenerone
e il "domatore" di Has Fidanken, il celebre cane "ammaestrato".
Voglio così collegarmi al post di ieri sui BONEY M, pubblicato senza sapere ancora nulla, in quanto il gruppo era stato ospite di La Sberla, un altro programma, ma su Rai1, condotta da Gianfranco che fa un lungo cappello introduttivo, ovviamente comico, all' ESIBIZIONE DEL QUARTETTO: Addio Gianfranco.
I Boney M sono un altro gruppo vocale che mi piaceva un sacco, ma proprio tantissimo verso la fine degli anni 70, gruppo del genere "disco" come i KOOL & THE GANG di cui ho già parlato poiché è scomparso recentemente uno dei fondatori. Per chi non lo sapesse, i Boney M sono anche quelli nominati come merce di scambio da Elio nel Pippero.
Avevo I primi loro due album registrati su cassetta e quanti giri ha fatto quel nastro... Il gruppo in realtà era un quartetto caraibico nato per dare un'immagine alle vocalità di Frank Farian,
il produttore tedesco e cantante che incideva dischi da tempo con tale pseudonimo divertendosi a fare il Barry White teutonico, però aveva il problema che non amava apparire in TV né tantomeno esibirsi dal vivo.
È suo infatti il vocione caratteristico che si sente in parecchi brani, mentre Bobby Farrell, l'indiavolato ballerino mimava semplicemente il playback; al contrario erano vere invece le stupende voci delle cantanti.
Ma le malelingue, si sa, ci sono sempre state e perciò il gruppo era stato sospettato in toto di fare solo finta di cantare; forse non a caso sarà sempre Frank che negli anni 80 inventerà anche i Milli Vanilli con i loro playback e tutte le controversie sui Grammy Awards legate a questo piccolo trucchetto... quindi il Farian un pochino il vizio ce l'ha... o si chiama coerenza? Mettiamola così.
In effetti fino ad un certo punto quelle accuse rivolte ai Boney M di essere finti potevano apparire in parte motivate perché le esibizioni avvenivano in TV sempre in palese playback, senza nemmeno dei microfoni finti in mano, finché un bel giorno del 1977 non ti parte un vero TOUR DAL VIVO?
Ed è lì che finalmente si toglie ogni dubbio sulle effettive capacità canore delle due vocalist Marcia Barrett e Liz Mitchell, poiché la terza, Maizie Williams, partecipava solo nei cori. Show con anche qualche piccolo problema tecnico qua e là, ma tuttavia trascurabile.
Anche Bobby ci mette del suo e infatti invece del classico vocione profondo di Farian, sul palco si sente la sua vera voce che ha un tono graffiante più simile a quello di James Brown piuttosto che alle versioni cantate da Frank su disco, ma che comunque non ci sta per niente male dato che lo show è pieno di energia e costumi sfavillanti,
un po'come lo stile, pure pacchiano ok, portato in scena in quegli anni dagli Earth Wind & Fire, i Jackson 5 ed il trio Labelle,
ed è tutto da ballare con la musica di una vera band esattamente come nei dischi che si incidevano allora (cioè niente campionatori). Canzoni che prendevano così tanto che un mio amico in discoteca, dopo l'upgrade di qualche drink, ricreava i balletti che Bobby eseguiva in RASPUTINcon effetti a dir poco esilaranti. Il successo viene paragonato a quello degli Abba e in effetti molte affinità armoniche nelle canzoni ci sono, però la loro carriera ufficiale avrà una durata molto più breve, dato che non è il caso di prendere in considerazione anche le due o tre nuove formazioni dei Boney M
nate dopo lo scioglimento, di cui una persino capitanata dalla figlia e dalla moglie di Bobby scomparso per insufficienza cardiaca nel 2010.
Due piccole curiosità tutte italiane sui Boney M: il loro primo album, quello che contiene Daddy Cool e dal titolo Take The Heat Off Me, presenta come title track la cover di NESSUNO MAI
di Marcella firmata da Gianni Bella e Giancarlo Bigazzi, eseguita anche nel live che ho postato sopra, mentre nel 1978 il quartetto è stato ospite del programma TV di Raffaella Carrà, MA CHE SERA,presentandosi nella seconda canzone del video con una formazione "allargata" a 5 elementi grazie all'aggiunta di una simpatica e divertita Raffa "di colore". Tanto per ricordare ancora una volta un'artista di cui sentiamo già la mancanza.
E già che in coda siamo in tema di celebrità scomparse, un ultimo saluto a Piera Degli Esposti,
attrice passata dal cinema al teatro in produzioni sempre di un certo tipo (Medea di Pasolini, per dire) e ultimamente vista però anche in TV in cose leggere del tipo di Che Dio Ci Aiuti e I Delitti Del BarLume.
Addio a Gino Strada, medico chirurgo che ci lascia a 73 anni, per caso in un periodo in cui il "suo" Afghanistan torna agli onori delle cronache poiché sta attraversando una nuova crisi con l'avanzata dei Talebani, ma a ricordarlo per sempre resta il marchio della sua Emergency,
sempre attiva dove ce ne sia bisogno per salvare delle vite.
Ligabue, Jovanotti e Piero Pelù 20 anni fa avevano realizzato un singolo per raccogliere fondi proprio per Emergency, ed ECCOLO QUI:
Prendo come spunto una famosa scena di THE BOYS in cui Butcher fa un discorso motivazionale ai suoi compagni prendendo come esempio le SPICE GIRLS e dice che tutte e 5 insieme erano una forza, mentre da sole non hanno avuto il successo che speravano. Ecco, l'esempio di Billy calza a pennello anche per questo film solista di Aldo Baglio,
così brutto, ma tanto "brutto brutto brutto", che se avete letto l'header del blog può essere locato senza dubbio negli "orrori inguardabili".
Forse l'unica scena che ti fa sorridere è quando gli rubano la macchina, ma anche quella non è granché.
Uscito quasi un anno prima di Tolo Tolo di Zalone, anticipa in parte l'idea del personaggio che, suo malgrado, si ritrova "dall'altra parte", cioè quella dei migranti che cercano di entrare in Italia, con la differenza che Aldo qui è antipatico, superficiale e pure un po' razzista, ma lo fa malamente e senti proprio la mancanza delle altre due Spice Girls... Cioè Giovanni e Giacomo. Eh... Butcher ha ragione, non c'è niente da fare.
È morto a 74 anni Giorgio Lopez, fratello maggiore di Massimo (insieme a lui nella foto) e regista nonché attore e doppiatore.
Proprio come doppiatore lo conoscevamo per essere la voce di Danny DeVito, ma anche per aver raccolto l'eredità di Ferruccio Amendola doppiando Dustin Hoffman.
Voglio ricordare qui Giorgio con un monologo in voiceover tratto dal finale di The Big Kahuna, film con Kevin Spacey, Peter Facinelli e Danny DeVito, che però nella pellicola stavolta non era doppiato da lui.
Linus di Radio Deejay ne aveva fatto una specie di disco con il titolo ACCETTA IL CONSIGLIO:
Non si tratta di un tormentone estivo, non lo è per niente infatti, piuttosto è un qualcosa che, riascoltato dopo 20 anni, ti fa pensare a quanta verità ci sia dentro. Addio Giorgio.