giovedì 25 agosto 2022

SANDOKAN: METTI UNA TIGRE NEL TELEVISORE

 Lo slogan del titolo è ispirato a quello famoso e vintage di una marca di benzina, ma ci sta anche oggi parlando di quando la Rai propose nel 1976 lo sceneggiato (si chiamavano così con codesto termine desueto) in 6 puntate Sandokan con quell'iconico Kabir Bedi che rimarrà legato a tale personaggio per la vita. 


Allora io avevo già letto alcuni libri di Emilio Salgari sulla Tigre Della Malesia perché una mia zia m'aveva dato l'avvio regalandomi Le Due Tigri, romanzo che si poneva più o meno a metà della bibliografia sul personaggio, per cui poi mi ero anche comprato i libri precedenti per saperne di più. 
Erano libri non esattamente scorrevoli poiché si sa che Salgari amava perdersi in minuziose descrizioni delle locations in cui si svolgeva l'azione anche se tali posti non li aveva mai visti. 
Tuttavia la mia fantasia, come quella di Claudio Baglioni che in OH MERILÙ
chiamava I Sandokan la sua prima band adolescenziale che aveva una batteria fatta con i fustini del Dixan e suonava Beatles e Rolling Stones, attingeva parecchio da tali descrizioni che poi ho finalmente visto portate in video da Sergio Sollima, anche se bisogna dire che già erano state fatte in Italia delle pellicole riguardanti Sandokan e tutta la sua ghenga di pirati, film che verranno poi riproposti furbescamente dal piccolo cinema di seconda visione che frequentavo all'epoca, mettendoli in programmazione nei giorni infrasettimanali dove ogni giorno si cambiava spettacolo e solo nel weekend veniva proiettato per due giorni consecutivi il grande titolo di successo del momento che poteva essere (chessò?) un nuovo film della Disney o di Spencer &  Hill o 007. 
Eh si, altro che i multisala di adesso con programmazioni multiple e impianto da concerto; li c'era un solo altoparlante centrale monofonico che nella sala però tuonava come un gigante, per cui lo spettacolo te lo godevi lo stesso, a meno che non si trattasse di film musicali dove allora ci sarebbe voluto un buon impianto stereo, ma forse eravamo noi diversi dentro per cui ci andava bene anche così. 
Il Sandokan in tv con Adolfo Celi villain che arrivava dalla saga di James Bond, passando per il personaggio del Sassaroli, Philippe Leroy perfetto Yanez, e Carole André come splendida Perla Di Labuan, tenne incollati tutti perché sembrava una cosa mai vista prima per certi effetti speciali tipo il salto contro la tigre,

scene di lotta parecchio concitate e paesaggi esotici. 
E poi in quegli anni c'erano i primi passi del colore in tv che all'epoca era ancora sperimentale e poche trasmissioni venivano mandate in onda così. 
Colore però non disponibile per la messa in onda di Sandokan che infatti fu mandato ancora in bianco e nero nonostante il regista volesse fortemente il contrario, ma forse è stato meglio così poiché allora pochi potevano già godere del colore con i primi televisori all'avanguardia, con il problema che alcuni, forse non sapendo bene regolare i toni, tenevano tutto sparato al massimo con l'effetto che ogni programma trasmesso in tv pareva un gay pride. 
Per tale motivo Sollima divise poi nello stesso anno il prodotto in due film da proiettare al cinema, per poter godere dello spettacolo in grande e ovviamente a colori, ma pagando due volte il biglietto, cosa che non prese molto bene il pubblico che tanto aveva già visto le puntate in tv. 
Comunque grande successo dello sceneggiato (ripeto, si chiamavano così e non ancora serie tv che Netflix ancora non c'era) che, rivisto di recente su RaiPlay, mostra parecchio i segni del tempo per tanti motivi, al contrario di altre cose persino più datate come l'Odissea che invece reggono bene, però insomma, a dirla tutta, lo ripeto, forse siamo anche noi che siamo troppo esigenti adesso. 
Perché invece all'epoca eravamo tutti a cantare la SIGLA a squarciagola per tutta la settimana aspettando la nuova puntata che andava in onda appunto dopo 7 giorni che mica c'era già il bingewatching o la programmazione tv di oggi che ti mette due puntate nella stessa sera: una di un'ora e camminare!!! 
E che fine ha fatto il remake con Can Yaman di cui si parlava mesi fa? 
Per ora nulla all'orizzonte miei fidi tigrotti di Mompracem, ma state pronti a sguainare le scimitarre


che non sia mai che venga fuori una roba come LA FRECCIA NERA con Scamarcio... 
P.s.
Per i più grandicelli, la pubblicità che ho citato all'inizio era questa:

1 commento:

Non c'è moderazione per i commenti perché sono un'anima candida e mi fido.
Chi spamma invece non è gradito per cui occhio!
Tengo sempre pronto il blaster.