domenica 19 maggio 2024

DOC - NELLE TUE MANI: NON C'È DUE SENZA STAGIONE TRE

 Prosegue il mio percorso di recupero su Raiplay delle mirabolanti avventure raccontate nella terza stagione di Doc - Nelle Tue Mani.


Lo dico così con un filo di ironia perché in effetti certe situazioni conclusive nella trama verticale stanno spesso andando un po' sopra le righe, ma rimane sempre un prodotto godibile e sopra alla media delle fiction italiane. Andrea Fanti (Argentero) è riuscito a riottenere il suo posto di primario e sta anche avendo dei flash di ricordi perduti grazie anche ad una stimolazione cerebrale a cui lo sottopone il suo collega e amico psicologo. Insieme ai ricordi arrivano però anche strane allucinazioni come fossero dei messaggi dell'inconscio e non può mancare un qualcosa di misterioso che segue la trama orizzontale in cui è coinvolta l'ex moglie di Fanti. Infine poi c'è la ciliegina del crossover di cui tutti ormai sono al corrente mentre io arrivo tardi, ma arrivo eh... 

sabato 18 maggio 2024

COS'HANNO IN COMUNE YES, NOMADI E MATIA BAZAR?

 Da un po' di tempo il sabato musicale lo sto dedicando alle nuove uscite che, per fortuna, portano spesso ottimi prodotti, ma anche brutture inascoltabili che comunque meritano (anzi "se lo meritano") di essere citate in questo blog dove l'header spiega tutto.


Oggi però torno a dare uno sguardo alle glorie del passato cominciando con gli inglesi Yes, band progressive storica, che continua ad andare avanti nonostante i componenti non siano più quelli di una volta, e non è solo un modo di dire, sia per la morte di Chris Squire ed Alan White, ovvero basso e batteria, che per i vari sostituti come Jon Davison che fa le veci del vocalist Jon Anderson, il quale ha preferito lasciare un gruppo che, appunto, non è più quello con cui è stato per anni e anni, e il tastierista Geoff Downes (ex Buggles già stato con loro ai tempi di Drama) al posto dello storico Rick Wakeman. Insomma gli Yes stanno diventando un po' come la famosa e filosofica Nave Di Teseo alla quale piano piano vengono sostituiti tutti i pezzi creando il dubbio se si possa considerare o no sempre la stessa nave, e l'identica cosa succede ai nostri Nomadi dove l'unico membro originale è rimasto Beppe Carletti, mentre nei liguri Matia Bazar è ormai avvenuta in toto la sostituzione completa di ogni componente. 
Jon Davison ci prova a prendere il posto di Anderson, imitandone il canto angelico, ma il risultato è mediocre, vedi per esempio il loro classico ROUNDABOUT,


tanto che qualche anno fa la sua presenza aveva spinto sui social i fans della band (e mi trovano d'accordo) a chiamarli Maybe invece che Yes... hehe, capita la finezza? 
Comunque Yes o no, durante gli ultimi anni di concerti il pubblico ha notato che in scaletta non c'è più quella hit degli anni 80 che li aveva portati lassù in alto nelle classifiche dove mai erano stati, cioè Owner Of A Lonely Heart. 
La spiegazione in fondo è molto semplice e ci riporta ad un ennesimo periodo in cui la formazione era diversa perché quella canzone faceva parte del disco 90125 dove alla chitarra c'era Trevor Rabin al posto del veterano Steve Howe che, essendo lui fondatore della band fin dagli inizi e ormai unico membro originale, dopo averla SUONATA in passato

(era il 1999 e alle tante tastiere c'era anche Wakeman che pure lui non era presente in quel disco anni 80), preferisce suonare adesso le composizioni sue piuttosto che quelle di un'altro musicista, seppure di talento. Sempre Jon Davison poi, durante un'intervista ha fatto un efficace confronto alimentare fra la musica che fa la band di cui fa parte, con quella della scena trap, rap, hip hop definendo il progressive come un pranzo sontuoso, mentre la musica attuale è paragonabile ad un fast food. 
Su questo, ma solo su questo, il Jon mi trova pienamente d'accordo. 
Per il resto rimango legato alla formazione classica che suonava in questo GOING FOR THE ONE

che è senza dubbio uno dei migliori dischi del gruppo e a cui avevo giustamente dedicato un intero post qualche anno fa, ovvero i primi tempi che bloggavo qui. 

venerdì 17 maggio 2024

QUANDO SBAGLI LA TONALITÀ, LA FRITTATA È FATTA

 L'ho visto anch'io il povero AlBano cantare l'inno italiano in occasione della finale di Coppa Italia e l'ho visto perdersi fra le note cercando di aggiustare dei passaggi al volo dopo delle clamorose stecche e un finale che più raffazzonato non poteva essere.


Cos'è successo? 
L'impressione che ho avuto è che il cantante pugliese, per mancanza di tempo o (spero davvero di no) per presunzione, abbia improvvisato tutto senza fare nemmeno una prova per trovare una tonalità adatta a lui. 
Preferisco non infierire oltre poiché già ci sono state ovunque le reazioni sui social, sul web, sulle testate giornalistiche, ma, a dimostrazione che invece sulla giusta tonalità aveva già fatto delle performances eccellenti, posto quest'altro INNO eseguito da lui perfettamente pochi anni fa.

La fondamentale differenza era che nel video qui sopra cantava sopra ad una base che gli ha dato quindi una nota ben precisa con cui partire, mentre stavolta era a cappella e così è andato un po' a caso secondo l'istinto traditore, prendendola troppo alta. 
Potenza ne ha certamente ancora il "ragazzo", ma certe note alte dell'altra sera sono impossibili anche per uno con la sua esperienza e capacità musicale. 
Madonna, per esempio adesso canta LIKE A VIRGIN due toni più bassa della versione originale del suo stesso disco


e, vabbè, ora non stiamo a vedere le canzoni che invece ha fatto in playback nell'ultimo tour, faccenda che ha fatto girare le balle non poco a quelli che si son pagati dei biglietti salatissimi. 
Non solo lei, però, ha scelto di tenere una tonalità più bassa, ma anche rock band come i Kiss hanno di recente suonato e cantato I WAS MADE FOR LOVING YOU riadattata un tono sotto con l'aggiunta di qualche coro preregistrato, però ricordo anche che purtroppo, nonostante l'escamotage tecnico, Paul Stanley (c'ha un'età) non era stato esattamente al suo massimo.

Un altro espediente per eseguire dignitosamente una canzone che in originale sarebbe da urlare come dei pazzi, è quello di farne una versione acustica, quindi piu soft, il che giustifica anche un canto più sommesso e delicato su una tonalità meno "appesa". 
Come gli U2 con la loro SUNDAY BLOODY SUNDAY riproposta solo chitarra e voci. 


Rimane pur sempre una canzone che, anche eseguita in questo modo, fa cantare lo stesso tutto uno stadio, si uno stadio come quello che ha sentito dal vivo AlBano...

giovedì 16 maggio 2024

C'ERANO UN MUSICISTA, UN CANTANTE E UN ATTORE...

 Non è una barzelletta, perché anche oggi perdiamo un grande nome della musica, cioè David Sanborn, 78 anni.


David era un sassofonista che ha potuto vantare collaborazioni con i più grandi nomi dello show business con il suo stile che mischiava il jazz con il funky e, grazie a quello, è stato fra i musicisti che hanno suonato in YOUNG AMERICANS, l'album che per David Bowie segnò una transizione netta dal rock al funky appunto

dove il sax di Sanborn la fa da padrone specie nella title track. 
In tempi più recenti, per modo di dire perché si parla pur sempre di anni 90, aveva partecipato anche alla colonna sonora di Arma Letale 3 con Sting ed Eric Clapton nel brano IT'S PROBABLY ME.

Purtroppo un cancro alla prostata è riuscito alla fine a portarselo via nonostante lui avesse continuato imperterrito a suonare dal vivo e anzi c'era già pronto un tour per l'anno successivo, ma tant'è... 
Da tutt'altro mondo musicale invece arrivava Enrico Musiani, cioè da quel canto all'italiana melodico portato avanti da Claudio Villa che lo presenta in questo video con il suo più grande successo LAURETTA MIA.


Enrico, che aveva 86 anni, aveva cantato anche Rose Rosse portata al successo però da Massimo Ranieri che all'epoca era senza dubbio più dentro ai circuiti commerciali anche per la sua immagine molto accattivante per il pubblico femminile e un modo di cantare molto più "power" di quello di Musiani. 
Anche il cinema è da citare oggi per la scomparsa di Mark Damon, 91 anni, attore statunitense che aveva iniziato la carriera (guarda un po' com'è piccolo il mondo) con ROGER CORMAN in I Vivi E I Morti

e I Diavoli Del Grand Prix, dopodiché in Italia ha lavorato in diversi titoli horror e western con i nostri registi che, spesso sotto nome fittizio, sfornavano pellicole a getto continuo, quelle con i titoli molto creativi, e chissenefrega se spesso si trattava di b-movie, tanto il suo mentore Corman era specializzato proprio in quello e ci aveva fatto su una fortuna.

Negli anni 80 invece lo troveremo fra i produttori di film di grande successo fra cui 9 Settimane E 1/2. 
Addio Mark, Enrico e David. 

mercoledì 15 maggio 2024

L'ACCHIAPPATALENTI: UN GRANDE MOMENTO DI TELEVISIONE... O ANCHE NO

 Non me le vado a cercare (cioè, a volte si), ma stavolta ci sono finito per caso a vedere uno spezzone di L'Acchiappatalenti, il nuovo programma dell'iperentusiasta Milly Carlucci partito lo scorso venerdì e forse il destino, che sa sempre tessere le sue trame in maniera egregia, ha voluto che finissi a vedere uno dei momenti più tremendi con l'ESIBIZIONE del bruco che diventa farfalla.


Se l'avete visto potete capire di cosa sto parlando, sennò ve l'ho postato qui sopra così vi fate un'idea, e tale coincidenza che mi ha fatto cadere su Rai1 proprio in quel momento la considero appunto come un segno del destino per tenermi lontano da tale programma che sento sui livelli de Il Cantante Mascherato mixato con Italia's Got Talent e Tu Si Que Vales, con la differenza che negli altri due programmi i giudici potevano bloccare un'esibizione se non era gradita, mentre qui siamo andati avanti per quasi 10 minuti con un pazzo furioso che sbraitava in un italiano approssimativo terrorizzando la giuria (mentre io mi chiedevo WTF?) e in particolare Sabrina Salerno che aveva un problema con l'outfit e rischiava di finire a mostrare troppe grazie. 
Ah... Perché ho visto solo quello spezzone? 
Beh avevo appena finito di guardare qualcosa on demand su piattaforma che avevo scelto io e posso assicurare che qualsiasi cosa fosse era meglio di quello scempio televisivo che mi fa capire perché tanti stanno migrando sulla Nove e per il quale sono stati a milioni i commenti negativi sui social (vox populi, vox dei) nonostante un paio di performances decenti ci siano pure state. 
Per fortuna sta per arrivare Cattelan in prima serata dai... finché pure a lui non faranno il contratto per la Nove... 

martedì 14 maggio 2024

BIRDMAN O (L'IMPREVEDIBILE VIRTÙ DELL'IGNORANZA): SUPEREROI INVENTATI E CARTONI VERI

 Birdman (chiamiamolo solo così per brevità) è un film del 2014 diretto da Alejandro Inarritu con protagonista Michael Keaton nei panni di una star dei vecchi film di supereroi che deve fare i conti con il suo alterego di fantasia che, come un POSAMAN di Lillo, sta prendendo un po' il sopravvento nella sua vita.


Non è però un film comico come lo è la serie di Prime Video, anzi è molto drammatico e vede Riggan (Keaton) alle prese con l'allestimento di un lavoro teatrale con il quale vorrebbe far dimenticare il suo passato supereroistico, ma tutto viene portato avanti fra problemi, oltre che con il suo alterego, anche con la figlia (Emma Stone) e litigi sul palco coi colleghi (Edward Norton).

La chicca tecnica del film però è che è stato girato in modo che tutto sembri un lungo piano sequenza, esercizio tentato da pochi registi in maniera reale, anche se in realtà non lo è. 
Fatto sta che comunque Birdman era davvero un personaggio dei cartoni le cui avventure venivano da noi mandate in onda durante Gli Eroi Di Cartone, un programma della TV Dei Ragazzi ai tempi del bianco e nero, la cui sigla era FUMETTO di Lucio Dalla,


ma ora non stiamo a sottilizzare se durante la sigla, sulle immagini di Birdman, per ben due volte Lucio nomina Nembo Kid, mentre gli altri personaggi sono quelli giusti sia in audio che in video, piuttosto spero di aver portato un ricordo nostalgico di una sigla famosissima.

La serie animata prodotta da Hanna & Barbera era un qualcosa di girato molto in economia, con immagini terribilmente statiche di Birdman in volo mentre lanciava il suo urlo di battaglia che effettato com'era pareva gridare Birba!... si, come il gatto di Gargamella, ed era uno dei tre membri del Galaxy Trio che aveva una serie a sé. 

Supereroe ad energia solare, quindi fotovoltaico, ecologico, giuro, perché ricaricava i suoi poteri grazie alla luce del sole, e, al contrario di una parodia che ha avuto su Cartoon Network, in realtà non ha alcuna correlazione con il personaggio del film di Inarritu, ma, come dalle mie parti succede spesso, non riesco a fermarmi quando tra i miei neuroni mi parte un collegamento con qualcosa durante un post, e... questo è il risultato. 

lunedì 13 maggio 2024

PAREVA UN LUNEDÌ COME TANTI...

 Lunedì come tanti, si, ma con alcuni addi fra cinema, musica e serie tv partendo sopratutto da Roger Corman, prolifico regista e produttore di film horror di serie B a basso costo, ma dal grande effetto per cui erano i preferiti da proiettare nei vecchi Drive-In.


Aveva 98 anni ed aveva prodotto più di 300 pellicole, delle quali una cinquantina, spesso con soggetti presi da Edgar Allan Poe, dirette da lui stesso come I Vivi E I Morti e La Maschera Della Morte Rossa, entrambi con Vincent Price. 
Fra i film prodotti da lui c'era anche quel primo tentativo fatto sui Fantastici 4 insabbiato dalla Fox perché la major stava lavorando a quello con Jessica Alba e la storia la trovate spiegata meglio QUI.

Anche una serie tv degli anni 90 ha avuto la sua firma come sceneggiatore e produttore ed è Black Scorpion, inedita in Italia, dove un'agente di polizia diventa una paladina della giustizia in costume stile DC Comics e Marvel. 
Per la musica abbiamo perso Steve Albini, 61 anni, chitarrista degli Shellac, Rapeman e Big Black, e produttore (ma non amava essere chiamato così) di In Utero dei Nirvana che cercavano qualcuno che, smanettando sui cursori in sala di registrazione, li distaccasse un po' dal sound quasi easy (per essere una band grunge, intendiamoci) di quella bomba di Nevermind.


Steve era stata la scelta perché con la sue band suonava noise rock e in particolare con i Big Black ci dava giù pesante, al punto che aveva sfidato i dirigenti di un'etichetta indipendente per vedere se avevano davvero il coraggio di pubblicare un album dal titolo SONGS ABOUT FUCKING


(e quelli l'hanno fatto!). 
La sua passione era il suono sporco, tanto sporco che alla band, in particolare a Kurt Cobain, piaceva, ma non molto alla Geffen Records che, dopo il botto di Nevermind, almeno per un paio di brani che sarebbero usciti come singoli, Heart Shaped Box e All Apologies, pensò che forse a Steve era scappata un pochino la mano e chiese la collaborazione di un'altra mente musicale per levigare un po' il risultato finale chiamando Andy Wallace che aveva già lavorato con un sacco di band dopo la fortunata collaborazione con gli Aerosmith e i Run DMC per la hit anni 80 Walk This Way . 
A portarlo via, il buon Steve, è stato un infarto dopo che nella sua carriera aveva collaborato anche con i Pixies e P.J. Harvey.

Dalla nota serie Il Trono Di Spade si piange invece la scomparsa di Ian Gelder, 74 anni, che aveva impersonato Kevan Lannister. 
Ian aveva un cancro al dotto biliare. 
Passiamo adesso in Italia per la musica perché ad 87 anni è morta Giovanna Marini che con il Nuovo Canzoniere Italiano aveva, dagli anni 60, recuperato la tradizione della canzone popolare italiana come, per fare un esempio Bella Ciao, grazie a lei legata indissolubilmente al ricordo dei partigiani e del 25 aprile.

Addio Giovanna, Roger, Ian e Steve. 

domenica 12 maggio 2024

QUANDO LA MAMMA È UNA SUPERMAMMA

 Quest'anno per la Festa Della Mamma, dato che le mamme sono tutte "super", riprendo un evento dello scorso anno accaduto durante il programma American Idol dove fra i giudici ci sono da ben quattro stagioni Lionel Richie e Katy Perry.


Proprio lei, Katy, durante la serata dedicata alle canzoni Disney che lo scorso anno cadeva proprio nel giorno della Festa Della Mamma, si è presentata con un perfetto outfit da supermamma nel costume di Elastigirl, ovvero Helen Parr, la Mrs Incredible dei famosi film.

"Elasti" davvero in maniera particolare perché il costume era interamente di latex e Katy, pure lei infatti mamma, appariva identica al personaggio del cartone con la sua verve e spirito che la contraddistinguono in pubblico.

Forse anche troppo, poiché tale trovata non le aveva risparmiato parecchie critiche dai soliti haters che la volevano colpevole di aver catalizzato l'attenzione su di lei invece che sui concorrenti in gara. 
Katy in effetti non è nuova ai travestimenti Disney ed è già stata anche sia Sirenetta Ariel,

con capitombolo giù dalla sedia a causa della coda da pesce, bellissima, ma scomodissima, sia Ursula,

la cattiva dello stesso film, nonché Trilli, Biancaneve e persino Dumbo, quest'ultimo quando era incinta.



E anche se il latex di solito viene associato a cose ben diverse dalla Festa Della Mamma e dalla Disney (ma su Disney+ ci son CERTE PRODUZIONI...), in questo caso è stata un'idea azzeccata e coloratissima.
Auguri mamme, anche quelle che leggono questo blog (so per certo che ci sono) che lo siete sempre super... in ogni caso. 

sabato 11 maggio 2024

TAYLOR SWIFT VS. DUA LIPA: MONDI DIVERSISSIMI

 Non esiste nessuna rivalità tipo Vasco e Ligabue fra le due cantanti, ma le metto insieme a confronto in questo post perché parlare del nuovo disco di Taylor Swift (l'avevo PROMESSO) The Tortured Poets Department non è mica una cosa facile.


Innanzitutto bisogna stabilire quale versione si ascolta poiché oltre all'edizione standard, ne sono uscite altre con delle bonus track diverse fino a quella monster qui sopra che le raggruppa tutte e che dura più di due ore denominata The Anthology dove la seconda parte si differenzia notevolmente dalla prima per il genere di canzoni proposte (quelle bonus appunto) che nel disco ufficiale sono brani di quel pop tanto caro alla bella cantante, cesellato perfettamente senza sbavature al limite dell'asettico, se proprio vogliamo dirla tutta, mentre nella seconda parte Taylor sembra dare uno sguardo al passato country folk dove tutto è molto acustico, ma anche poco coinvolgente (si, c'è anche un po' di Noia e non è quella di Angelina Mango che stasera canta a Malmo). 
Quindi diciamo che se ci si ferma con l'ascolto alle sedici tracce ufficiali questo disco non è male, ma non è nemmeno una cosa che ti fa pensare al capolavoro.

Per esempio partendo da FORTNIGHT che apre il disco con un videoclip che per certi versi, tra bianco e nero e costumi, mi ha riportato alla mente le atmosfere vittoriane di POVERE CREATURE! (ma la citazione vera dichiarata invece è L'Attimo Fuggente il cui titolo originale è Dead Poets Society, simile al disco, e ci troviamo anche due attori di quel film), ogni canzone successiva sembra (ma penso sia solo una mia impressione) sulla stessa tonalità della precedente con gli stessi suoni e arrangiamenti al punto che anche se stai ascoltando il disco per la prima volta riesci quasi ad anticipare la melodia, il passaggio che sta per arrivare. 
Il che non sarebbe un male perché nel caso degli Abba, questo accadeva e funzionava, mentre qui, dove a tratti certe sonorità del quartetto svedese capita di sentirle anche, manca qualcosa che ti prende dentro e le canzoni ti scivolano addosso come una ventata primaverile senza lasciare nulla. 
L'unica cosa è che al secondo ascolto il tuo cervello ha di suo assimilato qualcosa e già un pochino di più riesci a distinguere un brano dall'altro, se non altro per le ospitate di Post Malone nella canzone che ho postato prima, e Florence & The Machine in FLORIDA!.

Ma tutto questo pippotto su Taylor Swift arriva perché invece parlare di un disco bello è decisamente più facile, e quest'altro che arriva adesso lo è davvero bello, ma per davvero, tant'è che l'ho ascoltato più volte di recente con grande piacere, non me ne voglia Taylor, e perciò considero tutto bello Radical Optimism, cioè quello nuovo di Dua Lipa, dalla carriera certo meno lunga (è solo il suo terzo album se si esclude quello di remix) e meno prestigiosa della bella americana, e anche lavoro con una durata nettamente minore.

Dance leggera come il singolo ILLUSION, ok, ma quei giri di basso e le melodie prendono così bene che non puoi dire che non portino buone vibrazioni. Album breve, si, cioè che passa in poco più di mezz'ora contenendo anche i due precedenti singoli Houdini e Training Season, e che si conclude con la splendida HAPPY FOR YOU.

Ma sarà meglio essere essenziali e scegliere solo i brani migliori da mettere in un disco (per dire... La Voce Del Padrone di Battiato era pure quello breve, ma nessuna canzone era un filler inutile), o sarà meglio metterci anche tanta fuffa per riempire due ore? 
Ecco secondo me la differenza è tutta qui e, dato che è musica, si sente! 

venerdì 10 maggio 2024

EUROVISION SONG CONTEST 2024: SEMPRE DI PIÙ SENZA VERGOGNA ALCUNA

 Eddai che è tornato il circo, il carnevale di primavera, ovvero l'Eurovision Song Contest, dove conta la canzone, si, ma anche come la presenti, e più esageri, meglio è.


Già la prima semifinale ci ha deliziato con l'Irlanda rappresentata da Bambie Thug e la sua DOOMSDAY BLUE che, fra pentacoli, candele e corna, ha avuto tutta l'aria di essere una specie di ode a Satana con la bella demonietta che tutta makeuoppata horror pare persino sexy, seppure molto molto secca. 
Bisogna dire che la ragazza senza artifici è un bel po' diversa da come si presenta in scena,


mentre la canzone salta dall'urlo indemoniato al sound raffinato così con uno schiocco di dita per cui ti lascia un po' perplesso come è successo a Mara Maionchi che commenta insieme a Gabriele Corsi.

Altra bella presenza quella della Slovenia con Raiven vestita, diciamo così, dentro ad una tuta trasparente che copriva con delle applicazioni le parti pericolose. 
La canzone un po' goth style alla Evanescence è VERONIKA.

La Polonia ha portato sul palco una ennesima emula di Lady Gaga con THE TOWER accompagnata da una coreografia giocata sul gioco degli scacchi e i costumi che, restando in casa della Germanotta, sembravano quelli di Bad Romance,

mentre il Lussemburgo va sui ritmi alla Shakira, anche un po' turchi per la verità, cantando FIGHTER parte in francese e parte in inglese con la deliziosa Tali stivalata e trecciosa.

La Croazia strizza l'occhio all'italia con Baby Lasagna (grazie, ma non mi è piaciuto granché) e la Finlandia dei Windows95man si diverte in NO RULES! con un nudo maschile coperto di volta in volta nelle riprese televisive da una testa mobile, una telecamera o altri oggetti che sembrano impallare l'immagine

e invece è tutto un gioco perché sul palco il ricciolone Teemu Keisteri aveva un tanga color carne che verrà mostrato dalle due presentatrici nella seconda serata (vestite tra l'altro spallonate come negli anni 80)

come un oggetto di culto messo all'asta (naturalmente per scherzo). Seconda serata che ci ha portato anche ANGELINA MANGO, pure lei in outfit molto sexy e con coreografia e arrangiamento mille volte più efficace di quando ha presentato La Noia al Festival Di Sanremo,

tant'è che non ha sfigurato per niente in mezzo ai mille effetti speciali utilizzati dagli altri cantanti, alcuni dei quali sono arrivati giustamente alla finale di domani sera, mentre altri come i MEGARA, rappresentanti spagnoli per San Marino, sono stati eliminati con mia sorpresa perché mi sono piaciuti con quel loro look fra Donnie Darko e Tim Burton, con tanto di cambio di look in scena.

Vabbè magari la canzone presentata non era così perfetta, però lo spettacolo c'era tutto. 
Le votazioni invece hanno favorito uno dei cantanti più scialbi visti ieri sera e parlo di Dons per la Lettonia, ma per fortuna anche un'altra simil Lady Gaga, per l'Austria ha passato il turno e il suo pezzo WE WILL RAVE già mi sta in testa; sto parlando di Kaleen con un look alla Barbarella davvero niente male,

e insieme a lei altre super-tutine hanno raggiunto la finale. 
L'Italia con Francia, Germania, Spagna e Regno Unito sono le top five che di diritto hanno già la finale assicurata. 
Piccola chicca in chiusura di serata ieri quando c'è stata l'esibizione degli HERREYS,

i ragazzi svedesi che avevano vinto nel 1984, quell'anno che l'Italia era stata rappresentata da Franco Battiato (non ci credereste mai, eh?) e Alice con i treni di Tozeur.

I nostri, nonostante Franco avesse in repertorio dei balletti come quello che faceva nel videoclip di Centro Di Gravità Permanente che Roberto Bolle se li sogna certi passi, avevano fatto un'esibizione standard, mentre i tre svedesi ieri sera hanno riproposto più o meno lo stesso show con 40 anni in più sulla schiena, ma lo stesso spirito di allora.

Giustamente, perché lo spirito dello spettacolo è proprio quello di essere sopra le righe, e anche stavolta il risultato è stato raggiunto.
Ed ora ci aspetta la finale di domani sera. 

giovedì 9 maggio 2024

UN PIEDIPIATTI A BEVERLY HILLS II: COSÌ PER CASO IN TV

 Qualche sera fa, sono rientrato a casa sul tardi e, nel frattempo che mi sorseggiavo un ottimo latte e menta, ho acceso la tv su Italia 1 dove stava terminando uno dei tanti episodi di Mission Impossible versione Tom Cruise.


Finito il film stavo per spegnere quando vedo che comincia Beverly Hills Cop II che non ho nella mia collezione, cioè quello diretto da Tony Scott dopo l'ottimo lavoro fatto da Martin Brest con il primo capitolo, e sono rimasto subito folgorato dalle immagini anni 80, l'abbigliamento, le riprese, il doppiaggio di Tonino Accolla. 
Insomma non sono riuscito a spegnere la tv nonostante il film sia basato su una storia scema, ma la confezione così ben curata lo fa diventare persino un bel prodotto.

Brigitte Nielsen entra in scena nella prima sequenza alla grande, ma presto scopri che recita come la Bellucci e capisci che è finita nel cast solo per la presenza. 
Film un po' sgangherato come la sua sceneggiatura, salvato quindi da una buona regia e dalla musica che lo accompagna tutto il tempo fra il tema classico di Harold Faltermeyer e brani come I WANT YOUR SEX di George Michael e tanti altri ancora.

Per tutto il tempo della visione poi sono stato lì a cercare di capire le differenze (e sono tantissime) sul modo di fare cinema di 40 anni fa e quello attuale. 
Cioè, i film recenti hanno un ritmo diverso, spesso frenetico, colori troppe volte virati cupi, dialoghi serrati, con trame che se perdi un particolare non capisci più nulla, senza dimenticare quel danno incurabile della telecamera balenga che piace tanto a chi fa il cinema adesso. 
Insomma, tutto un altro mondo, eppure si tratta di un film action come tanti che ne escono ogni giorno sulle piattaforme. 
Solo che questo è di 40 anni fa e si vede, cavolo se si vede, ma in meglio eh... 
Dopodiché, dopo aver sghignazzato un paio d'ore insieme ad Eddie Murphy, ma solo nel doppiaggio italiano, ricordiamolo, perché la risata originale è molto meno esplosiva, sono andato a nanna più felice. 

mercoledì 8 maggio 2024

QUELLA VOLTA CHE HAI INCONTRATO DUE BUSKERS MOLTO PARTICOLARI

 I buskers, forse lo sapete già, sono i cosiddetti musicisti di strada (si, come i Måneskin prima di diventare famosi) che suonano ovunque sperando in una piccola offerta in denaro, nelle piazze, sui lungomare, anche nei corridoi delle stazioni delle metropolitane, un luogo che assicura un gran passaggio di gente e un tetto sopra la testa, che metti che piova...


L'unica nota negativa di quest'ultima location è che la maggior parte di quella gente passa di fretta tutta indaffarata per andare da qualche parte, magari a prendere qualche coincidenza, senza quasi degnare di uno sguardo i musicisti, ma quella domenica di due anni fa, l'8 maggio del 2022 qualcuno notó che c'era qualcosa di strano in quei due buskers nella stazione della metropolitana di Khreshchatyk a Kiev (ammetto di aver fato copia-incolla), perché assomigliavano maledettamente a Bono e The Edge degli U2. 
I soliti sosia da Tale E Quale Show? 
Non proprio, perché quelli erano davvero BONO E THE EDGE nel tunnel della stazione metropolitana, e suonavano gratuitamente per alcune decine di persone che si erano fermate curiose.


A loro si è poi unita la band ucraina Antytila per cantare insieme la celebre “Stand By Me” di Ben E. King, o, se preferite, "Pregherò" di Celentano (per non dire John Lennon, eh). 
Questa trovata era stata ideata per sensibilizzare la gente sul concetto di libertà che non riguarda solo l'Ucraina, ma tutti in generale, augurando che si potesse presto arrivare alla pace. 
Speranza per ora vana, anzi nel frattempo si è acuito anche un altro annoso conflitto mediorientale, ma, con tutto il rispetto per le lodevoli iniziative per la pace verso le quali si sono sempre fortemente dichiarati, dubito fortemente che stavolta i due irlandesi andranno a suonare anche da quelle parti. 

martedì 7 maggio 2024

ALLA ELECTRIC LIGHT ORCHESTRA SI È SPENTA UNA DELLE LUCI

 Sono davvero molto amareggiato nell'apprendere che Richard Tandy, tastierista della ELECTRIC LIGHT ORCHESTRA, non è più tra noi.


Richard (nella foto qui sopra è quello nell'angolo in alto con la camicia rossa che si intravede sotto la giacca) era uno degli elementi che sono sempre rimasti nella formazione durante i lunghi anni inseme a Jeff Lynne, dopo gli snellimenti come la perdita del barbuto trio di archi che nella foto c'è ancora e del quale rimarrà solo il violinista Mik Kaminski, e anche nelle recenti reunion. 
L'Orchestra Della Luce Elettrica è stata uno dei miei punti fermi nella formazione musicale anche perché per molte cose si sentiva l'influenza dei Beatles di cui il leader Lynne era grande fan e anche collaboratore avendo lavorato con George Harrison. 
Kitsch come i loro spettacoli live, li ho amati a tal punto da farmi piacere persino XANADU, il film con OLIVIA NEWTON JOHN e Michael Beck dove hanno curato metà della colonna sonora e che da tutti è considerato al pari della Corazzata Kotiomkin di Fantozzi, ma, appunto, in versione kitsch. 
Richard, che aveva 76 anni aveva fondato la E.L.O. insieme a Jeff e Roy Wood che uscivano dal progetto The Move e da allora con le sue tastiere ha sempre lavorato duro sia dal vivo che in sala di registrazione, dove Jeff amava sottolineare che Tandy (il quale in altri contesti suonava anche il basso ed aveva poi avuto anche un paio di dischi solisti) era sempre l'ultimo ad andare via a causa della grande passione che metteva nel suo lavoro.


Qui nel video di CONFUSION lo vediamo suonare sul piano synth Yamaha in quell'album del 1979, Discovery, che era stato il top delle vendite nella storia della band... pardon... Orchestra. 
Altro addio musicale riguarda Duane Eddy,

86 anni, chitarrista americano famoso negli anni 60 per l'arrangiamento di parecchie cover secondo la sua particolare tecnica chitarristica di cui quella più famosa è Peter Gunn Theme di Henry Mancini (colonna sonora di una serie tv) che si ascolta anche nel film The Blues Brothers, ma anche riveduta e corretta negli anni 90 con Duane Eddy stesso dagli ART OF NOISE.

E passando dai fratelli Blues, per il cinema dobbiamo dare l'addio a Bernard Hill, 79 anni, che James Cameron ci aveva fatto conoscere nei panni del Capitano del TITANIC, mentre poi Peter Jackson gli ha messo addosso i panni regali e sfarzosi di Re Theoden Ednew

nel secondo e terzo film del Signore Degli Anelli. 
Infine, per quanto non sia più un assiduo lettore di libri (ma tanto tempo fa... in questa galassia lontana lontana divoravo Urania e Salgari), segnalo anche la scomparsa di Paul Auster a 77 anni per un cancro ai polmoni.

Paul era l'autore della nota Trilogia Di New York composta da tre romanzi che sono Città Di Vetro, Fantasmi e La Stanza Chiusa, dei quali il primo era stato anche adattato in una graphic novel. 
Goodbye Richard, Duane, Bernard e Paul. 

lunedì 6 maggio 2024

FRIENDS WILL BE FRIENDS (MA NON C'ENTRANO I QUEEN STAVOLTA)

 La data di oggi è legata ad un momento televisivo storico, un evento epocale di 20 anni fa quando negli USA veniva trasmesso l'ultimo episodio di Friends, che in realtà era stato diviso in due parti.


Finiva tutto così per il momento, con un saluto al pubblico che presenziava alle riprese degli episodi (questa immagine non si vede nel video mandato in onda), ma non perderemo di vista i nostri "amici" per antonomasia perché ce li ritroveremo un po' ovunque.

Matt LeBlanc (a sinistra nella foto) oltre ad aver già pilotato la Jupiter II nel film LOST IN SPACE, tenta uno spinoff con la nuova serie Joey, il suo personaggio, ma le cose non gli vanno molto bene. 
Lisa Kudrow (Phoebe, la mia preferita) è poi apparsa in diverse serie tv e film (l'avevamo già vista in TERAPIA E PALLOTTOLE), ma mai come protagonista vera e propria, diventando in seguito anche produttrice e nel 2015 arriverà pure a CANTARE il suo "gatto rognoso"

sul palco di Taylor Swift (della quale parlerò a breve su queste pagine web). 
David Schwimmer (Ross) lo abbiamo rivisto qua e là, ma probabilmente il top post-Friends l'ha avuto doppiando la giraffa Melman di Madagascar.

Courteney Cox (Monica), che da ragazzina ballava Dancing In The Dark con Bruce Springsteen, ha partecipato alla saga di Scream ed ha adesso una sua casa di produzione, oltre ad aver tentato anche la carta della regia e l'abbiamo vista in COUGAR TOWN,

una delle prime serie tv manipolate dagli autori per favorire i gusti del pubblico. 
Jennifer Aniston (Rachel) fra tutti è colei che ha fatto più parlare di sé sia per il matrimonio con Brad Pitt

che per la sua carriera con la quale ha dimostrato di essere sicuramente la più prolifica dei sei Friends. 
Purtroppo Matthew Perry (Chandler) è la nota triste del post di oggi perché lo ABBIAMO PERSO l'anno scorso dopo dei momenti non proprio felici. Difatti durante la REUNION del cast avvenuta nel 2021,

era quello che pareva più spaesato e a disagio (tralasciamo i chili extra di LeBlanc), ed oggi lo salutiamo ancora una volta da questa galassia lontana lontana con quella che era la sigla della serie tv (un altro tassello del puzzle che ha funzionato alla grande) ovvero I'LL BE THERE FOR YOU dei Rembrandts.

 

domenica 5 maggio 2024

UN ANNO FA FINIVA UN INCUBO

 Vi ricordate un anno fa esatto cosa succedeva?


L'organizzazione mondiale della sanità annunciava ufficialmente la fine della pandemia per il Covid-19, cioè una notizia che solo un anno prima pareva ancora impossibile da immaginare, abituati com'eravamo stati a vaccini, guanti, mascherine, autocertificazioni, code fuori dai negozi, pannelli di plexiglas alle casse, cani portati a pisciare più volte al giorno per poter fare due passi, podisti improvvisati e improbabili con tenute che manco Fantozzi e Filini, divieti, restrizioni e multe a muzzo, e, purtroppo, anche molte, moltissime vittime che ogni giorno venivano aggiornate come in un bollettino di guerra. 
Pareva impossibile di essere finiti in un simile incubo, eppure lo abbiamo passato anche scrivendo qui. 
E finalmente un anno fa (yuppieee!) ce ne siamo liberati, anche se gli strascichi ci sono, con varianti meno aggressive che sono pari alle classiche influenze di stagione e da queste è chiaro che i soggetti più deboli devono sempre riguardarsi. 
Ma alla fine il mondo è tornato a sembrare normale. 
Dico sembrare, perché nel frattempo sono saltate fuori altre grane belle grosse perché l'uomo è fatto così... se non ha dei guai, se li crea. 
Non tutti eh... Però ci sono alcuni, senza fare nomi, che si considerano i capi del mondo e invece sono dei gran testoni (vado tranquillo che mica si offendono se li chiamo amichevolmente testoni, patatoni, gnoccoloni, no?). 
Ma vabbè... dicono che nessuno è perfetto. 
Ok, vero, ma almeno provarci...

sabato 4 maggio 2024

CHE LA FORZA SIA CON TE... DAL VIVO!

 May The 4th Be With You, ormai lo sapete perché ne avevo fatto un POST DEDICATO, è quella famosa frase ricorrente in Star Wars che storpiata si adatta alla giornata odierna, il 4 maggio, diventato per così dire lo Star Wars Day.


In occasione di tale ricorrenza, al teatro Degli Arcimboldi di Milano (quello di Zelig) questa sera e domani pomeriggio sarà proiettato L'Impero Colpisce Ancora con il commento musicale eseguito live da una vera orchestra. 
Operazione analoga a quella già fatta nel 2019 per il primissimo episodio targato 1977 della saga di Lucas (come anche per i film di Harry Potter) e se ricordate l'imponenza della soundtrack di JOHN WILLIAMS sentita al cinema,

potete immaginare l'effetto che può dare se quel suono è tutto lì davanti a voi prodotto dal vivo con le immagini che scorrono sul grande schermo che presumo sarà il ledwall e non il classico schermo da proiezione.
L'evento viene poi replicato anche a Roma il prossimo sabato. 

Oltre allo spettacolo al teatro degli Arcimboldi, è previsto anche un raduno di cosplayers (ovviamente a tema) e una parata in costume.
Così, a proposito di musica e cosplayers, tanto per curiosità, del famoso tema di Darth Vader ne esiste pure una versione tamarramente metal degli americani Galactic Empire (dove il leader chitarrista è C.J. Masciantonio dalle chiare origini italiane) con VIDEOCLIP che mostra la band in perfetto outfit a tema:

E che la Forza sia con voi!!! 

venerdì 3 maggio 2024

LIBERI LIBERI SIAMO NOI...

 Grazie a Vasco per il titolo del post dato che oggi è la Giornata Mondiale per la libertà di stampa, cosa che in realtà, anche se dovrebbe, non è così normale in tutto il mondo, anzi...


Su tale tema anche il cinema ci ha lavorato più volte, per esempio con lo splendido Tutti Gli Uomini Del Presidente di Alan J. Pakula con Robert Redford e Dustin Hoffman, dove i due interpretano dei cronisti del Washington Post che mettono allo scoperto nientemeno che lo scandalo Watergate, problemino che nel 1974 porterà alle dimissioni dell'allora presidente Richard Nixon,

e vicenda citata anche da Robert Zemeckis in Forrest Gump. 
Altro film giornalistico più recente è The Post di Steven Spielberg, con Tom Hanks e Meryl Streep, dove, anche loro giornalisti del Washington Post, ma nel 1971, decidono di smascherare le malefatte passate di ben quattro presidenti americani.

Sempre recente come produzione, ma ambientato invece ancora prima nel 1953 è Goodnight And Good Luck diretto da George Clooney che fa anche una parte nel film dove il protagonista è però David Strathairn nella parte di un anchorman della CBS che, durante il suo talk show decide di chiarire certe accuse di filocomunismo che sono state lanciate addosso a muzzo a diverse persone dandone la responsabilità all'allora senatore McCarthy

con tutte le conseguenze possibili quando vai a pestare certi piedi. 
Anche l'Italia non è da meno su questo tema e il regista Marco Bellocchio racconta una vicenda con omicidio a sfondo sessuale e insabbiamenti voluti dai politici in Sbatti Il Mostro In Prima Pagina con Gian Maria Volontè.

Ma se tutto questo riguarda la carta stampata e l'informazione televisiva, certo non dimentichiamo quella libertà di stampa e di espressione che ora deve essere considerata anche sul web, dove anche un blog può fare un certo tipo di informazione, magari senza troppe pretese appunto come qui dalle mie parti, e dove basta un attimo per creare involontariamente una notizia fake, cosa che ogni giorno succede dato ci cascano anche i giornalisti veri che copiano e incollano senza verificare le fonti, e non quelli del cinema di cui ho parlato che invece vanno a scavare a fondo che più a fondo non si può. 
Ma in questo modo abbiamo visto che anche lo stesso attimo può metterti nei guai se magari tocchi un personaggio o un argomento particolare. 
Beh sicuramente in altri Paesi stanno peggio, perciò finché possiamo teniamoci la nostra libertà, vera o presunta che sia.