domenica 20 marzo 2022

DAVID GILMOUR LIVE AT POMPEII (OVVERO: SI TORNA SEMPRE IN UN POSTO DOVE SEI STATO BENE... E ANCHE NO)

 Dopo tanti anni da quel famoso film del 1974 faticosamente portato a termine nonostante i disagi tipo la corrente elettrica insufficiente e il troppo poco materiale girato a causa anche di bobine andate perdute, e dove per allungare il brodo sono riusciti anche a metterci un cane che canta (giuro!), quel film voluto da un regista (Adrian Maben) più fuori di Syd Barrett e che in Italia portava il titolo di Pink Floyd A Pompei, David Gilmour è tornato (non più a torso nudo) nel 2016 sul luogo del misfatto con un concerto solista, stavolta con pubblico incluso, nel quale ha presentato gran parte della sua produzione solista e alcuni dei brani pinkfloydiani in cui la sua mano chitarristica ha avuto più peso. 


Perciò niente mattoni nel muro e cori di scolaretti per stavolta, ma comunque grande musica in collaborazione con una band che, fra gli altri, vede al basso il fido Guy Pratt, ex componente degli Icehouse con lui dai tempi di quel TOUR DEL 1988 visto e amato, e Chuck Leavell degli Allman Brothers alle tastiere e voce, con il quale David si divide COMFORTABLY NUMB
questa si, da The Wall. 
Rispetto ai tour precedenti, invece delle solite tre voci femminili stavolta a due nuove coriste si aggiunge un elemento maschile che rende bene in diversi brani, ma francamente l'esecuzione di THE GREAT GIG IN THE SKY
divisa fra di loro a me fa rimpiangere parecchio Clare Torry o perlomeno le tre voci che accompagnavano David in precedenza, ma ho anche sentito pareri di gente che apprezza parecchio questa versione, per cui magari son solo io che son strano. 
Per il resto il concerto porta le emozioni che promette con anche un light show notevole, con l'unico rammarico che la versione su Raiplay è una riduzione a soli 58 minuti per cui sono stati tagliati via brani come One Of These Days e Run Like Hell. 
Vabbè... 
Se penso che per andare a vederlo a Pompei avrei dovuto pagare un biglietto tutto matto di 300 euro, allora mi sta bene così 😊. 
Inoltre, come hanno riportato le cronache nei giorni scorsi, mentre Putin dalla sua ha portato in scena uno show propagandistico in grandissimo stile (si dice con pubblico pagato o obbligato a sorridere e sventolare bandiere), anche i superstiti dei PINK FLOYD hanno aderito alla protesta multimediale contro di lui rimuovendo in toto dalle piattaforme streaming russe tutta la loro musica, mossa che, insieme a tutte le altre restrizioni del world wide web che gli sono piovute addosso, continua quel processo di isolamento della Russia idealmente rinchiusa un una bolla fuori dal tempo come la guerra che sta conducendo.
Come dire che a colpi di click forse speriamo di contrastare anche i colpi di cannone. 

4 commenti:

  1. Non era certo per allungare il brodo, dato che si trattava di un pezzo presente nell'album Meddle, uscito l'anno prima. A Pompei c'era però un cane diverso (una cagnetta, in effetti, invece dell'originale Seamus), con una versione abbastanza diversa di quel brano.

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    1. Si, una cagnetta che si chiamava Nobs, e quel pezzo era una delle sequenze aggiunte girate in uno studio a Parigi, non a Pompei, proprio perché mancava del materiale. Il fatto si nota anche perché nelle sequenze girate in Francia Rick Wright è senza barba mentre a Pompei l'aveva, in quel materiale effettivo girato in Italia che era meno di un'ora.

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    2. Ho capito, intendevi come gli inserti delle registrazioni di TDSOTM. Avevo pensato dicessi fosse una roba strana improvvisata sul momento in mancanza di altro.

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    3. Esatto, è come dici tu. Infatti anche gli inserti di TDSOTM sono stati anche quelli un riempitivo realizzato negli studi di Abbey Road per completare il film in qualche modo. Proprio riguardante la realizzazione del disco più bello del mondo esiste anche un ottimo documentario visto anni fa su TimVision.

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Tengo sempre pronto il blaster.