James May, il capellone del trio di The Grand Tour, dopo il Giappone e l'Italia, stavolta è stato in India e ha documentato il viaggio con una miniserie di soli tre episodi.
Luogo affascinante l'India e lo dovevano pensare anche i Beatles che ci hanno fatto un lungo soggiorno per aprire le loro menti (e infatti composero una quarantina di canzoni durante la permanenza) ed essere iniziati alla meditazione trascendentale, ma con alcuni punti non ben chiariti come l'interesse del santone per il tornaconto economico che gli portò la presenza dei quattro grandemente pubblicizzata dai media, con pure certe avances che l'indiano faceva alle donzelle del gruppo.
Paese dove accanto alla maestosità di visioni come il Taj Mahal che James ci porta a vedere da un punto di vista insolito, si contrappone l'infernale traffico sommato al rumore assordante che caratterizza ogni luogo abitato, al punto che una qualsiasi nostra metropoli sembra una tranquilla e amena località bucolica.
Per non parlare poi della sporcizia per le strade che anche qui fa da contrasto con la perfezione asettica e ordinata del palazzo reale dove May è stato ricevuto con la troupe.
Fra una seduta di rilassamento, un tentativo artistico e una festa dei colori, passa quindi veloce questa puntata del girovago James (a spese di Amazon ovviamente) coi soliti momenti divertenti creati chiaramente ad hoc, e da non perdere perché ormai anche lui è diventato un nostro caro amico.
Ho interrotto Oh My Cook! ma devo recuperare, devo dire che quando vedo James May sullo schermo, qualunque cosa faccia (anche lavare i piatti) mi sento sempre come a casa. Però purtroppo da solo non ha la stessa verve del magico trio... In ogni caso in India lo devo vedere, grazie!
RispondiEliminaOh My Cook in effetti non mi aveva entusiasmato, mentre i suoi viaggi li trovo sempre molto interessanti. E comunque il trio si ricompone almeno una volta ogni anno
Elimina