Avendo visto su YouTube I VAMPIRI, ho seguito uno dei consigli proposti dall'algoritmo ed ho visionato anche Lo Spettro, film del 1963 diretto sempre da Riccardo Freda sotto lo pseudonimo di Robert Hampton e, nonostante ritornino i nomi dei personaggi de L'ORRIBILE SEGRETO DEL DR. HICHCOCK compresa la meravigliosa Barbara Steele, questo non è un sequel di quell'altro, anche per via del finale del precedente film che però non voglio spoilerare.
Ecco, rispetto a QUELLO il cui trailer mi veniva proposto nel cinema di seconda visione che frequentavo (durante la settimana proiettava vecchi film diversi ogni giorno, mentre solo nel weekend quelli recenti) mettendomi curiosità e anche un po' d'ansia dato che mi mostrava Barbara Steele chiusa viva in una bara con finestrella
(non ho mai capito il perché di quella apertura, ma diciamo che aveva fatto il suo dovere), qui salvo solo lei, Barbara, con i suoi enormi occhi dai quali diventa difficile distogliere lo sguardo, dato che tutto il resto, dalle locations (un paio) ai comprimari (una cinquina) non brilla per niente.
Evabé, è un film gotico, mi direte, cosa deve brillare?
Infatti l'oscurità regna sovrana ma, mentre nel precedente (L'ORRIBILE SEGRETO eccetera) la lentezza era un valore aggiunto, qui sfiora davvero la noia e non bastano le "apparizioni" dello spettro del titolo a risollevare il livello del film che in origine era vietato ai minori di 18 anni, ma visto adesso rasenta spesso il ridicolo specie con quello spiegone finale che pare un cartone di Scooby Doo quando il cattivo viene smascherato e spiega tutto per filo e per segno.
Cosa che avveniva anche in I VAMPIRI, ma non da parte del villain, lasciandoti un po' perplesso per il risultato frettoloso e raffazzonato.
In quel caso pare che il motivo fosse stato un cambio di regia che da Freda era passato a Bava per il finale dato che c'erano stati degli screzi sul set.
Qui invece tutto è in mano a Freda che forse stavolta si ispira al collega, ma probabilmente poteva andare meglio o perlomeno poteva evitare di finire in quel ridicolo involontario.
Anzi sarà pure la stessa Barbara Steele che alla fine del film, il cui soggetto è stato "rubato" ad un racconto di Max Dave (pseudonimo di Pino Belli), la risata se la farà di gusto.
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Chi spamma invece non è gradito per cui occhio!
Tengo sempre pronto il blaster.