mercoledì 31 luglio 2024

FANTASCIENZA IN TV, CHE PASSIONE!

 Nella serie tv U.F.O. dei primi anni 70, la mia preferita, l'episodio L'Ingrandimento raccontava del tentativo maldestro fatto dalla S.H.A.D.O. (l'organizzazione segreta per la difesa spaziale) di mandare una sonda a fotografare il pianeta degli alieni invasori


(e per i cultori è famosa questa scena con la bellissima Gabrielle Drake sul finale). storia questa che si ispirava al programma Ranger della NASA, dove, proprio il 31 luglio come oggi, ma del 1964, la sonda Ranger 7 invece riusciva a trasmettere a terra le prime foto ravvicinate e dettagliate della luna, così per farsi un'idea di cosa avrebbero potuto trovare gli astronauti mandati a conquistare il satellite alcuni anni dopo; ma inutile dire che per soliti lunacomplottisti quelle foto sarebbero invece servite a Kubrick per realizzare il set del falso allunaggio (uhmmm... due giorni consecutivi che Stanley entra nei miei post... Complotto?). 
Facezie a parte, già dal 1961 c'erano stati dei tentativi non andati a buon fine e comunque in ogni lancio, la sonda era stata progettata per impattare contro la luna dopo avere inviato a terra il reportage con una modica spesa complessiva di 170 milioni di dollari. 
Tale reportage fotografico verrà realizzato anche in seguito da successive sonde mandate in avanscoperta anche verso altri pianeti. 
Da lì a ideare la trama per un episodio della serie fantascientifica di Gerry & Sylvia Anderson il passo fu breve, ma vedremo in futuro che anche altre trovate viste in tv avranno dei fondamenti scientifici, tranne ovviamente gli alieni invasori...

O forse no? 

martedì 30 luglio 2024

GIOACHINO ROSSINI, UNA STAR DEL CINEMA

 Due secoli in effetti sono niente in confronto all'eternità, ma ad oggi che è il 30 luglio se facessimo un grande salto indietro nel tempo di due secoli esatti troveremmo il nostro Gioachino Rossini che viene nominato direttore musicale del Theatre-Italien di Parigi.


Quella Parigi adesso al centro dell'attenzione mediatica per le Olimpiadi (che, confesso, non sto seguendo perché preferisco fare un minimo di sport piuttosto che guardarlo in tv), e quel Rossini raccontato al cinema prima in bianco e nero nel 1941 in Rossini (appunto), e poi più di recente nel 1991 in Rossini! Rossini! dove il musicista era interpretato da Sergio Castellitto e Philippe Noiret per rappresentarlo sia da giovane (nei flashback) che negli ultimi anni di vita, sotto la regia di quel mito che era stato Mario Monicelli, 

ma che francamente qui non mette niente del suo estro, anche perché il film tv gli era stato affidato fra capo e collo e non era una cosa a cui aveva lavorato lui dall'inizio portando così a casa un risultato piuttosto piatto. 
Quel Rossini che per la prima volta venne utilizzato come colonna sonora nel cinema nel film del 1933 La Guerra Lampo Dei Fratelli Marx e che in seguito ritroveremo spesso, per esempio al servizio di Orson Welles, Federico Fellini e Steven Spielberg. 
Ma sopratutto quel Rossini che sottolinea con LA GAZZA LADRA la corsa in macchina di Alex e i suoi Drughi in Arancia Meccanica,

scelta decisamente audace per Kubrick in un film dove la violenza la fa da padrona, e non parlo solo di quella degli scavezzacolli stupratori, ma sopratutto di quella che lo stato farà al protagonista, che poi è la vera chiave di lettura del film travisato da parecchia gente. 
Sempre sua di Gioachino è l'Overture del Guglielmo Tell riletta in versione speed al synth da Wendy Carlos (allora si chiamava ancora Walter) durante la scena di sesso sfrenato (perché accelerata come le comiche) con le due ragazza agganciate nel negozio di dischi dove, se ci fate caso, sul tabellone colorato a sinistra appaiono citati anche The Sparks, ovvero il duo musicale anticonformista dei fratelli Ron e Russell Mael.


Film che, siccome è nelle zone alte della mia classifica personale vi rinfresco la memoria in chiusura di post, si apriva con queste testuali parole: Eccomi là. Cioè Alex e i miei tre drughi. Cioè Pete, Georgie e Dim. Ed eravamo seduti nel Korova Milk Bar arrovellandoci il gulliver per sapere cosa fare della serata. Il Korova Milk Bar vende “latte+”, cioè diciamo latte rinforzato con qualche droguccia mescalina, che è quel che stavamo bevendo. È roba che ti fa robusto e disposto all’esercizio dell’amata ultraviolenza. (Alex nella scena iniziale del film doppiato da Adalberto Maria Merli). 

lunedì 29 luglio 2024

ARRIVA IL SIGNORE DEGLI ANELLI E TUTTA LA CUMPA

 70 anni orsono, il 29 luglio del 1954 veniva pubblicato nel Regno Unito La Compagnia Dell'Anello, primo volume di J.R.R.Tolkien per quanto riguarda la trilogia de Il Signore Degli Anelli; tale libro era un ideale seguito del racconto breve Lo Hobbit, perlomeno come tematiche, mentre più avanti la trilogia prenderà strade differenti. Grande successo di pubblico per molti, ma anche le critiche non mancarono verso lo scrittore il cui stile venne definito da alcuni pedante e da altri fin troppo compiaciuto nel narrare di stragi in battaglia come si vedrà nei seguiti. Vabbè, insomma dai, sono racconti di fantasia e ognuno li prende un po' come gli pare. Stranamente su Wikipedia, sulla pagina dedicata al libro, si parla poi solo della stupenda versione cinematografica che ne ha fatto Peter Jackson, mentre invece nel 1978 c'era già stato un controverso film animato con la tecnica del rotoscope diretto da Ralph Bakshi,


ex animatore della Disney dove veniva usata spesso la stessa tecnica. 
Il film in teoria doveva essere denominato con la dicitura Parte 1 perché la sceneggiatura era basata su un libro e mezzo della trilogia, per poi fare uscire la seconda parte, ma la United Artists non era d'accordo a mettere in sala un film che già dal titolo ti diceva che non finiva lì (pensa invece se fosse adesso?) e perciò uscì come Il Signore Degli Anelli e basta, con il risultato che la storia si interrompeva a metà del secondo libro Le Due Torri, lasciando gli spettatori scontenti. 
Per tale motivo, nonostante i buoni incassi (ottenuti quindi con l'inganno) che ripagarono abbondantemente le spese di produzione, la UA non diede l'autorizzazione per la seconda parte e tutto rimase così campato in aria. 
Quello che invece uscì nel 1980

con il titolo The Return Of The King per tutt'altro team produttivo, non era la vera seconda parte, ma piuttosto un seguito di The Hobbit, un altro film tv animato del 1977 di 90 minuti tratto dal racconto di Tolkien girati entrambi con una tecnica molto più basica (ed economica) senza rotoscope.

Inutile dire che comunque anche nel caso di Jackson, la trilogia che vale la pena di vedere è quella classica poiché l'altra uscita in seguito de Lo Hobbit prendeva spunto si dal racconto, ma poi andava a lavorare tutto di fantasia sulla sceneggiatura per ricavarne quei tre film dalla durata sostanziosa (anche troppo) dove forse l'unica cosa degna di nota era il doppiaggio e l'interpretazione in motion capture di SMAUG da parte di Benedict Cumberbatch con una voce da far tremare le pareti.

Non parliamo poi della serie prequel su Prime Video GLI ANELLI DEL POTERE che si perde in lungaggini inutili anche se condite da grandi scene e CGI che non badano a spese. 
Faccenda che ricorda un po' come sono andate le cose per Star Wars con le più recenti, controverse trilogie e vari spinoff televisivi. 
Come dire... chi troppo vuole... 

domenica 28 luglio 2024

QUELLI DELLA MUSICA CHE SE NE VANNO

 Domenica calda, afosa e purtroppo con alcuni personaggi da ricordare che ci hanno lasciato nei giorni scorsi come John Mayall, 90 anni, leggenda del blues britannico, cantante, chitarrista e armonicista (ma per non farsi mancare niente suonava anche il piano) poi trasferitosi negli States.


Tra le tante canzoni di una discografia che definire nutrita non rende l'idea (guardate un po' Wikipedia), una delle più famose è THE BEAR del 1968. 
Sempre per la musica se n'è andato ad 88 anni Abdul "Duke" Fakir, ovvero l'ultimo dei The Four Tops originali,

quartetto che ci riporta ai tempi della Motown delle canzoni firmate Holland-Dozier-Holland, e che, oltre che in quei brani storici come REACH OUT (I'LL BE THERE), avevamo visto ancora all'opera negli anni 80 nella soundtrack del film BUSTER con Phil Collins.

Ancora la musica, però stavolta dietro la consolle, ci porta la notizia della scomparsa di Giancarlo Guardabassi ad 87 anni, storica voce dei Dischi Caldi sulla radio nazionale, 

ovvero le canzoni che erano lì lì per entrare nella Hiiiit Paradeeee di Lelio Luttazzi (la pronunciava così con enfasi Lelio), e prima ancora anche autore di canzoni e a volte pure cantante. 
Di lui e del suo pogramma alla radio avevo accennato qualcosa tempo fa perché mi aveva fatto conoscere la colonna sonora di un film caposaldo dell'erotismo che è HISTOIRE D'O
Come autore invece Giancarlo era per la precisione paroliere e suoi erano i testi di, per esempio, Se Vuoi Uscire Una Domenica Sola Con Me cantata da un giovanissimo Gianni Morandi, Pietà Per Chi Ti Ama per la voce di Massimo Ranieri e il famoso CASATSCHOK

che cantava una bellissima Dori Ghezzi e disco a 45 giri che una mia vicina di casa faceva girare parecchio sul suo mangiadischi rosso. 
Addio quindi Giancarlo, Abdul e John. 

sabato 27 luglio 2024

MUSICA, BODYSHAMING E LATINO

 Dato che di recente era stato poco ben impressionato da POKE MELODRAMA, il nuovo album di Angelina Mango, non brutto, ma un po' monotono, sono andato a ripescare il suo primo EP Voglia Di Vivere,


il disco post Amici (prima ancora la ragazza ha all'attivo un album indipendente autoprodotto). 
Il disco contiene solo sei brani di cui uno è l'esecuzione live fatta durante il programma di canale 5 di NOVE MAGGIO, la cover di Liberato che Angelina aveva cantato lì.

Solo sei canzoni per un disco che dura poco più di 15 minuti, ma qui il mood è decisamente diverso, più solare come quel singolo CI PENSIAMO DOMANI che mi aveva catturato quando ancora non sapevo che lei fosse la figlia di Pino e da dove arrivasse poiché Amici non è uno di quei programmi che seguo assiduamente.

Capita a volte, si, ma proprio per caso. 
La differenza con l'album contenente La Noia e Melodrama è che in quello ha partecipato alla produzione anche Dardust e forse il marchio dance ha coperto un po' quello melodico che invece secondo me Angelina dovrebbe usare come suo punto di forza. 
Ma lo abbiamo visto tutti che le esibizioni che ha portato in giro anche nei programmi come Tim Summer Awards hanno mostrato una cantante molto impegnata sul piano fisico, cioè a ballare e muoversi tenendo comunque sempre un buon controllo della voce (non è per niente facile) senza dover per forza apparire mezza nuda come ultimamente si usa fare, ma preciso che ognuna dev'essere libera di presentarsi come vuole su un palco e chi critica di solito lo fa perché sta rosicando o solo per fare il classico troll. 
Se questa è la strada che vuole seguire o che le è stata consigliata dopo Sanremo, bene per lei. 
Magari, me lo auguro, potrebbe avere un certo riscontro internazionale come i suoi colleghi Maneskin. 
Già internazionale di suo invece suona Anna, la giovane rapper spezzina che adesso, dopo diversi featuring in dischi di uno e dell'altro, è uscita con il suo album Vera Baddie e mi ha preso pure molto bene già solo con il singolo 30°C.

La ragazza ha anche rinnovato il look uniformandosi alle colleghe internazionali come Cardi B, Nicki Minaj, Doja Cat, grazie anche ad una dieta che ha dato i suoi frutti, questo dopo che all'epoca di BANDO era stata anche oggetto di bodyshaming, ma forse solo perché Big Mama ancora doveva arrivare a mettere in riga tutti.

Su Elodie e la sua BLACK NIRVANA c'è poco da dire se non che lei è sempre bellissima e so per certo che molti guardano i suoi video senza nemmeno l'audio, così sulla fiducia. 
Ancora al femminile oggi concludo con Karol G e la sua latineggiante SI ANTES TE HUBIERA CONOSCIDO, perché il pezzo latino da ballare come bachata non può mancare in estate.

Ed è comunque una bella canzone... bella come Karol. 

venerdì 26 luglio 2024

THE BOYS 4: E TU CREDI ALLE PECORE CHE VOLANO?

 Se l'avete già vista questa nuova stagione dei supereroi bastardidentro avrete capito al volo il titolo,


mentre se ancora dovete vederla, tranquilli che non sto spoilerando granché, dato che in The boys 4 succedono tante, ma tante di quelle cose pazzesche che davvero più di una volta mi son chiesto come avessero passato i paletti della censura con pure una scena hard bdsm che poi, a conti fatti, è anche la meno disturbante.



Ma sono supereroi perciò possono fare un po' quello che gli pare, no? 
Perché ce l'hai il coraggio tu di andare davanti a Patriota e dirgli "oh, sta calmino eh"... 
Personalmente io no perché ogni volta che l'ho visto entrare in scena (Anthony Starr da Oscar) ho avuto davvero paura ed era giustificata visto quello che poi inevitabilmente lui combinava. 
E stavolta c'è da dire che agisce anche per vendetta verso coloro che lo hanno fatto diventare così. 
Vendetta che viene mostrata in una serie di scene particolarmente agghiaccianti. 
E lo dico io che di cose horror ne ho viste a bizzeffe, ma qui giuro che siamo oltre ogni limite immaginabile. 
Roba che al confronto Bryan Yuzna pare il creatore dei Teletubbies. 
Comunque si inizia benissimo già dal primo episodio che parte e finisce coi Sex Pistols e poi via via musica sempre alla grandissima.
Entra in gioco anche il crossover con GEN-V, la serie spinoff e probabilmente, se avete visto il GATTO GOOSE di Captain Marvel, un personaggio ve lo ricorderà abbastanza da vicino, ma in maniera molto più truculenta.

Ci sono pure un paio di nuove entrate nei 7, e sono Sage, donna di colore super intelligente (se ricordate Watchmen c'era anche lì tale personaggio però maschile) e Firecracker, della quale è stato mantenuto il nome originale perché tradotto sarebbe stato Petardo (abbastanza ridicolo) e che sfrutta le stesse tecniche religiose (e gli stessi colori) usate da Trump in occasione dell'attentato, il che può far alzare il sopracciglio pensando che la serie è stata girata tempo fa, per cui adesso i complottisti sono già li a macinare fantasie assurde. 
Scusate, ma adesso di più non posso dire, che se la Vought se ne accorge mi fa fare una brutta fine pure a me... 

giovedì 25 luglio 2024

LO SPAZIO È PER LE DONNE (PARTE SECONDA)

  Fino a poco tempo fa pensavo davvero che astronauta e cosmonauta fossero due parole con lo stesso significato usate a piacere a seconda di come capitassero nel discorso, mentre invece durante una puntata di Splendida Cornice, il simpatico talk show condotto da Geppi Cucciari su Rai3 che meriterebbe invece una maggior rilevanza


(ma le cose belle, si sa, passano in secondo piano rispetto a quelle che ti fanno macinare sponsor), ho scoperto che sono legate alla nazionalità dei viaggiatori dello spazio poiché cosmonauta infatti è riferito ai soli sovietici. 
Il motivo francamente non lo so, anche perché lo spazio è uguale visto dalla Russia o dall'America, però anche questa sembra una cosa fatta per alimentare quella rivalità nella corsa allo conquista dello spazio che c'è stata da sempre tra America e Russia, dove quest'ultima il 25 luglio del 1984, cioè quarant'anni fa esatti, mandava la sua Svetlana Evgen'evna Savickaja (che avevo già citato in un POST A TEMA poco più di un anno fa) a fare una bella passeggiata galleggiando per più di tre ore nello spazio infinito

stabilendo così il primato di prima donna che ha camminato "verso l'infinito e oltre", per dirla ironicamente come il suo avversario a stelle e strisce Buzz Lightyear, l'icona americana della Disney/Pixar. 
Gli USA infatti, l'anno prima avevano, si, mandato nello spazio Sally Ride come prima donna americana, ma senza attività extraveicolare e sicuramente la Svetlana ha fatto un po' rodere il fegato ai capoccioni della NASA sempre così affannati a cercare di dimostrare che loro sono meglio degli altri. 
Un po' come diceva Elio che "la donna volante è un pericolo costante"... si, per per gli americani di sicuro. 
Quello in cui i Russi sono sempre stati dei maestri però, bisogna dirlo, è stato il sapere nscondere gli insuccessi e, a volte, anche gli incidenti mortali, poiché all'epoca le informazioni che arrivavano da quel Paese erano solo quelle che loro volevano far sapere, che, se mai fosse trapelato un pelino di troppo, il responsabile della fuga di notizie spariva come se fosse passato di lì David Copperfield. 
Al contrario dell'americana Sally Ride, l'ex cosmonauta Svetlana è tuttora in vita, ha 75 anni, e si è dedicata alla politica facendo parte del Partito Comunista Della Federazione Russa diventando vagamente la sosia di Angela Merkel.

Sarà l'aria della politica... 

mercoledì 24 luglio 2024

AQUAMAN E IL REGNO PERDUTO (PER FINTA)

 Il secondo capitolo di Aquaman ha come titolo aggiuntivo Il Regno Perduto, cioè quella mitologica Atlantide che da sempre scatena le fantasie dei cineasti con tizi in posa sui troni intenti a non fare niente di niente e anche qui non si sfugge.


In questo caso il cineasta è James Wan che forse, lo dico da amico, si è fatto un po' prendere la mano dal digitale e ti riempie ogni inquadratura di colori sgargianti da trip lisergico e scenografie in CGI, ma così tanto che spesso sembra di vedere un cartone animato dove sono inserite pure male le facce degli attori. 
Forse la memoria mi inganna, ma il PRIMO CAPITOLO non lo ricordavo così finto. 
A salvare in parte la scena però arriva il gigantesco Jason Momoa che accoppiato a Patrick Wilson porta a tratti un po' di umorismo alla Spencer & Hill fra un bordello visivo e l'altro. 
Si, perché si fa anche fatica a seguire le scene così come sono sullo schermo dato che, nemmeno troppo inconsciamente, ci si sofferma inevitabilmente a pensare quanto sia finto quello che si vede. 
Vabbè che Aquaman non esiste mica per davvero, però un minimo, dai...

Ok che un punto buono c'è ed è quell'omaggio che James Wan fa a Mario Bava vestendo alcuni personaggi come i protagonisti di TERRORE NELLO SPAZIO, quel film vintaggissimo derivato da La Cosa Da Un Altro Mondo e precursore di Alien, però, nonostante le buone intenzioni, ciò non basta a fare un buon film. 

Si aggiunga poi che Amber Heard, dopo le vicende giudiziarie con Johnny Depp, si è vista tagliare via buona parte delle scene con mio grande dispiacere, dato che era una delle poche cose interessanti da vedere... 
Eccheccavolo! 

martedì 23 luglio 2024

QUANDO LO SCANDALO AIUTA LA CARRIERA

 Era il 1983 e veniva eletta Miss America una modella che si chiama Vanessa L.Williams (si, proprio come Samuel L.Jackson, ma non c'entra nulla).


Grande festa per la neo-reginetta incoronata senonché saltano subito fuori certe foto che la ragazza aveva fatto per Penthouse nell'outfit classico che usa avere una modella sulle pagine di tale rivista. 
Apriti cielo! 
L'america puritana (e bacchettona) non ci sta e ti tira su una bega che non ti dico. 
Tant'è che Vanessa allora esattamente il 23 luglio del 1984, cioè nella decade più bella del mondo, rinuncia con grande amarezza al titolo, evento mai verificatosi fino ad allora. 
Ma ancora la ragazza non sapeva che la fortuna sarebbe stata dalla sua parte poiché tale "scandalo" le porterà comunque una grande popolarità e Vanessa ce la ritroveremo come cantante nel 1988 con il suo primo album dove già mostrava ottime doti, successo bissato poi nel 1991 dal secondo lavoro che conteneva la famosa hit SAVE THE BEST FOR LAST,


che ricordo bene perché la mandava spesso Massimo Oldani su Radio Milano International durante le ore notturne in cui mi capitava di girare in macchina e io, forse l'ho già detto, adoro ascoltare musica in macchina. 
Ma Vanessa non si ferma lì e diventa anche attrice, magari non da Oscar, però sono diverse le pellicole dove possiamo trovarla, alcune anche da vera protagonista, e quando arriva sullo schermo non si può certo discutere sua sua bellezza. 
Anche nelle serie tv di successo Vanessa si è ritagliata il suo posto e sto parlando di Ugly Betty dove la troviamo in 85 episodi

con il personaggio di Wilhelmina Slater, e in Desperate Housewives con 45 presenze, senza contare molte altre produzioni dove ha fatto la classica guest tipo in Love Boat. 
Quindi vedi che non tutto il male viene per nuocere... 

lunedì 22 luglio 2024

NEMICO PUBBLICO - PUBLIC ENEMIES: UN JOHNNY DEPP MOLTO MENO SPARROW

 Nemico Pubblico - Public Enemies, film del 2009 con Johnny Depp, era uscito con questo doppio titolo forse per non essere confuso con l'iper adrenalinico altro film del 1998 dove Will Smith corre corre e ancora corre spiato in tutti i moderni modi tecnologici possibili sotto la regia di Tony Scott e le musiche di Trevor Rabin (uno che si è fatto un giro negli Yes durante gli anni 80).


Questo con Depp invece è ambientato negli anni 30 e racconta di John Dillinger, il più pericoloso gangster di quel periodo che verrà ucciso in uno scontro a fuoco proprio il 22 luglio del 1934. 
Tale personaggio aveva già avuto l'onore di essere raccontato su pellicola nel 1973 nel film americano Dillinger, e un un'altro film dal titolo The Lady In Red, ma non quello con Kelly LeBrock, bensì un film del 1979 prodotto da quel mito di ROGER CORMAN e diretto da Lewis Teague, cioè colui che aveva messo David Bowie nei panni dell'alieno caduto sulla terra in quel film lentissimo, ma che io considero tuttora uno dei migliori mai visti in vita mia proprio per la presenza del Duca Bianco (all'epoca rosso come Iannick Sinner). The Lady In Red, inedito in Italia, vede come protagonista Polly Franklin che si ritrova fidanzata proprio con il gangster. 
Anche Marco Ferreri citava il famoso gangster in Dillinger È Morto, ma la pellicola (molto sgangherata in verità) non c'entrava nulla con la vicenda degli anni 30.
Tornando invece al film con Johnny Depp, dove l'agente che cerca di catturarlo è interpretato da Cristian Bale, abbiamo a dirigere nientemeno che Michael Mann, uno che zitto zitto ha fatto la storia pure lui negli anni 80 con le serie tv Miami Vice, collezionando in seguito tutta una serie di film pazzeschi, tranne solo quella volta che ha provato a rimettere le mani sul suo gioiello televisivo e ne ha fatto un film che non sapeva più di nulla perché mancava tutto lo spirito fashion del decennio segnato dai Duran Duran e dagli Spandau Ballet, nonostante avesse in scena due attori come Colin Farrell e Jamie Foxx a dare il volto ai due protagonisti Crockett & Tubbs.

Può succedere se vai a toccare certi miti e ce l'hanno dimostrato bene anche altri film nati da serie tv come Starsky & Hutch, A-Team e THUNDERBIRDS, mentre proprio di quest'ultima era molto carina la NUOVA SERIE uscita qualche anno fa che riproponeva lo spirito originale con le nuove tecnologie di animazione. 
Ma purtroppo il più delle volte questi remake non sono così necessari... 

domenica 21 luglio 2024

DOCTOR WHO: SEMPRE AVANTI NEL FUTURO E INDIETRO NEL PASSATO

 La nuova rigenerazione di Doctor Who (perché se siete dei whovians non si parla di semplice serie, ma appunto rigenerazione) mi ha confermato la caratteristica peculiare del nuovo Dottore che negli anni 80 ai tempi di Tom Baker era un cappello floscio e una sciarpa multicolore, mentre con David Tennant c'erano gli occhiali sul naso e le Converse ai piedi, con Matt Smith il fez e il papillon, con Peter Capaldi i Rayban Wayfarer e la chitarra elettrica, come per JODIE WHITTAKER era l'essere per la prima volta donna e vestita da Sbirulino.


Qui con Ncuti Gatwa la caratteristica è che si tratta del primo Dottore di colore e che inoltre cambia outfit in ogni episodio, spesso anche più volte, mentre tutti i predecessori avevano un guardaroba piuttosto limitato. 
La cosa di cambiare abito invece era spesso compito riservato alle companion come Clara Oswald vista anche in outfit vittoriano (splendida, ma molti non l'hanno amata granché). 
Insomma c'è aria di rinnovamento ma anche di rimandi al passato perché il Giocattolaio che viene nominato e apparso negli speciali con Tennant, era stato un villain delle epoche passate, per la precisione nella terza stagione inedita in Italia, e anche il Maestro visto nell'episodio con i Beatles senza talento (dai, non ditemi che non avete pensato a YESTERDAY di Danny Boyle) ha qualche legame con quel cattivo.

Attore quello che fa il Maestro che è il vincitore del Ru Paul's Drag Race, e ottenere una parte di villain in una serie così importante direi che è davvero un premio di valore. 
Ma non è tutto oro quello che luccica perché sono state tante anche le critiche verso questa nuova gestione tornata in mano a Russell T. Davies, perché qualcuno ci ha visto dentro troppa mano disneyana. 
Certo rispetto alle trame confuse e cervellotiche di Chibnall, qui quasi sempre si svolge tutto in maniera abbastanza lineare, forse troppo per i detrattori. 
Ci sono, disseminati per gli episodi, anche degli indizi buttati lì come la misteriosa signora che ogni volta fa un cameo o anche una parte abbastanza fondamentale, o anche la TRASFORMAZIONE momentanea in aliena di Ruby Sunday, la nuova companion, all'inizio del primo episodio per aver modificato leggermente una linea temporale, 


il che fa pensare che la ragazza, adottata da neonata, possa non essere così come sembra. 
Ma forse questi detrattori di cui sopra speravano di vedere una nuova AMERICAN HORROR STORIES
Diciamo che la tensione e il mistero ci sono anche qui in uno splendido episodio dove il Dottore scompare e tutto rimane in mano a Ruby alle prese con una davvero inquietante presenza che l'accompagnerà per tutta la vita (grande, grandissimo episodio!!!).

E poi si cerca di far capire che per non lasciarci le penne è meglio staccare un po' dai social, quindi si fa un giro furbetto persino in BRIDGERTON (o così sembra) dove parte anche un bacio malandrino, ma non posso dire fra chi. 
La stagione è formata da soli otto episodi e il suo finale è la sola cosa che mi ha lasciato perplesso (perché tutte le cose buttate lì su Ruby, se poi i due si dovranno separare senza risposte?) e anche un pochino annoiato con tutti i pensieri del Dottore sul fatto che dove passa lui porta solo dei danni, manco fosse Frank Drebin, e inoltre, non so voi, ma io ci ho visto anche un po' troppo di Avengers: Infinity War e ENDGAME e la faccenda del "blip" dentro.

Si, un po' di brivido capita anche, ma nelle giuste dosi perché bisogna pensare che Doctor Who ai suoi albori era una serie nata proprio per i bambini come ci piace essere a noi che lo guardiamo, e non necessariamente Space Babies (citazione del primo episodio dove, fateci caso, l'ho già detto in un altro post, già c'è qualcuno di Bridgerton), cioè un format ideato per spiegare ai teneri virgulti, in un modo divertente, certi argomenti scientifici e storici senza andare sul "pesante". 
Eh già, perché poi magari l'altro famoso Doc (attenzione che al nostro Dottore del tempo non piace essere chiamato così), cioè Emmett Brown avrebbe pensato che noi del futuro potremmo avere dei problemi con la gravità... 

sabato 20 luglio 2024

MISSION IMPOSSIBLE... FAILED!

 In questo mondo che ieri è stato bloccato da un blackout globale tipo come nel film YESTERDAY (ma tranquilli che i Beatles e la Coca Cola esistono ancora), di solito il post del sabato è prettamente musicale, ma dato che questa settimana è già stata di suo piena di musica negli ultimi giorni (e aggiungo, che musica!), oggi cambio le regole (se mai ce ne fossero state) e mi rifaccio ad un evento di ottant'anni fa narrato in un famoso film di Bryan Singer dove Tom Cruise per la prima volta fallisce la sua missione impossibile che sarebbe stata quella di uccidere Adolf Hitler in arte Fuhrer.


Eh dai mica sto spoilerando dato che è un fatto storico conosciuto. 
Infatti non è che quella volta Ethan Hunt e la sua squadra fossero andati nel passato per cercare di cambiare la storia, assolutamente no. 
Qui Tom nel film Operazione Valchiria interpretava l'ufficiale tedesco Claus Schenk Von Stauffenberg menomato per la mancanza di un occhio e una mano, e che si prendeva quella bella gatta da pelare di far fuori quel tizio col baffetto alla Charlie Chaplin, ma che faceva molto meno ridere. 
Film bello dal punto di vista scenico, ma a mio parere non uno dei migliori di Singer che avevo preferito alcuni anni prima alle prese con gli X-Men e I Soliti Sospetti. 
Ma la cosa che non sapevo riguardo a quella vicenda, perdonate la mia ignoranza, è che era stata già raccontata in precedenza in altre sette produzioni di cui due del 1955 cioè Accadde Il 20 Luglio e Operazione Walkiria, due del 1967 che sono La Notte Dei Generali e Il Complotto Di Luglio dove quest'ultimo era un film per la tv italiano dove Stauffenberg era interpretato da Paolo Graziosi, nel 1971 in Operation Walküre, altro film tv, ma inedito in Italia, nel 1990 con la serie tv The Plot To Kill Hitler, anche questa inedita da noi, e ancora nel 1990 con Stauffenberg - Attentato A Hitler, ennesimo film per la tv. 
Quindi, se lo si desidera, si può anche vedere la stessa vicenda raccontata in modi differenti, ma solo Tarantino aveva osato modificare la storia in Bastardi Senza Gloria (lo farà anche in Django Unchained e in C'Era Una Volta A Hollywood) mettendo insieme una squadra di balordi tutta inventata che aveva lo stesso scopo di Stauffenberg, solo un po' più in grande.

Scopo che viene attuato in quella splendida SCENA sottolineata da Cat People (Putting Out On Fire) di David Bowie nella bellissima versione originale scritta con Giorgio Moroder e arrangiata dal produttore altoatesino per il film del 1982 Il Bacio Della Pantera con Nastassia Kinsky, versione millemila volte migliore di quella che troverò L'ANNO DOPO nel disco del Duca Bianco Let's Dance dove ci metterà le mani Nile Rodgers e, per quanto ammiri le produzioni dell'ex Chic, stavolta le mani doveva tenerle in tasca che sarebbe stato meglio

(e vedi che un po' di musica alla fine c'è anche oggi). 
Per la cronaca però, Hitler non morì in nessun fantasioso attentato, ma per suicidio quando ormai non c'era più nulla da fare. 
Ok, ragazzi, potete andare, la lezione di storia è terminata... 

venerdì 19 luglio 2024

VA TUTTO BENE, MAMMA, È SOLO ARRIVATO ELVIS

 Data storica questa per il rocknroll dato che in questo stesso giorno di 70 anni fa veniva pubblicato il primo 45 giri di un ragazzone che scriverà, o meglio, canterà ancheggiando la storia della musica.


Sto parlando naturalmente di Elvis Presley che allora debuttava nel mercato discografico con THAT'S ALRIGHT MAMA, cover di un BRANO scritto e inciso già da Arthur "Big Boy" Cudrup otto anni prima, ma con scarsa fortuna nonostante ne avesse realizzato ben due versioni più una terza con un testo diverso, ma riutilizzando la stessa musica che poi si rifaceva ai giri del Blues.

Quello che mancava alla canzone ce lo mise quel ragazzone di Memphis che già prima di apparire in pubblico, e fare letteralmente sfracelli, riusciva a scaldare i cuori delle fans con quella sua voce calda che tanti in seguito cercheranno di imitare, ovviamente anche in Italia e sapete bene di chi parlo. 
La canzone in sé stessa però non si ferma mica li con la versione di The Pelvis, ma anzi in seguito vedrà anche la COVER di Bob Dylan in coppia con quel cowboy di Johnny Cash.

Per non dire poi le mille esecuzioni dal vivo di svariati artisti durante i loro concerti, tipo Eric Clapton e Paul McCartney, e naturalmente la CANZONE la troviamo anche nel film ELVIS di Baz Luhrmann del 2022, pellicola discussa, ma per me bellissima


dove Austin Butler porta in scena un Elvis magari non perfettamente identico fisicamente, ma assolutamente credibile. Un po' come succedeva nella splendida SERIE di Danny Boyle sui Sex Pistols dove gli attori che ci azzeccavano con i personaggi originali erano decisamente pochi, ma funzionavano lo stesso perfettamente perché si tratta in entrambi i casi di prodotti fatti da gente che sa fare bene il suo mestiere. E ce ne fosse di gente così... 

giovedì 18 luglio 2024

MANDELA DAY E RICORDI DI MAXICONCERTI

 Oggi è il Mandela Day, giorno dedicato dall'ONU al leader sudafricano poiché sarebbe la data del suo compleanno, o perlomeno lo è stato fino alla sua morte avvenuta nel 2013.


Del curioso EFFETTO MANDELA avevo anche parlato poco tempo fa in un post, per cui oggi invece voglio soffermarmi su quel concerto di 11 ore che l'11 giugno del 1988 a Wembley invocava la liberazione di Nelson e al quale parteciparono con piacere molti artisti dato che i concertoni di quel tipo erano una vera e propria usanza anni 80 nata con il Live Aid di Bob Geldof. 
Certo, molto prima c'era stato lo storico Woodstock, non lo metto in dubbio, ma era davvero molto tempo prima e comunque non era certo stato in diretta tv. 
Nelson compiva 70 anni esattamente una settimana dopo quel concerto che fu trasmesso in diretta mondiale tranne che nel Sudafrica dove venne vietato dal regime di allora. 
I set musicali più lunghi furono quelli dei DIRE STRAITS (con Eric Clapton),


gli Eurythmics, Whitney Houston e i Simple Minds, con questi ultimi che, oltre a duettare con Peter Gabriel in Biko, presentarono fra i loro successi anche la nuova canzone inedita scritta per l'evento, MANDELA DAY.

Erano dei Simple Minds molto diversi da quelli che abbiamo visto di recente in concerto dove la maggior parte della formazione adesso è femminile, il che non guasta alla vista, ma se avete vissuto gli anni di New Gold Dream (io si) è difficile accettarli come quella stessa storica band. 
Altri famosi artisti si presentarono senza la band nella quale militavano di solito, come Tony Hadley senza Spandau, Curt Smith senza Roland Orzabal suo socio nei Tears For Fears, e Fish senza Marillon, mentre STING, anche lui con uno show sostanzioso, era già da tempo solista dopo i Police.

Alle canzoni si alternavano interventi di personaggi del cinema e non solo, ma alcuni di quei discorsi vennero censurati negli States dal canale Fox con la scusa che a loro interessava mandare in onda solo la musica. 
Quegli States che non perdono occasione per farsi parlare male addosso, quelli che non si dichiarano razzisti ma in realtà quella cosa lì non gli è mai passata, quelli che sono sempre su tutti i TG e sappiamo bene perché, dato che se non si parla di un attentato c'è sempre qualche pazzerello che se ne va in giro armato di tutto punto a fare qualche strage ridimensionando di brutta maniera quello che per molti è il mito americano.
Non per me. 
A me piace l'Italia anche con i suoi difetti, che sono tanti e uno è un certo aeroporto appena rinominato. 
Vabbè... È un male minore questo, dai. 

mercoledì 17 luglio 2024

DONALD TRUMP: TU HAI VISTO LA LUCE!

 Scusate se torno a parlare di questa vicenda, ma mi viene da pensare che saper sfruttare le opportunità sia sicuramente lo stile di vita di Donald Trump che, scampato all'attentato, ha cominciato a gridare al mondo che Dio lo ha salvato e che quello è un segno divino e cose così tutte fondate sulla divina provvidenza, argomento che fa sempre un certo effetto al popolo a stelle e strisce. 


Si, tipo i predicatori alla James Brown in The Blues Brothers illuminati dalla luce divina che si infervorano citando i passi della bibbia e sui quali c'è anche un film di qualche anno fa, Gli Occhi Di Tammy Faye con Jessica Chastain, tratto da una vicenda vera, dove una coppia di coniugi se ne approfitta di questa sensibilità comune verso la religione e crea un impero televisivo dove predicano la Parola Del Signore intascandosi offerte come se piovessero.

Ma attenzione che quei passi della bibbia (anche se in questo caso erano inventati per il film) li recitava bello bello anche Jules (Samuel L. Jackson) in Pulp Fiction, con la voce stentorea di Luca Ward in italiano, prima di far fuori qualcuno.

E infatti, tornando a Trump, forse il nostro miracolato non si è ancora reso conto che alle sue spalle invece è morto al suo posto un padre di famiglia, Corey Comperatore. 
Mah... Forse che a miracolo donato non si guarda in bocca?
Tant'è che per molti, con questo evento, il rosso ha già vinto le elezioni, ed è anche vero che, secondo certe usanze sempre americane, tali vittime casuali vengono definite nei dossier come semplici "Danni Collaterali"

(si, c'era anche un film con Schwarzy) e la chiudono così. 
Sulle fake news, poi, che vedrebbero Joe Biden come mandante dell'attentato, non parliamone nemmeno che è meglio, perché ce lo vedi tu quell'uomo anziano che dice ad un killer "vai lì e spara a... coso lì, come diavolo si chiama?".

martedì 16 luglio 2024

THE MARVELS: OCCHIO A NON INCROCIARE I SUPERPOTERI (MA UNA VOLTA ERANO I FLUSSI DEGLI ZAINI PROTONICI)

 The Marvels fa parte di quei film seriali tutti collegati fra loro per cui devi vederli tutti, pure le serie tv, e infatti io che non ho visto la serie Miss Marvel, per un po' all'inizio un po' di confusione l'ho avuta, ma piano piano si entra lo stesso nell'ottica perché mica stiamo parlando di un film di Wenders o di Bergman qui eh.


Stessa cosa per Carol Danvers alias Captain Marvel che su di lei un breve riassunto del PRIMO EPISODIO qui te lo fanno giusto per farti ricordare qualcosa, ma immagino invece chi non ha visto per niente il film precedente come può prendere quel gatto tentacolato mangiatutto di nome Goose che sta sulla spalla di Carol (una Brie Larson che è sempre più magra? 
Troppo, dai!!!).

Ma vabbè, spiegoni a parte, la faccenda inizia quando le tre protagoniste, Carol, Monica e Kamala, casualmente incrociano i loro poteri (come i flussi dei Ghostbusters che ho citato lassù in alto) scoprendo che vanno in conflitto come può capitare (esperienza personale vera con dei radiomicrofoni) quando usi troppi trasmettitori wireless contemporaneamente, per cui se nello stesso momento stanno usando quei loro poteri, ecco che si ritrovano una al posto dell'altra in situazioni anche complicate perché in fondo se stai usando i super poteri un motivo c'è e non sempre è piacevole come quando le tre poi si allenano per ottenere padronanza di tale switch ridendo e scherzando. 
Attenzione alla scena post credits messa apposta per complicare ulteriormente il nuovo MCU. 
Insomma anche stavolta per il nuovo corso della Marvel un film così così dove si salva il mondo, non brutto, ma minore rispetto al primo episodio di Captain Marvel che mi aveva preso molto bene anche perché ti faceva sentire pure i Nirvana, e infine qui, come ai bei tempi nemmeno troppo lontani dei meme sui social... 


gattini come se piovessero, o meglio, galleggiassero. 

lunedì 15 luglio 2024

STAVOLTA WENDY NON L'HA SCAMPATA (E NEMMENO BRENDA)

 Anche questa settimana mi tocca aprirla con alcuni addii famosi dato che se n'è andata anche Shelley Duvall, la mitica Wendy di Shining perseguitata da Jack (Nicholson/Torrance) munito di accetta.


Shelley ottenne quel ruolo scelta da Kubrick per il modo così realistico in cui sapeva piangere. 
Cosa buona per lei, ma scoprirà poi sul set che la stessa scena in cui si disperava tra le lacrime l'avrebbe dovuta girare almeno una trentina di volte perché Stanley era fatto così e la disperazione alla fine te la faceva uscire per davvero anche se fossi stata una "cagna maledetta" (cit. Boris). 
Shelley non aveva studiato recitazione, ma quasi per caso era finita nelle grazie di Robert Altaman che la vorrà in diversi suoi film fra i quali il famoso Nashville,

film corale (secondo il tipico stile del regista) che ruota intorno a 24 personaggi presenti al famoso festival country che si tiene nella città del Tennessee e che non è mai stato doppiato in italiano, ma solo sottotitolato per cui difficilmente venne proiettato nelle sale normali, ma piuttosto confinato a quelle da cinestudio. 
Anche da Woody Allen Shelley ottenne una parte in Io E Annie, passando poi anche sotto la direzione di Terry Gilliam, Tim Burton e Steven Soderbergh, ma ultimamente l'attrice non era più esattamente in bolla e spesso vaneggiava cose senza senso. 
A portarla via a 75 anni sono state le complicazioni del diabete dal quale era affetta da tempo. 
Altro grande addio per Shannen Doherty,

53 anni e indimenticabile Brenda Walsh di Beverly Hills 90210. 
Da una decina di anni lottava contro un tumore al seno, ma le metastasi erano infine arrivate anche al cervello. 
La ricordiamo anche come Prue delle sorelle Halliwell della serie Streghe (Charmed), poi fuoriuscita con la morte scenica del personaggio, ma, in realtà per tensioni con Alyssa Milano, cioè la sorella Phoebe. 
Anche il cinema italiano perde un noto personaggio che arriva dal capolavoro Amarcord di Federico Fellini (probabilmente il suo film che preferisco) e sto parlando del giovane Titta interpretato da Bruno Zanin

(da giovane quasi identico a Tom Cruise) che attualmente aveva ormai 73 anni. 
La carriera di Bruno aveva avuto inizio proprio con quel film dopo che era capitato a Cinecittà in cerca di lavoro. 
Prima invece aveva avuto una pessima esperienza studiando da prete per volere dei suoi genitori, ma dovendo subire abusi da un religioso per cui molló tutto deciso a lasciarsi alle spalle quei brutti ricordi. 
Oltre che ad una decina di film, Zanin ha partecipato anche a fiction per la tv e lavori teatrali, scrivendo in più anche libri ed articoli per giornali. 
Per la musica invece devo segnalare la scomparsa di Tonj Acquaviva degli Agricantus

di cui è stato il fondatore polistrumentista e percussionista nel 1979, la pluripremiata band di musica inizialmente etnica evolutasi negli anni 80 in elettronica trance e i cui brani sono spesso stati usati come colonna sonora in film come questa AMATEVI tratta da I Giardini Dell'Eden.

Oltre che nei dischi ufficiali degli Agricantus, che sono una decina, i loro brani sono reperibili anche in quelle compilations lounge della serie Buddha Bar che funzionavano un po' di tempo fa. 
Tonj aveva 61 anni. 
Concludo con colui che è stato vittima dell'attentato a Donald Trump durante un comizio un paio di giorni fa,

cioè il cinquantenne ex vigile del fuoco Corey Comperatore che ha fatto scudo con il suo corpo per proteggere moglie e figlia rimanendo ucciso. 
L'ex presidente in corsa per la Casa Bianca invece è stato ferito ad un orecchio di striscio. 
Addio Shelley, Shannen, Corey, Bruno e Tonj. 

domenica 14 luglio 2024

LA POPOLARITÀ DELL'ESSERE IMPOPOLARE

 La vigliaccheria non ha limiti e le cronache televisive ce lo fanno vedere chiaro con gli ultimi eventi del conflitto Russia-Ucraina, dove la prima pare davvero aver toccato un livello infimo bombardando stavolta un ospedale pediatrico.


Almeno così pare, ma da parte del Cremlino sono già arrivate accuse verso le forze antiaeree ucraine che, secondo loro, avrebbero fatto un drammatico autogol con un missile fuori controllo. Certo è che a "giocare" in questo modo prima o poi ci si fa davvero male e, se si parla di guerra viene sempre difficile parteggiare per uno o per l'altro dei due contendenti, specie per uno come me, canaglia si, ma che se è possibile cerca sempre di evitare lo scontro fisico in favore di un ben più civile scambio di opinioni ed eventualmente invettive, e in questa vicenda che va avanti ormai da anni senza vedere uno spiraglio di soluzione all'orizzonte siamo arrivati ad un punto in cui guardi, si, ma con una certa indifferenza causata dall'assuefazione. 

Non però in questo caso dove a farne le spese sono bambini e operatori sanitari. 

Ma chissà, magari, se le cose stanno come sembrano, quel testone di Vladimiro


(non quello di Hanna & Barbera che fa coppia con Placido), che una ne fa e cento ne pensa, ispirandosi vagamente a Terminator, avrà pensato di eliminare in anteprima anche quelli che saranno i futuri soldati ucraini che fra qualche anno saranno con le armi puntate contro di lui. 

Sono cinico, lo so, ma certe cose fanno veramente girare le balle a mille che non ti dico, anche perché più se ne parla e più quel qualcuno rischia di montarsi la testa in un delirio di onnipotenza da padrone del mondo. 

Perché si dice "parlate di me, bene o male, ma parlatene" e infatti parlando parlando si tratta sicuramente di uno dei personaggi più popolari al mondo. 

Ma pensa un po' se, con un'idea tutta matta, all'improvviso tutti i mezzi di informazione decidessero di non passare più le notizie che arrivano da quel fronte, non potrebbe essere che quel tipetto là si sentirebbe un pochino messo da parte, cioè la sua importanza verrebbe drasticamente ridimensionata dato che non se lo filerebbe più nessuno? 

Tipo come mettere in pratica le parole che diceva quel sommo poeta "non ti curar di loro, ma guarda e passa...". 

Potrebbe, ma non succederà perché la guerra è soprattutto business anche per l'informazione. 

È triste, ma è così. 

sabato 13 luglio 2024

MUSICA DEL 2024: ESTATE E DINTORNI

 Sono giorni in cui si parla da una parte solo delle gaffe di Biden e dall'altra di TAYLOR SWIFT che oggi e domani domina Milano, così oggi metto sul giradischi un pochino di cose nuove o seminuove come il singolo MALAVITA dei Coma_Cose,


i due ragazzi milanesi che sto seguendo passo passo fin da loro ESORDIO e ai quali avevo dedicato un intero post molto tempo fa. 
Da allora c'è stata una certa evoluzione nella loro musica e stavolta la canzone mette inseme sonorità latine con certe chiusure alla DeAndrè, cosa non strana per loro perché già dal primo album si sentivano comunque molti riferimenti e citazioni dei classici della musica italiana (Battisti) seppure rivisitati su ritmi moderni. 
Da parte mia sono contento che esistano. 
Diversa invece è l'opinione che il mondo dei social ha su Angelina Mango uscita con il nuovo album post Sanremo e Eurovision, dove, oltre a La Noia c'è il singolo MELODRAMA, che non è una brutta canzone, però non mi fa impazzire come anche tutto il suo disco completo per una certa monotonia di fondo.

Da lì, però, ad attaccarla come è successo sui social come "figlia di papà" ce ne passa e anzi, attendo una nuova prova da parte sua, che le doti la ragazza le ha, ma forse dovrebbe cercare solo di affidarsi ad un team tipo quello che assiste Annalisa, partita da un piccolo paese ligure ed ora diventata una star a tutti gli effetti e in continua ascesa. 
D'altronde anche i Maneskin, dopo la vittoria dell'Eurovision hanno dato il benservito alla loro manager scegliendo qualcuno che in breve tempo li ha portati nell'olimpo delle Rockstar, con tutte le critiche del caso, ok, ma se Tom Morello dei RATM in concerto adesso fa anche una cover della band romana (ha suonato nel loro disco), un motivo ci sarà. 
Tutt'altro genere invece è Hit Me Hard And Soft, il nuovo album di BILLIE EILISH, pieno di ritmi e anche sussurri, ma molto diversi da quelli di ARIANA GRANDE con quel suo disco di cui avevo parlato tempo fa, molto raffinato, ma che dopo un po' diventa stucchevole, e ascoltarlo invece questo della Billie, se lo si fa nelle migliori condizioni, posso assicurare che è un'esperienza quasi onirica.

Per dire... Io l'ho fatto su una sdraio crogiolandomi bello bello al sole e nel mezzo dormiveglia la mia mente si è aperta che manco i Doors. 
Concludo ancora al femminile con Ditonellapiaga, che dopo l'ormai lontano lancio sanremese insieme alla Rettore, si è fatta notare anche al Concertone del Primo Maggio con una PERFORMANCE energica e un look da vera star che difficilmente passava inosservato.

Album il suo Flash che ti spinge a pompare il volume perché è anche molto dance e ben venga un prodotto italiano fatto così bene.