domenica 7 luglio 2024

WONKA CHIAMA I MATIA BAZAR, PASSO...

 Oggi è la giornata mondiale del cioccolato, alimento tentatore che si presenta in mille modi gustosi e anzi adesso che fa caldo mi chiedo se non ce lo vogliamo anche fare un bel gelato al cioccolato, dolce un po' salato con Pupo e Malgioglio, mentre la domanda che mi sorgeva spontanea mentre stavo guardando Wonka era invece un'altra, cioè era come una canzone dei Matia Bazar, ovvero "Ma Perché, Ma Perché?".


Cioè davvero era necessario un prequel al romanzo di Roald Dahl che era così già bello fatto e finito corredato da un film con Gene Wilder fornitore di meme in gran spolvero?


Sul remake di Tim Burton potrei parlarne anche poiché secondo me non è un brutto film, ma semplicemente anche quello non era così necessario. 
Mai tanto però come questo Wonka dove Timothee Chalamet (in verità fisicamente credibile come giovane Wilder) arriva in città e trova un pochino duro far valere il proprio diritto ad aprire una sua attività dolciaria dato che c'è già qualcuno lì che fa cartello. 
Ma cantando cantando, anche troppo in verità qualcosa succede... 
Si, succede che, nonostante mi piacciano i musical, mi annoio a morte a vedere sta roba qui nella quale trovo coinvolto pure il maggiordomo di DOWNTON ABBEY che se la canta pure lui. 
Una cosa buona però c'è ed è Hugh Grant che fa l'Oompa Loompa con tanto di balletto anche sui titoli di coda.

sabato 6 luglio 2024

BEATLES, LED ZEPPELIN E GENESIS UNITI NELLO STESSO FILM (CON ANCHE 007)

 Sabato beatlesiano oggi perché esattamente 60 anni fa usciva nelle sale britanniche A Hard Day's Night, il primo film con i Beatles diretto da Richard Lester e che arriverà da noi con il titolo Tutti Per Uno, con una locandina italiana che sarebbe da denuncia per la bruttezza dei ritratti dei quattro.


In effetti ne avevo già parlato all'incirca una settimana fa ricordando L'USCITA in anteprima del vinile con la colonna sonora del film, ma senza mettere nemmeno una canzone dei Fab Four, quasi come succedeva in quel film su John Lennon dal titolo NOWHERE BOY.

Oggi invece recupero qualcosa come la TITLE TRACK perché intanto non sono quella canaglia di James Bond e ascoltare i Beatles, al contrario della famosa spia, a me piace sempre, mentre lui nella nota scena di Goldfinger era abbastanza esplicito nei loro riguardi, ma, aggiungo io, senza motivo senonché entrambi i film erano un prodotto della United Artists dello stesso anno e quindi citare i quattro in quel modo ironico potrebbe essere stata anche una furbetta manovra promozionale dato che il romanzo di Fleming è del 1959 e quindi tale frase nel libro ovviamente non c'era perché i Beatles ancora non erano nati. 

E aggiungo anche qualche altra gustosa curiosità in più, come che nel film si sente suonare anche Jimmy Page in ben due momenti, uno sul treno tramite una radiolina che Ringo accende per un attimo, e poi il futuro Led Zeppelin suona la chitarra ritmica durante RINGO'S THEME che altro non sarebbe che la versione strumentale di This Boy, canzone che accompagna sempre Ringo in giro da solo per Londra.

Una simpatica curiosità sull'attore Wilfrid Brambell è che, nonostante facesse la parte del nonno di Paul, all'epoca aveva solo 52 anni, ed è anche da notare (se ci riuscite) il cameo di un giovanissimo tredicenne Phil Collins, che all'epoca ovviamente non era ancora il batterista dei Genesis, e che appare tra il pubblico che assiste al concerto dei Beatles.

Concludo il post di oggi esattamente come il film, cioè di nuovo con la canzone che dà il titolo alla pellicola e che alla fine si riascolta sulla scena di chiusura coi ragazzi che partono in elicottero e sui consecutivi TITOLI DI CODA che in questo caso non sono dei semplici nomi che scorrono su fondo nero come siamo abituati oggi, e il fatto che ci siano stati dei titoli di coda era cosa molto rara nei film dell'epoca dove invece si tenevano più in considerazione quelli di testa come 007 (eccolo che torna) ne ha fatto un vero e proprio marchio di fabbrica.


venerdì 5 luglio 2024

AUGURI AMAZON

 Si festeggia con trenta candeline oggi in casa di Jeff Bezos perché a compiere gli anni è proprio Amazon, il suo sito di e-commerce nato appunto a Seattle il 5 luglio del 1994.


Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti, e ne sono stati consegnati di pacchi tramite i corrieri, diventando davvero un punto di riferimento durante quel maledetto lockdown in cui dovevamo stare segregati in casa mentre i complottisti tessevano trame degne di un film che in effetti già esisteva ed era CONTAGION
Dalla vendita online poi sono nate altre branche come Amazon Music che trovo utilissima e grazie alla quale ho ricostruito la discoteca in vinile che tengo chiusa nel mio caveau per poterla così ascoltare comodamente ovunque, e Prime Video che, in mezzo a prodotti discutibili, mette certe robe pazzesche tipo The Boys che adesso è arrivata alla quarta stagione e continua a sorprendermi come il primo giorno fra morti ammazzati male, contenuti sessuali espliciti e supertutine bastardedentro. 
Da non perdere anche GEN-V, lo spinoff adolescenziale strettamente legato alla serie madre. 
Non contento di tutto ciò, Jeff è diventato proprietario del Washington Post ed ha tentato anche la conquista dello spazio con Blue Origin, giusto per non rimanere un passo indietro ad Elon Musk, dichiaratamente suo diretto concorrente in fatto di trovate miliardarie. 
Ma non sarà un po' troppo tutto ciò? 
Diciamo che io personalmente cerco sempre di rimanere con i piedi per terra anche perché i miliardi non so proprio come siano fatti...

giovedì 4 luglio 2024

IL 4 LUGLIO A STELLE E STRISCE

 Oggi per gli americani è il famoso Independence Day, non quello di Emmerich con Will Smith che prende a sganassoni gli alieni manco fosse Bud Spencer, ma quello vero, una vera e propria istituzione per il popolo a stelle e strisce che proprio in questi giorni sta assistendo alla corsa per la presidenza, e corsa dalla quale, notizia fresca fresca, pare che Biden voglia ritirarsi.


Ma torniamo a questa giornata del 4 luglio dove si fermano anche i servizi come le poste e tutti indistintamente pensano solo a fare picnic con la classica grigliata dove ingurgitare grassi a non finire che tanto gli americani medi lo si sa che sono sovrappeso, mentre i politici organizzano comizi per farsi belli belli parlando di patriottismo e di fare grande l'America again. 
Grande festa ovunque che si conclude in serata con fuochi d'artificio solitamente accompagnati dall'inno nazionale, ma qui, per fortuna, non è cantato da ALBANO.


Lo stesso giorno però porta anche alla mente, perlomeno a noi cinefili, il film del 1989 diretto da Oliver Stone Nato Il Quattro Luglio dove un Tom Cruise al top (gun) del successo interpreta Ron Kovic, un reduce del Vietnam reso paralizzato dalla vita in giù durante il conflitto. 
Una bella sfida per Tom che, dopo aver marchiato a fuoco i cuori degli spettatori, e in particolar modo spettatrici, con quell'immagine perfetta che tuttora mantiene grazie a diavolerie estetiche, in questo film diventa spelacchiato, grassoccio, baffuto e su sedia a rotelle

per essere uguale a quel reduce che torna in patria e scopre che alla gente non gliene frega niente del Vietnam, anzi tutti la considerano una guerra inutile (e ribadisco ancora una volta che una guerra utile devo ancora vederla) odiando tutti quelli che l'hanno fatta, lui compreso, mentre da ragazzo Ron Kovic era cresciuto con il mito di diventare un eroe americano. 
Si racconta anche che Tom, per entrare meglio nel personaggio, avrebbe voluto addirittura farsi indurre una vera paralisi dalla vita in giù tramite dei farmaci, ma la produzione, che all'epoca non era ancora in mano a lui, non lo aveva permesso. 
Film durissimo che valse l'Oscar a Oliver Stone per la regia, mentre Tom dovrà accontentarsi della nomination. Comunque, se qualcuno oltreoceano sta leggendo questo blog (credici) gli auguro di cuore un buon Independence Day. 

mercoledì 3 luglio 2024

NAPOLEON: RIPRENDIAMO IN MANO I LIBRI DI STORIA, MA A MODO NOSTRO

 Al buon Ridley Scott piace fare come Kubrick che amava passare con estrema disinvoltura da un genere all'altro dato che qui il nostro regista torna alle atmosfere del suo film d'esordio che fu I Duellanti (per Stanley invece ambientato più o meno nella stessa epoca c'era stato Barry Lyndon che, giuro, non è il cantante dei Sex Pistols... Eh) e stavolta ci racconta la storia che leggevamo sui libri di testo a scuola con Napoleon, ma ce la presenta rivista a modo suo come succedeva anche con Il Gladiatore dove la Roma sullo schermo non era poi così verosimile, ma ai fini dello spettacolo funzionava benissimo, ed anche qui certi eventi non sono così fedeli, ma, come dissi per BOHEMIAN RHAPSODY, si sta facendo un film e non un documentario di Alberto Angela (o Piero).


Il Napoleone di Scott, che ha le fattezze di Joaquin Phoenix, brilla nelle colossali scene di battaglia realizzate anche con l'aiuto della CGI, però di quella che non te ne accorgi mai che c'è, ed è questo il modo corretto per utilizzarla cari miei cineasti. 
Durante tali scene però in alcuni momenti ho avuto l'impressione di vedere certe baionette piegarsi come se fossero fatte di gomma... cosa possibile se non vuoi fare una vera strage fra le comparse, oppure sono stati solo problemi di vista miei.


Che poi il resto del film sia invece una commedia drammatico/romantica da soap opera o romanzo Harmony, magari potevamo anche sospettarlo ben sapendo l'importanza che ha avuto per l'imperatore il suo amore per Giuseppina (Vanessa Kirby, ma quanto è bella?) anche se ella lo cornificava senza ritegno dato che il marito se ne stava sempre in giro a conquistare il mondo (paragone come se per lei lui fosse tutte le sere a fare partite di calcetto con gli amici).

Quello che non mi aspettavo personalmente è che in alcuni momenti, per il tono ridicolo che il film di Ridley raggiungeva (non so se intenzionalmente), al posto di Joaquin Phoenix ci ho visto Steve Carell se non addirittura Will Ferrell. 
Giuro, tipo nei momenti che dava un bel po' di matto ho avuto quel transfer visivo.

Ah la nota posa iconica di Napoleone con la mano destra infilata sotto al panciotto, quella non la si vede mai (una delle tante omissioni volute da Scott), e dico per fortuna perché temo che sennò l'effetto commedia alla Mel Brooks sarebbe stato completo. 
A meno che essa non faccia parte del materiale tagliato per le sale cinematografiche e magari ci sarà nell'edizione integrale di 4 ore (!!!) prossimamente in uscita. 
Ma per me anche no, sono già a posto così. 
Grazie. 

martedì 2 luglio 2024

TUTTA L'ITALIA DÀ L'ULTIMO SALUTO A MARIA ROSARIA OMAGGIO

 Eh si, gente, pare impossibile, ma Maria Rosaria Omaggio ci ha lasciati così a soli 67 anni dopo essere sparita dalle scene già da diversi anni per problemi di salute, ma mai dimenticata dal pubblico, specialmente quello che conta qualche primavera in più.


Qualcuno infatti la ricorderà debuttante nel 1973 giovanissima scoperta a Canzonissima dal solito Pippo Baudo, ma poi troverà posto anche nel cinema poliziottesco degli anni 70, in quello scollacciato sempre dello stesso periodo (era una prassi normale se avevi una bella presenza) e infine in quello drammatico interpretando Oriana Fallaci in Walesa, L'Uomo Della Speranza grazie anche ad una notevole somiglianza con la giornalista. 
Ok, da canaglia quale sono non me ne voglia nessuno, però non posso esimermi dal segnalare anche la parte trash musicale di Maria Rosaria che prende forma con questo 45 giri del 1973 dal titolo IL GATTO BRISCOLONE,


sigla pomeridiana dell'anteprima di Canzonissima, dove, per fortuna sua, fa pochi interventi lasciando il top del cringe al coro che fa le risposte. 
Anche questa era una prassi alla quale le star della tv difficilmente riuscivano a sottrarsi. 
Sempre per lo spettacolo segnalo anche la scomparsa di Martin Mull, 80 anni e anche lui malato da tempo, attore americano noto soprattutto per il ruolo del vicepreside (e poi preside) Willard Kraft in Sabrina, Vita Da Strega,

e sfido chiunque a dire di non aver mai visto su Italia 1 almeno un episodio della divertente serie tv che in tempi recenti ha avuto su Netflix anche un remake virato un pochino più sull'horror. 
Addio Maria Rosaria e Martin. 

lunedì 1 luglio 2024

RITORNO AL FUTURO PARTE IV È ARRIVATO, MA STAVOLTA È LIVE

 Lo scorso sabato è stato speciale per la musica e per il cinema poiché Michael J.Fox ha imbracciato di nuovo la chitarra come in Ritorno Al Futuro, ma stavolta l'ha fatto sul palco dei Coldplay suonando con loro per una decina di minuti, seppure costretto su una sedia a rotelle.


Chris Martin, come i suoi colleghi, sono grandi fans del film di Zemeckis e hanno voluto portare Marty McFly sul palco di Glastonbury davanti ad una folla oceanica come avevano fatto alcuni anni fa a New York quando Michael stava ancora in piedi sulle sue gambe ed avevano eseguito proprio JOHNNY B.GOODE.


Non preoccupatevi se guardando questi video vi sentirete come se vi fosse entrata una "bruschetta nell'occhio" (cit. Elio)... 
È normale se si fa parte dell'Humankind, come il titolo di un famoso brano dei Coldplay che con Michael (citando sul finale anche Chuck Berry) hanno eseguito FIX YOU, la canzone che ultimamente finisce spesso in film e serie tv nei momenti da fazzoletti.

Momenti come quello sul palco di Glastonbury.