giovedì 21 novembre 2024

AUGURI ALLA TELEVISIONE CON UNA DELLE PIÙ BELLE SERIE TV: SHRINKING STAGIONE 2

 Oggi è la Giornata Mondiale della Televisione, sempre più diversa dal concetto ormai desueto di quell'elettrodomestico che trasmette i programmi quando lo decide lui, dato che con l'avvento delle piattaforme streaming tutto viene deciso dall'utente stesso, ma rimane comunque un mezzo per portarci in casa film e serie tv che, insieme alla musica, sono il pane quotidiano di questo blog. 

Per tale motivo mi pare giusto dedicare il post del giorno alle serie tv, o meglio una in particolare, dato che su tali piattaforme proliferano in mezzo, bisogna dirlo, anche a tanta fuffa. 

Per fortuna non è fuffa Shrinking come lo conferma anche stavolta la presenza di Harrison Ford che sennò sicuramente non avrebbe firmato il contratto. 

Dopo una PRIMA STAGIONE praticamente incentrata su Jason Siegel nel ruolo di uno psicoterapeuta che diventa un po' troppo sincero con i suoi pazienti e provoca conseguenze anche gravi come lo si vedeva nel finale di stagione scorso, la seconda (l'avevo ACCENNATO la scorsa settimana) si concentra di più sui personaggi di contorno rimanendo divertente, ma forse un po' meno "effetto Scrubs" della precedente, facendo salire alle stelle il cinismo che la contraddistingue. 

L'unica pecca è che gli episodi, di soltanto mezz'ora ciascuno, escono a spizzichi e bocconi, cioè uno alla settimana, su Apple Tv + e so di qualcuno (Cattelan) che di queste serie preferisce aspettare che esca il blocco completo per poterle vedere anche in uno sfrenato binge watching, se lo desidera, proprio per non sentirsi dipendente dal mezzo televisivo.

Tornando comunque su Harrison Ford, nel suo ruolo del mentore di Siegel è semplicemente pazzesco, al punto da aver già confermato la terza stagione. 

mercoledì 20 novembre 2024

IL CASTELLO ERRANTE DI HOWL: CAPOLAVORO ANIMATO

 Compie vent'anni Il Castello Errante Di Howl, sesto film di Hayao Miyazaki che in Giappone usciva appunto il 20 novembre del 2004


e presentato in anteprima sottotitolato alla Mostra Del Cinema di Venezia, mentre nelle sale normali in Italia arriverà a settembre dell'anno successivo, quando sempre alla Mostra Del Cinema di Venezia a Miyazaki verrà assegnato il Leone D'Oro alla Carriera e con il doppiaggio curato da quel ben noto GUALTIERO CANNARSI che con il suo adattamento tanti danni aveva fatto alla serie di Evangelion quando è stata pubblicata su Netflix, ma che però stavolta, nell'ambito di questa storia, quel linguaggio un po' aulico ci stava dentro molto meglio. 
Da allora il regista giapponese noto anche come il creatore della Heidi animata, quella delle caprette che le fanno ciao, ha lavorato ancora a diversi film fino a sembrare avere di recente tirato i classici remi in barca, ma a sorpresa quest'anno è arrivato Il Ragazzo E L'Airone del quale presto parlerò, uh se ne parlerò. 
Nel "Castello" invece si racconta della giovane Sophie che, dopo aver involontariamente fatto salire la scimmia della gelosia ad una strega, da quest'ultima viene trasformata in una rugosa vecchietta e, per riavere il suo aspetto, Sophie dovrà affrontare un lungo viaggio durante il quale farà la conoscenza anche del mago che aveva già incontrato per caso e che abita quel famoso castello errante realizzato con la CGI in mezzo ad animazioni tradizionali. 
Film delizioso che, nonostante le apparenze, riesce ad appassionare anche un pubblico di non-bambini, sopratutto per la bellezza delle immagini che sono da sempre un tratto distintivo del regista. Immagini che sono la traduzione del libro pubblicato da Diana Wynne Jones nel 1986, o meglio l'interpretazione poiché il "Castello" nel libro era raffigurato come una alta torre scura

mentre nel film è più tondeggiante, ma sempre pieno di tubi e camini, e immagini che è stato possibile rivedere rimasterizzate anche in questo caso di nuovo al cinema tra la fine dello scorso settembre e i primi di ottobre in occasione dell'anniversario. 
Nota particolare per l'edizione americana che aveva come doppiatori Christian Bale, Billy Crystal, Blythe Danner, Emily Mortimer, Jean Simmons e Lauren Bacall,

si, proprio quella Lauren di Humphrey Bogart con una delle sue ultime performances, mentre per noi se ne sono occupati gli ottimi doppiatori che troviamo spesso a lavorare nell'ombra, come quella manifestazione che si chiama appunto Voci Nell'Ombra dedicata al mondo del doppiaggio e che tempo fa mi aveva dato modo di conoscere personalmente alcune delle voci a cui sono più legato a... orecchio. 

martedì 19 novembre 2024

WARGAMES - GIOCHI DI GUERRA... MA VERA

 Si, il titolo è quello del bellissimo film con l'allora adolescente Matthew Broderick che usciva nelle sale italiane proprio a novembre del 1983.


Pellicola della MGM diretta da John Badham, cioè colui che si era già fatto un buon nome dirigendo La Febbre Del Sabato Sera e, sempre da Wargames, si porterà dietro Ally Sheedy (della quale chi non si era preso una cotta?) per fare innamorare di lei appunto pure un robot bellico nel divertente Corto Circuito del 1986, del quale consiglio caldamente di evitare lo scialbo seguito. 
Seguito che nel 2008 c'è stato anche per Wargames, ma di cui ero completamente all'oscuro, con Wargames 2 - Il Codice Della Paura, 

ma con personaggi e cast completamente diversi, però sempre marchiato MGM.
Film invece il Wargames originale che mostrava quanto potesse essere facile il rischio di una terza guerra mondiale e che mi è già capitato di nominare almeno altre due volte nei miei post, e che magari rivedendolo oggi, con quella tecnologia desueta che ci mostrava,


potrebbe sembrare invecchiato male, ma la realtà forse lo sta superando in quel frangente dove, al posto del ragazzino che crede di giocare ad un videogame bellico, c'è il ben più maturo, e fino a gennaio ancora ufficialmente presidente degli Stati Uniti, Joe Biden che, sarà demenza senile, non lo so,

ha dato il via libera all'utilizzo di armi americane per bombardare la Russia, se fosse necessario. 
Al che, il figlio di Donald Trump si è un attimo risentito e gli ha detto "oooo stai buonino!" perché in questo modo pare che il Joe stia cercando di mettere i bastoni fra le ruote al "rosso" che, a quanto dice, vorrebbe invece prodigarsi per far tornare la pace nel mondo come dicevano le parodie delle aspiranti miss Italia fatte da Katia e Valeria sul palco di Zelig.


A dire il vero il Donald non lo vedo molto bene in costumino nero e numero sul petto, ma il pensiero sarebbe lo stesso. 
Complotto o qualcuno guerrafondaio dello staff che si sta approfittando del povero Biden ormai chiaramente non più nel massimo delle sue funzioni cerebrali facendogli credere di essere al tavolo del Risiko? 
Fatto sta che stavolta il mondo intero ha tremato a quella notizia non da poco e forse sarà necessario richiamare l'ormai esperto John Badham a dirigere almeno il finale di questo film che non è un film. 

lunedì 18 novembre 2024

PULP FICTION HA TRENT'ANNI

 In occasione del suo trentesimo anniversario, anche Pulp Fiction torna al cinema da stasera per tre giorni.


Usciva infatti il 14 ottobre negli Stati Uniti e dopo due sole settimane anche qui in Italia. 
Violenza qui ne abbiamo a iosa e infatti il film ebbe il divieto ai minori di 18 anni, però riesci anche a sghignazzare e rimane il fatto che è uno dei film più belli a cui tengo e lo rivedrei anche altre mille volte perché ogni scena è diventata iconica. 
Magari non al punto di tornare al cinema però, anzi ormai questo ritorno di pellicole del passato sembra un segno negativo per il nuovo cinema. 
Cioè, perlomeno le riedizioni come questa e quelle viste nelle settimane scorse, mantengono il film originale migliorato nell'immagine e nel suono, ma purtroppo arrivano anche sempre più spesso sequel inutili (qualcuno ha detto Star Wars?), remake veramente pessimi come quello di ROLLERBALL o Ghostbusters al femminile (e qualcuno sta pensando di rifare pure IL PIANETA PROIBITO... sacrilegio!)... 
Insomma per caso mancano nuove idee? 
Spero che questo non diventi un problema, sennò ci toccherà chiamare qualcuno per risolverlo...

domenica 17 novembre 2024

APPUNTAMENTO A NATALE, OVVERO IL FILM CON I PENTATONIX

 Netflix è avantissimo dato che già sul suo menù appaiono i primi film a tema natalizio, e il primo che mi è capitato di vedere è Appuntamento A Natale,


commedia come quei mini aeroplani, cioè ultraleggera, con Christina Milian (cantante americana e nessuna parentela con Tomas) che per tutto il tempo fa le faccette e i Pentatonix che se non sapete chi sono... Vabbè avete presente i Manhattan Transfer mixati con i nostri Neri Per Caso? Ecco spiegati in breve questi sono i Pentatonix che ogni natale fanno uscire un loro disco a tema con relativo tour nei teatri.

Ed è proprio questo il fulcro della trama del film(etto) con Cristina che cerca disperatamente un biglietto per il concerto dei Pentatonix perché in tale occasione dovrebbe incontrare un uomo affascinante con il quale aveva avuto un dialogo in aeroporto con una certa empatia. 
Ma il destino cambierà leggermente le carte in tavola, anche se in maniera molto prevedibile. 
Durante l'odissea della ragazza per trovare il biglietto, i Pentatonix in persona (sei persone, per la precisione, cioè loro cinque con la manager) seguiranno le sue vicende grazie ai post che il concierge che la sta aiutando mette sui social. 
Vale la pena di essere visto? 
Ma si dai, tanto passa e va senza fare troppo danno, e comunque a Natale (che arriverà tra poco più di un mese) siamo tutti più buoni, no? 

sabato 16 novembre 2024

COLDPLAY VS. PURPLE DISCO MACHINE: CHI VINCERÀ?

 Oggi ho in mano due dischi: Moon Music dei Coldplay e Welcome To The Paradise di Purple Disco Machine dalle copertine che, per certi versi, si assomigliano pure.


Bene, se parliamo dei Coldplay si parla di musica colta? 
Forse all'inizio si, ma adesso, nel 2024, ascoltando il loro album si sente che è decisamente orientato verso il pop e le varie ospitate nelle canzoni non fanno che confermare tale sensazione. 
Non è certo un brutto disco, ma, se si escludono un paio di momenti che spiccano, tipo WE PRAY,

a volte si ha come l'impressione che certe canzoni siano delle b-side messe lì per riempire. 
Edizione normale quella che ho ascoltato io con dieci pezzi, mentre online ne è uscita una con altri dieci brani dal vivo in più, che se uno è davvero fan dei Coldplay, fanno sempre piacere. 
Mi sono invece trovato meglio con Purple Disco Machine, dj e producer tedesco che ha abusato (nel senso buono eh) di Sophie & The Giants per creare delle hit radiofoniche abbomba e infatti qui c'è il singolo PARADISE

(casualmente lo stesso titolo di un vecchio brano dei Coldplay), la loro più recente collaborazione, insieme a tutta una serie di canzoni che mi hanno aperto ricordi atavici da Alan Parsons Project a Giorgio Moroder, da Harold Faltermeyer (quello di Axel F) a Patrick Cowley, musicista e anche produttore di Sylvester, con un po' di Cerrone e Daft Punk spruzzati sopra un un cocktail da bere tutto d'un sorso guardando la copertina paradisiaca (Porpora) che ci ricorda un'estate appena passata.
DIE MASCHINE

(con lungo finale recitato dall'attore e musicista Friedrich Liechtenstein) chiude il disco in tedesco facendo persino pensare un po' anche ai Kraftwerk giusto per la parola Maschine che diventa così dura ripetuta ossessivamente, rispetto a come suona più morbida Machine in inglese. 
Se devo scegliere fra i due, per me stavolta vince la Macchina Disco Porpora anche se sarà musica meno colta. 

venerdì 15 novembre 2024

HANNO UCCISO L'UOMO RAGNO - LA LEGGENDARIA STORIA DEGLI 883... E CHE STORIA!

 La prende un po' larga Sydney Sibilia per raccontare la storia degli 883.


Parte infatti dall'800 spiazzandoti un po' perché non lo facevi così vecchio Max Pezzali e nemmeno di origini teutoniche, ma presto capiremo il vero motivo di quel salto nel passato. 
E ora, a fronte di ciò, non venitemi a dire che il mio post è troppo lungo, eh...😜. 
In Hanno Ucciso L'Uomo Ragno, la serie su Sky, fisicamente tutti gli attori non assomigliano pe'nniente agli originali (il finto Repetto somiglia molto più a Stewart Copeland dei Police, per dire...), però è la recitazione che li rende identici, come succedeva con Danny Boyle e i SUOI Sex Pistols, e infatti Elia Nuzzolo è bravissimo a rifare il modo di esprimersi di Max che, se avete sentito alcune sue interviste, sembra sempre fra il vago e l'imbarazzato; nelle frasi del copione ci avrei solo aggiunto qualche "tendenzialmente" e "fondamentalmente" che sono due parole molto usate da Pezzali in quelle occasioni

(e qui viene da cantare "gli anni in motorino sempre in due"). 
Sex Pistols che poi c'entrano attivamente nella formazione musicale di Pezzali che ascoltava tutta new wave lontana dal pop facile e Nuzzolo lo sottolinea nella serie con tutto un set di magliette a tema. 
Mauro Repetto, che qui ha il volto di Oscar Matteo Giuggioli visto già in diverse fiction come BUONGIORNO MAMMA!, invece amava il pop tamarro da discoteca e risulta essere il più fuori di testa fra i due, anzi, è quello che più di Max ha dato il "La" per l'inizio dell'avventura musicale in duo. 
Quello che poi li porterà alla separazione, evento che rimane fuori dalla serie, è perfettamente in linea con il carattere del Mauro che vediamo in video.

Cisco, il carissimo amico di Max nominato in diversi brani, invece non l'ho mai visto nella sua versione originale, ma nella serie è proprio come me lo immaginavo dalle canzoni degli 883 ed è interpretato dal comico Davide Calgaro lanciato da Zelig. 
Insomma un cast che funziona perfettamente anche se non c'è di mezzo un novello Leonardo DiCaprio (che un paio di giorni fa ha festeggiato il mezzo secolo), anzi, forse funziona proprio perché gli attori hanno quel tanto di anonimo che basta per non cadere invece nel problema che ho già esposto sull'attore americano, cioè che nei suoi film ci vedo sempre lui e non il personaggio che interpreta. 
Persino in KILLERS OF THE FLOWER MOON per me era sempre lui anche se faceva il babbeo. 
Ma è sicuramente un problema solo mio, lo so perché DiCaprio non credo sia mai stato interpellato per questa serie tv. 
Stop alle divagazioni però perché, come accadeva in Mercoledì, la serie spinoff degli Addams, dove Tim Burton dirigeva solo i primi quattro episodi, anche qui Sydney, che finora non ha mai sbagliato un film (come Dustin Hoffman per Luca Carboni), dirige solo i primi due che, in effetti, così come si conclude il secondo, cioè con il Festivalbar, potrebbero benissimo essere un suo film fatto e finito. 
Alice Filippi e Francesco Ebbasta si occupano invece di raccontare tutto quello che c'è stato nel mezzo ovvero i sei episodi successivi che, proprio come succedeva nella serie di Boyle, riescono ad prenderti anche se non sei fan di quel genere musicale. 
So infatti che certi all'inizio hanno snobbato la serie dicendo "ma chissenefrega degli 883 che facevano musica finta tutta campionata" (vero, ma solo per il primo LP e, in parte, il secondo), salvo poi ricredersi quando si sono trovati davanti un vero e proprio film (appunto quei primi due episodi) che ti racconta una bella storia come Sibilia sa sempre fare, e dal quale non riesci a staccarti. 
Ed è comunque tanta, ma tanta roba da raccontare.

Così tanta che anche Mauro Repetto sta raccontando la sua versione in teatro fra monologhi e canzoni in uno show dal titolo Alla Ricerca Dell'Uomo Ragno. 
Perché anche la sua è stata un'avventura da raccontare, sicuramente anche più pazza di quella di Max, mollando tutto quando il duo era al top e partendo per l'America con l'intenzione di fare cinema, ma soprattutto per cercare di conoscere la modella Brandi per la quale aveva perso la testa. 
Voci maligne invece dicono che tale separazione sia stata indotta e supportata dal manager Cecchetto (che nella serie infatti ne esce come uno che pensa solo ai soldi) al quale, dopo due album, interessava tenere solo il personaggio cantante Max per affiancargli le sue due nuove scoperte, cioè due nuove coriste, le sorelle, Paola e Chiara.

Mauro infatti contemporaneamente al terzo disco di Pezzali cioè La Donna, Il Sogno E Il Grande Incubo che manteneva il nome 883 e conteneva alcune canzoni firmate anche da Repetto che cantava anche in una canzone già registrata prima di mollare, se ne usciva da solista con un suo singolo orribile dal titolo BACIAMI QUI

con relativo album allegato (che andò malissimo) dal titolo Zucchero Filato Nero. 
Repetto poi tornerà in Italia dopo poco tempo con le classiche pive nel sacco per rifarsi una vita e una famiglia negli uffici di Disneyland Paris, finché per tutta questa serie di congiunzioni astrali gli 883 tornano adesso contemporaneamente su più fronti. 
Anche perché la serie ha come base il libro autobiografico di Max Pezzali I Cowboy Non Mollano Mai - La Mia Storia e anche Max 90, quindi è giusto sentire anche l'altra metà degli 883 che su Sky sono raccontati in quello che sta diventando il prodotto televisivo più visto di questi ultimi tempi. 
Questo forse anche perché fino a poco tempo fa stavamo a celebrare gli anni 80 in tutte le salse, ma adesso giustamente tocca al revival dei 90, vedi anche IL RITORNO, non a caso, degli Oasis che tornano si ad esibirsi insieme, ma per tutto il resto del tempo staranno a debita distanza con due management separati.

A proposito, a scanso di malintesi e scazzottate, i due verranno pagati solo dopo aver portato a termine ogni concerto, data per data. 
Sicuramente i migliori rappresentanti di quegli anni 90 per l'Italia sono proprio quei due ragazzi di Pavia che sono partiti da zero e ce l'hanno fatta a raggiungere il successo come confermano anche gli ascolti della serie su Sky.
Il finale rimane aperto perché infatti si parla già della seconda stagione che non mancherò assolutamente di vedere perché, come ho già scritto, c'è ancora tanto da raccontare, e dove forse ci sarà anche il momento dell'addio di Mauro a Max.
Sono andato lungo?
Ma è solo perché sugli 883 c'è tanto da dire... 

giovedì 14 novembre 2024

ANNALISA & TAYLOR SWIFT SEMPRE PIÙ AL TOP

 Annalisa colpisce ancora e vince il premio come Best Italian Act al Mtv Europe Music Awards dove ha trionfato, manco a dirlo, la solita Taylor Swift,


e questo dimostra che la cantante ligure è sempre in continua ascesa checché ne dica Morgan riguardo alle sue canzoni che LUI GIUDICA di livello infimo. 
Io apprezzo moltissimo l'ex Bluvertigo per la sua cultura musicale, ma un po' meno per certe sue uscite che sono tante, per fortuna spesse volte sagaci, ma su questo punto in particolare non sono per niente d'accordo con lui perché il disco di Annalisa l'ho ascoltato per intero ed è un gran lavoro come ne avevo già parlato PROPRIO QUI
Anzi, caro Morgan,

e fallo te un disco bello come quello di Annalisa se sei capace. 
Detto ciò, poco tempo fa mi ero anche gustato su Infinity il concerto che Canale 5 aveva trasmesso il 5 settembre, ma che era stato registrato a maggio all'Arena Di Verona.
Concerto pieno di ospiti con i quali la cantante ha duettato sottolineando ogni volta (forse anche troppe volte) che ci teneva proprio tanto a cantare con lei/lui, da Elisa a Giorgia, da Tananai ad Ernia ad Irama. 
Grande show con un'apertura che a qualcuno che ha vissuto gli anni 80 avrà per forza ricordato il Glass Spider Tour di David Bowie dove il compianto artista scendeva giù dall'alto del palco appeso a dei cavi.


Annalisa ha fatto la STESSA APERTURA, ma... uhmmm... non so voi, ma io ho sentito puzza di stuntwoman a causa di quegli occhiali a fascia che coprivano mezzo volto della cantante mentre era appesa lassù. 
Ma anche se fosse così non sarebbe un male perché comunque anche gli stuntmen/women fanno parte dello spettacolo e anche BILLIE EILISH ha usato un trucchetto del genere al Coachella, per non parlare poi di Michael Jackson. 
Insomma a quanto pare abbiamo un'altra nostra star che diventa internazionale come lo sono stati i Maneskin... ricordi i Maneskin? Si dai, quelli che conquistavano il mondo a suon di tette scoperte e stage diving. 
Ecco, stavolta siamo in reggicalze, ok, ma c'è anche davvero tanto merito, tant'è che c'è anche la sua parodia al Gialappa's Show.

 

mercoledì 13 novembre 2024

QUEL DE SICA DEL SECOLO SCORSO

 Oggi è un giorno da ricordare per il cinema perché è ben mezzo secolo che Vittorio DeSica ci ha lasciati.


Padre del neorealismo come regista con film come Ladri Di Biciclette, la sua eredità cinematografica è stata poi presa in mano dal figlio Cristian che... beh... vola decisamente più in basso, ma parlarne male sarebbe come sparare sulla Croce Rossa. 
C'è da dire che comunque Vittorio si era distinto anche come attore brillante nelle commedie leggere (mai pecorecce) tipo la tetralogia di Pane, Amore e... (quello nella foto è un cofanetto di tre dividì, ma c'è anche un quarto Pane Amore E... Andalusia) e Cristian, dalla sua, qualche rara volta ha anche partecipato a film drammatici come I Limoni D'Inverno dello scorso anno.

In questa giornata di ricordi allora colgo l'occasione per segnalare anche la scomparsa di Renato Serio, 78 anni, direttore d'orchestra, compositore e arrangiatore dei lavori di Renato Zero dalla metà degli anni 80,

quando il cantante romano cominciò a mettere un po' da parte quella sua vena scandalosa, ma divertente, del primo periodo in cui i suoi partners musicali erano Ruggero Cini, Piero Pintucci e Franca Evangelisti, e suo collaboratore anche per la controversa trasmissione tv del 2000 Tutti Gli Zeri Del Mondo, criticata si, ma che però a me era piaciuta. 
Assonanza dei due nomi Zero - Serio che all'epoca mi faceva pensare ad uno pseudonimo per nascondere la stessa persona e invece non era assolutamente così, ma sai com'è, a metà anni 80 mica avevamo già in mano internet per documentarci.

Renato è stato anche l'autore della sigla dello show, condotto da Bonolis/Laurenti, Ciao Darwin, con la canzone MATTI cantata sempre da Zero. 
Altro nome della musica che ci ha lasciati nei giorni scorsi è PHIL LESH, 84 anni, polistrumentista che ha fatto parte, come bassista e anche voce, dei Grateful Dead,

la band rock blues di Jerry Garcia della quale era stato co-fondatore. 
Altro mondo musicale quello da cui invece arriva Lou Donaldson, mancato di recente a 98 anni e sassofonista jazz che ha suonato in moltissimi dischi della famosa etichetta Blue Note improntata appunto sul jazz.

 
Quindi oggi, accanto ad un ricordo di Vittorio, anche un addio a Renato, Phil e Lou. 

martedì 12 novembre 2024

EURYTHMICS - 1984 (FOR THE LOVE OF BIG BROTHER): MUSICA PER IL CINEMA

 Il 12 novembre del 1984 veniva pubblicato l'album degli Eurythmics intitolato come l'anno in corso,


ma non a caso poiché era la colonna sonora del film britannico tratto dal romanzo di George Orwell (ne avevo parlato brevemente QUI) e diretto da Michael Radford, con John Hurt e Richard Burton del quale è anche l'ultima apparizione cinematografica.

È il film del Grande Fratello, no, non quello con Alfonso Signorini (Dio ce ne scampi!), ma quello del romanzo che ipotizzava un futuro distopico dove venivamo costantemente controllati da telecamere. 
Beh, diciamo che George Orwell aveva anticipato di qualche decade quello che invece succede adesso dove, oltre alle telecamere di sorveglianza che ci sono in giro, che ben vengano in casi di crimini, siamo controllati anche dalle nostre ricerche su internet per cui se vai su un sito dove si parla di polli, poi ti arrivano dei pop up a tema e ti rendi conto che il pollo sei tu. 
Vabbè, l'uscita al cinema in UK era stata il 10 ottobre, mentre arriverà solo alcuni mesi più tardi nel 1985 per l'Italia dove (non si sa perché) lo troveremo con l'aggiunta di Orwell davanti a 1984, ma questo è uno dei danni minori dei distributori nostrani.

Nel frattempo noi dj dell'epoca facevamo ballare il pubblico delle discoteche con SEXCRIME (NINETEEN-EIGHTY-FOUR), il singolo degli Eurythmics tutto vocoder e campionature a raffica tipo 19 di Paul Hardcastle che uscirà l'anno successivo.
Pezzo, questo del duo, che aveva comunque un gran tiro, e, come succedeva sempre in quella decade la musica faceva da traino per il film. Cercasi Susan Disperatamente, Breakfast Club, Ghostbusters, Flash Gordon, Electric Dreams, La Storia Infinita, Guerre Stellari e moltissimi altri avevano creato l'hype grazie alle colonne sonore che riempivano le piste delle discoteche e suonavano alla radio diversi mesi prima che arrivasse il film, ma tante volte era capitato anche che poi, alla visione, ti trovavi davanti qualcosa che non era come pensavi. 
E, in questo caso infatti, se conoscevi Orwell e il suo 1984 come libro, allora eri già preparato, mentre se andavi al cinema solo perché ti piaceva quella canzone, beh, in questo caso tanti sono rimasti delusi. 
Non che sia un brutto film, sia chiaro, ma anche la critica all'epoca rimase divisa fra quella internazionale che lo elogiava e quella italiana che faceva il confronto con Nel 2000 Non Sorge Il Sole del 1956, cioè la prima trasposizione cinematografica del romanzo che, secondo molti critici che ne sanno più di me, era superiore a questa nuova versione e anche quella in realtà aveva come titolo originale 1984, modificato per l'edizione italiana con quel titolo lungo che conteneva un anno 2000 che non c'entrava una cippa, ma faceva tanto fantascienza.

Fatto sta che anch'io del disco 1984 (For The Love Of Big Brother) di Dave Stewart & Annie Lennox (perché era un disco fatto proprio in duo senza altri musicisti) ricordo ad oggi solo quel maxisingolo che mettevo in radio e in discoteca perché mi riempiva la pista in quel periodo così lontano nel tempo in cui noi dj lavoravamo ancora sui vinili. 

lunedì 11 novembre 2024

INTERSTELLAR: RITORNA DALLO SPAZIO E CI TROVA INVECCHIATI, SI, MA SOLO DI DIECI ANNI

 Da stasera per tre giorni torna al cinema per il suo decimo anniversario Interstellar,


il filmone di Christopher Nolan dove Matthew McConaughey, siccome la vita sulla terra sta diventando difficile, parte, in cerca di risposte e nuovi orizzonti, per un viaggio nello spazio dove il tempo scorre in un modo diverso dalla terra (si, come nei sogni di INCEPTION, ma con il parametro opposto) e quindi, quando torna, trova tutto un po' cambiato, anche sua figlia adolescente, ma nel frattempo gli verranno chiariti certi fatti strani che accadevano in casa sua prima della sua partenza. 
Amato da molti e criticato da altrettanti, ed anche l'ultimo con la partecipazione di Michael Caine che è stato un punto fisso, quasi un feticcio per il regista fino ad allora, per me rimane ancora uno dei film buoni di Nolan che "arruolerà" anche l'idolo delle teenagers Harry Styles in Dunkirk

(nessuno mi toglie dalla testa che anche Leonardo DiCaprio lo avesse ingaggiato a causa di una certa auto-somiglianza), e che invece poi la farà un po' fuori dal vaso con TENET e arriverà pure ad annoiarmi leggermente con OPPENHEIMER (si, avevo preferito BARBIE nello scontro fra i due).

E comunque non posso non apprezzare un film dove c'è anche Anne Hathaway in tenuta da astronauta, eh... 

domenica 10 novembre 2024

IL VATICANO E LA MASCOTTE DI "LEGNO"

 Siamo a posto perché adesso abbiamo visto la "Luce", ma non quella dei Blues Brothers, bensì la mascotte del Vaticano nata per il Giubileo del 2025.


Si tratta di una bambina kawaii (espressione giapponese che significa tenero, carino) ispirata al mondo dei Manga con impermeabile giallo tipo Greta Thunberg o Georgie, il bimbo che fa una brutta fine all'inizio di It, se preferite,

ed è stata creata per Tokidoki da Simone Legno, designer romano che vive spesso in Giappone, appunto, e si è ispirato proprio a quel mondo anime che conosce bene. 
Nota curiosa è che sempre lui in passato aveva disegnato anche dei sex toys, ma vabbè... erano molto kawaii lo stesso anche quelli. 
Altra nota curiosa è che, con l'intelligenza artificiale, sono già apparse in rete numerose versioni diciamo alternative di Luce

di cui questa è la più casta. 
Eh, ma non è una novità, poiché già si usava fare questo procedimento nel mondo del cinema porno con le versioni osé di famosi film come Flash Gordon che era diventato Flesh (carne) Gordon

(con l'aggiunta del titolo italiano Andata E Ritorno Dal Pianeta Korno o anche Porno a seconda delle edizioni) con la particolarità che questo arrivava molto prima di quello musicato dai Queen (era il 1974), e anche con i personaggi della tv tipo Raffaella Carrà con la sua Maga Maghella di Canzonissima

che si vide uscire in edicola una serie di fumetti per adulti con quel nome anche se il personaggio era tutta un'altra cosa rispetto alla soubrette bionda e ne avevo parlato TEMPO FA
Il prezzo della popolarità è anche questo... 

sabato 9 novembre 2024

MEGHAN TRAINOR - TIMELESS: CURVE PERICOLOSE NELLO SPAZIO

 Per la musica del sabato, oggi propongo l'album di Meghan Trainor uscito lo scorso marzo dal titolo Timeless.



Disco che, a mio parere, vale la pena di guardare appunto sia davanti che dietro, e anche, volendo, nella versione deluxe.

Qui la nostra bionda amica curvy pare aver perso qualcosina in fatto di peso (è così infatti) e, per un attimo, apparentemente anche in fatto di verve perché in apertura del disco non ho sentito quella spensieratezza di canzoni yeye sue del passato tipo Made You Look e All About That Bass. 
La ragazza sembra essersi diretta in parte verso la tendenza delle "bitches" (nel senso buono) contaminando le sue canzoni di r'n'b e hip hop, che comunque tutto sommato non guastano.


Questo lo si sente appunto in apertura con TO THE MOON dal videoclip fantascientifico dove Meghan appare in formissima con diversi outfit e con diversi ospiti tra i quali suo marito, suo figlio e l'attrice comica Niecy Nash pure lei curvy e in outfit notevole.
La canzone era già stata messa in versione strumentale in coda al precedente video di BEEN LIKE THIS

(mentre scorrevano i titoli di coda come in un film), dove è ospite TPain che forse lo si può notare fra uno schiaffetto e l'altro sui fondoschiena. 
In WHOOPS, il terzo singolo estratto, invece c'è solo lei in scena moltiplicata a fare la bad girl spaccatutto.

Alla fine dell'ascolto quindi mi sono accorto che quello smarrimento iniziale per fortuna era solo un'impressione perché subito in ogni canzone ci ritrovo sempre quella Meghan che conosco, quella dai ritmi vintage e quindi capisco che nel suo caso si tratta di evoluzione, di apertura verso altri mondi la sua, e ci sta benissimo, ma dico anche "basta perdere peso eh..." che anche in questo senso ci sta benissimo così la Meghan. 

venerdì 8 novembre 2024

ETERNO VISIONARIO: CHE CI FA PIRANDELLO TRA GODZILLA E LA MARVEL?

 Arriva oggi qui sul blog non a caso l'ultimo film diretto da Michele Placido, Eterno Visionario, che racconta Luigi Pirandello nel pubblico e in particolare nel privato.


Non a caso poiché oggi, 8 novembre, cadono i novant'anni dell'assegnazione del Premio Nobel per la letteratura al famoso drammaturgo. 
Certo può fare fare specie parlare di Pirandello in un blog dove ieri c'era un robot della Marvel/Disney, e prima ancora Godzilla, e ancora prima una spia di fantasia, per non parlare della settimana horror dedicata ad Halloween. 
Ma, pensandoci bene, perché no? 
Dopo la VERSIONE FANTASIOSA di due anni fa con un perfetto Toni Servillo e il duo Ficarra & Picone, nel film di Placido, presentato in anteprima alla Festa Del Cinema di Roma e distribuito da ieri nelle sale, lo scrittore è interpretato da Fabrizio Bentivoglio che, grazie al trucco, gli diventa davvero molto simile, mentre Toni già lo è di suo. 
Qui si vede Pirandello che si sta recando in treno a Stoccolma per ritirare il Nobel e, durante il viaggio, ricorda in flashback i momenti della sua vita, espediente questo ormai molto usato, specie nei biopic, per non stare legati ad un rigoroso ordine cronologico degli eventi e che permette quindi di saltare a piacimento nelle vicende. 
Ricordiamo che Pirandello raggiunse la popolarità grazie a Il Fu Mattia Pascal del 1904, di cui si racconta l'abbia scritto durante le veglie alla moglie paralizzata alle gambe, libro che è stato trasposto due volte in bianco e nero in pellicola tra gli anni 20 e 30, di cui la prima versione era un film muto.
Qui invece abbiamo sia il colore che il sonoro con la COLONNA SONORA degli Oragravity,

ovvero il duo italiano composto da Umberto Iervolino e Federica Luna Vincenti e ideato dal manager Raffaele Chiecchia, che sottolinea le immagini del film con suoni ambient, elettronici, classici dall'effetto un po' straniante che sembrano ispirati a cose come quelle dei Sigur Ros. 
Cinema e musica del 2024. 

giovedì 7 novembre 2024

BIG HERO 6: ALLA DISNEY PIACEVA GIÀ LA MARVEL

 Qualcosa doveva essere già lì da un po' che bolliva nella pentola della Disney dato che nel 2004 erano già arrivati Gli Incredibili, film chiaramente ispirato ai supereroi dei fumetti tipo I Fantastici 4, e dieci anni dopo nasceva la prima vera collaborazione con la Marvel acquistata dalla Casa Del Topo nel 2009, ma per il momento si trattava ancora di un prodotto animato, cioè il genere che ha reso famosa la Disney degli anni d'oro. 


Era infatti il 7 novembre del 2014 quando usciva negli States Big Hero 6 che era un film appunto animato prodotto da John Lasseter (Toy Story, Gli Incredibili) per la Disney Animation Studios che si basava su una serie di fumetti Marvel. 

La storia parla di ragazzini nerd che diventano una squadra di supereroi aiutati da Baymax, un buffo robot pacioccone che da noi parla con la voce di Flavio Insinna.

Hiro, il giovane protagonista invece è stato doppiato dal figlio di Robin Williams... versione italiana, cioè Arturo Valli, figlio di Carlo Valli. 
Molto molto divertente secondo me ed è la conferma che se c'è di mezzo Lasseter il prodotto vale sicuramente la pena di essere visto. 
In Italia arriverà lo stesso anno già per le feste di Natale il 18 dicembre e si prenderà l'Oscar nel 2015 come miglior film animato. 
E comunque, per chi non l'avesse visto all'epoca, è su Disney +. 

mercoledì 6 novembre 2024

QUEL SETTANTENNE CHIAMATO GODZILLA

 Eccoci qua ormai all'habemus president, e c'è chi è contento e chi no, tipo Jennifer Lopez e Harrison Ford che si erano schierati per Kamala Harris (a proposito dell'ex Indiana Jones, su Apple Tv+ stanno uscendo gli episodi della seconda stagione di SHRINKING, ancora più cinica della precedente), mentre in questo 2024 un gigantesco e amatissimo mostrone, forse quasi il più famoso del mondo, quello modificato dalle radiazioni atomiche e chiamato Godzilla, ha appena compiuto la scorsa domenica 70 anni.


Per la precisione era il 3 novembre del 1954 quando arrivava nelle sale giapponesi il primo film in bianco e nero diretto da Ishiro Honda, pellicola che doveva essere la risposta giapponese al King Kong americano, inventando così, fra una cosa e l'altra, anche il genere kajiu. 
King Kong in persona... ehm... in gorilla poi dividerà la scena con la maxi lucertola preistorica in alcuni film successivi sempre giapponesi, tra i quali anche uno in cui il gorilla è un robot gigante, e anche più di recente, quando la saga passerà in mano agli americani, succederà che i due si scontreranno. 
Ma i furbissimi orientali, per facilitare la distribuzione all'estero, già settant'anni fa mettevano nei film di Godzilla anche attori americani con parti più o meno importanti come anche in questo primo episodio che due anni dopo, per arrivare in America, venne sforbiciato in parecchie scene sostituite da altre recitate appositamente ex novo da Raymond Burr che interagisce con gli attori giapponesi per rendere credibile il montaggio finale.

Tecnica questa usata anche per le serie dei Power Rangers che abbiamo visto 20 anni fa in Italia dove le scene dei combattimenti con i costumi erano quelle originali nipponiche, mentre poi gli attori orientali nelle sequenze "in borghese" erano sostituti da altri americani con un abile "taglia e cuci". 
Passerà ancora un anno e nel 1957 questa versione giappoamericana arriverà anche in Italia dove Burr sarà doppiato da Emilio Cigoli,

voce storica del cinema con più di diecimila film in oltre quarant'anni di doppiaggio. 
All'inizio il nostro gigante, che in originale si chiama Gojira (tradotto sarebbe più o meno tipo "gorillabalena"), è una minaccia da combattere, la personificazione della violenza e dell'odio contro l'umanità, ma dai film successivi, un po' come succederà in Terminator, diventerà un difensore del pianeta.
Anche se non viene citato nel titolo del film (nemmeno in quello originale), lo vedremo anche in L'INVASIONE DEGLI ASTROMOSTRI, il sesto sequel sempre diretto da Honda nel 1965 e distribuito in Italia qualche anno dopo dalla Titanus che in quel periodo, avendo fiutato il filone proficuo, stava facendo man bassa di cinema orientale tra mostri e wuxia, compresi quelli con Bruce Lee.

Nato in Giappone come film per adulti, per cui un prodotto anche abbastanza violento, in seguito sarà edulcorato per permetterne la visione anche ai bambini che mostravano di apprezzare molto quel genere kajiu e, non ultimo, anche per il motivo del merchandising nel quale i giapponesi sono sempre stati avantissimo e lo sono tuttora. 
La saga di Godzilla poi è stata rinnovata, come dicevo sopra, in versione stelle e strisce prima da Roland Emmerich e, più di recente, da Gareth Edwards con una nuova serie di film che hanno pure avuto un ottimo riscontro di pubblico. 
Se poi vi capita di passeggiare per Tokyo, potrete vedere l'amico mostro spuntare da dietro uno dei tanti palazzi della città che tante volte ha raso al suolo per sconfiggere gli altri mostri cattivi.


Ho avuto in passato anche un gioco per la PlayStation in stile picchiaduro dove Godzilla combatteva contro tutti i mostri avversari della saga facendo naturalmente anche i soliti danni alla città. 
Da notare, nella serie dei film giapponesi, che Godzilla all'inizio emetteva una specie di raggio di energia atomica dalle fauci,

mentre in seguito, per economizzare l'effetto speciale, tale raggio diventerà un più semplice getto da lanciafiamme tipo drago. 
Per questo ora mi sorge il dubbio che forse, per il suo compleanno, sia meglio che Godzilla si astenga dal soffiare sulle 70 candeline. 
E cento di questi giorni!!!