lunedì 4 ottobre 2021

GUNPOWDER MILKSHAKE: COPIATURA O CITAZIONE?

 Quale sarebbe il sottile confine che separa copiatura e citazione? Tarantino copia? O cita i suoi miti con i quali è cresciuto? No, perché le critiche che sono piovute su questo film di Navot Papushado, nome che non imparerò mai a memoria, vertono tutte sul fatto che il film è un frullato (milkshake, appunto come il titolo) di situazioni già viste in tanti altri film dove si spara e ci si mena come se non ci fosse un domani.


Ora premetto che questo NON è un capolavoro senza ombra di dubbio, ma per me già un film dove ritrovo la Amy Pond di Doctor Who, cioè Karen Gillan, stavolta non infagottata negli abiti di IL RICHIAMO DELLA FORESTA, in compagnia di Michelle Yeoh, Carla Gugino, Angela Bassett e Lena Headey che randellano tutte senza problemi di età (cioè le più mature stanno tra i 50 e 60 anni, perciò ok, stunt women a manetta) e maneggiano armi come fosse la cosa più normale del mondo, beh quello è già un buon incentivo per vederlo.
(no... Non ci si vede doppio... Anche Karen ha la sua bella stunt woman fotocopia) 
Poi mettici i colori sgargianti che già dalla locandina lo fanno sembrare un film tratto da un fumetto (e invece non lo è) e aggiungi le musiche originali di FRANK ILFMAN
che sembrano dei campionamenti di brani di Ennio Morricone montati ex novo (e forse lo sono davvero), tipo quello che accompagna la scena al bowling che è parente stretto dell'ESTASI DELL' ORO REMIXATA
usata in un noto spot TV (basta confrontarli e voilà), tutto questo secondo me non vuol dire copiare, ma sempre citare come Tarantino fa ormai da sempre e lo osanniamo per questo.

Ci mettiamo un pochino di John Wick con una tavola calda anni 50 dove la malavita si incontra regolarmente oppure la libreria che ti rifornisce di "armi... Tante armi... " 
Ma non era Matrix? 
No... JOHN WICK 3 utilizzava ancora proprio questa frase pronunciata di nuovo da Keanu Reeves con QUEL sapore di dejavu. 
Ma chiaramente per citare, non per copiare. 
Per caso Rodriguez faceva sparare in volo Banderas mentre si tuffava nel vuoto? Bene, ce l'abbiamo anche qui:

Vuoi citare Leon di Besson? E allora ci mettiamo anche che la killer spietata si porta appresso la piccola orfana (Chloe Coleman),

e se non basta metto sul piatto anche Zack Snyder nella scena (bellissima) della sparatoria al diner tutta al ralenti con gli Animals che fanno una cover di It's Allover Now Baby Blue di Bob Dylan.

Cosa mi fa propendere sul fatto che siano citazioni e non scopiazzature? Francamente se fosse copiare sarebbe davvero troppo, cioè dall'inizio alla fine, e mi riesce difficile pensare che per un regista che aveva diretto in precedenza Big Bad Wolves si sia reso necessario fare una serie di fotocopie e rilegarle tutte insieme in una brochure elegante e patinata. 
No, non lo credo. Credo piuttosto davvero al voler omaggiare tutta una serie di pellicole che hanno fatto la storia del cinema (anche tamarro) senza prendersi troppo sul serio, e se sono ingenuo allora mi piace farmi fregare così. 
Paul Giamatti si porta a casa le sue scene lunghe più o meno tanto quanto come in JUNGLE CRUISE, cioè poco, e tutto il baraccone diverte il giusto per farti passare quasi due ore durante le quali non mi sono annoiato per niente. 
Solo un dubbio ho avuto quando Sam (Karen) con le braccia paralizzate riesce comunque a premere il grilletto, o forse lo riesce a fare grazie alla forza centrifuga delle rotazioni col busto... Beh, ogni tanto bisogna prendere le cose così anche in film ben più importanti eh... 
Perciò dai, questo film prodotto da Netflix, ma distribuito su Prime Video (non so il perché), in fondo non è proprio così male, e lo dico io che quando c'è da parlare male di un film o di un programma tv o di qualche cantante non mi risparmio, ed ho parlato male di parecchie cose e continuerò a farlo senza vergogna alcuna. 

2 commenti:

  1. Io sono una di quelle che non l'ha apprezzato granché, nonostante adori il genere. Pur con alcune sequenze pregevolissime, l'ho trovato troppo lungo, noiosetto, con la protagonista stranamente poco carismatica.

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    1. Eh ma io sono di parte perché per Karen ho un debole... Sono un whovian...

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Tengo sempre pronto il blaster.