Lo devo ammettere di essere stato del tutto ignorante su questa ricorrenza (come d'altronde anche su quella di ieri), ma esiste ed è la Festa Dei Fratelli che in Europa cade oggi 31 maggio, mentre a livello mondiale e in particolare negli States, dove è nata, viene festeggiata il 10 aprile.
Diciamo che è un'altra di quelle cose filoamericane che ci sono arrivate dopo aver adottato anche Halloween, ma negli stati a stelle e strisce ha un significato diverso perché nata dall'idea di Claudia Evart per ricordare suo fratello e poi diventata una vera ricorrenza. Fratelli che comunque nella musica fanno spesso faville come i gloriosi BEE GEES, dei quali ormai è rimasto in vita solo Barry, oppure i JACKSONS, trampolino di lancio per il futuro Re del Pop Michael (Madonna che vintaggio il video!!!), passando per i BEACH BOYS dove i fratelli Wilson hanno segnato l'epoca del surf americano, mentre l'Australia oltre ai falsetti dei fratelli Gibb diventa rockettara vantando altri due fratelli cioè i fratelli Young degli AC/DC. Sempre americani, ma di chiare origini calabresi i fratelli Porcaro pure loro ormai decimati dopo aver fatto parte dei TOTO. Fratelli/coltelli invece i Gallagher degli Oasis e anche Paola & Chiara, che annoverano entrambi clamorose litigate e furbe reunion.
Rimanendo in Italia invece sono stati sempre separati artisticamente, salvo rare eccezioni, i fratelli Bennato, ma fortunatamente non per liti interne. Nel mondo musicale più recente, quello della trap, abbiamo Mara Sattei e Thasup, ovvero i fratelli MATTEI che oltre alle rispettive carriere da solisti hanno anche inciso un intero album in coppia.
E poi ci sono i Gibson Brothers, le Sister Sledge, i Verdena, i Jonas Brothers, gli Hanson... e molti altri.
Beh... direi che per la musica del sabato in versione fratellanza oggi siamo a posto.
Attenzione perché oggi è la Giornata Mondiale Della Patata, proprio il buon tubero multiuso buono fritto, bollito, in purè e in mille altre versioni che ha avuto anche la sua controparte animata in Toy Story con il personaggio scomponibile di Mr. Potato.
Ricorrenza questa istitituita ufficialmente dalla FAO e che qui dalle mie parti scelgo di "festeggiare" con una poesia di Vincenzo Buccella intitolata appunto "LA PATATA"
"Sia benedetta la patata ed il buon Dio che l'ha creata.
In natura la regina, in tutto il mondo si cucina.
Novella oppur d'annata da bianchi e neri è apprezzata, e non ci vuole una gran scienza per dir che non ne puoi star senza.
Ma c'è qualcuno, a dire tutto, cui non piace questo frutto preferendo, lui meschino, un bel turgido zucchino.
Noi non tange questa cosa che abbiam preso come sposa una donna preparata a cucinarci la patata.
Paffutella e delicata non fa male la patata, preparata a tutte l'ore, con licenza del dottore, e stuzzicante aperitivo o rilassante digestivo.
Ogni tipo di patata è da noi ben'accettata, ma tra l'esotica e la nostrana preferiam la marsicana, col gusto sapido e genuino della terra del Fucìno."
Ecco, aldilà di facili battute a doppio senso che fra patate paffutelle e turgidi zucchini potrebbero benissimo arrivare, questo è oggi un piccolo angolo di poesia senza nulla togliere a MADAME VERDURIN molto più ferrata del sottoscritto su questo argomento artistico che, come dettato dalle mie caratteristiche, posso affrontare solo in codesto modo.
Sessant'anni fa, precisamente il 26 maggio del 1965, iniziava la prima edizione dei Giochi Senza Frontiere, uno dei programmi cult della televisione italiana, un'altra tv molto diversa da quella attuale.
Personalmente collego tali giochi al countdown dei giudici Guido Pancaldi e Gennaro Olivieri che con il loro “Attention... troix, deux, un” seguito dal trillo del fischietto, facevano partire la gara del momento dove c'era la particolarità che se una squadra si sentiva particolarmente forte in quella prestazione, spesso ostacolata da pupazzoni giganti e costumi ingombranti, ma divertenti, poteva giocare il Jolly che raddoppiava i punti totalizzati.
I due suddetti giudici sono quelli nella foto con le giacche chiare.
E poi c'era il Fil Rouge che ogni squadra invece doveva affrontare singolarmente tra un gioco di gruppo e l'altro.
Giochi, si, ma erano in realtà vere prove che, per essere eseguite, richiedevano una preparazione atletica non da poco.
Oltre a quanto ho scritto sopra, la mia memoria mi lega anche ai presentatori che erano negli anni 70 Giulio Marchetti e Rosanna Vaudetti,
quest'ultima anche signorina buonasera cofanata che ti annunciava i programmi della serata, ma non dimentichiamo che la primissima edizione era condotta da Enzo Tortora con il già presente Marchetti.
Ovviamente in quegli anni per la tv italiana era tutto in bianco e nero, seppure il programma fosse già trasmesso a colori per le altre nazioni a partire dal 1973, ma c'era dentro una specie di magia che ti faceva percepire ugualmente quegli stessi colori delle scenografie che c'erano sul campo di gioco.
Programma nato in Francia, come probabilmente si capiva appunto già da molte parole precedenti, per iniziativa dell'allora presidente Charles De Gaulle per cementare o perlomeno buttare le basi di una Unità Europea che in futuro diventerà realtà, manteneva lo stesso titolo tradotto in ogni lingua dei paesi europei partecipanti, tranne che per il Regno Unito dove era chiamato It's A Knockout, cambiando anche la sigla, ma sappiamo bene quanto siano fatti a modo loro i britannici già dal modo di guidare al contrario.
Negli anni 80 venne sospeso poiché molti Paesi non avevano più intenzione di partecipare per questioni economiche, ma i telespettatori chiamavano lo stesso a gran voce i Giochi, perciò il programma tornerà un po' raffazzonato negli anni 90, nel senso che non tutte le grandi nazioni erano presenti e così, per fare numero, erano entrate in gioco le rappresentanze della micro repubblica di San Marino, insieme a quelle di Malta, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovenia che successivamente entreranno a far parte dell'Unione Europea.
Tra gli altri presentatori che portarono avanti i giochi ci sono stati lo storico e ironico Ettore Andenna, il simpaticissimo Claudio Lippi, l'iper entusiasta Milly Carlucci e persino... Harrison Ford, o meglio, la sua voce italiana, ovvero Michele Gammino. Oltre alla famosa marcetta che era la SIGLA dei giochi su immagini animate, pure Peter Gabriel ha fatto una citazione/riferimento al titolo del programma, nominando nel testo anche il titolo inglese, con quel suo singolo GAMES WITHOUT FRONTIERS dove nei cori c'è anche Kate Bush che ripete lo stesso titolo, ma in lingua francese.
Una canzone questa che parla di guerra e diplomazia parafrasando i giochi da bambini, e vinile da 7" che orgogliosamente possiedo e dal quale mai mi separerò, anche perché sul lato B c'è la versione di THE START/I DON'T REMEMBER leggermente diversa da quella dell'album (il suo terzo da solista) e sostanzialmente differente da quella che era stata pubblicata su un'altra edizione in 45 giri dell'ex Genesis uscita nel 1983 a supporto del doppio Peter Gabriel Plays Live.
Compie oggi 80 anni Patch Adams, il famoso medico-clown che ha inventato appunto la clown-terapia per rendere migliore la degenza ospedaliera ai piccoli pazienti.
Il suo esempio sarà poi seguito in tutto il mondo, anche in Italia, da associazioni di animatori clown che portano la loro opera negli ospedali.
Inutile dire che un tale personaggio, per raccontarlo in un film, non poteva che essere interpretato da Robin Williams anche se fisicamente non ci azzecca nulla di nulla,
ma in questo caso, con il compianto ex MORK, siamo ben oltre al solito effetto Tale E Quale Show spesso ricercato nel cinema.
Oltre ai clown adesso negli ospedali è possibile anche incontrare i supereroi come Batman, Spiderman & Co., anche loro presenti in tali situazioni a scopo benefico con fisici ultra palestrati sotto le tutine aderenti.
Insomma siamo di fronte a tutt'altra storia rispetto a CERTI CLOWN cattivelli di Stephen King...
Harold è un personaggio di un libro per l'infanzia che con il suo pennarello magico disegna cose che diventano reali.
Fin qui tutto bene, ma le cose diventeranno invece complicate quando Harold uscirà dal libro insieme ai suoi due amici Porcospino e Alce che, nel mondo reale, prenderanno un aspetto umano.
Non è la prima volta che un libro, un cartone, una favola vengono tradotti in film, per cui ero ben disposto verso questa pellicola dove Harold è interpretato da Zachary Levi,
l'ex Chuck della serie tv e ultimamente abbonato al ruolo di SHAZAM.
Ecco, Zachary rifà praticamente Shazam con quel suo modo di fare bambinesco portato qui fin troppo sopra le righe tanto da risultare irritante.
E meno male che nel film c'è anche Zooey Deschanel che adooooro,
così sono riuscito ad arrivare alla fine altrimenti avrei mollato tutto dopo nemmeno la metà del minutaggio.
Cioè non è un film bruttissimo, però non me lo aspettavo così tanto per bambini, ecco, in un mondo dove anche certi film per l'infanzia sono fatti in modo da piacere anche agli adulti.
Così, se capitate su Prime Video, adesso perlomeno sapete di cosa si tratta.
L'Antici----pazione mostrata qui sopra vi sta facendo fremere?
È possibile quando si parla dell'anniversario per i 50 anni del The Rocky Horror Picture Show che tornerà nei cinema restaurato in 4k Ultra HD.
Film questo basato sull'opera rock di Richard O'Brien (della prima uscita teatrale ne avevo parlato approfonditamente TEMPO FA) e pellicola che con il tempo è diventata un vero cult da proiezioni a tarda notte con il pubblico che interagisce con le immagini (e Minecraft levati).
Progetto questo del restauro durato 10 mesi e curato dalla Disney per rendere al meglio le immagini (se lo conoscete saprete che i colori originali non sono molto brillanti) lavorando anche sull'audio rielaborato in Dolby Atmos.
Adesso non devo certo raccontare la trama del film diretto da Jim Sharman anzi, se non lo conoscete allora dovrete fare una penitenza tipo, chessó, guardarvi tutti i film di Boldi e DeSica di filato in una botta sola.
Anniversario questo con "Antici----pazione" perché la data di uscita non è ancora stata comunicata, ma probabilmente sarà per la fine dell'estate dato che il film originale usciva il 14 settembre del 1975 in UK e il 26 negli States, mentre da noi, senza mai aver subito alcun doppiaggio italiano, arriverà l'anno dopo il 19 agosto.
Date queste che purtroppo non sono del tutto precise a seconda delle fonti.
Ma che ve lo dico a fare, tanto sono sicuro che in VHS, DVD o Blu-ray (o anche il rarissimo disco in vinile) è già presente in tutte le case di chi sta leggendo.
E se ancora non è così dico solo: "Don't dream it, be it!".
Quarto capitolo delle avventure di Bridget Jones dal titolo Un Amore Di Ragazzo,
dove la nostra amica ha due pargoli ed è vedova di Mark (ma Colin Firth appare ogni tanto nell'immaginario).
Non è male, ma l'atmosfera divertente del primo e secondo film qui latita se non per le sequenze dove torna Daniel (Hugh Grant) davvero le migliori del film e te ne accorgi anche dai titoli di coda dove, mentre scorrono, si vedono le scene dei film precedenti.
Peccato perché dai titoli di testa (che arrivano molto avanti) con Modern Love di David Bowie pareva cominciare molto bene.
Inaomma, un po' meglio del moscio terzo episodio, ma forse il brodo si sta un po' allungando...
Durante la settimana passata ho voluto a tutti i costi ascoltare per intero il nuovo disco solista Funny Little Fears di Damiano David,
poiché i due singoli che lo hanno preceduto, cioè BORN WITH A BROKEN HEART e NEXT SUMMER sono stati entrambi una gradevole sorpresa. Ed ho constatato così che anche l'intero album non fa una piega, così pop leggero com'è con un occhio agli anni 90, i quali stanno tornando celebrati un po' come nella scorsa decade abbiamo tutti vissuto nella nostalgia dei fantastici anni 80. Damiano, con tanto di allitterazione nel nome come gli eroi Marvel, qui si distacca completamente dal sound dei Maneskin, quel sound che dal vivo è vero che ti fa saltare e pogare, ma ad ascoltare il disco tipo in casa o in macchina ti viene un nervoso (ne avevo GIÀ PARLATO) perché le canzoni, ballad escluse, sono tutte uguali fatte per fare sì che Victoria vada avanti e indietro per il palco imbracciando il basso mezza nuda.
Ecco, qui nel disco di Damiano solista c'è molto di più che le poppe della biondina, c'è una ricerca dei suoni e degli arrangiamenti molto più curata che magari non lo rende certo un capolavoro campione di vendite, ma lo fa ascoltare con piacere anche se i Maneskin vi sono sempre stati sulle balle.
Provare per credere.
Con un solo piccolo dubbio legittimo sull'ESECUZIONE LIVE di Born With A Broken Heart al Festival Di Sanremo portata sul palco un tono sotto rispetto alla versione di studio, e per questo motivo (fateci caso) risultava un pochino spenta, mentre sul disco nello stesso brano Damiano si esibisce in acrobazie vocali non da poco.
Ecco, una prova integrale live potrebbe dare la conferma oppure ribaltare il risultato come nei programmi di Alessandro Borghese...
Ecco il post slittato di una settimana per lasciare spazio alla kermesse canora più pazza del mondo, ed è quello che riguarda Prime Video, la quale va sicuramente orgogliosa di questo nuovo film realizzato in tandem con la Metro Goldwin Mayer dal titolo G20,
film con protagonista il premio Oscar Viola Davis che ci crede moltissimo e infatti partecipa personalmente alla produzione.
Viola qui fa la parte di una presidentessa americana donna con marito e figli, un po' come se le elezioni le avesse vinte Kamala Harris, che forse dalle parti di Amazon un po' ci avevano creduto, ma tant'è...
Fatto sta che alla classica riunione dei grandi potenti della terra, cioè il G20 del titolo dove stavolta, per far vedere che è un film attuale, che sta sul pezzo ed è "gggiovane", si parla di cryptovalute, succede che un tizio che in pratica è Patriota dei Seven, perché è interpretato da Antony Starr,
psicopatico uguale, ma con la barba che sennò era troppo una fotocopia, ti organizza bello bello un attentato/rivolta contro questi grandi.
Ma la presidentessa ha dalla sua un passato militare che Soldato Jane levati e non sarà facile domarla.
Bene, le premesse c'erano e magari se il progetto lo prendeva in mano la Marvel poteva uscirci anche un film discreto.
Ho citato la Marvel non a caso poiché nel film oltre a venire nominata esplicitamente Wakanda, c'è anche Clark Gregg,
ovvero l'agente Coulson dello S.H.I.E.L.D.
Tuttavia il problema più grosso sono proprio le scene action perché non ci si capisce letteralmente un tubo e capirai che in un film così la parte action deve valere almeno il 50 per cento.
Così, durante ste benedette scene, ti devi solo mettere l'animo in pace e pensare che sta succedendo qualcosa aspettando che la finiscano di randellarsi.
E tutto sommato sui dialoghi al limite del luogo comune si può anche sorvolare, dato che non è quello il problema più grosso in film come questi come anche The Rock sa bene (difatti si parla di famiglia anche qui come con Dwayne Johnson e Vin Diesel).
Ah... infine, come sempre quando fa capolino, Hal Yamanouchi
mi fa scappare la risata poiché anche qui presta la sua voce da spot Suzuki al personaggio orientale di turno, cioè il presidente sudcoreano.
Altra chicca di doppiaggio (pessimo) è quello della nostra Sabrina Impacciatore su sé stessa.
Insomma, l'idea era buona, ma poteva essere sviluppata molto meglio.
Diciamolo subito che la caratteristica de L'Eternauta non è mai stata la dinamicità del racconto dato che si dipanava settimana dopo settimana sulle pagine della rivista di fumetti Lanciostory un pezzettino alla volta, per cui restavi sempre lì con la storia sospesa che non finiva mai, mentre, da parte mia, ho sempre preferito le letture autoconclusive, anche solo per non sentirmi obbligato a comprare tutti i numeri in uscita.
Fatto sta che Netflix ne ha realizzato una serie live action rispettando in pieno la lentezza del racconto gravato anche da una recitazione da telenovela, forse anche perché siamo in Argentina e lì funziona così.
La storia è infatti ambientata a Buenos Aires colpita da una misteriosa nevicata letale che fa fuori gli esseri umani tranne pochi sopravvissuti e fra questi c'è appunto il nostro Eternauta.
Se le risorse tecniche per creare la Buenos Aires deserta sono altamente tecnologiche con quei nuovi maxischermi usati anche per THE MANDALORIAN (ma anche per IN VACANZA SU MARTE con Boldi e DeSica) dove vengono usate vere immagini della Buenos Aires deserta durante il Covid-19, tutto il resto non mi sembra funzionare granché per i motivi già detti sopra.
Ma è già stato detto da altri che ci si deve leggere dentro la storia dell'Argentina perché riferimenti, se la si conosce, se ne trovano molti.
Peccato che in storia io sia un po' capra... e comunque, anche sotto forma di fumetto,
non è mai stato uno dei miei preferiti per cui, in fondo in fondo, io non me l'aspettavo poi molto diverso da come è stato realizzato.
Cinema e sport a volte si sono incontrati come nel caso di Nino Benvenuti, campione leggendario di pugilato che è mancato ieri all'età di 87 anni.
La sua "carriera" cinematografica certo non è stata così gloriosa come quella sportiva, ma lo posso ricordare con piacere in quel film "poliziottesco" di cui avevo visto le riprese (avevo raccontato l'esperienza QUI NEL BLOG) dal titolo Mark Il Poliziotto Spara Per Primo
(come Han Solo, aggiungerei io) e secondo episodio della saga interpretata da Franco Gasparri, il divo dei fotoromanzi.
Anche se non ho scritto l'anno del film, dovrebbe essere evidente guardando i jeans a zampa di Franco nella locandina.
Qualche anno prima invece Nino era stato su un set western con l'amico Giuliano Gemma per il film Vivi O Preferibilmente Morti
diretto da Duccio Tessari e con Oreste Lionello che lo doppiava e dove qui l'outfit invece era il classico che si vedeva in quel filone cinematografico caro a Sergio Leone.
Nel 2008 poi ha partecipato come consulente e attore nel film Carnera - The Walking Mountain, apparendo anche in alcune fiction televisive parallelamente al ruolo di commentatore nei programmi sportivi.
Oggi abbiamo qui un film premio Oscar, ovvero Kramer Contro Kramer che fece incetta di statuette nel 1980, premiando sia la pellicola che i protagonisti Dustin Hoffman e Meryl Streep.
La storia racconta di una coppia con un figlio dove lei ad un certo punto prende e se ne va per i fatti suoi in cerca di sé stessa (una scusa come un'altra), per poi tornare come se niente fosse dopo un po' di tempo durante il quale il Dustin si è dedicato anima e corpo a crescere il pargolo, ma con la conseguenza di gravi problemi sul lavoro derivati dalle attenzioni che doveva dedicare al figlio.
Il fatto è che adesso la rediviva madre (particolarmente lagnosa) pretende di avere lei la custodia del figlio come se niente fosse accaduto e da qui ti parte un drammone giudiziario diretto da una solida regia.
Difatti un'altra delle statuette era andata a Robert Benton, regista purtroppo mancato di recente a 92 anni, e che però, dopo questo, non ha poi avuto altri riconoscimenti con il ruolo di regista, ma solo come sceneggiatore nel 1984 per Le Stagioni Del Cuore (da non confondere con la più recente miniserie televisiva Mediaset con Alessandro Gassman e con lo stesso titolo che però non c'entra nulla), pellicola dove ha diretto Sally Field nel ruolo di una vedova coperta dai debiti e alle prese con una piantagione di cotone, e parte per la quale l'attrice ha preso pure lei l'Oscar.
Film del quale pubblico sia la locandina originale che la versione infame photoshoppata per il dvd (solita storia del voler rinnovare l'immagine a tutti i costi) e che nel cast comprendeva anche Ed Harris, John Malkovich e Danny Glover, cioè colui che nel giro di tre anni vedremo poi al fianco di Mel Gibson ad aprire la saga di Arma Letale.
Sempre per il mondo del cinema, ma stavolta italiano, segnalo la scomparsa di Franco Merli,
69 anni, attore scoperto giovanissimo da Pier Paolo Pasolini che lo scelse consigliato dal suo attore feticcio Ninetto Davoli e lo fece debuttare da non professionista (faceva di lavoro il benzinaio) ne Il Fiore Delle Mille E Una Notte.
Dopo quel film Franco era entrato poi nel cast de Le Collegiali dove recitava anche nudo e si dice che fosse proprio per tale motivo che Pasolini lo rivolle anche nel discusso Salò dove nudi maschili e femminili ce n'erano in abbondanza.
Franco in Salò, se avete avuto il fegato di vederlo, era il ragazzo con il collare da cane al quale veniva mozzata la lingua.
Comparirà poi anche in Brutti, Sporchi E Cattivi di Ettore Scola nel ruolo del giovane travestito.
Tuttavia, nonostante i nomi dei registi con i quali aveva lavorato (ma su Pasolini ho già espresso certi miei dubbi), non si può dire che Merli abbia avuto una grande carriera, anzi tutt'altro, e secondo molti furono proprio i ruoli da lui interpretati a portargli più danni d'immagine che profitti.
Gabry Ponte, colui che ha nel mondo portato il verbo di Blue Da Ba Dee Da Ba Daa vendendo millemila copie finisce ultimo all'Eurovision Song Contest?
Apriti cielo!
Scherzi a parte, nel perculare l'Italia e i suoi stereotipi probabilmente è rimasto più simpatico il caffeinomane Tommy Cash che, tra l'italiano maccheronico e i suoi balletti sgangherati, si è preso il terzo posto presentando una performance dinamica e divertente, mentre Gabry, se ricordate, aveva portato uno show ben più corposo alla selezione di San Marino con tanto di ballerine trecciate e di rosso vestite che replicavano il videoclip sul palco,
ma è anche vero che là nella piccola repubblica erano in undici, cioè sette più le quattro ballerine, mentre qui a Basilea invece c'era quel limite delle sette persone presenti sul palco.
Il nostro venerato Lucio Corsi si è dovuto accontentare della quinta posizione, ma raggiunta onestamente senza "fumi e raggi laser" (cit. Battiato) e ricevendo anche i complimenti di Ed Sheeran per la sua canzone
(che il rosso musicista stia meditando un duetto?) presentata leggermente modificata rispetto all' esecuzione sanremese, ma sempre con quel look glam anni 70, un incrocio tra i Kiss e David Bowie.
Degli altri ne avevo già parlato QUI, perciò non sto a ripetermi, mentre per il vincitore, rappresentante dell'AUSTRIA, non ho commenti da fare se non che avevo trovato la sua canzone una delle più noiose presentate a Basilea. Certo dietro c'è tutto un messaggio di sofferenza e poi il fatto che un uomo canti così come un contralto-soprano ha fatto sicuramente effetto, senza dimenticare che la canzone in tv è stata presentata in bianco e nero e si sa che, quando nel cinema vuoi fare il regista figo, devi fare una pellicola dal sapore vintage perlomeno a prima vista, come, per dire, Paola Cortellesi con C'È ANCORA DOMANI.
Ma è un attimo che, anche con il bianco e nero, finisci invece a fare una nuova Corazzata Kotiomkin e ti prendi quei famosi
che forse, secondo il rag. Fantozzi Ugo, non definiscono esattamente un capolavoro...
La nuova serie The Studio con e di Seth Rogen mostra curiosamente una situazione già vista nella prima stagione di Vita Da Carlo dove l'attore regista romano vorrebbe fare film impegnati e invece gli impongono solo prodotti leggeri al limite del cinepanettone.
Divertente comunque se si amano le cose che parlano del "backstage" e di tutte le peripezie che avvengono dietro alle produzioni, certo qui esasperate nello stile di Seth, che però, sotto sotto, forse non esagera nemmeno molto.
E poi fra gli interpreti ci sono anche Catherine O'Hara e Bryan Cranston...
È stata una settimana piena di musica questa e non solo per l'Eurovision Song Contest che stasera decreterà il vincitore.
Musica italiana infatti oggi come LA NOTTE DEI PENSIERI, canzone sanremese meravigliosa cantata da Michele Zarrillo che vinse con questo brano nel 1987 la sezione Nuove Proposte, e pezzo con quel sound internazionale un po' ispirato ai Foreigner, oppure LA NEVICATA DEL '56 della mai dimenticata MIA MARTINI, nonché MONDO, il primo singolo da solista del Pooh fuoriuscito (e poi rientrato) Riccardo Fogli. Queste canzoni, e molte altre, hanno in comune la firma (spesso condivisa con altri autori) di Luigi Lopez mancato la scorsa settimana a 77 anni.
Lui, noto anche come cantante, aveva in repertorio anche le sigle degli anime di Pinocchio che la tv mandava in onda negli anni 80 ed a tal proposito era stato ospite di un'edizione di Lucca Comics & Games.
Nome internazionale invece, ma sicuramente meno di rilievo per noi in Italia, quello di Jill Sobule deceduta a 66 anni nell'incendio della sua casa di Minneapolis.
Nonostante avesse in repertorio una canzone dal titolo I Kissed A Girl, non si trattava dello stesso brano di Katy Perry, e comunque probabilmente noi la conosciamo un po' di più per SUPERMODEL, canzone tratta dal film Ragazze A Beverly Hills.
Da ricordare anche José "Pepe" Mujiica, l'ex presidente dell'Uruguay scomparso pochi giorni fa ad 89 anni e persona di una semplicità unica, sempre vicino alla gente, rimasto ad abitare in una piccola casa, con la particolarità che devolveva in beneficenza parte del suo stipendio e famoso anche per il suo Maggiolone Wolkswagen anni 80
Oggi avevo già un altro post bello pronto dove avrei parlato gustosamente male di un nuovo film, ma, seguendo il mio istinto trash, ho preferito dare la precedenza ad una piccola, seppur doverosa, nota sulla seconda semifinale dell'Eurovision Song Contest dove,
tra abiti improbabili delle conduttrici, canzoni farcite di lamenti lancinanti e menate techno senza senso, fra quelli che hanno passato il turno ci sono il LUSSEMBURGO con la sua "bambolina" stivalata e forse la migliore delle canzoni che ho messo qui, la sensualità curvy e sfrontata (dalle origini italiane) di MALTA, che rimbalza sulla palla e tra le preferite di Big Mama come dichiarato da lei durante il commento con Gabriele Corsi, la FINLANDIA che presumo sarà ricordata esclusivamente per la sua rappresentante in perfetta tenuta da mistress sadomaso sopra ad un microfono gigante (qualsiasi riferimento fallico NON è puramente casuale) e, inspiegabilmente, anche la LETTONIA con le sei bellissime simil Wynx, ma della cui canzone tutta vocalizzi tribal/esoterici, come direbbe Mara Maionchi, non ho capito un c@##o.
Daredevil, quando in Italia era chiamato solo Devil,
era un fumetto che mi era capitato di leggere durante l'adolescenza perché prestatomi da un amico che era già in fissa con i super.
E mi era piaciuto pure un sacco quel supereroe non vedente, ma capace di tutto come i suoi colleghi più famosi tipo quello in tutina e ragnatele.
La serie attualmente su Netflix con la nuova stagione denominata Rinascita
invece non mi ha preso per niente, colpa forse della cupezza che la pervade nonostante gli attori facciano degnamente il loro dovere e tutti la elogino.
Certo che non è una serie leggerina perciò l'atmosfera cupa ci sta, tuttavia ultimamente patisco un po' tutto sto stile anche perché mi fa venire un sonno che non ti dico e non mi viene proprio altro da dire a riguardo.
Quello che recita il titolo, ovvero Un Film Minecraft, e non "IL FILM", è quantomeno ammonitorio, nel senso che, dopo questo, sarebbero previsti altri film tratti dallo stesso videogame, quello dove costruisci mondi cubici a tuo piacimento.
Il fatto è che di un altro film così francamente non ne sento troppo il bisogno.
Cioè, non è che sia brutto, anzi Jason Momoa e Jack Black sono divertenti come sempre e, specie il primo, lo aveva dimostrato più volte in passato che non è capace solo a fare Aquaman o il villain sopra le righe di Fast & Furious.
Però, sarà che del gioco non sono per niente appassionato, non l'ho trovato il film che i TG hanno presentato come un vero e proprio evento.
Quell'evento che in quella precisa scena fa interattivamente lanciare i popcorn come se si fosse alla proiezione del Rocky Horror Picture Show (piena solidarietà verso i gestori delle sale, poveretti).
Boh, certo è che Minecraft è rivolto a generazioni più "fresche" che riescono a cogliere tutte le citazioni presenti, quelle che ti fanno puntare il dito con il sorrisino, e proprio per questo motivo probabilmente io non le ho colte.
Si aggiunga poi il tremendo, terrificante, insopportabile doppiaggio fatto da Mara Maionchi sul personaggio che sarebbe il villain della situazione,
mentre a sorpresa è ancora accettabile Lazza che riesce perlomeno a non far capire che si tratta di lui.
Insomma "Un Film Minecraft", per me basta e avanza.