La canzone di Edoardo che citavo nel titolo del post era UN GIORNO CREDI, sicuramente la conoscete perché è una di quelle che se non la facesse in concerto non ce lo farebbero uscire vivo (la trovate comunque in coda al post), e la vedo bene per introdurre un altro bel film su Prime Video.
Si tratta di Inarrestabile, la storia vera di Anthony Robles (è vero, si pronuncia come Barney Rubbles dei Flintstones), nato senza una gamba, ma determinato a fare sport e sceglie di diventare un lottatore di wrestling, ma quello vero, non la messinscena coi costumi bizzarri tipo Undertaker.
Stranamente gareggia tra gli atleti normodotati e non nelle categorie per portatori di handicap e questo, dopo un inizio in cui nessuno credeva in lui anche tra il pubblico (la madre apostrofa duramente due ragazze che ridevano di suo figlio sugli spalti) porta invece alcuni a pensare che per la mancanza della gamba sia avvantaggiato poche l'avversario ha meno "appigli" a cui attaccarsi.
Minchiate sicuramente e, a proposito della madre, quando ho visto che era interpretata da Jennifer Lopez la pensavo poco credibile e invece alla fine si vedono i veri protagonisti
e qualcosina dell'ex di Ben Affleck (che produce il film) c'è.
Il padre di Anthony invece è interpretato da un odiosissimo e perfettamente in parte Bobby Cannavale che non vedevo in giro da un po' di tempo.
Film con la classica morale che se ci credi fino in fondo puoi arrivare dove vuoi ed infatti, almeno in questo caso, è vero.
Dal titolo originale Unstoppable mi aspettavo di sentire di nuovo la famosa canzone omonima dal tono epico di Sia che invece era già stata usata per un altro film a tema sportivo visto tempo fa e di cui presto o tardi parlerò (sempre su Prime Video).
Ed ecco, come promesso, anche la canzone di Edoardo Bennato eseguita dal vivo (e anche quella volta è andato tutto bene infatti).
Oh raga, ma sapete che giorno è oggi? È il 4 febbraio, e sicuramente quello del 1985 se lo ricordano in parecchi per una maxi super nevicata che aveva coperto Milano nei giorni precedenti.
Ma non solo per quel motivo tale giorno è da ricordare poiché quel 4 febbraio per la prima volta gli U2 si esibivano in Italia dopo la pubblicazione di UNFORGETTABLE FIRE.
La data, come si legge sul biglietto nella foto, era stata stabilità per la location del palasport, quello che sorgeva vicino allo stadio Meazza, ma quella neve caduta così abbondante aveva fatto parecchi danni in giro,
compreso lo sfondamento del tetto di tale struttura che non sarà mai più riparata, anzi verrà demolita.
Capitasse adesso una nevicata così ti parte subito una conferenza sul cambiamento climatico e l'allerta meteo bloccherebbe qualsiasi cosa.
Difatti l'organizzazione era finita subito nel panico perché le prevendite erano andate più che bene e l'unico posto dove poteva essere spostato il concerto era il Palatenda, con l'unico problema che la capienza era nettamente minore.
Così in barba alle regole di sicurezza che al giorno d'oggi non ti permetterebbero assolutamente di farlo, tutto il superfluo venne eliminato dal Palatenda per far posto agli spettatori e gli U2 poterono eseguire il concerto che verrà replicato nei due giorni subito successivi al Teatro Tenda di Bologna.
Per fortuna andò tutto bene, ma mi posso immaginare gli organizzatori tutta la sera con le mani nelle parti basse perché se qualcuno si faceva male sai che casino.
Pochi mesi dopo i quattro irlandesi avrebbero calcato quell'altro palco, quello del Live Aid, crescendo sempre di più arrivando l'anno dopo a quello che probabilmente è stato il top della loro discografia, cioè The Joshua Tree.
Comunque oggi cadono anche i 50 anni di Natalie Imbruglia, che con gli U2 non c'entra nulla, anzi, la bella australiana dopo il botto del primo album che conteneva la hit TORN (che rimane tuttora una delle canzoni top degli anni 90 e Valeria Rossi, quella di Tre Parole lo sa) non è mai più riuscita a fare di meglio, dedicandosi nel frattempo a cinema e soap opera con maggiori consensi.
Fatto sta che se siete stati a quel CONCERTO di Milano di 40 anni fa di cui esiste il bootleg di qualità pessima dove all'inizio Bono, già lungimirante, diceva in italiano che era la prima volta, ma non l'ultima, beh sappiate che avete contribuito anche voi a fare la storia.
La CANZONE di Roberto, tratta dal bellissimo album Samarcanda, e brano che trovate in coda al post non era stata scritta sicuramente per lui, ma fa lo stesso per fare gli auguroni oggi per i dieci anni di presidenza di Sergio Mattarella.
Era infatti proprio il 3 febbraio del 2015 il giorno del giuramento per l'insediamento ufficiale di Sergione che ha stabilito così, con il doppio mandato, il record per la più lunga presidenza della Repubblica Italiana (Napolitano c'era stato nove anni), superando perfino il brutto, difficile periodo del Covid durante il quale lo abbiamo anche visto col CIUFFO RIBELLE dato che nemmeno lui poteva andare dal barbiere tra tutti i divieti che c'erano e che a pensarci adesso pare una barzelletta.
E doppia presidenza che ha sorpreso pure lui quando, già bello pronto per godersi la pensione, si è visto RICHIAMATO IN CARICA.
Forse rimane lui il politico che infonde un po' di sicurezza in un'Italia dove tutti non aspettano altro che qualcuno faccia un mezzo passo falso per sputtanarlo in pubblico, tipo la Meloni e l'Albania per i migranti, oppure sempre Meloni con quella faccenda dell'aereo di stato usato per rimpatriare un personaggio pericoloso (ma ce lo metteresti tu tipo un Hannibal Lechter su un volo di linea tra i passeggeri???).
Ma lasciamo queste beghe a chi ne fa il suo pane quotidiano e, secondo me, vive anche male sempre lì a rodersi il fegato.
Cosa che invece pare non fare proprio Sergione con quella sua espressione serafica (lo trovo più lucido di Joe Biden e più con i piedi per terra di Donald Trump, per dire) al di sopra delle parti e che, anzi, sembra sorridere di quello che tutti stanno facendo sotto di lui. Continua così che vai bene...
Quella famosa storia di Balto e Togo, cani eroi che un secolo fa hanno portato attraverso miglia di ghiaccio e neve il vaccino contro la difterite che aveva colpito la piccola città di Nome in Alaska e rischiava di mietere tante piccole vite tra i bambini del luogo, si concludeva il 2 febbraio con Balto, cane che credevano buono solo per consegnare la posta in ambito locale, e che aveva invece percorso le ultime 53 miglia, mentre però Togo, diciamolo, si era già fatto un mazzo tanto durante le prime 290, e su come siano stati poi gestiti i meriti ne abbiamo già parlato in passato almeno UN PAIO DI VOLTE.
Fatto sta che quella vicenda epica ispirerà una corsa che va da Anchorage a Nome e che si tiene ogni anno in ricordo di quell'impresa.
Corsa che però si svolge in condizioni meno drammatiche poiché non viene fatta alla fine di gennaio, ma all'inizio di marzo, che comunque in Alaska rimane sempre un bel freschetto.
La corsa si chiama Iditarod ed era stata istituita nel 1973 quando ormai tali percorsi venivano già coperti dalle ben più pratiche motoslitte dato che anche i cani, seppure abituati alle temperature rigide, venivano sottoposti a dei tour de force troppo duri e anche nella vicenda di Togo e Balto furono molti gli esemplari che persero la vita sul tragitto.
Quindi amici animalisti state buoni che la tecnologia è venuta in soccorso ai nostri amici quattrozampe.
Dall'altra parte magari invece ci si lamenta che le motoslitte inquinano, e il buco nell'ozono, e il cambiamento climatico, e si stava meglio quando si stava peggio, e signora mia qui una volta era tutta campagna... o ghiaccio...
Tanto tempo fa... e non in una galassia lontana lontana, ma piuttosto in Italia, eravamo così "civili" che le donne, oltre a guadagnare meno di un uomo solo perché erano di sesso femminile, anche se facevano lo stesso identico lavoro, non avevano nemmeno diritto al voto.
Vero che adesso con una leader donna al governo e anche all'opposizione sembra strano?
Eppure giuro che era così e Paola Cortellesi questo trattamento "di sfavore" lo aveva raccontato nel suo film C'È ANCORA DOMANI.
Tuttavia tanti si stavano dando da fare negli anni per risolvere questa cosa che non era per niente carina, ma sempre senza risultato.
Finché non ti arrivano Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi che finalmente il 1 febbraio del 1945 riescono a far approvare il decreto legislativo che estendeva il voto alle donne maggiori di 21 anni con l'eccezione di coloro che erano schedate per attività illegali (leggi prostituzione).
Nel film infatti siamo nel 1946, il primo anno in cui le donne poterono recarsi alle urne.
Colgo quindi l'occasione per riconsigliare a tutti il film di Paola, con l'avvertenza di non farsi fuorviare da certe soluzioni sceniche come il balletto
(ha spiazzato un po' anche me francamente) perché nel film, per parafrasare il titolo, "c'è ancora dell'altro".