sabato 30 settembre 2023

MUSICA & VIDEO MOLTO AL FEMMINILE

 Vagando sul Tubo sarà capitato a tutti di cercare qualcosa e, per la legge della serendipità o degli algoritmi, va a finire che trovi tutt'altro, però comunque interessante come nel caso di Iggy Azalea e il suo nuovo singolo MONEY COME 


dove nel videoclip lei e le sue colleghe sono armate di fuciloni che trasformano tutti gli uomini in donne, che tanto già con il film di BARBIE abbiamo visto che il mondo è femmina e il maschio fa solo la figura del pirla.
Pezzo a suon di rap e genere che non posso dire di amare alla follia, ma fatto da una donna così grintosa me lo rende persino più piacevole come anche l'autotune che ritrovo in quest'altro singolo di qualche mese precedente invece che è di Kim Petras & Nicki Minaj ALONE

costruito sul campionamento di Better Off Alone, la hit del 1998 di Alice Deejay perfettamente riconoscibile, e che perlomeno porta una certa melodia da canzone.
Ma per chiudere la terna di oggi ecco, sempre in tema di cantanti dalle forme generose, anche Cardi B ft. Meghan Thee Stallion che arrivano a dire la loro con BONGOS

e tutta la sensualità possibile buttata lì come scaricando un camion con il cassone ribaltabile, perché canzone questa dove si rappa e si twerka come se non ci fosse un domani. 
Tutte e tre grandi produzioni a livello visuale, e tutte e tre con quel tocco di colore forte, intenso che fa di nuovo pensare a BARBIE, ma un po' meno soddisfacenti dal punto di vista della canzone considerata come motivetto spensierato da cantare sotto la doccia. 
Certo, naturalmente capisco che mica si può avere tutto.
E nel frattempo, se cercate un genere totalmente diverso, seppure sempre al femminile, è in uscita il nuovo album di Annalisa che poche settimane fa si era presentata nel videoclip di RAGAZZA SOLA

con capello biondo corto tipo Miley Cyrus di qualche anno fa (ma è solo finzione).
E per finire, un salutone affettuoso anche a Fedez che se l'è vista davvero brutta, ma per fortuna è stato salvato da una trasfusione.

Buon weekend. 

venerdì 29 settembre 2023

IL GRANDE FREDDO COMPIE 40 ANNI

 40 anni fa, il 29 settembre (giorno di battistiana memoria, ma alcune fonti indicano invece il 28) usciva nelle sale statunitensi Il Grande Freddo, un cultone e uno dei tipici film epocali, nel senso che celebra sia gli anni 80 che i 60 poiché i protagonisti sono un un gruppo di amici ex compagni di college dei tempi delle rivoluzioni studentesche che si riuniscono dopo quindici anni per partecipare al funerale di un amico suicidatosi.


E come succede in svariate pellicole che vedremo in seguito ispirate a tale film, tipo Compagni Di Scuola di Verdone, i personaggi si raccontano e si confrontano mettendosi a nudo e tirando fuori cose tenute dentro per parecchio tempo.

Chi è insoddisfatto del proprio matrimonio, chi ci prova con chiunque gli capiti a tiro, chi ha i brutti ricordi del Vietnam e via così.

Tali personaggi hanno i volti di attori come Tom Berenger, William Hurt, Kevin Kline, Glenn Close, Jeff Goldblum, mentre la regia è del collaboratore di George Lucas per quanto riguarda le sceneggiature di quella famosa saga (anche in certe BOIATE in verità), cioè Lawrence Kasdan che ha spesso lasciato libera l'improvvisazione degli attori, dandogli solo delle indicazioni sul personaggio, questo per rendere tutto più spontaneo.

Cosa che se affidi ad un cast come quello presente, sai già che darà dei buoni frutti. 
Per l'Italia si dovrà aspettare fino all'8 marzo del 1984 per vederlo nei cinema (ma anche qui ci sono delle discordanze che lo dicono uscito invece nell'aprile di quell'anno).

Film questo che segnerebbe anche il debutto di Kevin Costner che però non lo si vede mai perché interpretava il suicida e tutte le sue scene che mostravano dei flashback vennero tagliate via in fase di montaggio. 
Resta solo un'inquadratura delle mani del personaggio con i polsi tagliati che però, come succede spesso, potrebbero essere benissimo le mani di chiunque altro.

Per dire... Dario Argento amava riprendere in primo piano le sue stesse mani nei suoi film quando si trattava di girare una scena di coltellate o comunque omicidio. 

Vabbè, Kevin si è poi comunque rifatto con Kasdan in seguito partecipando a Silverado (dove tornano anche altri attori di questo film) e ovviamente tutto quello che è arrivato dopo, Oscar compresi. 

giovedì 28 settembre 2023

TALE E QUALE SHOW: SEMPRE TALE E QUALE

 Mentre si sta definendo del tutto il cast dello show ballerino del sabato sera sempre condotto da Milly Carlucci che aprirà i battenti il 21 ottobre (data da tenere a mente per un evento cinematografico in arrivo), è partito già venerdì scorso Tale E Quale Show, il programma di cloni musicali di Carlo Conti.


A dirla tutta per entrambi non sono mai riuscito a seguire completamente una puntata (anche su Raiplay salto avanti veloce), un po' per la durata francamente eccessiva e un po' per la solita solfa che si ripete ogni volta, con da una parte i ballerini che litigano con i giudici e dall'altra parte i vari chapeau e standing ovation distribuiti un po' a muzzo con il solito Malgioglio che risponde piccato al pubblico stavolta cavalcando (è il caso di dirlo) anche lui il trend BARBIE,

tanto che, non fosse per le canzoni, parebbe di rivedere ogni volta la stessa puntata. 
Se poi ci aggiungi ancora Francesco Paolantoni e Gabriele Cirilli che fanno sempre i pagliacci travestendosi nei modi più improbabili, una volta ti fanno ridere, due sorridere, ma già alla terza sbuffi. 
Nota particolare poi per Scialpi che pare già mascherato (mioddio!) ancora prima di passare in sala trucco,

e Jo Squillo, arrivata a sostituire all'ultimo momento Cristina Scuccia (l'ex suora), che non ti mette manco una nota dritta (ah ma imitava Madonna agli esordi e in effetti...). 
Però diciamolo chiaro: alla fine, se proprio devo scegliere, sono sempre meglio questi due programmi rispetto a quella roba imbarazzante de Il Cantante Mascherato eh... 
Oppure, meglio ancora, scegli quello che ti pare sulle altre piattaforme che tanto l'offerta non manca. 

mercoledì 27 settembre 2023

SPACE STATION 76: FANTASCIENZA CON POCA SCIENZA E POCA FANTA

 Oggi, per la serie "cose brutte", tocca ad un film scrauso del 2014 dal titolo Space Station 76,


che sembra sia stato girato in economia riutilizzando vecchi set (cosa che accadeva davvero in film come LA REGINA DI VENERE) dato che pare di rivedere riciclati quelli di SPAZIO 1999 e le navette somigliano tanto a quelle dei VISITORS, sia quelle passeggeri che quelle cargo, con in più tutta un' oggettistica anni 70 presa dal rigattiere come i video telefoni e costumi femminili che paiono arrivare dalla serie Charlie's Angels.



Deja vu... Eh? 
La musica, essendo il film ambientato negli anni 70 futuristici, ma in realtà sospetto per tali questioni di risparmio sul budget, mette nella soundtrack artisti tipo Todd Rundgren (si sente il suo Utopia Theme e altri tre pezzi), Neil Sedaka, AMBROSIA, band statunitense nella quale negli anni 80 aveva militato anche Bruce Hornsby, e altri brani scritti invece apposta per il film.

Al che, per quel tocco vintage fortemente presente, e per la prima scena con l'accendino, avrei pensato lì per lì che fosse una cosa tipo quel piccolo gioiello di GALAXY QUEST, cioè tutto sul ridere fra citazioni e parodie di Star Trek, mentre invece tutta la messinscena è diretta (male) da Jack Plotnick che in veste di attore invece ha perlomeno film divertenti al suo attivo come ABBASSO L'AMORE, per cui qui tutto puzza di soap-opera infima fra tradimenti e segreti dove la fantascienza rimane solo come scenografia, e anzi con momenti fortemente imbarazzanti come il dialogo con il video-ologramma e la mano meccanica che vive di vita propria, al punto che per cercare di dare il giusto tono "spaziale" ti salta fuori da 2001 Odissea Nello Spazio persino Keir Dullea (ma solo per pochissimi secondi e in videochiamata su quei così da rigattiere) che fa il papà di Liv Tyler bella più che mai e senza i lacrimoni di Armageddon per Bruce Willis.

A sto punto mi son chiesto che diavolo ci facesse lei in un film così? 
E poi mi son risposto che se l'ho guardato, forse è proprio per colpa sua... 
è così infatti che ho abboccato come un "pescemo". 

martedì 26 settembre 2023

GUARDA CHI SI RIVEDE: NATALIE MORALES

 Poco tempo fa in un post dicevo di aver perso di vista Natalie Morales (non è parente di MILES) dopo la serie tv THE MIDDLEMAN, che credo di avere apprezzato solo io, fino a che l'ho ritrovata per caso in quel FILM.


Adesso ho scoperto che è anche nel cast della terza stagione di THE MORNING SHOW, la cui prima non mi aveva preso granché, ma sopratutto Natalie, di origini cubane, tiene a Los Angeles periodicamente il Natalie Morales And The Night Crew,

cioè un suo show di beneficenza dove invita diversi ospiti del mondo dello spettacolo e in particolare in quello tenuto lo scorso 6 luglio, oltre a David Duchovny

(X-Files, Californication) con il quale ha chiacchierato di alieni, era presente anche David Wain, attore comico, regista e scrittore, che si è esibito invece nei panni di illusionista coinvolgendo Natalie nel famoso numero della DONNA A ZIG ZAG,


uno dei cavalli di battaglia anche del nostro mago Silvan ai tempi della tv in bianco e nero, quando come vittima aveva avuto una giovane Loretta Goggi da affettare in tre pezzi durante l'edizione del 1972 di CANZONISSIMA.

Sempre lo stesso mago Silvan più di recente grazie ad un altro macchinario aveva accorciato Luciana Littizzetto sul palco del Festival Di Sanremo nell'edizione da lei condotta con Fabio Fazio, riducendola come si vede nella foto qui sotto.

Che poi ormai come funziona quel trucco della donna a zig zag lo sappiamo tutti, anzi per chi non lo sa c'è su internet la spiegazione chiara che comporta una certa abilità della "vittima" ad assumere e mantenere una posizione abbastanza scomoda, per cui mi permetto di pubblicarla qui,

però è sempre affascinante quando tale numero viene eseguito con maestria e spesso con ironia, e poi esistono anche diverse variazioni sul tema che complicano e amplificano l'effetto finale. 
Si, anche l'illusionismo mi affascina e ammetto che per certi trucchi più recenti mi sono scervellato inutilmente per cercare di capire come diavolo riescano a farlo. 
Anche questo è spettacolo. 
P.s.
Non è stato fatto alcun maltrattamento alle soubrette nominate in questo post... forse...

lunedì 25 settembre 2023

SPIDER-MAN: ACROSS THE SPIDER-VERSE, BELLO EH... PERÒ...

 Lo dico sinceramente: mi scoccia parecchio quando vedo un film e sul finale... non finisce, ma invece ti manda al seguito che arriverà più avanti.


È successo per DUNE, per FAST X, ma capitava già anche per il secondo episodio di Ritorno Al Futuro e per L'Impero Colpisce Ancora, con tutto il rispetto che nutro per codeste saghe, e si ripete adesso anche per questo Spider-Man: Across The Spider-Verse, film animato di due ore e mezza che con una durata già di suo non indifferente ti lascia lì in sospeso dopo averti letteralmente ubriacato di immagini a raffica realizzate in maniera strepitosa,

con effetti e animazione sublimi, certo, con talmente tanta roba messa lì a confondere anche quello che le mie povere retine riescono a ricevere, un po' come quando vedevo i Transformers di Michael Bay (e per fortuna BUMBLEBEE aveva portato un po' d'ordine). 
Cioè spettacolo davvero grandioso questo film, ma per l'ennesima volta mi tocca aspettare per sapere come finirà sta faccenda con Miles Morales nei guai seri perché finito in una Brooklyn alternativa come già capitava a Marty McFly (eddaje), ma anche a FLASH per dirla tutta, dopo aver seguito Gwen che era stata reclutata (anzi aveva insistito lei nonostante lo Spider-capo fosse scettico) in una squadra di spider-people in millemila spider-versioni (persino Bollywood style e punk, tutti derivanti dai fumetti) e a lui rodeva un po' sta cosa.

E adesso che posso fare? 
Come dissero Ale & Franz in un famoso blooper "Non ci aspetta che aspettare...", oppure posso citare RONIN e il dialogo fra Robert DeNiro e Stellan Skarsgård, il quale freme perché vorrebbe fare qualcosa, al che Robert gli risponde: "Stiamo già facendo qualcosa; stiamo aspettando..."

Allora nel frattempo "Annamo a pijà er gelato?"... 
Ah no... 
Era un'altro cartone quello. 

domenica 24 settembre 2023

È MORTO IL CANTANTE DI CA PLANE POUR MOI

 Si è vero, con la foto di oggi mi sono permesso di fare un po' uno scherzetto, ma in realtà non ho cominciato io e, anzi, ho detto persino la verità perché è morto colui che cantava davvero quei grandi successi pop come Ca Plane Pour Moi e Tout Petit La Planete, e NON era Plastic Bertrand come invece stava scritto sulla copertina del disco.

Già, perché qui la faccenda va a toccare un altro segreto della musica che magari non tutti sanno anche se è stato rivelato già nel 2010, come succedeva per i vari Milli Vanilli e Den Harrow, dato che è vero che il biondo punk Plastic Bertrand (Roger Allen Francois Jouret) appariva in video e sulle copertine dei dischi, ma in realtà a cantare e a firmare tali canzoni nei suoi primi quattro album era Lou Deprijck,

(quello col cappello, mentre l'altro è Plastic/Roger) artista belga che poco prima di tale scherzetto aveva fatto parte dei Two Man Sound, cioè quelli di DISCO SAMBA che tutti credevamo fossero brasiliani (PEPPÈPEPPÈPEPPÈ altro scherzetto).

Fra le altre cose Lou aveva anche poi lanciato la giovane cantante Viktor Lazlo con BREATHLESS, un'altra rappresentante di quegli anni 80 di cui avevo parlato QUI, quelli un po' soul/jazz e profondamente diversi dalla new wave sintetica che imperava.

Per curiosità la stessa canzone ha anche un DIVERSO VIDEOCLIP giocato molto più sul sexy/fatale come un minifilm che sprizza anni 80 da ogni fotogramma, e lo posto lo stesso per dovere di cronaca anche se ha un audio e una qualità pessimi.

All'epoca capitava spesso che ci fossero due versioni diverse del videoclip della stessa canzone, una per il mercato europeo e l'altra più mirata per i gusti del pubblico degli U.S.A.
Lou è mancato a 77 anni pochi giorni fa, e un ultimo saluto oggi va anche al nostro ex presidente Giorgio Napolitano, scomparso a 98 anni.

Addio Giorgio e Lou, quindi, ma per fortuna possiamo anche augurare buon compleanno all'ex portiere del Real Madrid che, durante la convalescenza per un bruttissimo incidente stradale, divenne JULIO IGLESIAS, il cantante preferito dalle signore attempate di tutto il mondo. 
Auguri per i suoi 80 anni compiuti ieri.



sabato 23 settembre 2023

DURAN DURAN - DANSE MACABRE: UN ORRORE IN TUTTI I SENSI, MA CI PENSANO I ROCKETS E NILE RODGERS

 Il prossimo 27 ottobre, cioè ad un passo da Halloween, uscirà il nuovo album dei Duran Duran che ha già fatto parlare di sé per la presenza di Victoria dei Maneskin e per il ritorno di Nile Rodgers, nonché del figliol prodigo Andy Taylor, ma quanto sia affidabile il ragazzo lo devo ancora verificare, anche perché il chitarrista fino allo scorso anno era in lotta contro un tumore.


Nel frattempo è stato pubblicato pochi giorni fa il nuovo singolo dal titolo DANSE MACABRE che continua il trend "ottimista" lanciato dai Depeche Mode con Memento Mori lo scorso anno. 
Videoclip horror creato dall'intelligenza artificiale che ha raccolto tutti i dati possibili su Tim Burton e La Sposa Cadavere/Nightmare Before Christmas/BEETLEJUICE, nonché su certi altri film come Coraline E La Porta Magica da quel romanzo di Neil Gaiman, per sfornare un gran bel prodotto senza dubbio, che però si ferma lì al lato visuale, dato che la canzone in sé stessa, nonostante le percussioni tipo SHOUT dei Tears For Fears che si sentono all'inizio, è quanto di più brutto si sia mai sentito dagli anni 80 a questa parte (altro che la super hit di Orzabal e Smith).

E in questo sabato che solitamente viene riservato alla musica, ve lo dice a malincuore uno che fra Spandau e Duran ha sempre preferito i secondi al punto da aver portato a lungo delle acconciature come i cinque di Birmingham per fare il dj in discoteca, imitandoli anche negli outfit per quanto fosse possibile.

Li ho seguiti sti ragazzi anche negli anni 90 quando Warren Cuccurullo (ex Missing Persons) era subentrato ad Andy, in particolare nel 1993, anno storico per i videogames in cui nasceva Sonic The Hedgehog per la Sony e loro se ne uscivano con quel disco senza un titolo preciso, solo con il loro nome, ma chiamato The Wedding Album a causa delle foto di copertina,

un lavoro che conteneva due gioielli come Ordinary World e Come Undone, e poi nei 2000, notando ogni volta che ogni nuovo disco pescava a tratti nel loro passato senza mai autocopiarsi, ma piuttosto come a mantenere una certa coerenza di stile. 
Ma qui, oggi, nel 2023, in cui il mitico Simon LeBon potrebbe cambiare il suo cognome con MaxiBon,

non riesco proprio a trovare le fonti che hanno generato tale orrore musicale (se musica si può definire). 
E se questo è un assaggio del nuovo album, allora lascio la parola ad una che se ne intende, ovvero alla Sora Lella.


Ah... proprio un attimo prima della pubblicazione del post (forse per correre ai ripari) è stato rilasciato anche il secondo singolo dei Duran Duran, cioè BLACK MOONLIGHT,

proprio la canzone dove hanno dato il loro contributo Nile Rodgers e Andy Taylor e questa alza il livello portando un po' di funky col basso di John che tira il pezzo.
Questo fa ben sperare, ma purtroppo le voci di corridoio dicono che sia l'unico brano decente del nuovo lavoro.
Aspettiamo un mesetto per la verifica dai... 
Novità di tutt'altro genere invece il NUOVO DISCO dei ROCKETS di Fabrice Quagliotti che rimane come ultimo rappresentante dei cinque originali, e che continua a rinnovare la formazione dato che dall'inizio dell'estate ha presentato il nuovo frontman Fabri Kiarelli che arriva da Savona. 
I Rockets pure loro stavolta spiazzano tutti perché si cimentano nel beat anni 60 coverizzando (pensa te...) Piccola Katy dei Pooh e dandole un testo in inglese con aggiunte alcune barre rap, mantenendo però il famoso break recitato in cui Riccardo Fogli chiedeva alla ragazza di fermarsi un momento ad ascoltarlo e la convinceva a tornare a casa.

Certo l'effetto che fa è quantomai bizzarro (per non dire terrificante), ma bisogna ricordare che la band fece il botto quando entró in formazione Fabrice sempre con una cover, cioè On The Road Again dei Canned Heat superando la popolarità dell'originale, e anche il loro primo album conteneva APACHE degli Shadows riletta da loro in stile funky.

Quindi in effetti sono tutte canzoni piuttosto strane per un gruppo che si spaccia per extraterrestre, ma persino questa nuova inutile cover così diversa dal loro solito sound sintetico/spaziale, mi pare meno peggio di quel brutto nuovo singolo dei Duran Duran.
Parere personale eh...

venerdì 22 settembre 2023

GOTHIC & LOLITA PSYCHO: UNA BAMBOLINA LETALE

 Ecco un film d'azione e un po' horror giapponese del 2010, distribuito anche come Psycho Gothic Lolita e diretto da Go Ohara, dove Yuki, una giovane ragazza diventa una spietata assassina dopo la morte della madre per mano di un gruppo di criminali.


Yuki indossa abiti ispirati allo stile Gothic Lolita, quello visto in KAMIKAZE GIRLS e PRINCESS PRINCESS, ma virato verso il nero, e utilizza una varietà di armi insolite per vendicarsi e difendersi tipo il classico ombrellino parasole delle lolita, ma modificato in maniera letale.

Anche se, come sempre succede nel cinema giapponese di questo tipo, si va spesso sopra le righe, visivamente il film è sorprendente, con una combinazione di elementi dark e gotici, oltre a una trama che mescola azione e splatter con un tocco di commedia e citazioni illustri come Kill Bill.


Lo stile è stato influenzato dal fenomeno della moda giapponese Gothic Lolita, che combina abiti vittoriani/rococò/gotici con dettagli kawaii, outfit visto ancora di recente con piacere in aeroporto ad Helsinki dove sono transitato (una sarà pur libera di viaggiare vestita come le pare, no?), e difatti i costumi indossati dalla protagonista Yuki sono stati disegnati dall'artista giapponese H.Naoto, noto per la sua collaborazione con la moda gothic lolita.

Il regista Go Ohara invece ha lavorato come assistente di Takashi Miike, famoso regista giapponese di film d'azione e horror e anche del famoso YATTAMAN live action, e ha preso ispirazione dal suo stile per creare l'atmosfera del film che è diventato un cult nel giro di chi ama questo genere. 
E Guchi lo sa che io lo amo 😉. 

giovedì 21 settembre 2023

ITALIA'S GOT TALENT VERSIONE DISNEY

 Pochi giorni prima di X-FACTOR è tornato anche l'altro talent che seguo, cioè Italia's Got Talent, ma con un nuovo taglio deciso da Disney+, la piattaforma dove adesso è collocato.


Si tratta cioè di puntate da 50 minuti in uscita a due a due ogni settimana fino alla finale che invece sarà un blocco unico. 
Quindi mi spiace, ma non c'entrano Topolino e Paperino perché ai giudici storici che sono Mara Maionchi e Frank Matano, si sono aggiunti Elettra Lamborghini che ormai è esperta di talent show dopo The Voice Of Italy, e Khaby Lame, personaggio divenuto famoso per alcuni video ironici su TikTok e che fa pagare 1 euro a Mara per ogni parolaccia.

Nuova funzione anche del Golden Buzzer che stavolta non manda direttamente in finale, bensì in semifinale (eh, si sono accorti che era troppo facile sennò), mentre gli altri che sono passati durante la puntata vengono ulteriormente scremati sul finale dai quattro giudici. 
A presentare i concorrenti c'è un'altro cambio perché ci sono i due The Jackal Aurora Leone e Fru, provocandomi un po' di malinconia per l'assenza di Lodovica Comello.

Vabbè... Me ne farò una ragione... 

mercoledì 20 settembre 2023

LUCIO PER AMICO - RICORDANDO BATTISTI (E POCHI GIORNI DOPO, QUALCUNO DICE LA SUA)

 Una settimana fa la Rai ha mandato in onda Lucio Per Amico - Ricordando Battisti, un documentario che invece io ho visto come al solito su RaiPlay, e che arriva in questo anno in cui cade l'ottantesimo anniversario della nascita di Lucio, ma dato che era nato il 5 marzo ed è mancato il 9 settembre, perché non mandarlo in onda il 29 settembre, come qiella sua canzone, invece che il 13 che era una data così a muzzo? 


No, niente, scusate sono solo elucubrazioni mie sul documentario che, oltre a filmati d'archivio, è zeppo di testimonianze di colleghi e collaboratori sul famoso artista che ha segnato un'epoca (ma che ancora non è passata, in realtà, e penso non passerà mai) con i suoi successi, in particolare quelli firmati in coppia con Mogol (Giulio Rapetti) che si mostra per tutto il tempo commosso ricordando quei bei tempi e anche quelli un po' meno belli in cui Lucio gli diede il benservito dopo un disaccordo sulle percentuali dei diritti d'autore.

Ecco di quel secondo periodo di Battisti si accenna soltanto vagamente e, devo precisare secondo il mio gusto personale, salvo solo il primo disco in collaborazione con Pasquale Panella, ovvero Don Giovanni. 
Degli altri successivi ne faccio volentieri a meno come anche di quello transitorio precedente dove i testi furono scritti dalla moglie Grazia Letizia Veronese sotto lo pseudonimo Velezia. 
Disco quello che si cercò di pompare più del possibile essendo il primo dopo il divorzio da Mogol, inventando per l'occasione persino la cassetta chiamata "cassettadue" che conteneva solo due brani come il 45 giri in vinile.

Le testimonianze in video vengono portate da gente che con Battisti ha avuto contatti come Caterina Caselli, Toni Cicco, batterista della Formula 3, Adriano Pappalardo e appunto Mogol che pochi giorni dopo la messa in onda si è ritrovato investito da un mare di accuse lanciate dalla vedova di Lucio tramite una lettera ai giornali che riporto integralmente: 

"Eccomi qui. Sono passati 25 anni da quando Lucio Battisti  non è più fra noi. Noto, caro Giulio, che non perdi occasione pubblica  per spargere il tuo miele su Lucio, dichiarando di averlo amato tanto:  io credo che tu abbia ragioni per amarlo molto di più adesso, visto che  ancora oggi, dopo un quarto di secolo dalla sua morte, non ti riesce di  separare il suo nome dal tuo. 

Noto anche che in queste occasioni non fai mai alcun cenno alle  innumerevoli cause che hai intentato dopo la morte di Lucio: tre gradi  di giudizio per una questione di confini, due gradi di giudizio per un  risarcimento danni, per "perdita di chanche": una causa che, visto  l'esito, ha costretto in liquidazione le Edizioni Acqua Azzurra. 

Ed ecco ora, dopo sette anni dalla sentenza del 2016, una nuova identica causa,  questa appena nata, ma ancora per "perdita di chanche". 

Ti ricordo (fra  parentesi) che sono ancora in attesa di una risposta alla lettera che ti  ho scritto il 10 giugno del 2020, quando eri Presidente effettivo della  Siae. 

Sono passati tre anni e hai ritenuto di ignorare quella lettera  ma, nel frattempo, hai continuato a produrre programmi che hanno al  centro Lucio Battisti (che, consentimi il termine, è diventato il tuo  passepartout). 

Infine, per quanto riguarda la salute di Lucio e le cause  della sua morte, ti chiedo gentilmente di lasciar perdere le tue  infondate supposizioni e ogni altra illazione. 

Ti chiedo soltanto di  rispettare la sua dignità di uomo, dopo avere tanto lusingato la sua  figura di artista. 

A tal proposito, ti invito a non raccontare più la commovente storia della "lettera consegnata di nascosto a Lucio", ora da  un'infermiera, ora da un medico, ora da un non meglio identificato  "professore"… 

Voglio precisare, una volta per tutte, che mio marito in  quei giorni lottava per la sua vita, che nessuno ha mai ricevuto una tua  lettera, che Lucio in quegli stessi giorni non è stato mai lasciato  solo e che non ha mai pianto, tantomeno ricordando la vostra "amicizia". 

Ti rammento che il vostro "sodalizio artistico" si era interrotto nel  lontano 1980. Sono passati ormai 43 anni, Giulio! 

Senza rancore.

Grazia  Letizia Veronese Battisti".

Senza rancore eh... ma con una punta di risentimento si perché, secondo Grazia Letizia, l'unica tristezza di Mogol sarebbe dovuta solo ad un fattore economico che prevarica quella che invece agli occhi del pubblico pareva una grande amicizia.


Certo è che ognuno può dire la sua versione dei fatti (Mogol infatti insiste che le sue non sono balle) poiché il diretto interessato ormai non può più confermare o negare, ma, per quanto mi riguarda, ho apprezzato molto il documentario e invece l'unica cosa che veramente mi ha infastidito è stata sentire sul finale le sue canzoni modificate in maniera forzata da vari interpreti per realizzare una sorta di tributo a Battisti secondo lo stile di ognuno di loro; ecco, non ho nulla di personale contro Giovanni Caccamo, Gianluca Grignani (forse il più fedele dei quattro), Noemi, Giusy Ferreri, per carità, ma quello si che è stato davvero irritante. 


martedì 19 settembre 2023

X-FACTOR 2023: GRANDI VAMPATE DI FUOCO

 È ripartito X-Factor su Sky Uno con Morgan confermato fra i giudici insieme a quelli già presenti lo scorso anno, cioè Fedez, che pare un po' annoiato e passa il tempo a disegnare, Ambra, carina ed emotiva come sempre, e Dargen D'Amico che sembra anche lui un po' sottotono, perlomeno adesso e poi vedremo con l'andare del tempo.


Francesca Michielin rimane al suo posto di conduttrice e lo fa bene essendo cresciuta in casa, e mostrando di essere una degna prosecutrice dopo Alessandro Cattelan (Tersigni, poveretto, è meglio dimenticarlo). 
Sky mantiene le puntate che superano le due ore montando diverse sessioni di audizioni (lo si vede chiaramente perché i giudici cambiano vestiti da un cantante all'altro) per creare un crescendo nelle esibizioni, alcune mirabili, altre disastrose, altre ancora incomprensibilmente elogiate dai giudici (ma chissà... magari loro che sono esperti ci vedono lungo...).

Sicuramente nel mucchio della prima puntata si sono fatti notare gli ASTROMARE, giovanissimi diciassettenni che, nonostante la verde età, invece dei rappers in autotune amano Jerry Lee Lewis, a cui fa riferimento il titolo del post, per i quali mi rammarico solo che, da come erano partiti, ero convinto che avrebbero incendiato il pianoforte (storia del rock, ragazzi) e invece si sono trattenuti per non doverselo pagare, e gli ANIMAUX FORMIDABLES, inquietanti con il loro look bdsm/fetish e lo stile e lineup alla White Stripes, cioè solo chitarra e batteria.


Tutto sommato rimane un programma ancora e sempre uguale a sé stesso (e forse per questo mi dà un senso di sicurezza come la coperta di Linus) al quale, io che amo i talent, non posso mancare. 
In onda ogni giovedì su Sky Uno e poi in replica il mercoledì su Tv8. 

lunedì 18 settembre 2023

LA PRIMAVERA DELLA MIA VITA: È DIVERTENTE E MI BASTA

 Colapesce e DiMartino mi sorprendono ogni giorno che passa e non solo per la musica.

Adesso sono diventati anche attori e recitano pure bene (giuro, molto meglio di altre performance di veri attori viste di recente) in un film fantasioso, surreale, pure assurdo, ok, ma pieno di trovate divertenti che non mi sarei mai aspettato eppure funzionano, come Il Coro Degli Albini (non è un errore di scrittura, no). 
Il film, che è un road-movie realizzato con il patrocinio della Regione Sicilia, è pieno zeppo di camei che preferisco non svelare dato che io ne ero vagamente a conoscenza avendone sentito parlare in occasione di qualche presentazione, ma al momento della visione già me li ero scordati e vedere arrivare in scena quei personaggi mi ha fatto fare un salto sulla sedia come in Rogue One quando entra Darth Vader oppure Luke Skywalker in The Mandalorian. 
Metto solo questa foto qui, scattata fuori scena nel locale dove ci sono tutti i sosia di Jim Morrison, sempre che lo riconosciate questo "sosia" del King Lizard. 

Menzione particolare per la fotografia coloratissima e luminosa nelle scene diurne, con quella Ford vintage arancione che riprende un po' in parte il discorso fatto alcuni post fa sulle auto fornite nei film dalla CASA AMERICANA, mentre colora quelle notturne con luci rosse, blu, verdi, irreali come lo erano nell'EXCALIBUR di John Boorman (e vedrete che pure Re Artù c'entra eccome), ma perfette in un contesto così come quello di questo film. 
Film piccolo, breve, realizzato con pochi mezzi, ma si può definire bello, con un solo dubbio sul finale un po' così... al gusto di mandorla, ma molto, molto amara; e pensare che la colossale Warner Bros. invece realizza per l'Italia cose così brutte come QUESTA.
Su Prime Video. 

domenica 17 settembre 2023

QUELLA VOLTA CHE MISS AMERICA FU UN PO' DIVERSA DAL SOLITO

 Ok, lo so, qualcuno ha detto che parlo spesso di gente che se ne va nel mondo dello spettacolo, ma non è certo colpa mia se tanti personaggi famosi (e non) ci lasciano.


Oggi invece è perlomeno un giorno diverso, anzi direi di gaudio magno, perché il 17 settembre del 1983 Vanessa L. Williams veniva eletta prima miss America afroamericana, cambiando un po' certe regole (ma capiterà poi anche in Italia con Denny Mendez) e aprendole le porte di una carriera da cantante e attrice di tutto rispetto grazie a molto lavoro di studio e alla sua hit del 1991 SAVE THE BEST FOR LAST


una canzone in stile Whitney Houston (e magari a volte l'avete sentita e scambiata per lei) che Radio Milano International detta anche 101 passava a nastro, cioè in heavy rotation. Oltre ad alcuni film poi, l'affermazione come attrice arriva con la serie Ugly Betty dove era la perfida Wilhelmina Slater.

Una miss che ha dimostrato quindi di non avere solo un bel faccino, ma anche del talento in quelle cose di cui si occupa questo blog, effimero, vacuo, ok, ma l'essere senza senza tante pretese fa parte della mia filosofia di vita.
E per ora sto bene così. 

sabato 16 settembre 2023

PER LA MUSICA DEL SABATO, ADDIO AD UN PAROLIERE CHE TUTTI CONOSCONO, PERSINO JOAN BAEZ

 Oggi lutto importante nel mondo della musica perché chiunque, ma dico veramente chiunque in vita sua ha cantato o canticchiato almeno uno dei versi scritti da Franco Migliacci,


paroliere che esordì per Domenico Modugno con Nel Blu Dipinto Di Blu (Volare) e poi per Morandi con una serie di hit scalaclassifiche fra cui anche C'Era Un Ragazzo Che Come Me Amava I Beatles E I Rolling Stones cantata pure da JOAN BAEZ mantenendola in italiano


(è famoso questo video in cui zittisce il pubblico rumoroso). 
È stato quindi anche al servizio di Mina, Fred Bongusto, i Ricchi E Poveri, Eduardo DeCrescenzo, insomma credo che sarebbero da nominare tutti i più famosi interpreti della musica italiana passando anche per gli anime giapponesi come HEIDI, Mazinga e Lupin III, e firmando anche per Ambra Angiolini quella T'APPARTENGO che nella sua semplicità è già passata alla storia; Ambra che poi dallo scorso giovedì è di nuovo fra i 4 giudici di X-Factor fra Fedez, Dargen D'Amico e Morgan che forse è stato confermato dopo tante polemiche per quel FATTACCIO di Selinunte (le audizioni comunque erano già state registrate). 
Franco aveva 92 anni.

Anche la pittura perde un nome importante perché a 91 anni ci ha lasciati Fernando Botero, l'artista colombiano che dipingeva figure molto plus size dallo stile naif. 
Addio Franco e Fernando.