mercoledì 31 maggio 2023

CITADEL: LE AGENZIE DI SPIE SI FANNO CONCORRENZA (E CI VANNO GIÙ PESANTE)

 Bella serie Citadel su Prime Video, magari un po' stiracchiata, con un po' di cali del ritmo qui e là, ma in fondo ben realizzata nelle scene action come quella che parte abbomba nel primo episodio. 


D'altronde è una produzione dei fratelli Russo che con la Marvel si sono sempre dati da fare a far casino sullo schermo. 
Ti confondono solo un po' i millemila flashback per farti scoprire piano piano quello che Mason Kane, il protagonista non ricorda ed è interpretato da Richard Madden che sarebbe un perfetto nuovo Wolverine, ma molti lo vedono anche come nuovo James Bond. 

Non ricorda più nulla Mason perché era stato dismesso dal ruolo di spia cancellandogli la memoria dato che l'agenzia per cui lavorava, Citadel, appunto, è caduta in favore della concorrente Manticore. 
Tutti i flashback porteranno anche ad un twist del tipo "Sono tuo padre" in L'Impero Colpisce Ancora, ma non dico altro. 

Nel cast ci sono Prianka Chopra Jonas, ovvero la bellissima Nadia che lei invece le cose le ricorda bene, e Stanley Tucci, grande come sempre, però il suo personaggio rimane come un po' sottotono quando presto si ritrova separato dagli altri.

E siccome l'agenzia Citadel ha sedi in tutto il mondo, è in arrivo anche uno spinoff italiano con protagonista Matilda DeAngelis con taglio di capelli sbilenco.

Ma per questo dovremo aspettare il prossimo anno. 

martedì 30 maggio 2023

TORNANO GLI ALIENI CHE FANNO PAURA E SE NE VA CHI PAURA LA FA AL NUOVO GOVERNO

 Sono tornati da ieri al cinema i primi due episodi della saga di Alien e ci resteranno fino a domani.


Il primo diretto da Ridley Scott e il secondo passato invece in mano a James Cameron, hanno portato un genere di fantascienza mista ad horror che ha generato poi dei seguiti pure discutibili e fra imitazioni più o meno riuscite, pure robacce italiane trashissime. 
Il tutto però, bisogna ricordarlo, era stato già preceduto da TERRORE NELLO SPAZIO di Mario Bava che, con mezzi decisamente meno sostanziosi e qualche ingenuità, portava già in scena tematiche simili pescando pure da La Cosa Da Un Altro Mondo. 
La vicenda della nave cargo Nostromo con l'iconica Ripley a cui dava il volto una allora trentenne Sigourney Weaver e gli effetti speciali di Rambaldi e Giger,

fu quindi una novità, ma con radici ben piantate nel passato e tanta paura da far provare agli spettatori. 
E a proposito di paura, proprio la scorsa settimana parlavo dell'inaugurazione dello storico PONTE DI BROOKLYN nel 1883, ed esattamente sette giorni dopo, ovvero oggi 30 maggio, vi fu un falso allarme sull’imminente crollo del ponte stesso con la conseguenza che tra le circa 20.000 persone che vi stavano passeggiando sopra dilagò il panico. 
La folla impazzita andò fuori controllo, e nella confusione generale 12 persone rimasero schiacciate ed oltre 100 furono ferite. 
La cosa assurda è che, si narra, ma non ci sono prove certe, l'allarme venne innescato da una signora il cui tacco della scarpa rimase incastrato in una giunzione metallica e la sua richiesta d'aiuto venne travisata scatenando il panico. 
Un po' come accadrà il 3 giugno del 2017 a Torino durante la finale di Champions League fra Juventus e Real Madrid, dove vi furono due morti e oltre 1500 feriti per un falso allarme attentato.

Non fa paura, ma invece fa pensare molto, la lettera di Luciana Littizzetto alla Rai con la quale si accommiata dall'emittente nazionale con tanta amarezza per il TRATTAMENTO SUBÌTO insieme al collega Fabio Fazio dopo 20 anni di ascolti top e mi va di metterla integrale qui in fondo al post: 

Eccoci arrivati alla fine della nostra relazione. E’ finita, non abbiamo superato la crisi del settimo governo. Pensare che la prima volta che mi hai assunta c’era la destra, si parlava di condoni, il mondo era in guerra… quante cose sono cambiate da allora, eh? Sono stati anni proprio belli, cara amatissima Rai, anni di allegria, di grandi ascolti, di fatica, di ospiti importanti. Ogni tanto pestavamo qualche merdone e ci spostavi, da Rai tre a Rai Uno, da Rai uno a Rai due e di nuovo a Rai 3. Ma abbiamo resistito soprattutto grazie ai milioni di spettatori che ci hanno voluto bene. Ciao! Milioni! E anche al nostro impegno. Ma non grazie ad altro. Questo lo dico a muso duro e con orgoglio. Cara amatissima Rai, il mio ricordo di te sarà sempre felice. Perché tu per me non sei la parte politica di turno che ti governa. Mi lasci dei ricordi straordinari cara Rai, e purtroppo, mi lasci anche sto pirla di Fabio, che mi dovrò portare dietro in questa nuova Prova del Nove. Mi spiace solo lasciare qui tanta gente, tanti professionisti che sgobbano ogni giorno e che le poltrone che si contendono i capi non le hanno mai viste. E grazie a Fabio di tutti questi anni insieme. L’unico presentatore che se fa ottimi risultati gli danno addosso il doppio. Cara RAI. Restiamo Amici. Chissà magari un giorno ci ritroveremo, spero in un’Italia un po' diversa… un’Italia dove la libertà sia preservata, e dove il dissenso sia sempre leale. Un’Italia dove chi fa il ministro non abbia paura di chi fa il saltimbanco. E infine cara Rai. Non dimenticarti mai che il Servizio pubblico è di tutti. Di quelli che la pensano come chi governa, ma anche di quelli che pensano il contrario. E persino di quelli che non sono andati a votare. Di chi va e di chi resta. Di tutti. Di più. 

Tua affezionatissima. 

Luciana. 

P.S. Bello? Ciao.

lunedì 29 maggio 2023

FAST X: SEMBRA IL GRAN FINALE, MA...

 Venerdì scorso era il 26 maggio 1923, data storica per le corse in auto perché partiva la prima 24 ore di LeMans che, ovviamente, si sarebbe conclusa il giorno successivo, e, forse ispirato da tale ricorrenza motoristica, proprio in tale serata ho visto l'ultimo episodio della saga di Fast & Furious che si chiama semplicemente Fast X, perché è il decimo della serie ufficiale.


Dopodiché posso dire che le buche sulle strade di Roma forse non sono poi un grosso problema dopo che sono passati Toretto & Co. a devastarla dandoci giù pesante. 
Ma tranquilli che tutto il disastro era solo magia del cinema e nessun edificio o scalinata ha subìto danni, e, anzi, la scena del bus sventrato, 


come anche altre, per dire, è stata persino girata in tutt'altra location, cioè a Torino perché la città, come architettura si presta bene ad imitare la capitale e così il lavoro si può dividere su due set velocizzando le cose.

Non è la prima volta infatti che nel cinema una città viene spacciata per un'altra e in uno di quei casi c'ero pure io come testimone, perché in quel periodo abitavo in quei dintorni, durante le riprese di MARK IL POLIZIOTTO SPARA PER PRIMO (proprio come Han Solo) in cui la zona portuale di Vado Ligure (Savona) faceva la parte della periferia di Genova. 
Certo, dal trailer si rivede Toretto nel bel mezzo di una location notturna dove si tiene una corsa clandestina che pare presa dal primo film, e pensi che il franchise sia finalmente tornato alle origini mentre invece si tratta solo di un breve momento/scontro con il cattivo della situazione, cioè Dante Reyes, che ha le fattezze di Jason Momoa così gigione da diventare stucchevole ad un certo punto. 
Cioè va bene fare il villain sopra le righe, ma qui (eccolo con lo stuntman) diventa davvero una macchietta.

Avevo preferito la glacialità di Cypher nello scorso episodio, cioè Charlize Theron, che qui vediamo arrivare alla guida di una moderna DeLorean tutta led dopo essere stata surclassata e minacciata proprio da Dante Reyes in una scena dove nasce un piccolo problema di doppiaggio perché la frase "Allora dovrai vedere morire chi ami" funziona bene in inglese perché "you" è sia singolare che plurale, ma non in italiano dove il pronome rimane "tu" e non "voi", e questo non gioca a favore della battuta che quindi perde l'effetto voluto. 
Tant'è che pure Cypher cerca aiuto a casa di Toretto dove non è che venga accolta a braccia aperte. 
Comunque, dato che la saga è nota per essere piena di morti ammazzati che miracolosamente ritornano con qualche escamotage inventato ad arte, non mi preoccuperei troppo di quelli che vediamo palesemente lasciarci le penne in questo episodio che, tra l'altro termina sospeso lì sul più bello e ti dà l'appuntamento al prossimo film, anzi due, con cui la saga "dovrebbe" concludersi.


Si rivede anche Helen Mirren in quel di Roma, una Roma che, nelle scene adrenaliniche di prima, sembra di tornare in 6 UNDERGROUND di Michael Bay all'ennesima potenza, film che invece devastava Firenze. 
Altra apparizione, un po' più lunga, la fa Brie Larson che, essendo nota nel mondo intero per esser cazzuta, quando in un bar di Napoli si trova davanti a dei malintenzionati, il barista lancia il fucile a canne mozze a lei invece di impugnarlo di persona...

Scena figa, senza dubbio, ma ben poco logica. 
Non per la presenza dell'arma che, purtroppo, alcuni commercianti abbiamo visto che tengono davvero in caso di emergenza e non solo a Napoli. 
Ma questa è forse la più insignificante delle cose davvero troppo impossibili che Louis Leterrier ci fa vedere in questo film dopo essere succeduto a Justin Lin che ha mandato a cagare gli sceneggiatori dopo svariati litigi, ma nonostante ciò è rimasto in carico alla produzione.

Quei "numeri esagerati proprio impossibili" (citazione del Liga da Bar Mario) li vediamo fare da Toretto sulla sua Dodge Charger e mi riferisco alla sua interazione con aerei ed elicotteri, nonché salti da viadotti con parapetti sfondati senza manco danni a sospensioni, braccetti e quant'altro. 
Anzi, ad un certo punto devi davvero smettere di ragionare ed è meglio guardare il film con lo spirito che hai quando vedi Vil Coyote spiaccicato sotto un masso e uscirne fuori a fisarmonica che tanto "ai cartoni può succedere qualsiasi cosa".



Occhio alla scena post credit che mostra che anche i non morti della saga ritornano per unirsi di nuovo a quella famiglia allargata che è quella di Toretto & Co. 
Famiglia di cui fa sempre parte Brian Conner, cioè Paul Walker che appare anche qui, in persona all'inizio in un flashback (nel NONO EPISODIO invece lo vedevamo arrivare alla fine con la Nissan Skyline blu e, anche se non lo si vedeva, si capiva che era lui) e poi più avanti troviamo anche sua figlia che interpreta un'hostess che sta dalla parte di Dom, il quale sta viaggiando in aereo con il piccolo Brian. 
E famiglia che, tra l'altro, come parola la si sente ripetere nel film per ben 56 volte in due ore, che è una buona media, giusto per chiarire il concetto base della pellicola, proprio come una famosa CANZONE delle Sister Sledge

che nel 2008 era stata utilizzata pure da una nota compagnia telefonica.
Videoclip fatto con quattro spicci rispetto agli standard di adesso, ma che musica ragazzi... 

domenica 28 maggio 2023

UN'ALTRO SET DELLA MORTE

 È sempre assurdo morire su un posto di lavoro, e lo è anche se accade per qualcosa che doveva essere finzione come la realizzazione di un film, come lo è stato forse di più DUE ANNI FA in cui una pistola, che sarebbe dovuta essere caricata a salve, ha invece ucciso il direttore della fotografia Halyna Hutchins sul set di Rust dove quell'arma era impugnata da Alec Baldwin.


Assurda perciò, anche se per cause diverse,  anche la vicenda accaduta all'attore britannico Ray Stevenson, 59 anni, che si trovava ad Ischia nei giorni scorsi per girare un film, si dice ispirato in parte a Caccia Alla Volpe, commedia anni 60 di Vittorio DeSica con Peter Sellers, della quale comunque esiste un vero e proprio remake bollywoodiano del 2013, quando è stato colpito da uno shock anafilattico e, nonostante il rapido ricovero, è deceduto poche ore dopo a causa dei polmoni già compromessi da una precedente polmonite. 
Il film che è una produzione Paramount+, sarebbe stato intitolato Cassino A Ischia con il resto del cast che è tutto italiano e fra gli altri attori coinvolti ci sono anche Ugo Dighero (vecchia conoscenza della Gialappa's) e Carlotta Natoli, ma presumibilmente sarà tutto cancellato fino a nuovo ordine. 
Ray aveva interpretato The Punisher nel reboot Punisher - Zona Di Guerra della Marvel dopo aver avuto un grande riscontro di pubblico con la fiction HBO Roma dove era Tito Pullo.

Anche la saga di Thor e quella di Divergent contano la sua presenza, nonché I Tre Moschettieri tamarro di Paul W. Anderson dove interpretava Porthos. 
Lo potremo vedere ancora nella serie Ahsoka, ennesimo spinoff di Star Wars con Rosario Dawson di prossima uscita su Disney+.

Sempre nella passata settimana è scomparsa anche Maria Giovanna Maglie, nota opinionista dallo spirito polemico spesso in tv, nonché giornalista e scrittrice.
Aveva 70 anni ed il suo ultimo libro del 2022 riguardava il mistero di Emanuela Orlandi.

Addio Maria Giovanna e Ray. 

sabato 27 maggio 2023

LA DOLCE VENDETTA DI AMANDA LEAR (E ANCHE DI FIORELLO)

 Se seguite il programma mattutino di Fiorello (io lo faccio sempre, ma più comodamente su RaiPlay) avrete notato come, da giornaliero piccolo appuntamento in un ministudio ricavato in un Glass-box, stia diventando sempre di più uno show che ricorda il Karaoke degli anni 90 con la folla assiepata ogni giorno a Roma in via Asiago, sole o pioggia che sia, per stare lì a vedere lo spettacolo dal vivo, che ora ha parecchie parti all'esterno, fra esibizioni canore di ospiti e del padrone di casa condite da balletti ed effetti speciali. 


Durante la diretta capita spesso che Rosario tiri fuori degli stacchetti musicali che vedono protagonista la disco degli anni 70 (in questi giorni però anche Romagna Mia per ovvie ragioni) e fra i vari artisti è stato frequente sentire anche Amanda Lear con le hit Tomorrow e Queen Of Chinatown. 
In tali occasioni il cortocircuito dei miei neuroni mi ha riportato con la mente a quando la successiva sua FOLLOW ME (che era tratta dal secondo album di Amanda, Sweet Revenge)

nel 1978 veniva suonata a tutto volume dalle casse degli autoscontri durante la festa patronale, perciò oggi l'ho ripescata per postarla qui su un blog dove, ormai lo sapete, capita proprio di tutto, perché l'importante è che piaccia. 
E questa canzone a me piace tanto, per il cantato-recitato di Amanda, per i suoni elettronici che arrivano da Monaco Di Baviera dove veniva registrata la maggior parte della disco dell'epoca (di quel periodo di produzione discografica ne avevo parlato QUI), che oltre ai synth utilizzava anche il supporto di vere orchestre, e anche per il contenuto sottilmente diabolico,


perché l'album, con il lato A realizzato come una suite che presentava collegati insieme i brani senza pause (capitava spesso in quel di Monaco di Baviera), era quasi un concept che raccontava di una ragazza che stringeva un patto col diavolo, ma alla fine lei riusciva a spuntarla persino sul satanasso. 
E ancora una volta si dimostrava che le donne (perché Amanda, nonostante la voce e le leggende è donna, sennò parliamo un po' della DeFilippi eh) ne sanno una più del diavolo. 

venerdì 26 maggio 2023

L'AMORE INFEDELE - UNFAITHFUL: SE UN FILM COSÌ TI TURBA, VUOL DIRE CHE FUNZIONA

 Su Rai 2 qualche sera fa, dato che su un altro canale c'era una partita per cui, secondo i vertici della tv di stato, tutti si sarebbero sintonizzati sul calcio perché quella pare essere l'unica ragione di vita del pubblico italiano, è stato ripescato un film non molto recente di Adrian Lyne, quello di Flashdance e 9 Settimane E 1/2, cioè L'Amore Infedele - Unfaithful.


Il gusto per l'immagine di Adrian si riconosceva subito anche qui fra luci ed ombre in questo film del 2002 che originariamente doveva essere intitolato "The Art of Adultery", ma è stato poi modificato per ragioni di marketing. Inoltre, il film è stato ispirato dal film francese del 1969 "La Femme Infidèle" di Claude Chabrol, distribuito in Italia come Stephane - Una Moglie Infedele che, chissà perché, cambia il nome della protagonista da Helene a Stephane chiamandola come l'attrice che la interpreta, cioè Stephane Audray che in italiano viene doppiata da (sempre lei) Rita Savagnone.
Soliti misteri della distribuzione italiana. 
Qui Richard Gere e Diane Lane sono i protagonisti di una storia di tradimento e di morte che ricalca appunto quella originale e che a rivederla mi ha dato fastidio come la prima volta che lo vidi, sempre in tv. 
Questo perché regia e recitazione sono a livelli altissimi (Diane era stata nominata all'Oscar) e senti palpabili le emozioni che Richard trasmette sullo schermo.

Le scene di sesso poi, pur non finendo sul porno, sono decisamente esplicite e, per limitare l'imbarazzo degli attori, sono state girate con una troupe ridotta al minimo. 
Altra piccola curiosità: il figlio della coppia formata da Richard e Diane è quella faccia stranota e particolare di Erik Per Sullivan

che interpretava il fratellino di Malcolm nella famosa serie tv. 


giovedì 25 maggio 2023

UN MAGGIO IRRIPETIBILE PER MUSICA E CINEMA

 Già vi avviso: mettetevi comodi perché questo post oggi sarà piuttosto lungo poiché il 24 maggio, cioè ieri, verrà ricordato negli anni a venire come il giorno in cui la leonessa del rock Tina Turner ci ha lasciati ad 83 anni dopo una malattia e una grandiosa carriera musicale, in parte anche cinematografica.


Le sue interpretazioni di Aunty Entity in Mad Max Oltre La Sfera Del Tuono, ma soprattutto (per me) la Acid Queen in TOMMY sono infatti ormai marchiate a fuoco nella storia.


I duetti che hanno costellato la sua discografia erano ogni volta una gradita sorpresa e uno spettacolo con lei che regolarmente si mangiava la scena. 
Rod Stewart, Mick Jagger, Robert Palmer, Bryan Adams, Eros Ramazzotti e, naturalmente, l'ex marito Ike di cui ha tenuto il cognome (lei era Anna Mae Bullock all'anagrafe) e pure il ricordo di qualche sganassone di troppo, sono fra i nomi che hanno diviso il microfono con lei. 
Lei che era tornata alla grande negli anni 80 grazie ad un album stupendo che era Private Dancer


(con la TITLE TRACK firmata da Mark Knopfler) a dare del filo da torcere ai rappresentanti della new wave patinata contrastandoli con una grinta e una criniera (finta) da leonessa, appunto, ed un fisico sempre ostentato con orgoglio nonostante non fosse già più una ragazzina. 
Per Tina ho modificato al volo il post oggi aprendolo con lei, perché lei, interpretata al cinema in un biopic da Angela Bassett nel 1993 dal titolo Tina - What's Love Got To Do With It, quando ancora non ne arrivavano così tanti di biopic, nella nostra memoria sarà sempre e simply THE BEST.

Ma torniamo adesso a parlare della giornata di oggi, il 25 maggio che 50 anni fa vedeva la pubblicazione di un disco destinato a cambiare per sempre la concezione di colonna sonora per un film horror, cioè Tubular Bells, album di debutto di Mike Oldfield e disco di cui avevo parlato già sotto Halloween in UN POST tutto sulla musica dei film horror e dove, appunto, spiegavo che il musicista aveva composto tale suite, divisa sui due lati del vinile, di cui vi posto IL PRIMO, senza pensare ad un ipotetico film da musicare.


La scelta di William Friedkin, il regista, di usare una parte del disco per la colonna sonora de L'Esorcista, fu una cosa non pianificata, ma si può dire che fu anche una di quelle congiunzioni astrali che accadono una volta ogni millennio, legando per sempre il nome di Oldfield a tale pellicola e spianando la strada a millemila altri compositori (Giorgio Gaslini, i Goblin) che prenderanno ispirazione da quel disco. 
Ok, ho ripetuto un po' di quanto avevo già scritto all'epoca, ma si tratta di un punto fondamentale quando si parla di un disco così speciale. 
Speciale perché Mike Oldfield l'ha registrato quasi tutto da solo andando in anticipo di sette anni contro le idee del prof Shorofsky

di Saranno Famosi che considerava masturbazione tale modo di fare musica. 
Scherzi a parte, Mike ha ottenuto il risultato sovrapponendo le tracce di tutti gli strumenti che erano più di una ventina (cosa mai fatta fino ad allora), lavorandoci sopra diversi mesi, e tale suo primo disco è da considerare speciale anche perché è stato il primo album pubblicato dalla Virgin Records di Richard Branson che probabilmente sentiva che qualcosa di grosso stava bollendo in pentola, tanto che mise di tasca sua 3000 sterline per aiutare Mike a realizzarlo. 
Inutile dire che quella cifra iniziale Richard l'ha tranquillamente ammortizzata nel corso degli anni dato che poi, dopo aver avuto il coraggio di mettere sotto contratto i SEX PISTOLS, negli anni 80 anche parecchia della new wave che furoreggiava usciva sotto il marchio Virgin (Human League, Culture Club, Simple Minds, e molto altro).

Forse comunque questo disco aveva nel suo destino di essere considerato come un film poiché nel 1992, dopo un turbolento passaggio dalla Virgin alla Warner, Mike Oldfield realizza un vero e proprio sequel del primo Tubular Bells chiamandolo Tubular Bells II, con pure un terzo capitolo che arriva nel 1998, dove in entrambi non suonerà più tutto da solo, mentre nel 2003 ha ritoccato il primo capitolo con una nuova registrazione digitale che segue l'originale, alla quale sono state aggiunte piccole parti, ma, in realtà, questo può essere considerato anche come un escamotage per permettere alla Warner di avere in catalogo anche il capostipite; tale manovra viene messa spesso a contratto quando un'artista cambia casa discografica e pubblica un greatest hits con le sue canzoni, ma risuonate e ricantate, magari anche non troppo diverse dalle versioni originali (in alcuni casi simulando pure un finto live, giuro), in modo che la nuova etichetta ne possa rivendicare i diritti (sono furbi i discografici). 

Sempre il 25 maggio, ma nel 1983, usciva invece nelle sale americane Il Ritorno Dello Jedi, il terzo capitolo conclusivo della trilogia fondamentale di Guerre Stellari, perché da noi all'epoca si chiamava così, però in Italia dovremo aspettare il 21 ottobre per vederlo. 
Film che compie i suoi bei 40 anni, e capitolo dove fanno la comparsa gli Ewoks mentre finalmente Han Solo viene liberato dalla carbonite in cui era finito ibernato tre anni prima (vatti a fidare dei vecchi amici) con quel blooper che in questo film fa sparire la legatura che il contrabbandiere, mio alter-ego, doveva avere ancora sopra ai gomiti oltre a quella dei polsi che gli era stata invece tolta poco prima di essere calato giù.

Inoltre Leia, diventata nel frattempo schiava di Jabba The Hutt, si presenta con quel famoso outfit che poco lascia all'immaginazione (Carrie non era esattamente felice di doverlo indossare) e che è diventato un classico per le cosplayers più disinibite.

Gustosa, e anche nostalgica rivedendo quelli che purtroppo se ne sono andati, questa foto che vi regalo con la cumpa al completo fuori dal set tipo pronti per una serata in pizzeria (divertitevi a riconoscerli uno per uno).


Di tale film potrei scrivere di tutto, ma sarebbero cose che già stanno sul web da decenni ormai, mentre invece posso aggiungere un ricordo molto personale di quando, nell'estate dello stesso anno, eravamo quattro galli in vacanza in Spagna e in una discoteca locale proiettavano senza tanti problemi una copia piratata del film di cui vedevamo solo le immagini durante il set del dj che mixava pezzi come Sweet Dreams Degli Eurythmics, Go Deh Yaka di Monyaka, Paris Latino dei Bandolero e via così. 
E poi tutti sversi per le strade di Lloret De Mar fino all'alba senza che nessuno si facesse male mai... 
Quella si che era fantascienza! 
E naturalmente concludo ancora con goodbye Tina. 

mercoledì 24 maggio 2023

IL PONTE DI BROOKLYN: 140 ANNI DI STORIA E ANCHE DI CINEMA

 Compie oggi 140 anni, perché inaugurato proprio il 24 maggio 1883, il famoso Ponte di Brooklyn, quello che unisce l'isola di Manhattan a New York.


Ponte visto in centinaia di pellicole perché è una scenografia così iconica che se un regista fa un film in quella zona non può fare a meno di buttarci almeno un'inquadratura dove lo si vede. 
Kate & Leopold (2001), con Hugh Jackman off Wolverine, C'Era Una Volta In America (1984)

e The Irishman (2019), entrambi con DeNiro, I Fantastici 4 (2005), Il Collezionista Di Ossa (1999), persino l'italianissimo La Poliziotta A New York (1981) con Edwige Fenech sulla scia dei due episodi precedenti con Mariangela Melato, sono solo una manciata delle pellicole, buttate lì in ordine sparso, mica cronologico, che hanno utilizzato il ponte almeno in una scena. 
Io stesso in un'altra casa (forse era pure in un'altra vita) avevo un'intera parete coperta con un maxi poster/tappezzeria che mostrava il ponte di notte, non in 3D come la foto di apertura del post, ma oltremodo d'effetto. 
Ma dietro alla costruzione di tale mirabile opera, durata 14 anni, ci sono state pure 24 vittime per i lavori sia sopra che sotto l'acqua, queste ultime dovute ad embolie perché si lavorava appunto in immersione dentro a camere di scavo.

Fra le tante altre cose che hanno sfruttato l'immagine del ponte, ovviamente, la famosa, italianissima gomma da masticare in strip che ne prendeva il nome, cosa che a farlo oggi ti tiri dietro un esercito di avvocati. 
Ma erano tempi diversi in cui potevi fare un po' quello che ti pareva e persino i Pooh utilizzavano la silhouette dell'orsetto Disney senza che nessuno rompesse le balle... 
Ehm, no, non nell'800 poiché i Pooh forse all'epoca non c'erano ancora (ma qualche dubbio lo avrei), e nemmeno la gomma da masticare che è nata nel 1956.
Loro, i Pooh, che nel 1956 invece c'erano, ma ancora non suonavano insieme, questa cosa dell'appropriazione indebita di Winnie The Pooh sui dischi la facevano negli anni 70 finché negli anni 80 hanno preferito eliminare preventivamente tale sagoma,

che invece è ancora perfettamente visibile nella foto sull'etichetta del vinile del 1977, appunto; decisione presa così che non si sa mai... 
A proposito: che gran disco questo ROTOLANDO RESPIRANDO, e quasi quasi lo posto anche, che un po' di buona musica non guasta mai.

Ma, amici pontisti, state allegri perché "presto" (virgolettato perché se faccio i conti in tasca agli americani che ci han messo 14 anni e 24 vite umane...) avremo una simile opera mastodontica pure noi italiani dato che il ponte sullo stretto è ormai Certo, Certissimo, Anzi... Probabile, proprio come un famoso film del 1969 con Catherine Spaak e Claudia Cardinale, pellicola che sicuramente conoscete...

No? 
Allora dovrò parlarne prima o poi... 
Ma, per caso ho divagato un po' anche oggi? 

martedì 23 maggio 2023

SE LA PARAMOUNT FA DELLE OFFERTE CHE NON POTETE RIFIUTARE... MA FORSE A VOLTE È MEGLIO FARLO

 Paramount+ con il grande successo del SEQUEL DI TOP GUN che viene pure nominato per gli Oscar deve aver pensato che tutto "si può fare!" dato che aveva già realizzato anche The Offer, una stupenda serie sul travagliato backstage de Il Padrino con Miles Teller che rivedremo proprio in MAVERICK e che partecipa anche alla produzione, e nella quale serie ci troviamo (non in questa foto con i protagonisti principali) anche il figlio di Tom Hanks, in pratica quasi un clone del padre.


Qui vengono messi in scena tutti i famosi aneddoti su tale lavorazione, comprese le botte prese davvero da Talia Shire, Al Pacino che non piaceva ad alcuni sul set perché troppo basso secondo loro, Marlon Brando con il gatto, la famosa testa di cavallo, e altre gustose vicende varie intorno al set, come il problema di Frank Sinatra incazzato perché si sentiva citato nel personaggio di Johnny Fontaine, la comunità italiana che voleva bloccare il film e le rivalità fra boss mafiosi; tra l'altro argomento quello della mafia che nella pellicola non viene mai nominato palesemente ed è proprio grazie a tale escamotage che Coppola è riuscito a portare a termine il lavoro. 
Apro inoltre una parentesi perché proprio oggi, 23 maggio, è la Giornata della Legalità istituita per dare contro a tutte le forme di mafia ricordando la strage di Capaci in cui perirono i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

Sarebbe bello poter pensare che in questo modo certi personaggi degli ambienti mafiosi si sentano intimiditi, ma la realtà purtroppo è dura da cambiare, perciò chiudiamo la parentesi e torniamo alla nostra serie dove il tutto viene messo lì così bene che ti faresti i 10 episodi in una botta sola (cosa che riesce solo alle cinture nere di binge watching). 
"Evvai! Abbiamo trovato la gallina dalle uova d'oro" avranno pensato ancora in Paramount sfogliando il catalogo dei loro film e così ti fanno pure un SEQUEL MOLTO BRUTTO di American Gigolò e pure de L'Uomo Che Cadde Sulla Terra (no, questo non l'ho visto perché temo di rimanere deluso, ma alcuni pareri che ho sentito sono positivi). 
Ed ora Paramount+ colpisce ancora e riprende in mano un'altro dei suoi film in catalogo per creare una serie tv della quale probabilmente non se ne sentiva la necessità, dato che già il sequel, Grease 2, era stato un emerito fiasco.

Grease - Rise Of The Pink Ladies è un prequel di quel grande successo che è stato Grease e da quel film nasce appunto una vicenda puntata sulle ragazze della Rydell High School, quelle che si distinguevano appunto per il loro outfit rosa. 
In particolare delle protagoniste del film ritroviamo Rizzo e Frenchy,

che in Grease erano interpretate da Stockard Channing e Didi Conn (nei riquadri in bianco e nero), ma qui siamo alcuni anni prima degli eventi che invece interesseranno Danny e Sandy. L'atmosfera alla happy days e le canzoni (poco memorabili in realtà) facevano ben sperare e invece uff... come per il sequel di American Gigolò prevale la noia. 
Probabilmente anche perché si vuole stirare una storia su 10 episodi mentre un paio d'ore, messe in mano ad un buon montatore, forse erano più che sufficienti. 
Ma è la dura legge delle piattaforme, e dal primo maggio anche Attrazione Fatale ha subìto la stessa sorte,

stavolta non con prequel o sequel, ma con un remake ad episodi dove Joshua Jackson prende il posto di Michael Douglas e del quale al momento non so se ho la voglia di saperne di più. 
Ah... 
Lassù in alto parlavo di Tom Hanks e di suo figlio Colin e di quanto si assomigliano, perciò eccoli a confronto con una foto giovanile di Tom:

lunedì 22 maggio 2023

IL RAGAZZO E LA TIGRE: L'ULTIMA FATICA DI BRANDO (MA MICA MARLON)

 Brando Quilici, figlio di Folco che negli anni 70 imperversava sulla Rai con i documentari a tema sulla natura selvaggia, ricalca le orme del padre, ma mostrandoci tale natura tramite il film Il Ragazzo E La Tigre, una storia di formazione in cui Balmani, un ragazzino orfano scampato ad un terremoto in Nepal, intraprende un viaggio per scoprire se una storia che gli raccontava sua madre fosse vera o solo fantasia, e lo fa insieme ad un cucciolo di tigre che, cammin facendo, salva dai bracconieri.


Il viaggio non sarà facile sia per le condizioni meteo che per i brutti incontri lungo la strada, ma Balmani è testardo e deciso ad arrivare fino in fondo. 
Nel cast c'è anche la nostra Claudia Gerini che in italiano si autodoppia nella peggior maniera possibile, mentre se si ascolta la traccia originale, poiché il film è girato in inglese, la stessa attrice risulta perlomeno dignitosa.

Un po' lo stesso effetto vale per tutti i personaggi che doppiati diventano un po' finti, mentre le voci originali rendono meglio. 
Alla fine il film non è che una storia per ragazzi e sul finale si sente l'ispirazione di Nata Libera, altro film, ma di diversi anni prima (1966), dove invece di una tigre c'era Elsa, una piccola leonessa, dal quale è poi stata tratta una serie tv, e magari un pubblico infantile e dall'anima candida quel pessimo doppiaggio che rovina tutto lo noterà meno.

Su Prime Video. 

domenica 21 maggio 2023

C'ERA UNA VOLTA UNO CHE SUONAVA CON PHIL COLLINS, UN ALTRO CON MORRISSEY E...

 Durante lo scorrere di questa settimana ci siamo perduti un bassista scozzese il cui nome non è uno di quelli che ti fa dire "È lui!", ma è un musicista che abbiano sentito suonare senza alcun dubbio tutti indistintamente.


Sto parlando di John Giblin, 71 anni, il cui strumento è stato al servizio di artisti come Peter Gabriel, Kate Bush, Simple Minds, con anche collaborazioni in Italia con Lucio Battisti, Eros Ramazzotti, Franco Battiato e Claudio Baglioni. 
La sua versatilità lo fa entrare a cavallo degli anni 70 e 80 nella band jazz-rock-fusion dei Brand-X dividendosi i brani con il padrone di casa Percy Jones (un vero fuoriclasse del basso) e dove alla batteria suonava un barbuto Phil Collins in parallelo con i Genesis.

Cioè mica degli scappati di casa eh, anche se a guardarli in questa foto in effetti lo sembravano... 
E infatti, sempre a cavallo degli anni 70 e 80, se avete acquistato qualche disco come Duke dei Genesis, per esempio,

(tipico esempio di album che non si deve giudicare dalla copertina) all'interno della busta trovavate le foto con tutta la loro discografia (Foxtrot, A Trick Of The Tail, Selling England By The Pound, ecc...), ma anche quella dei Brand-X che pure loro si fregiavano di immagini molto particolari come questa che mi incuriosiva non poco.



Ammettiamolo. 
Non si può rimanere indifferenti davanti ad un tale copertina, e di copertine interessanti ne avevo già parlato riguardo a quella di DREAMS di Grace Slick, di cui ero segretamente innamorato, ma all'epoca non c'era Youtube, né Spotify, cioè non c'era internet, ecco, perciò se volevi ascoltare un disco, o te lo compravi o approfittavi di un amico che te lo registrava su una cassetta come ho potuto fare con Pink Floyd e Genesis. 
Ma nessuno, dico, nessuno che conoscessi aveva idea di chi fossero i Brand-X. 
Quindi solo in tempi più recenti poi, grazie alla rete, ho avuto anche la possibilità di ascoltarlo quel disco dalla copertina bizzarra, rendendomi conto che non sono certo facili i lavori di questo simpatico complessino.

Per fare un esempio, questo VOIDARAMA è uno dei brani dove ha suonato John, mentre quest'altro dal titolo CAMBODIA (non c'entra la hit anni 80 di Kim Wilde), dove si sente di brutto il tipico drumming di Collins, si può definire il brano più "pop" del disco, ma sempre molto progressive, dove però troviamo Percy Jones al basso, e di tutta la tracklist era quello che, a istinto, mi era piaciuto di più (qualcuno mentre lo ascoltavo mi ha pure chiesto se fossero i Dream Theatre, pensa un po'), ma ancora non sapevo sta faccenda dei diversi musicisti che vi avevano suonato a seconda delle canzoni.

Quindi un gruppo piuttosto "aperto" e un genere musicale questo dove veniva messa in mostra grande tecnica, ma nessuna velleità commerciale da farti dire "magari con questo pezzo ci passano in radio". 
No, John alla radio lo avete sentito con cose completamente diverse, per esempio con questa CANZONE di Lucio Battisti tratta da Una Giornata Uggiosa, 

con quel giro di basso "elastico" e brano che, riascoltato oggi, mi fa capire quanto abbia ispirato Colapesce e DiMartino. 
Oppure se siete andati ad ascoltare Claudio Baglioni dal vivo nel 2003, John era lì a suonare il basso con la sua flemma scozzese. 
È invece proprio di ieri la notizia di un'altro bassista che ci lasciati e si tratta di Andy Rourke,

59 anni, che ha suonato negli Smiths di Morrissey e Johnny Marr portandosi dietro anche i suoi problemi di dipendenza dall'eroina. 
In seguito Andy apparirà anche in un disco solista del leader oltre ad aver collaborato con altri artisti come Sinéad O'Connor e Dolores O'Riordan. 
Anche il cinema piange un paio di nomi ed uno è famosissimo, cioè quello di Helmut Berger, attore e modello austriaco prediletto da Luchino Visconti, con il quale ebbe anche una relazione sentimentale, e legato perciò ad un certo cinema d'autore, ma che, da canaglia quale sono, non posso fare a meno di ricordare anche in Mia Moglie È Una Strega con Renato Pozzetto ed Eleonora Giorgi, dove Visconti ovviamente non c'entra e Berger era un perfetto, diabolico e, diciamolo pure, fighissimo diavolo Asmodeo.

Helmut aveva 78 anni. 
Meno conosciuto invece è il nome di Ray Austin, regista, attore e stuntman britannico che ha diretto sì alcuni film per il cinema, ma soprattutto ha lavorato a moltissime serie tv che fanno parte delle mie preferite, come SPAZIO 1999 e AGENTE SPECIALE, e in particolare di questa ha curato anche gli stunt in una cinquantina di episodi.

Lo vediamo nella foto sopra infatti fra Diana Rigg (Emma Peel) e Patrick MacNee (John Steed). 
Proprio per la sua origine di stuntman, i lavori da lui diretti avevano sempre scene molto "fisiche" con scazzottate e acrobazie.

Ray Austin aveva 91 anni e durante la sua carriera gli era stata affidata anche la regia del ritorno di Steve Austin, che, nonostante l'omonimia, non è un suo parente, ma è L'Uomo Da Sei Milioni Di Dollari interpretato da Lee Majors. 
Addio John, Andy, Helmut e Ray.