Era il primo dicembre del 1955 quando la sarta di colore Rosa Parks si rifiutò di cedere il posto sull'autobus ad un uomo bianco, perché le leggi di allora erano fatte così, finendo così arrestata.
Tale gesto darà il via al boicottaggio degli autobus da parte delle persone di colore che non li prenderanno più e tale vicenda sarà parte della trama di La Lunga Strada Verso Casa con Whoopi Goldberg e Sissy Spacek, dove la futura Sister Act faceva la parte della bambinaia di una ricca famiglia bianca in cui la moglie Miriam (Spacek) prenderà a cuore la situazione della donna che, per solidarietà con la protesta, comincerà ad andare al lavoro a piedi nonostante la lunga distanza da percorrere, al punto da arrivare spesso tardi al lavoro.
Per questo Miriam, di nascosto dal marito fervente attivista per i diritti dei bianchi, le offrirà dei passaggi in auto, ma presto verrà scoperta.
Film molto intenso con un piccolo errore nel primo doppiaggio poiché la voce narrante, che in originale sarebbe di Mary Steenburgen
ovvero la Clara di Doc Emmett Brown, per noi viene affidata ad Emanuela Rossi, cioè la stessa doppiatrice di Sissy Spacek nel film, mentre chi racconta è la piccola Mary Catherine cresciuta.
Cosa corretta poi nel ridoppiaggio.
Whoopi invece qui ha la voce di RITA DI LERNIA che putroppo abbiamo ricordato qualche settimana fa.
Sulla figura di Rosa Parks inoltre esistono, oltre ai libri, anche almeno un paio di lavori in video di cui un film tv del 2002 dal titolo The Rosa Parks Story
dove la interpreta Angela Bassett, e anche un breve documentario italiano, Io Sono Rosa Parks.
Per finire, da whovian quale sono, non posso certo mancare di ricordare che nell'undicesima stagione di Doctor Who, quella con il discusso Dottore al femminile,
c'è anche un episodio dedicato a lei.
P.s.
Non c'entra con Rosa Parks, ma auguri a Woody Allen che proprio ieri ha compiuto 90 anni, con alcune fonti che invece indicano che sarebbe oggi la data del compleanno.
Il 25 febbraio 2026 arriva negli States una nuova stagione della mitica serie con quasi tutti gli attori originali, perché QUALCUNO purtroppo non c'è più.
In omaggio ad Ornella Vanoni, Rai Radio Techetè ha dedicato l’intera programmazione di domenica scorsa alla grande interprete della canzone attraverso programmi del canale e la riproposizione del varietà della domenica che la ebbe protagonista negli Anni ‘70.
Il programma si chiamava Una Domenica Con Ornella - Più Di Così e prendeva il titolo mescolando quelli di due sue canzoni di cui UNA cantata in coppia con il corpulento Gepy, ovvero uno dei tanti duetti a cui la cantante ha partecipato durante la sua lunga carriera e che metterò in questo post di oggi dopo che già tutta la settimana le è stata giustamente dedicata da tutte le forme di media e social.
Magari arrivo tardi,lo so, ma preferisco fare le cose con calma.
Torniamo però alla trasmissione che ho avuto modo di ascoltare in questa riproposizione e che è andata in onda su Rai Radio 2 dal 1976 al 1977 tutte le domeniche mattina dalle 9,35 alle 11,00, nella stessa fascia oraria della storica trasmissione Gran varietà.
La prima puntata venne trasmessa il 14 novembre 1976 e l'ultima il 26 giugno 1977 ed era registrata nell'Auditorio A del Centro di Produzione Rai di via Asiago 10 con la presenza del pubblico a differenza della trasmissione più celebre i cui applausi e risate erano tutte registrate in precedenza, che tanto alla radio mica te ne accorgevi.
Oltre ad Ornella altri cantanti si proposero come "padroni di casa" cambiando opportunamente il titolo e fra gli altri c'era stato anche Gianni Morandi.
L'edizione di Ornella però aveva un qualcosa di speciale in quella sua voce che ti parlava con dei toni tra l'amichevole e il sensuale, e lo dico perché in gioventù secondo me era stata una gran bella donna
(ditemi se in questa foto non ricorda Raquel Welch?) seppure con canzoni che all'epoca non riuscivo ad apprezzare eccetto UNA RAGIONE DI PIÙ che con un arrangiamento a dir poco epico e quei cori (dei New Trolls con Nico Di Palo in evidenza) in crescendo che facevano dabadà dabadà mi scatenava fantasie da colonna sonora di Ennio Morricone. L'arrangiamento invece era opera di Giampiero Reverberi che dopo Le Orme si occuperà del Rondò Veneziano, mentre tra gli autori, oltre alla stessa Ornella, c'erano Franco Califano e i due fratelli Reitano.
Ma avevo anticipato dei molteplici duetti di Ornella e uno dei più recenti la vedeva con Mahmood cantare un suo vecchio brano dal titolo SANT'ALLEGRIA, come anche Samuele Bersani ha diviso con lei CALMA RIVOLUZIONARIA che avevo già proposto in un post tempo fa.
Sempre ironica poi si era fatta due TOY BOY nella figura di Colapesce e DiMartino, mentre dei duetti (non solo musicali) con Gino Paoli poi ci sarebbe da riempire un libro o magari un doppio album che era uscito in coppia nel 1985, replicando poi vent'anni dopo, mentre alcune sue canzoni sono state persino remixate in versione dance.
Concludo con una canzone che non è un duetto, ma è certamente stupenda e rimane fra le mie preferite, ovvero VAI VALENTINA.
Insomma, alla fine sarà molto difficile dimenticare la nostra cara Ornella.
Questo capitolo finale, e anche sèguito diretto del PRECEDENTE, per una buona parte è un riassunto della saga di Ethan Hunt mostrando immagini a raffica prese dai film facenti parte del brand, con pure il ritorno di un personaggio che in quel primo episodio diretto da Brian De Palma faceva una gran brutta figura proprio per colpa di Tom Cruise e compagni.
Ma forse anche per questa sorta di riassunto il film ci mette un bel pò ad ingranare e tu spettatore devi resistere per le quasi tre ore durante le quali Tom corre (naturalmente),
va giù giù negli abissi e poi risale su nel cielo appeso (di nuovo) ad un aereo per prendere letteralmente a cazzotti i cattivi che gliene frega una cippa di far scoppiare una vera e propria apocalisse informatica grazie ad una intelligenza artificiale fin troppo intelligente.
Gran confezione, si, ma stavolta sono pochette le maschere che invece hanno sempre fatto il marchio della serie, e tante, tante sono le parole a mó di spiegoni che, così a spanne stringendo senza tante ciance poteva invece uscirci un dinamico film di due ore tutto sprint.
Ma vabbè.
Voleva essere un finale definitivo della saga che lasciasse un segno e visto al cinema in grande l'effetto lo fa tutto... mentre rivisto su un piccolo display in aereo mentre ero in viaggio, rende molto meno.
Se poi Tom ci ripenserà e deciderà di sfornare ancora capitoli questo non posso dirlo, anche perché il post sta per autodistruggersi...
Certo, per facilità o per istinto, il Reggae viene immediatamente associato a Bob Marley o al limite a Peter Tosh, tralasciando invece molti altri nomi che arrivano dalla Giamaica e che hanno portato avanti quel genere dal sound solare, ma anche con tanti significati dentro.
In particolare Jimmy Cliff era stato il protagonista del film prodotto da Roger Corman nel 1972, con canzone omonima, The Harder They Come il cui titolo italiano era diventato Più Duro È, Più Forte Cade, e dove, appunto, il suo personaggio era alla ricerca del successo nella musica, ma finiva in un giro di criminalità e spaccio che regnava in quei paesi insieme alla povertà contrapposta all'idea festaiola della musica giamaicana che invece ci appariva principalmente.
Jimmy è mancato nei giorni scorsi ad 81 anni e nella sua carriera musicale si era cimentato sia con il Reggae che con lo Ska (sono parenti stretti) arrivando nei primi anni 80 anche alla disco con il grande successo REGGAE NIGHT, dove di reggae in effetti c'era solo il titolo poiché la canzone era un classico mid tempo disco che tutti sicuramente ricordiamo. Un altro addio arriva dal mondo del cinema perché se n'è andato Udo Kier che avevo visto per la prima volta in HISTOIRE D'O,
film altamente erotico, ma non porno, anzi con una stupenda Corinne Clery pre-bond e in bond-age... perdonatemi il gioco di parole.
La sceneggiatura tratta da un libro di Pauline Reage, con una ottima fotografia e musica di Pierre Bachelet, lo hanno reso un cult del genere dove allora l'attore era fichissimo, mentre invecchiando ha assunto un aspetto piuttosto inquietante.
Udo, che aveva 81 anni come Jimmy, oltre ad averlo ritrovato in un film di cui ho parlato tempo fa QUI, conta una filmografia piuttosto nutrita avendo lavorato anche con il nostro Dario Argento e nella saga di Iron Sky, quella dei nazisti spaziali, quasi sempre diviso tra horror e fantastico.
Nasceva ben due secoli orsono la prima confraternita universitaria e veniva fondata da nove studenti dello Union College di Schenectady (New York) con il nome Kappa Alpha Society.
Era infatti il 26 novembre del 1825, e da allora tali società studentesche sono diventate un'abitudine finendo spesso anche nel cinema come in Animal House del 1978 diretto da John Landis, dove spadroneggiava un allora debuttante John Belushi.
Da ricordare anche The Skulls - I Teschi del 2000 con il compianto Paul Walker di Fast & Furious (a dirigere è lo stesso regista Rob Cohen) e Joshua Jackson, ovvero il sosia di Alessandro Cattelan.
Tra l'altro questo è stato uno dei miei primi DVD acquistati come allegato ad una rivista del settore, evitando poi i seguiti decisamente inutili.
In mezzo ai suddetti due si colloca cronologicamente nel 1989 L'Attimo Fuggente di Peter Weir, il cui titolo originale, The Dead Poets Society, era il nome della confraternita creata dagli studenti sulla falsariga di quella a cui aveva appartenuto il loro rivoluzionario professore con il volto di Robin Williams.
Naturalmente non sono solo queste tre le pellicole dove c'entrano le confraternite, anzi, da una rapida ricerca ne potrei già contare altre 20, tra cui uno slasher di cui avevo parlato tempo fa e che ha avuto anche un recente remake, ovverosia BLACK CHRISTMAS.
Sono passati ormai cinque anni da quando Diego Armando Maradona se n'è andato a soli 60 anni.
L'ho già detto che non seguo il calcio, ma quello di Diego era ormai diventato un vero mito specie per i tifosi partenopei, e infatti Marco Risi nel 2007 aveva realizzato su di lui un film biografico dal titolo Maradona - La Mano De Dios distribuito anche all'estero e dove lo interpretava Marco Leonardi.
Nel 2021 invece Paolo Sorrentino ha diretto È Stata La Mano Di Dio, altro film, ma postumo, dove l'arrivo di Diego al Napoli si intreccia con le vicende del giovane Fabietto che poi è il vero protagonista della pellicola.
Film questo che, nonostante dei buoni incassi, per il regista de La Grande Bellezza fu un mezzo fallimento perché le spese di produzione non riuscirono ad essere coperte dagli introiti.
Poi, beh devo ricordare ancora una volta SANTA MARADONA, un mio guilty pleasure con Stefano Accorsi e il compianto LIBERO DE RIENZO (giusto non dimenticare il giovane attore), dove il bomber argentino c'entra solo nel titolo e nella canzone dei Mano Negra che apre il film.
Ma vi assicuro che vale comunque la pena di essere visto perché divertentissimo.