Posso dire una cosa in breve di questo Dune, film di cui tanto si parla, e cioè che è tanto bello visivamente quanto pesante nello svolgersi della storia.
Ma se negli anni 80 con Lynch non avevo colto le idee prese dal romanzo di Frank Herbert e che erano state poi riciclate da George Lucas pochi anni prima per Guerre Stellari, anche perché il romanzo non lo avevo mai letto, in questa nuova versione di Denis Villeneuve mi son balenati davanti agli occhi più di una volta parecchi fotogrammi tratti dalla saga di quella galassia lontana lontana, e non solo.
I Fremen per esempio, che sono palesemente i Sabbipodi,
in mezzo a sabbia, tanta sabbia come su Tatooine e pure in quel trashissimo
L'UMANOIDE con Richard Kiel e Corinne Clery, le discese dalle navi giù dalla rampa/portellone tutti belli schierati, i mezzi cingolati e quelli volanti,
questi ultimi che sono una sorta di libellule meccaniche ma che ti fanno ricordare i Caccia Ala-X, ma tipo fatti al contrario,
e l'arrivo di Jason Momoa che scende dal velivolo sembra preso proprio dal film di Lucas, come i costumi fatti con ampi tessuti grezzi secondo la moda Jedi.
Nome questo dei cavalieri Jedi che non puoi non collegare a Giedi Primo, il pianeta di origine dei feroci Harkonnen (nome simile a quello di un famoso pilota di Formula 1, ma decisamente diversi nell'aspetto).
E poi la città che ti appare in volo identica al palazzo della Tyrell di
BLADE RUNNER,
anch'esso già di suo somigliante ad una piramide Azteca, anche se qui siamo in casa di Ridley Scott, ma vale lo stesso perché Villeneuve ne ha firmato il seguito.
E Tremors, eh si degli anni 90, non avrà qualche debito pure lui verso Herbert?
Diverso invece l'effetto che mi ha fatto Stellan Skarsgaard che interpreta il Barone Harkonnen e mi ha ricordato tale e quale Marlon Brando in
APOCALYPSE NOW nel modo di sfregarsi la crapa pelata, ma forse questa era solo una cosa mia perché da poco ho rivisto il film di Coppola.
Quindi tutto un cortocircuito? Una citazione della citazione dell'ispirazione? Non saprei.
Di sicuro però trovo che Timothee Chalamet,
così sminchio, sia decisamente adatto al ruolo di Paul Atreides che sogna Zendaya e vuole partire per conoscerla personalmente, anche se è facile così eh buongustaio... ma prova a fare gli stessi sogni magari con, chessò, Anna Mazzamauro o Angela Merkel...
Non è la stessa cosa... Come diceva Francesco Guccini nell'intro di Statale 17 dal vivo portando l'esempio fra due racconti identici, ma uno ambientato in America con una Pontiac che corre da Tucson a Omaha e l'altro in Emilia con una Millecento lanciata da Piumazzo a Sant'Anna di Pelago...
Ma meglio lui dicevo, di quanto invece fosse fuori ruolo Kyle McLachlan con Lynch, troppo maturo e fisicato per essere credibile.
Il fatto fondamentale però è che anche la nuova confezione non è riuscita a farmi piacere la saga.
Lo so, sono una brutta persona, ma mi sento di non attendere così spasmodicamente il seguito (dai, ditemi, alzate la mano quanti sono rimasti spiazzati dalla storia interrotta così a metà...) dove si vedrà Paul Atreides che cavalca i vermoni e che nel film di Lynch era una scena supportata da effetti speciali pezzenti virati con quel filtro rossastro che pare lo stesso di
LA NOTTE DELLA COMETAche è un B-Movie girato in economia, il che è tutto dire.
Perlomeno qui con Denis l'impianto scenico è di livello elevatissimo, ma tuttavia non basta per farmelo apprezzare.
E poi il doppiaggio... mi chiedo perché deve cambiare completamente le intensità delle voci, che qui hanno una funzione molto importante nella storia con il loro potere di condizionare gli altri.
Voci che sono anche molto diverse da quelle degli attori originali e in particolar modo ci ritrovo quell'Ennio Coltorti ancora una volta fuori luogo tipo come quando doppia J. K. Simmons in
JUSTICE LEAGUE e
LA GUERRA DI DOMANI.
Eh, ma quelli davvero bravi a fare quel certosino lavoro che è il doppiaggio, purtroppo li stiamo perdendo tutti, come ho già scritto diverse volte anche recentemente.