martedì 30 novembre 2021

STRAPPARE LUNGO I BORDI: ADESSO SI CHE SI RIDE (CON INTELLIGENZA)

 Zerocalcare torna in video, ma stavolta con la dimensione che gli è più congeniale, cioè il disegno però animato, ma senza snaturare lo spirito originale, dopo il poco compreso film La Profezia Dell'Armadillo.


Ogni breve episodio è una sequenza di immagini e situazioni dove lo stesso Zerocalcare dà voce a quasi tutti i personaggi come una voce fuori campo che racconta quanto accade, eccetto l'Armadillo affidato a Valerio Mastandrea, e parla talmente a raffica (quasi come Bonolis) e talmente romanesco che a volte ti perdi qualcosa, ma se stoppi un attimo e ci pensi a ciò che ha detto lo capisci lo stesso, sennò ti metti a ridere in ritardo per la battuta o la situazione e ti perdi la scena successiva, così devi tornare indietro ecc ecc. 
Ma tanto è su Netflix e riavvolgi come ti pare. 
P. S. Si ride, ma non solo... 

lunedì 29 novembre 2021

RED NOTICE: IL SOLITO FILM CON LA STRANA COPPIA (MA CON IN PIÙ GAL GADOT)

 La coppia fondamentale di personaggi agli antipodi, per me è stata Bud Spencer & Terence Hill, con anche Roger Moore e Tony Curtis nella serie tv Attenti A Quei Due, ma in questa il mood era già diverso perché con Bud e Terence i due personaggi erano totalmente opposti anche come fisicità e, in alcuni casi, erano pure antagonisti costretti dagli eventi a collaborare fianco a fianco.


Cosa che succede in questo Red Notice con Dwayne Johnson e Ryan Reynolds a ricoprire le parti di Bud e Terence, uno poliziotto e l'altro ladro

costretti a prendere parte ad una missione giramondo da un ulteriore terzo incomodo rappresentato da Gal Gadot, che come incomodo, francamente non è male.


Il film è tutto qua, con Dwayne che fa The Rock e Ryan che fa Deadpool un po' più trattenuto (nel senso di meno sboccato) fra azione, battutine, scenette comiche e situazioni alla Looney Tunes (la scena col toro nell'arena su tutte), e millemila citazioni di film precedenti che quando arrivano ti strappano un sorriso (Ryan che fischietta il tema di Indiana Jones o che cita il McGuffin). 
Il finale twista tutto un po' forzatamente, a mio parere, ma no... non dico in che modo lo fa. 
Visto a casa su Netflix ci sta, ma se qualcuno spendeva i soldi del biglietto per andare al cinema, probabilmente poi all'uscita non sarebbe stato molto soddisfatto, anche se avrebbe appena passato due ore nel mood di 007, con tanto di scena iniziale ultraspettacolare, ma in versione più scanzonata e decisamente leggera, appunto quasi un cartoon. 

domenica 28 novembre 2021

WIND OF CHANGE (SI, COME UNA FAMOSA CANZONE DEGLI SCORPIONS, MA IN PEGGIO)

 Domenica di riflessioni, e se mi guardo indietro mi accorgo che sono cambiato in peggio, o forse devo dire che gli eventi mi hanno fatto cambiare in peggio, perché (primo motivo fra tutti) al giorno d'oggi non ho più quel piacere di prendere un buon caffè al bar,


o di fare una sosta in autogrill durante un viaggio, questo a causa delle mascherine e di tutte le norme anti Covid-19. 
Ho una pratica macchinetta a cialde che me lo fa buonissimo e mi arrangio così. 
Non provo nemmeno più piacere nell'andare a vedere un film al cinema sempre a causa della mascherina obbligatoria (che poi in sala molti se la tolgono), mentre a casa posso stare un po' come mi pare. 
Ma sia chiaro che non sono contro tutto ciò che mi difende da sto maledetto virus (che ci mancava pure la variante sudafricana portata da una furbona non vaccinata in Belgio e ora ne abbiamo anche un caso in Italia), nel senso che non vado a fare il pirla no-vax in giro o organizzo manifestazioni come quel tatuatore salito all'onore delle cronache che PIRLA se lo dovrebbe appunto tatuare sulla fronte; soltanto che ho dovuto rivedere molto le mie abitudini, specialmente adesso che, con il freddo, occhiali e mascherine non vanno per niente d'accordo. 
Ma non faccio nemmeno il segregato in casa, ci mancherebbe, anzi esco quando mi pare per fare tutto quello che è necessario fare. 
Però, per le cose che dovrebbero darmi un po' di piacere e relax, preferisco farmele in casa dato che le possibilità ci sono. 
Ah... In Trentino, dove ho fatto le vacanze e ho avuto modo di parlare con molta gente che al virus e ai vaccini non credeva, persino albergatori, hanno di nuovo decretato la zona rossa in alcuni comuni e in Friuli scatta quella gialla... 
L'avevo detto già TEMPO FA che con il freddo saremmo tornati ai picchi dei contagi. 
Ma i discorsi che si sentivano in giro erano sempre: no... Son tutte balle... Ci stanno manovrando... Facciamo la rivoluzione... 
Scusate, ma mi scoccia tantissimo aver ragione anche stavolta... 

sabato 27 novembre 2021

LELLA CONTRO IL FEMMINICIDIO

 Non si può girare la testa dall'altra parte, no. Le notizie parlano chiaro e sono sempre di più le donne che perdono la vita per gelosia, cattiveria o quant'altro, per cui, oltre alle manifestazioni con scarpe rosse messe in mostra,


anche la musica ha detto la sua per il "Giorno Contro La Violenza Sulle Donne" che è stato giovedì scorso, ma in realtà dovrebbe essere tutti i giorni... 
La musica si presenta con un disco di Edoardo De Angelis in coppia con Stelio Gicca Palli nel duo Edoardo & Stelio, che ha una caterva di anni addosso, ben 50, ma che suona terribilmente attuale in quanto racconta di un uomo che confessa ad un amico di aver strangolato la sua amante che lo voleva lasciare. 
Ma figuriamoci se nel 1970 una canzone così poteva piacere alla grande distribuzione che cercava soltanto Sole, Cuore, Amore... 
Infatti... 
Finché due anni dopo Edoardo Vianello capisce il grande potenziale del pezzo e decide di interpretarlo con sua moglie Wilma Goich nel secondo album de I Vianella facendo il botto nelle hit parade e diventando un classico reinterpretato da parecchi artisti, tra i quali Antonello Venditti (che in quei tempi aveva già passato le sue pene giudiziarie per aver definito "fico" Gesù Cristo in una sua canzone), la Schola Cantorum e Lando Fiorini. 
Esce quindi adesso un disco a scopo benefico dove Lella diventa LELLA PER SEMPRE

e viene nuovamente reinterpretata da diversi artisti come Luca Barbarossa e Ultimo. 
Non solo: le si dà pure un seguito a quella vicenda, come fosse un sequel cinematografico, con canzoni che si collegano all'originale e altre che ne reinventano la storia rimanendo sempre però fedeli a quello che Lella raccontava 50 anni fa. 
50 anni, si, ma (purtroppo) sembra oggi.

venerdì 26 novembre 2021

LA TERRIFICANTE NOTTE DEI ROBOT ASSASSINI (CIOÈ LA NOTTE CHE L'HO VISTO IN TV)

 Ricordo le locandine di questo film appese nella piccola sala di seconda visone che frequentavo,


in particolare quelle con le foto prese dal film e, ancora più in particolare quella fotografica in cui il robot umanoide con cappotto occhiali e cappello avanzava minaccioso verso la "damsel in distress", o meglio, in intimo bianco, 


e c'era pure un trailer confusionario che veniva proiettato prima degli spettacoli per cui pareva pure una cosa abbastanza horror li per lì. 
Poi molti anni dopo mi è capitato di vederlo a tarda notte su una tv privata e si è svelato per quello che era, cioè la solita vaccata messicana al pari (o anche peggio) di BATWOMAN, con la quale condivide la regia della famiglia di René Cardona (I, II e III) anche se sotto pseudonimo, con luchadoras y luchadores in tutina aderente e tutto il resto perché in quegli anni i film messicani erano tutti così, con i lottatori in funzione di supereroi e momenti horror "terrificanti" perché ridicoli alternati a siparietti comici imbarazzanti. 
Idea che poi sfrutterà anche Hollywood quella dei wrestler al cinema con i vari John Cena, Hulk Hogan, Undertaker, Dave Bautista e, naturalmente, The Rock, ma con risultati perlomeno decenti (vabbè eccetto alcuni casi, ok) perché portati in contesti diversi dalla lotta sul ring. 
Disponibile su YOUTUBE
in lingua originale sottotitolato in inglese. 
Insomma un altro "terrificante" tassello nel grande mosaico del trash. 

giovedì 25 novembre 2021

30 ANNI SENZA FREDDIE (MA NON SI PUÒ DIMENTICARE NEMMENO SE CI PROVI)

 Son tre decadi che Freddie Mercury non è più tra noi, eppure non se n'è mai andato, non è mai stato dimenticato. Anzi se è possibile, il suo mito è diventato ancora più grande con la sua assenza (un po' quasi come diceva Nanni Moretti).


Il top, dopo band tributo, musical, raccolte di successi, documentari e programmi tv dedicati, probabilmente è stato raggiunto con il film BOHEMIAN RHAPSODY andato in onda ieri sera su Rai1, prodotto criticato da molti per la non corretta rappresentazione di certi eventi, ma ne ho già parlato e spiegato come la vedo io proprio QUI
Brian May e Roger Taylor (John Deacon no perché per lui i Queen finivano con il grande concerto tributo del 1992 e da allora si è ritirato) dopo la dipartita di Freddie hanno proseguito a suonare con il nome del gruppo, prima con Paul Rodgers e poi con Adam Lambert, che per carità, sono bravissimi a cantare, ma Mercury non era solo voce; era fisicità, sensualità, ruffianeria anche, cioè tutte cose che nessuno di loro invece ha dentro, perché non sono cose che impari così da zero se non le hai. 
Ma in Freddie c'era anche una strana aria di timidezza che lui nascondeva mostrandosi sfrontato, spavaldo e arrogante sul palco, mentre fuori, nei suoi momenti intimi era pieno di insicurezze, prima fra tutte la sua sessualità, i suoi gusti che, lui per primo, non era ben riuscito a definire, uniformandosi poi allo streotipo gay di cuoio e baffoni, anche se in passato aveva avuto anche relazioni etero. 
In verità, l'immagine anni 80 di Freddie in canottiera con i baffi e i capelli corti è quella che è diventata parte dell'iconografia dei Queen e punto di riferimento per ogni band tributo di ogni parte del mondo, mentre per me ha segnato un cambio nella loro musica che non ho mai apprezzato completamente, essendo io un accanito sostenitore della bellezza inarrivabile dei loro album degli anni 70 che presentavano un rock operistico, sinfonico, con qualcosa che derivava dai LED ZEPPELIN, senza dubbio, ma senz'altro molto più originale dei prodotti più recenti della band. 
Non per niente in quegli anni 70 ognuno di loro, con un lavoro titanico, faceva svariate sovraincisioni per aggiungere suoni, voci ed effetti prima di arrivare alla versione definitiva di ogni brano e questo si sente perché invece di un gruppo di 4 elementi sembrano 40, e in quel periodo li ascoltavo (non solo loro) con un paio di mastodontiche cuffie isolanti Pioneer

immergendomi completamente in quei suoni. 
Certo poi le versioni suonate dal vivo erano molto più scarne, ma non perdevano comunque di forza e vitalità e lo testimoniano due stupendi live pubblicati, oltre che su cd, anche in blu-ray, cioè Live At The Hammersmith e LIVE AT THE RAINBOW
Consiglio ovviamente di "vedere" i video, non solo ascoltare il disco, perché era proprio lì che Mercury giocava tutte le sue carte con il "suo" pubblico dandosi completamente con la voce, ma anche con il corpo. 
Ed ora in chiusura, per ricordare Freddie, piuttosto che ascoltare dei Queen veri al 50%, preferisco le voci di Roger e Brian che interpretano loro stessi con le loro voci due canzoni che hanno suonato più e più volte quando c'era ancora il loro amico: LOVE OF MY LIFE

(con piccola sorpresa sul finale) e RADIO GAGA.
And all we are sayin': God Save The Queen.

mercoledì 24 novembre 2021

IL RITORNO DI ZELIG

 Poco tempo fa, parlando (male) di HONOLULU su Italia 1, avevo concluso il post dicendo "che i bei tempi di Zelig non tornano più... Forse..."


E infatti quel forse era lì perché già si parlava di uno speciale con cui ritornare a ridere con i comici storici e coi conduttori storici. 
Finalmente è arrivato questo speciale in tre puntate, con la prima andata in onda giovedì scorso, con Claudio Bisio a fare da padrone di casa insieme a Vanessa Incontrada e a presentare sul palco del Teatro Degli Arcimboldi di Milano tutti quei comici che hanno calcato quelle scene in passato,

fra cui alcuni che hanno nel frattempo cambiato mestiere come Maurizio Lastrico che ora fa fiction a nastro e Giovanni Vernia, attualmente speaker di RDS, ma che per l'occasione ha rispolverato il personaggio di Johnny Groove. 
In più molte nuove leve che nulla hanno da invidiare ai maestri. 
E mentre vedevo quella prima puntata pensavo che i tempi (lontani) in cui andava in onda regolarmente mi mancano un casino... 
Non solo per il programma in tv, ma anche e soprattutto per com'era la vita allora. 

martedì 23 novembre 2021

ADDIO ALL'AUTORE DI "CONTESSA"

 No, non stiamo parlando di Enrico Ruggeri, ma di Paolo Pietrangeli autore ed interprete dell'omonima CONTESSA,

ma canzone, questa, manifesto degli scioperi e delle rivolte del 68, cioè di quando esisteva il comunismo e infatti la canzone cita falce e martello, seppure indicandone un uso non propriamente corretto che forse qualcuno ha malamente preso anche come ispirazone per i disordini che si sono verificati recentemente in occasione dei cortei No Green Pass, No Vax, No Mask, No TAV, no qualsiasi cosa, insomma, basta far casino... 
In seguito Paolo si cimenterà anche con il cinema alternativo e di denuncia e, circa una decina di anni dopo, dirigerà coraggiosamente Porci Con Le Ali,

ispirandosi al romanzo di Lidia Ravera, e realizzando un altro prodotto controcorrente di cui ha firmato anche la sceneggiatura, ma la pellicola non sarà accolta molto bene da coloro che invece avevano adorato il libro (già allora si faceva il gioco di "è meglio il libro o il film"). 
Fino al 2008 ha poi diretto il Maurizio Costanzo Show e in seguito Amici e C'è Posta Per Te, cambiando, a quanto pare, decisamente la propria ideologia contro il "padrone", contro il "sistema" che invece professava negli anni caldi della rivoluzione. 
Ci lascia a 76 anni, per cui anche da qui mando un addio a Paolo. 

lunedì 22 novembre 2021

INFINITE: SE FAI UNA COSA ESAGERATA FALLA BENE

 Se al cinema ci sono Gli Eterni, su Prime Video ci sono gli infiniti, che non sono la stessa cosa dei supereroi con le tutine, ma persone che si reincarnano più e più volte, con il solo problema che non sempre ricordano chi erano nella vita precedente, 


e se la locandina può ricordare roba alla Inception o Tenet... Beh siamo lontani anni luce da Nolan. 
E sta cosa di questa amnesia accade a Marky Mark, ma qui senza The Funky Bunch a supportarlo,

perciò solo Mark Wahlberg, finché un tizio non gli punta una pistola alla testa giocando ad una sorta di roulette russa, e allora vedi che lì qualche ricordo gli esce, in testa o nelle mutande, in un film diretto da Antoine Fuqua che convince solo a metà.

Anzi in certe sequenze, come quella clou sull'ala dell'aereo, ci vuole un gran lavoro di autoconvincimento per non farti stoppare lì e guardarti piuttosto (chesso?) Tale E Quale Show o Ballando Con Le Stelle, dipende dal giorno in cui state guardando la tv generalista, cosa che mi accade ormai di rado dato che ogni programma lo trovi in versione replay senza interruzioni pubblicitarie e con la possibilità di mandare avanti veloce se un momento ti pare un po' una menata. 
OK insomma si fanno cose tutte matte in questo film, ma poi devi pensare che se i tizi hanno sta cosa della reincarnazione allora magari hanno anche qualche capacità in più di colui che sta scrivendo, maturata nei secoli dei secoli per cui boh... magari son cose che possono fare, tanto per loro è come un videogame dove perdi una vita e poi ricominci, anche se in un'epoca successiva. 
Lo spettacolo c'è a piene mani e Fuqua sa come gestire le scene d'azione tipo l'apertura del film fra auto in corsa e cineprese acrobatiche, ma la sceneggiatura zoppica giusto un pochino, al punto che gli spiegoni son pure ridotti al minimo che metti che qualcuno voglia provare a capire qualcosa di più su sti infiniti e ti scopre che è tutto una vaccata senza senso... No, dico metti che... 

domenica 21 novembre 2021

PHILADELPHIA EXPERIMENT: NON DEL TUTTO RIUSCITO QUESTO ESPERIMENTO

 Tempo fa avevo parlato di COUNTDOWN DIMENSIONE ZERO in cui una moderna portaerei si ritrova nel passato alla vigilia dell'attacco a Pearl Harbour a causa di una tempesta magnetica che altera il tempo.


Un'altro film segue più o meno lo stesso trend dei viaggi nel tempo ed è Philadelphia Experiment, dove il viaggio avviene però al contrario, cioè dal passato negli anni 40, dove si stava testando un rivoluzionario metodo per rendere invisibile una intera nave militare (cosa tentata veramente nel 1943 a Philadelphia, ma in realtà con lo scopo di teletrasportarla), al futuro dove ad aspettare Michael Parè ci sarà Nancy Allen, due nomi che hanno fatto entrambi il botto, lui con Strade Di Fuoco e lei con Vestito Per Uccidere e Robocop, e che parevano destinati a fare sfracelli e invece hanno costellato le rispettive carriere quasi sempre con dei B-Movie, magari per scelte sbagliate (o per contratto sbagliato) perché mica tutti sono Nicolas Cage che preferisce le produzioni indipendenti così fa un po' quello che gli pare e infatti si sta giocando dei film uno più strano ed originale dell'altro. B-Movie come in effetti lo è anche questo, anche se si fregia di John Carpenter come produttore esecutivo e non è malaccio come plot, ma si gioca in parte la credibilità con degli effetti speciali al risparmio. 
Beh poi con Michael e Nancy ci scappa anche il risvolto romantico che nei viaggi nel tempo ha sempre la sua valenza come Marty McFly ci insegna. 
Dei sequel e remake, che esistono, però ne faccio anche a meno e mi tengo l'originale con tutti i suoi difetti, anche di stampa della VHS che sulla costa riporta erroneamente ExperimAnt con la A, ma che tutto sommato si fa apprezzare lo stesso. 

sabato 20 novembre 2021

QUELLA VOLTA CHE LA BANDA DI DAVID BOWIE SI È MESSA AD ASCOLTARE BATTISTI E BAGLIONI

 C'era un tempo, gli anni 70, in cui la musica italiana viveva di cover di pezzi british, americani e d'oltralpe poiché la distribuzione della musica internazionale non era così diffusa come adesso grazie anche al web; in alcuni rari casi è successo però anche il contrario, tipo i BONEY M. che nel primo disco ti rifanno nel loro stile disco Nessuno Mai di Marcella, cosa successa ancora prima con Nel Blu Dipinto Di Blu e Quando Quando Quando, ma che poi capiterà di nuovo negli anni 80 con Tozzi, Raf e Laura Branigan.


Oggi qui si parla ancora degli anni 70 e degli Spiders From Mars una band che accompagnava quel pazzerellone di David Bowie ai tempi di Ziggy Stardust e il cui chitarrista era Mick Ronson, ed è proprio di ieri la notizia della morte a 72 anni di un altro Mick, Mick Rock,

il fotografo che ha immortalato proprio David e un sacco di altre star di quel periodo, dai Queen a Lou Reed, passando poi alla corte di Madonna fino a Lady Gaga.
Beh, ma torniamo alla musica, in quanto accade che durante un tour italiano, Mick Ronson a Roma venga affascinato da quello che passava la radio e decida proprio di acquistare qualcosa come ricordo. 
La scelta, forse guidata anche dal fatto che stavano pure loro sotto la RCA, cade su un disco di Claudio Baglioni e uno di Lucio Battisti, cioè due tizi che forse avete sentito nominare e che andavano per la maggiore in quel periodo. 
Fatto sta che poco tempo dopo Ronson sfornerà i suoi primi due album solisti, con altri (pochi in verità) ancora consecutivi prima di perire nel 1993 per un cancro al fegato, e quei due primi dischi conterranno le sue versioni in inglese di Io Me Ne Andrei di Baglioni che diventerà THE EMPTY BED
mantenendo anche una certa attinenza al significato del testo originale, e Io Vorrei, Non Vorrei, Ma Se Vuoi dove invece si parlerà di spacciatori e prostitute sotto il titolo di MUSIC IS LETHAL
e il cui testo si racconta che sarebbe stato ideato dalla compagna di Mick, ma firmato da Bowie per una questione legale. 
Non male, una volta tanto, per la musica italiana eh? 
Vabbè... Più avanti sarebbero arrivati Venditti e Zucchero a plagiare senza vergogna alcuna Neil Sedaka, i Commodores e Joe Cocker, ma questa è un'altra storia... 

venerdì 19 novembre 2021

UN PROFESSORE (COME ROBIN WILLIAMS?)

 Fiction della Rai diretta da Alessandro D'Alatri, habituè con i prodotti televisivi, che prende di nuovo Alessandro Gassman e lo mette in un ruolo molto diverso da I Bastardi Di Pizzofalcone, sempre diretto da lui. Cosa ci ho trovato?


Un mare di luoghi comuni e di cose già viste, tra l'altro recitate pure male da attori da cui tu aspetti una cosa dignitosa. 
E invece Alessandro, dopo aver promosso la fiction da Amadeus e avermi incuriosito, ti fa una versione moderna dell'Attimo Fuggente con il professore di filosofia che, con quella sua recitazione schizzata che usa nella modalità commedia, fa il moderno per piacere ai gggiovani con i blue jeans e sovverte le regole dell'istituto dove insegna (e fin lì poteva anche starci) facendo lezione al di fuori delle aule, ma poi saltano fuori (inevitabili nelle fiction italiane) i problemi dal passato, relazioni prevedibili con colleghe, ragazzi problematici e battute che paiono prese da quel famoso film CLASSE MISTA 3A tipo: "Mi dica l'infinito di Leopardi" "Leopardare!!!".
Almeno quello era volutamente trash... 

giovedì 18 novembre 2021

LA STRANA CORRELAZIONE FRA CAFFÈ E TESTOSTERONE

 Il caffè... Questo oggetto del desiderio, questa bevanda che crea dipendenza per cui ci hanno messo la faccia sia George Clooney che Brad Pitt, adesso ha un'altro testimonial di casa nostra in LUCA ARGENTERO

che si schiera contro la supremazia hollywoodiana e gigioneggia a più non posso, consapevole del ruolo che ormai ha conquistato per il pubblico femminile facendo dimenticare di essere uscito da quella fucina del trash che è Il Grande Fratello (a proposito... ma davvero qualcuno lo segue ancora?). 
Certo, il nome italiano simbolo del caffè rimane Nino Manfredi e il suo slogan che "più lo mandi giù e più ti tira su", ma ora siamo nel 2021 perciò... daje Luca! 

mercoledì 17 novembre 2021

ATLAS UFO ROBOT: NOME SBAGLIATO PER UNA SERIE GIUSTA AL MOMENTO GIUSTO

 La serie di anime su Goldrake è arrivata in Italia sulla RAI alla fine degli anni 70 ed è stata quella che ha aperto le porte all'invasione dei robottoni giganti dalle armi fantasiose, almeno per me sicuramente che ho cominciato a disegnarne i personaggi un po'ovunque in preda ad un vero e proprio delirio artistico. L'animazione a dir la verità era parecchio scattosa, paragonata agli standard disneyani a cui eravamo abituati, un po'come se mancassero dei fotogrammi, ma all'epoca in Giappone lavoravano così, proprio per una questione di economia sui disegni. E pareva pure un po'improbabile che un colosso meccanico di tali dimensioni potesse stare in piedi con tanta naturalezza. Ma aldilà della tecnica e delle spiegazioni gravitazional-baricentriche, il fatto curioso é che a causa di un famoso e buffo errore dei funzionari della TV di stato, riportato ormai un po' da tutte le parti, la serie ha ricevuto un titolo che non c'entra nulla con l'originale. Sullo scatolone che era arrivato dopo l'acquisto dalla TV francese c'era scritto Atlas Ufo Robot,


ma in RAI non avevano capito che Atlas si riferiva alla guida tv informativa allegata alla serie, per cui è stato preso come titolo completo e in questa forma appare anche sul disco con le famose canzoni di ALBERTELLI - TEMPERA.

Poco male comunque, perché di strafalcioni ben peggiori gli anime ne sono strapieni e noi abbiamo potuto fare il primo passo nel mondo dell'animazione nipponica coi robottoni. Un piccolo passo per l'uomo, un grande passo per i futuri otaku italiani... 

martedì 16 novembre 2021

ANNI DA CANE: OGNI TANTO CI STA ANCHE UNA COSA COSÌ

 Film che passa e va, leggero, senza pretese, che in effetti cade un po' tanto nei cliché del prodotto giovanilistico (che brutta definizione però) tanto che molti lo hanno bocciato, ma che perlomeno è recitato bene.


Non come quel pacco di BANGLA, anche quello un teen movie, ma che mi aveva fregato bene perché promosso da Fiorello come una bomba di un regista ed attore esordiente dal nome che non posso ricordare, e poi invece era una roba che Gli Occhi Del Cuore 2, per la regia di René Ferretti ed interpretato dai famosi Stanis La Rochelle e Corinna Negri, al confronto era un capolavoro assoluto. 
Qui invece la protagonista è interpretata da Aurora Giovinazzo, cioè la ragazza elettrica di Freaks Out (che devo vedere assolutamente), una bellezza normale e per questo (finora) credibile nei personaggi che interpreta, come quello di Stella, una ragazza che ha in testa di vivere con il conteggio degli anni dei cani, cioè che un anno ne vale 7 degli umani, per cui si sente anche prossima alla sua morte, dato che l'aspettativa di vita dei fedeli amici dell'uomo è di circa 16 anni. 
Ma non è un film da lacrime come potrebbe apparire dal plot, anzi, tutt'altro. 
E poi c'è anche Achille Lauro che fa Achille Lauro, proprio come David Bowie in Cristiana F. (vabbè quasi...) il che è un valore aggiunto, dato che l'Achille firma anche la nuova canzone della soundtrack che si ascolta nei titoli di coda, IO E TE.
Pronto lì su Prime Video aggratis, se siete predisposti per qualcosa di molto, molto diverso dai vari Dune, No Time To Die e Halloween Kills. 
E se non lo siete predisposti... predisponetevi😜. 

lunedì 15 novembre 2021

WILBUR SMITH: L'AVVENTURA DA LEGGERE, MA ANCHE DA VEDERE AL CINEMA

 Oggi, dopo i saluti e i festeggiamenti di ieri per l'ottimo Valentino Rossi e l'ospitata di Lady Gaga per promuovere House Of Gucci da Fabio Fazio che la fa commuovere fino alle lacrime mostrandole un collage di immagini della sua carriera (ma, d'altronde lei è premio Oscar e sa come piangere a comando... Uh che canaglia che sono!!!), diamo anche un ultimo saluto a Wilbur Smith, scrittore sudafricano morto lo scorso sabato ad 88 anni, la cui vena narrativa avventurosa, quasi sempre ambientata in Africa, aveva anche ispirato alcune sceneggiature per cinema e televisione e, in particolare, ricordo un film del 1976, Ci Rivedremo All'inferno con un ex colonnello americano che ha quella ben nota faccia da duro di Lee Marvin, 


immortalato nel poster nell'iconica posa con mitragliatore, ed un aristocratico inglese, personaggio su misura per Roger Moore che all'epoca era già diventato James Bond da due episodi e, guarda caso, il regista era sempre Peter Hunt, cioè quello del poco apprezzato (per via di un interprete poco convincente) Al Servizio Segreto Di Sua Maestà. 
Il film, come il libro, presenta una coppia di protagonisti agli antipodi, ma che funziona proprio per questo, e se aggiungi che le voci italiane erano di Glauco Onorato per Lee ( voce di Bud Spencer) e di Cesare Barbetti per Roger (il doppiatore di BRETT SINCLAIR), la strana coppia era perfettamente delineata. 
Anche se nel caso di uno scrittore il più delle volte la propria immagine è sconosciuta al grande pubblico, eccolo in una delle sue foto più recenti:

Addio da queste pagine un po' meno cartacee (e decisamente meno famose) delle tue, Wilbur.

domenica 14 novembre 2021

CHART WARS: LA COMPILATION PIENA DI SORPRESE

 


Quello di oggi è un salto negli anni 80 con una manciata di videoclip e lo strano modo con cui ho conosciuto una delle canzoni più famose di David Bowie, perché lo so che sono un tipo strano, ma son fatto così, per cui devo ammettere anche che la canzone Ziggy Stardust l'ho sentita per la prima volta negli anni 80, e nemmeno cantata da lui, The White Thin Duke, bensì dai BAUHAUS,
che sono un gruppo dark e ne hanno fatto comunque una cover molto fedele all'originale. 
Cover che mi aveva poi ovviamente spinto a scoprire anche quella del legittimo intestatario, ma che avevo appunto trovato in questa compilation dall'ammicante titolo Chart Wars e acquistata perché conteneva STOOL PIGEON
di Kid Creole & The Coconuts (ah... le Coconuts😍) affascinato dal videoclip che MR. FANTASY, condotto da Carlo Massarini, passava su Rai2, e stava appunto nel disco insieme ad altri titoli parecchio interessanti come RIO
dei Duran Duran e i loro completi colorati nel mare dello Shri Lanka, WISHING (IF I HAD A PHOTOGRAPH OF YOU)
degli A Flock Of Seagulls ( nome che significa Uno Stormo Di Gabbiani) con l'acconciatura pazzesca del cantante e un videoclip fantascientifico, e poi il primo singolo dei TALK TALK
che si chiamava come loro e il cui videoclip li presentava come una copia carbone dei Duran e degli Spandau, look che Mark Hollis abbandonerà nel secondo album per diventare un precursore dell'abbigliamento grunge.
E poi ancora WHY
di Carly Simon che mi si era presentata qualche anno prima con la colonna sonora del mio primo film di 007 visto al cinema e cioè La Spia Che Mi Amava, nonché due gustose sorprese che erano LIFE IN TOKYO
dei Japan, che prima conoscevo solo per aver letto il loro nome sulla rivista CIAO 2001, ma mai ascoltati perché alla radio non li metteva nessuno, e VIDEOTHEQUE,
brano dei Dollar prodotto da Trevor Horn dopo l'avventura Buggles di soli due LP e poi incluso in versione cantata da Trevor nella ristampa del loro secondo album su cd ripubblicato nel 2010. Anche Wham! e Classic Noveaux (da questi ultimi arriverà Sal Solo a sostituire Christian LeBartz nei ROCKETS) avevano un posto nel disco che conteneva in tutto 20 brani e questa è la track list completa:

A causa di questo affollamento (o assembramento... che di questi tempi è una parola più in voga, ma con lo stesso significato), la qualità del disco non era eccezionale dato che il solco doveva essere molto ridotto per farci stare tutto il materiale inciso, con conseguente abbassamento della dinamica sonora e del volume dell'incisone. 
Non per niente i vinili che suonavano meglio erano i padelloni detti dischi mix che contenevano un solo brano sul lato, inciso con un solco profondissimo che permetteva di riprodurre una dinamica da ribaltarti I woofer.
Ma in questi casi di compilations dalla durata extra lunga e dal volume un po' basso, si riusciva a sopperire abbastanza bene a tale mancanza di dinamica pompando un pochino i toni sull'amplificatore, con l'accortezza di ricordarsi di risettare l'equalizzatore prima di mettere sul piatto altri dischi per non incorrere in disavventure come quella raccontata nel post su ROBERT PALMER
Adesso invece le differenze di dinamica che si possono riscontrare nei supporti digitali sono provocate più che altro dal bitrate e dalla frequenza di campionamento del brano.
Argomenti questi che continuano a far discutere i cultori dei DISCHI IN VINILE, supporti che ho tuttora per affetto collezionistico, ma che utilizzo ben poco (anzi, decisamente mai) vista la praticità della musica in digitale.

sabato 13 novembre 2021

ADDIO GIAMPIERO

 Poco tempo fa stavo parlando di SPACE JAM e l'ho citato nel post il buon Giampierone Galeazzi


che è mancato a 75 anni proprio ieri. 
Ed oggi il post è doverosamente tutto per lui. 
Non servono molte parole, ma semplicemente un grazie per l'entusiasmo che hai sempre messo nei tuoi commenti sportivi. 
Ciao Giampiero. 

venerdì 12 novembre 2021

LA FAMIGLIA DI HAPPY DAYS (E NON SOLO) IN LUTTO

 Allora... Qui serve una piccola premessa, in quanto nella fortunata serie tv Happy Days del 1974, ma trasmessa dalla Rai nel 1977 (anche se molti la associano agli anni 80 di quando era ritrasmessa da Mediaset), ambientata a Milwaukee c'è la famiglia Cunnigham,


che vediamo nella foto, cioè la coppia Howard e Marion e poi i figli che sono la piccola Joanie e il rosso Richie, gli amici Potsie e Ralph e pure il ribelle sciupafemmine Fonzie che chiama Sottiletta la ragazzina della famiglia e che nei primi episodi non indossava ancora il caratteristico giubbotto di pelle nera, ma nella foto non c'è ancora qualcuno? 
Chi è il ragazzo in alto a destra indicato dalla freccia? 
Beh lui è il fratellone maggiore Chuck che palleggiava in giardino con il suo pallone da basket chiacchierando con Richie, quel ragazzone che improvvisamente era sparito dalla serie senza motivazione alcuna dando origine alla cosiddetta Sindrome Di Chuck che si verificherà in diverse serie tv quando un personaggio non molto popolare (o il cui interprete magari non rinnova il contratto) pur facendo parte del cast iniziale viene eliminato senza dare spiegazioni. 
Chuck in questo caso era interpretato da Gavan O'Herlihy,

attore irlandese che ci ha lasciati a 70 anni dopo una carriera non esattamente al top, fra cui una parte in Willow diretto proprio dal suo "fratellino" Ron Howard. 
La scomparsa di Chuck dalla serie era stata decisa in quanto il ruolo marginale di Fonzie aveva preso quel posto di "guida" per Richie che in origine doveva essere del fratellone maggiore, per cui stop... Via... Chuck non serve più e si fa come se non fosse mai esistito. 
E la cosa aveva pure funzionato perché in pochissimi ricordano la sua presenza in Happy Days. 
Ma oggi, in occasione della sua scomparsa, ritengo che sia il caso di ricordarlo almeno su queste pagine web. 
Anche la musica deve salutare un nome famoso del passato, il batterista e fondatore dei Moody Blues, Graeme Edge

che se ne va ad 80 anni. 
Da ricordare ecco la loro ballad più famosa, cioè NIGHTS IN WHITE SATIN
celebre in Italia anche per la cover dei Nomadi che l'hanno fatta diventare Ho Difeso Il Mio Amore, e un'altra loro HIT del 1981 dal titolo THE VOICE
che adoro in maniera particolare ricordando le trasmissioni notturne di Radio Luxembourg.
La band era tuttora in attività, magari non esattamente al livello dei Rolling Stones, ma con la dipartita del batterista i membri restanti hanno deciso lo scioglimento. 
Goodbye Chuck (Cioè Gavan) e Graeme. 

giovedì 11 novembre 2021

MIO FRATELLO RINCORRE I DINOSAURI, OVVERO: LE BUGIE HANNO LE GAMBE CORTE COME LE BRACCINE DEI T-REX (CHE INFATTI NON HANNO OFFERTO MAI NEMMENO UN CAFFÈ...)

 Tratto dal romanzo autobiografico di Giacomo Mazzariol, il film è una commedia teen con gli adulti Alessandro Gassman e Isabella Ragonese con l'aggiunta di Rossy DePalma, la Musa ispiratrice di Almodovar, che interpreta la zia parrucchiera con la passione del canto e che si veste come una rockstar anni 70 dando anche consigli di look al nipote.


Ma nonostante gli adulti, che hanno solo loro il nome in evidenza nella locandina per acchiappare meglio, il film è tutto in mano ai ragazzi e uno di loro, Jack il protagonista, si ritrova ad avere un fratello minore affetto dalla sindrome di Down e a provare vergogna a farlo sapere ai compagni di scuola, ai colleghi della band in cui suona la batteria e sopratutto ad Arianna, la ragazza con la quale nasce presto una certa intesa. 
Quindi a causa di questa sua vergogna si inventa un mare di balle che poi però cominciano ad essere difficili da gestire e la verità viene a galla facendogli fare una figura ancora più di palta di quello che credeva lui. 
Alla fine però si risolve prevedibilmente tutto nel migliore dei modi e nemmeno senza troppe sorprese, nel senso che si riesce a prevedere praticamente il seguito di ogni scena. 
Magari non è nemmeno un male se poi il romanzo era così (non l'ho letto e quindi onestamente non so se la sceneggiatura è partita con voli di fantasia). 
Di buono c'è che il film non annoia e tratta il tema dell' handicap senza cadere nel patetico, anche se, bisogna dirla tutta, non è quello il tema portante del film. 
Anzi, i ragazzi che interpretano Giovanni (detto Giò) nelle diverse età riescono ad essere divertenti e sono persino più bravi di certi attori blasonati che passeggiano sui red carpet e ti chiedi perché. 
In più, come usanza ormai quando si raccontano storie vere, sui titoli di coda si vedono anche i veri protagonisti della vicenda, e mi è pure capitato di vedere il vero Giovanni Mazzariol (detto Giò) apparso recentemente a I Soliti Ignoti in divisa da cameriere in quanto sta studiando alla scuola alberghiera. 
Disponibile su Raiplay. 

mercoledì 10 novembre 2021

IN VIAGGIO NEL TEMPO PERDE UNO DEI SUOI PROTAGONISTI

 La famosa e fortunata serie tv dal titolo Quantum Leap (da noi conosciuta come In Viaggio Nel Tempo) con protagonista Scott Bakula nei panni di Sam Beckett (ma in realtà in ogni episodio ne vestiva altri totalmente differenti e, in un paio di casi che mi ricordo, persino femminili) ha perso il co-protagonsta, cioè Dean Stockwell 


(a destra nella foto), ovvero il contrammiraglio Al Calavicci che in ogni episodio era l'unico aggancio di Sam con il presente apparendogli sotto forma di ologramma per aiutarlo nelle varie epoche in cui veniva sbalzato a causa di un incidente avvenuto durante un esperimento e, soprattutto, per cercare di riportarlo a casa. 
Dean è deceduto per cause naturali ad 85 anni il 7 novembre e la sua carriera di attore è stata decisamente lunga avendola iniziata ad 8 anni al fianco di Gregory Peck e poco tempo dopo è stato il protagonista di Il Ragazzo Dai Capelli Verdi diretto da Joseph Losey. 
Molto votato alle produzioni tv, con questa aveva toccato il top della popolarità, ma ha preso parte anche a parecchi film con parti secondarie, per esempio con David Lynch in Velluto Blu e nel famoso e discusso Dune di cui si sta tanto parlando in questi giorni per via del recente (e pure questo discusso) REMAKE DI DENIS VILLENEUVE
Tiratina di orecchie al sito Coming Soon che, nella fretta di pubblicare la notizia, ha confuso il titolo di In Viaggio Nel Tempo con A Spasso Nel Tempo,

il demenziale film con Boldi e DeSica dove un Dean in effetti c'era, ma era Dean Jones, attore disneyano della fortunata serie di Herbie, Il Maggiolino Tutto Matto e moltissimi altri, uno più bello dell'altro (eh, signora mia... Quella Disney quanto mi manca...) 

No, Dean Stockwell in quella pellicola non c'è mai stato, per fortuna sua, così possiamo ricordarlo per cose decisamente migliori. 
Goodbye Dean. 

martedì 9 novembre 2021

HARRY POTTER, IL RITORNO (MA NON È UN NUOVO FILM)

 In questo 2021 cade il ventesimo anniversario dell'uscita di Harry Potter E La Pietra Filosofale, ma a me sembra ancora ieri quando ho visto il primo capitolo così divertente e fresco con i colori giusti e non ancora virati sui toni plumbei a causa del mood cupo e drammatico che prenderanno le trame in seguito fino a arrivare a I Doni Della Morte, e infatti anche la musica e l'apertura con il logo della Warner Bros. erano ancora tendenti allo spensierato.


Poi però basta dare un'occhiata alle foto recenti dei tre protagonisti e cacchio se ti accorgi che il tempo è passato.


Ma certo anche questa è una magia del cinema, quella stessa magia per cui Harrison Ford è sempre quella canaglia di Han Solo o Indiana Jones, e i fratelli Jake ed Elwood Blues sono ancora indissolubilmente insieme, giusto per fare un paio di esempi. 
Proprio per ribadire il concetto di questa magia (termine quantomai adatto in questo caso), dal 9 al 12 dicembre il primo film della saga del maghetto occhialuto torna nelle sale. 
Che detta così è anche una bella idea, ok, ma probabilmente tutti abbiamo già una copia in casa di quel primo film diretto da Chris Columbus, o in alternativa lo abbiamo disponibile sulle piattaforme in streaming, per cui non so quante persone andranno con piacere a rivederselo al cinema sotto una mascherina alla quale ormai dovremmo essere abituati, ma a me proprio quest'idea non sconfinfera per niente anche a causa del fastidio degli occhiali appannati, per cui ho drasticamente limitato i miei ingressi in una vera sala di proiezone. 
Ma ammiro però chi invece i cinema li continua a frequentare perché probabilmente è più cinefilo inside del sottoscritto. 

lunedì 8 novembre 2021

IL VISIONARIO MONDO DI LOUIS WAIN, CIOÈ: MIAO!

 Un film nuovissimo direttamente su Prime Video, mai uscito al cinema con protagonisti Benedict Cumberbatch e Claire Foy già mi si presenta bene.


Se poi ci sono pure dei camei di cui non ero a conoscenza di Taika Waititi e (udite udite) NICK CAVE che fa la (brevissima) parte di H.G. Wells, beh lì il jump lo faccio, ma non di scare, bensì di surprise. 
Mettici pure l'ambientazione nella Londra vittoriana che ha sempre un fascino inimitabile e tanti gattini e gattoni (veri... non in CGI come fa la Disney), allora qui si sfonda una porta aperta.

 
Si, perché questa è la storia di Louis Wain, illustratore inglese dalla vita segnata da disgrazie e disavventure, ma divenuto famoso (più in patria che in Italia per la verità) per i suoi gatti ritratti in millemila modi. 
Tipo strano questo Louis con qualche turba psichica, ma un artista è sempre un po' bizzarro, e viene caratterizzato benissimo da Benedict sia in gioventù che nella vecchiaia, e qui va un applauso al makeup che non scade per nulla nelle mascherate tipo quella vista su Guy Pearce in Prometheus, per dirne una, al pari passo con la recitazione magistrale del protagonista che (ricordo per chi non lo sapesse ancora) è il figlio di una delle attrici della mia SERIE TV PREFERITA.
Considerazione curiosa su Claire Foy che qui mi ha più volte dato l'impressione di essere la sorella più piccola di Helena Bonham Carter, tanta era la somiglianza in certe scene, il che non è certo un male, anzi. 
Il titolo italiano perde il riferimento all'ossessione ribadita più volte nel film che Louis ha per l'elettricità, dato che l'originale era The Electrical Life Of Louis Wain come si vede nella locandina originale che ho postato, mentre da noi pare presentarsi come un titolo alla Amelie, ma in fin dei conti ci può stare anche quello dato che il protagonista vive palesemente in un modo e mondo particolari, mentre non ho capito la mancanza della voce narrante (Olivia Colman vista in THE FATHER) nel doppiaggio italiano. 
Mi ha suscitato perplessità invece solo il formato 4:3, ma probabilmente è stato scelto, oltre ad una possibile ispirazione a Wes Anderson, perché molte scene diventano come dei quadri con dei quasi fermo immagine, cosa che accade più volte nel film. 
E poi io stesso ho un gatto identico a Peter,

perciò non potevo non guardare questo film... 

domenica 7 novembre 2021

I MANESKIN ALLE STELLE MENTRE UN ASTRO HA SMESSO DI BRILLARE

 Mentre i Maneskin hanno aperto il concerto dei Rolling Stones a Las Vegas con mezz'ora tutta per loro durante la quale hanno scaldato il pubblico per Mick & Co., ed io non riesco a farmi un'idea dell'emozione che i quattro ragazzi avranno provato, ci lascia a 64 anni Astro,


al centro nella foto, ovvero Terence Wilson, il fondatore della storica band degli UB40 e voce insieme ad Ali Campbell, cioè gli inglesi del reggae contaminato con venature elettroniche. Era stato con la band di Birmingham fino al 2013, anno in cui ha mollato i compagni per portare in giro una sua formazione con lo stesso repertorio. 
Goodbye Astro. 

sabato 6 novembre 2021

ROBERT PALMER E LA CANZONE DELLA RENAULT

 In tv passa in questi giorni il nuovo spot Renault (in realtà era passato già a fine gennaio) e come colonna sonora ha ancora una volta, come negli anni 80 e 90 per un qualche sodalizio/contratto, una bella cover di JOHNNY & MARY

stavolta a nome di The Hybsters Ft. Hannah H., canzone che in origine è un grande successo anni 80 di Robert Palmer, e canzone che se allora avevi i bassi già un po' caricati sul tuo impianto stereo, ad un certo punto, e precisamente al minuto 1.18 del VIDEOCLIP di Robert,

ti tremava la casa a causa di un suono sparato con una frequenza extrabassa che se lo ascolti sulla radiolina non rende, ma con un bel paio di woofer performanti invece sì e te lo senti tutto dentro allo stomaco quel suono che pare una enorme nave da crociera in partenza. 
Lo dico perché il fatto era accaduto davvero a casa di un amico che ci stava facendo ascoltare le prestazioni del suo impianto nuovo poco prima con Selling England By The Pound dei Genesis e che si era lasciato convincere da uno della cumpa a mettere sul piatto quel disco che si era portato dietro. 
Inutile dire che, subito dopo essersi ripreso dallo spavento, il buon cultore del progressive ha verificato con apprensione che la preziosa (e costosa) coppia di casse fosse ancora integra. 
E questa canzone era già di suo un successo mondiale, ma forse il Robert non lo sapeva ancora, quando poi nel 1985 ha inciso anche ADDICTED TO LOVE,
che sarebbe stata quest'altra canzone a diventare un vero e proprio cult per il suo video omaggiato e citato più e più volte con quelle ragazze musiciste (finte) tutte uguali che sembrano disegnate da Patrick Nagel, autore della copertina di Rio dei Duran Duran, per capirci, e tutte dannatamente sexy. 
La prima ad ispirarsi a Robert Palmer è stata Shania Twain che è già bella di suo e basta lei sola a riempire un' inquadratura, ma non paga di ciò non esita a circondarsi delle stesso stile di bellezze fatte con lo stampino, ma stavolta virate al maschile, per il videoclip di MAN, I FEEL LIKE A WOMAN.
Dopo di lei arriverà anche il nostro Luca Carboni a rifare la stessa cosa con le modelle per LUCA LO STESSO.
Ovviamente non si tratta di plagi, ma di evidenti citazioni fatte con affetto per un artista scomparso troppo presto. 
D'altronde lo stesso Robert aveva riutilizzato ancora la stessa idea delle modelle fotocopiate anche nella canzone I DIDN'T MEAN TO TURN YOU ON,
sempre dallo stesso album, dove le ragazze stavolta fanno anche la parte dei tecnici audio e video come poi farà Federico Zampaglione ispirandosi con i suoi Tiromancino in ANGOLI DI CIELO,
e successivamente lo stesso mood ritorna con i singoli tratti da Heavy Nova, SIMPLY IRRESISTIBLE
e nella caraibica CHANGE HIS WAYS,
sconfinando qui persino nella versione cartoon, e legando, forse inconsapevolmente, la propria immagine per sempre a quello stile di videoclip.

venerdì 5 novembre 2021

UN ADDIO FAMOSO PER VIA DI UNA CERTA ISOLA

 Ieri mi scappava tanto (quando scappa scappa) e di conseguenza mi sono scappati involontariamente due post uno dietro l'altro. Così oggi prendo un giorno di pausa da film, musica e serie tv, ma voglio comunque mandare un ultimo saluto a Rossano Rubicondi (e qui qualcuno dirà "Chiiiii?"), 49 anni, ex marito di Ivana Trump (si, la ex moglie di quello là tutto matto) per ricordarne la scomparsa, che risale a pochi giorni fa a causa di un tumore; prima sembrava della pelle, ma poi, da notizie più approfondite, pare che avesse colpito il fegato. 


Rossano è stato "effimeramente" famoso, oltre che per il matrimonio, per la sua partecipazione (appunto) all'Isola Dei Famosi, prima come concorrente e poi come inviato nel periodo di Simona Ventura, molto amica con lui. 
Un addio anche da qui, Rossano. 

giovedì 4 novembre 2021

SKYSCRAPER: CHE COSA DIREBBERO STEVE MCQUEEN E PAUL NEWMAN?

 Era una domenica sera del mese scorso e su Italia 1 passavano sto film che non avevo ancora visto, così l'ho preso pigramente, passivamente, spot inclusi.


Intanto non è un remake dell'Inferno Di Cristallo questo con protagonisti tutti i muscoli di The Rock in bella mostra (quello c'è già ed è evitabile, dell'anno precedente e con Claire Forlani, la Giulietta di Leonardo DiCaprio), ma a tratti lo sembra con lui in mezzo a fiamme e macerie che dà il tutto per tutto per salvare la famiglia. 
Tema della famiglia che ovviamente non poteva mancare in un film con Dwayne Johnson, qui con una gamba amputata che non lo disturba più di tanto per compiere le sue mirabolanti imprese, anzi, in un determinato momento (anzi due) gli tornerà più che utile quell'arto artificiale. 
Esagerazione e divertimento come sempre con Dwayne che fa anche la scena ritratta nella locandina pari pari, e piccolo blooper in un'altro momento clou in cui I TACCHI DI NEVE CAMPBELL cambiano visibilmente misura per la camminata su una precaria passerella improvvisata.
Ma tranquilli che è una cosa normale perché succedeva la stessa cosa tanti anni fa in BLADE RUNNER con gli stivali della stunt di Joanna Cassidy nella famosa scena in cui corre e sfonda una vetrata colpita a morte da Harrison Ford. A tale proposito mi torna in mente anche MI2 in cui la moto di Tom Cruise cambiava magicamente pneumatici a seconda se viaggiava su asfalto o sterrato... 
Vabbè... 
La morale del film? 
È molto semplice ed è anche una realtà. 
Perché sappiatelo: sia un piccolo smartphone che un mega impianto computerizzato, se non funzionano bene, in molti casi basta spegnerli e riaccenderli... Et voilà!

GAME OF TALENTS: A ME RICORDA QUALCOSA...

Oggi si parla del nuovo programma di intrattenimento serale in onda su Tv8. Ecco il gioco spiegato in poche parole: ci sono delle persone che hanno dei talenti e i concorrenti devono indovinare quali grazie ad indizi che vengono dati... Forte eh?


Giaccistà? 
Come giaccistà? 
È mica o'minollo che giaccistà dai... 
Ah vuoi dire che su Rai 1 I Soliti Ignoti un po ci assomiglia? 
Eh ma il format è americano e poi qui il conduttore è Alessandro Borghese, e non è mica Amadeus che sta invece su Rai1, e I concorrenti sono 2 coadiuvati da Mara Maionchi e Frank Matano... 
Vedi che è una cosa diversa? 
Eh si... 
In effetti pare anche Italia's Got Talent senza la Pellegrini, Bastianich e la Comello. 
Ma Tv8, che cambierà presto nome in Alessandro Borghese TV vista la quantità di programmi condotti da lui, ormai è abbonata a rifare i programmi fotocopiati da altri di grande richiamo, vedi NAME THAT TUNE
Ok la prima puntata l'ho vista ormai più di una settimana fa, ma solo per dovere di cronaca, e confesso che ho mollato anche prima della fine. 
Tranquilli che non mi avrete!!! 

mercoledì 3 novembre 2021

DUNE (PARTE 1, MA QUESTI MICA TE LO DICONO PRIMA)

 Posso dire una cosa in breve di questo Dune, film di cui tanto si parla, e cioè che è tanto bello visivamente quanto pesante nello svolgersi della storia.


Ma se negli anni 80 con Lynch non avevo colto le idee prese dal romanzo di Frank Herbert e che erano state poi riciclate da George Lucas pochi anni prima per Guerre Stellari, anche perché il romanzo non lo avevo mai letto, in questa nuova versione di Denis Villeneuve mi son balenati davanti agli occhi più di una volta parecchi fotogrammi tratti dalla saga di quella galassia lontana lontana, e non solo. 
I Fremen per esempio, che sono palesemente i Sabbipodi,


in mezzo a sabbia, tanta sabbia come su Tatooine e pure in quel trashissimo L'UMANOIDE con Richard Kiel e Corinne Clery, le discese dalle navi giù dalla rampa/portellone tutti belli schierati, i mezzi cingolati e quelli volanti,

questi ultimi che sono una sorta di libellule meccaniche ma che ti fanno ricordare i Caccia Ala-X, ma tipo fatti al contrario,

e l'arrivo di Jason Momoa che scende dal velivolo sembra preso proprio dal film di Lucas, come i costumi fatti con ampi tessuti grezzi secondo la moda Jedi. 
Nome questo dei cavalieri Jedi che non puoi non collegare a Giedi Primo, il pianeta di origine dei feroci Harkonnen (nome simile a quello di un famoso pilota di Formula 1, ma decisamente diversi nell'aspetto). 
E poi la città che ti appare in volo identica al palazzo della Tyrell di BLADE RUNNER,

anch'esso già di suo somigliante ad una piramide Azteca, anche se qui siamo in casa di Ridley Scott, ma vale lo stesso perché Villeneuve ne ha firmato il seguito. 
E Tremors, eh si degli anni 90, non avrà qualche debito pure lui verso Herbert?
Diverso invece l'effetto che mi ha fatto Stellan Skarsgaard che interpreta il Barone Harkonnen e mi ha ricordato tale e quale Marlon Brando in APOCALYPSE NOW nel modo di sfregarsi la crapa pelata, ma forse questa era solo una cosa mia perché da poco ho rivisto il film di Coppola. 
Quindi tutto un cortocircuito? Una citazione della citazione dell'ispirazione? Non saprei. 
Di sicuro però trovo che Timothee Chalamet,

così sminchio, sia decisamente adatto al ruolo di Paul Atreides che sogna Zendaya e vuole partire per conoscerla personalmente, anche se è facile così eh buongustaio... ma prova a fare gli stessi sogni magari con, chessò, Anna Mazzamauro o Angela Merkel...

Non è la stessa cosa... Come diceva Francesco Guccini nell'intro di Statale 17 dal vivo portando l'esempio fra due racconti identici, ma uno ambientato in America con una Pontiac che corre da Tucson a Omaha e l'altro in Emilia con una Millecento lanciata da Piumazzo a Sant'Anna di Pelago... 
Ma meglio lui dicevo, di quanto invece fosse fuori ruolo Kyle McLachlan con Lynch, troppo maturo e fisicato per essere credibile.

Il fatto fondamentale però è che anche la nuova confezione non è riuscita a farmi piacere la saga. 
Lo so, sono una brutta persona, ma mi sento di non attendere così spasmodicamente il seguito (dai, ditemi, alzate la mano quanti sono rimasti spiazzati dalla storia interrotta così a metà...) dove si vedrà Paul Atreides che cavalca i vermoni e che nel film di Lynch era una scena supportata da effetti speciali pezzenti virati con quel filtro rossastro che pare lo stesso di LA NOTTE DELLA COMETA


che è un B-Movie girato in economia, il che è tutto dire. 
Perlomeno qui con Denis l'impianto scenico è di livello elevatissimo, ma tuttavia non basta per farmelo apprezzare. 
E poi il doppiaggio... mi chiedo perché deve cambiare completamente le intensità delle voci, che qui hanno una funzione molto importante nella storia con il loro potere di condizionare gli altri. 
Voci che sono anche molto diverse da quelle degli attori originali e in particolar modo ci ritrovo quell'Ennio Coltorti ancora una volta fuori luogo tipo come quando doppia J. K. Simmons in JUSTICE LEAGUE e LA GUERRA DI DOMANI
Eh, ma quelli davvero bravi a fare quel certosino lavoro che è il doppiaggio, purtroppo li stiamo perdendo tutti, come ho già scritto diverse volte anche recentemente. 

AUGURI ALLA TELEVISIONE CON UNA DELLE PIÙ BELLE SERIE TV: SHRINKING STAGIONE 2

 Oggi è la Giornata Mondiale della Televisione, sempre più diversa dal concetto ormai desueto di quell'elettrodomestico che trasmette i ...