sabato 29 febbraio 2020

FREE MONKEYS - SOMEBODY ELSE


Ale Cattelan ha colpito ancora e qualche giorno fa mi ha fatto sentire un disco di un collaboratore interno di Radio Deejay, al suo debutto discografico, mentre, come al solito, praticavo la mia corsetta quotidiana.
Devo dire che è davvero un ottimo prodotto anche se fatto "in casa", nel senso di casa Deejay (la foto di copertina ritrae parte di Fosca colei che fa parte sempre del programma con Ale), con una cantante dalle sonorità in stile Adele e con il ritmo che pompa come il Pippero (cit.).
Da sentire in streaming QUI, ma anche su Spotify, e non pensiate che lo dica perché conosco chi c'è dietro a tale produzione; difatti non lo conosco assolutamente e non so nemmeno il suo nome (forse Maurizio, ma non ci giurerei).
Lo dico solo perché mi piace davvero (e non sono sempre così benevolo) al pari di molte delle cose che vengono sfornate ultimamente, vedi Anna e Tha Supreme di cui ho parlato QUI, oppure i Coma_Cose di cui invece ho parlato QUI.
Il che mi fa ben sperare per la musica prodotta in Italia dopo anche l'ultimo Sanremo che ha presentato parecchie cose interessanti (se escludiamo personaggi come Zarrillo che invece pare che esistano ormai solo nel teatro Ariston come quel Belfagor del Louvre di cui ho parlato QUI).

venerdì 28 febbraio 2020

PAZIENTE ZERO


Vero che dal titolo parrebbe un film sfornato fresco fresco in questo periodo di Coronavirus? 
E invece (scherzone) è del 2018 e, tra i nomi noti, presenta l'ex Doctor Who Matt Smith, di cui ho parlato QUI, e uno Stanley Tucci iperfisicato, nonché la quota rosa fornita da Natalie Dormer.

Si parla di gente in un bunker alla ricerca di un antidoto contro un virus (appunto) che trasforma la gente in cannibali tipo zombie, ma con l'effetto collaterale di aumentare a dismisura anche la loro forza e il quoziente intellettivo.
Quindi se non fosse per il piccolo particolare alimentare, alla fine non sarebbe nemmeno una brutta cosa sto virus che mentre sei lì che banchetti a base di cervelli umani ti metti anche a dialogare amabilmente sulle teorie dei massimi sistemi e ti dai un certo tono che a tavola non guasta mai.
Il film parte benissimo con una scena da mascella spalancata (una cosa già vista in The Walking Dead quando amputano un arto per non far propagare il contagio, ma qui è all'ennesima potenza come adrenalina, davvero ben realizzata), per poi purtroppo perdersi per strada malamente nonostante la buona prestazione attoriale e fisica di Stanley Tucci.
E mi conferma che Matt Smith (o chi per lui) non ha più saputo scegliere dei copioni adeguati alla sua bravura.
Un vero peccato...


giovedì 27 febbraio 2020

ADDIO A CLIVE CUSSLER

È scomparso a 88 anni lo scrittore americano Clive Cussler, romanziere d'avventura.
Putroppo il suo rapporto con il cinema non è stato molto fortunato nelle due uniche occasioni che due suoi libri sono stati tradotti in film con il personaggio di Dirk Pitt: Blitz Nell'Oceano,

in cui si recuperava il Titanic (ma non si sapevano ancora un sacco di cose a riguardo perché James Cameron non aveva ancora fatto le esplorazioni subacquee), e Sahara, non quello con Brooke Shields e nemmeno quello del 1958, ma quello con Matthew McConaughey,

altro fiasco al botteghino in cui il libro era molto meglio del film.
Egli stesso per entrambe le sceneggiature non era stato entusiasta del risultato finale.
Ennesimo caso in cui leggersi un libro può dare più soddisfazione.



mercoledì 26 febbraio 2020

ROBOCOP


La scena di sparatoria più violenta e spettacolare che altro che Tarantino, io la ricordo nel primo Robocop, quello firmato da Paul Verhoeven che è uno che non ci va mica per il sottile quando si parla di violenza (ma anche quando si parla di belle figliole come in Showgirls, che però era un po'un pacco, diciamocelo), e tale sparatoria era causata da un malfunzionamento del robot che era animato, pensate, a passo uno perché la CGI non esisteva ancora (si muovono così anche gli AT-AT

di Guerre Stellari), ma era di un' efficacia che raramente ho trovato in altri casi di animazione al computer, e ne va di mezzo un poveretto in una scena particolarmente efficace perché ti rendi subito conto che il tizio non ha più nessuna speranza di cavarsela contro quella macchina e viene letteralmente trasformato in una fontana di spruzzi di sangue.

La storia del film poi la sappiamo tutti, con quel Peter Weller (da non confondere con Paul degli Style Council/Jam) scelto da Verhoeven per quelle sue labbra carnose (pare sia davvero così) che sarebbero state benissimo sotto l'elmetto del suo cyborg-poliziotto essendo l'unica parte del viso in vista.
Peccato che il personaggio venga poi ridicolizzato in una tremenda serie tv e addirittura trasformato in cartone animato per bambini(!!!), mentre del reboot del 2014, diciamo che non è un brutto film, ma potevamo anche farne a meno.
Dalla sua Peter ci ha messo una perfetta recitazione per riprodurre i movimenti meccanici che, abbinati ai rumori dei servomotori, rendevano perfettamente l'idea di un macchinario in movimento.
Ed era talmente credibile che non pensavi mai più che in molte scene indossasse solo la parte superiore dell'armatura tenendo sotto invece un pratico e comodo paio di pantaloncini.
Un po' come Peter Cushing in pantofole sul set di Guerre Stellari perché gli stivali gli facevano male ai piedi:


Certo il Grand Moff Tarkin sarebbe apparso un po'meno inquietante vedendolo così, ma noi lo abbiamo sempre immaginato rigorosamente stivalato in divisa completa.
Magia del cinema.

martedì 25 febbraio 2020

THE BLACK HOLE, OVVERO QUELLA VOLTA CHE LA SUPERMEGA-DISNEY-GALATTICA HA PROVATO A FARE IL PASSO PIÙ LUNGO DELLA GAMBA (E NON È ANDATA MOLTO BENE)


Era la fine degli anni 70 e alla Disney rosicavano non poco per il grande successo di George Lucas e il suo Guerre Stellari (e a forza di dai e dai sappiamo ormai com'è finita) anche perché era dal 1975 che avevano in casa sto progetto di film spaziale, ma non erano mai riusciti a portarlo a termine. Tant'è che tra mille rimaneggiamenti vari alla sceneggiatura esce nel 1979 questo The Black Hole, con un cast (hahaha!!!) "stellare" con gente tipo Maximilian Schell

Anthony Perkins, Ernest Borgnine, per dire.
Film che parte con dei titoli di testa sottolineati dalla musica maestosa di John Barry in cui si sente pienamente lo stile James Bond; stile che però, a lungo andare ti accorgi già che comincia a cozzare un po' con quell' ambientazione spaziale.
Dalla sua, la Disney in film come Mary Poppins aveva dimostrato pienamente di avere le capacità di far fluttuare gli attori, e infatti le scene iniziali a gravità zero risultano abbastanza credibili. Poi però cominciano ad arrivare i classici caratteri da film del Topo, con il robot V.I.N.C.E.N.T. dall'aspetto marcatamente cartoonesco che vorrebbe ricordare (magari!!!) un po' C1P8 (o R2D2 chedirsivoglia) e l'altro B.O.B., simile a lui, ma mezzo demolito e messi insieme fanno venire un filo di orticaria.

In contrasto con la cretineria dei robottini ci sono diversi morti ammazzati anche se sangue vero e proprio non ne viene mai mostrato.

Personalmente in diversi momenti ho avuto come dei dejavù a causa delle scenografie (con relative "matte painting") che ricordano spesso Il Pianeta Proibito (ben più glorioso) di cui ho parlato QUI, ma presto tornavo alla dura realtà a causa di un grossolano Chromakey (quello che in futuro sarà migliorato e chiamato Green Screen) come quello della scena di volo con gli Uomini Falco di Flash Gordon (di cui ho parlato QUI) e degli androidi davvero trooooppo farlocchi.
Di buono c'è che tutte le scene sono molto colorate e di male che quelle d'azione non sono esattamente epiche e trascinanti come ti aspetteresti in un film sci-fi tipo uno famoso con principessa e simpatica canaglia (!) di cui questo vorrebbe cavalcare il trend.
Anche la chiusura sembra frettolosa e pasticciata e l'effetto finale è che pare di aver visto un' episodio esteso di Buck Rogers di cui ho parlato QUI  ... ma senza Wilma Deering
e posso reggere tutto, ma questa è davvero una mancanza incolmabile.

lunedì 24 febbraio 2020

RITORNO AL FUTURO DIVENTA UN MUSICAL

Lo scorso dicembre, parlando della famosa trilogia di Zemeckis QUI, avevo riportato la dichiarazione di tutto il cast originale che si è sempre opposto ad un ulteriore sequel, o un inutile remake.
Promessa mantenuta, ma ecco arrivare la sorpresa: la storia è stata adattata per diventare un musical con le musiche di Alan Silvestri e le famose canzoni del film, con in più nuovi brani scritti apposta per lo spettacolo.
Ecco il trailer in cui appare (ma solo nel trailer) Christopher "Doc" Lloyd:

E un breve special con le interviste al cast:

La conferma che qualcosa bolliva già in pentola (o che non ha mai smesso di bollire perché la trilogia resta un momento top del cinema anni 80) era stata in qualche modo anticipata dai Pinguini Tattici Nucleari e il loro videoclip;

Grande Giove!!!

domenica 23 febbraio 2020

THE WEEKND - BLINDING LIGHTS (GLI ANNI 80 SONO TORNATI)

Non c'è alcun dubbio che questo ragazzo canadese che di nome fa
Abel Makkonen Tesfaye (tipico nome canadese infatti come testimonia la giubba rossa che indossa), ma noto con lo pseudonimo di The Weeknd, abbia un debole per gli anni 80, al punto che in Secrets

utilizzava il campionamento di un intero passaggio di Pale Shelter dei Tears For Fears.
Con il nuovo singolo Blinding Lights

ha fatto ancora di più entrando totalmente nel mood anni 80 con suoni che ricordano da vicino la Take on Me degli A-ha, uno dei capisaldi di quel periodo musicale tutto synth e capigliature cotonate.

Non si tratta di plagio però, ma di ispirazione, di omaggi verso quello stile che ha segnato così fortemente un decennio in cui Abel (che ha solo 30 anni) ancora non era nato, ma in qualche modo ha assimilato.
Un po' come Bruno Mars ha omaggiato i Police, Elton John, The Whispers, James Brown creando canzoni che riportano alla mente i suoni di quei personaggi, ma senza plagiare nessuno.
E se vi viene di alzare il volume quando passa per radio, fatelo pure senza problemi, e poi cercate nell' armadio una giacca colorata con le spallone più imbottite che possano esistere!!!

sabato 22 febbraio 2020

ARRIVA DORELLIK

È da un po'che nei miei post si parla di supertutine più o meno riuscite, d'altronde siamo in periodo di carnevale, per cui oggi riprendo l'incipit di un post (QUESTO) di qualche giorno fa che iniziava così:
"Ah che belli quegli anni che per fare un supereroe bastava prendere un attore prestante, mettergli su una calzamaglia come quella di Adam West, una mutanda e una mascherina e voilà ecco pronto il personaggio".
Se però invece dell' attore prestante hai a disposizione un Johnny Dorelli, voce stupenda, ma fisico non esattamente granitico, il risultato è leggermente diverso; ma ovviamente la cosa è voluta.
Infatti questa parodia di Diabolik e tutti i suoi simili in calzamaglia con il fattore K era già stata portata in tv con successo da Dorelli in Johnny Sera, mentre qui al cinema, nel 1967, è diretta da Steno ed è quanto di più leggero si possa trovare al mondo, con momenti alla Ridolini e quel pezzo musicale famosissimo che faceva così:

Adoro questa canzone alla follia, ma un po' meno il film che è sì divertente, ma poteva anche venire meglio dato che c'è quel tocco internazionale di Terry Thomas di cui avevo già parlato QUI.
Bastava applicarsi un po'di più e magari veniva fuori qualcosa che era meglio del solito "musicarello".
Completa il cast Margaret Lee che all'epoca faceva coppia con Johnny e qui la vediamo in un numero musicale proprio del film:

Piccola curiosità: l'audio inglese di Johnny Dorelli è quello originale. Quei film venivano girati così proprio in vista di una possibile distribuzione internazionale e poi doppiati in italiano.
Eravamo già avantissimo...

venerdì 21 febbraio 2020

I CARTELLI CINESI FARLOCCHI E IL KIMONO DI FRANZ DI CIOCCIO

Il prestigioso quotidiano La Stampa ha pubblicato una foto relativa all'articolo sulla comunità cinese di Prato, dove sarebbero apparsi dei manifestini in cui si invitano i cittadini orientali a non uscire di casa a causa dell'ormai noto Corona Virus (sentito anche pronunciare "vairus", giuro).
Tutto bene, la notizia è veritiera, ma non la foto pubblicata che invece mostra annunci di signorine orientali che offrono massaggi e intrattenimento.
Questa clamorosa svista mi ricorda un simpatico aneddoto accaduto negli anni 70 a Franz DiCioccio

(in maglietta nera), batterista e voce della P.F.M. nonché papà dell'ex Iena Elena DiCioccio.
Ecco in breve:
mentre erano in tour in Giappone Franz, comprando un kimono in un negozio, chiede il significato degli ideogrammi disegnati sopra, e il commesso gli dice che c'è scritto qualcosa tipo "Fortuna e Prosperità".
La sera stessa il batterista lo indossa per il concerto e nota che quando si alza in piedi parte un'ovazione dalla squadra della sicurezza del teatro.
E la cosa si ripete diverse volte, tanto che alla fine del concerto chiede a questi ragazzi il motivo di tale entusiasmo e si sente rispondere: "Tu indossa kimono di Pompieri di Tokyo".
E tu vatti a fidare...

giovedì 20 febbraio 2020

CAPTAIN MARVEL


Ma quanto è bello questo film? L'ho recuperato solo adesso dopo la grande abbuffata Avengers e anche se all'inizio la cosa dei Kree e degli Skrull pareva un po'una roba alla Star Trek (che NON è la mia serie preferita e giuro NON ho mai fatto il saluto di Spock, piuttosto Na-No-Na-No) poi prende i giri e come gira bene quando entra in scena il "giovane" Nick Fury.
Gli scontri verbali (e non solo) fra lui e Carol Danvers e, ovviamente, gli altri personaggi sono incalzanti e divertenti e il film sa prendersi poco sul serio dove serve senza finire in baracconata.
Brie Larson poi ha la faccia con lo scazzo giusto e vederla qui in quei "panni" da supereroe dopo i suoi film precedenti è una bella sorpresa, anche se una certa dose di grinta l'aveva già mostrata bene in Room, tanto per mettere le cose in chiaro. 
Anzi a pensarci bene per questo ruolo non poteva esserci attrice migliore di lei che ho scoperto solo oggi di averla già conosciuta anni e anni fa nello stupendo Scott Pilgrim:
E poi anche in Kong Skull Island, 
film questo che molti considerano un pacco, ma a me era piaciuto anche quello perché alla fine era un Apocalypse Now con gorillone.
Ma qui in Captain Marvel arrivano twist e colpi di scena come se piovessero (dal cielo come Carol che mena da vera kickass) e musica anni 90 come i Nirvana (su Come As You Are ho alzato il volume per forza).
Sicuramente uno dei migliori film del "Parco Giochi Marvel".

mercoledì 19 febbraio 2020

ADDIO A FLAVIO BUCCI

A causa di un infarto ci lascia a 73 anni Flavio Bucci, l'interprete del Ligabue televisivo (anche se molti conoscono solo quello musicale, vero?) e di molte pellicole cinematografiche tra cui Il Marchese Del Grillo con Alberto Sordi.
Da parte mia lo ricordo benissimo anche nella parte di Daniel, il pianista cieco di Suspiria (l'originale di Dario) e la fine che fa, sbranato dal suo cane-guida

in una scena che ho sentito così fredda, glaciale forse anche perché quel pomeriggio nel cinema faceva davvero un freddo "cane", e che ti metteva addosso una tale tensione più di tutto il resto del film.
Certo non è mai stato un esempio di vita; lui stesso ha sempre dichiarato di aver speso cifre enormi in cocaina e di provare particolare piacere nell' ubriacarsi.
Cose confermate dall'aspetto non proprio ordinato, ma comunque merita un saluto anche dalla galassia lontana lontana.


martedì 18 febbraio 2020

THE JURASSIC GAMES

Lo vedete scritto sull' header che qui si parla anche di tamarrate imbarazzanti e orrori inguardabili.
Quindi oggi siamo su quel registro.
Ecco, non bastava la ormai stanca saga giurassica della quale il primo era stupendo e gli altri molto meno, e quell' altra saga con Jennifer Lawrence che mi viene l' orticaria quando la sento nominare (la saga, non Jennifer) perché scopiazzata da quel Battle Royale che tutti dovrebbero conoscere per sbugiardare l'autrice dei romanzi di Hunger Games (oddio l'ho detto... datemi un antistaminico per favore).
Se volete chiarimenti ne avevo parlato a lungo QUI.
Non bastavano, no, ed ecco che arriva una fusione dei due (solo per l' homevideo) in cui dei detenuti, senza distinzioni di sesso, vengono messi in un gioco militaresco condito da dinosauri virtuali e il tutto viene mandato in diretta tv in un reality show per la gioia del pubblico.

Spunto che era stato usato anche per Gamer del 2009, ma con idee e risultati migliori.
Roba che nemmeno la Asylum per i suoi mockbusters ci aveva pensato, e magari c'era un motivo.

lunedì 17 febbraio 2020

HALSEY - YOU SHOULD BE SAD, OVVERO IL TRIONFO DELL' EROS

Quando un videoclip ti cattura...
Mi è successo con You Should Be Sad di Halsey, canzone gradevole dai suoni vagamente country, e fino a quando non ho visto il relativo clip la prendevo semplicemente così.
Dopo la visione ho inevitabilmente apprezzato ancora di più la canzone ed ho eletto Halsey a mia musa ispiratrice (non so se si sentirà onorata per questo), grazie all' alto tasso di erotismo contenuto in quelle immagini la cui foto con il costume (ehm!) da Lady Godiva che ho postato è solo un assaggio.
Ecco il video integrale per farsi un'idea:

Devo dire che mi ricorda molto anche la nostrana Baby K in quella particolare sequenza equestre.
E in questo periodo carnevalesco (peraltro molto caldo) potrebbe essere un suggerimento per un outfit, se non fosse per il cavallo che sarebbe un po' complicato da gestire.
Scherzi a parte, ecco un' altra artista italiana di origine (di cognome la Hasley fa Frangipane e il suo nome d'arte è l'anagramma del suo, Ashley) come le blasonate colleghe Madonna e Lady Gaga, nata artisticamente come blogger (ma dai... una collega) su Tumblr una cinquina di anni fa ed ora finalmente si è fatta notare da tutti.
Certo che dovevamo aver proprio le fette di salame sugli occhi per non notarla prima...

domenica 16 febbraio 2020

I FANTASTICI 4, MENO FANTASTICI DI QUANTO SI CREDA


La storia cinematografica del quartetto fantastico è costellata più di flop che altro, specialmente con l'ultimo risalente al 2015 in cui i quattro sono poco più che teenagers.
Non sono andate meglio le cose a Tim Story, regista dei due precedenti film in cui il Dottor Destino del primo pareva una macchietta e il Silver Surfer del secondo (animato dal solito onnipresente Doug Jones) portava ad un finale parecchio pasticciato.
Si salvano le scene con Jessica Alba, ma cosa volete farci... sono leggermente di parte quando si parla di una delle attrici più belle di Hollywood (Sin City insegna) dal mio punto di vista.
Ma un attimo più indietro nel tempo, nel 1994, un regista che di nome fa Roger Corman (si, quello della Hammer), aveva già prodotto (non diretto) un film sui Fantastici Quattro, con le famose divise con i grossi inserti bianchi prese pari pari dai fumetti anni 60 e con gli effetti speciali che aveva sottomano all' epoca, per cui molto artigianali anche per una questione di budget non proprio faraonico, ma tutto sommato efficaci. E tuttavia Ben Grimm pareva più credibile nella sua versione che in quella interpretata da Michael Chicklis.
Questa pellicola però è stata sabotata in mille modi perché da parte della Fox c'era già in cantiere (allo stato embrionale) il film che uscirà nel 2005, e quando uno è grosso come la Fox fa quel cacchio che gli pare e si becca tutti i diritti sui personaggi, per cui non è mai stato distribuito al cinema.
Ma il grosso problema del quartetto, già dai fumetti, è sempre stata la mia preferita Susan, perché se gli altri avevano una superforza invulnerabile, l'elasticità, la capacità di volare e sfiammare, lei diventava semplicemente invisibile per togliersi dai guai in cui finiva regolarmente come la classica damsel in distress.
Così, pensa che ti ripensa, è saltata fuori la trovata che la Donna Invisibile potesse creare anche degli inspiegabili campi di forza che agivano come scudi protettivi per lei e i suoi partners, ma anche qui comunque si riduce tutto a scopo difensivo.
Forse per questi motivi i nostri Quattro sono stati poco considerati dal Marvel Cinematic Universe, e infatti i loro film sono usciti per la Fox e totalmente snobbati dal minestrone Avengers/Endgame come anche gli X-Men verso i cui due primi film nutro una venerazione assoluta.
Ora che tutto finisce nel calderone Disney potrebbero esserci nuovi sviluppi interessanti, basta che non mi ripartano dalla storia di come si son beccati i superpoteri, sennò qui ci troviamo di nuovo ai livelli di Spider-man e il solito ragno o la solita collana di perle di Batman, anche se qui stiamo dall'altra sponda, ma lo sappiamo bene che sarà così perché ognuno ha i suoi cliché che non sono altro che "situazioni che stancamente si ripetono senza tempo" come dice Bennato in Un Giorno Credi.

sabato 15 febbraio 2020

BRUNORI SAS - PER DUE CHE COME NOI

Dai... dopo lo scherzetto horror di San Valentino, oggi si parla davvero d'amore.
E lo fa Dario Brunori (il cui pseudonimo è preso dall'insegna della ditta del padre) dopo il singolo Andrà Tutto Bene che introduceva suoni elettronici, lo ritroviamo adesso con il nuovo album e le atmosfere a cui ci aveva abituati nel primo disco.
In questo nuovo estratto Per Due Che Come Noi, tornano le vocalità alla De Gregori con i tocchi ironici di Rino Gaetano che ti fanno divertire, perché Dario in contrasto con il suo aspetto da "professore" è un tipo molto divertente, ma non solo: sa anche farti fermare a pensare.
E canta così come viene, con le piccole imperfezioni nel suo cantato che rendono il tutto più vicino a noi in questo mondo di produttori che uniformizzano tutte le voci filtrandole attraverso diavolerie in sala di registrazione.
Continua così Dario.

venerdì 14 febbraio 2020

THE THEATRE BIZARRE


Per San Valentino, tra cuoricini pucci pucci, serve che qualcuno ti consigli un film alternativo alla rima cuore/amore?
Questo ad episodi del 2011, inedito in Italia, affronta il tema delle coppie e dell'amore (eccetto forse due di essi), ma nel modo più orrorifico che abbia mai visto, e di cose horror ne ho viste parecchie.
Giuro che ci sono dei momenti da stomaco forte e anche di più, da "bastardinside", ma non voglio spoilerare niente per non togliere l'effetto sorpresa.
La parte più debole è sicuramente quella che lega insieme i vari episodi, cioè della ragazza che entra nel teatro fatiscente e assiste a quella rappresentazione tenuta nientemeno che da Udo Kier 

(Histoire d'O).
Anzi, se non c'era non cambiava nulla perché gli episodi presi uno ad uno sono davvero spettacolari e anche molto diversi tra loro come atmosfera, dal vero horror al momento più introspettivo.
Una nostra vecchia conoscenza, Tom Savini, dirige ed interpreta uno di essi, ma stavolta senza la famosa mutanda-revolver che sfoggiava in Dal Tramonto All'Alba che aveva gentilmente prestato anche a Sofia Vergara in Machete Kills 

di cui avevo parlato QUI.
Ah... d'altronde cosa non si darebbe all' amica Sofia se te lo chiede?

giovedì 13 febbraio 2020

LOST IN SPACE - LA SERIE NETFLIX

Su Netflix è disponibile il remake di un cult anni 60, cioè la famiglia Robinson che si perde nello spazio e le cui avventure ci hanno portato ormai alla seconda serie. Effettivamente ne era già stato fatto un film con William Hurt (mica uno scemo) nella parte del capofamiglia che in tv fu di Guy Williams alias lo Zorro della serie Disney, e che tutto sommato come film non era malaccio

anche perché c'era Gary Oldman nella parte del cattivo, ma ricordo che fu un drammatico flop per la New Line.
Beh secondo me ingiustamente.
Ora la serie Netflix riparte dal plot originale ma con lievi cambi che aggiornano il tutto e, alla fine dei conti, non è niente male.
Conviene però seguire la storia dall'inizio, altrimenti molti punti potrebbero apparire oscuri.
E farvi sentire proprio come "perduti nello spazio"...

mercoledì 12 febbraio 2020

COME RUBARE LA CORONA D'INGHILTERRA


Ah che belli quegli anni in cui per fare un supereroe bastava prendere un attore prestante, mettergli su una calzamaglia come quella di Adam West, una mutanda e una mascherina e voilà ecco pronto il personaggio, con poliziotti che fanno la figura dei babbei, cattivi che vogliono dominare il mondo e tutti i cliché del genere.
Alla regola non sfugge questo film del 1967 firmato da un inesistente Terence Hataway (Sergio Grieco) e distribuito anche con altri titoli a caso tipo Argoman 

oppure The Fantastic Argoman, anche se nella prima locandina che ho postato sembrerebbe più un simil Bond come ne nascevano tanti all'epoca. Distribuito pure all'estero, come dicevo, con diversi titoli e con protagonista il granitico Roger Browne, specializzato nei peplum italiani, qui invece nella parte di un miliardario con poteri telecinetici che ovviamente sta in una mega villa in stile hollywoodiano vista mare dove cela la sua identità segreta, e girato anche in giro per Londra e Parigi, così ha quel tocco internazionale che non guasta mai, ma per la maggior parte realizzato in studio.
La cosa buffa, quando lo vidi la prima volta in tv, era che l'ispettore di polizia e gli altri parlavano di Argoman come se fosse un personaggio con all'attivo una carriera da DC Comics o Marvel, tanto seriamente che per un attimo avevo pensato che fosse qualche supereroe minore, mentre in realtà non ha alcun background perché inventato di sana pianta per questa pellicola.
Nota di merito va alla bellissima Dominique Boschero nella parte di Regina alias la villainess Jenabel.
Ovviamente è trashissimo oltre ogni limite, più della serie tv di Batman, ma divertente nella sua ingenuità e ancora oggi mi diverto a riguardarlo.

martedì 11 febbraio 2020

ED ORA SENTIAMO LA VERSIONE DI MORGAN

Quello che è accaduto sul palco dell' Ariston tra Morgan e Bugo ha lasciato il segno e abbiamo sentito tutti le lamentele di Bugo.
Ma vogliamo sentire anche l'altra campana?
Morgan in questa intervista dà una versione dei fatti con delle sfaccettature che, se vere, cambiano un bel po' le carte in tavola...

E quindi, vista così la cosa assume una luce diversa.
Certo ognuno la racconta a modo suo.
Chissà chi avrà ragione...

lunedì 10 febbraio 2020

ZOMBIELAND - DOPPIO COLPO


Dieci anni dopo la bomba del primo film, torna il quartetto di sopravvissuti all' apocalisse zombie che fa da contraltare all' ormai stanca saga di The Walking Dead.
E la banda si allarga pure (momentaneamente) con altri personaggi che portano a scene davvero ben riuscite.
Tornano tutti (anche Bill Murray, ma non come speravo) e torna il divertimento con moltissima azione, anche se la sorpresa del primo film ormai non c'è più, per cui sei già abituato alle scritte in sovrimpressione che giocano però una parte importante nella scena con Luke Wilson.
Ottima realizzazione con pure momenti da cinefili, come la citazione di Apocalypse now che fa Abigail Breslin.
E secondo me viene citato anche  il recentissimo YESTERDAY di Danny Boyle nella figura del tipo hippie che spaccia per proprie canzoni altrui (o avevate pensato a Massimo Troisi?).
Certo, niente a che vedere con la recente Notte Degli Oscar in cui tutto è andato esattamente come ci si aspettava, con Parasite di cui ho parlato QUI e che trionfa su tutti, ma abbiamo bisogno anche di film come questo.

domenica 9 febbraio 2020

FINALE DEL FESTIVAL DI SANREMO 2020


Pensavo di scrivere poco su questo settantesimo Festival di Sanremo e invece sono già arrivato al quarto post dopo averne scritto QUIQUI e QUI, e comunque dopo la finale avevo già preventivato di dire qualcosa.
Sicuramente l'evento che ha segnato di più lo spettacolo è stata la lite tra Bugo e Morgan, il quale piuttosto scontento di come il collega aveva interpretato Canzone Per Te di Endrigo la sera precedente a causa di prove fatte male e in fretta, glielo dice in canzone cambiando il testo di quella che eseguono in gara. Bugo, con il quale avranno sicuramente battibeccato tutto il giorno, non proferisce parola e se ne va dal palco lasciando l'Ariston con tutti i presenti a bocca aperta e la musica che si ferma.
Certo non deve esser facile convivere con uno come Morgan e le sue note manie di grandezza (la sera precedente oltre a cantare dirigeva anche l'orchestra), per cui, visto anche come erano messi in classifica, la loro squalifica non avrebbe cambiato poi tanto il risultato. Anzi così facendo Bugo riesce a far parlare di sé ancora di più.
Tra capitomboli finti (Ghali con stuntman che gela la platea) e veri come il prolisso monologo introduttivo di Benigni, le forme incontenibili di Elettra Lamborghini, l'allegria dei Pinguini e Diodato vincitore annunciato 40 minuti prima su Sky (eh là sono avantissimo),

lo spettacolo c'è stato davvero con due padroni di casa ineccepibili per simpatia e capacità come Amadeus e Fiorello, che riescono a scherzare proprio su tutto, e grazie alle loro capacità di improvvisazione (specialmente Rosario) anche i momenti imbarazzanti che fermano lo show come la fuga di Bugo diventano un momento di ilarità generale con il pubblico davvero divertito dimostrando di essere persino superiori al rigoroso Pippo Baudo che nei suoi festival aveva dovuto ricorrere a trovate scoop, poi rivelatesi delle bufale.
Altro personaggio di spicco che ha letteralmente "fatto suo" questo festival è Achille Lauro con i suoi trasformismi che compensano degnamente delle qualità vocali non proprio eclatanti, ma anche questo è saper fare uno show.
Baci e abbracci (anche sulla bocca) come se piovessero e sincera commozione per l'addio al festival di Vincenzo Mollica da tempo malato, ma fino ad oggi sempre presente e attivo.
Quindi tutto bene, a parte la solita durata monster che ha messo a dura prova la resistenza di chi ha voluto seguire lo show fino in fondo.

sabato 8 febbraio 2020

SFERA


Un film horror con Dustin Hoffman? Beh proprio horror nel senso di splatter no. Piuttosto è un film tratto da un romanzo di Michael Crichton che mette un' ansia mica da poco perché parla delle paure personali che si concretizzano.
Tipo che hai paura dei ragni e ti vedi la casa piena di ottozampe ecco. Ma qui non siamo in una casa; qui si aggiunge la claustrofobia di un ambiente sottomarino dal quale scappare ti mette davvero male. Sharon Stone per una volta non fa la campionessa di accavallamentogambe, disciplina olimpica in cui gareggia anche Alba Parietti, e anzi ti dimentichi quasi che sia lei.
Divertente la scena (brevissima) delle voci filtrate dall'elio in cui Sharon si sente però solo ridere come una topolina:
Una gran bella topolina direi...
Completa il trio Samuel L.Jackson e dirige Barry Levinson di nuovo con Hoffman dopo Rain Man.
E attenzione all'ennesimo cameo iniziale del rocker Huey Lewis, dopo Ritorno Al Futuro, che qui invece pilota l'elicottero e resta in scena con Dustin almeno un minuto abbondante.


venerdì 7 febbraio 2020

AGGIORNAMENTO DOVEROSO AL FESTIVAL DI SANREMO


Volevo tenere tutto per la serata di chiusura del festival, ma non ce l'ho fatta, per cui ecco una piccola incursione sanremese riguardante la serata delle cover.
Prima di tutto caro Marco Masini che ti atteggi a professore di musica criticando le esecuzioni dell'orchestra durante Sanremo Giovani (giuro è successo due anni fa), ma perché devi urlare a squarciagola una canzone come Vacanze Romane che invece è la delicatezza fatta melodia con quel delizioso contrasto tra la voce di Antonella e i freddi suoni tecnologici che producevano i Matia Bazar in quel fortunato periodo? 

E qui invece con Arisa si è fatto a chi gridava più forte dei versi che citavano Greta Garbo la divina e un cielo che piove sulla città, con un ossessivo arrangiamento a cassa in quattro che vanifica ogni prospettiva di romanticismo.
Lo stesso Mauro Sabbione, il tastierista della band genovese in quel periodo anni 80, ha stroncato l'esecuzione e trovate l'articolo QUI.
Per fortuna c'era Achille Lauro (pare strano dirlo eh?) che ha continuato a cavalcare il trend della prima serata portando in scena un'altra incarnazione di David Bowie e con Annalisa hanno eseguito una bella versione di Gli Uomini Non Cambiano.

Anche l'ospite internazionale Lewis Capaldi non ha brillato per la presenza scenica con quel suo ciondolare e l'aria vagamente stranita e nemmeno per l'esecuzione decisamente sottotono (nel vero senso della parola perché Someone You Loved è stata abbassata di un tono con conseguente spegnimento dei passaggi alti e incupimento di quelli bassi); Before You Go non l'ho sentita perché sono stato catturato momentaneamente da un altro canale, ma la recupererò su Raiplay se qualcuno mi assicura che ne vale la pena.
Altro momento discutibile, per me che sono una capra corelliana, è stato il tanto atteso (e pagato) intervento di Roberto Benigni con una interminabile introduzione di 35 minuti per recitare il Cantico Dei Cantici, che sarà anche bello sicuramente ma pure sicuramente qualcuno se lo sarà perso perché addormentatosi durante il lungo discorso introduttivo che continuava a rigirare su se stesso ripetendo sempre le stesse cose.
Perlomeno questa è l' impressione che ho avuto io, dato che mentre Roberto faceva l' imbonitore io stavo preparando la lavastoviglie e pulivo la sabbietta del gatto, cioè univo l'utile al dilettevole (a voi stabilire a cosa attribuire i due aggettivi).
Per la cronaca, stavolta si sono sfiorate le 5 ore di diretta tv.
😱😱😱
Pazzia totale...

giovedì 6 febbraio 2020

KIRK DOUGLAS CI LASCIA A 103 ANNI

Si, un'età davvero ragguardevole per un' icona del cinema hollywoodiano che dopo più di un secolo ha passato definitivamente il testimone a Michael (che diciamocelo non è nemmeno lui più un ragazzino).
È stato diretto dai più grandi registi tra cui anche Kubrick, ma i miei ricordi cinematografici personali su Kirk sono perlopiù legati a film fanta-avventurosi, come il disneyano 20.000 Leghe Sotto I Mari in cui divide la scena con James Mason,

il fantascientifico Saturn 3 con Harvey Keitel e una splendida Farrah Fawcett
che nella copertina del dvd originale non assomigghia penniente se non per il costume

e l' horror italo-britannico Holocaust 2000 con Agostina Belli, bizzarra, ma efficace storia di un anticristo tecnologico.
Ovviamente nella sua carriera ci sono anche Spartacus e Orizzonti Di Gloria, ma essendo io una canaglia corelliana mi piace ricordarlo nel mio fantamondo.
Ciao Kirk.

JONI MITCHELL - WILD THINGS RUN FAST


Sicuramente qualcuno sarà sorpreso vedendo questo disco tra i miei preferiti. Cioè uno che segue il Festival di Sanremo (la leggerezza per eccellenza di cui magari tornerò a parlare per il buon piazzamento dei Pinguini Tattici Nucleari  

e vi consiglio il loro video in cui rifanno un classico anni 80), uno che ascolta la disco funky anni 70, i Toto, i Ramones, i Queen e i Police e va per ben tre volte ai concerti dei Pink Floyd ce lo vedi a mettere su un disco di una cantautrice che trova la sua ispirazione principalmente nel folk e nel jazz? Eppure la curiosità che mi aveva messo all'epoca la recensione letta su Ciao 2001, rivista musicale di cui ho parlato QUI, perché nessuna radio si prendeva la briga di mettere su un brano di questi, mi ha fatto scoprire che la signora Joni Mitchell in versione anni 80 non è poi così distante dai miei gusti. 
Intanto Chinese Cafè che apre il disco contiene in medley (oggi si chiama mashup) una splendida Unchained Melody riarrangiata nello stile della Signora; 

canzone che all'epoca non conoscevo ancora e in seguito diventerà la colonna sonora di Ghost con Patrick Swayze fantasmatico e la Demi Moore più bella che il cinema ci abbia presentato (nientemeno). 
E poi basta scoprire i musicisti che hanno collaborato con lei nei vari brani: Steve Lukather dei Toto alla chitarra, Vinnie Colaiuta alla batteria, il quale diventerà stretto collaboratore di Sting, Lionel Richie dei Commodores e di All Night Long e U.S.A. For Africa tra i coristi, Wayne Shorter al sax soprano e altri ancora. Proprio quei suoni di sax li ritroveremo nei futuri lavori solisti di Sting e la title track ha delle schitarrate che sembrano uscire da Synchronicity. 

D'altronde quell'album dei Police uscirà proprio l'anno successivo e sarà il disco che metterà le basi per arrivare alle atmosfere jazzate dei lavori solisti di Matthew Gordon Sumner.
Ed ecco che magicamente il cerchio si chiude e quadra tutto.
Ma... i Ramones i PINK FLOYD e i Queen che c'entrano???
Niente, ma ci stanno sempre bene, dai...
E pure i Kiss!!!

mercoledì 5 febbraio 2020

FESTIVAL DI SANREMO 2020 - INIZIO

Parte finalmente questo Festival già pieno di polemiche ancora prima di cominciare.
Parte bene con un Fiorello che ribadisce la profonda amicizia che lo lega al conduttore Amadeus e prosegue anche meglio con i modi di fare accattivanti del padrone di casa, mai invadente, ma anzi con la capacità di mettere a proprio agio chiunque si trovi su quel palco, sia ospite o cantante in gara. L'unico neo è la lunghezza, perché 232 minuti di diretta televisiva, badaben al netto della pubblicità, sono veramente troppi.
È risaputo e dimostrato da ricerche scientifiche (?) che dopo un' ora e mezza di spettacolo, l'attenzione dello spettatore cala inevitabilmente a meno che non vi sia un qualcosa di eclatante in scena.
Ecco forse perché ad un certo punto arriva Achille Lauro con quella sua mise così sobria

che comincia a scatenare il popolo dei social network con critiche, risolini, battute, ma anche apprezzamenti perché è finalmente successo qualcosa di speciale.
E a me non può non tornare in mente il modo di presentarsi in scena che avevano due grandi del rock cioè Freddie e David.

Certo Achille non ha sicuramente lo spessore dei due sopracitati, ma lo spettacolo c'è stato ed è riuscito a far parlare di sé.
Tiziano Ferro si cimenta con canzoni storiche del festival e si prende qualche scivolone con Almeno Tu Nell'Universo non proprio nelle sue corde e infatti alla fine chiede scusa per l'esecuzione.
Rita Pavone probabilmente ha cantato una gran bella canzone piena di energia, ma il fonico era andato in bagno e la sua voce era sovrastata dalla musica che non faceva capire nemmeno una parola.
Nessun problema invece per AlBano (tranne l'ultimo gradino della scala) e Romina che presentano la loro nuova canzone con un perfetto playback malandrino, perché per Romina dal vivo servono dei compressori vocali che devono ancora inventare.
Su tutto però resta il fatto che è veramente troppo lungo per poterlo vedere fino alla fine.
E infatti a un certo punto ho detto buonanotte ai suonatori (dell'orchestra del Festival) e magari recupero su Raiplay, se mi dite che ne vale la pena.