Tipico caso di film con un'idea di partenza fighissima (anni 50, deejay della radio e astronavi aliene), che se fosse finito nelle mani giuste di uno Spielberg, Zemeckis o Howard sarebbe diventato qualcosa di grosso.
E invece al di là dei premi ricevuti a festival indipendenti c'è molta noia che pervade il tutto.
Se l'idea intrigante del deejay vs. alieni era già presente in una famosa canzone dei Carpenters di cui ho parlato QUI, il risultato zoppica un po', a
partire dalla lunga, interminabile introduzione con discorsi che sanno di vuoto (se escludiamo la citazione su un futuro con minitelevisori che terremo in mano per parlare con la gente) e non portano a niente se non a farci girare per mezz'ora con i protagonisti per la cittadina di notte, vedendoli praticamente sempre di spalle, ripresi con una steadycam che li pedina, male illuminati e pure sfocati, in lunghi piani sequenza come se la ripresa fosse amatoriale.
Perché ok che l'atmosfera è notturna, ma vedere un film così è francamente stancante.
Peccato perché era carina anche l'idea di far partire le immagini come se fosse una vecchia serie tv, che palesemente omaggia Ai Confini Della Realtà di cui ho parlato QUI.
L'ho visto fino alla fine perché l'argomento comunque mi interessava e il finale va per fortuna in crescendo alzando un pochino l' asticella, ma ammetto di aver fatto tanta fatica.
P.s.
Anche i Pooh nel 1977 cantavano di un deejay che faceva il turno di notte alla radio, ma la storia ingranava molto meglio:
tra le mie sigarette, e il piatto che gira, la luce è sciolta nel caffè...
Beh malaccio non è. Ti dico... secondo me gli mancava solo una regia adeguata. Anche il nostro amico Carpentiere per dire...
RispondiEliminaUmh, non lo conoscevo e... no, non è il mio genere, sebbene l'idea di base sembra carina.
RispondiEliminaMoz-
Direi anche ottima come idea, ma sviluppata in modo molto discutibile.
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