martedì 28 gennaio 2025

THE SUBSTANCE: SOSTANZIALMENTE SPLATTER

 Fra i film nominati per gli Oscar (anche inteso come il Wilde, si, ma lo vedremo più avanti) si sta parlando di The Substance, film di Coralie Fargeat (prima pellicola sua in inglese e già vincitrice di un Golden Globe) dove ci trovi dentro un frullato di bodyhorror alla Cronenberg e LA COSA di Carpenter, il miglior YUZNA e persino certi corridoi e primi piani molto cari a Kubrick, senza dimenticare i colori e le luci di Nicolas Winding Refn.


Tutto questo in una storia dove Demi Moore interpreta Elizabeth, un'attrice non più giovane, ma per i nostri canoni di persone comuni ancora molto bella, che però, secondo il produttore del suo show di aerobica (un viscidissimo Dennis Quaid) ha fatto il suo tempo e vuole sostituirla con una più adatta al pubblico.

Fatto sta che la nostra Elizabeth non ci sta e trova un sistema clandestino (roba che magari c'è sul dark web... chissà?) per sdoppiarsi creando una sé stessa più giovane e più bella. 
Unica condizione è che da quel momento le due Elizabeth (di cui la nuova sceglie il nome di Sue che metti che qualcuno capisca il trucchetto)

dovranno vivere una settimana a testa mentre l'altra riposa inanimata. Soprattutto l'originale deve rispettare l'alternarsi di questo "riposo" con la successiva settimana "in vita" per ripristinare il fluido necessario alla nuova sè stessa per mantenere l'aspetto giovane e perfetto di Margaret Qualley, attrice e modella che presta il volto

e molte natiche a parecchie inquadrature più che ravvicinate. 
Ed ecco che salta fuori un'altro riferimento illustre con Il Ritratto Di Dorian Gray (l'avevo detto lassù in apertura che c'entrava quell'Oscar), ma non aggiungo altro per non spoilerare. 
Beh tutto sommato il film è stato bello anche se certe soluzioni del reparto prostetico forse sono risultate un po' eccessive e palesemente finte. 
Ecco, tornando a Cronenberg forse la sua BRUNDLEFLY pareva più realistica anche se realizzata 40 anni fa. 
A parte quello, bisogna accettare anche certi buchi di sceneggiatura tipo su come sia capace Elizabeth a suturare quasi come un chirurgo provetto, oppure a prelevare con il siringone il fluido vitale, altra operazione che, perlomeno da parte mia sarebbe impensabile dato che richiederebbe una certa esperienza infermieristica, ma magari chissà, in gioventù avrà studiato medicina prima di fare l'attrice? 
Insomma tutte le procedure mediche e igieniche necessarie vengono prese un po' alla leggera, ma probabilmente quello che zoppica di più è che ad un certo punto le due Elizabeth cominciano a considerarsi come due entità a sé stanti, mentre, come logica, se si parlasse del mondo reale, dovrebbe essere sempre la stessa persona conscia del fatto che deve prendersi cura di sé e del suo doppio in fase di stasi, pena gravi conseguenze.

Ma certo, le regole sono fatte per non essere rispettate e se non si sgarra che gusto c'è? 
Et voilà, ecco il film splatter del momento che sotto certi punti di vista può soddisfare anche il pubblico guardone perché di carne in mostra ce n'è tanta, ma dopo la prima espressione di sorpresa il nudo passa quasi inosservato perché è soprattutto una pellicola che lancia anche un messaggio rivolto allo show business secondo il quale possono esistere solo Showgirls (per citare un'altro famoso film con bellezze in mostra) e non c'è posto per le showladies anche se ancora bellissime.
Tali regole portano quindi certe bellezze "vere" che hanno superato una certa età a deturparsi diventando "finte" con la chirurgia estetica e potrei fare decine di nomi, ma sarebbe inutile perché li sapete già.
E la cosa già era mostrata in vena comica da Charlie Chaplin nel 1957 in Un Re A New York... ma forse il messaggio non era arrivato... 

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