giovedì 5 settembre 2024

PARADISE: IL TEMPO SE NE VA (COME CANTAVA CELENTANO)

 Paradise, oltre ad essere una pellicola anni 80 con Phoebe Cates che ti cantava anche la canzoncina tutta pucci pucci, è un thriller di fantascienza tedesco dello scorso 2023, disponibile su Netflix, dove, nel futuro, gli anni di vita sono diventati un metodo per guadagnare denaro (un po' tipo il vendersi un rene) oppure per pagare un debito insoluto e alla nostra bella e giovane protagonista succede la seconda ipotesi, vedendosi sottratti 38 dei suoi anni che verranno dati a ricchi benestanti che così si mantengono giovani e se la godono la loro vita extended, mentre a lei tocca diventare in un botto una rugosa anziana.


È vero che anche in In Time, film con Justin Timberlake e Amanda Seyfried, e dove, bisogna dirlo, c'erano anche Cillian Murphy e Olivia Wilde, si usava il tempo come metodo di pagamento e lo si faceva con quel tatuaggio/display fluorescente che avevano sul braccio

e che se malauguratamente tale numero si azzerava erano razzi amari, con sempre i ricchi e poveri che stranamente non cantavano Sarà Perché Ti Amo, ma piuttosto gli uni spadroneggiavano sugli altri, però la situazione qui è molto differente. 
Fra un chi si rivede e l'altro, qui in questo nuovo Paradise, che (a sto punto lo avrete capito) non è assolutamente un remake dell'altro (ma che ve lo dico a fare?), c'è anche Iris Berben,

attrice che avevo visto tanto tempo fa giovane in VAMOS A MATAR COMPANEROS e poi persa di vista completamente, e ritrovarla qui dopo averla ricordata com'era in quel bellissimo film con Tomas Milian e Franco Nero (non perdo mai occasione per consigliarlo), fa un po' l'effetto della protagonista che la vedi invecchiata in un battito di ciglia. 
Complotti, sotterfugi e quant'altro completano il quadro della situazione.

Non male seppure girato con meno mezzi del succitato film di Andrew Niccol e abusi un po' degli odiosi filtri bluastri. 
Ma intanto, dato che in tutti e due i film IL TEMPO SE NE VA, come dicevo lassù nel titolo, un Celentano dei tempi in cui ancora era decente (e i deliri mistici di JOAN LUI erano ancora lontani) posso anche buttarcelo in mezzo, no?

Che poi, se preferite, esiste anche una canzone degli SQUALLOR con lo stesso TITOLO, ma in dialetto napoletano... 

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