lunedì 11 aprile 2022

DIABOLIK: MA CHE CCE FREGAAA, MA CHE CCE'MPORTAAA... DE QUESTA ZZOZZA SOCIETÀ?

 Lo devo dire subito: sentire parlare Mastandrea nei panni dell'ispettore Ginko mi ha fatto sorridere perché la sua voce fa pensare subito all'Armadillo della serie di ZEROCALCARE, e non credo proprio di essere l'unico ad avere avuto tale impressione, al punto che ti aspetti prima o poi una frase in romanesco, invece no, inflessioni dialettali per fortuna non se ne sentono (quasi).


Valerio si trattiene bene, per cui su questo ci si può anche passare sopra, cosa che invece mi riesce difficile con Luca Marinelli che è perfetto sotto la maschera (riletta in stile fetish bdsm) del Re del Terrore con inquadrati solo i suoi occhi di ghiaccio, ma poi al naturale leccato con la brillantina alla Rodolfo Valentino mi perde tutto il carisma, anzi succede già quando viene ripreso di profilo per la verità con sta "pinna" che si ritrova;

cioè mi fa un po' l'effetto Adam Driver in Star Wars con il suo nasone, ecco... cioè temibile sotto la maschera di Ky Lo Ren, ma a viso scoperto... Ehm... 
Di Miriam Leone bionda nei panni di Eva Kant invece posso solo che parlarne bene; boh sarò di parte, ma è così, seppure anche la sua recitazione sia appena appena sopra alla media da soap opera che presenta in generale questo film.

Qualcuno guardandolo potrà pure dire che non sono credibili tutte le scritte in italiano che si leggono sui palazzi e sui cartelli, come Polizia Di Clerville, e sulle insegne delle banche come sui documenti, è vero, ma nei fumetti delle sorelle Giussani era esattamente così, perciò almeno da questo punto di vista nel loro film, rinviato più volte a causa della pandemia, i Manetti Bros. sono stati fedelissimi, al contrario delle riletture di certi Batman dove Gotham City, per eccesso di realismo diventava una metropoli americana come le altre.
Alla fine dei conti però, pare strano dirlo, ma pareva più azzeccato il primo film su DIABOLIK che aveva diretto Mario Bava, con John Phillip Law preso da BARBARELLA e gli ambienti che parevano ideati da Ken Adam, e con tutte le sue licenze pop che possono far discutere senza dubbio, perché anche si distaccava davvero troppo dal fumetto, però intanto era un film che viveva il suo tempo (si, come una canzone dei Litfiba) e non lo doveva ricreare con una finzione scenica, anche se quella dei Manetti è davvero molto ben realizzata nei dettagli tipo degli abiti, delle auto d'epoca e degli arredamenti: per dire, l'arrivo di Claudia Gerini alla Banca Centrale di Ghenf pare esattamente un film degli anni 60, e infatti da quel punto di vista è un piacere per gli occhi come la fotografia sempre perfetta. 
Invece quei dubbi, di cui sopra, su Marinelli io li avevo espressi già dal primo giorno in cui è trapelata la notizia del suo ruolo, ma mi dicevano tutti che Luca è bravo, che è adatto, che Lo Zingaro di Lo Chiamavano Jeeg Robot spaccava, ecc, ecc...
Si nel film di Mainetti ok, si mangiava la scena, ma io mi ricordavo ancora il suo DeAndré televisivo che m'ha fatto rabbrividire perché Fabrizio con l'accento romano nun se poteva sentì, mortacci sua, ma perlomeno pe' Diabbolik... pardon, Diabolik, anche lui cerca di perdere quasi del tutto tale particolarità regionale tranne in un paio di momenti tipo il primo dialogo a viso scoperto con Eva che mme pareva de vedè Francesco Totti co' Ilary Blasi. 
Cioè, fratelli Manetti, mi ricreate minuziosamente il fumetto nei minimi particolari, tanto che certe scene ricalcano le tavole originali, e questa è una nota di merito, ma poi mi cadete proprio sul protagonista? 
C'è qualcosa di non molto chiaro sotto, un mistero così torbido che solo il vero Diabb... eddaje... Diabolik potrebbe venirne a capo ed uscirne vincitore, mentre qui nel film invece ci troviamo solo davanti ad una specie di cosplayer che mme sta a recità pure male. 
Quindi cose buone ce ne sono, ma anche tante altre che potevano essere realizzate meglio (un regista che conosco direbbe che sono state fatte "a cazzo di cane"), tant'è che di ste cose se ne sono accorti anche i fratelli Manetti e nei due sequel già annunciati il ruolo di Diabb... ariecchece... Diabolik sarà affidato a Giacomo Gianniotti,

attore italo canadese che arriva da Grey's Anatomy, e che così "a naso" pare avere una fisicità completamente diversa da Marinelli. 
Eccallà, bastava pensacce prima, no? 

8 commenti:

  1. Per una volta hanno fatto un film fedele al fumetto... recitazione melò compresa.
    Io non potevo chiedere di meglio... è davvero tutto come tutto doveva essere. Un grande omaggio all'opera delle Giussani (pop di per sé, non c'è bisogno di rileggerla ulteriormente) e al cinema italiano^^

    Moz-

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    1. Ok, fedele si, e ne convengo che la recitazione rispecchia anche quello che trasmettevano i dialoghi dei fumetti. Un po' come il Dick Tracy di Warren Beatty e Sin City.
      Però troppe cose (Marinelli in primis e lo sai, lo dicevo da subito anche se non sono un hater anonimo) non funzionano a dovere. Non sarei sorpreso se per i sequel i Manetti si affidassero al bianco e nero per aumentare l'aderenza al fumetto.

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    2. Spero di no, ma non per qualcosa, ma perché ormai hanno iniziato col colore.
      Il colore inoltre arricchisce sicuramente la ricerca scenografica messa in atto...

      Moz-

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    3. Però Sin City con il bianco e nero com'era molto contrastato era molto bello. Il primo soltanto intendo. Devo dire che anche il colore qui è stato scelto molto bene per dare l'effetto vintage. Come vedi cose buone ce ne sono. Io comunque sono uno di quelli che se il film non è pari pari al fumetto non si scandalizza più di tanto, e i vari Kickass o prodotti Marvel hanno dimostrato che si può fare un cinecomic senza per forza fare le fotocopie delle pagine del fumetto. A volte però qualcuno si fa prendere un po' troppo la mano dall'adattamento per il cinema e vengono fuori cose come Dylan Dog dove non c'era nemmeno Groucho che invece è importantissimo.

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  2. Un film imbalsamato, non perché i disegni del fumetto originale siano statici (non lo sono, Diabolik è sempre stato una lettura veloce) o perché i film degli anni '60 fossero così, ma perché questo è proprio un film quasi cadaverico come ritmo, ci sarà un motivo se scappano tutti (protagonista compreso) e se i Manetti bros. sembrano due ostaggi, si salva solo Miriam Leone, per il suo essere così tanto Miriam Leone e ammettiamolo, perfetta per la parte. Cheers

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    1. Infatti lei è l'unica su cui non posso dire nulla di male, ma anche lei legata suo malgrado ad una recitazione didascalica volutamente forzata per mantenere lo spirito del fumetto. Non lo considero un bene, però se l'intenzione era davvero quella, allora forse sono io che mi sono abituato troppo ai fumetti portati in tv e al cinema , come The Boys e Watchmen.

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  3. Ci ho provato ma, nonostante abbia gradito moltissimo l'aria vintage/fumettara dell'intera operazione, il film mi ha convinta veramente poco. Marinelli, di solito bravissimo, assolutamente spaesato e fuori parte, la Leone bellissima ma cagna maledetta, alcuni altri attori sembravano tirati fuori di peso da una parodia di Vacanze di Natale... insomma, non proprio no ma nemmeno sì.

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    1. Esatto, l'insieme della recitazione era proprio a livello di cinepanettone, ma credo che fosse una cosa voluta per ricreare l'atmosfera del fumetto. Fatto sta che in un film rende tutto poco credibile.
      Di buono ho gradito anch'io il vintage anni 60.

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Tengo sempre pronto il blaster.

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