lunedì 3 ottobre 2022

DOCTOR STRANGE NEL MULTIVERSO DELLA FOLLIA: QUEST'ULTIMA PAROLA BASTEREBBE GIÀ COME TITOLO

 I pezzi grossi del cinema, dopo la sua versione di Spiderman, avranno pensato che se Sam Raimi prende le redini di un film Marvel può essere una garanzia, ma senza considerare che tale artista può diventare pure una mina vagante e fuori controllo. 


E difatti è quanto mi è sembrato accada in questo secondo episodio delle mirabolanti avventure di Doctor Strange che parte già a tavoletta dalle prime scene, ma lì per lì pensi che perlomeno ti gasa da subito e mi sta bene, poi però la faccenda del multiverso comincia a derapare a destra e a manca e lì il controllo della tenuta di strada comincia a farsi precario finché davvero non si va a sbattere sfasciando tutto. 
Nel senso che da metà film in poi ho trovato le stesse cose che mi hanno deluso nel FINALE DI WANDAVISION, cioè scontri in stile Dragonball, fracassoni e spaccatutto, ma perlomeno bisogna dire che sono realizzati dalla ILM con effetti speciali sorprendenti e non pezzenti come nella serie SHE-HULK (ci mancava solo quello). 
Inoltre, il film ormai è parte di una maxiserie composta dai film e serie tv Marvel, per cui se (difficile) non hai seguito WandaVision non ti sarà chiara la questione dei figli immaginati da Scarlet Witch. 
Ma continuity a parte, Sam nelle due ore nette della pellicola (perché 6 minuti son solo di titoli di coda) passa dal film di supereroi ad un quasi sequel de L'Armata Delle Tenebre impreziosito dalle musiche di Danny Elfman, con Doctor Strange anche in versione morto vivente semidecomposto ed un libro magico da proteggere (non il Necronomicon, ma ci siamo vicini). 
Raimi condisce il tutto con il cameo (anche dopo tutti i titoli di coda) di Bruce Campbell che lì per lì avevo scambiato per John Lithgow (pensa te come sono messo) nei panni del venditore ambulante. 
Non è però autocitandosi in questo modo che si fa un film, ma lo dico io che regista o sceneggiatore non sono e probabilmente ne capisco molto meno di tutti quelli che invece hanno definito questo lavoro molto meglio di Il Grande E Potente Oz, che invece a me era piaciuto, guarda un po', perché perlomeno una storia c'era. 
Qui invece la storia è una cosa minima scritta su un tovagliolino di carta come le misure (sbagliate) della scenografia in THIS IS THE SPINAL TAP, sovrastata da portali, magie, e super effettoni mirabolanti, ma che alla fine mi sono apparsi vuoti come i set verdi dove gli attori (seppur bravissimi) hanno recitato tutte le scene o la maggior parte di esse. 
In conclusione, non è che la faccenda del multiverso ora sta prendendo un po' troppo la mano agli sceneggiatori per cui ora stanno a seguire la regola del "tanto vale tutto"?. 
No, perché in tal caso sto sentendo già una certa stanchezza verso questi prodotti, e pensa che ancora devo vedere Thor Love & Thunder... 
Ma già che io salto con piacere di palo in frasca e il titolo originale parla di MADNESS...  perché non buttare lì un pezzo "che non c'entra un cazzo ma che piace ai giovani"... come me 😁?

 

2 commenti:

  1. Io invece ho trovato il film godibile durante la visione, grazie anche all'ironia messa in gioco ad ampie manciate; certo se poi alla fine ti fermi a riflettere sul tutto casca l'asino, la trama non sta proprio in piedi, ma è qui che Raimi è stato bravo distraendoci, è il caso di dirlo, con effetti speciali e camminando sul filo del grottesco. Ci risentiamo quando avrai visto Thor (sghignazzata) XD

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    1. È vero, Sam ci ha distratti bene e su questo non si discute, ma dopo il primo episodio speravo di meglio.
      Ehm... la sghignazzata finale non mi fa presagire niente di buono, ma vedremo... 😁

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