lunedì 20 novembre 2023

THE DAY AFTER: QUEL FILM CHE LASCIÒ IL SEGNO

 Era il 20 novembre del 1983 quando la rete statunitense ABC mandò in onda The Day After, film per la tv apocalittico che inchiodó davanti allo schermo 100 milioni di americani.


In Italia lo vedremo al cinema nel febbraio dall'anno successivo dopo un notevole battage pubblicitario basato sul riscontro avuto in patria, mentre alla Rai sarà trasmesso dopo nove mesi dall'uscita nelle sale. 
Film che, tramite i servizi dei telegiornali e delle radio, racconta di una ipotetica terza guerra mondiale che sta iniziando senza esclusione di colpi e bombe atomiche fatte esplodere senza tanto stare a pensare alle conseguenze. 
Le conseguenze spesso fan soffrire... cantava Lucio Battisti, e saranno trattate invece nella seconda parte della pellicola che ha fra gli interpreti Jason Robards, John Lithgow, JoBeth Williams e uno Steve Guttenberg che ancora doveva entrare alla Scuola Di Polizia (lo farà l'anno successivo). 
Secondo il Mereghetti il film è un B-movie scadente, ma almeno due Emmy se li era portati a casa e comunque la risposta del pubblico aveva dimostrato il contrario, anche perché in seguito arriveranno un sacco di altri film che ti raccontano di apocalissi simili oppure ti citano solo il titolo per raccontare una storia totalmente diversa come ha fatto Emmerich. 
Certo, il film è tutta fantasia ed ha anche effetti speciali quasi artigianali, ma efficaci

(il fungo atomico era ottenuto con inchiostro iniettato in una vasca trasparente piena d'acqua e ripreso sottosopra virando poi i colori in post produzione), però intanto la guerra (non atomica... per ora...) c'è per davvero e purtroppo, come ci cantava Gerardina Trovato, NON È UN FILM.

E non è purtroppo un film anche la tragica vicenda di Giulia, ennesima vittima di femminicidio e che credo di poter salutare anche da queste pagine web, spesso leggere e anche cretine magari, perché è il mio modo di divertirmi ad essere canaglia, ma non per questo chiudo gli occhi a quello che mi succede in giro.

Addio Giulia. 

2 commenti:

  1. Mereghetti, che ho avuto l'onore di avere come insegnate ad un corso di cinema, a volte è un po' severo con i film d'intrattenimento... Eppure sono quelli di cui abbiamo più bisogno, in certi momenti, o per ridere o per esorcizzare le paure e le angosce della realtà...

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    1. Ma infatti poi quello che conta è se piace al pubblico. Oddio, magari senza contare gli incassi dei cinepanettoni di Boldi, DeSica e compagnia, ecco.

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Non c'è moderazione per i commenti perché sono un'anima candida e mi fido.
Chi spamma invece non è gradito per cui occhio!
Tengo sempre pronto il blaster.

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