Adolescence è uno dei più recenti prodotti disponibili su Netflix.
Solo 4 episodi che però valgono come tante altre cose che vedi in tv, ma tirate troppo per le lunghe.
Intanto non lasciatevi fuorviare dall'immagine della locandina che potrebbe far pensare a qualcosa riguardante la pedofilia.
Qui si racconta la vicenda (non vera come dicono certe notizie fake, ma solo ispirata ad alcuni fatti di cronaca) di Jamie, ragazzino di 13 anni accusato di un delitto tremendo e fin qui sarebbe appunto una cosa che vedi ormai purtroppo, anche nelle cronache dei nostri TG quando parlano di baby gang e altre amenità.
Ma quello che fa la differenza è che i 4 episodi (una produzione in cui c'entra anche Brad Pitt) sono stati girati in piano sequenza, cioè senza mai staccare la telecamera, come se fosse una rappresentazione teatrale (e su questo voglio più avanti aprire una parentesi). Perlomeno questo è quanto vediamo in video, ma sappiamo bene che ormai, con la tecnologia attuale, è possibile fingere perfettamente un piano sequenza anche montando scene staccate e Inarritu con il suo
BIRDMAN ne sa qualcosa.
Ma Alejandro lo aveva comunque dichiarato onestamente senza problemi che aveva fatto ricorso ad alcuni trucchetti.
Qui invece si dice che per ottenere l'episodio girato correttamente in piano sequenza si sia anche dovuto ricominciare tutto daccapo, quando è andata bene solo due volte, mentre uno è stato ripetuto ben 16 takes!
Che sia vero o no comunque la mini serie è un vero pugno nello stomaco, con il solo problema che tutto accade nei primi due episodi, mentre il terzo punta sull'effetto psicologico (rimane comunque molto duro) e l'ultimo invece fa fare in effetti qualche sbadiglio anche se la bravura degli attori, se la faccenda del piano sequenza è vera, è innegabile.
Ed ecco che apro la parentesi di prima lasciata lì in sospeso poiché ho di recente visto in Supernova (si trova su YouTube) un'intervista di Alessandro Cattelan a Claudia Pandolfi
che alla classica domanda se preferisse di più il teatro o il cinema, l'attrice risponde che il teatro non fa per lei e che si sente molto più a suo agio nel fare cinema o fiction, mentre, a memoria mia, ogni attore di un certo calibro ha sempre dichiarato che prima di tutto c'è l'amore per il teatro perché quello che stai recitando è "vero" e di fronte ad un pubblico che, se fai una prestazione come si deve, ti scalda immediatamente con il suo applauso oppure, in caso contrario, ti sommerge di fischi.
Da quello che invece ha raccontato Claudia, ho avuto la netta impressione che lei preferisca cinema e fiction perché così, se sbagli la scena, puoi rifarla, mentre in teatro sei messo lì come nel piano sequenza di Adolescence, con la differenza che devi fare tutto di seguito senza stacchi e non puoi ricominciare a girare daccapo.
Nonostante questa sua dichiarazione credo che, appena sarà disponibile su qualche piattaforma, vedrò lo stesso Follemente sperando di non rimanere deluso dal tanto parlarne bene che si sente in giro.
Chiudo la parentesi e concludo con l'addio ad Antonello Fassari,
72 anni, volto del cinema per esempio in Suburra di Sollima, ma soprattutto della tv per Avanzi e più di recente per I Cesaroni.
Addio Antonello.