giovedì 13 febbraio 2025

FENOMENO ROCKETS: POTEVA ANDARE MEGLIO

 Oggi torno a parlare dei Rockets e non solo per la recente scomparsa di Christian LeBartz,


lo storico frontman purtroppo deceduto a 74 anni dopo aver lasciato la band molto tempo fa per dedicarsi ad attività molto lontane dalla musica, come allevare cani. 
Colgo l'occasione di riparlarne anche perché su Prime Video avevo visto tempo fa Fenomeno Rockets, un film documentario (forse ora è su Tim Vision) sulla band francese con interviste a gente che ha gravitato (mai termine sarebbe stato più adatto) nel loro ambiente o che tuttora ha un legame concreto come Fabrice Quagliotti che è rimasto l'unico membro originale a detenere il marchio Rockets rimettendo insieme la band con nuovi musicisti.

Il film è diretto da Piergiuseppe Zaia che già conosciamo bene per una CERTA ROBA BRUTTA BRUTTA e anche qui in effetti il risultato non è molto centrato poiché aldilà delle testimonianze si vedono pochissimi video live e quelli d'epoca sono di pessima qualità riquadrati in un piccolo televisore virtuale. 
Per fortuna ci sono un po' più di foto, ma a conti fatti sono sempre troppo poche. 
Colpa forse del fatto che allora i cellulari non c'erano ancora e i filmati (rari) erano su pellicola che spesso finiva deteriorata dal tempo. 
Ecco il grande difetto di questo film è che se hai sentito parlare dei Rockets come una leggenda, forse è meglio non guardarlo poiché da esso sembrano uscirne come un gruppetto amatoriale di medio livello, mentre meriti ne hanno avuti eccome,

cioè tanto per dire, la loro cover di ON THE ROAD AGAIN è mille volte superiore all'originale dei Canned Heat e i loro show erano quanto mai innovativi tra quei fumi e raggi laser che Battiato detestava (e che i Pooh invece adoravano e infatti c'è una mezza diatriba su quale dei due gruppi abbia utilizzato prima tali effetti), ma questo nostro regista sembra non avere idea di come tirare fuori il meglio dalle immagini, e ciò fa specie in questo periodo in cui oggi cade l'anniversario riguardante i Fratelli Lumiere che 130 anni fa brevettavano Le Cinematographe,

una macchina in grado sia di riprendere immagini che di proiettarle, per cui sento di doverli ringraziare altrimenti questo blog probabilmente non avrebbe ragione di esistere. 
A quanto pare per il signor Zaia invece tutto lo sbattimento dei due fratelli é stato inutile. 
Per chi invece ha vissuto quegli anni e magari quei cinque matti dipinti li ha anche visti in concerto, questo film, a sentire i racconti degli intervistati (perché alla fine a questo si riduce), può portare a galla anche dei bei ricordi come li può portare uno dei pochi documenti live che si trovano sul Tubo, cioè quello ben noto del CONCERTO DI TARANTO nel 1980.

E personalmente i loro dischi, quelli dell'era argentata, li ho ancora in casa. 

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