THE GOOD DOCTOR

Torna David Shore, dopo il grande successo della serie di Dr.House (un po' penalizzata nell'ultima tranche a causa del cambio della voce italiana del dottore, ma purtroppo Sergio Di Stefano, il suo storico doppiatore, era scomparso; tuttavia, se aveste seguito qualche episodio in lingua originale, vi sareste accorti di quanto diversa fosse la voce di Hugh Laurie da quella di Sergio). 
Siamo sempre in ambito ospedaliero, ma si cambia registro. Qui il medico è giovanissimo (un grandioso Freddie Highmore) ed ha notevoli problemi di autismo. Questo gli crea qualche problema nei rapporti con la gente, ma non gli vieta di dare sfoggio di conoscenze scientifico/anatomiche ed intuizioni al di sopra della norma. Ma gli succede anche di sbagliare a causa del suo candido ottimismo. Non ha quindi il cinismo del suo predecessore televisivo (che viene nominato chiaramente nel secondo episodio della prima serie), caratteristica invece che contraddistingue alcuni suoi colleghi che hanno visto con diffidenza l'assunzione del ragazzo e non hanno perso occasione per cercare di metterlo in imbarazzo quando ha fatto qualche passo falso. Alcuni flashback ci hanno fatto conoscere nella seconda serie anche l'adolescenza del protagonista e i suoi problemi, lato che invece in House era tenuto fuori quasi del tutto dalla storia.
Si tratta, a dire il vero, di un remake di una serie coreana (di molto prima che gli ammericans pensassero a fare il remake di Parasite) a dimostrazione che le buone idee arrivano anche da quei paesi dove si pensa che vada forte solo l'effimero K-pop; beh quello va comunque fortissimo bisogna dirlo.

E bisogna dire anche che Freddie è talmente bravo che qualcuno mi ha chiesto se davvero ha problemi di autismo, giuro.
Rai 2 lo manda in onda il venerdì, e siamo già arrivati alla terza serie.