lunedì 17 gennaio 2022

THE TENDER BAR RACCONTATO SULLE DITA DI UNA MANO

 La prima cosa che si nota di questo film diretto da George Clooney è la fotografia con quella particolare tonalità giallastra che aveva anche C'Era Una Volta A Hollywood e che gli conferisce quel particolare look vintage, a volte in verità anche fin troppo scuro in alcune scene, ma efficace per farti sentire in quel periodo, perché si parla degli anni 70.


La seconda cosa sono le auto, le classiche enormi auto americane che sono il sogno proibito (non dite di no) per ognuno di noi; proibito perché a parcheggiare nelle nostre città un veicolo del genere la vedo durissima, senza contare la circolazione stessa che già abbiamo dei problemi adesso che viaggiamo sulle stesse strade di quando le auto erano mooolto più piccole, ma le invadiamo con SUV sempre più imponenti (e sempre più parcheggiati in seconda fila), figurarsi con delle portaerei simili.

La terza cosa è la musica che accompagna la crescita di J.R. il protagonista, dall'infanzia all'ultimo incontro risolutivo con il padre che fa il deejay in radio e che lui da piccolo considerava un mito per quel fascino della voce che parla dentro alla radio nonostante tale padre avesse abbandonato la famiglia e non sapesse nemmeno che faccia aveva. 
Ma il tempo cambia molte cose nella vita, il senso, le amicizie e le opinioni, con gli uccelli che con i loro voli imprevedibili e le ascese velocissime cambiano le prospettive al mondo e anche alle persone, come si vedrà (un pochino di Battiato anche oggi, se si parla di musica, non ci sta mai male dai...). 
Per sua fortuna J.R., ha un nonno che assomiglia da matti a Doc Brown (miiii... Ugguale Ugguale)

e uno zio come Ben Affleck che gestisce un bar ed è anche la sua guida, il suo mentore, e non si fa problemi a dirgli le cose come stanno, tipo che non è portato per lo sport, ma piuttosto lo vede più adatto a diventare uno scrittore.

Al contrario di certi padri che obbligano i figli a fare uno sport in cui credono solo loro e i poveri bimbi magari non riescono perché non gli piace. 
Ma questo non è il caso di J.R. perché, come già detto sopra, suo padre ha probabilmente la coppa del Papà Più Assente Del Mondo in bella vista sul caminetto, impegnato com'è ad ubriacarsi, maltrattare la nuova compagna di turno e fumare. 
Eh si, perché in barba a tutte le regole bigotte del politically correct più recente, in questo film si fuma di brutto (e questa è la quarta cosa che si nota) proprio come in quelli veri degli anni 70 e Prime Video te lo dice appena premi play. 
Ora apro una parentesi proprio sul fumo perché chi l'ha detto che se un ragazzo vede fumare in un film, poi debba per forza imitare gli attori e fumare pure lui? 
Allora allo stesso modo se vede un serial killer poi come passatempo va a sgozzare gente così a caso? 
Il Principe Totò direbbe "Ma mi faccia il piacere!". 
E chiudo la parentesi dicendo che, nonostante abbia visto tutta una serie di film dove gli attori fumavano come turchi e mio padre fumasse a sua volta parecchio, e quelli della cumpa che frequentavo pure loro fumavano, io non ho mai toccato una sigaretta in vita mia... 
Ma di sicuro sono io che avrò qualche superpotere che i ragazzi di adesso non hanno. 
Ma torniamo piuttosto alla musica, dicevo, che fa la sua bella parte mentre snocciola piano piano una sfilza di successi del decennio da Rock Your Baby di Joel McCrea a Fifty Ways To Leave You Lover di Paul Simon, fino a concludere il film su DO IT AGAIN degli Steely Dan.

L'unica cosa (la quinta, sì, come le dita di una mano) non proprio azzeccata per me sono i due attori che interpretano J.R. bambino e poi adulto, che son bravi, si, ma somaticamente non ci azzeccano nulla l'uno con l'altro.

Però il film è bello e alla fine gli perdoni anche una cosa così. 

6 commenti:

  1. La cosa di fumare purtroppo è un segno dei tempi, c'è poco da fare. Una volta vedevi il fumo nei film animati disney tipo Pinocchio o La carica dei 101, e serviva proprio come monito ai bambini. Negli anni '90 ci è pure toccato vedere il fumatore per eccellenza, James Bond, che prendeva a pugni un tipo per la sua "pessima abitudine", e oggi se mostri una sigaretta in un film ti becchi direttamente il vietato ai minori.
    È un po' la stessa storia del Moige, composto di un'età anagrafica cresciuta con quel tipo di anime giapponesi che oggi vietano o censurano per i loro figli...

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    1. Ma mi pare che sia come nascondere la testa sotto alla sabbia, no?

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    2. Certo che lo è, infatti lo trovo un atteggiamento odioso e controproducente per l'arte cinematografica :) ma vallo a spiegare agli struzzi che è inutile nascondersi sotto la sabbia...

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    3. Io posso provare a spiegarglielo, ma loro continuano a fare lo gnorri 😉

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  2. Non saprei, forse dipende da chi fuma. Se è un figo che lo fa in maniera fascinosa, potrebbe essere che uno provi a fumare per darsi un tono, un atteggiamento... è vero che si vede fumare molto meno perché in Peaky Blinders ci danno dentro forte!

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    1. Non so dirti, poiché Peaky Blinders non l'ho seguita molto. I primi episodi che ho visto non mi hanno preso abbastanza e se non è amore a prima vista faccio fatica ad affezionarmi ad una serie. Come con Boba Fett recentemente...

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Chi spamma invece non è gradito per cui occhio!
Tengo sempre pronto il blaster.

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