Norman Bates lo sappiamo tutti chi è grazie ad Alfred Hitchcock (no, Gus Van Sant no, dai) e l'autore del romanzo Robert Bloch, ma la sua mamma noi l'abbiamo vista solo mummificata pur immaginando che abbia avuto un ruolo fondamentale nella formazione psicologica del figlio così disturbato.
Ed ecco che questa serie, partita nel 2013 e conclusa tre anni fa, racconta infatti il rapporto tra il giovane Norman, un adolescente Freddie Highmore, e sua madre (Vera Farmiga) a partire dalla morte del padre e il loro arrivo al famoso Motel che diventerà scenario di una delle pellicole di culto in assoluto di ogni tempo.
In realtà non è esattamente un prequel se lo si guarda a livello temporale poiché qui ci sono i cellulari, ma piuttosto si tratta di un reboot in tempi moderni che ha prodotto ben cinque stagioni.
Freddie Highmore, che è perfetto nei panni del dottor Shaun Murphy coi problemi di autismo nella serie THE GOOD DOCTOR, la cui terza stagione si è appena conclusa sulla Rai, mostrava già di trovarsi a a suo agio nella parte, pure questa molto particolare, del giovane Norman Bates, e ricordiamo che era anche il piccolo, povero Charlie della Fabbrica Di Cioccolato di Tim Burton. In un certo senso ha "le phisique du role"...
Purtroppo ho visto solo la prima stagione appena era uscita, ovvero ormai millenni fa. L'avevo abbandonata per scarsità di tempo e troppe serie da vedere, ma non mi dispiaceva...
RispondiEliminaIo l'ho appena iniziata su Prime e la trovo molto interessante.
EliminaA me questa serie è piaciuta, mi divertono i personaggi esagerati.
RispondiEliminaBeh Norman Bates ha un bel curriculum di esagerazione, infatti😀
EliminaFatalità ho in programma un post di argomento affine (coincidenza non voluta, all'ordine alfabetico non si comanda!). Non ho visto nemmeno un episodio, e sono un po' restia, visto che ho un amore smisurato per il film di Hitchcock (no, per quello di Van Sant proprio no!).
RispondiEliminaIo l'ho appena iniziata e mi sembra molto bella e rispettosa dell' originale. E Freddie è bravissimo, bisogna dirlo.
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