Poco tempo fa ho parlato di un'ANIME dove il protagonista si spacciava per una ragazza in un istituto femminile con tutto quello che ne consegue per celare la sua vera identità.
In quest'altro Princess Princess invece siamo in un istituto interamente maschile dove, per rendere migliore l'atmosfera, fra gli studenti del primo anno vengono selezionati quelli che diverranno le Hime-Principesse, cosa che accade al protagonista dai lineamenti particolarmente delicati che si è appena trasferito all'istituto Fujimori.
Gli studenti, sulla base di determinate caratteristiche, vengono passati attraverso una severissima selezione e poi eventualmente scelti per essere le "Principesse" di tutti: dovranno vestirsi da ragazze, o meglio da japan lolita come la protagonista di KAMIKAZE GIRLS, cioè con abiti vittoriani/rococò/kawaii, e comportarsi come tali durante tutte le manifestazioni pubbliche e sportive facendo anche il tifo come delle cheerleader, ma sostenendo tale ruolo anche durante le più comuni attività quotidiane.
Le due "principesse" già in carica convinceranno il nuovo arrivato a ricoprire tale carica mostrandogli i bonus che quel ruolo può offrire, come buoni pasto per la mensa e accessori per la scuola completamente gratuiti, dopodiché, proseguendo con questa sua nuova attività, il ragazzo scoprirà che la cosa è forse molto più divertente e il lavoro più piacevole di quanto avesse pensato in un primo momento.
La storia è stata portata anche in una serie live action dall'effetto francamente molto più ridicolo dal titolo Princess Princess D e con alcuni cambiamenti come l'introduzione delle Principesse Nere, una sorta di fazione ribelle sempre in abiti da japan lolita, ma versione goth, che si pone in contrasto con le tre principesse ufficiali che, se nell'animazione avevano una parvenza delicata, qui è meglio che non faccio commenti.
Inutile dire che una tale opera, anime o live action, poteva arrivare solo dal Giappone.
O niente niente non sarà che si siano ispirati alle arboriane Sorelle Bandiera?
Walk All Over Me alla sua uscita era stato distribuito con lo stesso titolo anche in Italia, e su alcune piattaforme risulta così, ma dopo qualche anno me lo sono ritrovato rinominato Le Dominatrici su Prime Video dove appare anche con entrambi i titoli,
cosa che fa erroneamente pensare ad un porno fetish (promozione furbetta) e invece, a parte i costumi in latex indossati da Tricia Helfer (Battlestar Galactica) e Lelee Sobieski, e le situazioni relative, è una commedia che non sa bene dove andare a parare perché diverte poco e niente.
Lelee era la ninfetta minorenne di EYES WIDE SHUT che veniva beccata dallo zio nel negozio di costumi mentre si "divertiva" con un paio di amichetti cinesi e poi sussurrava a Tom Cruise che lo vedrebbe bene con un mantello di ermellino, mentre qui è cresciuta un bel po' ed interpreta Alberta, nome non a caso poiché il film è canadese.
Alberta lavora come commessa in un negozio e un giorno succede che mette nei guai lei e il suo ragazzo a causa di giri loschi, per cui molla tutto e apre un ciringhit... ehm no, cioè scappa cercando rifugio in un'altra città dall'amica Celene (o Celine, altro nome che forse non sta li a caso) che non vede da parecchio tempo.
Con sua sorpresa Celene, che all'occorrenza mena anche di brutto, fa la squillo fetish con schiavo del venerdì annesso e da quel momento, a causa di Alberta che dopo il primo guaio continua a combinarne uno dietro l'altro manco fosse Frank Drebin, la vita di entrambe sarà scombussolata fra scambi di identità e poco di buono che vogliono intascarsi dei soldi non del tutto puliti.
Nonostante le foto (le più sono fatte apposta per la promozione e NON sono scene del film) alla resa dei conti il film è davvero poca roba ed è anche la dimostrazione che anche essere lanciati da Kubrick, non è per forza una garanzia.
Clamoroso lutto nel mondo della musica perché a soli 56 anni è deceduto Steve Harwell, voce e fondatore degli Smash Mouth.
Steve è quello in primo piano in giacca blu e da tempo si era ritirato a causa di alcuni problemi per i quali negli ultimi concerti era apparso "fuori fase" con anche difficoltà nel parlare.
Gli Smash Mouth erano stati presenti nella soundtrack del primo Shrek con la cover di I'M A BELIEVER, successo planetario dei MONKEES. Altro nome che ci ha lasciato nella musica è quello di Jimmy Buffet, che credo sia praticamente sconosciuto in Italia, mentre in America è stata una vera celebrità diventando uno degli uomini più ricchi del mondo grazie ad un impero di Hotel e locali a nome MARGARITAVILLE, cioè come il 45 giri che incise nel 1977 e che, per una serie di cose, è diventato un successo enorme, ma sempre all'interno del suo (grande) paese. Tant'è che molte star, come Elton John, Brian Wison (Beach Boys), Glenn Frey (Eagles) lo avevano conosciuto, ammirato e spesso anche collaborato con lui.
Jimmy aveva 76 anni e la causa della sua morte è stato un tumore alla pelle.
Altro nome poco conosciuto della musica è quello di Jack Sonni che aveva però il merito di aver partecipato alle sessioni di registrazione di Brothers In Arms dei Dire Straits (uno degli album di maggior successo per la band di Mark Knopfler), in particolare nel brano THE MAN'S TOO STRONG, unendosi alla band come seconda chitarra nel relativo tour dato che dopo Making Movies c'era stato l'abbandono di Hal Lindes.
In seguito Jack, qui sotto in giacca rossa vicino al leader Mark
(che i soliti clickbaiters hanno messo in primo piano scrivendo "È morto il chitarrista dei Dire Straits!!!"), ha collaborato anche con un tributo, appunto, ai Dire Straits, come fanno spesso anche i musicisti che suonano con Vasco, ed è scomparso nei giorni scorsi all'età di 68 anni.
Film leggero senza infamia e senza lode questo Fidanzata In Affitto con una Jennifer Lawrence che prova a spacciarsi per 25enne con lo scopo di avere una macchina dopo che la sua le è stata pignorata, per cui non può più lavorare come autista Uber.
Per avere tale veicolo (che forse ho capito male io, ma mi è parso che venisse chiamato un po' Tesla e un po' Bentley) dovrà svezzare un rampollo molto timido e schivo con tutte le conseguenze del caso.
Dal trailer montato ad hoc pare una cosa del tipo American Pie, mentre invece alla visione le cose sono un po' diverse, ma comunque si sorride.
Degne di nota la scena alla festa dove tutti si appartano, ma con gli occhi sui cellulari invece di fare "cose", e quella notturna sulla spiaggia dove la Lawrence completamente nuda tira una compilation di sganassoni degni di Bud Spencer & Terence Hill & VanDamme messi insieme, a dei ragazzi che stavano per rubare i vestiti suoi e del bamboccio con cui stava facendo il bagno.
Menzione speciale per il gradito ritorno di Natalie Morales che avevo perso di vista dopo la serie THE MIDDLEMAN, carina perché una sorta di Men In Black e ispirata anche quella ad un fumetto, ma forse non ne era stata compresa l'ironia ed è stata cancellata dopo una sola breve stagione.
Meno speciale invece Matthew Broderick particolarmente imbalsamato che pare finito sul set per caso come tanti attori ormai fanno, giusto per ricevere un assegno e via.
Eh... Bei tempi (andati) quelli di WARGAMES - GIOCHI DI GUERRA, film diretto da John Badham che il prossimo 28 ottobre compirà 40 anni.
Ho preso l'ispirazione da un verso di Gaetano Curreri (Stadio) modificato ad hoc, per introdurre il concetto che, volenti o nolenti, si vive in un mondo di complotti veri o presunti, e non sto parlando di Terra piatta, allunaggi o Rettiliani.
Ormai credo sia chiaro a tutti che durante la pandemia per i complottisti sia stata una pacchia perché ogni cosa veniva ricondotta appunto ad un "qualcuno che ci manovrava nell'ombra" con quelle regole anti assembramento tipo le entrate contingentate nei negozi e supermercati con lunghe file fuori, magari con freddo e pioggia, coi guantini colorati come gli Specchio
(i quali si, avevano fatto anche un disco, si) e mascherati come d'ordinanza.
Dal mio punto di vista invece tante di quelle azioni scellerate intraprese per arginare il contagio erano state dettate dall'inesperienza totale di fronte ad un tale evento (che magari lo avevi visto AL CINEMA, ma mica mai dal vero), vedi i soldi spesi per la scuola con i famigerati banchi monoposto a rotelle, mentre sarebbe stato decisamente più economico mantenere i banchi esistenti facendovi sedere un solo studente.
Ma lo so, la mia era un'idea troppo avanti e forse banale per cui i politici addetti a ciò non ci sarebbero mai arrivati (o voluti arrivare), puntando invece ad un rinnovamento eclatante che poi non è servito ad una cippa perché gli studenti alla fine hanno frequentato da casa davanti ai computer (mentre con un altro device si guardavano in contemporanea le serie tv su Netflix... ops, forse non dovevo dirlo...).
Il complotto continua sulla guerra Russia-Ucraina, con gli AFFARI ECONOMICI che ci stanno dietro e, di recente, con la morte del capo della Wagner, ormai assodato a causa di un attentato dal quale Putin si dissocia... Vabbè.
Forse il top lo si è toccato in questi giorni scorsi con la foto segnaletica di Donald Trump, quella lassù in alto al post, arrestato e rilasciato subito dopo pagando una cauzione, e foto che ora campeggia ovunque come a dimostrare che dietro c'è una grande operazione di marketing e difatti la popolarità dell'ex presidente U.S.A. è salita di nuovo alle stelle secondo il famoso motto derivante da una frase di Oscar Wilde: "Parlate bene o male di me, ma parlatene".
Tornando in casa nostra non si può rimanere indifferenti poi a quell'altro grosso problema dei migranti che ormai arrivano in quantità sempre maggiori nonostante si dica che "bisogna contrastare la tratta di esseri umani", frase che chiunque ricopra un ruolo politico usa per farsi promozione e tu così pensi... "Bravo, belle parole, quasi quasi ti dò il voto".
Si ma poi i fatti stanno dimostrando il contrario, forse perché anche lì c'è dietro qualcuno che ci guadagna bene e non sto parlando degli scafisti senza scrupoli, ma di persone in giacca e cravatta che di scrupoli ne hanno ancora meno.
Uff... Sarà il caldo, sarò meteopatico, ma oggi è così e mi andava di scrivere uno sfogo che esula da cinema e musica, ma non dalla televisione poiché queste sono le cose che stanno monopolizzando l'informazione dei TG, insieme a stupri di gruppo, femminicidi e catastrofi naturali.
Per cui cercherò in coda di sdrammatizzare con una canzone anni 80 che parlava di una WONDERFUL LIFE e la cantava Colin Vearncombe, meglio conosciuto come Black, e (perché no?) ci sta anche la canzone degli Stadio che ha ispirato il titolo del post, ovvero STABILIAMO UN CONTATTO.
Dai ricordi atavici di una Radio Monte Carlo che trasmetteva sulle onde medie mi arriva oggi una canzone direttamente dal 1974, e mi pare proprio che fosse anche in una piena estate calda come questa che stiamo passando, perché in quella del 74 ricordo che consumavo intere caraffe di thè ghiacciato, quando sentivo questa canzone di Jeanette dal titolo PORQUE TE VAS
che pare una canzoncina da niente, mentre invece è firmata da José Louis Perales, cioè uno dei maggiori esponenti della musica pop spagnola, ma che te lo dico a fare che tanto sto pezzo me lo ricordo solo io?
E infatti per Jeanette non ci fu nessun passaggio al glorioso Festivalbar, forse perché... "Questa non è Ibiza, Festivalbar con la cassa dritta..." (CIT. dei vincitori del RTL 102.5 Power Hits Estate).
Comunque Jeanette (tuttora molto bella se posso dirlo) ha origini britanniche, ma naturalizzata spagnola e la sua canzone ha avuto parecchie cover, persino versioni incredibili di gruppi punk, e cover delle quali la versione più simile al suo modo sussurrato di cantare è quella fatta da CARLA BRUNI.
Videoclip, quello di Jeanette, smaccatamente in playback dove la sezione fiati finge di suonare anche quando non gli tocca, ma tanto con la definizione televisiva che c'era nel 1974 (e in Italia stavamo messi pure col bianco e nero) non se ne accorgeva nessuno 😜.
E, come ho scritto nel titolo del post, era ancora lontana la moda dei tormentoni estivi, dove tale parola si riferisce ad una canzone che ripete ossessivamente la stessa frase, come accadeva con Vamos A La Playa dei RIGHEIRA proprio per la quale (si racconta) sarebbe stato coniato tale termine poi assegnato regolarmente ogni anno ad altri brani tipo la Macarena, oppure Asereje delle Las Ketchup negli anni 90, nella quale qualcuno ci ha trovato persino messaggi satanici (giuro!).
A questo proposto MAKEBA di Jain, canzone che martedì sera a Verona, alla finale dei Power Hits Estate (il Festivalbar in disguise) di RTL 102.5 ha avuto un problema tecnico e dedicata alla famosa Miriam che con Pata Pata era stata una pioniera del genere con il suo ritornello ripetuto all'infinito, è questo IL tormentone fatto e finito della torrida estate 2023, al punto che ogni volta che la sento mi dà un certo malessere che sparisce magicamente appena finisce la canzone.
Forse non è un buon biglietto da visita, forse è solo un problema mio che, oltre ai vincitori The Kolors, ho preferito canzoni come quella di ANGELINA MANGO (figlia di tanto padre e anche madre che è Laura Valente, la seconda cantante dei Matia Bazar), però so che a qualcuno piace anche la canzone di Jain.
E chi sono io per dire il contrario? Manco fossi chessó... MORGAN?
Bifolchi! Direbbe lui.
Scherzo eh...😜
Che poi il vero significato di bifolco sarebbe guardiano di buoi, aratore, cioè un'occupazione che ti fa fare un mazzo tanto e che ben pochi se la sentono di intraprendere anche sostituendo i buoi con i moderni trattori monster come quello usato da Jeremy Clarkson nella fattoria della SERIE TV,
perciò sarebbe da fare tanto di cappello a chi invece si dedica a tale attività, ma nel tempo è diventata invece un'espressione dispregiativa per definire una persona rozza e ignorante.
Ecco... Ho precisato che stavo scherzando perché non vorrei mai essere accusato di bucolicofobia (se esiste come termine) che di questi tempi basta un niente per essere messi alla gogna...
Il titolo potrebbe far pensare giustamente ad un film romantico, tipo L'Ultimo Bacio, ma se lo fosse allora sarebbe stato scritto in un modo diverso, perché invece L'Ultima Notte Di Amore racconta di Franco Amore, poliziotto che, alla vigilia della pensione, si trova contattato da certa gente per fare da scorta a certi traffici poco legali in cambio di una sostanziosa remunerazione.
La situazione, che pareva lì per lì gestibile, finirà invece per sfuggirgli di mano.
Favino si cimenta ancora una volta nelle caratterizzazioni dialettali facendo il calabrese in una Milano dove si svolge la vicenda e ripresa dall'alto nella lunga sequenza iniziale notturna sulla quale scorrono i titoli di testa come se fosse un film degli anni 70, uno di quei poloziotteschi che tanto andavano di moda ed ai quali questo si ispira.
La differenza sostanziale però sta nel fatto che in quei film gli attori venivano interamente doppiati, mentre qui si usa l'audio in presa diretta per cui insieme al calabrese stretto tipo Pasquale Dianomarina, per capirci (se non sapete chi è non vi parlo più...), si unisce anche poca intelleggibilità nelle frasi, il che fa venire anche un po' di nervoso.
Ed è un peccato, perché le intenzioni di Andrea Di Stefano, il regista, di fare un bel film noir c'erano, ma a quanto pare nel cinema italiano e nelle serie tv italiane del 2023 adesso si usa fare così.