Luca Carboni cantava che Dustin Hoffman non sbagliava un film, e tale assunto avrebbe potuto valere pure per Robert DeNiro e Martin Scorsese, nonché per l'ultimo arrivato dell'allegra brigata cioè Leo DiCaprio.
Avrebbe potuto, ma forse solo fino a qualche anno fa, dato che stavolta Killers Of The Flower Moon non mi ha trovato così ben disposto verso il dinamico trio e forse il motivo maggiore è per la lunghezza del film che, anzi pensa te, sembra in alcuni momenti già montato selvaggiamente togliendo metri e metri di girato per il modo come si susseguono certi eventi.
La storia vera è quella degli Osage, nativi americani che nel loro territorio trovano il petrolio e grazie a quello si arricchiscono, ma qualcuno senza scrupoli cerca di farli fuori per prendersi tale ricchezza.
DeNiro porta in scena uno dei suoi personaggi bastardidentro ma celati da un'apparenza benevola, mentre Leo pare imitare la smorfia di Robert ottenendo un'espressione da babbeo lontana anni luce dai personaggi in cui l'abbiamo visto recitare finora.
Il trio si trasforma nei Fantastici 4 quando si aggiunge a loro la Monna Lisa della situazione
ovvero Lily Gladstone, in un western dove i motori sono entrati nella quotidianità e difatti sembra come essere un sequel di LA BALLATA DI CABLE HOGUE dove proprio il progresso decretava la fine del protagonista.
ovvero Lily Gladstone, in un western dove i motori sono entrati nella quotidianità e difatti sembra come essere un sequel di LA BALLATA DI CABLE HOGUE dove proprio il progresso decretava la fine del protagonista.
Progresso che anche qui con il petrolio porta ricchezza ma anche dolore e morte.
Cose che non cambiano ormai da secoli, a quanto pare.
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Chi spamma invece non è gradito per cui occhio!
Tengo sempre pronto il blaster.