giovedì 27 marzo 2025

ANNO 1975: ARRIVA FANTOZZI

 Per arrivare a timbrare il cartellino d'entrata alle 8 e 30 precise, Fantozzi sedici anni fa cominciò col mettere la sveglia alle 6 e un quarto: oggi, a forza di esperimenti e perfezionamenti continui, è arrivato a metterla alle 7:51... vale a dire al limite delle possibilità umane! Tutto è calcolato sul filo dei secondi: cinque secondi per riprendere conoscenza, quattro secondi per superare il quotidiano impatto con la vista della moglie più sei per chiedersi come sempre senza risposta cosa mai lo spinse un giorno a sposare quella specie di curioso animale domestico, tre secondi per bere il maledetto caffè della signora Pina tremila gradi Fahrenheit! -, dagli otto ai dieci secondi per stemperare la lingua rovente sotto il rubinetto, due secondi e mezzo per il bacino a sua figlia Mariangela, caffellatte con pettinata incorporata, spazzolata dentifricio mentolato su sapore caffè, provocante funzioni fisiologiche che può così espletare nel tempo di valore europeo di sei secondi netti. Ha ancora un patrimonio di tre minuti per vestirsi e correre alla fermata del suo autobus che passa alle 8:01. Tutto questo naturalmente salvo tragici imprevisti...


E imprevisti che da quel 27 marzo del 1975 vedremo finalmente sul grande schermo del cinema per dare inizio ad una saga che per anni ci ha fatto ridere con Paolo Villaggio nei panni e baschetto del suo personaggio più famoso, il ragionier Ugo Fantozzi. 
Certo i primi due episodi, gli unici diretti da Luciano Salce, sono senza dubbio i migliori della serie per quel gusto amaro delle situazioni comiche che ti fanno ridere, si, ma sotto sotto mettono dentro anche tanta tristezza. 
Perlomeno questo era stato il sentimento che avevo provato io nella sala del cinema di seconda visione quando ho visto questo primo tragico Fantozzi finire nell'acquario dove nuotano i dipendenti dell'azienda dove lavora, non prima di aver subito le peggiori umiliazioni rivolte a lui e alla sua famiglia. 
Francamente non sono sicuro che un film come questo, se uscisse adesso dove si sta attenti a non dire mai una parola sbagliata per non offendere qualcuno, potrebbe passare appunto le rigide regole della censura. 
Difatti lo fa notare anche Alessandro Cattelan che sono anni che al cinema non si ritrova più a sganasciarsi dalle risate senza freni perché qualcosa è cambiato e probabilmente in peggio. 
Ma, per fortuna all'epoca non si badava a certe sottigliezze paracule e veniva portato sullo schermo tutto, ma proprio tutto senza mezzi termini.

Inoltre era stata azzeccata la scelta degli attori comprimari da Gigi Reder (Filini) ad Anna Mazzamauro (la signorina Silvani), da Liù Bosisio, sostituita nel secondo episodio da Milena Vukotic come signora Pina, a Plinio Fernando (Mariangela).

Compreso lui, il ragionier Ugo con il volto di Paolo Villaggio che in passato si era divertito a mettere in giro una leggenda fake che voleva Ugo Tognazzi e Renato Pozzetto come le prime scelte del casting, cosa poi smentita da lui stesso. 
Perché Paolo era fatto così, una vera canaglia, e mai ce ne sarà uno uguale, burbero, cinico e anche un po' bastardodentro.
Anzi, racconta Renato Pozzetto che al previsto debutto di Paolo al Derby di Milano dove l'attore era andato a chiedere di esibirsi perché aveva bisogno di denaro, Villaggio lì per lì non si presentò (pare che avesse già intascato l'anticipo) e lo andarono a prendere lui, Cochi ed Enzo (Jannacci) di forza dove alloggiava per scaraventarlo sul palco. 
Come dire... un debutto "mostruoso". 

2 commenti:

  1. Siamo usciti di casa prendendo l'autobus al volo tutti e due oggi, questo compleanno andava festeggiato ;-) Cheers

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    1. 50 anni sono un bel traguardo, e sono sicuro che tra altri 50 lo ricorderemo ancora come oggi.

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Chi spamma invece non è gradito per cui occhio!
Tengo sempre pronto il blaster.

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