martedì 4 marzo 2025

IL PRATO MACCHIATO DI ROSSO: MARZULLO DIREBBE "IL VINO FA BUON SANGUE O IL SANGUE FA BUON VINO?“

 Il Prato Macchiato Di Rosso è un film italiano del 1973 dalle intenzioni horror, ma che va a finire nella sezione trash di questo blog che ha sempre un occhio di riguardo per tali produzioni che, se prese con il giusto spirito, divertono più di una puntata di Only Fun.


Certo che non dimentico Eleonora Giorgi alla quale dedicherò l'apertura del post di domani, che tanto i media hanno già pensato a monopolizzare (giusto per non dire sciacallare) la sua immagine, ma oggi qui parliamo di un film completamente sconclusionato per un motivo che rivelo più avanti, e la levatura della pellicola la si capisce già dal TRAILER, che parla di succhiasangue robotizzati, di vino fatto col sangue, di vittime inconsapevoli, del classico scienziato pazzo con sfondi pure neonazisti se andiamo ad analizzarne le intenzioni, e condito dall'atmosfera hippie dell'epoca.

Seni nudi buttati lì a muzzo, recitazione ridicola nemmeno salvata dal doppiaggio perché i dialoghi alla fine son quello che sono e ci puoi pure mettere se vuoi Luca Ward o Christian Iansante a dare le voci che il risultato non cambia. 
Ma il film capita oggi in questo mio blog perché tra gli interpreti oltre alla bella Dominique Boschero che credo fosse abbonata ai film squisitamente trash dato che stava anche in UN ALTRO di cui avevo parlato molto tempo fa, qui c'è pure Lucio Dalla che è notoriamente legato a questo giorno in quanto quello della sua nascita (Lucio lo abbiamo visto al cinema almeno UN'ALTRA VOLTA qui dalle mie parti) e che canta anche la CANZONE dei titoli, brano che a spizzichi passa anche nel già citato TRAILER.

Da notare la fotografia che, al contrario della tendenza attuale di fare tutte le scene oscure e stancanti per la vista che quindi ti fanno vedere poco o niente di quello che succede sullo schermo come, per dire, SKELETON CREW, qui "apre tutto" come Biascica con non so quanti watt sempre in scena, pure in situazioni dove magari un po' di tenebra avrebbe giovato o perlomeno aggiustato un po' il tiro (migliorare no, non sarebbe possibile nemmeno con Vittorio Storaro). 
In tutto questo pattume la canzone di Lucio, che comunque zitto zitto è apparso in quasi venti film durante la sua carriera, è senza dubbio l'unica cosa che si può salvare. 

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