mercoledì 12 luglio 2023

AMERICAN GIGOLÒ: SE DEVI ANDARE ALL'INFERNO VACCI FIGO

  Come volete fare una discesa negli inferi nel migliore dei modi? In completo di Armani? Magari al volante di una Mercedes cabrio?


È quanto succede in American Gigolò dove un giovane Richard Gere se la spassa facendo "compagnia" a ricche signore, ma dato che la regia non è di Adrian Lyne, come certe luci filtrate dalle tapparelle farebbero invece pensare già dalla locandina, ma di Paul Schrader, tali momenti intimi rimangono perlopiù suggeriti. 
Tutto bene finché qualcuno non decide di incastrare il nostro amico con un omicidio che non ha commesso, e da quel momento tutto comincia ad andare storto che più storto non si può (potrebbe piovere, direbbe qualcuno),

e invece non viene giù una goccia, ma dalla metà in poi va storto anche un po' il ritmo del film francamente, fino al finale un po' sbrigativo (ma si doveva stare dentro alle due ore) che, più che terminare con un minimo di pathos, va a spegnersi lentamente.

E se te lo dice anche quel giovialone di Neil Young che quello non è un buon modo per finire (ascoltare HEY HEY MY MY)... 
Ma a proposito di musica, il personaggio di Julian Kaye ha aperto gli anni 80 portandosi dietro una colonna sonora firmata da Giorgio Moroder (oltre ai BLONDIE sempre con la sua firma e produzione),

con musica glaciale per synth, che riprende il tema di Call Me in varie maniere e che in quelle scene con Julian in auto si sposa perfettamente con le luci al neon (quelle vere che mica si usavano i led come in JOHN WICK 4 allora) che colorano la notte di una città in cui il protagonista cerca a tutti i costi di risolvere un problema mica da poco.

Anni 80, si perché l'uscita del film è del 1980, ma, se ci si fa caso, un paio di indizi fanno capire che la vicenda si sta svolgendo all'incirca un anno prima, dato che un negozio di dischi ha in vetrina in pompa magna l'appena pubblicato Outlandos D'Amour dei POLICE (novembre 1978, ma quasi sicuramente negli Stati Uniti dovrebbe essere arrivato nei primi mesi dell'anno successivo in concomitanza con il tour della band)

e un maxiposter nella scena del pedinamento pubblicizza I Guerrieri Della Notte che uscirà nel 1979. 
Purtroppo ne è stato realizzato anche un BRUTTO SEQUEL disponibile su Paramount+ al quale non voglio nemmeno pensare adesso, ma in realtà l'avevo già fatto tempo fa (e difatti è stata pure cancellata una seconda stagione), dove a sorpresa cambia pure sesso il detective Sunday che qui invece era interpretato da Hector Elizondo e che Gere ritroverà in Pretty Woman nei panni del maitre dell'albergo dove alloggia con Vivian (Julia Roberts). 
Solo un dubbio mi è venuto in una delle prime scene, quella famosa diventata simbolo del film in cui vediamo Julian che si appende per le caviglie e fa pesi studiando lo svedese:

se lui sta appeso lassù, come si vede dopo che si è issato con la forza delle braccia, come li raccoglie da terra i pesi che adesso sono invece rimasti là sotto ad almeno 20 cm dalle sue mani?

Stretching tipo Reed Richards? 
O magari sa già usare in anteprima la "Forza" di Guerre Stellari come un Luke Skywalker istruito da Yoda nel secondo episodio (ops... Episodio V, scusate) che uscirà nello stesso anno, per far levitare quei pesi?

Boh, sono sicuro che pochi avevano notato questa stranezza. 
Mentre le gentili spettatrici invece avranno notato di sicuro il fisico di tutto rispetto mostrato sia durante l'allenamento che nell'altra scena

in cui lui se ne sta completamente nudo alla finestra mentre conversa amabilmente con Lauren Hutton ancora a letto, ovviamente sempre con quella tapparella a filtrare la luce... 
Lui all'epoca poteva farlo e che invidia... 

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