Se seguite il programma mattutino di Fiorello (io lo faccio sempre, ma più comodamente su RaiPlay) avrete notato come, da giornaliero piccolo appuntamento in un ministudio ricavato in un Glass-box, stia diventando sempre di più uno show che ricorda il Karaoke degli anni 90 con la folla assiepata ogni giorno a Roma in via Asiago, sole o pioggia che sia, per stare lì a vedere lo spettacolo dal vivo, che ora ha parecchie parti all'esterno, fra esibizioni canore di ospiti e del padrone di casa condite da balletti ed effetti speciali.
Durante la diretta capita spesso che Rosario tiri fuori degli stacchetti musicali che vedono protagonista la disco degli anni 70 (in questi giorni però anche Romagna Mia per ovvie ragioni) e fra i vari artisti è stato frequente sentire anche Amanda Lear con le hit Tomorrow e Queen Of Chinatown.
perché l'album, con il lato A realizzato come una suite che presentava collegati insieme i brani senza pause (capitava spesso in quel di Monaco di Baviera), era quasi un concept che raccontava di una ragazza che stringeva un patto col diavolo, ma alla fine lei riusciva a spuntarla persino sul satanasso.
Ammetto di non seguirlo per il fastidio che mi procurano le risate forzate dei pupazzetti assembrati nel glass box, un po' tipo il sottofondo finto di applausi a richiesta durante Dimartedì o le risate posticce di Benny Hill. Abbiamo ancora, e davvero, bisogno di imput esterni per poter in autonomia godere di una sensazione positiva. Siamo davvero così abbisognosi di ulteriore manovratura? Siamo incapaci o così ci vogliono? Comincio a propendere per l'iptesi numero 1.
RispondiEliminaUrca! Che drastico. Basta prenderlo alla leggera dai 😉
EliminaStrano.
RispondiEliminaIo commento sempre da cellulare senza problemi.
Comunque ben ritrovato Max😊