lunedì 29 luglio 2024

ARRIVA IL SIGNORE DEGLI ANELLI E TUTTA LA CUMPA

 70 anni orsono, il 29 luglio del 1954 veniva pubblicato nel Regno Unito La Compagnia Dell'Anello, primo volume di J.R.R.Tolkien per quanto riguarda la trilogia de Il Signore Degli Anelli; tale libro era un ideale seguito del racconto breve Lo Hobbit, perlomeno come tematiche, mentre più avanti la trilogia prenderà strade differenti. Grande successo di pubblico per molti, ma anche le critiche non mancarono verso lo scrittore il cui stile venne definito da alcuni pedante e da altri fin troppo compiaciuto nel narrare di stragi in battaglia come si vedrà nei seguiti. Vabbè, insomma dai, sono racconti di fantasia e ognuno li prende un po' come gli pare. Stranamente su Wikipedia, sulla pagina dedicata al libro, si parla poi solo della stupenda versione cinematografica che ne ha fatto Peter Jackson, mentre invece nel 1978 c'era già stato un controverso film animato con la tecnica del rotoscope diretto da Ralph Bakshi,


ex animatore della Disney dove veniva usata spesso la stessa tecnica. 
Il film in teoria doveva essere denominato con la dicitura Parte 1 perché la sceneggiatura era basata su un libro e mezzo della trilogia, per poi fare uscire la seconda parte, ma la United Artists non era d'accordo a mettere in sala un film che già dal titolo ti diceva che non finiva lì (pensa invece se fosse adesso?) e perciò uscì come Il Signore Degli Anelli e basta, con il risultato che la storia si interrompeva a metà del secondo libro Le Due Torri, lasciando gli spettatori scontenti. 
Per tale motivo, nonostante i buoni incassi (ottenuti quindi con l'inganno) che ripagarono abbondantemente le spese di produzione, la UA non diede l'autorizzazione per la seconda parte e tutto rimase così campato in aria. 
Quello che invece uscì nel 1980

con il titolo The Return Of The King per tutt'altro team produttivo, non era la vera seconda parte, ma piuttosto un seguito di The Hobbit, un altro film tv animato del 1977 di 90 minuti tratto dal racconto di Tolkien girati entrambi con una tecnica molto più basica (ed economica) senza rotoscope.

Inutile dire che comunque anche nel caso di Jackson, la trilogia che vale la pena di vedere è quella classica poiché l'altra uscita in seguito de Lo Hobbit prendeva spunto si dal racconto, ma poi andava a lavorare tutto di fantasia sulla sceneggiatura per ricavarne quei tre film dalla durata sostanziosa (anche troppo) dove forse l'unica cosa degna di nota era il doppiaggio e l'interpretazione in motion capture di SMAUG da parte di Benedict Cumberbatch con una voce da far tremare le pareti.

Non parliamo poi della serie prequel su Prime Video GLI ANELLI DEL POTERE che si perde in lungaggini inutili anche se condite da grandi scene e CGI che non badano a spese. 
Faccenda che ricorda un po' come sono andate le cose per Star Wars con le più recenti, controverse trilogie e vari spinoff televisivi. 
Come dire... chi troppo vuole... 

2 commenti:

  1. Non ho visto i due cartoni animati, però ho adorato i libri e poi la prima trilogia di Jackson, come dici tu l'unica meritevole di lodi. La trilogia dello Hobbit era un brodo allungato con momenti di immenso fastidio, mentre la nuova serie mi ha annoiata già del secondo episodio e non la sto seguendo.

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Non c'è moderazione per i commenti perché sono un'anima candida e mi fido.
Chi spamma invece non è gradito per cui occhio!
Tengo sempre pronto il blaster.

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