Enrico Ghezzi che parla fuori sync è una visone che alcuni ricorderanno negli anni 90 su Rai3 a notte fonda durante le presentazioni dei film all'interno di Fuori Orario, la rubrica che si apriva con Because the Night cantata da Patti Smith.
Uno di quei film beccati in tale frangente per una botta di c... ehm... fortuna è stato IRMA VEP di cui ho già parlato in diverse occasioni, ma un'altro piccolo cult, presentato da Ghezzi specificando che poi non lo avrebbe mai più trasmesso in tv per cui mi sono affrettato a preparare una VHS in quei pochi minuti di introduzione, è Matango Il Mostro, film giapponese fantahorror del 1963 (ma in Italia arriverà solo 10 anno dopo) diretto da Ishiro Honda, cioè il papà di Godzilla, dove un gruppo di naufraghi formato da uomini e donne, finisce su un'isola che cerca di "assimilarli" trasformandoli in creature fungose.
Soggetto che però, mentre guardavo il film, non mi era del tutto nuovo, e non perché sta faccenda dei funghi potesse ricordare Super Mario Il Film (bruttissimo, ma con un suo perché) di cui proprio ieri ha parlato CASSIDY, ma perché piuttosto era molto simile ad un racconto di William Hope Hodgson che avevo letto anni prima quando ero un accanito divoratore di libri, racconto dal titolo Al Largo (The Voice In The Night), e difatti ho scoperto in seguito che il film di Honda ne è liberamente tratto.
che possiedo tuttora, nonostante i traslochi, dal titolo HORRORIANA dove sta in compagnia di molti altri autori del calibro di Robert Bloch, Richard Matheson, Ray Bradbury dei quali ho letto pagine su pagine grazie ad Urania, e ci si trova dentro persino Stephen King con il famoso I Figli Del Grano che non poteva certo essere immune da adattamenti cinematografici per cui ce lo siamo ritrovati al cinema nel 1983 come Grano Rosso Sangue e che conta finora ben otto sequel, argomento tra l'altro per puro caso trattato dalla BOLLA proprio oggi.
Ma torniamo al nostro horror che in realtà lo è per modo di dire, eh, dato che nessun Godzilla ha mai fatto veramente paura, però qui la tensione c'è e trucco e scenografie fanno il loro dovere, tenuto conto che non c'era un grosso budget a disposizione.