martedì 18 maggio 2021

NOMADLAND E MINARI: DUE PREMI OSCAR 2021 STRANAMENTE COLLEGATI DALLA MUSICA

 Eccomi qui dopo la visione dei due film che hanno portato a casa l'Oscar nell'edizione più recente della manifestazione: Nomadland di Chloé Zhao per il miglior film e Minari per la miglior attrice non protagonista a Yoon Yeo-jeong cioè la nonna che apre con i denti le castagne per il nipotino che le rifiuta un po' schifato.


Per Nomadland consiglierei di approcciarsi al film senza conoscere alcuna recensione (cosa ormai difficile, è vero) e assimilare la vicenda della protagonista piano piano con lo scorrere della storia, intanto che ascolti la soundtrack di Ludovico Einaudi (e non solo lui), perché in questo modo si entra meglio in empatia con il personaggio, si capisce per gradi il motivo che l'ha portata ad intraprendere una vita nomade non facile sotto ogni punto di vista. 
L'inizio che pare un documentario può spiazzare, e molte scene sono realizzate con gente che davvero ha scelto tale stile di vita, ma lentamente la storia di Fern viene fuori e ti ci affezioni, anche perché Frances McDormand è assolutamente brava e credibile come sempre nel suo ruolo. 
Diverso invece il mio parere su Minari, che non è certo un brutto film e non è nemmeno la biografia dell'ex bassista dei Nomadi:


non male, certo, ma per me il film soffre di una lentezza che lo rende pesante e (sicuramente solo per me che sono un tamarro inside) poco coinvolgente; ecco, forse se davvero fosse stato la biografia di Elisa Minari magari era più "nelle mie corde"😀. 
Non che Nomadland sia un film dal ritmo indiavolato, anzi tutt'altro; ma è realizzato furbescamente con intelligenza in modo da riuscire a prenderti dentro senza che nemmeno te ne accorgi perché è un misto di realtà e finzione ben amalgamato. 
E questa è una grande qualità per un film. Ma la cosa più importante e bizzarra è che stranamente mi ritrovo i due film che hanno un punto di contatto nella band emiliana dei Nomadi (Nomadland) che cantavano "Ioooo, vagabondo che son ioooo", negli anni 90 con la succitata Elisa Minari (ecco Minari appunto) al basso che sostituiva il compianto Dante Pergreffi. 
Una simpatica casualità che ancora una volta unisce musica e cinema.

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