domenica 28 aprile 2019

THE MAGIC CHRISTIAN


Film del 1969 squisitamente inglese che di più non si può, con uno strepitoso Peter Sellers ed un sempre divertente Ringo Starr, come nella scena in cui Peter cerca di evitare una contravvenzione corrompendo il tutore della legge e il Beatle fa la ginnastica facciale isometrica seduto in macchina (esilarante!!!) e riporta alla mente la filmografia del quartetto di Liverpool, da A Hard Day's Night a Help ed anche il cartone psichedelico Yellow Submarine.
Sembra impossibile, ma in Italia il film venne chiamato con il titolo surrealmente wertmulleriano LE INCREDIBILI AVVENTURE DEL SIGNOR GRAND COL COMPLESSO DEL MILIARDO E IL PALLINO DELLA TRUFFA, perché già in quegli anni i distributori italiani erano pervasi dal terrore che il pubblico non capisse di cosa parlasse il film, per cui cercavano di spiegartelo già dalla locandina con titoli improbabili e collages di immagini buttate lì a caso.
Le locandine già stampate col titolo Magic Christian (senza il The originale) vennero velocemente modificate appiccicandovi sopra una striscia col chilometrico titolo.
Quando invece venne trasmesso in tv, una domenica pomeriggio sul secondo canale RAI (o forse era Rete4, mi sorge il dubbio), era tornato ad essere Magic Christian e probabilmente censurato in parte nella scena con Raquel Welch.
Parlando dell'edizione originale british, in questa si possono apprezzare le varie caratterizzazioni vocali che Peter Sellers sfoggia in diverse occasioni, ma anche Oreste Lionello fece un buon lavoro di doppiaggio italiano. 
Ringo è accompagnato virtualmente da quasi tutti i Beatles a cominciare da sir Paul McCartney che produce i Badfinger che cantano la colonna sonora, scrivendogli anche la canzone che si sente sui titoli di testa, e si sente, e il cui chitarrista è un sosia impressionante del baronetto.
John Lennon e Yoko Ono appaiono fugaci in uno spezzone di repertorio, mentre non vi è traccia di George, anche se la voce del cantante/bassista dei Badfinger ricorda molto da vicino Harrison. Da segnalare anche un cameo del grandioso Patrick Cargill (già presente in Help) e uno del futuro Monty Python John Cleese, anche se questo non viene accreditato.

venerdì 26 aprile 2019

GIORGIA LAUDA - DOLCISSIMO

Oggi un disco veramente trash.
Ho già parlato in un altro post (quello su Sarah Brightman) di un programma fine anni 70 condotto da Jocelyn su Telemontecarlo, Un Peu D'Amour ecc ecc... era il titolo e il nostro amico si divertiva a mettere anche musica strana, ma strana tanto. Tra i dischi veramente insoliti che proponeva, c'era anche questo di Giorgia Lauda che, come era accaduto per Sarah Brightman & The Hot Gossip, mi era entrato in testa in qualche maniera subdola (quel maledetto francese cosa non si inventava!!!) e li avevo acquistati entrambi. Giorgia, siciliana, cantava con una voce terribilmente rauca al limite del growling (che ancora non esisteva nel 1979), sgradevolissima, trash appunto, ma il pezzo dance aveva qualcosa che entrava in testa come quel campanello din don dan citato nel testo. Ovviamente nessun successo per lei che, dopo qualche anno, si trasferisce in Germania, cambia totalmente impostazione vocale, cioè comincia a cantare pulita, toglie il cognome restando Giorgia, e sforna alcuni singoli principalmente dance, in tedesco sul lato A e in italiano sul lato B, tra cui una cover di Only You degli Yazoo che ovviamente si intitola Solo Tu. Tutto bene (dai teutonici) finché non arriva un'altra Giorgia (Todrani) che, armata di Torpedine (Michele) e urlando "Ne Resterà Solo Una!!!", la sfiderà in un duello all'ultima song, condannandola all'oblio eterno...
Ok, il finale della storia è puro frutto di fantasia, ma il resto è tutto vero e il top sarebbe rivederla nella prossima edizione di Ora O Mai Più di Amadeus... E per tutti i curiosi ecco il link

lunedì 22 aprile 2019

SEMPRE AMICI - THE UPSIDE


Quei marrani dei distributori italiani non perdono occasione per mostrare il loro lato più bieco. Il film francese Quasi Amici era stato un buon successo e allora perché non spacciare questo remake americano come se fosse il suo seguito? Che oltretutto il titolo italiano non c'entra nulla con l'originale The Upside, ma vabbè, ce li teniamo così come sono, ormai non possiamo farci nulla. Per fortuna il remake è un buon film diretto e recitato bene, anche se la gestazione ha avuto un totale cambio di cast per diversi motivi. Ma la scelta finale, con Bryan Cranston di Breaking Bad, Kevin Hart e Nicole Kidman, premia la pellicola, che non è certo un capolavoro, ma è un prodotto gradevole e fatto bene, al contrario di tanta, troppa fuffa che ci sta sommergendo al cinema e sulle piattaforme di streaming, Netfuff in prima posizione. Disponibile su Prime Video perché prodotta da Amazon.

domenica 21 aprile 2019

BUONA PASQUA


ANIMALI FANTASTICI – I CRIMINI DI GRINDELWALD


Secondo capitolo del prequel di Harry Potter e subito cambiano le cose rispetto al primo film. David Yates che nel primo episodio aveva tenuto uno stile che ricordava i primi film del maghetto occhialuto, qui ci porta subito in quelle atmosfere dark che hanno caratterizzato le avventure della cumpa di Hogwarts dal Principe Mezzosangue in poi ( ma aveva diretto già anche L' Ordine Della Fenice). E il cambio, a parer mio, non è così gradevole, con aggiunti i lunghi spiegoni, i campi stretti, le pochissime gag. Per certi effetti speciali confusionari ho provato anche l' effetto Transformers, cioè di non capire cosa sta succedendo in scena, e non è un piccolo particolare (ah Giusy Ferreri docet). Un piccolo spiraglio di luce si apre nel flashback nella scuola di magia, tra divise scolatiche dei vari ordini e giocatori di Quidditch in sella alle scope volanti. Ma stop, poi si torna alla tenebra portata in scena anche con il contributo di un Johnny Depp insolitamente gelido ed inespressivo, cioè come richiede il suo personaggio. Fatto sta che al regista gli è stato confermato l'incarico anche per i quattro successivi sequel, per cui le avventure di Newton Scamander ce le dovremo tenere così. Ma comunque non è obbligatorio guardarle per forza eh...

giovedì 18 aprile 2019

SUSPIRIA


Luca Guadagnino si è messo in gioco ed ha realizzato sto benedetto remake/non remake del famoso film di Dario Argento di cui tanto si è sentito parlare. In breve la storia: Hit Girl sta tutta rintronata e va dal dottore. Poi arriva Quelladicinquantacosegrigie alla scuola di danza e alla direttrice sta subito simpatica, tanto che le da dei poteri senza dirglielo e le fa spaccare tutte le ossa a un'altra ballerina che le stava sulle balle. Gira di qua, gira di là, ogni tanto ne fanno fuori una finché arriva il momento clou del sabba delle streghe (perché si sa che Suspiria è un film di streghe) dove ci sta anche Jabba The Hutt con gli occhiali da sole "per avere più carisma e sintomatico mistero", e tutto quello che succede lì è un WTF dietro l'altro (un po' come tutto quello accaduto nelle due ore precedenti comunque). Finalino con (forse) cliffanger e voilà... pastrocchio fatto così bene che Dario Argento ha preso subito le distanze da sta roba. Mentre lo guardi ti accorgi che ti mancano i colori forti dell'originale, ti manca la musica ossessiva/ipnotica dei Goblin, anche se Thom Yorke ha realizzato comunque dei commenti sonori interessanti (ma non tutti) all'interno del film, e ti manca soprattutto la tensione che nel 1977 ti faceva piantare le unghie nella poltrona del cinema con allegati sobbalzi. Qui tutto scorre lento per DUEOREEMEZZA, grigio come la Berlino del 77, e la paura lascia il posto all'effetto prostetico/cgi che cerca di far più che altro schifo senza turbare più di tanto. E pensare che all'epoca il Suspiria di Dario non mi era nemmeno piaciuto molto, ma adesso lo sto rivalutando moltissimissimo...

mercoledì 17 aprile 2019

XANADU


Sulla scia del successo di Grease, arriva nel 1980 un altro film musicale con Olivia Newton John, ma con Michael Beck al posto di John Travolta. Nonostante le aspettative e una colonna sonora stupenda firmata da Electric Light Orchestra e John Farrar, il film è un fiasco colossale e fa collezione dei vari Razzie Awards disponibili. Certo, la storia è loffietta e gli effetti speciali non sono granché con quei chromakey grossolani; si aggiunga a questo il fatto che (in italia) l'audio delle sale cinematografiche era ancora tristemente monofonico, per cui la parte più bella del film veniva decisamente penalizzata. Per fortuna, se capita di rivedere adesso Xanadu in bluray, troviamo un audio italiano almeno decente, ma sopratutto un 5.1 inglese di tutto rispetto con suoni potenti e puliti, e poco importa se non senti il doppiaggio di Claudio Sorrentino (voce di Travolta e Mel Gibson praticamente in tutti i film, ma qui doppia Michael Beck); rivisto con un buon sound, il film cambia faccia, anche se la storia è pur sempre quella, ma almeno ti soddisfa se lo prendi come se fosse un lungo videoclip. E poi c'è il simpatico intermezzo firmato da Don Bluth, ex animatore della Disney all'epoca di Robin Hood, Elliot, Bianca E Bernie, e poi per conto suo con i vari Fievel, La Valle Incantata, Brisby, e che qui crea un videoclip che cita un po' alcune scene de La Spada nella Roccia, con Kira e Sonny trasformati in vari animaletti dal look disneyano.
Inoltre le discrete coreografie erano firmate da un giovane Kenny Ortega che negli anni 90 raggiungerà il successo con High School Musical.  Morale della favola (perché alla fine Xanadu è una favola in musica), è che forse a volte un film viene realizzato troppo presto rispetto alle tecnologie disponibili all'epoca (escluso il caso Mary Poppins, come visto nel relativo post).

FLASH GORDON OVVERO QUANDO UNA ROBA BRUTTA DIVENTA CULT

Portare un fumetto al cinema ultimamente è cosa normale con i mezzi attuali (leggi Marvel e DC Comics). Ma in questo caso parliamo dei primi anni 80 e qui son dolori; si perché FLASH GORDON è una roba brutta, ma tanto tanto, con effetti speciali così grossolani visti solo in "perle" come il famigerato SCONTRI STELLARI o KRULL. Basta portare ad esempio il pezzentissimo green screen usato per far volare gli uomini falco (all'epoca si chiamava ancora Chromakey). Si salva Ornella Muti che in quel pastrocchio resta sempre un belvedere (non per la recitazione badaben, che è anche quella sotto i minimi storici), Max Von Sydow/Ming (lui si per l'interpretazione) e la soundtrack dei Queen che è un buon disco (certo non un capolavoro, ma buono) dove Brian May firma i brani principali e i colleghi si occupano degli altri commenti musicali. L'album anticipò di molto l'uscita in sala della pellicola creando così l'hype per il capolavoro cinematografico che non arrivò. Ma ad anni di distanza Sam Jones partecipa ancora a convention e firma autografi per aver interpretato Flash, perciò per alcuni è diventato un cult, magari trash, ma lo è.

martedì 16 aprile 2019

IL RITORNO DI MARY POPPINS

Stephen King diceva A Volte Ritornano, e infatti succede. Ma è un bene? Insomma... Non si può dire che il film sia brutto, sia chiaro, ma sta seguendo il trend della Disney pigliatutto di rifare le cose di successo dei tempi passati come Dumbo, Aladdin e anche il Guerre Stellari del 1977 rieditato come Il Risveglio Della Forza (ma era praticamente lo stesso film con un villain ridicolo). Anche in questo caso,  seppure si tratti di un sequel, la pellicola riprende esattamente pari pari quella originale con Julie Andrews (praticamente perfetta sotto ogni aspetto... cit.) e le varie situazioni e personaggi sono sostituiti da altri analoghi: invece del salto nel disegno lo si fa nelle decorazioni di un vaso, invece dello zio che galleggiava pensando alle cose divertenti c'è la zia che vive ribaltata sottosopra, il bieco banchiere che vuol fregà li regazzini ci sta anche qui, e al posto degli spazzacamini (cam camini), ci sono i lampionai con relativo ballo di gruppo che manco la Macarena e La Colita messe insieme... Gli effetti speciali sono fantastici, ma se si confrontano con quelli pionieristici utilizzati nel lontano 1964 dal regista Robert Stevenson, risultano di pochissimo superiori (anzi nel finale coi palloncini si vede benissimo come gravano i pesi degli attori, rivelando le imbragature che li sollevano). Belle le scenografie che riportano esattamente alle ambientazioni del primo film, mentre altro punto debole (anzi debolissimo) sono le canzoni delle quali non ne resta in testa nessuna, nessun ritornello (praticamente il nulla di Michael Ende), con in più quell'effetto straniante di testi cantati in italiano con parole di dubbio senso messe lì solo per cercare di far combaciare un labiale che non ci sta. All fine le cose degne di nota sono il cameo dello spazzacamino originale Dick Van Dyke, che nonostante gli anni se la balla ancora saltellando, e credo l'ultima apparizione di Angela Lansbury (nel senso che non lavora più molto vista la veneranda età), la Signora In Giallo e anche protagonista di Pomi D'ottone e Manici Di Scopa, altro film in cui la Disney era ancora quell'entità benefica che conoscevamo, e che ora sembra passata dal lato oscuro della forza...

RED RONNIE MASSACRA I QUEEN E CERCA RONNIE (ROGNE)?


Da qualche tempo, lo storico conduttore del Roxy Bar non appare più in televisione, ma ha un suo canale Youtube dove sembra che si diverta a provocare malcontento nel mondo musicale a lui così vicino. Dopo un lungo video dove intervista Michele Torpedine, attuale produttore de Il Volo ed ex di Zucchero e Giorgia, che offre le sue versioni di come sono andati realmente i rapporti con i suoi protetti (il top della loro carriera in effetti è stato sotto la sua ala e, specialmente Zucchero ormai è l'ombra di se stesso), è appena stato pubblicato il nuovo video di Red in cui si vanta di non aver mai voluto intervistare i Queen perché Freddie in particolare era una brutta persona, in quanto aveva suonato a Sun City in un periodo (metà anni 80) in cui si manifestava contro l'apartheid ed era stato chiesto di non fare concerti in tale sede, e a causa dei suoi noti atteggiamenti dissoluti tra feste faraoniche con vassoi di cocaina ecc... Vabbe, niente da dire se una persona ti sta sulle balle hai tutto il diritto di evitarla, però se poi mi vai ad elogiare Hendrix che brucia chitarre strafatto di LSD e Vasco e i Duran Duran che in fatto di vita sopra le righe (hahaha LOL) la sanno veramente lunga, allora sei un filino ipocrita... beh comunque ecco il link del video in cui il rosso (sempre più rauco) dice le peggio cose del mondo su una delle band più amate da tutti.
https://youtu.be/bWd0tGmnBa0

AQUAMAN

Uno dei personaggi DC Comics meno di spicco nell'universo fumettistico, ma in film rende bene, anche perché la pellicola è divertente, coloratissima, continuamente in movimento. 
L'unica pecca che ci si può trovare è che si randellano un po' troppo, rischiando di fare la fine di Batman Vs. Superman. 
Ma son supereroi... tant'è... 
CGI probabilmente utilizzata in ogni singola scena tra fondali, ringiovanimenti, creature, badaboom, ma tuttavia non così fastidiosa come succede in altri prodotti analoghi. 
Oltre a Nicole Kidman, che fa pure una scena kickass mica da poco (ma sarebbe da verificare quanta stuntwoman e CGI contribuiscono), anche il redivivo Dolph Lundgren che, dopo il ritorno sul ring con Stallone, qui si produce degnamente in una parte regale e sottomarina. 
E per il pubblico femminile, naturalmente, anche se sconosciuto, Jason Momoa regge benissimo la sua parte (beh c'ha le phisique du role, come si suol dire) anche con battute umoristiche, restando fortunatamente molto basso nella scala da zero a Ragnarok (ormai diventato un metro di paragone per valutare quanto un film sia ridicolo e imbarazzante).
Ecco il TRAILER

L' UMANOIDE

Parlando di film figli di Guerre Stellari (ma brutti), non si può dimenticare questo con ben tre star dell'universo bondiano: Richard Kiel (Squalo il killer coi denti d'acciaio), e le bond girls Barbara Bach e Corinne Clery (da ricordare la seconda anche per Histoire D'O).

Qui tutto trasuda Star Wars, dai costumi alle ambientazioni e scenografie; abbiamo persino i droidi e il "cattivodinerovestito" con grosso casco nero, di cui Mel Brooks ne sa qualcosa, ma almeno con lui era tutto una presa in giro voluta. 
La differenza è che le facce del buonanima Kiel fanno invece morire dal ridere involontariamente, come pure la sceneggiatura. 
Chissà cosa gli hanno raccontato ad Ennio Morricone per fargli comporre la soundtrack? 
Solita balla del "vedrai che filmone che viene fuori" e giù tutti a ridere!!!
Ecco su YouTube il FILM COMPLETO:




KRULL

Film del 1983 per la regia di Peter Yates. Un altro prodotto sulla scia di Star Wars che in quell'anno concludeva la prima trilogia. Difatti si vedono laser e spade, cattivi oscuri e astronavi, vecchi saggi e principesse, ma sarà il più grande fiasco della Columbia Pictures. Cosa non funziona? Praticamente tutto a partire dai commenti musicali assolutamente fuori luogo che sembrano buttati lì a caso; e pensare che l'autore è James Horner. Poi ci sono scenografie fintissime che manco alla Melevisione si vedevano, sgherri del villain ridicoli nei movimenti goffi e armature di palese vetroresina; ma forse questo è colpa del raggioblu che fa vedere i particolari fino i più piccoli, mentre all'epoca forse al cinema si notava meno la fintezza di tutto. Nel cast ci sono due simpatiche sorprese cioè due giovani Robbie Coltrane e Liam Neeson ancora lontani da Hogwarts e Taken. Preso dal set di Star Wars, Derek Meddings si è occupato di far volare la fortezza del cattivone esattamente come la nave di Darth Vader, difatti l'entrata in scena del vascello è identica e pure imbarazzante. Dopodiché il film si snoda tra situazioni quasi senza senso come se gli sceneggiatori pescassero a caso cosa gli facciamo fare adesso... Per certi versi ricorda persino il terribile Scontri Stellari di cui ho già parlato in altro post. Ma vale comunque una visione per farsi due risate e per capire come NON fare un film.
https://youtu.be/VMY7gzx9SHA

COMA_COSE

Il primo incontro con questo duo MILANESE è avvenuto di notte viaggiando in un'autostrada del MILANESE, ascoltando una nota emittente MILANESE. Condizione perfetta per scoprire questi ragazzi giovanissimi che raccontano in rime decisamente originali certe realtà del MILANESE, con voci acerbe, ma efficaci anche se non da veri cantanti (ma a volte è meglio una voce non perfetta che dica però qualcosa con dei contenuti), tanto nel rap non conta cantare come Il Volo, però non sono nemmeno rappers o trappers, come si intende di solito. 

I Coma_Cose sono qualcosa di ancora più diverso perché hanno un modo molto particolare di legare insieme le parole per assonanze, per continuità e giochi di parole: per esempio il titolo di un loro brano, Anima Lattina, è un chiaro riferimento battistiano, a conferma che certe canzoni sono ormai parte del nostro bagaglio culturale (non solo degli over 50 ma anche degli under, per fortuna); 

oppure quando citano la sindrome di Peter Pan... di Stelle, su queste cose sono davvero geniali. Non so se l'ho detto, ma i Coma_Cose sono MILANESI ueèla...

THE GRAND TOUR

Su Prime Video arriva ogni settimana una nuova puntata di questa serie in cui tre simpatici ed attempati signori britannici testano automobili di diverso tipo, con la predilezione per marche e modelli prestigiosi. Nella puntata del 29 marzo hanno presentato una rivisitazione del glorioso Deltone integrale della Lancia:
stessa carrozzeria dell'originale campione di rally, ma nuova tecnologia attuale sotto il cofano, per la MODICA spesa di 300.000 euro. Altra super auto rivisitata è la Lancia Stratos, ma qui modificata anche come abitabilità (migliorata per le persone alte). Fa piacere vedere che una trasmissione britannica una volta tanto non ci prende per i fondelli, ma celebra in questo modo i gloriosi marchi italiani, anche se non sono quelli originali, ma delle copie seppur perfette.

ELECTRIC LIGHT ORCHESTRA E.L.O.

Unire le sonorità dei Beatles ad una sezione di archi, è quello che fece George Martin producendo gli ultimi album dei Fab Four realizzati solo per l'ascolto a casa (difatti non suonavano più live da un pezzo). Ma a Jeff Lynne viene in mente di meglio, cioè creare una band un cui il rock si sposi totalmente con violini e violoncelli anche dal vivo. Se poi questa band produce canzoni le cui sonorità ricordano i quattro di Liverpool, beh questa è colpa della passione che Jeff ha sempre avuto per i Beatles, tant'è che arriverà anche a produrre dischi con George Harrison. Ma gli Electric Light Orchestra, che nascono dai disciolti Move, hanno una loro identità ben precisa e dopo i primi album un po' in sordina, dai quali però arrivavano cover italiane come Questa È Vita di Anna Oxa, arriva il doppio Out Of The Blue verso la fine degli anni 70 e cominciano a fioccare i posti alti nelle classifiche anche in Italia (perché in U.K. comunque già andavano piuttosto bene).

Turn To Stone, Mr Blue Sky per dire un paio di titoli, finché nel 1979 esce il loro maggior successo Discovery, con Last Train To London, Confusion, Shine A Little Love. 

Il trio di archi si accoppia perfettamente a chitarra, basso, batteria e tastiere e sono mitici i concerti in cui la band suona all'interno di un'astronave (quella della copertina di Out Of The Blue) che si scoperchia mostrando i musicisti al pubblico. Purtroppo ogni bel gioco dura poco e, dopo la partecipazione alla soundtrack di Xanadu, nei dischi successivi cominciano a sparire viola e violoncello, finché anche il violino dà forfait e così si va a perdere la parte più particolare del gruppo chiudendo un'era. Jeff, mente creativa, ha poi continuato a lavorare come produttore (con Harrison appunto, ma anche con Roy Orbison), e anche come musicista nei Traveling Wilburys, sempre con George e Roy, con in più anche Tom Petty e Bob Dylan. Per fortuna non tutto è andato perduto e in tempi recenti (2018) Jeff ha rimesso insieme una band per riportare live il sound della sua Orchestra Della Luce Elettrica.

SCONTRI STELLARI OLTRE LA TERZA DIMENSIONE - STARCRASH



Cosa spinge un attore di un certo spessore a impelagarsi in una produzione disastrosa? I soldi certo, ma anche il fatto che sul set di Guerre Stellari, il primo della serie, erano tutti convinti di stare a fare un b-movie e invece è successo quel che sappiamo. Per cui in seguito tutti cominciarono a pensarci un po su prima di rifiutare un copione che a prima vista poteva sembrare una vaccata colossale. Succede così che ti chiamano David Hasseloff (Supercar), Caroline Munro (bond girl), il shakespeariano Christopher Plummer e gli dicono "vedrete che poi in post produzione ci saranno degli effetti speciali spettacolari". E questi se la bevono e firmano il contratto. Il risultato è un Guerre Stellari brutto brutto brutto, che assomiglia forse di più a Barbarella di Vadim e da ridere dall'inizio alla fine... Prodotto italiano ma esportato anche all'estero con il titolo Starcrash.

Ah c'era anche Nadia Cassini... almeno una botta di cu#o

IL DOPPIAGGIO E IL RIDOPPIAGGIO

State guardando un film di molti anni fa, fine anni 70, anni 80. Ad un certo punto vi rendete conto che qualcosa non quadra. Eppure lo state vedendo in alta definizione raggioblu con audio multicanale, secondo i più recenti dettami audiovideo. Dovrebbe essere uno spettacolo rispetto a quando lo guardavi sulle vhs fruste e scrause, eppure non ti dà la stessa sensazione che provavi allora. E in quel momento ti rendi conto che Indiana Jones e tutta la banda, oppure gli intrepidi tre de Lo Squalo, o Nicholas Cage con la giacca di pelle di serpente in Cuore selvaggio, stanno emettendo suoni che non ti ricordano nulla. Possibile? Starò mica guardando una copia pirata fatta da Jack Black come in Gli Acchiappafilm? La mia memoria fa cilecca? Niente di tutto ciò. Semplicemente il film che hai amato fino ad imparare le battute a memoria è caduto in mano ai folli del ridoppiaggio che, con la scusa di migliorare la resa sonora, ma più probabilmente per cause legali di diritti tra le case cinematografiche, hanno fatto più di una volta un vero e proprio scempio. E quindi ti ritrovi Pino Insegno che va alla ricerca dell'Arca Perduta,

oppure Roy Scheider, Richard Dreyfuss e Robert Shaw che invece di essere su una barca attaccata da uno squalo, recitano come se guardassero una partita di calcio in tv.

O ancora nel film di David Lynch ti ritrovi un doppiaggio che nemmeno la pejor telenovela de Caracas ti fa sentire. Persino Danny e Sandy di Grease parlano italiano con delle vocione troooppo adulte daiiii. Per fortuna non tutti i film subiscono tale trattamento. I fan di Star Wars hanno minacciato di scatenare delle vere Fan Wars verso chiunque avesse osato toccare le voci italiane di Han Solo, Luke, Leia e amici/nemici. Altre volte ancora, il ridoppiaggio viene fatto con cura fedele, come nel caso di Apocalypse Now Redux, per cui vi sono solo delle piccole differenze (anche nelle frasi pronunciate) ma non così sconvolgenti da rovinare l'emozione (che ricordiamo non ha voce... come dice Celentano).
Tuttavia, personalmente continuo a preferire un audio più sporco, ma originale come lo ascoltavo nella sala cinematografica di seconda visione dove ho visto i film più belli dei miei ricordi. Per dire... riuscireste ad immaginare un film di Bud Spencer e Terence Hill con voci diverse da quelle che gli davano Glauco Onorato e Pino Locchi? E quelli per fortuna non sono stati toccati...

LE ORME - SULLE ALI DI UN SOGNO

Il prog rock che negli anni 70 ci arrivava dal regno unito con Genesis, E.L.P., Yes, ispirava molte band italiane ad avventurarsi su percorsi musicali che non fossero la classica canzonetta dove cuore fa rima con amore. 
Nella zona veneta c'era questa band nella quale si sono avvicendati diversi nomi, ma il nucleo base era formato da Aldo Tagliapietra, Tony Pagliuca, Michi Dei Rossi con, per un po', anche Giampiero Reverberi molto prima che inventasse il Rondò Veneziano. 
Adesso viene da domandarsi se ha senso mantenere oggi il nome della band quando degli elementi originali è rimasto solo il batterista Michi con un nuovo disco dove vengono riletti (non sempre benissimo) alcuni loro grandi titoli del passato insieme a qualche inedito. 
Qualcuno potrà dire che anche i Nomadi originali sono ormai solo Beppe Carletti, ma in quel caso il cambio di musicisti è avvenuto per gradi nel corso degli anni, un pezzo alla volta. 
Nel caso delle Orme invece ci si trova davanti all'improvviso una serie di facce nuove che poco o niente c'entrano col passato e fanno più l'effetto di una cover band. 
Musicalmente quasi tutti i pezzi suonano anche bene, ma fa strano sentire Amico Di Ieri cantata così come fosse una ballad rock qualsiasi (pure un po' sguaiata), quando Aldo la intonava con quella sua voce eterea ed evocativa facendola suonare come una floydiana Wish You Were Here del nord-est. 
Francesca Michelin invece, vocal guest in Gioco Di Bimba, si arrabatta a tenere una tonalità troppo bassa per lei con conseguenti imprecisioni. 
Altro pezzo il cui nuovo arrangiamento (qui anche la parte strumentale quindi) fa decisamente rimpiangere la versione originale è Canzone D'Amore, con la quale avevano infiammato (in playback) nel 1976 l' Arena di Verona
durante la FINALE DEL FESTIVALBAR,


come il video originale, ma di qualità non eccelsa, documenta.

L'UOMO CHE UCCISE DON CHISCIOTTE

Terry Gilliam ce l'ha fatta e dopo 25 anni di sfighe indicibili e sfortunati eventi (come fosse Lemony Snicket) è riuscito a terminare quel suo progetto sul Don Chisciotte più volte iniziato e altrettante interrotto. Il risultato è un film che sta sempre in bilico tra il delirio, la realtà e la fantasia, come ti aspetti dal regista, ma stavolta il filo che unisce i mondi è talmente sottile che si spezza più volte e lo spettatore stesso si ritrova a domandarsi se quello che sta vedendo sia la realtà o no. Che poi non è la cosa più importante, viste le prove di recitazione impeccabili degli attori coinvolti, da Adam Driver che qui veste benissimo i panni di Toby (molto meglio di quelli indossati in Star Wars dove fa semplicemente la figura del pirla nasone e piagnone), al ritorno di Jonathan Pryce, già diretto da Terry in Brazil, che incarna perfettamente il personaggio che si crede Don Chisciotte, o che forse lo è realmente, magari posseduto dallo spirito dell'eroe di Cervantes... d'altronde anche il vero Don Chisciotte era un pazzo che viveva in un suo mondo di fantasia e Sancho era colui che cercava di cavarlo dai guai in cui si cacciava. Non sarà il capolavoro di Gilliam, ma è valsa la pena di aspettare tutto questo tempo per vederlo realizzato e soprattutto senza Johnny Depp che era stata la prima scelta per interpretare Toby, ma che probabilmente avrebbe riempito lo schermo di faccette e pose sghembe come fa (ormai insopportabile) nei panni di Jack Sparrow.

SARAH BRIGHTMAN & HOT GOSSIP - I LOST MY HEART TO A STARSHIP TROOPER


Tutti conosciamo Con Te Partirò cantata da Andrea Bocelli con la soprano Sarah Brightman; ma non tutti conoscono la vita precedente della bella Sarah, la quale, alla fine degli anni 70 (indicata dalla freccina rossa), faceva parte degli Hot Gossip, gruppo di performers britannici che portavano in giro spettacoli di canto e ballo con coreografie di vario genere, vagamente erotiche.

Per la verità non sono mai stati popolari in Italia se non per questo pezzo, dal chilometrico titolo I LOST MY HEART TO A STARSHIP TROOPER
il cui video venne trasmesso a sorpresa da Telemontecarlo durante una trasmissione del tardo pomeriggio con Jocelyn e... voilà... arrivò il successo direte voi? Nemmeno per idea. Ma la canzone è da ricordare per le varie citazioni sci-fi in essa contenute, da Star Wars a Incontri Ravvicinati Del Terzo Tipo, compresa una ben nota serie tv di Gerry Anderson dal titolo UFO (ma questa solo per lo styling del videoclip). E la piccola Sarah se la cantava e se la ballava... oh se se la ballava... e si prendeva anche una bella pedata su un braccio al 30esimo secondo. Succede... buona la prima!

LA TRUFFA È SERVITA - THE BRITS ARE COMING - THE CON IS ON


Se amate il vero cinema state ben lontani da questa pellicola. La vera truffa di cui si parla è in realtà il film stesso, che, tanto per cominciare, viene presentato con due titoli diversi (a parte quello italiano) e ci mostra un cast stellare: Stephen Fry, Uma Thurman, Tim Roth, Crispin Glover. Tanta roba, ma usata malissimo, con dialoghi insulsi, riprese al limite dell'amatoriale (già si parte male dalla prima scena notturna con la cattedrale di St.Paul così sparaflashata che nemmeno Barbara D'Urso...), per non parlare di un green screen strapezzente (e cafone... cit. Star Wars) nelle scene di dialogo in auto. Uma e Tim senza Tarantino sono l'ombra di loro stessi in una pellicola che dura 90 interminabili minuti, e lo scialbo regista (che non nomino, come fosse Voldemort) ha sulla schiena altri fiaschi colossali. Certo è brutto fare cose del genere, ma anche le star di Hollywood hanno da far la spesa pe' magnà e i soldi devono pur tirarli fuori da qualche parte, per cui fai quello che capita: o cose così, o gli spot del caffè... Davvero George?... per dire...

lunedì 15 aprile 2019

2002 LA SECONDA ODISSEA... OVVERO UNO DEI PRIMI FAKE DELLA STORIA

 Film del 1972 spacciato in Italia come il seguito di 2001 ODISSEA NELLO SPAZIO di Kubrick, mentre non c'entra una benamata cippa. Oltre ad un fintissimo titolo tutto inventato nella farlocca locandina italiana  che ricordava in tutti i modi possibili la pellicola precedente (da confrontare con l'originale che mostra anche il vero titolo), vennero modificati dialoghi e situazioni in modo da citare il famoso monolito e inventarsi persino un inesistente HAL 9000 rigenerato con il quale dialogava il protagonista, mentre nell'originale Bruce Dern parlava alla radio con il comandante della nave di soccorso. Genialata biecamente commerciale, che snaturava il vero tema ecologico del film, che tutto sommato era anche un buon prodotto. Si aggiunga poi che alla regia c'era Douglas Trumbull che aveva curato gli effetti speciali spaziali per Kubrick (e in seguito anche per Scott in Blade Runner) e che utilizzò anche una sequenza di volo che Stanley aveva scartato; ecco che i distributori italiani ebbero bello pronto il loro fake.
L'edizione dvd è stata ridoppiata con i dialoghi corretti seguendo gli originali, ma esiste anche la traccia fasulla per chi se li vuole gustare.
Un altro fake clamoroso si verificherà nove anni dopo con PIERINO MEDICO DELLA SAUB che venne furbescamente intitolato così per sfruttare il successo della serie con Alvaro Vitali, ma nessuno dei due personaggi interpretati dal comico si chiamava Pierino... ma qui forse siamo letteralmente su un altro pianeta...

GHOSTBUSTERS... MA QUELLO BELLO

Film fantacommedia anni 80 che ebbe un successo planetario sorretto anche dalla celeberrima soundtrack firmata da Ray Parker Jr. che abbiamo ballato in discoteca molto tempo prima che uscisse il film, perché in quegli anni si usava così (anzi, erano ancora gli anni in cui potevi restare in sala a riguardarti il film se ti era piaciuto tanto tanto).
Effetti speciali non scrausi ma, diciamocelo pure, nemmeno memorabili, eppure funzionava tutto a dovere grazie agli incastri di sceneggiatura e cast (perfetto) che il regista Ivan Reitman riuscì a creare (dico solo che le espressioni facciali di Bill Murray sono storiche). Cosa che non si ripete invece nel secondo episodio veramente bruttarello, quello col fantasmino sulla divisa che fa inspiegabilmente il 2 con le dita (ma potrebbe essere la V di vittoria... mah).
Ah naturalmente l'orrendo recente remake al femminile non è nemmeno da considerare.
Da tenere conto invece il recente teaser del nuovo seguito previsto per l'estate 2020 e che sarà firmato Jason Reitman, figlio di Ivan.
https://youtu.be/TyjqCRJmCPE
E per tutti i nongiovani, a dimostrazione di quanto tempo è passato, la giovane segretaria adesso è la NONNA del piccolo Sheldon nella serie prequel di TBBT.

PUPAZZI SENZA GLORIA

Mah... le premesse erano interessanti, e c'era già stato un precedente di grande successo in cui, al posto dei pupazzi, ad interagire con gli umani c'erano i cartoni animati, ed era Chi Ha Incastrato Roger Rabbit? E questo film di Brian Henson, figlio di Jim, il creatore dei famosi Muppets, sembra quasi un remake della pellicola di Zemeckis, tanto la storia è simile. Ma se in Roger Rabbit tutto era puntato sull'effetto speciale e sul fatto che la scena facesse ridere davvero, anche se qualche indizio sexy la Jessica lo dava di brutto e anche la battuta "Sei contento di vedermi o hai un coniglio sotto il cappotto?" alzava un po' l'asticella , qui si sposta completamente il tiro sullo sconcio/sboccato fin troppo eccessivo in cui solo Melissa McCarthy ci si muove bene, in quanto le sue battute anche negli altri film vertono sempre sul doppio senso sessuale. Certo anche i Muppets non erano esattamente per bambini, nonostante l'apparenza pupazzosa, ma non si andava mai oltre un certo limite. Qui invece, dopo un paio di trovate divertenti (da sorriso a denti stretti) tutto scade nel pecoreccio più noioso di sempre, ripetitivo, fastidioso, nonostante le interazioni coi pupazzi siano perfette al punto da farti dimenticare che non sono veri. In Ted, è vero, si puntava già a questo contrasto tra il tenero peluche e lo sconcio, ma mai così tanto. In più (e adesso scateniamo l'inferno) il doppiaggio di Maccio Capatonda (personaggio che ritengo altamente sopravvalutato) rende il tutto ancora meno sopportabile; d'altronde non ho mai apprezzato la sua presenza all'interno dello Zoo Di 105. Quindi, come recita il titolo italiano che non c'entra una benamata con quello originale, un altro film senza gloria e da dimenticare, che si è preso già anche il suo bel Razzie Award.

PINK FLOYD, TOUR ITALIANO

Il 6 luglio 1988, in occasione dell'album A Momentary Lapse Of Reason, i Pink Floyd toccano l'Italia con il loro tour, che li porterà poi anche sulla laguna di Venezia con tutte le polemiche sulla maleducazione della gente accorsa a vedere quel famigerato concerto gratuito e i Pitura Freska che ci facevano pure uno dei loro maggiori successi discografici; gratis si, ma solo di 90 minuti, cioè di durata e allestimento molto inferiore a quello portato negli stadi. Invece al Comunale di Torino lo spettacolo era stato integrale di quasi tre ore, con esecuzioni perfette (gli perdoniamo quando nel coro campionato di Another Brick In The Wall si sente un "We Don't Need" partito nel momento sbagliato, che si può trovare sul triplo bootleg Pink Elephants Flew Over Torino), proiezioni video giganti, maiali e letti volanti. L'unica pecca era che mancava Roger Waters, ma era un brutto periodo per i rapporti interpersonali nella band britannica e le loro strade si erano divise da tempo. Certo è che Roger si è poi ritagliato la sua parte di riscontri live con allestimenti via via sempre più faraonici di The Wall. Quindi tutto bene ugualmente.

Il video amatoriale riporta l'apertura dello show con Shine On You Crazy Diamond e sicuramente sul video ufficiale Delicate Sound Of Thunder audio e immagine sono migliori, ma questo ha un valore diverso perché documenta proprio quel momento lì a Torino, in cui al minuto 1.30 parte un'ovazione per Gilmour che attacca le prime note di Fender, e un po' prima, al minuto 1.07, si sente un' esclamazione tipicamente anni 80, non proprio elegante su parti sessuali di una divinità orientale, rivolta a qualcuno che impallava la ripresa stando in piedi sugli spalti. Ma da sotto il palco, dove mi trovavo con la cumpa quella sera, a una decina di metri circa, non si sentiva altro che grande musica in una serata indimenticabile.

AMERICAN GODS

Horror e stregoneria in un prodotto Prime Video che è un vero pugno nello stomaco. Attori perfetti, con un Ian Mc Shane favoloso e stazzonato al punto giusto per essere sgradevole (come richiede la parte). Serie visivamente spettacolare, partita molto bene (siamo già alla seconda stagione) tratta da un romanzo di Neil Gaiman, che ogni tanto si prende qualche libertà rispetto allo scritto. Solo per stomaci forti. VM 18.

SPAZIO 1999

Spazio 1999. Serie tv. Stessa produzione di U.F.O. per la quale Gerry e Sylvia Anderson avevano pronto il progetto di una nuova stagione, ma che non venne finanziata per tutta una serie di vicende poco interessanti. 
Quindi, dato che alcuni modellini erano già pronti, stop a tutto e riscriviamo le sceneggiature. 
Ecco nascere così Spazio 1999, da molti considerata più matura della serie da cui deriva, secondo altri orfana invece di quel glamour che aveva segnato profondamente U.F.O. 
Comunque un ottimo cast nella prima serie, con Martin Landau, Barbra Bain e Barry Morse. Effetti speciali alla 2001 di Kubrick, storie inquietanti spruzzate di horror, musica maestosa.
Il primo episodio aveva avuto anche ottime recensioni da parte di Isaac Asimov, a patto che le sceneggiature successive non prevedessero incontri continui con civiltà aliene, dato che sarebbe stato scientificamente improbabile. Cosa invece che accade in quasi tutti gli episodi, ma per amor dello spettacolo, noi fans accettiamo anche quello.
E comunque, grazie a Urania, leggiamo anche i romanzi di Asimov per compensare.
Un velo pietoso invece per la seconda serie con un cast totalmente rimaneggiato dal nuovo produttore Fred Freiberger che aveva già fatto dei gran danni a Star Trek, con sceneggiature all'americana che prevedono la classica risata collettiva finale ed effetti speciali molto ma molto scadenti che la Melevisone al confronto sembra curata da Rambaldi e Trumbull insieme. Era appunto diventata una pessima copia di Star Trek.

U.F.O.

All'inizio degli anni 70 sulla tv ancora in bianco e nero arrivò questa serie assolutamente incredibile per l'epoca. 
Rivista oggi può dare l'idea di una ingenua tamarrata, ma resta comunque un cult con gli Intercettori con il missile sulla punta, Base Luna, lo Skydiver, gli Shadomobili cingolati, e gli Ufo rotanti, per citare la sola parte modellistica che allora ci apparivano così reali. 





Ed Straker, Paul Foster, Alec Freeman, Gay Ellis, per dire i personaggi protagonisti. 

A chi questi nomi non dicono nulla, questa serie può apparire una sciocchezza da quattro soldi. Ma chi invece ha vissuto direttamente le trasmissioni televisive dell'epoca, non può non serbare un ricordo nostalgico della SHADO, organizzazione segreta contro le invasioni aliene, situata sotto gli edifici di una casa cinematografica. E non dimentichiamo il tema musicale di Barry Gray (più volte confuso con il bondiano John Barry). La serie era già fin troppo avanti per la Rai, che si trovò a dover censurare alcune scene per violenza e allusioni sessuali, e addirittura interi episodi non furono mai mandati in onda a causa degli argomenti trattati (nell'ultimo si parlava chiaramente di droghe allucinogene). Alcuni di questi episodi furono poi assemblati in Italia in tre film distribuiti al cinema che ci mostrarono quei famosi segreti di cui non eravamo al corrente. Altri due film successivi, invece riutilizzavano sequenze già viste. Degne di nota le rimasterizzazioni in dvd degli episodi usciti in speciali cofanetti con molti extra e interviste. E sono arrivate anche le versioni raggioblu, per il momento però solo dei film creati montando spezzoni della serie tv, oppure la serie integrale, ma solo in lingua inglese.

domenica 14 aprile 2019

AVENGERS ENDGAME, OVVERO... NEL MUCCHIO CI SIAMO DIMENTICATI DI MICHONNE


C'è una scimmia che al confronto King Kong è una bertuccia, per il capitolone finale degli Avengers. Hype altissimo e magari qualche problema di comprensione della storia se non hai seguito tutte le avventure Marvel precendenti (si... anche Thor Ragnarok aaaarrrrghhhh!!!). Ma sul tubo ci sono degli efficaci riassunti (seri e non) per arrivare preparati al gran finale. Tant'è però, che con un cast così nutrito di nomi che nemmeno i cinepanettoni sanno mostrare, qualcuno si è accorto che nel poster del film mancava il nome di Danai Gurira... chi? Beh certo come popolarità non è al livello di Scarlett Johansson o Robert Downey Jr., ma l'interprete di Okoye ha un posto nel cuore dei fans di The Walking Dead, in quanto è la letale (e un po' tarantiniana) Michonne. Poco conta se ormai TWD ha perduto migliaia di spettatori tediati da episodi a velocità bradipo con gente che si fa le facce e qui comando io e questa è casa mia e ogni dì voglio sapere... E quindi se ci stringiamo un po' ci facciamo stare anche Danai e voilà... poster corretto.

PRESENTAZIONE

Bene, cominciamo a scrivere e postare qualcosa riguardante quelle che sono le cose di cui so qualcosa, per cui non si parlerà di calcio né di politica, tantomeno di moda, arredamento e di bon-ton, mentre per la cucina lasciamo il ruolo ai vari Alessandro Borghese o Carlo Cracco di turno. Cinema, tv e musica, tre passioni coltivate da sempre e (per fortuna) che non accennano a diminuire, seppure tutte e tre abbiano avuto delle evoluzioni nell'arco degli anni che le hanno (speriamo) migliorate e aggiornate ai tempi. Che siano capolavori od orrori, cult o tamarrate, cose da ascoltare o inascoltabili, tutte, nel bene e nel male, hanno lasciato qualche piccolo segno. Come Prince quando cantava Sign O' The Times...

DALLA-DE GREGORI TOUR 1979

Gli anni 70 furono un periodo buio per la musica dal vivo in Italia a causa di molti disordini che si crearono in occasione di alcuni concerti anche di star internazionali, tipo i Led Zeppelin che dovettero smettere di suonare dopo 20 minuti e Santana che, invece dei reggiseni che lanciavano a Mick Jagger, si vide arrivare sul palco una simpatica molotov. Anche per gli artisti nostrani non tirava una buona aria e ne sa qualcosa Francesco De Gregori che nel 1976 al Palalido di Milano venne letteralmente sequestrato, minacciato e processato sul palco da un gruppo di attivisti armati, tanto che dopo quell'avventura disse che non avrebbe mai più cantato dal vivo (episodio raccontato da Vecchioni nella sua Vaudeville). Finché un bel giorno del 1979 a qualcuno venne in mente di riportare la musica dal vivo riuscendo a convincere non solo Francesco ma anche Lucio Dalla per un tour che riaprirà una nuova stagione di concerti senza più teste matte a rovinare la festa. Data di partenza e di prova a Savona sotto un cielo plumbeo, ma neanche una goccia, per 15.000 persone e via via sempre di più fino ai 50.000 del Comunale di Torino. 
L'unica pecca dello show era che il palco veniva montato (forse per la paura dei lanci di oggetti) lontanissimo dalle gradinate e non esistevano ancora i maxischermi, e, dato che non era permesso entrare nel campo di calcio, si stentava a riconoscere gli artisti, al punto che un mio amico, sentendo gli assoli di Ricky Portera mi diceva "senti Rosalino come ci dà dentro" pensando che a suonare fosse Ron, che invece era sul palco con loro per presentare il suo ritorno musicale con il singolo I Ragazzi Italiani. 
Inoltre non c'erano nemmeno i famigerati fumi e raggi laser cantati da Battiato, ma solo gente che suonava. 
Ma a quanto pare, al pubblico interessava solo la musica che proveniva da quei muri di casse,  tant'è che ne venne tirato fuori un album dal vivo (registrato malissimo), e un film documentario, entrambi dal titolo Banana Republic. 
Da quel giorno, per fortuna, anche i vari Springsteen, Pink Floyd, Bob Marley ecc. sono tornati a portare in Italia la loro musica (urlando come Gene Wilder "Si... Può... Fareee!!!"), nonché i nostrani Vasco, Zero, Bennato, Daniele, Pooh, Nomadi, tutti tornarono a riempire stadi e palazzetti, sfatando quella brutta nomea che il nostro belpaese si era tirato dietro per colpa di qualche testa di ¢@%%o.

AUGURI MUSICALI A TUTTI I PAPÀ

 19 marzo festa del papà, e per festeggiarlo bene ogni papà, può servire anche una canzone di Cat Stevens dal titolo  FATHER AND SON in cui...