lunedì 31 luglio 2023

GIORNATA MONDIALE DELL'ORGASMO: E GODIAMOCELA STA GIORNATA!

 A sorpresa ho scoperto proprio stamattina che oggi, 31 luglio, è la Giornata Mondiale dell’Orgasmo, nata nel 2015 come National Orgasm Day nel Regno Unito, in Australia e negli Stati Uniti, e poi diffusasi in tutto il pianeta.


Ovviamente il primo pensiero che passa per la testa è la storica scena di Meg Ryan in HARRY TI PRESENTO SALLY, della quale lo script originale prevedeva solo i due protagonisti (lui è Billy Crystal) intenti a parlare di orgasmo, ma fu al regista Rob Reiner che venne l'idea di suggerire a Meg tale trovata. 
Anche Amici Di Letto conta una scena fra Mila Kunis e Justin Timberlake parecchio bollente

dove, al contrario di Meg, Mila non simulava, cioè in realtà si, perché essendo un film era finzione, però la scena rappresentava un rapporto vero...
Ehm... 
Mi sono ficcato un in ginepraio... Aiuto! 
Comunque l'intenzione di tale giornata è la sensibilizzazione nei confronti del tema del piacere sessuale e della sua importanza per la salute, argomento questo spesso considerato tabu e di cui a volte si parla con difficoltà. 
Esiste anche il Global Orgasm For The Peace Day, giornata mondiale dedicata all’orgasmo inteso come gesto di pace, nata nel 2006 da due attivisti americani e festeggiata nella notte tra il 21 e il 22 dicembre. 
Ma non solo nel cinema capita di trovare tale argomento, anzi, nell'arte sono molteplici le opere che lo rappresentano magari sotto spoglie mistiche, come l'Estasi Della Beata Ludovica Albertini di Gian Lorenzo Bernini. 

E poi l’amore tra due donne raffigurato da Gustave Courbet, la Danae di Gustav Klimt, compreso pure Egon Schiele in un autoritratto mentre si prepara a raggiungere un orgasmo fai da te, che però preferisco non pubblicare perché lo considero di pessimo gusto.
Perché canaglia si, ma fino ad un certo punto...

domenica 30 luglio 2023

UN'ALTRA AQUILA HA CONCLUSO IL SUO VOLO

 Ecco che torna la musica qui sul blog perché c'è un altro pezzo degli Eagles storici che se ne va dopo Glenn Frey nel 2016, si loro, quelli di Hotel California, senza dubbio il loro più grande successo commerciale e album dopo il quale Randy Meisner, bassista co-fondatore e voce, lascerà la band per tentare una carriera solista.


Qui sopra ecco la copertina del loro primo Greatest Hits, che comprende le canzoni dal 1971 al 1975, autografata da tutti i componenti di quel periodo.

In effetti Randy nel gruppo era un po' come George Harrison nei Beatles, dovendosi accontentare di una sola canzone scritta di suo pugno da cantare in ogni disco, contro la supremazia di Don Henley e Glenn Frey. 
Randy purtroppo se ne è andato a 77 anni per le complicazioni di una broncopneumopatia cronica ostruttiva da cui era affetto da tempo.

Dal campione di vendite Hotel California eccolo cantare la sua TRY AND LOVE AGAIN, seguita anche dalla precedente TAKE IT TO THE LIMIT, brano tratto da One Of These Nights del 1975 e quindi incluso anche nella raccolta di cui sopra, nonché canzone in cui, secondo alcuni, ha messo in mostra le sue migliori qualità vocali.

E già che ci siamo in questo mood west coast, potrebbe anche esser l'occasione per riascoltare proprio quella famosa hit che è HOTEL CALIFORNIA, alla quale Randy si sentiva comunque molto legato anche se qui faceva solo i cori suonando il basso.

Giusto per curiosità, la leggenda dice che nella grande foto interna del LP, si possa notare nella balconata in alto una figura misteriosa che potrebbe essere Anton LaVey, fondatore della Chiesa Di Satana.

Ovviamente sono solo supposizioni, però il testo di Hotel California sul finale ha un twist alla Shyamalan perché parla proprio di persone (o spiriti) intrappolati in quell'hotel un po' come in Shining. Goodbye Randy. 

sabato 29 luglio 2023

DUNGEONS & DRAGONS - L'ONORE DEI LADRI: ALLA QUARTA VOLTA FINALMENTE È ANDATA BENE

 Avendo già riempito di musica il post del venerdì per quell'ADDIO che sappiamo, oggi dedico al cinema il sabato, e in questo caso devo dire che prendere in mano una saga di film come Dungeons & Dragons, dopo il fiasco clamoroso del primo con Jeremy Irons e Thora Birch uscito più di 20 anni fa con ingenti tagli sul budget che ne hanno minato gli effetti speciali in postproduzione e il montaggio finale, e poi seguito da due sequel televisivi, pure quelli di poca importanza, poteva essere un rischio grosso, anzi enorme.


E invece stavolta è andata bene perché per 2 ore e 15 mi sono divertito un mondo in questo regno di maghi, streghe e canaglie (forse ecco la connessione).

Chris Pine, faccia da schiaffi del gruppo, ovvero il nuovo capitano Kirk della discussa nuova saga di Star Trek (ma non solo, ok),

Michelle Rodriguez, che pesta duro come ogni volta che la vediamo sullo schermo perché ha il fisico (ma finché funziona perché cambiare?),

Sophia Lillis, adorabile mutaforma in grado di diventare una gigantesca creatura bestiale oppure un minuscolo insetto con anche pose plastiche da Black Widow e vista in IT e I'M NOT OK WITH THIS,

e Justice Smith, stregone non proprio espertissimo, che con Will non c'entra, formano una squadra che, avendo visto da poco il terzo episodio dei GUARDIANI, non ho potuto fare a meno di trovare abbastanza simile a quella di Starlord, tanto più che c'è anche un cameo di Bradley Cooper.

Appare anche, da BRIDGERTON, Regé-Jean Page a contrastare il cattivone di turno cioè un divertentissimo Hugh Grant doppiato da Luca Ward che per una volta smette di gongolarsi nella propria voce da figo e si cala totalmente nelle espressioni ridicole del personaggio

aiutato da una tizia altrettanto malvagia che pensavo fosse Helena Bonham Carter (perché miii era ugguale ugguale a parte l'età, ma ormai nel cinema non conta più, vero Harrison?) e invece era Daisy Head, 

il cui zio famoso è nientemeno che Murray Head del quale negli anni 80 ballavamo la sua ONE NIGHT IN BANGKOK, tratta dal musical (che non ho mai visto) firmato dalla quota maschile degli ABBA (e nella canzone lo stile dei due svedesi si sente parecchio) con Tim Rice, cioè Chess. 

Quanto il film sia attinente al famoso gioco di ruolo non lo so perché, mea culpa, non ci ho mai giocato, ma di sicuro è un film che diverte un sacco ed è quello che conta. 

venerdì 28 luglio 2023

ADDIO A SINEAD O'CONNOR E ALLA VOCE UFFICIALE DI CLINT EASTWOOD

 Uno dei personaggi di spicco della scena musicale irlandese è mancato un paio di giorni fa.


Sto parlando di Sinead O'Connor, 56 anni, che, dopo il grande successo del suo secondo album ottenuto grazie alla canzone NOTHING COMPARES 2 U, scritta da Prince, ma da lui, in realtà, mai apprezzata nella versione della cantante, ha preso una china discendente, anzi un vero e proprio burrone di vicende con le quali si è giocata l'immagine e la carriera, la più clamorosa delle quali è stata quando in diretta tv ha strappato davanti alle telecamere una foto di Papa Giovanni Paolo II definendolo "il vero pericolo da combattere", riferendosi alle vicende di pedofilia in cui era implicata la Chiesa. Difatti successivamente durante un concerto al Madison Square Garden verrà pesantemente fischiata dal pubblico fino a farla scoppiare in lacrime. Tuttavia lei era fermamente convinta delle sue azioni e del fatto che il suo vero problema fosse stato il successo del singolo scritto da Prince e non l'azione fatta in tv, sentendosi invece più legata al suo primo album da dove era stato estratto il singolo MANDINKA.


In tempi recenti si era convertita all'Islam ed aveva perduto il più grande dei suoi 4 figli trovato morto suicida, con pure lei stessa che aveva più volte minacciato un gesto estremo. 
Altra grande perdita l'abbiamo avuta nel mondo del doppiaggio, quello ancora da ammirare come il miglior doppiaggio al mondo, perché è mancato ad 84 anni Michele Kalamera,

la storica voce italiana di Clint Eastwood e non solo, poiché, oltre ad aver doppiato moltissimi altri attori, per molti di noi appassionati di SPAZIO 1999, il comandante John Koenig (Martin Landau) della Base Alpha parlava italiano grazie a lui. 
Inoltre era stato anche nel mondo della musica grazie a Caparezza che lo aveva voluto, insieme ad altri doppiatori famosi, a fare un cameo nel suo album Le Dimensioni Del Mio Caos.

Addio Sinead e Michele.

giovedì 27 luglio 2023

ERA UNA NOTTE BUIA E...

 ...tempestosa sarebbe il modo in cui si completa il famoso incipit con cui Snoopy scriveva i suoi romanzi battuti a macchina sulla cuccia, ma che in realtà arriva dal romanzo Paul Clifford di Edward Bulwer-Lytton, e l'ho presa in prestito per un anniversario drammatico come quello di oggi, ma che merita di essere ricordato anche in un libro fotografico uscito esattamente 10 anni fa,


dato che era la notte del 27 luglio 1993, quando Cosa Nostra faceva esplodere un’autobomba in via Palestro, a Milano, vicino al Padiglione d'Arte Contemporanea, e poco più di 40 minuti dopo anche la Capitale viene scossa dai boati di altre due auto piazzate una davanti alla basilica di San Giovanni in Laterano, l'altra a San Giorgio al Velabro, vicino al Campidoglio e i Fori Imperiali. 
Nel capoluogo lombardo sono cinque le vittime, mentre a Roma "solo" 22 feriti. 
Nel 2017 la Procura di Firenze aveva riaperto l'indagine su Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri, perché sospettati di tali attentati a causa di alcune intercettazioni telefoniche, e quest'anno torna di bruciante attualità poiché la recente SCOMPARSA del Cavaliere, che, come ricordiamo, ha oscurato anche la contemporanea morte di Francesco Nuti, il quale invece, per fortuna, è stato ricordato a dovere da quelli terra terra come noi, ha ridotto tale sospetto ormai ad un solo imputato. 
Indagine che, come abbiamo visto, non si crea problemi a protrarsi all'infinito, come d'altronde è uso fare per la giustizia italiana, e, dato che il signor Dell'Utri ha i suoi bei 81 anni, ormai è probabile che rimanga insoluto anche un drammatico caso come questo.

A proposito, inoltre, della Notte Buia E Tempestosa, oltre a ciò che batteva a macchina il bracchetto di Schulz, per rimanere in tema con gli argomenti base di questo blog, voglio ricordare che era anche il titolo di un film del 1985 (non proprio riuscitissimo) con i Giancattivi già orfani (solo artisticamente allora) di Francesco Nuti.
E il cerchio, perlomeno questo, si chiude. 

mercoledì 26 luglio 2023

QUEL LUGLIO DEL 1983 A FIRENZE

 A parte una mia recente BATTUTA sullo scioglimento dei Beatles nel 1970 (ma non l'ho ideata io e, anzi, in realtà avveniva in aprile e quindi non in piena estate), possiamo ricordare nella storia che un'altra grande ondata di caldo colpì davvero l'intera Europa nel 1983 quando a Firenze, proprio il 26 luglio, si raggiunsero i 42,6° C.


Adesso magari non ricordo bene se era davvero un caldo così tremendo, anche perché quell'estate del 1983 GIRAVO DI NOTTE, con le anime perse (cit.) come un vagabondo per la Spagna dormendo di giorno (quanti lo hanno fatto in quegli anni 80), ma mi pare che più o meno siamo sopravvissuti anche a quello, grazie al fatto che l'uomo ha di suo un'ottima capacità di adattamento all'ambiente. 
E che d'estate faccia molto caldo, e d'inverno molto freddo, non mi pare così clamoroso, ma è pur vero che bisogna studiarsele tutte per fare notizia e allora si calca un po' la mano. 
Vero invece che allora non erano così frequenti quegli uragani di pioggia, vento e grandine gigante

che stanno devastando l'Italia un po'ovunque e dovuti, dicono gli esperti, al gran caldo che provoca molta evaporazione con conseguente congelamento quando questo vapore arriva in alta quota. 
Quello si che è un vero pericolo insieme ad alberi divelti per il forte vento e allagamenti che infatti hanno già mietuto diverse vittime, fenomeno però che non siamo ancora in grado di contrastare perché è il pianeta che si adatta al clima, e noi possiamo solo adattarci a tali mutamenti, non certo fermarli. 
Nonostante ciò, geniali sceneggiatori stanno sicuramente già inventando soggetti per nuovi film catastrofici con scienziati che inventano bislacche soluzioni per risolvere il problema, come già HIGHLANDER II - IL RITORNO faceva riguardo al buco nell'ozono, e i risultati di tale ciofeca parlano da soli. 

martedì 25 luglio 2023

ADDIO ALLA MAGA CIRCE DELL'ODISSEA

 Il nome di Juliette Mayniel probabilmente non è molto famoso, se non per aver interpretato nella splendida Odissea televisiva del 1968 la maga Circe che si divertiva a trasformare in maiali i compagni di viaggio di Ulisse e per un altro motivo che dirò più avanti.


Dalla stessa opera televisiva ricordo che abbiamo perduto meno di un anno fa anche IRENE PAPAS e, aldilà della facile battuta sugli uomini che son tutti dei porci (che non è vero, dai), quella produzione, girata su pellicola a colori come fosse un film, era stata grandiosa anche per le scene dove appariva il ciclope Polifemo e quell'episodio in particolare (terrificante per l'epoca) carico di effetti speciali venne diretto da Mario Bava, maestro del settore.

Io ce l'ho questo qui sopra nella mia videoteca e fu anche uno dei miei primissimi acquisti in DVD (gli episodi erano, come si vede, stati divisi su due dischi). 
Persino sulla mia antologia scolastica, fra le varie opere che ci facevano studiare, dove si parlava naturalmente dell'Odissea di Omero c'era esattamente questa foto di scena del famoso ciclope

presa proprio da quel programma. 
Ma perdonate la mia solita tendenza al divagare e torniamo a parlare di Juliette che purtroppo è mancata nei giorni scorsi ad 87 anni in Messico, dove si era stabilita da circa due decadi coltivando la passione per la pittura e ormai con qualche problema di udito dovuto all'età.

Juliette, e questo è il secondo motivo per cui la voglio ricordare, era nota anche per essere la madre di Alessandro Gassman nato dalla relazione che ebbe all'epoca con Vittorio (e si capisce che da due bellissimi non poteva che arrivare lui), e quindi era anche nonna di LEO che quest'anno era sul palco dell'Ariston.

Mai stato invece a Sanremo per il festival, ma piuttosto per ricevere il Premio Tenco, Otello Profazio, cantautore/cantastorie calabrese folk scomparso per problemi cardiaci ad 88 anni.

Addio Juliette e Otello.

lunedì 24 luglio 2023

TRA PATRICK ZAKY E A.I.

 Oggi voglio soffermarmi su Intelligenza Artificiale e Patrick Zaky, due argomenti che tengono banco oltre quello del caldo opprimente e i temporali improvvisi, mentre stranamente non si parla ancora di "partenze intelligenti" e bollini rossi o neri come ogni anno (ma arriverà il momento).


Certo in Italia siamo rimasti un po' perplessi davanti al rifiuto di Patrick di utilizzare un volo privato messo a disposizione dal governo italiano per rientrare in Italia, ma mettiamola così... 
Patrick, si dice per scelta politica, ma non chiedete a me di spiegare la politica, preferisce mantenere un basso profilo e non pesare sulle finanze nazionali pur essendo riconoscente dell'impegno profuso per risolvere il suo grosso problema.

E forse pure io, dopo una tale odissea, non avrei tanta voglia di sostenere un'infinità di incontri con personaggi politici che farebbero a gara solo per farsi fotografare insieme sorridenti, ma da quello sarà difficile sottrarsi.
La stessa premier Giorgia Meloni ha dichiarato che la liberazione di Zaky era una cosa che semplicemente doveva essere fatta e non si aspetta gratitudine da nessuno.

Poi se qualcuno quello di Patrick lo considera un gesto maleducato son affari suoi dato che io la vicenda l'ho seguita, ma, per dire, non ho mai partecipato alle manifestazioni in piazza, perciò pur essendo felice per il lieto fine, la vedo con un mio distacco personale. 
Posso solo far notare che invece della vicenda, sempre egiziana, di Giulio Regeni non è più stata fatta chiarezza, ma chi sono io per giudicare?

Dall'altra parte dell'oceano invece gli Stati Uniti cominciano a vedere le intelligenze artificiali un po' con sospetto (c'è un termine tecnico preciso che sarebbe "si stanno cagando sotto"), e già c'era stato uno sciopero degli sceneggiatori che temevano di perdere il lavoro a causa di tali entità in grado di scrivere al posto loro, ma vedendo come vengono fuori certi articoli di giornali scritti appunto con ChatGPT, ovvero fatti coi piedi, tali lavoratori del settore dovrebbero dormire sonni tranquilli. Tant'è però che, secondo alcuni, è come se davvero fossimo finiti in uno di quei film che parevano fantascenza (all'epoca lo erano), ma adesso sembrano ben più reali.

Così, senza andare scomodare Asimov e le sue leggi della robotica, scritte già da parecchio tempo, per cui magari ora vengono considerate obsolete, o Steven Spielberg con la sua versione fantascientifica di Pinocchio, in Europa si sta lavorando per stabilire limiti, creare regole, leggi, norme, affinché tutto non scappi troppo di mano, mentre Joe Biden ha preso direttamente accordi con le società che creano queste intelligenze affinché i prodotti che hanno tale provenienza vengano resi immediatamente riconoscibili tramite dei watermark o altri segni distintivi. 
Questo perché, come già dicevo in UN POST di poco tempo fa, finché ciò viene usato per divertimento va tutto bene, ma ci può sempre essere qualcuno con cattive intenzioni, perciò meglio correre ai ripari. 
Sempre che non sia già troppo tardi... 

domenica 23 luglio 2023

QUANDO LE AUTO ERANO UN PO' DIVERSE

 Ormai nel nostro mondo quasi fantascientifico siamo abituati ad automobili ipertecnologiche che ci salutano come K.I.T.T. quando ci sediamo, si connettono al nostro cellulare, ci avvisano se siamo stanchi e frenano e parcheggiano pure al nostro posto se necessario.


E ancora ieri sera su Italia 1 è passato il secondo episodio di quella TRILOGIA dove un'auto ormai d'epoca, ma avveniristica per gli anni 80, ha un ruolo molto importante. 
Invece il 23 luglio di ben 120 anni fa (!) la Ford metteva in commercio la sua prima auto (quindi molto diversa dalle nostre) dopo aver rivoluzionato la sua fabbrica di carrozze ferroviarie, grazie all'intento di Henry Ford di rendere disponibile un mezzo di locomozione per tutti ad un prezzo accessibile.


Il veicolo si chiamava Ford Model A e di serie aveva solo due posti, e sia il divanetto posteriore che il tettuccio (che si vede nel poster pubblicitario), erano optional a richiesta (e poi ridete se la FIAT mette come optional tipo gli alzacristalli elettrici posteriori).

Si trattava in effetti di poco più che una carrozza a motore, e lo stesso nome verrà poi riutilizzato in seguito per la nuova Model A che invece avrà l'aspetto classico dell'auto d'epoca vista in migliaia di film, come il modello del 1931 che sarà prodotto sia in versione sport che DeLuxe.


E gira gira siamo giustamente finiti a parlare di film e serie tv perché poi la Ford regolarmente riempirà tali prodotti con praticamente tutti i suoi modelli e con Clint Eastwood che intitolerà pure una sua pellicola come una gloriosa auto della casa di Chicago.

Una cosa è certa, cioè che nel 1903, avendo a disposizione solo un mezzo come la prima Model A, gli antenati di Dom Toretto sicuramente praticavano altri hobbies, se non altro fino al 1927 quando nelle sale uscì il primo film dal titolo Fast And Furious,

muto e in bianco e nero, in italiano conosciuto come Il Centauro Alato, in cui c'entravano si le corse in auto, ma senza implicazioni di poliziotti infiltrati. 
Il classico film che avrebbe potuto interpretare il Jack Arnold di Brad Pitt in BABYLON
Quello stesso titolo che verrà riutilizzato, identico all'originale con Vin Diesel, nel 1955 in una produzione di Roger Corman

altro film in bianco e nero, ma stavolta sonoro, dove ancora nessuno copierà sceneggiature di film con rapinatori surfisti, per portare invece sullo schermo la classica storia di donne e motori, gioie e dolori. 

sabato 22 luglio 2023

TONY BENNETT HA CANTATO L'ULTIMA CANZINE

 Sabato in musica da dedicare doverosamente oggi a Tony Bennett che ci ha lasciati a 96 anni dopo aver lottato con l'Alzheimer e aver portato avanti una carriera da crooner di tutto rispetto, con alti e bassi, certo (ma chi non li ha avuti), e anche problemi di droga superati.


Di origini italiane (Anthony Dominick Benedetto era il suo vero nome) e grande amico di Robert DeNiro con il quale è apparso in TERAPIA E PALLOTTOLE, ha fatto anche un cameo in Una Settimana Da Dio ed ha avuto la sua rinascita musicale con l'era dei duetti marcata con due album dai molti ospiti, duetti fra cui famosi sono quelli con la mutaforma LADY GAGA


con la quale inciderà anche un intero album jazz, e la grande AMY WINEHOUSE che qui sfodera un'interpretazione decisamente alla Shirley Bassey.

In coda ricordo anche Andrea Purgatori, giornalista e conduttore televisivo deceduto a 70 anni in circostanze ancora da chiarire per le quali si parla di cure sbagliate e personale medico indagato.

Andrea era stato anche sceneggiatore per il cinema (Fortapasc porta la sua firma). 
Addio Tony e Andrea.

venerdì 21 luglio 2023

IL CINEMA "FRESCO", ANZI DICIAMO PURE "GHIACCIATO"

  Preoccupati per la crescente morsa opprimente del caldo, così caldo come nel 1970 quando si "sciolsero" i Beatles? Dalla prossima settimana dovrebbero abbassarsi un po' le temperature, ma, nel frattempo, come dicono ai TG, evitate di uscire nelle ore più calde, mangiate frutta e bevete molta acqua, che se non ce lo dicono al TG non ci arriveremmo mai a pensarci, no, figurati.


Ah, poi, specie per gli anziani ci sono i centri commerciali con i loro impianti di aria condizionata che si, finché stai dentro tutto bene, ma poi esci e PAM! ti ritrovi in una fornace. 
Vabbè, consigli utili o no, in Antartide c'è dagli anni 50 una base scientifica russa, la Vostok,

una di quelle dove ci si ambientano spesso e volentieri i film horror che almeno la gente destinata a diventare carne da macello ha meno possibilità di farla franca e anche JOHN CARPENTER aveva scelto una location simile in Alaska (grazie agli effetti speciali), mentre il film originale del 1951 era ambientato al Polo Nord. 
Poi c'è anche la serie tv THE HEAD, ambientata in Antartide e biecamente sfruttata da Prime Video per la presenza del Professore della Casa Di Carta, ma al contrario del bistrattato film di Carpenter, quella a mio parere non era granché.
Da ricordare che anche The Day After Tomorrow cominciava proprio in Antartide con Dennis Quaid carotatore di ghiacci

che, come fosse in Guerre Stellari, ha "un brutto presentimento". 
Di tutt'altro spirito invece il documentario La Marcia Dei Pinguini e l'animato Surf's Up. 
Dall'altra parte del globo invece, senza andare a scomodare John Sturges e il suo Base Artica Zebra del 1968, in tempi più recenti, anzi per la precisione nel futuro, ci viene raccontata una storia di sopravvivenza al Polo Nord in quell'altro film con George Clooney,

THE MIDNIGHT SKY, dato che quella location era diventata, appunto in un futuro apocalittico, l'ultimo posto sulla terra vivibile e anche quella era nata come una base scientifica in una pellicola criticata, ma che a me tutto sommato era piaciuta per il twist alla Shyamalan.

Poi, per dovere di cronaca, anche Cattivissimo Me 2 inizia presso una base scientifica al Circolo Polare Artico e poi, sempre animato, il mitico L'Era Glaciale, dove però basi e scienziati, per forza di cose, non ce n'erano ancora.

Bene, nel 1983, proprio il 21 luglio, presso la base Vostok di cui parlavo all'inizio di codesta divagazione cinematografica durante la quale non avrò certo nominato tutti i film "ghiacciati" del mondo (tipo Frozen, ma non c'entrava infatti), venne registrata la temperatura più bassa mai rilevata, cioè - 89,2 gradi centigradi.
Perché ve lo dico? 
Niente, a parte che questo evento accadeva il 21 luglio (cioè come fosse oggi) del 1983 non c'è altro motivo, ma magari a pensarci può venire un po' di refrigerio... 
Basta pensarci molto forte... più forte... ancora di più 😉. 
Anche in queste notti calde d'estate come cantavano i NIGHT,

gruppo nato in California, ma composto da session men britannici fra cui Chris Thompson della Manfred Mann Earth's Band e Nicky Hopkins del quale vi metto il LINK ALLA PAGINA di Wikipedia perché faccio molto prima dato che ha suonato letteralmente con mezzo mondo (pure con i Fratelli LaBionda). 
I Night cantavano così di notti calde estive e lo facevano già nel 1979.

giovedì 20 luglio 2023

LA REGINA CARLOTTA: UNA STORIA DI BRIDGERTON (MA NON TUTTO QUELLO CHE ARRIVA DA BRIDGERTON È DA VEDERE)

 Ok Shonda Rhimes, La Regina Carlotta è uno spinoff prequel che arriva da Bridgerton e me lo fai capire con scene dove, in parecchi flashforward, si vedono, in parallelo con le loro versioni più giovani, i personaggi che abbiamo amato nelle prime due stagioni della bella serie tutta sesso (specie la prima) e corteggiamenti.


Poi, a parte la solita etnia che "non c'entra un cazzo, ma che piace ai giovani", la vicenda ha le sue radici nella realtà molto vintage e difatti La Pazzia Di Re Giorgio nel 1994 era stato anche un film con Nigel Hawthorne e Helen Mirren che raccontava tale storia, ma con una maggiore attinenza storica. Quindi, essendomi divertito con Bridgerton, cosa credi che dovrei pensare adesso di questo spinoff?

No, Jean Claude, francamente no, anzi, ci ho trovato molta noia che, insieme al calore delle sere estive che abbiamo, non aiuta certo ad apprezzare una serie tv. 
Quindi, per conto mio, la posso abbandonare senza troppi rimorsi che tanto se ci ripenso la trovo sempre lì... sotto la N rossa. 
Ma non sarà il caso, no. 

mercoledì 19 luglio 2023

GUARDIANI DELLA GALASSIA VOL. 3: OGNI STORIA HA UNA FINE (?)

 Altro film dalla lunghezza abbastanza importante è Guardiani Della Galassia Vol.3 che conclude la trilogia diretta da James Gunn sulla banda di eroi più incredibile e sgangherata della Marvel puntando l'obiettivo sulle origini di Rocket Raccoon che vediamo in continui flashback fin da quando era cucciolino puccioso, vittima di esperimenti dolorosi, ma che forgeranno l'indole incazzosa del nostro amico già vista nei precedenti film.


Tutto il resto del film invece ci mostra il gruppo intero (con anche una rediviva Gamora) che cerca di salvare appunto Rocket rimasto gravemente ferito, fra scene d'azione e momenti esilaranti grazie al solito Drax di Dave Bautista che dice le cose così come gli vengono in mente senza pensarci due volte (tipo "ho fatto la cacca a forma di pesce" mi ha steso!), perché ha, si, una forza mostruosa, ma anche il candore di un bimbo

(si, anche la scena del divano è top!) come si vedeva anche nel bellissimo SPECIAL DI NATALE
Non saprei dire altro se non che la CGI qui è a livelli spaziali (haha! A parte gli scherzi ho trovato maggiore coesione fra reale e digitale qui che in AVATAR LA VIA DELL'ACQUA che, secondo me, viene quasi perculato in una scena in cui i personaggi si apostrofano a forza di "bro!") e, nonostante la lunghezza di 150 minuti, posso dire che è un film che scorre bene perché non ci ho trovato lungaggini inutili, con anche parecchi camei d'eccezione, alcuni che arrivano direttamente dal secondo episodio

o anche dalla concorrenza DC da dove arriva Nathan Fillon ed entrambi i due attori qua sopra, e con Ura che viene interpretata da Daniela Melchior, già vista nei panni di Ratcatcher 2 in THE SUICIDE SQUAD - MISSIONE SUICIDA.

Forse il film è solo leggermente confuso in alcuni momenti, e credo proprio che, visto il finale, se non ci saranno ripensamenti, i Guardiani come li conosciamo siano davvero finiti e, per il modo come li ho adorati, più di altre cose pretenziose Marvel (leggi Secret Invasion), mi mancheranno tutti. 

IL RITORNO DI UNO DEI VERI ROCKETS E ALTRE STORIE

 Oggi nel sabato che di solito viene dedicato alla musica, ho avuto una lieta sorpresa (forse gradita anche ai nostalgici) nel ritrovare Ala...