lunedì 31 gennaio 2022

ANCORA PIÙ BELLO: COME RITORNO AL FUTURO... O MATRIX?

 A sorpresa mi era piaciuto molto quel film, visto su Prime Video, dal titolo SUL PIÙ BELLO, e ne avevo parlato nel blog per le tante analogie con altre pellicole che mi portava alla mente.


Così mi sono approcciato al secondo capitolo che ha traslocato su Netflix (la malandrina, e vedremo il perché...) ed ero davvero pieno di belle speranze che, purtroppo, sono state disattese dopo poche battute pronunciate così male e con poca convinzione che pareva di vedere un corto amatoriale come ce ne sono tanti su YouTube, pure fatti meglio, se non una mediocre fiction televisiva. 
E infatti... sono andato ad informarmi ed ho scoperto che il cast, si, era lo stesso, ma la regia era cambiata e da Alice Filippi, che era al suo primo film da regista dopo essere stata assistente di Carlo Verdone in diverse pellicole assimilando un certo modo di fare cinema (perché Carlo ha fatto anche film belli e non solo cose brutte come SI VIVE UNA VOLTA SOLA), era finita in mano a Claudio Norza, anche lui alla sua prima esperienza cinematografica e finora regista di fiction televisive che probabilmente lavora col metodo rapido del "buona la prima" ed il risultato, come con i tamponi rapidi che non sono del tutto affidabili, purtroppo, si vede. 
Sarà stata anche la mancanza della musichetta con la fisarmonica (che faceva tanto Amelie) del precedente capitolo per cui l'atmosfera era del tutto diversa, ma, per dire, mi è sembrato addirittura che il momento recitato meglio sia stato il breve cameo di Loredana Bertè, pensa un po'... 
La Netflix malandrina di cui sopra, ha inoltre avuto l'idea di spezzare la storia in due film come usa fare con i blocchi delle serie tv, così adesso mi toccherà sorbirmi un'altro film recitato male che esce oggi 31 gennaio e che si chiama Sempre Più Bello, perché mi è rimasta la curiosità su quel "To Be Continued" che appare alla fine. 
Si, lo so che la stessa cosa l'aveva fatta Zemeckis con Doc Brown e Marty McFly, però, non so per quale motivo, il risultato in quel caso era stato un pochino diverso. 
Anzi, qui forse siamo più vicini a come sono andate le cose 20 anni dopo con i due seguiti di Matrix (pure quelli realizzati con la stessa modalità) di cui, chissà perché, nessuno ne parla bene... 

domenica 30 gennaio 2022

MA SE CERTI GIORNALISTI FOSSERO A SCUOLA?

 Quando a scuola il professore ti chiamava alla cattedra per dire la lezione, se cominciavi a farcire le cose che dicevi con ehm, uhmm, eee, aaa, ooo (mancava solo un nanana, che parevi Vasco Rossi nelle sue canzoni peggiori), venivi rimandato a posto senza mezzi termini perché era indice che la lezione non l'avevi imparata bene.


Lezione che molti, troppi giornalisti dei TG che vediamo in tv dimostrano di non aver imparato nonostante avessi già dedicato loro un post risalente a MAGGIO 2020 in cui chiamavo in causa pure Nanni Moretti in quella famosa scena dell'intervista. 
Anzi la situazione pare persino peggiorata da quel dì, con adesso pure l'agonia infinita degli inviati per le elezioni del Presidente della Repubblica risolta cioè con il Mattarella bis nonostante il Sergio avesse già fatto armi e bagagli, e con l'incremento esponenziale dei vari intercalare tipo "diciamo" e "come dire" che, messi in un discorso rendono tutto fastidioso perché pare che vogliano sottintendere cose che non vengono dette esplicitamente. 
E la cosa che più mi perplime è che uno dei maggiori esponenti di questo brutto modo di esporre le notizie tirandola per le lunghe è quell'Enrico Mentana che un tempo era stato soprannominato "mitraglietta" per il suo parlare a raffica ed ora pare invece aver invertito la tendenza creando, spero involontariamente, tutta una generazione di emuli che cincischiano e stiracchiano frasi che si potrebbe dire spigliatamente in un attimo. 
Per cui... Tornatevene a posto e tornate quando sarete più preparati! 

sabato 29 gennaio 2022

KISS THISS, DALL' AUSTRALIA CON AMORE

 Tempo fa ho parlato delle cover band che ricreano il SOUND DEL PERIODO a cui si riferiscono, e anche delle TRIBUTE BAND che in più replicano in tutto e per tutto anche il look del gruppo a cui dedicano ore e ore in sala prove con tanto amore; così, girando su YouTube mi sono imbattuto in questa recente tribute band (credo) australiana dei Kiss (eh sti ragazzi tornano spesso nei miei post), i Kiss Thiss (da non confondere con gli italiani Kiss This con una sola esse), praticamente identici grazie a makeup e costumi con pelo sul petto incluso, e, come ogni tributo dei Kiss che si rispetti, sul finale del concerto il sosia di Paul Stanley sacrifica la chitarra come fa Starchild e lo si vede fare in questa ROCK AND ROLL ALL NITE.

Magari non sono loro la migliore tribute band dei Kiss, perché ce ne sono davvero migliaia pure italiane tra cui ricordo anche le KISSEXY
tutte al femminile con l'aggiuntina di un maschietto chitarrista, però bisogna dire che per mettere in piedi uno show come questo l'impegno c'è e si vede. 

venerdì 28 gennaio 2022

BLUBBERELLA, CIOÈ BLOODRAYNE SECONDO MIKA

 Ad un passo dal giorno della memoria posto un altro film dove quel personaggio di nome Adolfo (in arte Fuhrer) c'entra pure qui ed è una specie di rilettura di Bloodrayne, la saga della mezza vampira, che è molto famosa specialmente nell'ambiente dei cosplayers, per cui non poteva mancare qualche film dedicato a lei.


Ora accade che Uwe Boll, il regista di Bloodaryne III, mentre sta lavorando al terzo episodio della vampira ufficiale,

abbia un'idea "geniale" e, per risparmiare, prenda lo stesso cast, compreso Michael Parè che L'HO GIÀ DETTO QUI che ha l'abbonamento ai B-Movie, e le stesse ambientazioni per realizzare una parodia fotocopia del suo stesso film, mettendo come protagonista però una Bloodrayne curvy (mooolto curvy) più delle BIG GIRLS
cantate da Mika (ultimamente torna spesso il simpatico cantante libanese), che dà la caccia ad Hitler, ma sto Fuhrer per errore riceve dei superpoteri diventando un supercattivo. 
Ecco... 
Già così è chiaro che si parte per la tangente del trash, e come si sviluppa è meglio vederlo che raccontarlo, poiché le sole parole non renderebbero adeguata giustizia a tale prodotto, quindi perlomeno il TRAILER
ve lo posto qui, così per averne un'idea... 

giovedì 27 gennaio 2022

IL GRANDE DITTATORE, OVVERO: IL GIORNO DELLA MEMORIA SECONDO ME

 Il giorno della memoria è un ricordo di un momento decisamente buio della storia, ma qualcuno negli anni ha saputo anche riderci sopra, e non si tratta solo di Roberto Benigni.


Sto parlando infatti del primo film sonoro di Charlie Chaplin, uscito nel 1940, in cui interpreta il dittatore Adenoid Hynkel,


che non devo certamente dire chi sarebbe quello originale, ma è sempre lui (ovviamente) anche il barbiere ebreo che si ritroverà al suo posto per una serie di equivoci. 
Anche noi italiani siamo protagonisti poiché veniamo sbeffeggiati con una parodia di Benito Mussolini doppiato nella prima edizione da un ottimo Carletto Romano, poi sostituito come tutti gli altri, Lionello compreso, nelle successive

(Questa qui sopra è una GIF in loop, ma anche nel film vanno davvero avanti così per parecchio). 
Da Oscar il DISCORSO FINALE di Chaplin che la bravura di Oreste Lionello riesce a rendere ancora più emotivamente coinvolgente dell'originale.

Per il giorno della memoria dalla vostra canaglia preferita. 

mercoledì 26 gennaio 2022

BROADCHURCH: DUE DOTTORI DEL TEMPO (ANZI, QUASI TRE PIÙ UN COMPANION) NELLA SERIE GIUSTA

 Chris Chibnall è il criticatissimo showrunner di Doctor Who che ormai sta per lasciare il posto al redivivo Russell T.Davies (lui redivivo, ma Chris non redimorto eh...). Criticato giustamente Chris per aver pasticciato quella saga a dir poco sacra della BBC.


Ma qualcosa di buono in vita sua Chibnall l'ha fatta e si chiama Broadchurch, serie tv del 2014 che ha raggiunto le tre stagioni. Il plot è semplice e riguarda l'omicidio di un ragazzino in un piccolo paese del Regno Unito, e si sa che se il paese è piccolo la gente mormora... 
E non solo. 
Infatti David Tennant (ex Doctor Who) arriva sul posto ad indagare e ti trova Jodie Whittaker (Doctor Who in carica) che fa la madre del ragazzino, Arthur Darvill (Rory Williams, il fidanzato di Amy Pond in Doctor Who ed entrambi suoi companions nel periodo di Matt Smith), che fa il parroco, più David Bradley che ha interpretato William Hartnell, il primo Dottore dell'era televisiva in bianco e nero, in un film per la tv dal titolo Un'Avventura Nello Spazio E Nel Tempo, che consiglio caldamente a tutti, dove si raccontava la nascita della serie più longeva della BBC. 
Nonostante tutto sto ben di dio di cast, le atmosfere non assomigliano per niente alla serie sul viaggatore del tempo, anzi semmai ricordano parecchio il buon Twin Peaks di Lynchiana memoria, dove piano piano (molto piano, si perché la serie un po' lenta lo è) saltano fuori i segreti di tutti gli abitanti del piccolo paese sul mare. 
Per cui riesco persino (quasi) a perdonare Chibnall per le sue malefatte poiché vedi che, se gli metti in mano un prodotto adatto a lui, riesce anche a fare cose decenti, magari non dei capolavori però sempre meglio di certi PASTICCIACCI
In chiusura, da qualche giorno stanno girando certe voci che con Davies potrebbe tornare anche Tennant...
Sarebbe la cuccagna... 

martedì 25 gennaio 2022

ETERNALS (MA IN REALTÀ DURANO MOLTO MENO...) E PURE OGGI...

 Eh beh... Qui si fanno rigori a porte vuota se sui titoli di testa mi fanno ascoltare Time dei PINK FLOYD che nel contesto di quel prologo un po' kubrickiano ci sta benissimo, dato che qui, dove ci sono dei personaggi che del tempo non gliene cale, il tempo è relativo, mentre a noi comuni mortali invece del tempo ci cale (cicale cicale cicale... Cit.). 


Inoltre sempre qui (nel film) si abbattono con forza, come fossero quel famoso "muro" del doppio album del 1979, le barriere degli universi cinematici con le citazioni di Superman e di Alfred, il maggiordomo di Batman senza girarci intorno neanche un po'. 
Poi ancora mettici dei costumi stupendi che probabilmente qualche ritocco al computer lo devono avere perché vestono come una seconda pelle anche se mostrano pure una certa rigidità tipo armature. 
Ritocchi al computer che sulle acrobazie dei vari protagonisti si, ce ne sono parecchi, ma non danno troppo fastidio, anzi. 
Fanno solo un po' sorridere quando vedi Angelina Jolie

far certe evoluzioni che "chapeau" direbbe Loretta Goggi se fossero vere. 
E magari in parte lo sono, grazie ai soliti cavi, perché comunque l'Angelina ha 46 anni ben portati e anche se il nome del suo personaggio Thena, che come lei stessa specifica è senza la "A" iniziale tanto che pare di vedere la scena di Django con la "D" muta, ricorda certi prodotti per signore di una certa età (Tena Lady...) la sua bella figura la fa eccome. 
E che dire del ritorno di Gemma Chan, l'ex androide (o forse si dice ginoide?) di Humans e già Minn-Erva, la Kree in Captain Marvel,

che qui interpreta Sersi? Ne dico solo che bene ed è sempre un piacere rivederla anche con la sua espressività solita ridotta al minimo, perché nei personaggi che le capitano addosso ci sta bene così.

Giudicavo sulle prime solo un po' strana la scelta di affidare la regia a Chloé Zhao dopo aver visto i suoi film precedenti che nulla ci azzeccavano con i cinecomics Marvel, ma poi ho potuto notare con piacere la sua firma nelle molte scene aperte valorizzate dall'Imax, con quei paesaggi sconfinati ripresi dal vero (e non digitali come di solito accade) che già avevo visto nei suoi lavori, il che mi ha fatto pure pensare che altre parti del film (quelle più Marvel) siano state invece affidate alla seconda unità, ma, se non è così, allora davvero complimenti a Chloé per la versatilità. 
Rispetto agli standard dei precedenti film Marvel bisogna dire che si ride davvero molto meno, forse anche perché l'argomento è piuttosto serio dato che la terra intera sta per essere distrutta; no, non come in quell'ALTRO FILM coi grossi nomi dentro, ma comunque sarebbe lo stesso un "Paff Bum!" (direbbe Lucio Dalla)... spazzata via da una minaccia che i nostri amici (quasi tutti) cercheranno di contrastare. 
Cameo di Harry Styles nella prima scena post credits e toccatina sulla seconda per introdurre un personaggio che già ha avuto tre film a suo nome quando ancora la Marvel nel cinema non era sto popò di roba a getto continuo che è diventata adesso. 
Dura parecchio, si, ma ci sta tutto e, dopo la prima impressione, per fortuna ho appurato, con un sospiro di sollievo, che Sprite, l'Eterna ragazzina che si lamenta del fatto che non invecchia mai (ma quante invece si lamentano del contrario e cercano di sembrare ragazzine nonostante gli "anta"... Eh?😜) NON È Tones And I di MUFFAMI MUFFAMI... 
Concludo il post di oggi a tema cinematografico/fantascientifico con un ultimo saluto (ma quanti in questi giorni😱) al grande disegnatore francese Jean-Claude Meziérès, morto l'altro ieri a Parigi all'età di 83 anni.

I suoi personaggi a fumetti hanno preso vita grazie a Luc Besson che ha tratto nel 2017 il film VALERIAN E LA CITTÀ DEI MILLE PIANETI,

dove ricordo con piacere che ha una parte anche Rihanna, e
 le sue storie hanno influenzato molta della fantascienza cinematografica moderna.

lunedì 24 gennaio 2022

THE FRENCH DISPATCH: NON PERFETTO, MA PERFETTAMENTE D'AUTORE (E UN ADDIO ANCHE OGGI, PURTROPPO)

 Wes Anderson è così, o lo ami o lo odi, ma se lo odi probabilmente è solo perché non hai capito bene le intenzioni del regista.


Intenzioni che in questo ultimo film, il cui titolo completo originale è The French Dispatch Of The Liberty Kansas Evening Sun, sono portate probabilmente al livello massimo di alta acrobazia audiovisiva che già era alto nei suoi film precedenti. Qui ogni singola scena è un quadro, un insieme di immagini e particolari che per notarli tutti sarebbe necessario mettere in pausa continuamente, anche perché se stai a guardare l'immagine ti perdi i FIUMI DI PAROLE

(oddio non questi dei Jalisse😜) 
che per tutta la durata sottolineano e raccontano la storia in voice-over. E devo ammetterlo che non ho capito esattamente tutto della traccia audio così incessante e martellante. 
Ma probabilmente Wes vuole così. 
Preferisce che ti concentri sulle immagini geometriche, simmetriche, prospettiche come solo lui sa fare. 
E anzi proprio per questo motivo si tratta di uno di quei casi in cui è da evitare la versione in lingua originale perché se stai a leggere i sottotitoli non ce la fai a causa della velocità, e ti perderesti tutte le immagini che nel frattempo passano sullo schermo, a meno che tu non sia di lingua madre inglese, in tal caso il problema non sussiste. 
Schermo che Wes utilizza proprio come pare a lui, passando dal 4:3 al 16:9 a seconda di ciò che ti deve far vedere, che lui vuole che tu veda e ti concentri su quello, come anche l'uso del colore e del bianco e nero e pure di una sequenza animata sul volgere del termine della pellicola. Wes inoltre si porta dietro un po' tutto il cast di fidati attori che hanno lavorato con lui, con in più altri famosi nomi che, dato che non mi ero informato sul cast completo, mi sono divertito a scoprire mano a mano, ma se stessi a nominarli tutti il post diventerebbe lungo il doppio perciò metto il pratico link a WIKIPEDIA, con una nota particolare per la Bond girl Lea Seydoux completamente nuda (in posa artistica eh... niente hardcore) che lì per lì mi pareva Scarlet Johansson a causa di Domitilla D'Amico, la sua voce italiana, ma anagraficamente non mi tornavano i conti. 
Ah, ancora riguardo le voci italiane, mi ha fatto strano sentire Bill Murray con la voce di Michele Gammino, ma vabbé prendiamola come un virtuosismo, un numero di alta elettricità, un numero di oltraggiosa schizofantasia, una clowneria psicofrenetica (ops... Qui mi è partito un Alberto Camerini da Comici Cosmetici). 
E già che siamo in tema di acrobazie e doppiaggi, devo aprire una parentesi e ricordare doverosamente che a 70 anni è mancato Renato Cecchetto, la voce italiana di Shrek,

che vabbè con Wes Anderson non c'entra nulla, ma eravamo nel discorso... (chiusa parentesi). 
Certo i pareri su questo film sono parecchio discordanti, e da Wes ho visto cose migliori, ma, ripeto, preso come arte visiva il film è davvero uno spettacolo e lo si può vedere già dal TRAILER.
In alternativa poi c'è sempre qualche canale televisivo che trasmette i film di Boldi e DeSica, oppure Sharknado, perciò contenti tutti... 

domenica 23 gennaio 2022

LO SPOT DALLA MUSICA (QUASI) MISTERIOSA

 Erano alcuni giorni che lo spot della nuova DS4 mi tormentava con una musica che mi instillava dei ricordi che manco Mr. Cobb in INCEPTION avrebbe saputo fare di meglio.

E la cosa che più mi faceva girare le balle era che Shazam non la riconosceva QUELLA MUSICA, e alla fine ho capito il perché: si tratta di un arrangiamento, fatto apposta solo per lo spot, di un movimento della Sinfonia N°9 di Antonin Dvorak, per cui non è presente nei database di Shazam. 
E fin qui tutto bene, però nella mia testa non ricordavo di aver mai messo sul piatto del mio impianto stereo un tale disco di musica classica, per cui il mistero misterioso non era del tutto risolto. 
Ed "ero lì che mi arrovellavo il Gulliver" (cit.) finché ad un certo punto non ti scopro che Serge Gainsbourg, lo chansonnier sciupafemmine noto per l'erotismo contenuto in certe canzoni, aveva utilizzato lo stesso movimento all'interno di una sua canzone del 1968 dedicata al suo amore Brigitte Bardot dal titolo proprio INITIALS BB e precisamente lo si sente dal secondo 00.28, quando parte il ritornello. 

Già la faccenda pareva chiarita, ma qualcosa non mi quadrava ancora, perché la canzone di Serge non era così conosciuta, almeno per me, o forse l'avevo ascoltata senza saperlo. 
Così, scava scava, ti scopro che i Therion, band svedese di symphonic metal, nel 2012 ne hanno realizzato una cover accompagnata da un VIDEOCLIP spettacolare dove all'erotismo mentale di Gainsbourg si aggiunge quello più esplicito di tanta "mercanzia" messa in mostra come facevano a Colpo Grosso (bambini... A nanna!) ed effettoni speciali da film mischiando Sky Captain And The World Of Tomorrow con Bitch Slap.
E finalmente le cose hanno cominciato a prendere una piega più terrena per me già con Gainsbourg perché Je T'Aime Moi Non Plus, di Serge con Jane Birkin, e Bonnie And Clyde, cantata con BB, quelle invece le ho già ben stampate in testa, specie la seconda per essere la soundtrack di IRMA VEP nella cover dei LUNA
figuriamoci poi con la band svedese e il suo videoclip... 
Mi era persino sorto il dubbio ancestrale, presto rimosso, che c'entrassero anche gli Squallor (tanto i bimbi già li abbiamo mandati a letto) con BERTA e VACCA, due brani contenuti in due diversi album, il cui monologo è accompagnato dalla stessa identica musica orchestrale che, però, riascoltandola si capisce che non è quella dello spot e infatti, dalle informazioni raccolte, pare sia firmata da Elvio Monti e solamente ispirata alle composizioni di Dvorak (e anche un pochino Frankenstein Junior) con quello spirito di musica proveniente dall'est.
Ed ecco che, dopo tutto sto panegirico, quel movimento della sinfonia di Dvorak diventa improvvisamente un "movimento sexy" e via tutti a ballare LA BOMBA! Una mano a la cabeza, una mano a la cintura...

sabato 22 gennaio 2022

TUTTA L'ITALIA STASERA ALLE 18.05 BALLERÀ CON GIGI D'AGOSTINO, MENTRE MEAT LOAF CI HA LASCIATI (E NON SOLO LUI)

 Anche oggi mi trovo a parlare di addii ed in particolare di un altro pezzo "grosso" e storico del rock che purtroppo se ne va a 74 anni, e che risponde al nome (o meglio soprannome) di Meat Loaf, dato che il suo di battesimo era Marvin Lee Aday (poi cambiato in Michael), ma in arte, per la sua stazza da sempre evidente, era conosciuto così come "polpettone".


Nome che aveva dato anche alla sua band e conosciuto per quel campione di vendite che è Bat Out Of Hell, scritto da JIM STEINMAN con quel suo stile squisitamente barocco, ma non diventato ricco per quello, poiché Meat Loaf ricevette solo un cospicuo assegno per aver cantato le canzoni come questa I'D DO ANYTHING FOR LOVE (BUT I WON'T DO THAT),

mentre i diritti hanno fruttato soldoni solo al suo autore. 
Era sempre lui nel 1975 il motociclista Eddie nel mitico Rocky Horror Picture Show dove interpretava la canzone HOT PATOOTIE, BLESS MY SOUL,
ed è apparso anche in altre pellicole famose come il meraviglioso Fight Club, e serie tv, da Dr.House a Glee. 
Decisamente meno rock, anzi completamente dedito alla canzone popolare genovese, era Piero Parodi che ci ha lasciati ad 86 anni e questo era uno dei suoi CAVALLI DI BATTAGLIA.
Piero era stato uno dei rinnovatori della canzone dialettale, eredità che da anni stanno portando in giro anche i Buio Pesto con concerti benefici, loro però nei grandi stadi e con impianti da fare invidia ai Rolling Stones. 
Un altro nome che se ne va, relativo però solo al cinema, è quello di Camillo Milli,

caratterista visto in un'infinità di film, quasi sempre in abiti ecclesiastici a causa del suo "phisique du role". 
È stato vittima del Covid e ci lascia a 92 anni. 
In conclusione voglio segnalare un'iniziativa di Radio Deejay che, dietro richiesta di un'ascoltatrice, questa sera alle 18.05 manderà in onda L'AMOUR TOJOURS di Gigi D'Agostino
per rincuorare il celebre dj e amico che sta passando un brutto momento riguardante la sua salute; l'intenzione sarebbe di far alzare a palla il volume delle radio in tutta Italia e suonare tutti insieme la canzone con le finestre aperte come in un flash mob. 
Io lo farò... i miei vicini non so... 
Per cui un addio per Meat Loaf, Piero e Camillo, ed un salutone affettuoso (e a palla) per Gigi D'Ag. 

venerdì 21 gennaio 2022

LA MACCHINA DEL TEMPO SI È FERMATA PER WEENA

 Cinema d'altri tempi e fantascienza molto raffinata quella firmata da George Pal, quello del primo LA GUERRA DEI MONDI del 1958, per capirci. Anche L'UOMO CHE VISSE NEL FUTURO del 1960 porta la sua firma e, oltre ad un Rod Taylor protagonista mattatore, c'era anche la splendida Yvette Mimieux


che interpretava l'eterea e deliziosa Weena della comunità degli Eloi e fra i due nasceva inevitabilmente la storia d'amore.

L'attrice tornerà due anni dopo a recitare con lo stesso regista in Avventura Nella Fantasia, un bizzarro film sui fratelli Grimm (molto prima di Terry Gilliam) e su come hanno cominciato a scrivere le favole che conosciamo; una simpatica curiosità sul doppiaggio italiano vedeva i due fratelli doppiati dalla futura coppia di ATTENTI A QUEI DUE, cioè Pino Locchi e Cesare Barbetti. 
Yvette purtroppo è mancata ad 80 anni dopo essere apparsa in diverse pellicole delle quali posso dire di aver visto sicuramente L'Odissea Del Neptune Nell'Impero Sommerso che, nonostante un cast altosonante, era penalizzato da effetti speciali ben poco "speciali", e THE BLACK HOLE, quel film con cui la Disney aveva tentato la carta pretenziosa della fantascienza in grande stile

(anche qui con un grosso cast, e difatti Yvette è qui sul set con Anthony Perkins) dopo essere stata preceduta da Lucas con Guerre Stellari, e di quanto il Topo ne ha rosicato ne ho parlato nel POST DEDICATO a quel film. 
Altro nome del cinema a cui dobbiamo dire addio, ma stavolta pienamente francese, mentre Yvette lo era solo per parte di padre, è il giovane Gaspard Ulliel,

deceduto a causa di una drammatica caduta sugli sci a soli 37 anni. 
La sua carriera cinematografica si alternava con quella di modello che forse gli portava maggiori soddisfazioni in quanto come attore personalmente lo posso ricordare solo per il pessimo Hannibal Lecter - Le Origini Del Male, che non è esattamente un buon biglietto da visita, ma sono sicuro che si sarà trattato di una scelta sbagliata e gli saranno capitati copioni migliori in passato. 
Un adieu ad entrambi, Yvette e Gaspard. 

giovedì 20 gennaio 2022

I POSTER DEI FILM, IERI E OGGI

 Sebbene cinema e musica siano molto spesso strettamente collegati, purtroppo nell'industria che commercializza tali prodotti pare che ci siano scuole di pensiero completamente diverse.


Cioè, quante volte ho acquistato un film in bluray e dvd perché mi piaceva, perché, specialmente se era un film di parecchi anni fa, avevo dei ricordi particolari, nostalgici di quando lo avevo visto al cinema in quella piccola sala di seconda visione, ma tante volte mi sono ritrovato in mano una copertina che non era neanche lontanamente simile al poster originale del film? 
Mi riferisco in particolare alla saga di James Bond

dove le copertine sono state realizzate exnovo ad ogni nuova edizione singola o in collection rasentando l'atto vandalico. Ma anche Star Wars, che ne L'Impero Colpisce Ancora si fregiava della firma di Boris Vallejo, ha subìto lo stesso trattamento di modernizzazione ancora più accentuato

e la lista sarebbe molto lunga con film diventati mitici che ora si fregiano di una copertina fatta in photoshop assemblando malamente immagini del film. 
E pensare che invece, tali vecchi poster sono vere opere d'arte realizzate a mano come quadri, che, a mio parere, dovrebbero restare per sempre legate all'opera audiovisiva con cui sono nate. 
Dico a mio parere, ma chi sono io per decretare ciò? 
Però... Cioè, se oggi vado nei negozi di dischi (ormai molto rari in verità) trovo sempre The Dark Side Of The Moon

con "quella" copertina nera del 1973, come anche ogni disco dei Beatles e dei Rolling Stones si presenta ancora oggi nel 2022 con la stessa identica livrea. 
Perché allora nel cinema mi devono cancellare i ricordi di quando vedevo i manifesti esposti fuori dalla sala che mi invitavano ad entrare, e che poi all'uscita un paio di volte sono riuscito anche a farmeli regalare? 
E sono sicuro di non essere il solo ad aver avuto questo pensiero. 

mercoledì 19 gennaio 2022

ULTIME NOTIZIE!!! OMICRON ESISTE DAL 1963

 No, niente paura, non è uno scoop giornalistico e nemmeno mi metto a fare il virologo tuttologo qualsiasicosologo.


Ora non so esattamente chi sia la persona che sceglie i nomi da dare ai virus e alle varianti, ma il nome Omicron, per chi è affamato di cinema, non dovrebbe essere del tutto nuovo poiché era il titolo di un film italiano del 1963 diretto da Ugo Gregoretti che parlava di un'invasione aliena dal pianeta Ultra con esseri eterei che prendevano possesso dei corpi umani. 
In questo caso Omicron era il nome dell'alieno che occupava il corpo di un operaio (Renato Salvatori) creduto morto e che invece riappariva con doti sovrumane grazie alla presenza dentro di sé di tale ospite. 
Il pretesto fantascientifico era comunque presente solo per fare una satira sulla condizione della classe operaia e tutto quello ad essa collegato tipo la frenesia del consumismo. 
L'Omicron che conosciamo noi invece ha effetti un po' diversi, specialmente se la gente si ostina ad evitare il vaccino. E anche questa non è fantascienza, ma nemmeno satira... 

martedì 18 gennaio 2022

THE BOOK OF BOBA FETT E TUTTI I MIEI DUBBI

 Boba Fett, come abbiamo visto nella serie The Mandalorian, si era salvato dal Sarlacc, dato che lo vedevamo vivo e vegeto che reclamava la sua armatura ereditata dal padre, ma finora non sapevamo come avesse fatto a tirarsi fuori da tale situazione. A questa domanda arriva la risposta proprio nel primo episodio della nuova serie su Disney +,


e non solo; i flashback sono gustosi e si ricollegano a The Mandalorian perfettamente, per botte di fortuna o genialità degli sceneggiatori, ma l'importante è che funzionino. 
Parlavo di flashback perché la storia parte da dove è terminata l'altra serie e precisamente dalla scena post credits, mentre questi ci riportano esattamente a Il Ritorno Dello Jedi e quanto accaduto subito dopo la presunta morte di Boba Fett. 
E da subito si respira l'aria del Guerre Stellari storico, fra sabbia e scene d'azione (condite da parkour, ma ormai è d'obbligo anche in 007 sennò sei un boomer), e ci sono persino i cugini di Jabba The Hutt. 
E, a proposito di sabbia, nel secondo episodio si nomina persino la "spezia" come a confermare che la saga di Lucas deriva per certi versi da Dune. 
Però, però, non va tutto benissimo, e una cosa che manca è qualcosa o qualcuno come quel piccolo cosino verdastro che di là chiamavano "il bambino", mentre il pubblico mondiale lo aveva ribattezzato Baby Yoda, ed era diventato il simbolo della serie aldilà del casco di Mando. 
E tale assenza di un personaggio analogo si fa sentire, perché va bene il percorso di formazione che Boba fa con i Tusken (i nostri Sabbipodi), ma l'asticella dell'interesse rispetto all'altra serie è finita decisamente più in basso già dal secondo episodio, dopo il primo che funzionava abbastanza bene. 
E lo dico forse perché le mie aspettative erano parecchio alte rispetto a quanto visto in tv. 
Comunque degna di nota qui la presenza di Jennifer Beals, la carissima Alex di Flashdance, che perlomeno si rifà della sfortunata cancellazione di SWAMP THING.

E direi che, perlomeno lei, sta in ottima forma.
Nonostante lei, e il cameo di Danny Trejo nel terzo episodio, quello diretto ovviamente da Robert Rodriguez, però temo lo stesso di non riuscire a terminare la serie e, se ci sarà un finale WOW come la scorsa stagione di The Mandalorian, magari me lo fate sapere, ok?
P.S.
Temuera Morrison, l'interprete di Boba Fett, non è che per caso è Giovanni Cacioppo sotto mentite spoglie?

No, perché più di un dubbio mi è venuto... 

lunedì 17 gennaio 2022

THE TENDER BAR RACCONTATO SULLE DITA DI UNA MANO

 La prima cosa che si nota di questo film diretto da George Clooney è la fotografia con quella particolare tonalità giallastra che aveva anche C'Era Una Volta A Hollywood e che gli conferisce quel particolare look vintage, a volte in verità anche fin troppo scuro in alcune scene, ma efficace per farti sentire in quel periodo, perché si parla degli anni 70.


La seconda cosa sono le auto, le classiche enormi auto americane che sono il sogno proibito (non dite di no) per ognuno di noi; proibito perché a parcheggiare nelle nostre città un veicolo del genere la vedo durissima, senza contare la circolazione stessa che già abbiamo dei problemi adesso che viaggiamo sulle stesse strade di quando le auto erano mooolto più piccole, ma le invadiamo con SUV sempre più imponenti (e sempre più parcheggiati in seconda fila), figurarsi con delle portaerei simili.

La terza cosa è la musica che accompagna la crescita di J.R. il protagonista, dall'infanzia all'ultimo incontro risolutivo con il padre che fa il deejay in radio e che lui da piccolo considerava un mito per quel fascino della voce che parla dentro alla radio nonostante tale padre avesse abbandonato la famiglia e non sapesse nemmeno che faccia aveva. 
Ma il tempo cambia molte cose nella vita, il senso, le amicizie e le opinioni, con gli uccelli che con i loro voli imprevedibili e le ascese velocissime cambiano le prospettive al mondo e anche alle persone, come si vedrà (un pochino di Battiato anche oggi, se si parla di musica, non ci sta mai male dai...). 
Per sua fortuna J.R., ha un nonno che assomiglia da matti a Doc Brown (miiii... Ugguale Ugguale)

e uno zio come Ben Affleck che gestisce un bar ed è anche la sua guida, il suo mentore, e non si fa problemi a dirgli le cose come stanno, tipo che non è portato per lo sport, ma piuttosto lo vede più adatto a diventare uno scrittore.

Al contrario di certi padri che obbligano i figli a fare uno sport in cui credono solo loro e i poveri bimbi magari non riescono perché non gli piace. 
Ma questo non è il caso di J.R. perché, come già detto sopra, suo padre ha probabilmente la coppa del Papà Più Assente Del Mondo in bella vista sul caminetto, impegnato com'è ad ubriacarsi, maltrattare la nuova compagna di turno e fumare. 
Eh si, perché in barba a tutte le regole bigotte del politically correct più recente, in questo film si fuma di brutto (e questa è la quarta cosa che si nota) proprio come in quelli veri degli anni 70 e Prime Video te lo dice appena premi play. 
Ora apro una parentesi proprio sul fumo perché chi l'ha detto che se un ragazzo vede fumare in un film, poi debba per forza imitare gli attori e fumare pure lui? 
Allora allo stesso modo se vede un serial killer poi come passatempo va a sgozzare gente così a caso? 
Il Principe Totò direbbe "Ma mi faccia il piacere!". 
E chiudo la parentesi dicendo che, nonostante abbia visto tutta una serie di film dove gli attori fumavano come turchi e mio padre fumasse a sua volta parecchio, e quelli della cumpa che frequentavo pure loro fumavano, io non ho mai toccato una sigaretta in vita mia... 
Ma di sicuro sono io che avrò qualche superpotere che i ragazzi di adesso non hanno. 
Ma torniamo piuttosto alla musica, dicevo, che fa la sua bella parte mentre snocciola piano piano una sfilza di successi del decennio da Rock Your Baby di Joel McCrea a Fifty Ways To Leave You Lover di Paul Simon, fino a concludere il film su DO IT AGAIN degli Steely Dan.

L'unica cosa (la quinta, sì, come le dita di una mano) non proprio azzeccata per me sono i due attori che interpretano J.R. bambino e poi adulto, che son bravi, si, ma somaticamente non ci azzeccano nulla l'uno con l'altro.

Però il film è bello e alla fine gli perdoni anche una cosa così. 

domenica 16 gennaio 2022

CARO BATTIATO (ANZI DICIAMO PURE CARISSIMO PER ME, E PURE UNICO)

  Pif (Perfrancesco Diliberto) realizza un affettuoso documentario nel suo stile con videocamera in mano su Franco Battiato, suo conterraneo, intervistando gente che lo ha conosciuto e che ha lavorato con lui, da cui saltano fuori vari aneddoti tipo quello di come si faceva mandare a casa in convalescenza quando era a militare raccontato da Juri Camisasca che era di leva insieme a lui, e inframmezzandolo con le immagini del concerto tributo tenuto il 21 settembre scorso all'Arena Di Verona a cui hanno partecipato diversi artisti che hanno cantato le canzoni di Franco dividendosele secondo il proprio gusto ed affinità musicale.


Per me le canzoni di Battiato, e le sue produzioni come Un'Estate Al Mare di Giuni Russo, hanno segnato e dato un senso agli anni 80 in contrapposizione alla new wave britannica, e l'ho pure visto in concerto con Alberto Radius e il Coro Dei Madrigalisti al gran completo. 
Non amo invece, sono sincero, la sua produzione discografica degli anni 60 e quella ancora più astrusa dei 70 con l'etichetta indipendente Bla Bla perché davvero troppo sperimentale e francamente ritengo che piacesse solo a lui, ma la Dischi Ricordi, durante il suo periodo di grande successo con la EMI, ha ugualmente provato a ripubblicare l'opera omnia precedente dell'artista, e posso esprimere il mio parere perché avevo avuto modo di trovare ed ascoltare tali dischi davvero molto assurdi nell'emittente radiofonica che ho frequentato in quegli anni. 
Jovanotti, Baustelle, Gianna Nannini, Carmen Consoli, Colapesce & DiMartino, Gianni Morandi, Paola Turci, Mahmood, Morgan, Max Gazzè, e naturalmente Alice, sono solo alcuni dei tanti nomi presenti sul palco di Verona e che hanno eseguito i brani con gli arrangiamenti originali tranne i Subsonica che hanno proposto la loro versione personale di Up Patriots To Arms che avevano registrato insieme a Franco nel 2011 e inserita nel loro album Eden. 
È andato in onda su Rai3, perché le reti ammiraglie si giocano serate musicali di altro genere, magari poi facendo dei flop clamorosi come con BAGLIONI su Canale 5, ma è disponibile comodamente on demand su Raiplay.

sabato 15 gennaio 2022

ARCANE: EVVIVA I CARTONI ANIMATI

 Io non sono un videogiocatore, o perlomeno non lo sono più da anni, cioè quegli anni che rimanevo davanti al pc fino a tarda ora per risolvere gli enigmi di Indiana Jones And The Fate Of Atlantis. Oppure in seguito sulla playstation ricordo di aver passato notti insonni a correre per le strade di Need For Speed, al punto che la mattina dopo andavo al lavoro prendendo le curve come nel videogame. Beh acqua passata. Però più o meno mi tengo informato anche sui videogames e League Of Legends è stato un titolo che ha catalizzato l'attenzione di moltitudini di giocatori, alcuni dei quali giovanissimi erano arrivati addirittura ad una sorta di dipendenza che ha portato alcuni genitori ad imporre delle severe regole sui tempi da dedicare a tale gioco.


Ora Netflix ha sparato un'altro bel colpo alla fine dello scorso anno ed ha messo in catalogo Arcane, una serie animata ispirata ai personaggi del famoso gioco di cui sopra. 
Su queste operazioni ci sono stati parecchi passi falsi di cui sono pieni i libri di storia... 
Beh forse quelli no, ma ricordiamo tutti il fiasco che hanno fatto Super Mario Bros., Street Fighters, Final Fantasy, Tomb Raider, che se sulle consolle funzionavano bene, visti come film ti lasciavano con il classico "meh" (seppure io non mi senta di buttarli tutti indiscriminatamente nella pattumiera eh...). 
Qui per fortuna le cose sembrano funzionare bene grazie ad un'animazione molto particolare che parecchie volte ti fa dimenticare che stai guardando dei disegni, e molto colore e fondali stupefacenti insieme a scene ben realizzate con movimenti di camera da film "vero" e una storia che ti prende già da subito con i ragazzini ladruncoli in azione che paiono una versione aggiornata delle tante bande con la bmx viste nei vari film degli anni 80 (o che ne fanno il verso). 
L'ambientazione steampunk ha poi un fascino tutto speciale con quel fanta-moderno-vintaggio che ha già di suo una marcia in più. 
Insomma pare un buon periodo per l'animazione (e per Netflix).
E gli Imagine Dragons cantano la sigla!!! 

venerdì 14 gennaio 2022

ADDII NEL MONDO DELLA MUSICA, FRA VINTAGE E CARTONI DISNEY

 Ci ha lasciati la cantante Ronnie Spector a 78 anni, un nome, anzi un cognome che dovrebbe far ricordare immediatamente gli anni 60 musicali 


perché ex moglie del famoso e "genialmente pazzo" PHIL, quello del Wall Of Sound, e componente del trio dalle acconciature cofanatissime The Ronettes, i cui successi maggiori sono BE MY BABY, che si ascolta anche in Dirty Dancing,
dove la protagonista si chiama (pensa un po') proprio Baby, e BABY I LOVE YOU, omaggiata persino dai Ramones in quel famoso disco prodotto proprio da Phil Spector e fortemente voluto da Joey, grande fan del produttore (in verità un po' meno amato dagli altri tre della band).
Così fan Joey Ramone che ha voluto Ronnie anche come ospite nel suo EP solista uscito, purtroppo, postumo e che contiene quella stupenda cover di WHAT A WONDERFUL WORLD, più volte erroneamente attribuita alla band intera.
Un'altra canzone famosissima di Ronnie Spector da solista è SAY GOODBYE TO HOLLYWOOD, del 1977, dove ad accompagnarla c'era nientemeno che la E-Street Band di Bruce Springsteen con il sax di Clarence Clemons in bella mostra in un periodo che il Boss era in standby per una serie di questioni legali.
Canzone scritta da Billy Joel ed anche interpretata personalmente dallo stesso "piano man" l'anno precedente. 
E se siete un po' fanatici dell'AOR americano, conoscerete senz'altro Eddie Money che ha ospitato Ronnie a fare una citazione proprio di Be My Baby nel suo brano del 1986, il suo più famoso, cioè TAKE ME HOME TONIGHT.
Tra l'altro è in produzione un biopic sulle Ronettes dove Ronnie sarà interpretata da Zendaya (è palesemente il momento d'oro della giovane attrice). 
Un altro nome della musica che ci lascia ad 82 anni è Maria Cristina Brancucci,

decisamente meno in vista di Ronnie sulle scene, ma credo ugualmente conosciuta a livello subliminale perché voce delle canzoni della Disney in diversi film, perlopiù per l'homevideo e nei ridoppiaggi dei classici come CENERENTOLA, cioè l'edizione del 1967,
perché era una regola che i personaggi avessero due doppiatori distinti per le parti recitate e quelle cantate, salvo rare eccezioni. 
Inoltre Maria Cristina era la sorella della voce italiana di Pumbaa, cioè ERMAVILO
Momenti tristi senza dubbio quelli degli addii, ma che anche oggi ci hanno portato una manciata di musica (spero piacevole) da ascoltare; musica che di solito arriva nel weekend su questo blog, ma anticipata stavolta dagli eventi. 
E quindi, parafrasando la canzone della Spector... Say goodbye to Ronnie and Maria Cristina. 

giovedì 13 gennaio 2022

AUGURI CATERPILLAR: UN QUARTO DI SECOLO È GIÀ PASSATO

 Era il 13 gennaio del 1997 ed era un lunedì, quando su Radio2 faceva timidamente capolino alle 18.00 una nuova trasmissione che sarà destinata a crescere e cambiare anche conduttori nel tempo (gli attuali sono Sara Zambotti e Massimo Cirri), ma, cosa più importante, ad esserci ancora dopo ben 25 anni.


Tanti sono infatti gli anni che compie Caterpillar, uno dei programmi più seguiti dell'etere per la capacità di trattare argomenti di attualità con la semplicità dell'amico con cui chiacchieri al bar. 
Interventi telefonici di personaggi famosi e non, arricchiscono poi il programma un po' come lo storico Chiamate Roma 3131, tendenza questa del telefono in onda che è sempre più presente nelle emittenti radiofoniche e che le rende senza dubbio più vicine al pubblico piuttosto che la tv piena di tuttologi, lacrime finte e di gente che si urla addosso (ma per fortuna, per evitare ciò esistono le comode piattaforme on demand). 
Perché la radio è diversa, ed Eugenio Finardi te lo diceva già nel lontano 1976 sul retro del 45 giri Musica Ribelle con quel brano che si intitolava proprio LA RADIO.

 

mercoledì 12 gennaio 2022

UNA VITA DA GATTO: STORIE DI ORDINARIA MAGIA

 Premetto che a me i gatti piacciono molto e probabilmente ho visto tutti i film dove i morbidi felini sono protagonisti, sia a cartoni come Gli Aristogatti, sia dal vivo.


Ed ora invece parliamo di Barry Sonnenfeld che ha firmato dei gran bei film, come il primo MIB (e il secondo un po meno bello, ma accettabile) e i due sulla Famiglia Addams, ma ha saputo pure fare delle cose talmente mediocri come il terzo episodio degli Uomini In Nero, eccetto per l'inizio esplosivo con NICOLE SCHERZINGER che ti fa credere di aver davanti un gran film e invece poi...,
cose talmente di bassa lega da meritarsi di finire in quei cestoni degli autogrill con i film scrausi. 
Alla seconda categoria appartiene questo Una Vita Da Gatto, con Jennifer Garner, Kevin Spacey, Malina Weissman, Robbie Amell e Christopher Walken (so che è impossibile però per me Chris sarebbe uno splendido Doctor Who, oppure in alternativa mi sta bene anche Richard E.Grant, ma anche qui siamo sulla fantasia irrealizzabile), dove Kevin Spacey è un uomo d'affari completamente immerso nel lavoro e nella sfida di avere il grattacielo più alto di tutti, cosa sottilmente fallica, ma i doppi sensi sono stati spesso dissimulati abilmente nei film di Sonnenfeld. 
Succede poi che per un incidente il suo corpo finisca in coma e lui vada a ritrovarsi in un gatto che sarà il dono di compleanno per la figlia, con tutto quello che ne consegue, cioè tipo che il suo secondo cerca di fargli le scarpe sul lavoro approfittando della sua presunta assenza. 
Situazione già vista in passato anche in versione canina e gag che fanno dire "mah", "bah", "meh"... 
Ridicole poi le animazioni del gatto in CGI. 
A pensarci bene però, l'idea di base pare proprio quella su cui si basa il bellissimo SOUL, con la differenza che il film della Pixar sta spanne e spanne al di sopra di questo anche se non c'è "the winner" Kevin Spacey. 
Come dire... Bastava lavorarci su un po' meglio... 
P. S. Si, con i gatti ho visto anche quell'obbrobrio di CATS con Gandalf che lecca la ciotola di latte e Jennifer Hudson che urla a squarciagola MEMORY
modo di cantare quella canzone totalmente sbagliato, tanto che pare di risentire Marco Masini e Arisa nella loro infausta ed infelice interpretazione di VACANZE ROMANE
dei Matia Bazar in quel FESTIVAL DI SANREMO del 2020.
E beh oggi ho cominciato criticando... 
E allora critichiamo fino in fondo "fin quando fa male, fin quando ce n'è...".

martedì 11 gennaio 2022

ADDIO ALLA "GUAPA" E, PURTROPPO, NON SOLO...

 L'inesorabile Covid colpisce ancora come quel famoso Impero e si è portato via un personaggio che qualcuno si ricorderà ai tempi di Discoring,


trasmissione musicale della domenica condotta nel 1977 da Gianni Boncompagni che, sotto lo pseudonimo di Bus Connection, "cantava" o meglio recitava la sigla che era GUAPA
dove Gloria Piedimonte ballava. 
Gloria ci ha lasciati a 66 anni proprio per il Covid-19 dopo una breve carriera musicale non esattamente al top come cantante, anche perché finita in mano a discografici poco seri, ed una più fortunata carriera di ripiego su alcune famose riviste mostrandosi senza veli come tante star di quegli anni hanno fatto. 
Il cinema invece perde ad 82 anni il regista Peter Bogdanovich, da ricordare soprattutto per Paper Moon (1973),

con una giovanissima Tatum O'Neal e suo padre Ryan, e l'anno prima per Ma Papà Ti Manda Sola? sempre con Ryan O'Neal, ma con Barbra Streisand, anche lei giovane allora, ma già ben più grandicella di Tatum.

 
Di Paper Moon ne era stata realizzata l'anno successivo anche una serie tv dove la piccola Addie era interpretata da una giovanissima Jodie Foster, che presto (due anni dopo) affiancherà DeNiro in Taxi Driver e ritroveremo con la Disney in Tutto Accadde Un Venerdì, tempi in cui Hannibal Lecter era ancora lontano lontano... 
E in chiusura è arrivata proprio questa notte la doccia fredda della notizia del decesso del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli a 65 anni dopo essere stato ricoverato il 26 dicembre per un grave problema al sistema immunitario. 
Notizia questa che farà alimentare le fantasie dei complottisti, no VAX e compagnia bella nonostante sia stato specificato che il Covid non c'entra, ma ormai lo sappiamo che stiamo vivendo così e c'è poco da fare, se non citare un bel film che diceva: "Te sta dentro che qua fuori è un brutto mondo". 
Addio "Guapa", Peter e David. 

lunedì 10 gennaio 2022

COME UN GATTO IN TANGENZIALE - RITORNO A COCCIA DI MORTO

 Una volta tanto il secondo episodio regge bene il confronto con il capostipite, o sarà che avevo ormai aspettative bassissime dopo parecchi sequel brutti, insulsi e senza motivo di esistere.


Forse ormai manca l'effetto sorpresa, certo, ma regge bene per la bravura di Paola Cortellesi, che se ha il film giusto sa come rendere bene e non in un "coso" come QUELLA ROBA LÀ dove peraltro era l'unica che meritava di essere salvata. 
Regge per Antonio Albanese perfetto come esatto contrario della coatta Monica finita in carcere per un pasticcio combinato dalle solite gemelle. 
E se lì per lì si ha l'impressione che si vada a parare in un Sister Act all'italiana (l'ho temuto davvero), poi tutto si sviluppa in modo molto diverso con un'ottima prova collettiva di tutto il cast che ritorna al gran completo, regista compreso, e che fa sorridere anche con le citazioni del Settimo Sigillo di Bergman e Shining di Kubrick. 
Alla fine a Coccia Di Morto ci si torna effettivamente (e non in sogno) solo per il finale con sorpresina, mentre tutto il resto del film si svolge in tutt'altri luoghi, e conferma ancora che, perlomeno per me, funziona meglio la Paola così piuttosto che quella seria e cinica vista in PETRA

domenica 9 gennaio 2022

DOJA CAT, SOPHIE (& THE GIANTS) E TERESA DE SIO (COME LE CHARLIE'S ANGELS E JOVANOTTI FA BOSLEY)

 Le Charlie's Angels erano un trio femminile e di tre donne si parla oggi, perché una strana associazione di idee mi è venuta ascoltando il nuovo singolo di Doja Cat dal titolo WOMAN.

A parte tutta la sensualità che pervade il videoclip, che non è una novità quando si parla di questa artista, a me per il suono di quel "ummaummaumma" ripetuto (ma anche forse per i miei neuroni che funzionano così a corrente alternata... ora sì, ora no...) è tornata in mente una canzone degli anni 80 dal sapore folk partenopeo, cioè AUMM AUMM
di Teresa De Sio, canzone che era contenuta nello stesso album del suo periodo virato al pop dove stava anche la meravigliosa VOGLIA 'E TURNÀ.
Lo so che fra Teresa e Doja Cat c'è un abisso, eppure a volte quell'abisso viene colmato da un semplice flashback come questo. 
Altra canzone al femminile su queste pagine web con Sophie & The Giants, non più con Purple Disco Machine, ma, dopo la collaborazione con Michele Bravi, ormai Sophie pare adottata dall'Italia e stavolta la ritroviamo con Benny Benassi e Dardust in Golden Nights, canzone che ricorda certe vocalità di Lana Del Rey, il che non è un male dato che credo di essere uno dei pochi che non si scaglia contro Lana, ma anzi la apprezza parecchio. 
E se il trio di angeli è completo, Lorenzo Cherubini invece fa la parte di Bosley e ci riserva sempre tante sorprese, come quella di beccarsi il Covid dal quale per fortuna è uscito, e l'ultima è quella di fare uscire tutta una serie di singoli invece di un cd intero. 
Fra tutti quelli usciti finora, mi ha colpito abbastanza negativamente Il Boom, ma al contrario mi piace parecchio LA PRIMAVERA,
dove i suoni e il testo, e persino il modo di cantare di Lorenzo con la voce sdoppiata, ricordano da vicino il Battiato degli anni 80, grazie forse anche alla scelta di Rick Rubin, il produttore, di lasciare soltanto suoni di synth nella canzone, che in origine era stata concepita per avere anche una chitarra come la vecchia hit L'Estate Addosso. 
Il risultato è questo e non mi sembra niente male.
Ho solo ancora qualche dubbio che mi rimane in coda al post... Ma "& The Giants" c'entrano ancora qualcosa o in realtà ormai si parla solo di Sophie Scott?

E le sopracciglia di Sophie (sempre più sosia di Shirley Manson) ricresceranno prima o poi? 

sabato 8 gennaio 2022

ADDIO A SIDNEY POITIER

 Un altro pezzo della Hollywood storica che se ne va a 94 anni e che risponde al nome di Sidney Poitier,


indimenticabile protagonista di Indovina Chi Viene A Cena?, anche questo immancabilmente parodiato, ma solo nel titolo, da Franco & Ciccio con Indovina Chi Viene A Merenda?, dove la storia però era tutta un'altra cosa. Legato anche al ruolo dell'Ispettore Tibbs nella famosa saga cinematografica, è stato premiato non solo dalla Academy, ma pure da Barack Obama

per aver abbattuto entrambi certe barriere, perlomeno per un certo periodo, perché poi i tempi bui per la gente afroamericana abbiamo visto che si sono fatti risentire. 
Ma da qui invece non può arrivare che un caloroso ultimo saluto. 
Goodbye Sidney.

UNA POLTRONA PER DUE - IL RITORNO

 No, tranquilli, non si tratta di un sequel non richiesto e nemmeno di un remake inutile. Continua invece la rassegna di film che tornano n...