mercoledì 30 ottobre 2019

BRUNORI SAS - AL DI LÀ DELL' AMORE


Ecco un giovane artista calabrese che nei suoi primi dischi si è presentato come un cantautore tradizionale in un mondo ormai invaso da trap, autotune, vloggers e followers. Nelle sue canzoni abbiamo sentito echi compositivi di Lucio Dalla e ironie care a Rino Gaetano condite da una voce pacata come quella di De Gregori. Il nuovo lavoro, perlomeno il singolo in rotazione radiofonica Al Di Là Dell' Amore poiché l'album deve ancora arrivare, si allontana un po' dal precedente introducendo suoni più marcati ed elettronici, ma restano i contenuti ed è quello che conta. Ogni tanto ci vuole anche un artista così.


martedì 29 ottobre 2019

ASCOLTARE TUTTO PER CONOSCERE TUTTO


In macchina passa un pezzo di Mahmood (Barrio) e la persona che è con me commenta dicendo che non lo sopporta e si stupisce che non cambi radio o che non metta su un cd dei miei preferiti.
La mia risposta è che nemmeno io gradisco quella canzone, anzi davvero mi irrita, ma se non la avessi ascoltata non potrei esprimere un parere negativo o positivo che sia. Mentre invece conosco persone che a priori evitano tutto quello che è ogni nuova tendenza musicale e ascoltano solo le radio settoriali dedicate agli anni 80 o 90. Sono d'accordo che ascoltarsi i priori brani preferiti sia un sacrosanto diritto e che dia buone sensazioni, anzi l'ho ribadito anche QUI, ma non possiamo nemmeno rinchiuderci in un bunker negando l'esistenza del mondo esterno come nel film I Am Mother, perché secondo me anche le robe brutte fanno parte del nostro tempo e perlomeno ne possiamo discutere con cognizione di causa per non fare la figura di Mara Maionchi che non ricorda (spero per amnesia momentanea) Don't Look Back In Anger degli Oasis (che non è una roba brutta, anzi!!!).
Ed è proprio a X Factor, per dire, che vengono eseguiti molto spesso brani delle nuove tendenze (pure brutti forte) che se però non ascolti un po' di tutto (anche Alessandra Amoroso per dire...) non sai da dove arrivano e ti ritrovi con quell' espressione tipica della mucca che guarda il treno che passa.

Detto ciò, mi metto su un Rubber Soul o un A Night At The Opera o un The Dark Side Of The Moon.
Ho solo l'imbarazzo della scelta e nessuno può togliermeli.
Buona musica!!!

lunedì 28 ottobre 2019

STRYX E LE POPPE SU RAI 2


In tema di Halloween televisivo ecco un programma tutto improntato così, ma nato quando ancora in Italia non si festeggiava questa ricorrenza. È il 1978 e la tv di stato prova l'impossibile mai pensato fino ad allora: si fa sexy e produce uno show musical/cabarettistico a tema stregonesco/satanico diretto da Enzo Trapani, con streghe, diavoli e poppe al vento. Un po' come qualche anno dopo  farà Canale 5 col Drive In (impostato su un altro tema e totalmente dedicato ai comici) dove le poppe di Tinì Cansino e Carmen Russo ci saranno, ma semicoperte. La Rai (dico, la Rai!!!) invece osa già di brutto coi nudi e atteggiamenti finto lesbo e difatti succede un putiferio che non ti dico ai vertici della tv di stato coi benpensanti bigotti che vogliono boicottare lo show e le puntate che vanno avanti fino alla penultima. L'ultima infatti, anche se già registrata, non sarà mandata in onda per decisione delle alte sfere che minacciano inquisizioni ed esorcismi, nonché roghi purificatori. Oltre alla mercanzia varia esposta, tra cui quella di una giovanissima Barbara D'Urso,

la parte musicale era affidata ad Amanda Lear, Asha Putli, Grace Jones, Angelo Branduardi, Mia Martini, Patty Pravo, Anna Oxa, 


ed erano inoltre da notare i Rockets che in ogni puntata eseguivano un loro brano presentati come "Cosmodiavoli" 

ed entrando così di diritto nell'olimpo dei gruppi satanici al pari di Black Sabbath e Led Zeppelin suonati al contrario. Chissà se suonando al contrario Gigi D'Alessio...?

domenica 27 ottobre 2019

ATRAGON


Film giappissimo dell'epoca dei primi Godzilla, 1963, e infatti il regista è QUELL' Ishiro Honda, visto per la prima volta su Rai 1 nei primi anni anni 70 durante una rassegna pomeridiana di fantascienza. Atragon è un sottomarino con punta rotante in grado di perforare qualsiasi cosa e porterà i protagonisti a raggiungere il popolo dei Mu, leggendaria popolazione del mondo sommerso.

A noi ragazzini dell'epoca piacciono un sacco sti film con modellini di veicoli che sembrano veri (UFO, Spazio 1999, Stingray e, perché no?, Star Trek) e il film è diventato un piccolo cult, tant'è che negli anni 90 sono uscite due serie anime dedicate ad Atragon. 
Peccato che nel 1969 vadano a rischiare di rovinare tutta la leggenda con Latitudine Zero, una coproduzione giappoammerican sempre diretta da Honda e spacciata per il seguito di Atragon, infatti è conosciuto anche come Atragon II (ma il sottomarino è tutto diverso dall'originale) che rasenta il ridicolo (anzi dai lo è in pieno senza rasentare) con il momento top/trash degli ibridi umani/bestie creati dallo scienziato pazzerellone.

Nemmeno la presenza di Joseph Cotten e Cesar "Joker" Romero riesce a dare dignità a quel pastrocchio.

Ma trattandosi solo di una bieca operazione per sfruttare il nome, possiamo considerarla inesistente e tenerci il nostro originale che è un discreto film, anche se a volte disturbato da quei siparietti comici tanto cari ai giapponesi, ma noi sappiamo bene come son fatti (strani) e ce li teniamo così.

P.s. Il serpentone appare anche in seguito a fianco del mitico Godzilla, che tanto Honda ce l'ha già lì in casa il pupazzotto da far recitare e cosa se lo tiene a fare solo come soprammobile sul comò con tre amorevoli civette?

sabato 26 ottobre 2019

TOMMASO PARADISO VS. UMBERTO TOZZI?

Mi trovo in qualche negozio e sento alla radio qualcosa di familiare che mi riporta alla fine degli anni 70. Sembra la voce di Umberto Tozzi e la canzone è molto simile alla strafamosa Tu (quella che faceva Dan Dabadan Dabadan e poi Dabadan Dan Dan Dan Dan). Penso che Umberto abbia fatto uscire un disco nuovo con una semplice autocitazione e shazzammo quanto esce dalla radio e... Ma come??? TOMMASO PARADISO - NON AVERE PAURA???
Anche se la tonalità è diversa, la somiglianza con quel singolo che girava a palla in tutti i juke box estivi è impressionante, e vi sono pure echi di Annie Lennox.
Beh certo, se vai a prendere "spunti" li prendi dai grandi successi, comunque il brano è anche carino tutto sommato, e migliore della solita musica senza capo né coda che passa la radio e, grazie a quell'aria retrò ha catturato la mia attenzione.
Però mannaggia quanto mi pare Tu Dabadan Dabadan...

giovedì 24 ottobre 2019

LUCIO DALLA LEGACY EDITION

40 anni fa usciva un disco destinato a diventare un cult della musica italiana, cioè l'album di Lucio Dalla che conteneva L'anno Che Verrà (sfido chiunque a non aver mai canticchiato Caro Amico Ti Scrivo...), Anna e Marco, L'ultima Luna, Cosa Sarà ecc...
Viene ripubblicato oggi in cd in versione estesa con tre brani in più, cioè Angeli, che era stata lasciata fuori dalla tracklist originale, probabilmente perché quasi identica all'altra traccia Milano, e successivamente incisa da Bruno Lauzi, Stella Di Mare in "versione inglese" e Ma Come Fanno i Marinai, che era stata pubblicata solo su 45 giri oppure poi in versione live in quel confusionario disco dal vivo che era Banana Republic. Proprio dopo questo disco del 1979 parte quel fortunato tour (di cui ho parlato QUI) con l'amico De Gregori che riporta finalmente la musica negli stadi dopo il periodo buio e triste delle molotov e dei cancelli sfondati, come Carlos Santana, Jimmy Page e Robert Plant ricordano bene.
Esce anche in vinile, identico alla versione originale, con in più il cd che contiene i tre brani bonus.

La cosa splendida è che sembra un disco registrato ieri, grazie alla qualità della rimasterizzazone e delle canzoni che non risentono assolutamente dei 40 anni passati.

mercoledì 23 ottobre 2019

FIORELLA MANNOIA E IL MONDO DEL CINEMA


La conosciamo come interprete raffinata di autori musicali da Maurizio Fabrizio a Ruggeri, da Fossati a De Andrè, e il nuovo album Personale uscito la scorsa estate è la conferma delle sue qualità. Ma ve la ricordate la Fiorè quando veniva malmenata sulla spiaggia nel film Amore Mio Aiutami, oppure quando cavalcava nel west di Non Cantare Spara, oppure ribelle nelle foreste de La Freccia Nera? Forse riesce difficile ricordarla in quei film perché Fiorella è sì figlia d'arte, ma non musicale, bensì cinematografica, e precisamente lei è stata la controfigura di molte attrici italiane, e non, in film degli anni 60/70, da Monica Vitti a Loretta Goggi, da Lucia Mannucci dei Cetra fino a Barbara Bach in 007. Succede però che un brutto incidente sul set in cui sostituiva la Vitti, la costringa ad una lunga convalescenza durante la quale inizia a provare a seguire una strada meno pericolosa e senz'altro più gratificante e prende quindi lezioni di canto, portando avanti tale scelta in maniera parallela e saltuaria con l'impegno di controfigura, fino al giorno in cui decide di dedicarsi totalmente alla musica, con i risultati che tutti adesso conosciamo.
La vediamo in scena su alcuni dei set citati in questo video dedicato a controfigure, camei e curiosità del mondo del cinema.


martedì 22 ottobre 2019

MILLENNIUM - QUELLO CHE NON UCCIDE


Sai uno di quei film che ti lascia senza fiato? Questo!!!
E chi l'ha visto capirà immediatamente l'allusione ad una simpatica scena in particolare di questa pellicola che prosegue la saga di Lisbeth Salander.
Ma vi è un cambio sia nell'autore del romanzo, che nella protagonista del film, dello scorso anno recuperato solo recentemente, che non è più Noomi Rapace, ma Claire Foy vista in tutt'altra veste in FIRST MAN e qui invece nei panni dell' hacker con un passato un tantino complicato alle spalle. 
Certo la differenza da Noomi si vede immediatamente, ma comunque alla fine risulta convincente anche lei, seppure espressiva tipo come Clint Eastwood (sigaro escluso), ma il personaggio in fondo è così. 
Meno convincente il titolo italiano, ma lo sappiamo bene che questo è un campo minato, quindi sorvoliamo con nonchalance pensando che in effetti abbiamo letto di peggio grazie ai geniali distributori di casa nostra.

lunedì 21 ottobre 2019

DON'T YOU FORGET ABOUT ME

Com'è possibile che il più grande successo planetario dei Simple Minds venga per molto tempo rinnegato dalla band stessa? È molto semplice: la canzone NON è dei SM, bensì è scritta da Keith Forsey che la propone prima ai Fixx, poi a Bryan Ferry e infine al suo pupillo Billy Idol, ma da tutti questi viene rifiutata e così viene utilizzata per un enorme operazione di marketing, cioè il lancio americano dei Simple Minds, perché inserita nella colonna sonora del film Breakfast Club (film adolescenziale di John Hughes moooolto carino). E in effetti funziona benissimo nelle radio e nelle discoteche, e la band attraversa il suo periodo più florido. Il successivo album Once Upon A Time diviene campione di vendite, ma (sorpresa) non contiene Don't you per esplicita decisione di Jim Kerr e Charlie Burchill, che fin dall'inizio non hanno amato quel brano che gli è stato imposto quasi a forza e cercano di boicottarlo in tutti i modi. Vengono convinti ad inciderlo solo dall'insistenza di Chrissie Hynde, all'epoca moglie di Kerr. Ci mettono un po del loro tra arrangiamenti e Lalalala e il brano viene sfornato in sette ore. Ma poi accade che nei concerti venga deliberatamente lasciato fuori dalla scaletta, oppure eseguito in versioni alternative, finché si convincono anche loro che al pubblico piace quel brano con i suoi Hey Hey Hey e i La Lalalala e riprendono a suonarla così com'è stata registrata.
P.s. Billy Idol si pente tempo dopo di aver rifiutato il brano e ne incide una sua versione identica a quella dei Simple Minds, ma ormai fuori tempo massimo.

domenica 20 ottobre 2019

YESTERDAY


In un periodo in cui sono stati riscoperti i biopic musicali (Freddie Mercury ed Elton John per fare due nomi a caso) arriva il primo film sulla band più famosa del mondo, cioè i Beatles, ma senza la band!!!
No, infatti Yesterday non è un biopic sui FabFour, ma la storia fantastica di un musicista dilettante di origini indiane che cerca il successo senza riuscirci, finché una notte un blackout mondiale modifica leggermente il passato e cancella l'esistenza di alcune cose fra le più popolari mai esistite, tra cui il gruppo dei Beatles. Ora la cosa mi tocca particolarmente da vicino, perché dopo il periodo in cui seguivo assiduamente Lo Zecchino D'Oro, il mio salto nella musica "adulta" è avvenuto proprio grazie ai Beatles. Solo in seguito ho conosciuto Elton John, i Queen, i PINK FLOYD, i Boston, gli Yes, i Genesis, il glorioso cantautorato italiano, fino alla musica dei giorni nostri con Giusi Ferreri (!!!).
Ma per me tutto è partito da lì, come per il protagonista del film che si ritrova in un mondo in cui nessuno ha mai sentito canzoni come Across The Universe, Penny Lane, Strawberry Fields Forever. Ma lui le conosce perfettamente e le sa suonare e cantare. Perché non approfittarne e spacciarle per proprie composizioni? Ed ecco arrivare il successo. Beh non subito per la verità, anzi avere dei mezzi fiaschi con brani del genere gli butta ancora più giù il morale, finché un giorno non avviene la svolta decisiva e il nostro amico si ritrova nello show business manovrato come un butattino da manager e discografici senza scrupoli che gli dicono chiaro e tondo che lui è una macchina da soldi e loro ne intascheranno la maggior parte (ed è la vera verità del mondo musicale delle majors). Da qui non voglio aggiungere altro per non spoilerare nulla della trama che riserva anche delle gustose sorprese (una si può dire perché si sa, cioè la presenza di Ed Sheeran che interpreta Ed Sheeran).
La regia di Danny Boyle qui è molto diversa dai due Trainspotting e da Slumdog Millionaire, ma tiene sempre il film sul filo del ritmo, senza mai un calo di palpebra (cosa che ultimamente mi accade spesso) o forse è perché per un fan dei Beatles come me, e presumo lo sia anche Boyle, questo è stato un grande omaggio e un viaggio tra musica, luoghi, citazioni e situazioni legati ai quattro di Liverpool.

MEN IN BLACK INTERNATIONAL


Ne avevo sentito un gran parlar male per tutta una serie di motivi tipo quello più grosso che non c'era più Will Smith. Ma siamo sicuri che l'assenza di Willy sia un male? No, perché ultimamente i suoi film non è che siano più dei filmoni da superincassi (anzi per arrotondare ha accettato anche di fare un video promozionale del suo Gemini Man con Rovazzi!!!).
Ma non è per sparlare del Principe di Bel Air che sono qui, bensì per investirmi del titolo di Bastian Contrario e dichiarare di aver visto un film carino, pieno di azione, humour e una bella fotografia che non stanca mai la visione. Inoltre c'è sempre la musica di quel grande di Danny Elfman che senza di lui sarebbe stato davvero un altro film perché riesce a sottolineare meravigliosamente ogni scena coi suoni e i passaggi giusti; non come certi film in cui si sente che la musica è stata messa lì a caso (provate a guardare Krull di cui ho parlato QUI e capirete cosa intendo). Non ho sentito assolutamente la mancanza dei due Men In Black originali quindi, e anzi dopo il fiacco terzo capitolo, dove l'unica cosa buona era Nicole Scherzinger fatta fuori nei primi 5 minuti, forse era giusto dare una rinfrescata con i due marvelliani new entry.
Attenzione! Non è un capolavoro certamente però è un film al di sopra della media che ultimamente ci viene proposta da un' industria cinematografica che mira più a produrre sequel/prequel/spin-off piuttosto che prodotti in grado di reggersi su da soli.
E comunque alla fine conta che si passano due ore in allegria... tutto qua.

sabato 19 ottobre 2019

CRAWL OPPURE INTRAPPOLATI (MA TANTO È UGUALE)


Esortato circa un mese fa da Cassidy ho finalmente visto questo film e, come ha scritto giustamente anche lui nella sua recensione,viene subito in mente che c'era un tempo in cui Samuele Bersani cantava sbarazzino di coccodrilli americani che vengon fuori dalla doccia, ma non si parla di coccodrilli qui, bensì di alligatori, ok. MA TANTO È UGUALE il senso perché sti alligatori, a causa di una grande alluvione, saltano fuori un po'da tutte le parti come i funghetti di Super Mario, solo che sono meno carini, e tengono sotto assedio una ragazza e suo padre che sono intrappolati nel sottoscala o sottocasa che c'è per contratto in tutte le case americane, sennò come fai a fare un film horror o una serie tv se non hai quel sottoscala li dove nascondere un'entità maligna o qualche cadavere dimenticato o qualche prigioniero di Breaking Bad a cui Walter White portava i toast a cui toglieva accuratamente il bordo esterno?
Un' altra canzone da citare è la celeberrima Il Coccodrillo Come Fa? (si ho capito che sono alligatori, MA TANTO È UGUALE...) perché durante il film sentiamo sti anfibi tipo ruggire mentre attaccano la preda, o comunque fanno qualcosa del genere tutto sulle basse frequenze, tipo uno che russa di brutto, ma non posso verificare se sia la verità perché non ho uno di quegli animaletti sottomano e anche se ce l'avessi me ne terrei a debita distanza cercando di non turbarlo troppo, quindi la risposta resta "Non C'è Nessuno Che lo Sa". 
Gira gira il film ricorda un po' Paradise Beach dove al posto degli alligatori c'era uno squalo (MA TANTO È UGUALE) che teneva bloccata sullo scoglio la sventurata surfista, e quando sembra che qualcuno possa dare un po' di aiuto, viene puntualmente fatto fuori dallo squalo (o dagli alligatori, MA TANTO È UGUALE).
In conclusione, un film breve, senza troppe pretese, con buoni effetti speciali e la giusta tensione per passare una serata, ma che poi si dimentica facilmente anche se è presentato da Sam Raimi (MA TANTO È UGUALE).
P.s. Ovviamente crawl non significa intrappolati, ma sai i soliti distributori italiani cosa avranno pensato? MA TANTO È UGUALE!!!

giovedì 17 ottobre 2019

UNA NUOVA CATWOMAN

Nei commenti al post su Joker, qualcuno (Moz) aveva supposto una rilettura di tutti i personaggi DC secondo lo stile del film di Todd Phillips. Adesso non so se si seguirà ancora questo trend, ma dopo il fiasco di Halle Berry nei panni di Catwoman risalente a qualche anno fa, si parla ora di un nuovo film con la sexy gatta che dovrebbe essere Zoe Kravitz, che il fisico ce l'ha già di suo, per cui la cosa si fa già interessante, anche se sulla carta era già interessante quello di Pitof, purtroppo in quel caso le aspettative erano state abbondantemente deluse (però Halle resta un bel vedere). Staremo quindi a vedere gli sviluppi.

mercoledì 16 ottobre 2019

SHAZAM!


Dato che gli "Artigiani Della Qualità" fanno uno spot natalizio, può starci anche un film con lo stesso tema, anche se la festa qui è solo di sottofondo, infatti era uscito ad aprile. Ho visto difatti solo adesso Shazam!, dopo che il mondo intero lo avrà già guardato, e, nonostante un inizio non proprio folgorante, alla fine mi ha divertito un sacco, proprio come era accaduto con AQUAMAN e anche in questo caso stiamo parlando di un personaggio minore della DC Comics, nel senso che non si tratta del pipistrello o del superuomo di cui ormai sappiamo tutto perché ce li siamo visti in tutte le salse, ma di un "supereroe per caso" di cui quasi ignoravo l'esistenza.
Forse proprio per questo totale oblio a riguardo della storia, ho potuto godere del film in sé stesso, con Zachary Levy mai più visto dopo la fortunata serie Chuck e qui perfettamente a suo agio nell'interpretare un ragazzino che si ritrova trasformato in un supereroe di cui non sa assolutamente quali poteri possa avere e tantomeno come usarli.
La mia impressione è che la DC stia diventando meno seriosa e più caciarona, come è giusto che sia eh che diamine. Certo la forma di film leggero non sarà adottabile per qualsiasi personaggio sennò se mi fai tipo un film di Batman con lo stesso stile è un attimo che ti ritrovi i "paff" "pow" "smack" in sovrimpressione e Robin in braghette. Ma qui invece ci sta tutto e ridi, ridi davvero di gusto. Nella parte del cattivo il "solito" Mark Strong specializzato a fare quello in ogni film, tant'è che a volte sembra rifare sempre lo stesso personaggio, ma lo fa così bene che lo prendi così com'è. Altro che il villain ridicolo di Wonder Woman, voglio dire.
Finale che butta lì la possibilità di un sequel, che però non avrebbe sicuramente l'effetto di simpatica sorpresa di questo, perciò pensiamoci bene prima di allungare un brodo che stavolta è venuto saporito al punto giusto.

lunedì 14 ottobre 2019

EL CAMINO


Ed ecco cosa è successo a Jessie in fuga dopo essere stato prigioniero incatenato come un cane.
Stiamo parlando naturalmente del finale della serie cult Breaking Bad che con questo film aggiunge una piccola tessera alla storia.
In effetti piccola e nemmeno troppo importante, sebbene realizzata con la cura maniacale a cui eravamo abituati vedendo la serie. Tornano in parata diversi personaggi che conosciamo e, senza spoilerare niente, ci sono anche gradite sorprese. Il problema è che se non hai visto la serie, di questo film capisci quasi niente, come mi faceva notare qualcuno che lo stava guardando con me che di Breaking Bad era totalmente a digiuno, mentre fra noi adepti ci divertivamo a rivedere le facce note e a ricordare le situazioni a cui si riferivano certi dialoghi.
Quindi non male, ma non per tutti. E per dirla tutta, forse ci aspettavamo di più. Non so dire cosa, ma se durante la visione era interessante il gioco dei rimandi, alla fine quando sono apparsi i titoli di coda ho pensato... beh, mah, boh...

domenica 13 ottobre 2019

CARLO CROCCOLO

Si è spento a 92 anni Carlo Croccolo, attore e doppiatore.  Aveva lavorato giovanissimo con Totò, mentre nel doppiaggio era noto per essere stato una delle due voci di Ollio (l'altra voce era stata nientemeno che quella di Alberto Sordi) e anzi in alcune occasioni aveva doppiato anche Stanlio contemporaneamente.
Sempre con la voce di Ollio aveva doppiato anche Francesco Mulè nel film cult spy-comico, Le Spie Vengono Dal Semifreddo,

con Franco, Ciccio e Vincent Price, e diretto da quel genio dell'horror che è stato Mario Bava, film di cui esiste anche una versione per l'America con un montaggio diverso che mostra i due comici nel ruolo secondario di spalla comica del protagonista.

MAROON 5 - MEMORIES E IL PLAGIO DEL 1700


Nuovo singolo della band capitanata dall' egocentrico Adam Levine (un po' come succede con i Negramaro di Giuliano Sangiorgi e anche con gli ormai sciolti The Giornalisti di Tommaso Paradiso, ma su un livello di popolarità leggermente meno mondiale).
La prima cosa che salta all' orecchio è che la melodia riprende esattamente un famoso passaggio del Canone in Re Maggiore di Pachelbel che riporta alla mente madamigelle e cicisbei in costume settecentesco.

Certo che i diritti d'autore ormai qui non si devono pagare, per cui Johann non può accusare nessuno di plagio per ovvi motivi. Però insomma, Adam ti piace vincere facile se ricalchi una cosa come questa. Prova invece a fare il figo copiando Geil di Bruce & Bongo o Carbonara degli Spliff, o ancora peggio Da Da Da dei Trio. Eh ma lì scattava subito il plagio, non si può...
A sua discolpa bisogna dire che sono moltissimi gli artisti che hanno composto canzoni basate sulla stessa progressione di accordi, dai Modà ai Beatles, da Jovanotti a Morgan, forse però in quei casi la melodia non era così sfacciatamente uguale. 

sabato 12 ottobre 2019

CIAO 2001

Chi ricorda questa rivista, ha per forza di cose qualche annetto sulle spalle. In un periodo (70/80) in cui imperversava Luca D'Ammonio che cantava i tormenti virginali della sua Ragazzina,

oppure i Collage che raccontavano di Due Ragazzi Nel Sole che ora  fanno l'amore,


qualcuno cercava di educare il pubblico musicale molto prima di Mr.Fantasy di Carlo Massarini, di cui ho parlato QUI, e in seguito andando di pari passo con la celebre trasmissione tv.
Sulle pagine zeppe di foto si leggevano articoli dedicati ai grandi nomi, da Frank Zappa a Bob Dylan, da Bruce Springsteen agli Who, dai Genesis a Joni Mitchell, ma si parlava anche della musica cosiddetta più leggera, perché comunque qualcosa di buono c'era, differenziandosi molto dall'altra rivista Rockstar che invece si rivolgeva esclusivamente al popolo rock duro e puro. In regalo ogni settimana un poster e a volte anche dei 45 giri esclusivi. C'era anche una sezione dedicata a coloro che volevano farsi un buon impianto stereo per ascoltare al meglio i propri idoli, e venivano dispensati consigli sui migliori componenti in circolazione (lo stereo doveva essere assolutamente modulare con casse a più vie possibili e guai a parlare di stereo compatti con tristi altoparlanti biconici). Le recensioni dei nuovi dischi in uscita ti davano un'idea di come potesse essere l'opera anche senza ascoltarla in anteprima, e veramente potevi fidarti e spendere i tuoi soldi sicuro di non ritrovarti tra le mani una "sola" in vinile.
Per dire, avevo acquistato Wild Things Run Fast di Joni Mitchell leggendo la recensione perché nessuna radio lo mandava in onda, ed è tuttora un disco che ascolto anche in macchina riversato in mp3.
Oggigiorno con internet, tra tutorial e vloggers tutto questo sarebbe inutile, ma a quei tempi era una vera enciclopedia della musica.

venerdì 11 ottobre 2019

LOST IN TRANSLATION


Dopo la visione di THE DEAD DON'T DIE, riprendo in parte un post di qualche tempo fa, perché se ti chiedono qual'è il miglior film di Bill Murray cosa rispondi? Qualcuno dirà GHOSTBUSTERS, e di sicuro lo è dal punto di vista commerciale, altri preferiranno Ricomincio da Capo, altri ancora S.O.S. Fantasmi. Ma per me il miglior Murray è questo in un gioiello diretto da Sofia Coppola (sì la figlia di Francis Apocalypse Now) ma che non è mai stato un grande successo al box office. 
Eppure Bill con quell'aria che sembra venirgli così naturale, è perfetto nella parte dell'attore volato in giappone per fare uno spot pubblicitario e rintronato dal jet lag e dalla lingua che non conosce. Micidiale la scena in cui il regista giapponese gli spara una supercazzola di 830 vocaboli e l'interprete gliela traduce con "si giri più a destra"... a me verrebbe fuori la stessa identica espressione di Bill. 
Si aggiunge anche una splendida Scarlett Johansson, che con Sofia aveva già lavorato nel Giardino Delle Vergini Suicide e ancora lontana dal personaggio della Vedova Nera Marvel.
Solo un dubbio rimane... ma che diavolo avrà sussurrato Bill a Scarlett nella scena finale???

giovedì 10 ottobre 2019

TERRORE NELLO SPAZIO


Com'è come non è gli ultimi post vertono casualmente sul tema spaziale, per dire...
Alien di Scott è un capolavoro? Certo, ma, secondo molti, la fonte di ispirazione potrebbe essere anche in questo film italiano del 1965 (!!!) diretto da quel Mario Bava specializzato in quel tipo di horror e fantascienza vintage che ha ancora oggi un fascino particolare. Al contrario di un altro film sci-fi giappoamericano di cui ho già parlato, IL FANGO VERDE, qui non si scade mai nel ridicolo involontario dell'altra pellicola, anche se chiaramente si sente il peso degli anni rispetto all' attuale modo di fare cinema. In breve comunque la trama riguarda l'equipaggio di un' astronave decimato a poco a poco da una misteriosa entità aliena (ecco l'attinenza col film di Scott). Forse proprio per questa similitudine è stato (furbescamente) rieditato nel 1979 con il nuovo titolo Alien È Terrore Nello Spazio per sfruttare la scia di quella marea di film spaziali che uscivano in quel periodo e anche il cast internazionale e gli  effetti speciali di Carlo Rambaldi che (guarda caso) è proprio il papà della creatura di Alien nonché di E.T, di King Kong e degli alieni diafani di Incontri Ravvicinati Del Terzo Tipo (e vedi che il cerchio si chiude).
È stato rimasterizzato pure in bluray probabilmente solo per i cultori della sci-fi vintaggia, come il sottoscritto, che amano tuttora, per esempio, la serie U.F.O. di Gerry e Sylvia Anderson (di cui ho parlato QUI) come se fosse uscita ieri.
A volte mi chiedo:
"Ma quando cresci eterno Peter Pan Di Stelle?"
Spero mai...

mercoledì 9 ottobre 2019

CARPENTERS - CALLING OCCUPANTS OF INTERPLANETARY CRAFT, CIOÈ L' INNO DEL GIORNO DEL CONTATTO


Tra tanta musica "moderna" propongo oggi un salto nel passato per riscoprire qualcosa che non esiste più.
Era la fine degli anni 70 e nelle ore notturne, sulle onde medie (checcacchio saranno mai ste onde medie???), con un po' di pazienza si riusciva a captare il segnale di Radio Luxembourg, emittente londinese nata come radio pirata in diverse zone itineranti (pare anche su una nave come Radio Veronica One) e poi infine stabilitasi come radio regolare all'indirizzo 38 Hertford Street London W1. La particolarità di ascoltare questa radio in Italia era che si potevano ascoltare in anteprima di qualche mese i dischi che sarebbero poi arrivati anche da noi, come Kate Bush con Wuthering Heights, i Police con So Lonely, oppure le Baccara con Yes Sir I Can Boogie, o ancora gli Who con Who Are You, perché una volta era così, non eravamo nella musica globale dell'epoca di Internet. Fatto sta che in una notte buia e tempestosa del 1977 arriva un disco che, cominciando con la voce di uno speaker radiofonico, e tanto di jingle, sembrava proprio un dj di quella radio che stava ricevendo una telefonata in diretta, e lì per lì, complice anche il segnale un po' disturbato della frequenza, non si capiva bene se era una gag, un spot pubblicitario o cos'altro, perché dall'altra parte rispondeva una voce distorta che diceva "We are observing your Earth and we'd like to make a contact with you". Lo speaker non capiva cosa volesse intendere quella frase e replicava col suo modo molto wowwowwow da radio, ma la voce continuava a ripetere robotica lo stesso messaggio fino a non lasciare più parlare il povero dj. E a quel punto comincia il piano con la voce di Karen Carpenter, del duo easy listening americano Carpenters (il genere alla Barry Manilow per capirci), la cantante più perfetta che sia mai esistita, di una perfezione al limite dello stucchevole, da principessa Disney anni 50, purtroppo scomparsa prematuramente per un male che non perdona. Il titolo è Calling Occupants Of Interplanetary Craft ed è la cover di una canzone uscita l'anno precedente per i Klaatu (nome di un personaggio che gli appassionati di cinema devono conoscere per aver visto Ultimatum Alla Terra di Robert Wise), band che venne scambiata dagli addetti ai lavori per i Beatles riuniti (ma questa è un'altra storia). La canzone, che narra di contatti con alieni pacifici (era il tempo degli incontri ravvicinati di Steven e delle guerre di Lucas) è presente nella soundtrack della famosa serie Mindhunter ed era già bella così, un po' Strawberry Fields con quei tocchi di classe tanto cari a George Martin, ma l' arrangiamento della versione dei Carpenters la presenta ancora di più in pompa magna eseguita addirittura da un' orchestra di 160 elementi, coro compreso che riecheggia identico anche in Easy dei Commodores uscita nello stesso anno (forse non a caso, essendo l'originale dell'anno prima), ed è una delle cose più maestose mai sentite che nemmeno Alan Parson con Music di John Miles era riuscito a fare. Ascoltare per credere, compreso il video del dj in sala trasmissione interpretato dal chitarrista della band che accompagnava i fratelli Carpenters che si esibiscono su un chromakey tipico di quegli anni.

Il brano, come si legge sulla copertina, è stato eletto inno ufficiale per il "giorno del contatto", cioè una di quelle cose tipicamente ammericane che ci credono solo loro, ma ci credono fino in fondo.
Ma un se bel giorno arrivano sti alieni e sono quelli di Mars Attacks! e Independence Day???


martedì 8 ottobre 2019

JOKER È ARRIVATO

Credevo di sapere cosa aspettarmi da questo Joker ormai, perché ne hanno parlato tutti, ma anche perché il mondo di Batman è chiaramente diviso in diverse sezioni a compartimenti stagni: i fumetti, i cartoni con Mark Hamill doppiatore, la serie tv a livello parodistico, Burton fetish, Schumacher incompreso (ma qui Joker non si vede), Nolan realista, Snyder che c'ha provato (anche lui senza Joker). Questo nuovo film invece non si colloca in nessuno di questi mondi, ma ne crea uno per sé, anche se si tratta sempre di Gotham City, con l'origine del personaggio completamente inventata per il film e portata in scena benissimo.
Ma parlando di un personaggio come Joker non parliamo della risata? E qui casca l'asino... nel senso che Joaquin Phoenix riesce a creare una risata perfettamente isterica, poiché involontaria, dettata da un disturbo nervoso. L'asino invece, mi spiace dirlo, è proprio l'interpretazione che ne aveva dato il compianto Heath Ledger che non rideva come ti aspetti da un Joker, bensì tendeva sul cupo con una risata cattiva, ma che non esce del tutto (e devo dire che, lì per lì, ne ero rimasto affascinato, o meglio, abbindolato anch'io per questa rilettura di Nolan); stessa cosa ripetuta malamente da Jared Leto pensando di fare il figo e invece fa la figura del pirla... Tanto di cappello invece a Jack Nicholson e Cesar Romero, perfetti nei loro personaggi

ma soprattutto a Mark Hamill, la voce migliore che Joker abbia mai avuto nelle serie animate e nel pilot della serie Tv Birds Of Prey (che il doppiaggio italiano ovviamente vanifica totalmente).

Quindi? Promosso a pieni voti, ma sicuramente a qualcuno non piacerà perché si aspettava un altra cosa (miei cari marvelliani ragnarokki). E invece è proprio la sorpresa di non aspettarti un film così che te lo fa piacere.
E ha un bel dire Martin Scorsese che i film di supereroi non sono vero cinema; difatti qui siamo su un livello diverso, molto diverso.
E questo "LO È" vero cinema.

domenica 6 ottobre 2019

L'UOMO VENUTO DALL' IMPOSSIBILE (TIME AFTER TIME)


Film del 1979 con quel Malcom Mc Dowell ancora molto somigliante all'Alex di Arancia Meccanica (se escludiamo i baffi) nella parte di H.G. Wells lo scrittore del romanzo The Time Machine, che realizza per davvero una macchina del tempo, ma viene utilizzata da un suo amico medico, che in realtà era Jack Lo Squartatore, che si catapulta negli anni 80 per sfuggire alla cattura. Allora anche il nostro amico parte all'inseguimento nel tempo perché non si sa mai che pasticci potrà combinare quello là, e chi ti va a incontrare? 


Mary Steenburgen che 10 anni dopo sarà in un altro film con quel tema lì, cioè il terzo episodio di Ritorno Al Futuro. Piccolo il mondo del cinema eh? Comunque un film gradevole, pure romantico al punto giusto, ma non molto conosciuto dal grande pubblico.
Ma forse nemmeno così sconosciuto nell'ambiente, tant'è che nel 2017 venne realizzata una serie tv che partiva dallo stesso spunto, interrotta però per ascolti bassi nonostante una bella partenza con il primo episodio. Particolarità della serie era che ogni episodio aveva per titolo una frase tratta da Time After Time di Cyndi Lauper, perché il titolo originale del romanzo da cui erano tratti film e serie era proprio questo, anzi la Lauper si ispirò proprio a quel romanzo quando scrisse la canzone. Oppure al film con Mc Dowell? Boh mi sono perso nelle pieghe del tempo...

GINGER BAKER

Un altro nome che ha fatto la storia della musica rock ci ha lasciati: Peter Edward Baker, detto Ginger per i capelli rossi, è scomparso ad 80 anni. Era il fondatore con Eric Clapton e Jack Bruce del trio Cream.

STANLIO E OLLIO


Ci tenevo a vedere questo film, perché Stanlio e Ollio sono stati due grandi della comicità e perché mi piacciono i biopic. Che poi questo non è proprio biopic perché riguarda solo un periodo della storia di Stan e Ollie, cioè il tour europeo nei teatri.
Niente da dire su come John C. Reilly e Steve Coogan hanno interpretato i due comici, anzi non potevano essere più perfetti di così. Tuttavia non riuscivo a trovare divertenti le scenette che proponevano in teatro anche se il pubblico rideva e applaudiva. E la regia non aiutava molto, così lenta e anonima come se dicesse fate un po'voi.
Quindi, dato che lo attendevo tanto, sono rimasto un po'deluso, ma non è sicuramente un brutto film. Ricordando però quello su Chaplin con Robert Downey Jr. mi rendo conto delle enormi differenze.

giovedì 3 ottobre 2019

X-MEN DARK PHOENIX


La prima cosa che ho notato in quest'ultima avventura dei mutanti è la totale mancanza di momenti leggeri, che invece nei film di Singer quando c'era Wolverine non mancavano mai. Ok che la storia non è una scampagnata, ma esci dalla visione del film incupito pure te come tutta l'atmosfera che si respira lì.
Altra cosa approssimativa secondo me sono i doppiaggi di Tempesta e di Kurt in particolar modo lui è inascoltabile.Mentre è sempre bravissimo Francesco Venditti a dare la voce ad Hank.
Sempre sui particolari tecnici, non ho apprezzato certe scene con telecamera balenga come si usa spesso adesso (credo che il top del fastidio per me sia stato in Batman Vs. Superman) la cui intenzione forse è di dare l'idea di una ripresa reale, ma a me distrae e basta a causa di un senso di fastidio, ma forse è solo un problema mio... boh.
Sulla Mystica di Jennifer Lawrence ho già espresso il mio parere in altri post e non ripeterò che non la apprezzo per niente per come ha cambiato le caratteristiche di quel personaggio  (oddio! Mi sono ripetuto).
In conclusione, sarà che io sono legato ai film con Famke Janssen, ma la Jean Grey di Sophie Turner non mi convince con le sue facce sofferenti e le partenze a missile (ma quante!); ma diciamocelo chiaro: non è che se hai fatto parte del cast di Games Of Thrones devi essere per forza una grande attrice eh...

mercoledì 2 ottobre 2019

BIRDS OF PREY E LA FANTASMAGORICA RINASCITA DI HARLEY QUINN (IN ARRIVO)


Sorpresa nel variopinto mondo dei cinecomics: arriva a Febbraio 2020 un film tutto dedicato ad Harley Quinn, che dopo il corale Suicide Squad si è rivelata essere il personaggio che ha catturato di più l'attenzione, dimostrato anche dalla quantità di cosplayers che la rappresentavano a Lucca Comics, alla faccia del tanto osannato Joker di Jared Leto che, ormai possiamo dirlo, è il più brutto della storia; addirittura lo batte pure quello dei telefilm degli anni '60 che era interpretato da Cesar Romero coi baffoni coperti dal cerone bianco (in tv non si notava molto, ma se lo rivedete adesso in raggioblu si vedono benissimo).

Per una volta il chilometrico sottotitolo non è una trovata dei distributori italiani tutti matti, ma è identico, wertmulleriano anche nell'originale.
Qualcuno si ricorderà di una serie tv di qualche anno fa con lo stesso titolo Birds Of Prey, partita benissimo, ma naufragata dopo soli 13 episodi.

La protagonista, la Cacciatrice a capo di una squadra che troviamo anche nel nuovo film, era Ashley Scott, ovvero quella Gigolò Jane che attirò frotte di maschietti a vedere A.I. Intelligenza Artificiale di Spielberg (non dite che non è vero!!!), per poi scoprire che la si vedeva solo per 10 secondi. 

Qui invece la squadra viene interpretata da volti nuovi ai quali si aggiunge la Margot Robbie svitata, molto diversa dalla Margot Robbie di Tarantino, ma sempre Margot Robbie, come in Suicide Squad.
Alla regia, per la prima volta in un cinecomic, troviamo una donna per cui il cast è in gran parte al femminile in un film che, almeno dal trailer, sembra sulla scia di Deadpool tra umorismo/violenza/azione/irriverenza ecc...
Ecco quindi il trailer.


martedì 1 ottobre 2019

IL SALUTO DELLE IENE A NADIA

Ripartono Le Iene su Italia 1 e naturalmente non potevano ripartire senza un grande abbraccio a Nadia Toffa. Si sono riuniti così nello studio di Cologno Monzese tutti gli ex conduttori della trasmissione fin dalle prime edizioni ed è stato poi mandato in onda un ultimo video che Nadia aveva realizzato lo scorso dicembre per salutare, ma soprattutto per spiegare la sua visione del vivere. Grandi assenti Ilary Blasi e Teo Mammucari trattenuti da impegni di lavoro, ma il grande abbraccio dei colleghi è stato comunque un momento commovente officiato da una Alessia Marcuzzi che a stento ha trattenuto le lacrime.

AUGURI MUSICALI A TUTTI I PAPÀ

 19 marzo festa del papà, e per festeggiarlo bene ogni papà, può servire anche una canzone di Cat Stevens dal titolo  FATHER AND SON in cui...