sabato 30 novembre 2019

IL SEQUEL DI E.T.

Il piccolo Elliot del film di Spielberg, sempre l'attore Henry Thomas, è diventato un uomo sposato e papà di due bambini e una notte il suo vecchio amico extraterrestre torna a fargli visita.
È sì il seguito del film di Spieberg, ma solo come geniale spot pubblicitario di Xfinity, piattaforma streaming americana.
Eccolo:
Supervisionato da Steven, il minifilm riprende le atmosfere e le situazioni dell' originale ed è già considerato un piccolo capolavoro.

BANGLA


Mi sono fatto fregare dalla promozione di Fiorello sul suo Viva RaiPlay verso questo film dell'esordiente Phaim Bhuiyan, giovane regista e attore romano dde Roma, ma di chiare origini bangladesi... bengalesi... bangla...(???) insomma del Bangladesh.
Per fortuna l'ho trovato nel menu di una piattaforma in streaming della compagnia telefonica cantata da Mina, per cui non ho buttato i soldi ma solo un'ora e mezza scarsa, in quanto è decisamente un'opera di un esordiente, recitato da "cagna maledetta" (cit. Boris) e realizzato anche peggio, e non basta la breve presenza di Pietro Sermonti (altra cit. Boris) per risollevare il livello.
Qualche idea buona ci sarebbe anche, e anzi inizia che sembra pure divertente, ma dopo pochi minuti ti accorgi della sòla infame in cui sei incappato.
P.s.
Confesso che per scrivere il nome del regista ho fatto uno spudorato copia/incolla, sennò col cavolo che lo scrivevo giusto...
Ma poi sarà scritto giusto?

giovedì 28 novembre 2019

SAMUEL SVELA I SEGRETI DELLE CASE DISCOGRAFICHE


Rivelazione shock di Samuel nella puntata di X Factor della scorsa settimana in cui i ragazzi presentavano i brani inediti. Alcuni di loro hanno riproposto con un arrangiamento nuovo i loro brani che avevano eseguito alle audizioni, essendo scritti da loro e mai incisi su disco. Gli altri invece che sono solo degli interpreti, hanno ricevuto dei brani dai loro coach e, in particolare Giordana, ha ricevuto da Sfera Ebbasta un brano che, da come la raccontava lui, pareva arrivasse direttamente da Sia come riconoscimento delle capacità vocali della ragazza. Al che il frontman dei Subsonica ha detto chiaramente al trapper geometrico di non raccontare balle (o sfere) e che quel brano era, in realtà, semplicemente una di quelle canzoni che gli artisti legati ad una grossa casa discografica sono obbligati per contratto a lasciare a totale disposizione della major che ne farà quello che gli pare, e che Sia non sapeva nemmeno dell' esistenza di Giordana.
Ovviamente il più delle volte gli artisti non lasciano dei capolavori memorabili, ma a volte le capacità dell' interprete riescono a rendere hit una canzone magari loffia.
Nel caso di Sia, non si trattava infatti di una nuova Titanium o Chandelier, ma di un pezzo totalmente anonimo che poteva essere stato composto da chiunque, e nonostante l'impegno di Giordana a strillare come un'aquila, la ragazza si è ritrovata ancora una volta al ballottaggio.
Adesso Samuel dovrà richiedere una scorta armata per aver rivelato il segreto di Pulcinell... ehm, delle case discografiche e dei loro contratti capestro, grazie ai quali si accaparrano i diritti e sfruttano i giovani artisti come cantava Edoardo Bennato.

Ma allora dicevano che Edoardo esagerava...

mercoledì 27 novembre 2019

THE MANDALORIAN


Hai un magazzino pieno di oggetti di scena, scenografie e costumi di Guerre Stellari e stai pensando... chiamo uno svuotacantine? Do in beneficenza? Porto al Mercatino Dell'Usato?
Poi tuttoduntratto ti arriva Jon Favreau con in mente di farci una serie tv e cacchio che sta serie è più Star Wars di tutti i prequel e sequel fatti finora!!!
Qualcuno dirà che sembra un western, e infatti ricalca molti cliché del genere (ah... il caro mitragliatore di Django, per dire...), ma riletti secondo lo stile che conosciamo, e comunque ormai sappiamo tutti che Guerre Stellari del 77 era più una favola medievale virata sulla fantascienza, che un film sci-fi vero e proprio.
Per cui vedere questa serie è un bel salto nel passato dove ritrovi il vero mondo fantavintaggio che aveva pensato Lucas con anche un po' di quel Sergio Leone così caro a tutti noi.

martedì 26 novembre 2019

C'ERA UNA VOLTA A HOLLYWOOD


Secondo le tabelle di marcia dei cinefili normali, sono in ritardo clamoroso, ma secondo le mie invece, che non sono un critico cinematografico, ma solo uno qualunque che scrive sensazioni e impressioni sulle cose che vede e sente, sono perfettamente a tempo. Anche a me, come a Quentin, piace prendermela comoda e Tarantino infatti sforna film a distanza di diversi anni prendendosi tutto il tempo che gli serve, e per vedere il film dovevo attendere un'occasione buona, senza rischi di colpi di sonno causa stanchezza.
A questo punto posso dire che il nuovo film non ha nulla a che vedere con i precedenti, e comunque per me non è nemmeno ai livelli di Pulp Fiction, Kill Bill, Django o Le Iene.
Semmai l'ho trovato più simile a Jackie Brown già per titoli di testa, per i piedi sporchi in primo piano, i colori, le riprese.

Per altri motivi invece ho trovato molte altre autocitazioni come i nazisti di Bastardi Senza Gloria (che di tutti i film di Quentin confesso che è quello che ho apprezzato meno, ma contiene comunque ottime scene come quella con la canzone di Bowie, il gioco nel bar e Christoph Waltz che chiacchiera amabilmente).

La cosa che però ti prende di questo film è che due ore e mezza passano benissimo anche se ci sono diversi, svariati, anche troppi minuti persi a vedere uno che guida la macchina con la radio di sottofondo senza che succeda assolutamente nulla. Ma forse Quentin, essendo uno che si prende i suoi tempi, lo fa per farti entrare nella sua ottica e per darti l'idea del viaggio senza invece ricorrere ai soliti salti temporali che ti tagliano i tempi un po' bruscamente.

E nonostante i tempi morti, nel film succedono tante, ma tante di quelle cose che non ti immagini per cui l'attenzione rimane sempre al massimo.
Mancano un po' i superdialoghi e monologhi a cui ci aveva abituati negli altri film, tipo The Hateful Eight, nel senso che ci sono, ma sono un pochino più stringati e ci sono parecchi momenti silenziosi.
E poi camei a raffica di attori che hanno popolato le altre pellicole passate, e anche new entry, come se fosse un greatest hits del cinema.

Quindi un buon film che piace sicuramente di più se sei uno che conosce il cinema del passato per i continui rimandi, mentre alcuni potranno rimanere molto delusi come con una sensazione di incompiuto, di lento (parole di qualcuno che ha visto il film con me e non sa assolutamente chi siano Antonio MargheritiSergio Corbucci, solo per fare un esempio di chicche inserite nella trama).

E parliamo anche dell' uso finalmente intelligente dei computer, per una volta non finalizzati a creare mostri improbabili, bensì a modificare alcuni panorami per riportarli a com'erano nell' epoca in cui è ambientato il film, cancellando edifici e particolari che allora non esistevano, anche se Quentin ha cercato di limitare il più possibile gli artifici grafici cercando di optare per ricostruzioni reali recuperando oggetti e particolari d'epoca fin dove era possibile.
E l'effetto finale è veramente ottimo sotto ogni aspetto, per cui val bene un plauso anche se non è il miglior Tarantino che conosciamo.

Piccola nota finale sul film con Dean Martin e Sharon Tate, The Wrecking Crew, che invece in Italia era stato distribuito come Missione Compiuta Stop. Bacioni Matt Helm.
Miii ugguale ugguale!!!

lunedì 25 novembre 2019

VINILE VS. CD


Quale sarà il supporto migliore per la musica? Il tecnologico cd o il nostalgico vinile, oppure i virtuali mp3, Ogg o FLAC? I dibattiti su tale argomento ci sono sempre, e il ritorno nei negozi dei dischi in vinile, contribuisce ad alimentare le discussioni. Però su tutto ci sono pro e contro. Il vinile ha indubbiamente un suo fascino in quanto la copertina stessa del disco ha una dimensione che rende più gustosa la presentazione del prodotto, difatti alcuni album che si aprono a libro sono vere opere d'arte, basti pensare alle copertine che Roger Dean ha realizzato per gli Yes,

cose che nemmeno i panorami di Pandora, per dire...
Il vinile poi ti fa "vedere" i brani sulla superficie del disco e si può capirne la durata e la dinamica già solo esaminandone il solco. Il vinile "suona" anche con il volume a zero (effetto grammofono) e ti dà l'impressione che sia vivo. 
Per contro, il vinile è delicatissimo e dopo un po' che lo ascolti comincia a "friggere" (ma ci sono persone che adorano proprio questo rumore di fondo... de gustibus... io preferisco sentire il battito del cuore che apre The Dark Side Of The Moon senza altri disturbi sotto). 

Un altro vincolo del vinile è che lo devi ascoltare su un hi-fi come si deve, perché se lo metti su un giradischi comprato alla LIDL, lo massacri e il suono che ne viene fuori è di gran lunga inferiore a qualsiasi altro supporto. 
Inoltre i brani in chiusura del disco vengono sempre penalizzati da un errore di allineamento della puntina con il solco e il suono ne risente parecchio. Era stato questo un cruccio di George Martin perché A Day In The Life era in coda al famoso SGT.Pepper e temeva che non suonasse come doveva.

I cd e i file mp3 hanno dalla loro la comodità del portarseli in giro e di suonare bene sempre, salvo rigature del compact disc, ma quello è normale se ci cammini sopra o li maneggi impropriamente o peggio. C'è da dire che se un disco era nato su vinile, non sempre la rimasterizzazione su cd sarà soddisfacente. The Rise And Fall of Ziggy Stardust di Bowie presenta un missaggio modificato nella versione in cd, dove la voce risulta più "fuori", più presente rispetto al vinile. Eppure si narra che fu proprio David a litigare quasi con il fonico per fare in modo che la sua voce risultasse così, amalgamata nell'insieme della registrazione. 

Nel caso di altri dischi nati in vinile e rimasterizzati in cd, si nota un appiattimento delle dinamiche dei suoni. Le ragioni sono puramente tecniche, bitrate, frequenza di campionamento e balle varie. 
Invece i dischi che nascono ai giorni nostri nascono in digitale, per cui il cd è il loro supporto naturale. Porto ad esempio L'amore e La Violenza dei Baustelle,

che suona in maniera sbalorditiva, (che poi i Baustelle piacciano o meno è un altro discorso... a me piacciono, anche se non proprio tutto quello che fanno). 
E quasi sempre, la versione in vinile di un disco odierno, non suona così bene come il cd, a causa della grammatura del disco, molto spesso troppo sottile, e del sistema di stampa. 
Insomma ci sono pro e contro per entrambi, ma alla fine del polpettone tecnico, quello che conta è che ci piaccia quello che stiamo ascoltando. Non dimentichiamoci che i nostri brani preferiti stavano il più delle volte su cassette scrause registrate dalla radio, aspettando con ansia che trasmettessero la canzone che volevamo. In quel caso non era la qualità che ci interessava, ma il fattore emotivo che ci faceva innamorare di quella musica.
Music was my first love, and it would be my last...

domenica 24 novembre 2019

ATTENTI A QUEI DUE


Come canta Celentano, "due caratteri diversi prendon fuoco facilmente". E i due del titolo non potrebbero essere più diversi di così.
Il primo è Lord Brett Sinclair, compassato nobile scozzese con la passione delle corse automobilistiche, mentre il secondo è Danny Wilde, dinamico petroliere americano con la passione delle donne, come anche il suo collega d'altronde.
Non passa avventura, infatti, che non sia costellata di bellezze con le quali Brett e Danny si rapportino più o meno intimamente.
Sono questi i protagonisti di una storica serie britannica con due attori favolosi: Roger Moore e Tony Curtis che in ogni episodio si esibiscono in allegre scazzottate perché in quel mondo i cattivi usano le armi solo per minacciare, ma molto di rado per uccidere davvero. Come si forma la coppia? Grazie al giudice Fulton che incastra i due che rischierebbero delle grane serie a causa di alcuni disordini provocati (guarda caso, una scazzottata con la quale devastano un hotel in Costa Azzurra) e li ingaggia, con un piccolo ricatto, per risolvere alcuni casi per suo conto.
Ma si narra che l'ispirazione dell' eterogeneo duo sia nata da uno degli ultimi episodi de Il Santo dove Simon Templar si trovava ad interagire in coppia con un petroliere texano.
Poi comunque le storie si creano anche senza giudice Fulton e i due, da antagonisti diventano in breve tempo amiconi inseparabili e capiteranno anche in Italia in un episodio che però non viene trasmesso perché non mostra un bel ritratto del nostro Paese; nel cofanetto si può trovare sottotitolato in audio originale.
Dopo la trasmissione del primo blocco di episodi, arrivano al cinema dei "finti" film dalle locandine squisitamente bondiane, 


che consistono nel collegare insieme due episodi non ancora andati in onda. Una mezza sola, ma il cinema è comunque strapieno perché "quei due" sono davvero troppo forti.
Il doppiaggio di Pino Locchi e Cesare Barbetti poi è decisamente splendido e calza perfettamente con i due attori, seppure le loro voci originali siano  parecchio diverse.
Condisce egregiamente il tutto una sigla stupenda firmata da John 007 Barry e che porta ovviamente il titolo originale della serie, cioè The Persuaders.


MALIKA AYANE - WOW


Sulle prime fa un po' strano sentire in radio con questa canzoncina che definire easy è già un complimento da accademia della musica, l'altera giudice di X Factor precisina e rompimaroni (diciamolo), che cita a raffica David Bowie, Joy Division, Freddie Mercury come pane quotidiano di ogni aspirante musicista.
Poi però ti ricordi che anche i Queen per divertimento, ma più che altro per dimostrare le loro mostruose capacità tecniche, facevano cose così

se non addirittura così
o così

E forse allora ci può stare.
Ma ripeto che erano più che altro delle cose che i Queen mettevano nei loro dischi per dire "Ok siamo una rock band, ma vedete? Sappiamo fare qualsiasi cosa, tiè".
E Malika resta comunque una gran rompimaroni, tiè!!!

sabato 23 novembre 2019

MINA FOSSATI


Un gradito ritorno a sorpresa quello di Ivano Fossati che, alcuni anni fa, aveva dichiarato davanti a Fabio Fazio che avrebbe smesso di fare musica, e aveva anche rifiutato di dare il consenso all'utilizzo del suo nome nella fiction Tv dedicata a Mia Martini, per tutta una serie di motivi suoi che non gli andava di mettere in piazza le sue cose personali, anche se tutti sappiamo che la storia c'era stata, preferendo vivere ritirato dal mondo dello spettacolo.
Ma se un giorno Mina (e non dico mica Giusi Ferreri o Alessandra Amoroso eh) ti chiede di fare una canzone con lei mica le puoi dire di no, dai non c'ho voglia e son stanco uffa che barba che noia...
Allora, così spronato, il nostro Ivano si rimette all'opera e, alla fioca luce di un lumicino, non scrive solo una canzone, ma un intero album uscito proprio ieri.
Meno sorprendente il ritorno della Tigre Di Cremona perché lei invece non ha mai smesso di far sentire la sua presenza come fosse una zia lontana (in Svizzera), tra dischi e spot della TIM TIM TIM.

Tutto bene come giocano le loro voci nella canzone Tex Mex, che per una volta non parla del solito mare che Ivano infila in ogni dove, come scherza Rocco Tanica quando fa una divertente e bonaria parodia di Fossati, senonchè il brano ricorda moltissimo nelle strofe (forse troppo) Smooth di Carlos Santana, complice anche la ritmica latina.

Vamos a bailar... companeros!!!

giovedì 21 novembre 2019

IT - CAPITOLO DUE


Dopo aver visto il primo capitolo era d'obbligo vedere anche il secondo, avendo anche visto la tanto criticata miniserie degli anni 90, quella con Tim Curry nei panni clowneschi di Pennywise.
E gli stessi panni li veste benissimo anche Bill Skarsgård grazie non solo al make-up, ma anche a mille diavolerie in CGI che lo deformano in mille modi.
Se il Capitolo Uno era forte del traino della serie Stranger Things, dove anche lì dei ragazzini si trovavano a combattere contro l'entità maligna e si concludeva anche come fosse un film a sé, il Capitolo Due mostra ancora quei ragazzini, ma solo in alcuni efficaci flashback, mentre per il resto del film i protagonisti sono adulti con tutti i problemi extraclown che un adulto può avere, per cui l'effetto anni 80 dei Goonies redivivi non lo abbiamo più, o perlomeno è molto meno presente.
Nonostante ciò, la prima parte del film funziona benissimo e sono simpatiche le battute verso lo scrittore Bill che non sa scrivere dei buoni finali (critica vera mossa spesso a Stephen King). A un certo punto però le cose si fanno talmente frenetiche e incasinate che ho fatto davvero fatica a recepire tutte le informazioni che le mie retine stavano ricevendo (o forse ero anch'io sotto l'influsso di Pennywise).
Non avendo mai letto il librone dal quale è tratta la storia, non so dire quanto fosse attinente allo scritto di King, ma più che altro non riesco ad immaginare come Stephen abbia messo in parole quanto ho visto nel bordelloso finale in cui (non è spoiler perché comunque lo sappiamo tutti) i superstiti riescono a sconfiggere It.
Da pseudocinefilo quale sono ho colto con piacere un paio di volute citazioni di film anni 80 come La Cosa di Carpenter 

e sicuramente il "lupo cattivo" di Shining nello spiraglio della porta,

mentre la vecchia mi ha ricordato Death Note,

e anche un po'Momo,

ma solo come impressione; non credo che fosse davvero una cosa voluta.
Credo però che il Capitolo Uno avesse qualcosa in più di questo che invece si va ad affondare (come due dei protagonisti e come mi sono sentito io) nella massa enorme di situazioni raccapriccianti in cui pone i personaggi, tanto che ad un certo punto Pennywise lo vedevo come un Freddy Krueger che tormenta le sue vittime nei sogni, e so di non essere l'unico ad aver avuto tale sensazione; sensazione che mi è stata come confermata  dall'ultima inquadratura con la sala che proietta il capitolo 5 della saga di Nightmare.
Temo quindi che possa arrivare un Capitolo Tre; non so in che modo, ma la storia del cinema è piena di seguiti non richiesti, se non addirittura fake come quello di Balle Spaziali o quello veramente clamoroso di 2001 Odissea Nello Spazio, solo per fare un paio di esempi.

mercoledì 20 novembre 2019

MAGNOLIA


Si parla in questi giorni di Paul Thomas Anderson, quell' Anderson che ha diretto Joaquin "Joker" Phoenix in Vizio Di Forma e da non confondere con il suo quasi omonimo, cioè quello che fa i film su misura per la moglie Milla (Jovovic ndr), e sembra che nel prossimo febbraio possa inziare le riprese di un nuovo film che potrebbe essere strutturato come Magnolia, sua pellicola del 1999 con una durata di tutto rispetto che supera le tre ore senza però fartele pesare, cioè per capirci... scorre meglio di un qualsiasi recente episodio di The Walking Dead!!!
Facezie a parte, è da notare che il documentario sulla lavorazione del film, incluso nel disco, è ancora più lungo, ma anche quello te lo godi tutto!!!
Magnolia racconta le storie di nove personaggi che andranno ad intersecarsi, un po' come il di molto precedente America Oggi di Altman o il successivo Crash Contatto Fisico di Paul Haggis.
Spicca su tutti un Tom Cruise mai stato così antipatico, odioso, bastardo  ecc ecc, doppiato egregiamente dall'ottimo Chevalier. La sola parte dedicata a lui varrebbe l'intero film.
Ma chiaramente sono importanti anche gli altri personaggi interpretati da nomi come Julianne Moore, William H.Macy, John C.Reilly, Philip Seymour Hoffmann e gli altri che danno tutti una prova d'attore pressoché perfetta.
Anche la colonna sonora è molto bella, in particolare la canzone dei titoli di coda Save Me, cantata da Aimee Mann in un videoclip d'autore girato proprio sul set del film,
e addirittura un' altra sua canzone, Wise Up, diventa parte integrante della scena con gli attori stessi che la cantano in un momento "musical" molto particolare, ma Magnolia NON è assolutamente un musical.
Come spesso succede, molte sono le lodi e le nomination all'Oscar, ma nessuna statuetta si fa vedere. A Berlino invece si prende un bell' Orso d'oro, come dire... meglio un orso oggi che una gallina......?
No niente...

martedì 19 novembre 2019

ZAFFIRO E ACCIAIO

Visto il successo che negli anni 60 la BBC ha con Doctor Who, la rete concorrente ATV non sta mica con le mani in mano e si inventa negli anni 70 altri due personaggi che si muovono nello spazio e nel tempo. I protagonisti sono la bellissima (e spesso parruccatissima) Joanna Lumley, che sarà la Purdey dei New Avengers (no non c'entra la Marvel) 

e David Mc Callum, che qualcuno può riconoscere in tempi recenti nei panni di Ducky di NCIS, l'anziano anatomopatologo, nonché sosia non ufficiale di Mike Oldfield.

Episodi con una lentezza al limite dell'esasperante, ma pure con un certo fascino (beh Zaffiro di fascino ne ha da vendere anche se è parecchio glaciale) tutti giocati sulle situazioni, le espressioni degli attori, perché di azione ce n'è mediamente... zero.
Sono episodi da 25 minuti l'uno e un blocco di essi, che può variare da quattro a otto, forma una storia completa; La Stazione è uno dei miei preferiti insieme a Il Party.
La Rai in quegli anni trasmette gli episodi in fascia preserale, quella occupata adesso dall'Eredità, ma sul secondo canale. Com'è, come non è, è diventato pure questo un cult delle serie tv.

lunedì 18 novembre 2019

LIAM GALLAGHER - ONE OF US (MA È PIÙ ROCK LA VANONI)


Ecco uno dei due fratelli Oasis che, quando non è impegnato a litigare con Noel, sforna un bel brano nel consueto stile Oasis/Beatles, ben suonato, ben cantato e piacevolmente melodico.
Anzi devo dire che è uno dei pezzi di questo periodo che preferisco.

Peccato solo che lui abbia sempre quell' atteggiamento arrogante e antipatico di sempre.
Ma, caro il mio Liam, puoi fare il duro finché vuoi, che tanto non sarai mai rocknrooool come Ornella Vanoni che in prima serata su Rai 1 stoppa Bocca Di Rosa dicendo "Non si vede un c@77o", riferendosi alle luci che la stanno abbagliando impedendole di leggere sul gobbo le parole della canzone (che saperla a memoria pare brutto) e ripete poi la parolina altre due volte.

Peccato anche poi che, quando Liam la presenta dal vivo, la canzone venga suonata un tono sotto dell' originale, spegnendo un po' la brillantezza del suono d'insieme.

Disquisizioni tecniche a parte, nel video Liam pare citare la data dello scioglimento della band e anche suo fratello. Forse nostalgia dei bei tempi andati? Ah come mancano in fondo quelle sane scazzottate pre e post concerto...
In conclusione, i due fratelli, pare vadano a fasi alterne in quanto a creatività. Un anno Noel e quello dopo Liam. Finché dura...

domenica 17 novembre 2019

LE MANS 66, LA GRANDE SFIDA


Mah... qui stiamo davvero esagerando con questa mania malandrina di cambiare i titoli ai film. Se io fossi il regista James Mangold mi presenterei a casa dei distributori italiani armato di mazza da baseball per fare "due chiacchiere" di chiarimento sul motivo per cui un titolo come Ford Vs. Ferrari mi venga cambiato in maniera così truffaldina, forse per ricordare questo con Steve Mc Queen?

Ma non sono un regista, e di baseball non capisco letteralmente "una mazza", e perciò mi tocca subire questi soprusi così come tutti noi che andiamo al cinema.
Comunque Le Mans c'entra, ma c'entra più che altro la rivalità fra i due costruttori Henry Ford ed Enzo Ferrari, mentre, da come viene presentato, pare più una roba incentrata sui piloti, come Rush, il film su Lauda e Hunt.
Invece qui si parla di progetti di auto, di burocrazia, di maneggi per accaparrarsi il pilota migliore.
Interessante il cast con Matt Damon, Christian Bale, Jesse Plemons (sì, quel Todd di Breaking Bad), Jon Bernthal (da The Walking Dead) e il nostro Remo Girone, il Tano Cariddi de La Piovra.

E dal trailer sembra anche ben realizzato.
Lo metterò in lista per una visione casalinga più avanti.

DOLOR Y GLORIA


Ci ho provato, ma questo genere di film non fa per me, forse a causa della stanchezza dopo una giornata pesante non era la scelta più adatta. Fatto sta che ho lottato strenuamente contro dei colpi di sonno per arrivare alla fine della pellicola, che comunque, ci tengo a dirlo, non è un brutto film.
Pedro Almodovar mette un po' di se stesso nel personaggio interpretato da Antonio Banderas ormai lontano dal Mariachi nel Desperado di Rodriguez (e forse un po' provato dalla vita in fattoria con la gallina Rosita), infatti il nome Salvador Mallo sembra quasi un anagramma del cognome del regista con un paio di lettere aggiunte qui e là, come per depistare.
Si parla di cinema, di registi, di attori, di infanzia non facile, con una fotografia sempre bellissima, luminosa che non cala neanche neanche nelle situazioni più cupe.
Si parla anche di dipendenza dalla droga (un po'tanto in verità), di omosessualità di rapporti familiari complicati, tutti temi con cui Pedro ha sempre avuto a che fare.
Tutto sommato sono contento di essere arrivato alla fine della visione per aver potuto godere della sorpresa piazzata proprio nell'ultima inquadratura (dico solo che è un twist che ribalta la prospettiva di quanto visto in precedenza e strappa finalmente un sorriso).
Certo lo stile di Pedro è un po' cambiato dai tempi di Legami, Tacchi A Spillo o ancora prima con Pepi, Luci, Bom E Le Altre Ragazze Del Mucchio, che mi erano anche piaciuti.
Probabilmente non è il suo miglior film questo, ma un' occhiata gliela si può dare, piuttosto di beccarsi qualche ciofeca pescata a caso su Netflix...

sabato 16 novembre 2019

JOHNNIE TAYLOR - HEY, MR MELODY MAKER

Chi se lo ricorderà questo? Temo pochissimi, forse più che altro chi ha passato una porzione della sua vita davanti ai microfoni di qualche radio privata, magari di notte con le sigarette, il piatto che gira e la luce sciolta nel caffè, come dicono i Pooh, ma quanto è bello l'arrangiamento di questo disco?
O in generale "La" Disco con l'articolo al femminile appunto, di cui ultimamente mi capita di parlare spesso, quella disco del periodo dei Bee Gees e Saturday Night Fever, che veniva suonata da un' orchestra vera come nei dischi di Barry White.

Io lo ricordo trasmesso nel 1978 solo sulle prime radio private, nemmeno Radio Montecarlo per dire... e se fossi un regista cercherei il modo per metterlo in un mio film.

giovedì 14 novembre 2019

25 ANNI DI T'APPARTENGO


Apperò...
Quindi ora si celebra anche il venticinquesimo di questa canzone e Ambra Angiolini posta un video su Instagram dove ricanta il suo "cavallo di battaglia".

Motivetto carino e accattivante, e ammetto che mi piaceva molto, ma perché non celebriamo anche i 40 anni di Na No Na No di Bruno D'Andrea o ci prepariamo per i quasi 30 di Fiki Fiki di Gianni Drudi?
Comunque sia, Non È La Rai è stato un momento molto particolare della tv e nessuno, ma proprio nessuno ne è rimasto indifferente. Pure Vasco si dice che Delusa l'abbia dedicata a lei, o perlomeno alle ragazzine che gravitavano intorno a Gianni Boncompagni, con tutte le maldicenze di gente cattiva che sono state dette all'epoca.

E allora rivediamo questo spezzone del Festivalbar dove Ambra balla e playbaccka la canzone fra le ciocche di capelli che la nascondono se non si ricorda le parole, ancora lontana dai servizi fotografici per Tom Porta (provate a googolare Tom Porta Ambra e vedete cosa trovate) e, soprattutto, ancora totalmente ignara dell'esistenza dei Timoria e non ancora interessata al calcio.
Di questa perla discografica però mi rammarico perché non ne ho nemmeno una copia da custodire nel mio caveau tipo Area 51.
Mannaggia!!!

mercoledì 13 novembre 2019

SPIDER-MAN: UN NUOVO UNIVERSO


Certo sono un po' fuori tempo massimo, ma posso aggiungermi anch'io ai molti che si sono detti entusiasti di questo film d'animazione? Eh già, l'ho visto solo adesso e ora che l'ho visto mi dispiace aver atteso così tanto.
Un po' era colpa della trooooppa abbuffata di Marvel tutta insieme che abbiamo avuto fino ad ENDGAME; un po' di colpa era però anche dei continui reboot del solito morso del ragno e la scoperta dei poteri ecc ecc.
E in effetti anche qui la storia parte più o meno nello stesso modo, però prendendosi simpaticamente in giro, ed è già un punto a suo favore.
Poi il design, le scene in cui si vira sull' effetto fumetto, la storia, tutto ti fa capire subito che qui siamo su un altro piano di lettura, o meglio, un nuovo universo come dice il titolo. E finalmente ti godi un film di Spiderman incasinatissimo (a volte anche troppo), che ribalta molti personaggi che conosciamo e ce li mostra rinnovati (tipo Doc Ock, per dire), con scene che mi hanno davvero divertito, come quando Peter Parker esalta i poteri di Miles e lui ridimensiona ogni frase che Peter dice.
Si, lo so che un film d'animazione non si deve basare sulle battute, ma se la scena è realizzata così bene non guasta assolutamente e quel momento era proprio perfetto per la dinamica del dialogo che, secondo me, aveva lo stesso stile di Una Mamma Per Amica,

cioè battuta e controbattuta a raffica che non ti lascia prendere fiato (la forza di quella serie tv doppiata, per fortuna, egregiamente).
Ma questa dinamica nei dialoghi è presente praticamente in tutto il film ed è fortissima.
Beh alla fine del pippotto quindi posso dire di averlo visto anch'io... meglio tardi che mai...

martedì 12 novembre 2019

DANCE MONKEY OVVERO MUFFAMI MUFFAMI MUFFAMI


Ho in testa una canzoncina. Sai quella canzoncina con la vocina stridula che dice: Muffami Muffami Muffami? Mio malgrado mi ritrovo a canticchiarla. 
Un vero tormentone il disco di Tones And I, artista australiana (come i Bee Gees ma un po' diversa) che senti ovunque ti giri (sennò non sarebbe un tormentone... eh).

Chiaramente c'è anche chi non la sopporta, ma il mondo è bello perché è vario no?
Ok non dice veramente muffami ma è simpatica per quello... o solo per quello...

lunedì 11 novembre 2019

DOCTOR WHO


Serie tv tra le più longeve. Nata come show radiofonico negli anni 50, viene poi realizzata per la tv negli anni 60 in bianco e nero dalla BBC, diventando un vero e proprio cult fino ai giorni nostri. Lui è un viaggiatore del tempo che si trova in svariate epoche storiche interagendo anche con personaggi realmente esistiti. La caratteristica del protagonista è che ad un certo punto subisce una rigenerazione, il che permette di avere diversi attori che si avvicendano nella parte del Dottore nel corso degli anni. 

In italia arriva negli anni 80 con Tom Baker caratterizzato da una sciarpa extra lunga e, ovviamente, a colori. Sono riprese chiaramente televisive, effetti speciali a buon mercato, però le storie riescono ad attirare l'attenzione. In seguito sulle nostre reti ha un lungo stop fino al 2005, quando la BBC ne propone un reboot dallo stile più dinamico, moderno e visivamente più curato. Tra i dottori recenti il grandissimo David Tennant, l'ottimo Matt Smith, il non entusiasmante Robert Eccleston (ma forse perché è stato il primo del reboot e si doveva ancora aggiustare il tiro) e infine lo splendido Peter Capaldi che ha riportato sullo schermo un Dottore anagraficamente più maturo, come lo erano i primissimi, ma comunque molto, molto divertente.
Per curiosità, Peter è cugino di quel Lewis Capaldi in rotazione nelle radio e appare anche in questa versione del videoclip del suo primo singolo.



Tra le companions degne di nota, la rossa Karen Gillan che ha trovato posto nel Marvel Universe con i Guardiani Della Galassia. E infine sorpresona per la nuova incarnazione del Dottore che abbiamo visto in autunno nel 2018, in cui per la prima volta è una donna e lo interpreta Jodie Whittaker rimanendo però Dottore anche in italiano e non Dottoressa o Dottora. Sorpresa però un po' scemata dal risultato che non è stato molto eclatante soprattutto a causa del cambio degli showrunner e del tono delle storie, nonostante l'attrice sia molto brava ad incarnare il personaggio e, anzi, molte sue espressioni ricordano da vicino il Dottore di Tennant. Speriamo in una ripresa o, senza misoginia alcuna, in una nuova rigenerazione.

domenica 10 novembre 2019

POKEMON DETECTIVE PIKACHU


Allora premetto... quando ho visto i trailers mi suonava strano forte che Pikachu parlasse con la voce di Deadpool, ma alla fine sono riuscito a vedere il film e devo dire che Francesco Venditti è di sicuro uno dei migliori doppiatori italiani.
Non solo la sua voce riesce a calzare a pennello con il piccolo Pokemon elettrico, ma riesce davvero a trasmettere mille sfumature ed espressioni che non mi riesce (adesso) di immaginare con un altra voce.
Sempre sulle voci italiane, è assodato che Haruhiko Hal Yamanouchi sia il doppiatore ufficiale di Ken Watanabe, e in Inception di Nolan ci stava benissimo; qui invece l'ho sentito parecchio fuori rispetto agli altri attori, nel senso che se gli altri recitavano una parte, Yamanouchi continuava (secondo me) a fare lo spot della Suzuki Vitara (è sempre lui infatti) rendendo la scena parecchio bizzarra.
Altra voce che non mi aspettavo è quella di MewTwo, che credo fosse Alessandro Rossi voce di Schwarzy seppure effettato, oppure uno molto simile, ma quello in fondo ci sta anche se si supera la sorpresa iniziale.
Beh disquisizioni di doppiaggio a a parte (e sapete benissimo quanto delicato sia questo argomento per me dato che ne ho parlato ampiamente QUI), il film scorre molto bene e le interazioni coi personaggi animati sono pressoché perfette, senza robe farlocche. Diverte e ti fa passare quasi due ore in un attimo perché i personaggi sono tutti simpatici e quando è così direi che il film ha già raggiunto buona parte del suo scopo; anche perché la cosa davvero difficile è riuscire a far credere reali dei cosi come i Pokemon... 
Catch 'em All!!!

EXCALIBUR


Tra le atmosfere del concluso Trono Di Spade e il nuovo videoclip di Post Malone,

senza dimenticare il King Arthur di Guy Ritchie di un paio di anni fa, torna alla mente il 1981, quando esce questo film diretto da John "Zardoz" Boorman. Un periodo questo, in cui si è inevitabilmente influenzati dalla di recente nata saga di Star Wars, e nel film si nota parecchio, specie nel personaggio di Merlino che ricorda molto da vicino Obi Wan Kenobi per aspetto e atteggiamento. E poi sono meravigliose le rilucenti spade e armature illuminate da improbabili e fluorescenti luci verdi e rosse, ed eccolo sì il rimando ai bagliori delle spade laser. Anche la stessa locandina originale ricorda il primo poster di Guerre Stellari, quello con Luke che pare HeMan e Leia in posa da pornostar. 

Unica pecca il ritmo un po' lento, ma Boorman è cosi, anzi Zardoz era ancora peggio.
Grande sorpresa poi trovare nel cast due giovani Patrick Stewart ed Helen Mirren (bellissima Morgana), nonché Liam Neeson. 

Preferibile in audio originale, in quanto l'italiano è un triste e piatto 1.0, mentre l'inglese è rimasterizzato 5.1.
May the force be with you...

sabato 9 novembre 2019

CIAO FRED BONGUSTO

Se ne è andato a 84 anni il cantante della Rotonda Sul Mare, colui che associ immediatamente al nightclub un po' fumoso con le luci basse e l'aria un po' retrò. Tutto il contrario di uno stadio stracolmo, per dire, eppure la sua canzone manifesto l'abbiamo anche cantata nei karaoke al pari di quelle di Vasco.

Voglio ricordarlo però con La Mia Estate Con Te, un altro brano datato 1976 che ascoltavo trasmesso da Radio Montecarlo (quella vera di Awanagana, Luisella e Robertino) e che amo in maniera particolare per l'arrangiamento maestoso.
Ciao Fred.

giovedì 7 novembre 2019

BEE GEES: ARRIVA IL BIOPIC?


Ecco una band che sembrerebbe apparentemente ridurre la sua storia alla Febbre Del Sabato Sera, e invece se si scava negli anni precedenti si scopre che ai fratelli Gibb sono successe tante di quelle cose da riempire un libro.
Per dire... Barry, il figo, da ragazzino è un teppistello sempre pronto a menare le mani e fare danni in giro (una vera testa di...), tant'è che la famiglia deve trasferirsi perché non lo sopporta più nessuno, ma grazie alla musica riesce ad allontanarsi dalle cattive compagnie, fino a diventare uno dei maggiori responsabili del buco nell'ozono (ma questo è un'altro problema).
Sono molto belli i loro primi dischi nei quali la voce solista era Robin, i falsetti non esistevano ancora e lo stile era smaccatmente beatlesiano, anche forse esageratamente mieloso a volte, con venature anche soul e campo di saccheggio per versioni italiane da parte di gruppi e solisti dell'epoca.

Tipo Mal dei Primitives, appunto.
Tutti quei brani sono raccolti in un famoso Best Of dalla copertina gialla sul quale appaiono in quattro con l'imbucato batterista.

Da ricordare anche il mezzo passo falso di Odessa, doppio album pretenzioso e più che altro noiosissimo (parere mio personale) dal quale si salvano un paio di brani soltanto.
Dopo quel disco le cui prime copie avevano la copertina in velluto rosso con lettere in oro (produzione costosissima abolita ben presto), lodato dalla critica, ma un po'meno dal pubblico tipo il sottoscritto, ecco l'uscita dal gruppo di Robin per gravi discordanze economiche e velleità da primadonna, e il suo ritorno poco tempo dopo con la coda tra le gambe per non aver cavato un ragno dal buco.
Storie ordinarie di alti e bassi finché il grande botto della discomusic, e l'innovazione del famoso falsetto di Barry, li rende campioni di incassi e tutti cominciano a trattarli come esseri ultraterreni inavvicinabili: oltre alle varie foto che li ritraggono in pose di ostentata ricchezza con catene d'oro al collo e camicie aperte fino all'ombelico

è famosa una gag di Gianni Boncompagni a Discoring che li presenta (finti) di spalle al trucco e parrucco in ogni puntata, ma che non sono mai pronti per esibirsi.
Da li in poi sono successi a raffica, dalla colonna sonora di Grease alla produzione di Barbra Streisand, Dionne Warwick, Samantha Sang, Diana Ross e altri (anche improbabili) che adottano il sound dei Bee Gees perché "tira".
E tra tanti successi c'è anche qualche ombra come il fantasma di Andy, il fratello più piccolo, mai stato nella band ma aiutato dai fratelli in una breve carriera solista, purtroppo interrotta bruscamente da droghe e alcool dai quali non era mai riuscito ad allontanarsi.
Ormai solo Barry è sopravvissuto, ma non nelle migliori condizioni di salute, purtroppo.
Ecco quindi che dell'ottimo materiale ne abbiamo per un bel biopic che quasi sicuramente, se tutto viene confermato (pare ci sia già la mano della Dreamworks), vedremo in futuro, e intanto sbottoniamoci la camicia e... "Ha Ha Ha ha Stayin' Alive!!!"


martedì 5 novembre 2019

BALLE SPAZIALI


Dopo Frankenstein Junior, questo è certamente il secondo grande film di Mel Brooks, perché tutto il resto sono cose carine ok, ma passano via così senza troppa importanza, per non parlare de Il Mistero Delle 12 Sedie che andammo tutti a vedere convinti che fosse il nuovo di Mel e invece era una bieca manovra dei distributori (l'ho mai detto che sono una brutta razza?) per cavalcare il successo del momento dopo Frankie proponendo un suo vecchio film brutto e noioso. Purtroppo eravamo meno informati e se ne approfittavano, ma ora i tempi son cambiati, signori miei.
Ma torniamo a Spaceballs, la cui principale fonte di gag è naturalmente il mondo di Star Wars, ma anche Star Trek e Alien e la fantascienza avventurosa tutta insieme in una pellicola che alla sua uscita mi aveva lasciato qualche dubbio sui nomi, poi spiegato in seguito, come Pizza Margherita che nell'originale era Pizza The Hutt, parodia di Jabba, ma a quei tempi la famosa catena fastpizza non era ancora conosciuta in Italia. Stessa cosa per Ruttolomeo che sì ha un nome buffo ma il senso? In inglese ne ha di più perché deriva da "barf" e diventa Barfolomew. Anche The Schwartz diventa Lo Sforzo con un risultato discutibile pur di restare simili alla parola originale. Tutta italiana invece l'idea di far parlare DotMatrix con un'imitazione di Tina Pica (divertente all'inizio, ma dopo un po' diventa stucchevole).
E ancora oggi non capisco la battuta, che dovrebbe essere divertente, del soldato di Casco Nero tra le dune che grida "Non abbiamo trovato un cazzo", boh...
Problemi di adattamento di doppiaggio a parte, il film mostra delle copie caricaturali dei personaggi principali della saga di Lucas con trovate divertenti (le cuffie della principessa Vespa, il respiro affannoso di Casco Nero).
Sono stati criticati dai soliti precisini alcuni effetti speciali poco speciali tipo il tubo pneumatico a vista che muove il mostrillo Alien o la posizione delle mani di Mel Brooks dopo il teletrasporto, ma secondo me sono cose volute da Mel per mostrare che alla fine non ci prendiamo troppo sul serio. Gustosa la scena del finto merchandising che cita l'unico veto messo, secondo la leggenda, da Lucas sulla parodia, cioè niente pupazzetti per non confondere i fan di Star Wars.
Tutto il resto va a ruota libera a "Velocità Smodata" e "Che Lo Sforzo Sia Con Voi".
P.s.
Balle Spaziali 2, uscito due anni dopo, è un fake mostruoso (sempre grazie ai divertenti distributori italiani), il cui titolo vero è Martians Go Home, quindi statevene accuratamente lontani, oppure prendetelo per quello che è, cioè una commedia mediamente divertente a sfondo sci-fi che con Mel Brooks non c'entra nulla.

lunedì 4 novembre 2019

BENNY BLANCO & JUICE WRLD - GRADUATION (E SI TORNA ANCORA NEL 1700)


Il Canone in Re Maggiore di Pachebel piace decisamente tanto e attira artisti come le mosche al miele, dato che dopo i Maroon Five (e le miriadi di nomi tra cui Jovanotti e gli Alphaville che si sono ispirati a quel brano barocco) arriva un altra canzone che segue decisamente lo stesso "canone", ma qui ci sono effetti autotune a manetta come detta il mondo della Trap, con quegli echi melodici che ricordano Forever Young e altre cose.

Però Forever Young degli Alphaville sarà stata copiata anche quella, ma mi piaceva di più.

domenica 3 novembre 2019

NEONAZISTI AL LUCCA COMICS AND GAMES?


In questo post non si parla direttamente di film, musica o tv, ma comunque il mondo dei cosplayers è strettamente legato alla tv, al cinema e anche alla musica per cui, essendo Lucca Comics & Games uno dei più importanti appuntamenti del genere, mi sembra il caso di parlare del fatto che quest'anno ha rischiato di essere rovinato non solo dal tempo inclemente, ma anche da qualcuno che ha preso le divise delle SS come divertenti costumi in tema orrorifico di Halloween e si è presentato al festival così paludato. Inutile dire che costoro si sono presi una bella dose di insulti da chi non ha gradito tale rievocazione e sono stati invitati ad allontanarsi dalla manifestazione che con certe ideologie non ha nulla a che fare.
Ha detto uno degli organizzatori al giornalista della Rai che lo intervistava sul fatto, che sarebbero stati anche opportuni se ci fosse stato un gruppo in cui compariva anche un Indiana Jones (per dire) che è noto per aver avuto avventure anche con loro, ma Indy non c'era, per cui... incomprensione o no, sono stati invitati elegantemente a portare via le balle per non turbare una giornata che dovrebbe essere esclusivamente all'insegna del divertimento senza connotazioni politiche.
Proprio vero che la madre degli stolti...

EURYTHMICS - 1984 (FOR THE LOVE OF BIG BROTHER): MUSICA PER IL CINEMA

 Il 12 novembre del 1984 veniva pubblicato l'album degli Eurythmics intitolato come l'anno in corso, ma non a caso poiché era la co...