sabato 30 novembre 2024

BIMBIMINKIA & NU-METALLARI

 Oggi mi sento tanto bimbominkia perché sto impazzendo dietro ad una canzone troppo scema, ma, come succede spesso con quei prodotti del korean pop, dall'effetto quasi ipnotico. Sto parlando di APT. di Rosé (ex BlackPink) in coppia con Bruno Mars che, come il suo solito, sperimenta un genere diverso ogni nuovo disco che fa e stavolta è appunto toccato al k-pop.


Per la precisione però Rosé è nata in Nuova Zelanda seppure da genitori sud-coreani e solo in seguito, quando la famiglia è tornata in Corea è stata ingaggiata nel quartetto. 
Comunque il suo passato con le altre tre BlackPink qui si sente tutto. 
Dico solo che son due giorni che la canzone me la canto di brutto perché ci sto troppo dentro... 
Forse anche perché nel ritornello ricorda molto da vicino LLYLM (altra canzone con casualmente un acronimo nel titolo) di Rosalia? 
Vabbè son particolari, dai...
Dopodiché mi tolgo i panni da bimbominkia e metto quelli metal, o meglio, nu-metal, per gioire del ritorno dei Linkin Park dopo la tragica perdita del vocalist Chester Bennington.

I ragazzi non si sono persi d'animo e per far uscire il nuovo disco From Zero hanno sorpreso tutti ingaggiando una ragazza, Emily Armstrong ex voce dei Dead Sara, che, oltre a cantare a squarciagola, growleggia pure, ma senza farla fuori dal vaso e l'intero album scorre bene (solo due o tre pezzi non mi hanno convinto molto, ma magari riascoltandolo ancora...). 
Anche dal vivo la band continua a proporre le famose NUMB

e In The End, ma avendo avuto l'accortezza di cambiare la tonalità per adattarsi alla voce di Emily, mentre Mike Shinoda, che è il fondatore della band, per rappare le sue parti non ha dovuto cambiare praticamente nulla. 
Ma non rappa soltanto Mike, canta anche come in THE EMPTINESS MACHINE

e vediamo subito che qui il duetto con Emily funziona alla grande. 
E qui c'è anche da aprire la solita parentesi perché quello delle tonalità poi è un discorso che certi gruppi amatoriali non hanno ancora capito bene come funziona, poiché magari hanno nell'organico una cantante donna anche brava che se le fai fare My Immortal degli Evanescence te la fa da dio anche meglio di Amy, ma poi le dai da fare anche Poison di Alice Cooper con la tonalità maschile (quindi completamente inadatta alla voce femminile che così va a perdere di "spinta") e ne esce fuori una roba spenta, molla, triste, inascoltabile (esperienza vera). 
Ecco, questo discorso i Linkin Park invece lo hanno capito e con quelle piccole modifiche che hanno fatto il risultato si sente. 
Comunque adesso torno bimbominkia e rimetto su APT. che poi è un gioco alcolico coreano, purtroppo, fatto anche dai ragazzini durante le feste, ma non sono qui per spiegare io come funziona, eh... 

venerdì 29 novembre 2024

ADDIO NEL MONDO DI "UNA PALLOTTOLA SPUNTATA" E DI "INCEPTION" (E NON SOLO)

 Oggi abbiamo una manciata di addii che arrivano dal cinema e dalla musica, non certo tutti di botto nello stesso giorno, cominciando con forse l'addio più importante per chi ama i film che ti fanno staccare il cervello, poiché è mancato ad 80 anni Jim Abrahams, cioè uno dei componenti del trio ZAZ, ovvero Zucker-Abrahams-Zucker,


quelli che hanno fatto sfracelli con le parodie dei film famosi sfornando titoli come L'Aereo Più Pazzo Del Mondo e Una Pallottola Spuntata, breve serie tv compresa che, molti non lo sanno, ma era antecedente ai tre film, ma che da noi arrivò dopo con il titolo apparentemente consecutivo di Quelli Della Pallottola Spuntata. 
Jim, che nella foto in alto è quello con il completo gessato chiaro, aveva firmato da solista invece la doppietta di Hot Shots, pure quella comunque irresistibile. 
Da Inception invece abbiamo perso l'autore della musica. 
Ma no, tranquilli, Hans Zimmer, che ha firmato la colonna sonora di questo top film e parecchi altri, sta bene.


Chi è mancato è Charles Dumont, cioè l'autore di Non, Je Ne Regrette Rien, la canzone che veniva usata nel film di Nolan per il sonno condiviso come in questa SCENA.

Canzone cantata dalla mitica Edith Piaf e anche portata di recente alle audizioni di X-Factor da LUNASPINA, purtroppo non capita al momento delle decisioni importanti.
Dumont aveva i suoi bei 95 anni.

Sempre per la musica (oggi sono molti i nomi di quest'arte che ci lasciano) se n'è andato Roy Haynes, 99 anni, batterista jazz che ha avuto l'onore di suonare con nomi giganteschi come Miles Davis, Charlie Parker e Sarah Vaughan, e se non sei veramente un dio dello strumento certe cose non ti capitano di sicuro.

Altro nome musicale che ci ha lasciati è Peter Sinfield co-fondatore dei King Crimson con Robert Fripp. 
Peter era stato anche autore dei testi della band ed aveva 80 anni.

Concludo sempre in musica con l'addio a Mike Pinera, chitarrista entrato negli Iron Butterfly nel 1970, cioè dopo quella bomba lisergica di IN-A-GADDA-DA-VIDA, e poi, dopo un periodo anche da solista, nella band di Alice Cooper nei primi 80.
Mike aveva 76 anni, ma, ovviamente, nella foto qui sotto lo vediamo poco dopo la militanza con gli Iron Butterfly.

Addio quindi a Jim, Charles, Roy, Peter e Mike. 

giovedì 28 novembre 2024

I CATTIVI RAGAZZI CONTRO PIPPI CALZELUNGHE

 Escludendo gli assassini di cui tanto si è parlato nei giorni scorsi per i famosi femminicidi che purtroppo continuano a riempire le nostre cronache e, lo sappiamo, non basta certo un solo giorno all'anno in cui vengono messe in mostra sui social le scarpette rosse,


i serial killer senza dubbio esercitano un malsano fascino nel cinema e nella letteratura, passando anche per la musica. 
Lasciando da parte anche quelli esagerati nel cinema che spesso diventano delle parodie di loro stessi come in Scream o Nightmare, tanto per dire forse il più eclatante e inquietante potrebbe essere Hannibal Lecter. 
Ma la giornata di oggi viene ricordata come il giorno in cui Jeffrey Dahmer, condannato all'ergastolo per omicidio seriale e cannibalismo, veniva ucciso da un suo compagno di cella psicopatico. Tale vicenda di Dahmer è stata raccontata in diversi film e serie tv.

Dahmer - Il Cannibale Di Milwaukee (si, proprio la città di HAPPY DAYS) lo presentava nel 2002 con il volto (solitamente rassicurante) di Jeremy Renner e mostrava lati del serial killer meno noti alla massa, come il fatto che uccidesse le sue vittime senza usare violenza, ma prima narcotizzandole per poi strangolarle e quindi possederle sessualmente prima di cibarsene. 
Il che non rende certo il delitto meno grave e, anzi, sono sicuro che a queste righe qualcuno potrebbe già avere dei conati di vomito. 
Nel 2015 poi la serie American Horror Story - Hotel ce lo mostra in due episodi come anche in South Park appare in versione animata.

Un'altro film dedicato a lui è My Friend Dahmer del 2017 come anche la serie di Netflix Dahmer - Monster del 2022. 
Per non parlare delle numerose citazioni nel rap e nel metal. 
Insomma, a quanto pare sono sempre i cattivi esempi quelli che adesso vengono seguiti di più. 
E pensare che molti di noi sono cresciuti invece con Pippi Calzelunghe...

 

mercoledì 27 novembre 2024

KAOS, SI, MA QUELLO CHE C'È IN CASA NETFLIX

 C'è stato tanto parlare a riguardo di Kaos, la serie di Netflix che rivisita in chiave moderna il mito degli Dei greci, con uno Zeus interpretato da Jeff Goldblum che, a causa di certe predizioni, teme che il suo potere sia in crisi.


Uno Zeus, come racconta anche la mitologia greca, che non disdegna le avventure extra coniugali, le quali però finiscono male se la moglie Era le scopre. Male più che altro per le malcapitate concubine che si ritrovano trasformate dalla dea in piccole api e messe nel suo popoloso alveare.

Completano il delizioso quadretto familiare il figlio dissoluto Dioniso che se la spassa in discoteca senza distinzioni di sesso, ma non è figlio di Era bensì frutto di una di quelle relazioni extra, Poseidone, fratello di Zeus e re del mare che se ne sta bello bello su uno yacht,

e, come narratore Prometeo che si rivolge in camera più volte e funge anche da consigliere per Zeus. 
In parallelo si snoda la storia di Orfeo, in origine eroe, cantore e musico, che qui è mostrato come una rockstar terrena che perde la sua Euridice e va a cercarla nell'aldilà (fotografato in bianco e nero) come nell'opera di Christoph Willibald Gluck (si, quello della via di Celentano) e come anche in quella rilettura pop che era ORFEO 9 di Tito Schipa Jr. che si fregiava della presenza di nomi della musica italiana che poi più avanti faranno sfracelli come Renato Zero, Loredana Bertè e Tullio De Piscopo. 
Insomma, per certi versi sembra un po' l'idea del ROMEO + JULIET di Baz Luhrmann per come tutto viene portato nella realtà moderna, ma senza il linguaggio aulico che invece manteneva il film con DiCaprio, oppure la serie AMERICAN GODS tratta dal romanzo di Neil Gaiman e vista anni fa su Prime Video. 
Uscita invece lo scorso agosto, Kaos, nonostante gli ascolti buoni, ha avuto una vita breve dato che, inspiegabilmente, Netflix ha deciso di cancellarla ad ottobre e non fare una seconda stagione lasciando tutto sospeso lì. 
Va a capire cosa passa in quelle teste... 

martedì 26 novembre 2024

IL RAGAZZO E L'AIRONE: SE SEI FIGLIO DELLA SOLITA ILLUSIONE E SE FAI CONFUSIONE...

 Il dodicesimo film di Hayao Miyazaki, Il Ragazzo E L'Airone, è difficile, molto difficile, per questo, facendo anche una doppia rima (non me ne voglia Madame), nel titolo del post ho citato una certa canzone di Lucio Battisti che forse conoscete.


Nel senso che, dopo che l'hai visto, ti pare di esserti svegliato da uno di quei sogni tutti incasinati tipo se mangi troppa peperonata alla sera, perché alla bellezza delle immagini, che per ogni frame sembra di vedere un quadro specialmente nei paesaggi esterni con tanto verde, si contrappone una cripticità che finora nei suoi film c'era, ma in maniera molto meno preponderante. 
Invece qui c'è molto della tradizione giapponese (e anche autoriferimenti al cinema dello stesso Miyazaki) già in quell'airone che fa visita al ragazzo, che lì per lì pensi, come logica, alla madre morta poco tempo prima e invece c'è tutta un'altra faccenda dietro.

Una faccenda in cui c'è un percorso che il protagonista Mahito deve fare, durante il quale succede veramente l'impossibile come succede in quei succitati sogni, e personaggio il suo che sembra ispirato proprio a Miyazaki dato che il padre del regista era un ingegnere aeronautico come quello del ragazzo del suo film con sullo sfondo la vicenda della guerra (ma solo sullo sfondo) come quella vissuta dal giovane Hayao. 
Ecco, la bellezza delle immagini e delle animazioni forse è l'unica cosa che ti spinge ad andare avanti nelle due ore del film che, molto sinceramente, ti spiazza più di una volta e ti fa dire "macchecc...?".
Uscito al cinema senza nemmeno tanta pubblicità, il suo doppiaggio internazionale si fregia di voci come Cristian Bale, Willem Dafoe, Dave Bautista, Florence Pugh, Mark Hamill (si, proprio Luke Skywalker) mentre in Italia è stato affidato ai classici doppiatori come Federica DeBortoli e Alessandro Rossi. 
E su questo punto apro una parentesi sul doppiaggio dato che anche Striscia La Notizia ha rigirato il coltello nella piaga di Elodie

dopo che è stata presa di mira da Lilli Manzini, doppiatrice di professione, per il suo lavoro svolto per dare la voce a Sarabi, la madre di Simba nell'ultimo film Disney prequel di Il Re Leone dal titolo Mufasa. 
Non è la prima volta che Lilli su Tik Tok accusa i personaggi dello spettacolo quando vengono inseriti per marketing nei lavori di doppiaggio. 
E molto spesso ha ragione dicendo che il risultato poi è mediocre. 
Nel caso di Elodie l'ha definita monocorde e inespressiva aggiungendo nella lista dei complimenti pure ciofeca parlando del risultato, mentre la cantante aveva cercato di dare del suo meglio sotto la direzione di Fiamma Izzo, da lei definita severissima, ma comprensiva per il fatto che non fosse una doppiatrice professionista. 
Elodie, che comunque ha anche già recitato in Ti Mangio Il Cuore (e chi l'ha visto dice pure che è un gran bel film), per la cronaca, poi è stata difesa da Simona Izzo,

attrice e sorella di Fiamma ed io, come d'altronde si suppone anche la Manzini, non ho ancora visto il film, perciò non posso giudicare. 
Il fatto però è che all'estero invece parecchi film animati vengono doppiati da attori di grosso nome e di recente ho citato anche IL CASTELLO ERRANTE DI HOWL, come accade appunto anche in questo ultimo film di Miyazaki. 
Si parla però comunque di attori e non di cantanti, e tantomeno di vip improvvisati. 
Anch'io comunque a sostegno dei cantanti ci metto David Bowie

che aveva dato divinamente la voce a Maltazard in Arthur E Il Popolo Dei Minimei, fermo restando che David è stato pure attore in film tutt'altro che disprezzabili. 
Ma torniamo al nostro di film che, tirando le somme, non è male, ma se pensate a Il Castello Errante Di Howl o Il Mio Amico Totoro, è tutta un'altra storia... o un'altro sogno. 

lunedì 25 novembre 2024

BAND AID - DO THEY KNOW IT'S CHRISTMAS? (SI CHE LO SANNO)

 Oggi, che è la Giornata Mondiale per l'Eliminazione Della Violenza Sulle Donne (ma non dovrebbe valere solo oggi, sia chiaro), non so se ve ne siete accorti guardando le vetrine dei negozi, ma sembra proprio che siamo già in vista del Natale, ed infatti erano quarant'anni fa che in questo giorno 36 musicisti britannici e irlandesi venivano riuniti da Bob Geldof, l'ex leader dei Boomtown Rats, per incidere una canzone natalizia piena di campane che fanno din don dan, scritta da lui con Midge Ure degli Ultravox, con lo scopo benefico di raccogliere fondi per l'Etiopia sotto la produzione di "quel gran genio del mio amico" che è Trevor Horn. 


Quel supergruppo prenderà il nome di Band Aid, come i cerotti degli anni 80, ma con il significato di "aiuto dalla band" diventando una cosa forse più grande di quello che Bob, fresco (si fa per dire) del ruolo di protagonista nel film PINK FLOYD - THE WALL, aveva immaginato all'inizio. 
La canzone è DO THEY KNOW IT'S CHRISTMAS?, e avrà uno strascico notevole ispirando anche gli americani a fare la stessa cosa e portando anche a quel super maxi evento che è stato il Live Aid.
Fra le tante cose, la vicenda fece fare anche una brutta figura all'allora ministro Margaret Thatcher

che, nonostante il tutto fosse fatto per beneficenza e quindi nessuno dei partecipanti alla registrazione fosse stato pagato, non voleva rinunciare all'IVA sulle vendite del disco. 
Bob Geldof lo vedremo poi nel 1987 anche al Festival Di Sanremo a cantare THE BEAT OF THE NIGHT uscito l'anno prima, con un completo gessato che lì per lì ti farà pensare che gli sta benissimo, ma poi ti accorgerai che ad ogni uscita ufficiale,

tipo Azzurro su Mediaset da cui arriva il video dove il nostro amico si fa un baffo di fingere il playback, indossa sempre quello (anche più su, nella foto con la Thatcher) con spesso la stessa camicia, con il risultato che quei capi inesorabilmente diventano ogni volta più stazzonati, ma perfettamente intonati ai suoi allora lunghi capelli disordinati che comunque venivano anche imitati pure dal sottoscritto. 
Beh, diciamo che Bob in quel periodo badava più alla sostanza che al lato estetico dai, e, dato che oggi è lunedì, per far capire a chi non lo sapesse da che gruppo arriva Bob Geldof, concludo il post odierno con I DON'T LIKE MONDAYS,

la canzone più famosa dei Boomtown Rats che racconta di una ragazzina sedicenne alla quale, siccome doveva andare a scuola, non piacevano i lunedì, ma proprio tanto tanto, al punto che... beh meglio scoprirlo ascoltando la canzone. 

domenica 24 novembre 2024

HOT FROSTY - UNA MAGIA DI NATALE: UNA FAVOLA E NIENTE PIÙ

 Attenzione all'ennesimo film di Natale che c'è su Netflix perché dal titolo potrebbe sembrare un porno, e invece Hot Frosty - Una Magia Di Natale è una innocua favoletta moderna con protagonista Lacey Chabert che ho conosciuto ragazzina (non di persona, purtroppo) all'epoca di Lost In Space e Mean Girls, e da qualche tempo, con qualche anno in più, mi capita di ritrovarla in film dove l'amore impera, ma ripeto, non l'amore fatto a letto nel senso del porno.


Lacey l'avevo infatti citata qui per un altro FILM NATALIZIO tipo tre anni fa ed ora in quest'altro appena arrivato su Netflix si ritrova addirittura con un pupazzo di neve che prende magicamente vita e si innamora di lei. 
A parte gli attori di contorno che sono tremendamente stereotipati, merita una menzione anche il co-protagonista che, nonostante un fisico di tutto rispetto,

dal viso pare una caricatura di Matthew McConaughey. 
Ma è quasi Natale e perciò siamo tutti più buoni, e forse per questo motivo ho visto anche questo film. 

sabato 23 novembre 2024

BRUCE HORNSBY & THE RANGE CON GLI 883 (MA SOLO SUL BLOG)

 Ma si, dai, che due giorni di seguito di musica ci stanno se proprio oggi cade il compleanno di Bruce Hornsby che in questo sabato 23 novembre fa 70 anni.


La sua THE WAY IT IS è accreditata come Bruce Hornsby & The Range, cioè la band con cui lavorava all'epoca poiché in carriera il Bruce ne ha passate diverse, pure i Grateful Dead nella reunion degli anni 90, della quale è mancato nei giorni scorsi il bassista e co-fondatore con Jerry Garcia, PHIL LESH
Non ho mai ascoltato per intero quel LP, ma il singolo è uno dei miei dischi preferiti che, con quel sound malinconico, mi capitava di passare alla radio in quel 1986 così pregno di bella musica e concerti live. 
Però Bruce, pianista questo Bruce e lo si sente già dall'intro e poi con quel lungo assolo di piano in mezzo alla canzone, non mi è mai capitato nemmeno di vederlo dal vivo e mi sono accontentato del suo 45 giri. 
Di tutt'altra pasta invece l'altro disco che ho avuto modo di ascoltare di recente dopo il traino della SERIE TV, cioè l'album di esordio degli 883 intitolato Hanno Ucciso L'Uomo Ragno che qualche anno fa era uscito in edizione rimasterizzata extended con anche i due brani che erano stati rifiutati all'epoca da Cecchetto, cioè IL PROBLEMA, e da Pierpaolo Peroni, cioè LASCIALA STARE.

Nel caso della seconda do pienamente ragione a Pierpaolo perché è una canzone parecchissimo brutta, mentre l'altra invece mi trova in disaccordo con Cecchetto dato che secondo me ha anche il suo perché pur non essendo un capolavoro.

Completano gli extra un paio di demo e dei remix tipo Con Un Deca che si ascolta per pochi secondi anche nella serie quando i due incontrano Mario Fargetta che ci sta lavorando su. 
E comunque riascoltarlo per intero questo disco mi ha fatto un piacere immenso perché quel primo album degli 883 è un disco ruspante, ingenuo, è vero, ma ciò che conta è che è davvero bello perché dimostra che i ragazzi venticinquenni degli anni 90 sapevano ancora fare musica. 
E non fatemi dire altro... 

venerdì 22 novembre 2024

SCARLETT JOHANSSON & GENESIS: INSOLITO DUETTO?

 No, niente strani duetti musicali qui, anche se l'attrice in questione (pochi lo sanno) ha avuto anche esperienze come cantante nel cui primo album aveva collaborato anche David Bowie.


La concomitanza è che quarant'anni fa nasceva appunto una bambina che la famiglia Johansson (papà danese e mamma americana) chiamerà Scarlett Ingrid, quindi auguri per il traguardo dei suoi 40 alla Black Widow della Marvel. Esattamente nello stesso giorno, però di dieci anni prima, invece usciva un doppio LP dei Genesis

dal titolo THE LAMB LIES DOWN ON BROADWAY che, oltre ad essere un concept album, cioè una vera e propria opera prog, era anche il disco che sanciva la fine del quintetto inglese nella versione con Peter Gabriel come frontman. 
La band andrà avanti ancora con due dischi di studio in formazione a quattro con Phil Collins a cantare al posto di Peter mantenendo comunque anche il ruolo di batterista, e con il doppio live SECONDS OUT

terminerà anche la collaborazione con Steve Hackett alla chitarra, arrivando così alla formazione a tre che conosceremo da lì in poi, e anzi, probabilmente molti hanno in mente solo quella poiché è proprio il trio ad aver avuto il maggior riscontro commerciale durante gli anni 80, con il supporto dal vivo di Chester Thompson e Daryl Stuermer (seconda batteria e chitarra)

in posa agli estremi della foto insieme ai tre. 
Tornando però al disco in questione, questo arrivava dopo il mitico Selling England By The Pound, che ebbe un successo clamoroso e nello stesso anno era stato potato live anche in Italia, perciò era inevitabile il confronto tra i due, dove "The Lamb" risultava essere molto più introverso (dissero anche pretenzioso) per la storia che raccontava (pare che Jodorowski ne volesse fare un film), a tratti pareva quasi recitato con melodie non proprio immediate, e all'inizio non venne recepito molto bene dal pubblico. 
Inoltre le rappresentazioni dal vivo stavano diventando sempre più un one man show di Peter come quelli che porterà in scena poi nella carriera solista

(quel meraviglioso Secret World Tour) specie qui che, interpretando l'opera, finiva per mettere in ombra il resto della band che si sentiva come ridotta ad un gruppo di accompagnamento per l'istrione davanti a loro. 
Tali malumori portarono quindi a quella famosa separazione che, tutto sommato, venne tamponata dai rimanenti musicisti nel migliore dei modi, come dicevo prima, certamente cambiando anche il modo di fare musica, orientandosi più direttamente al pop, ma saper cavalcare il successo è anche questo. 
Da questo disco i Genesis in trio continueranno ad eseguire dal vivo comunque la title track e la meravigliosa THE CARPET CRAWLERS,

canzone che, nonostante arrivasse da un album prog e il testo fosse tutt'altro che romantico, in quegli anni 70 (e anche in seguito) faceva anche da colonna sonora per momenti da alcova, magari diffusa dagli altoparlanti dell'autoradio. 
"The Lamb", anche se è un disco difficile, comunque rimane una pietra miliare della musica al punto che spesso musicisti famosi lo hanno portato in scena integralmente proprio come un'opera classica, ma non solo internazionali perché lo HA FATTO anche il nostro Max Gazzè

che, ci tengo a ricordarlo, è uno dei migliori bassisti che abbiamo nonostante molti conoscano il suo repertorio per canzoni che fanno lililli lalalla e basta. 
Anche nel suo caso è pop, ma fatto molto bene. 
Tant'è che comunque nel 2025 uscirà una versione super extended di "The Lamb" con demo e inediti, e con anche un disco live incluso. 
E il bello è che, già così com'era, era un maxi disco che durava più di un'ora e mezza, essendo doppio, ma per i collezionisti va bene tutto dai... 

giovedì 21 novembre 2024

AUGURI ALLA TELEVISIONE CON UNA DELLE PIÙ BELLE SERIE TV: SHRINKING STAGIONE 2

 Oggi è la Giornata Mondiale della Televisione, sempre più diversa dal concetto ormai desueto di quell'elettrodomestico che trasmette i programmi quando lo decide lui, dato che con l'avvento delle piattaforme streaming tutto viene deciso dall'utente stesso, ma rimane comunque un mezzo per portarci in casa film e serie tv che, insieme alla musica, sono il pane quotidiano di questo blog. 

Per tale motivo mi pare giusto dedicare il post del giorno alle serie tv, o meglio una in particolare, dato che su tali piattaforme proliferano in mezzo, bisogna dirlo, anche a tanta fuffa. 

Per fortuna non è fuffa Shrinking come lo conferma anche stavolta la presenza di Harrison Ford che sennò sicuramente non avrebbe firmato il contratto. 

Dopo una PRIMA STAGIONE praticamente incentrata su Jason Siegel nel ruolo di uno psicoterapeuta che diventa un po' troppo sincero con i suoi pazienti e provoca conseguenze anche gravi come lo si vedeva nel finale di stagione scorso, la seconda (l'avevo ACCENNATO la scorsa settimana) si concentra di più sui personaggi di contorno rimanendo divertente, ma forse un po' meno "effetto Scrubs" della precedente, facendo salire alle stelle il cinismo che la contraddistingue. 

L'unica pecca è che gli episodi, di soltanto mezz'ora ciascuno, escono a spizzichi e bocconi, cioè uno alla settimana, su Apple Tv + e so di qualcuno (Cattelan) che di queste serie preferisce aspettare che esca il blocco completo per poterle vedere anche in uno sfrenato binge watching, se lo desidera, proprio per non sentirsi dipendente dal mezzo televisivo.

Tornando comunque su Harrison Ford, nel suo ruolo del mentore di Siegel è semplicemente pazzesco, al punto da aver già confermato la terza stagione. 

Piccolo consiglio "Easter egg": fate attenzione alla scritta sulla maglietta di Liz nel flashback dell'ultimo episodio... 

mercoledì 20 novembre 2024

IL CASTELLO ERRANTE DI HOWL: CAPOLAVORO ANIMATO

 Compie vent'anni Il Castello Errante Di Howl, sesto film di Hayao Miyazaki che in Giappone usciva appunto il 20 novembre del 2004


e presentato in anteprima sottotitolato alla Mostra Del Cinema di Venezia, mentre nelle sale normali in Italia arriverà a settembre dell'anno successivo, quando sempre alla Mostra Del Cinema di Venezia a Miyazaki verrà assegnato il Leone D'Oro alla Carriera e con il doppiaggio curato da quel ben noto GUALTIERO CANNARSI che con il suo adattamento tanti danni aveva fatto alla serie di Evangelion quando è stata pubblicata su Netflix, ma che però stavolta, nell'ambito di questa storia, quel linguaggio un po' aulico ci stava dentro molto meglio. 
Da allora il regista giapponese noto anche come il creatore della Heidi animata, quella delle caprette che le fanno ciao, ha lavorato ancora a diversi film fino a sembrare avere di recente tirato i classici remi in barca, ma a sorpresa quest'anno è arrivato Il Ragazzo E L'Airone del quale presto parlerò, uh se ne parlerò. 
Nel "Castello" invece si racconta della giovane Sophie che, dopo aver involontariamente fatto salire la scimmia della gelosia ad una strega, da quest'ultima viene trasformata in una rugosa vecchietta e, per riavere il suo aspetto, Sophie dovrà affrontare un lungo viaggio durante il quale farà la conoscenza anche del mago che aveva già incontrato per caso e che abita quel famoso castello errante realizzato con la CGI in mezzo ad animazioni tradizionali. 
Film delizioso che, nonostante le apparenze, riesce ad appassionare anche un pubblico di non-bambini, sopratutto per la bellezza delle immagini che sono da sempre un tratto distintivo del regista. Immagini che sono la traduzione del libro pubblicato da Diana Wynne Jones nel 1986, o meglio l'interpretazione poiché il "Castello" nel libro era raffigurato come una alta torre scura

mentre nel film è più tondeggiante, ma sempre pieno di tubi e camini, e immagini che è stato possibile rivedere rimasterizzate anche in questo caso di nuovo al cinema tra la fine dello scorso settembre e i primi di ottobre in occasione dell'anniversario. 
Nota particolare per l'edizione americana che aveva come doppiatori Christian Bale, Billy Crystal, Blythe Danner, Emily Mortimer, Jean Simmons e Lauren Bacall,

si, proprio quella Lauren di Humphrey Bogart con una delle sue ultime performances, mentre per noi se ne sono occupati gli ottimi doppiatori che troviamo spesso a lavorare nell'ombra, come quella manifestazione che si chiama appunto Voci Nell'Ombra dedicata al mondo del doppiaggio e che tempo fa mi aveva dato modo di conoscere personalmente alcune delle voci a cui sono più legato a... orecchio. 

martedì 19 novembre 2024

WARGAMES - GIOCHI DI GUERRA... MA VERA

 Si, il titolo è quello del bellissimo film con l'allora adolescente Matthew Broderick che usciva nelle sale italiane proprio a novembre del 1983.


Pellicola della MGM diretta da John Badham, cioè colui che si era già fatto un buon nome dirigendo La Febbre Del Sabato Sera e, sempre da Wargames, si porterà dietro Ally Sheedy (della quale chi non si era preso una cotta?) per fare innamorare di lei appunto pure un robot bellico nel divertente Corto Circuito del 1986, del quale consiglio caldamente di evitare lo scialbo seguito. 
Seguito che nel 2008 c'è stato anche per Wargames, ma di cui ero completamente all'oscuro, con Wargames 2 - Il Codice Della Paura, 

ma con personaggi e cast completamente diversi, però sempre marchiato MGM.
Film invece il Wargames originale che mostrava quanto potesse essere facile il rischio di una terza guerra mondiale e che mi è già capitato di nominare almeno altre due volte nei miei post, e che magari rivedendolo oggi, con quella tecnologia desueta che ci mostrava,


potrebbe sembrare invecchiato male, ma la realtà forse lo sta superando in quel frangente dove, al posto del ragazzino che crede di giocare ad un videogame bellico, c'è il ben più maturo, e fino a gennaio ancora ufficialmente presidente degli Stati Uniti, Joe Biden che, sarà demenza senile, non lo so,

ha dato il via libera all'utilizzo di armi americane per bombardare la Russia, se fosse necessario. 
Al che, il figlio di Donald Trump si è un attimo risentito e gli ha detto "oooo stai buonino!" perché in questo modo pare che il Joe stia cercando di mettere i bastoni fra le ruote al "rosso" che, a quanto dice, vorrebbe invece prodigarsi per far tornare la pace nel mondo come dicevano le parodie delle aspiranti miss Italia fatte da Katia e Valeria sul palco di Zelig.


A dire il vero il Donald non lo vedo molto bene in costumino nero e numero sul petto, ma il pensiero sarebbe lo stesso. 
Complotto o qualcuno guerrafondaio dello staff che si sta approfittando del povero Biden ormai chiaramente non più nel massimo delle sue funzioni cerebrali facendogli credere di essere al tavolo del Risiko? 
Fatto sta che stavolta il mondo intero ha tremato a quella notizia non da poco e forse sarà necessario richiamare l'ormai esperto John Badham a dirigere almeno il finale di questo film che non è un film. 

lunedì 18 novembre 2024

PULP FICTION HA TRENT'ANNI

 In occasione del suo trentesimo anniversario, anche Pulp Fiction torna al cinema da stasera per tre giorni.


Usciva infatti il 14 ottobre negli Stati Uniti e dopo due sole settimane anche qui in Italia. 
Violenza qui ne abbiamo a iosa e infatti il film ebbe il divieto ai minori di 18 anni, però riesci anche a sghignazzare e rimane il fatto che è uno dei film più belli a cui tengo e lo rivedrei anche altre mille volte perché ogni scena è diventata iconica. 
Magari non al punto di tornare al cinema però, anzi ormai questo ritorno di pellicole del passato sembra un segno negativo per il nuovo cinema. 
Cioè, perlomeno le riedizioni come questa e quelle viste nelle settimane scorse, mantengono il film originale migliorato nell'immagine e nel suono, ma purtroppo arrivano anche sempre più spesso sequel inutili (qualcuno ha detto Star Wars?), remake veramente pessimi come quello di ROLLERBALL o Ghostbusters al femminile (e qualcuno sta pensando di rifare pure IL PIANETA PROIBITO... sacrilegio!)... 
Insomma per caso mancano nuove idee? 
Spero che questo non diventi un problema, sennò ci toccherà chiamare qualcuno per risolverlo...

domenica 17 novembre 2024

APPUNTAMENTO A NATALE, OVVERO IL FILM CON I PENTATONIX

 Netflix è avantissimo dato che già sul suo menù appaiono i primi film a tema natalizio, e il primo che mi è capitato di vedere è Appuntamento A Natale,


commedia come quei mini aeroplani, cioè ultraleggera, con Christina Milian (cantante americana e nessuna parentela con Tomas) che per tutto il tempo fa le faccette e i Pentatonix che se non sapete chi sono... Vabbè avete presente i Manhattan Transfer mixati con i nostri Neri Per Caso? Ecco spiegati in breve questi sono i Pentatonix che ogni natale fanno uscire un loro disco a tema con relativo tour nei teatri.

Ed è proprio questo il fulcro della trama del film(etto) con Cristina che cerca disperatamente un biglietto per il concerto dei Pentatonix perché in tale occasione dovrebbe incontrare un uomo affascinante con il quale aveva avuto un dialogo in aeroporto con una certa empatia. 
Ma il destino cambierà leggermente le carte in tavola, anche se in maniera molto prevedibile. 
Durante l'odissea della ragazza per trovare il biglietto, i Pentatonix in persona (sei persone, per la precisione, cioè loro cinque con la manager) seguiranno le sue vicende grazie ai post che il concierge che la sta aiutando mette sui social. 
Vale la pena di essere visto? 
Ma si dai, tanto passa e va senza fare troppo danno, e comunque a Natale (che arriverà tra poco più di un mese) siamo tutti più buoni, no? 

sabato 16 novembre 2024

COLDPLAY VS. PURPLE DISCO MACHINE: CHI VINCERÀ?

 Oggi ho in mano due dischi: Moon Music dei Coldplay e Welcome To The Paradise di Purple Disco Machine dalle copertine che, per certi versi, si assomigliano pure.


Bene, se parliamo dei Coldplay si parla di musica colta? 
Forse all'inizio si, ma adesso, nel 2024, ascoltando il loro album si sente che è decisamente orientato verso il pop e le varie ospitate nelle canzoni non fanno che confermare tale sensazione. 
Non è certo un brutto disco, ma, se si escludono un paio di momenti che spiccano, tipo WE PRAY,

a volte si ha come l'impressione che certe canzoni siano delle b-side messe lì per riempire. 
Edizione normale quella che ho ascoltato io con dieci pezzi, mentre online ne è uscita una con altri dieci brani dal vivo in più, che se uno è davvero fan dei Coldplay, fanno sempre piacere. 
Mi sono invece trovato meglio con Purple Disco Machine, dj e producer tedesco che ha abusato (nel senso buono eh) di Sophie & The Giants per creare delle hit radiofoniche abbomba e infatti qui c'è il singolo PARADISE

(casualmente lo stesso titolo di un vecchio brano dei Coldplay), la loro più recente collaborazione, insieme a tutta una serie di canzoni che mi hanno aperto ricordi atavici da Alan Parsons Project a Giorgio Moroder, da Harold Faltermeyer (quello di Axel F) a Patrick Cowley, musicista e anche produttore di Sylvester, con un po' di Cerrone e Daft Punk spruzzati sopra un un cocktail da bere tutto d'un sorso guardando la copertina paradisiaca (Porpora) che ci ricorda un'estate appena passata.
DIE MASCHINE

(con lungo finale recitato dall'attore e musicista Friedrich Liechtenstein) chiude il disco in tedesco facendo persino pensare un po' anche ai Kraftwerk giusto per la parola Maschine che diventa così dura ripetuta ossessivamente, rispetto a come suona più morbida Machine in inglese. 
Se devo scegliere fra i due, per me stavolta vince la Macchina Disco Porpora anche se sarà musica meno colta. 

venerdì 15 novembre 2024

HANNO UCCISO L'UOMO RAGNO - LA LEGGENDARIA STORIA DEGLI 883... E CHE STORIA!

 La prende un po' larga Sydney Sibilia per raccontare la storia degli 883.


Parte infatti dall'800 spiazzandoti un po' perché non lo facevi così vecchio Max Pezzali e nemmeno di origini teutoniche, ma presto capiremo il vero motivo di quel salto nel passato. 
E ora, a fronte di ciò, non venitemi a dire che il mio post è troppo lungo, eh...😜. 
In Hanno Ucciso L'Uomo Ragno, la serie su Sky, fisicamente tutti gli attori non assomigliano pe'nniente agli originali (il finto Repetto somiglia molto più a Stewart Copeland dei Police, per dire...), però è la recitazione che li rende identici, come succedeva con Danny Boyle e i SUOI Sex Pistols, e infatti Elia Nuzzolo è bravissimo a rifare il modo di esprimersi di Max che, se avete sentito alcune sue interviste, sembra sempre fra il vago e l'imbarazzato; nelle frasi del copione ci avrei solo aggiunto qualche "tendenzialmente" e "fondamentalmente" che sono due parole molto usate da Pezzali in quelle occasioni

(e qui viene da cantare "gli anni in motorino sempre in due"). 
Sex Pistols che poi c'entrano attivamente nella formazione musicale di Pezzali che ascoltava tutta new wave lontana dal pop facile e Nuzzolo lo sottolinea nella serie con tutto un set di magliette a tema. 
Mauro Repetto, che qui ha il volto di Oscar Matteo Giuggioli visto già in diverse fiction come BUONGIORNO MAMMA!, invece amava il pop tamarro da discoteca e risulta essere il più fuori di testa fra i due, anzi, è quello che più di Max ha dato il "La" per l'inizio dell'avventura musicale in duo. 
Quello che poi li porterà alla separazione, evento che rimane fuori dalla serie, è perfettamente in linea con il carattere del Mauro che vediamo in video.

Cisco, il carissimo amico di Max nominato in diversi brani, invece non l'ho mai visto nella sua versione originale, ma nella serie è proprio come me lo immaginavo dalle canzoni degli 883 ed è interpretato dal comico Davide Calgaro lanciato da Zelig. 
Insomma un cast che funziona perfettamente anche se non c'è di mezzo un novello Leonardo DiCaprio (che un paio di giorni fa ha festeggiato il mezzo secolo), anzi, forse funziona proprio perché gli attori hanno quel tanto di anonimo che basta per non cadere invece nel problema che ho già esposto sull'attore americano, cioè che nei suoi film ci vedo sempre lui e non il personaggio che interpreta. 
Persino in KILLERS OF THE FLOWER MOON per me era sempre lui anche se faceva il babbeo. 
Ma è sicuramente un problema solo mio, lo so perché DiCaprio non credo sia mai stato interpellato per questa serie tv. 
Stop alle divagazioni però perché, come accadeva in Mercoledì, la serie spinoff degli Addams, dove Tim Burton dirigeva solo i primi quattro episodi, anche qui Sydney, che finora non ha mai sbagliato un film (come Dustin Hoffman per Luca Carboni), dirige solo i primi due che, in effetti, così come si conclude il secondo, cioè con il Festivalbar, potrebbero benissimo essere un suo film fatto e finito. 
Alice Filippi e Francesco Ebbasta si occupano invece di raccontare tutto quello che c'è stato nel mezzo ovvero i sei episodi successivi che, proprio come succedeva nella serie di Boyle, riescono ad prenderti anche se non sei fan di quel genere musicale. 
So infatti che certi all'inizio hanno snobbato la serie dicendo "ma chissenefrega degli 883 che facevano musica finta tutta campionata" (vero, ma solo per il primo LP e, in parte, il secondo), salvo poi ricredersi quando si sono trovati davanti un vero e proprio film (appunto quei primi due episodi) che ti racconta una bella storia come Sibilia sa sempre fare, e dal quale non riesci a staccarti. 
Ed è comunque tanta, ma tanta roba da raccontare.

Così tanta che anche Mauro Repetto sta raccontando la sua versione in teatro fra monologhi e canzoni in uno show dal titolo Alla Ricerca Dell'Uomo Ragno. 
Perché anche la sua è stata un'avventura da raccontare, sicuramente anche più pazza di quella di Max, mollando tutto quando il duo era al top e partendo per l'America con l'intenzione di fare cinema, ma soprattutto per cercare di conoscere la modella Brandi per la quale aveva perso la testa. 
Voci maligne invece dicono che tale separazione sia stata indotta e supportata dal manager Cecchetto (che nella serie infatti ne esce come uno che pensa solo ai soldi) al quale, dopo due album, interessava tenere solo il personaggio cantante Max per affiancargli le sue due nuove scoperte, cioè due nuove coriste, le sorelle, Paola e Chiara.

Mauro infatti contemporaneamente al terzo disco di Pezzali cioè La Donna, Il Sogno E Il Grande Incubo che manteneva il nome 883 e conteneva alcune canzoni firmate anche da Repetto che cantava anche in una canzone già registrata prima di mollare, se ne usciva da solista con un suo singolo orribile dal titolo BACIAMI QUI

con relativo album allegato (che andò malissimo) dal titolo Zucchero Filato Nero. 
Repetto poi tornerà in Italia dopo poco tempo con le classiche pive nel sacco per rifarsi una vita e una famiglia negli uffici di Disneyland Paris, finché per tutta questa serie di congiunzioni astrali gli 883 tornano adesso contemporaneamente su più fronti. 
Anche perché la serie ha come base il libro autobiografico di Max Pezzali I Cowboy Non Mollano Mai - La Mia Storia e anche Max 90, quindi è giusto sentire anche l'altra metà degli 883 che su Sky sono raccontati in quello che sta diventando il prodotto televisivo più visto di questi ultimi tempi. 
Questo forse anche perché fino a poco tempo fa stavamo a celebrare gli anni 80 in tutte le salse, ma adesso giustamente tocca al revival dei 90, vedi anche IL RITORNO, non a caso, degli Oasis che tornano si ad esibirsi insieme, ma per tutto il resto del tempo staranno a debita distanza con due management separati.

A proposito, a scanso di malintesi e scazzottate, i due verranno pagati solo dopo aver portato a termine ogni concerto, data per data. 
Sicuramente i migliori rappresentanti di quegli anni 90 per l'Italia sono proprio quei due ragazzi di Pavia che sono partiti da zero e ce l'hanno fatta a raggiungere il successo come confermano anche gli ascolti della serie su Sky.
Il finale rimane aperto perché infatti si parla già della seconda stagione che non mancherò assolutamente di vedere perché, come ho già scritto, c'è ancora tanto da raccontare, e dove forse ci sarà anche il momento dell'addio di Mauro a Max.
Sono andato lungo?
Ma è solo perché sugli 883 c'è tanto da dire... 

giovedì 14 novembre 2024

ANNALISA & TAYLOR SWIFT SEMPRE PIÙ AL TOP

 Annalisa colpisce ancora e vince il premio come Best Italian Act al Mtv Europe Music Awards dove ha trionfato, manco a dirlo, la solita Taylor Swift,


e questo dimostra che la cantante ligure è sempre in continua ascesa checché ne dica Morgan riguardo alle sue canzoni che LUI GIUDICA di livello infimo. 
Io apprezzo moltissimo l'ex Bluvertigo per la sua cultura musicale, ma un po' meno per certe sue uscite che sono tante, per fortuna spesse volte sagaci, ma su questo punto in particolare non sono per niente d'accordo con lui perché il disco di Annalisa l'ho ascoltato per intero ed è un gran lavoro come ne avevo già parlato PROPRIO QUI
Anzi, caro Morgan,

e fallo te un disco bello come quello di Annalisa se sei capace. 
Detto ciò, poco tempo fa mi ero anche gustato su Infinity il concerto che Canale 5 aveva trasmesso il 5 settembre, ma che era stato registrato a maggio all'Arena Di Verona.
Concerto pieno di ospiti con i quali la cantante ha duettato sottolineando ogni volta (forse anche troppe volte) che ci teneva proprio tanto a cantare con lei/lui, da Elisa a Giorgia, da Tananai ad Ernia ad Irama. 
Grande show con un'apertura che a qualcuno che ha vissuto gli anni 80 avrà per forza ricordato il Glass Spider Tour di David Bowie dove il compianto artista scendeva giù dall'alto del palco appeso a dei cavi.


Annalisa ha fatto la STESSA APERTURA, ma... uhmmm... non so voi, ma io ho sentito puzza di stuntwoman a causa di quegli occhiali a fascia che coprivano mezzo volto della cantante mentre era appesa lassù. 
Ma anche se fosse così non sarebbe un male perché comunque anche gli stuntmen/women fanno parte dello spettacolo e anche BILLIE EILISH ha usato un trucchetto del genere al Coachella, per non parlare poi di Michael Jackson. 
Insomma a quanto pare abbiamo un'altra nostra star che diventa internazionale come lo sono stati i Maneskin... ricordi i Maneskin? Si dai, quelli che conquistavano il mondo a suon di tette scoperte e stage diving. 
Ecco, stavolta siamo in reggicalze, ok, ma c'è anche davvero tanto merito, tant'è che c'è anche la sua parodia al Gialappa's Show.

 

mercoledì 13 novembre 2024

QUEL DE SICA DEL SECOLO SCORSO

 Oggi è un giorno da ricordare per il cinema perché è ben mezzo secolo che Vittorio DeSica ci ha lasciati.


Padre del neorealismo come regista con film come Ladri Di Biciclette, la sua eredità cinematografica è stata poi presa in mano dal figlio Cristian che... beh... vola decisamente più in basso, ma parlarne male sarebbe come sparare sulla Croce Rossa. 
C'è da dire che comunque Vittorio si era distinto anche come attore brillante nelle commedie leggere (mai pecorecce) tipo la tetralogia di Pane, Amore e... (quello nella foto è un cofanetto di tre dividì, ma c'è anche un quarto Pane Amore E... Andalusia) e Cristian, dalla sua, qualche rara volta ha anche partecipato a film drammatici come I Limoni D'Inverno dello scorso anno.

In questa giornata di ricordi allora colgo l'occasione per segnalare anche la scomparsa di Renato Serio, 78 anni, direttore d'orchestra, compositore e arrangiatore dei lavori di Renato Zero dalla metà degli anni 80,

quando il cantante romano cominciò a mettere un po' da parte quella sua vena scandalosa, ma divertente, del primo periodo in cui i suoi partners musicali erano Ruggero Cini, Piero Pintucci e Franca Evangelisti, e suo collaboratore anche per la controversa trasmissione tv del 2000 Tutti Gli Zeri Del Mondo, criticata si, ma che però a me era piaciuta. 
Assonanza dei due nomi Zero - Serio che all'epoca mi faceva pensare ad uno pseudonimo per nascondere la stessa persona e invece non era assolutamente così, ma sai com'è, a metà anni 80 mica avevamo già in mano internet per documentarci.

Renato è stato anche l'autore della sigla dello show, condotto da Bonolis/Laurenti, Ciao Darwin, con la canzone MATTI cantata sempre da Zero. 
Altro nome della musica che ci ha lasciati nei giorni scorsi è PHIL LESH, 84 anni, polistrumentista che ha fatto parte, come bassista e anche voce, dei Grateful Dead,

la band rock blues di Jerry Garcia della quale era stato co-fondatore. 
Altro mondo musicale quello da cui invece arriva Lou Donaldson, mancato di recente a 98 anni e sassofonista jazz che ha suonato in moltissimi dischi della famosa etichetta Blue Note improntata appunto sul jazz.

 
Quindi oggi, accanto ad un ricordo di Vittorio, anche un addio a Renato, Phil e Lou. 

UNA POLTRONA PER DUE - IL RITORNO

 No, tranquilli, non si tratta di un sequel non richiesto e nemmeno di un remake inutile. Continua invece la rassegna di film che tornano n...