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martedì 26 agosto 2025

BRUCE SPRINGSTEEN - BORN TO RUN: MEZZO SECOLO PASSATO A CORRERE

 Beh, oggi Bruce Springsteen gode senza dubbio di una meritata e conquistata fama nel mondo della musica, tanto da riempire gli stadi come se niente fosse e lo fa con concerti dalla durata oversize, giusto per non scontentare nessuno che sennò poi alla fine ti cantano la canzoncina "se non suoni l'ultima, noi non ce ne andiamo".


Tuttavia per The Boss non è sempre stato così poiché i suoi primi due album furono due flop commerciali nonostante fossero dischi elogiati dalla critica.
Dovrà quindi arrivare il 25 agosto del 1975 (cadeva esattamente ieri l'anniversario del mezzo secolo) per far uscire BORN TO RUN,

un album che vedeva alla produzione, come nuovo arrivo, anche Jon Landau, uno che ci sapeva fare abbastanza bene (sua è la famosa frase "ho visto il futuro del rocknroll e il suo nome è Bruce Springsteen") e, complice anche una campagna promozionale dai costi elevatissimi, ecco che finalmente Bruce viene notato... 
Non dal sottoscritto però. 
Si, perché qui avrei potuto facilmente millantare che già conoscevo anche i due album precedenti (chi poteva metterlo in dubbio?) e invece no, poiché Springsteen lo ascolterò per la prima volta su RADIO LUXEMBOURG

durante quelle pionieristiche ricezioni notturne sulle onde medie tra mille disturbi (unico modo e orario per poter ascoltare l'emittente in Italia) nel 1978 con il singolo BADLANDS che arrivava quindi dal suo quarto album di studio.

Eh, lo so, erano passati ben tre anni dall'uscita di Born To Run, ma che volete farci? 
Le FM di allora erano pregne di Pooh, Tozzi, Santo California, Luca D'Ammonio, Michele Pecora, Benito Urgu (alcuni di questi nomi a qualcuno faranno dire "chiii?"), la disco teutonica e quella francese (leggi ROCKETS), e invece del Boss non se ne parlava ancora tanto.
Poi, inutile dire, che, anche leggendo quel vangelo che era CIAO 2001, sono cresciuto anche insieme a lui e alle sue canzoni passando da quel doppio The River e poi quel top di album che è stato Born In The USA, che per i puristi era commerciale si, è vero, ma anche la svolta di Born To Run, con la mitica E-Street Band ormai consolidata, era stata ideata per acchiappare i circuiti di musica commerciale dato che non si vive di sola musica, ma serve anche qualche spicciolo da mettere da parte. 
E comunque, se non fosse andata così, non avremmo avuto lo Springsteen che conosciamo, per cui ritengo che tutto sia andato per il meglio. 

mercoledì 30 luglio 2025

GIORNATA INTERNAZIONALE DELL'AMICIZIA: PRENDILA PER BUONA

 Oggi, 30 luglio, è la Giornata Internazionale Dell'Amicizia proclamata nientemeno che dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite per promuovere l'unione dei popoli senza distinzioni di razze, ideologie ed etnie.


Certo... vaglielo a dire a chi invece fa della guerra un business, perché alla fine si tratta di quello, come spiega chiaramente l'inizio di quel film Trafficanti che AVEVO POSTATO un po' di tempo fa. 
Cercando di starne fuori dalla guerra finché sarà possibile, metto qui oggi una vecchia canzone dell'immmenso Herbert Pagani (chissà però quanti se lo ricordano?) dei tempi di quando lo si vedeva ancora in tv negli show del sabato sera.


L'AMICIZIA è il titolo ed è palesemente vecchia nello stile valzerato vagamente alla francese (Herbert, nato a Tripoli, aveva doppia cittadinanza italiana e francese ed era stato anche speaker di Radio Monte Carlo), ma quello che dice rimane sempre attuale. 
In coda purtroppo devo anche aggiungere l'addio a Livio Macchia,

bassista e co-fondatore dei Camaleonti che erano finiti in UN POST anche di recente. 
Livio aveva 83 anni, malato da tempo, ed era quello con i baffoni, per capirci, che divideva le canzoni da cantare con l'amico TONINO CRIPEZZI, quello dal particolare vibrato incorporato. 
Addio Livio, anche tu sei stato pur sempre un nostro amico in musica. 

mercoledì 30 aprile 2025

QUEL DISCO COSÌ SIMILE AGLI U2

 Era il 1987, periodo in cui stavo ancora dietro ai microfoni di una radio privata un po' prima che arrivassero la house e poi la tremenda hardcore (che contribuirono in parte ad allontanarmi da quel giro), ed avevo per le mani un disco dei gallesi The Alarm, per me allora sconosciuti, ma loro in realtà stavano sulla scena, perlomeno britannica, già dall'inizio di quella decade così pregna di grande musica.


Il singolo era RAIN IN THE SUMMERTIME, ed era una canzone molto più pop del loro repertorio usuale, che un po' ricordava gli U2 senza i loop e delay di The Edge, ma con le stesse aperture vocali di Bono. 
Difatti nello stesso anno, pochi mesi prima usciva The Joshua Tree della band irlandese e The Alarm, per caso o chissà, nel 1983 avevano avuto l'onore di aprire i loro concerti nel tour di War.

I quattro ragazzi avevano un look tipico degli anni 80 con quei capelli importanti sostenuti da lacca sparata senza ritegno (era cosa normale in quel periodo se ricordate anche Nik Kershaw, i Kajagoogoo e i Drum Theatre) e capitano qui oggi poiché è mancato a 66 anni il loro biondo leader Mike Peters affetto da tempo da un tumore. 
Il loro genere era stato definito new wave post punk e casualmente a 71 anni se n'è andato anche David Thomas, leader dei PERE UBU, altra band post punk, ma questa era degli anni 70 e con tutt'altro spirito dentro.

David aveva la caratteristica di essere affetto da problemi psichici come la schizofrenia e questo lo si evinceva anche dal suo modo di cantare isterico e dalle mosse scomposte sul palco dove comunque trovava la sua dimensione migliore.
Oltre alla band principale, David aveva poi avuto diverse collaborazioni con altri musicisti comprese anche le reunion dei Pere Ubu. 
Goodbye Mike and David. 

sabato 5 aprile 2025

SE CI SONO TROPPE BRUTTE NOTIZIE AL FEMMINILE, IO RIBATTO SEMPRE AL FEMMINILE CON BELLA MUSICA

 Durante questa settimana abbiamo dovuto ricevere ancora tristi notizie di femminicidi, il che mi fa domandare se davvero chi li commette ormai pensa di farla franca con tutti i mezzi che adesso abbiamo a disposizione per sgamare i colpevoli, e cosa, quella degli ultimi ritrovati scientifici e tecnologici, che sta facendo rimettere in gioco anche delitti ormai decennali.


Ma lasciamo questo lavoro a chi di dovere e in questo sabato musicale oggi mi allontano dalla facile commercialità per rimanere però a tema tutto femminile (che non serve sicuramente a nulla a fronte della cronaca nera, ma oggi mi andava così) con Aurora la cui canzone del 2016 THROUGH THE EYES OF A CHILD la si può ascoltare durante Adolescence, la miniserie di Netflix che tanto sta facendo parlare di sé per il tema di attualità da una parte (femminicidio anche qui addirittura in ambito scolastico come sentito proprio di recente ai TG) e per il modo tecnico con cui è realizzata dall'altra, e alla quale dedicherò presto un post.

Dalla radio e dal 2019 invece mi è arrivata questa avventura onirica di Grimes (come lo è anche il videoclip) ascoltata durante Il Volo Del Mattino con Fabio Volo su Radio Deejay e intitolata SO HEAVY I FELL THROUGH THE EARTH che mi ha raggiunto in replica notturna mentre guidavo, perciò ancora più onirica. 
Concludo sempre al femminile, ma andando molti anni più indietro nel tempo, precisamente nel 1970, come se avessi una DeLorean equipaggiata con il flusso catalizzatore, con Dusty Springfield e la sua super raffinata SPOOKY,

ascoltata anche questa di recente, ma non ricordo in quale frangente. 
Poco importa però. 
Buon weekend. 

lunedì 10 marzo 2025

101 AUGURI, INTESO COME RADIO

 Il 10 marzo del 1975 nasceva Radio Milano International, ovvero la prima delle radio libere, ma libere veramente (cioè senza licenza) come cantava Eugenio Finardi, tanto che, per essere davvero libera e non farsi beccare dall'Escopost, si spostava con gli impianti su un furgone dopo che le forze dell'ordine avevano sigillato i trasmettitori del primo tentativo realizzato in una camera da letto con un apparecchio militare di seconda mano.


Eh... Sembra di ricordare la storia della britannica Radio Caroline anche se quella non stava su ruote, ma su una nave per lo stesso motivo e vicenda raccontata nel film I LOVE RADIO ROCK
Vita dura quindi per i pionieri dell'etere milanese dove fra i nomi impegnati in tale missione contro il predominio della Rai c'era un giovane CLAUDIO CECCHETTO

(perfettamente riconoscibile qui sopra) e in seguito anche Gerry Scotti con entrambi che poi migreranno verso altri orizzonti (leggi Radio DeeJay). 
L'ascoltavo spesso di notte tra la fine degli anni 80 e l'inizio dei 90 dato che mi capitava di viaggiare spesso in macchina, ed il motivo principale era perché, rispetto alle altre, la programmazione guardava molto all'America, come i ragazzi di oggi di Ramazzotti, ma sopratutto perché, grazie a dei compressori di nuova generazione, aveva di suo un suono stereo pazzesco che mi pareva di avere un impianto spaziale in auto (e invece avevo solo i due classici altoparlanti nelle portiere) per cui ti faceva piacere per forza le canzoni che mandava in onda anche se non le conoscevi. 
Da allora fino ad oggi che compie 50 anni, sono passate davanti ai suoi microfoni altre voci storiche come quella profondissima di Massimo Oldani, con la sua passione per la musica black, e il compianto Leonardo "Leopardo" ReCecconi, mentre l'emittente ha modificato spesso il nome fino a diventare l'attuale R101 passata sotto il dominio Mediaset e quindi meno "libera" di quella che era l'idea degli esordi, ma pur sempre un'ottima stazione radio nel panorama italiano. 
E la radio, non questa in particolare, ma il suo mondo, si ricollega un po' anche ad Ornella Muti

che proprio ieri ha festeggiato i 70 anni, poiché in uno dei migliori film di Francesco Nuti, Stregati, girato a Genova, l'attore, mai dimenticato in questa galassia, era proprio uno speaker notturno dell'immaginaria emittente Radio Strega.
Se non lo avete mai visto, questo è un consiglio per tutti. 

venerdì 31 gennaio 2025

ADDIO MARIANNE

 La swinging London, i Rolling Stones, in particolare Mick Jagger, l'uso di sostanze stupefacenti (immancabili in quel periodo), la musica e, in parte, anche il cinema, questo era stato il mondo di Marianne Faithfull mancata ieri a 78 anni, per cui anticipo di un giorno il post prettamente musicale che di solito arriva di sabato.


Nel periodo riguardante la relazione con il leader degli Stones Marianne aveva anche collaborato ad alcune loro canzoni anche se non si tratta dei brani immortali che tuttora i "ragazzi" portano in giro in tour, ma comunque, dal canto suo, anche Marianne ha da sempre prodotto dischi di cui uno del 1981 ricordo in maniera particolare perché il singolo SWEETHEART passava molto sulle radio di allora e mi piaceva anche. 
Forse pure qualcun'altro riascoltandolo adesso se lo ricorda con quel suo ritmo reggae trascinato, perché quel genere stava vivendo un gran momento di gloria grazie a Bob Marley, Peter Tosh e tutti gli emuli più o meno famosi tra cui ci metterei anche i Police con la loro reggatta punk.

In particolare BOB l'anno prima aveva marchiato a fuoco il campo di San Siro (o forse lo avevano fatto quelli che stavano ad ascoltarlo fumando anche l'erba del prato?) con quello storico concerto aperto da Pino Daniele. 
Iniziavano così gli anni 80, quelli pieni di synth new wave, si, ma che avevano spesso anche cose alternative come la musica che Marianne ha portato avanti fino a pochi anni fa dedicandosi in alternativa anche al cinema in diverse apparizioni fra cui MARIE ANTOINETTE di Sofia Coppola. 
Goodbye Marianne. 

lunedì 16 dicembre 2024

SPAGNA E FRANKENSTEIN JUNIOR HANNO QUALCOSA "QUASI" IN COMUNE

 Mentre ieri sono caduti i 50 anni dell'uscita nelle sale statunitensi di Frankenstein Junior, del quale ho parlato già in occasione del suo RITORNO NELLE SALE sotto Halloween e ancora almeno un altro paio di volte in altre occasioni, oggi è il giorno di un altro compleanno che tocca ad una nota cantante italiana, la quale raggiunge invece lei quota 70, e, anche se dire l'età di una signora dicono che non sia carino, io lo posso fare perché son canaglia di mio.


Sto parlando di Ivana Spagna, che nel periodo "disco" si firmava solo Spagna e aveva, in quel 1986, lanciato una moda tutta di giacche con alamari e pizzi che mischiava un po'l'Adam Ant pirata/ussaro con la Madonna dell'epoca,

ed una capigliatura leonina (anche un po' la Bride Of Frankenstein della foto in apertura, se vogliamo restare in tema di anniversari, eh...) anche quella diventata in quel periodo il suo marchio distintivo. 
Dalle discoteche poi passerà per Sanremo cantando in italiano con il nome completo come anche in Il Re Leone della Disney mettendo da parte definitivamente quella criniera cotonata (che però vedi che era già negli anni 80 come un presagio).

Ci vuole certo una sua canzone adesso, ma invece delle solite Easy Lady o Call Me o, appunto, quella del film (che tuttora canta quando fa delle ospitate nei programmi tv oppure nei locali estivi), preferisco postare una piccola chicca abbastanza rara che avevo in radio nei primissimi anni 80, cioè un 45 giri a nome di Yvonne Kay dove l'Ivana appariva già con i capelli sparati (eh... questo voleva dire stare negli anni 80), ma ancora castani, con il quale debuttava ed era una cover italo disco della nota I'VE GOT THE MUSIC IN ME


che nei primi anni 70 era cantata da Kiki Dee, quella del duetto con Elton John più o meno dello stesso periodo. 
Auguri Ivana! 

domenica 6 ottobre 2024

PACCHI VS. IGNOTI E RADIO CENTENARIA

 Mentre si festeggiano i 100 anni della radiofonia italiana che apriva i battenti proprio il 6 ottobre, ma del 1924, in questo modo: «URI (Unione Radiofonica Italiana). 1-RO: Stazione di Roma. Lunghezza d'onda metri 425. A tutti coloro che sono in ascolto il nostro saluto e il nostro buonasera. Sono le ore 21 del 6 ottobre 1924. Trasmettiamo il concerto di inaugurazione della prima stazione radiofonica italiana per il servizio delle radioaudizioni circolari. Il quartetto composto da Ines Viviani Donarelli, che vi sta parlando, Alberto Magalotti, Amedeo Fortunati e Alessandro Cicognani, eseguirà Haydn dal quartetto "Opera 7", I e II tempo.», la sfida fra Rai 1 con Affari Tuoi, il gioco dei pacchi e la Nove dove Amadeus ha riesumato I Soliti Ignoti con un altro titolo è per ora vinta da Stefano Di Martino che ha preso in mano il gioco ereditato proprio da Amedeo Sebastiani.


Quindi per l'ex dj si tratta di un flop? 
Personalmente io continuo a preferire il gioco dove devi indovinare le identità perché l'altro non l'ho mai trovato così appassionante essendo solo una questione dove conta la fortuna di beccare il pacco giusto. 
Un po'come The Wall con Gerry Scotti dove hai un bel daffare a dire "a destra a sinistra" ad una palla che scende giù senza nessun intervento umano e nel frattempo cerchi di non sentirti un perfetto deficiente. 
Ma pensiamo bene a come funziona la tv per l'utente medio. 
I pacchi seguono il traino del TG1 che continua ad essere seguitissimo, e quell'utente medio è notoriamente pigro perciò lascia la tv sintonizzata su quel canale, mentre la Nove non ha notiziari per cui se vuoi vedere il programma di Amadeus devi andare lì apposta. 
Inoltre su Canale 5 c'è anche Striscia La Notizia che segue a ruota il TG5. 
E ancora, la Rai pubblicizza il gioco ovunque sulle sue reti, mentre la Nove lo fa solo sulla stessa rete e su Real Time che è diventata sempre della Warner Bros., perciò ha molta meno visibilità a meno che tu non sia un assiduo spettatore di quelle due reti e so per certo che non è così, eccezion fatta per Fabio Fazio che, nonostante il trasloco, ha continuato ad avere una fetta di pubblico fedele seppure anche lì più ristretta di prima. 
Di buono c'è che sulla Nove c'è meno ansia da prestazione per lo share, quel maledetto parametro che sulle reti ammiraglie, dove vivono solo per quello, fa protrarre i programmi fino ad orari impossibili. 
Per ora è così e, come cantavano gli Asia, il supergruppo degli anni 80,ONLY TIME WILL TELL

che è sempre un pezzo favoloso da riascoltare o da scoprire se non lo conoscete. 

sabato 7 settembre 2024

RTL 102.5 HA DECRETATO IL TORMENTONE DELL'ESTATE 2024

 In tempi non sospetti ho parlato molto bene di Annalisa dopo aver ascoltato integralmente il SUO DISCO nell'edizione speciale natalizia.


Adesso dopo mesi e mesi faccio un po' di conti e la bella cantante ligure me la sono trovata ovunque a fare featuring con chiunque, anche perfino con rappers/trappers apparentemente lontani dal suo pop leggero.

Ciliegina sulla torta è questa STORIE BREVI (titolo profetico per come funzionano i cosiddetti tormentoni ultimamente) dove stavolta è a duettare con Tananai, e canzone che, durante lo show all'Arena di Verona di RTL 102.5, è stata eletta tormentone dell'estate 2024, pezzo ritmato, ma melodico che svetta sopra ad una marea di artisti che, segno dei tempi, hanno tutti a che fare con rap e trap autotunata. 
Fra quelli poco sotto di loro due nella classifica mi fa piacere trovare in buona posizione anche Anna che seguo pure lei dagli ESORDI e (pensate quello che vi pare) mi ha fatto passare l'estate ascoltando a palla il suo album Vera Baddie che contiene la "bellissima, aha abbronzatissima" (per citare il ritornello) 30°C,

a dimostrazione che qualcosa di buono arriva anche dalle nuove leve e Orietta Berti lo aveva già capito prima di tutti quando si è fatta coinvolgere da Fedez e Achille Lauro in MILLE.

La sua collega Mina invece ricordate quando aveva cercato di fare LA MODERNA con Blanco ed era uscita una robaccia che... Mioddio!!!??? 
Nella Terra di Mezzo, tranquilla tranquilla, invece c'è Ornella Vanoni che, oltre a fare pure lei duetti a sorpresa in attesa del suo disco tutto nuovo, stavolta troviamo remixata con la sua SANT'ALLEGRIA del 1997 per mano di Jack Sani.

Ben vengano anche cose così che pescano dal passato con gran classe. 

domenica 1 settembre 2024

IL PENSIERO DI ANDREA RONCATO SUI MESSAGGI CHE MANDA LA TV AI RAGAZZI

 La scorsa settimana ho sentito alla radio Andrea Roncato del duo Gigi & Andrea, che in un'intervista si diceva molto dispiaciuto della crescente violenza intorno a noi e lo dava come un segno dei tempi lanciando anche un'accusa alle serie tv tipo Romanzo Criminale, Gomorra e Mare Fuori che rendono i delinquenti come dei miti anche se violenti.


Su questo il comico mi trova d'accordo perché nessuna di quelle serie rientra tra le mie preferite dato che prediligo cose come Emily In Paris e The Boys (sono agli antipodi, lo so), e difatti Andrea teme che questo dato da certi programmi, sia un brutto esempio per le nuove generazioni rispetto a quello che invece mandava come messaggio il cinema di una volta sicuramente più ingenuo. 
Certo è che ai tempi in cui lui faceva i suoi film di cassetta leggermente sexy, come quello qui sopra, ma nei limiti dato che si rideva più che altro per i suoi "Oi che ci do, che ci do, che ci do", la violenza non c'era perché al massimo era trattata come nelle comiche, e forse i ragazzi dell'epoca, guardando le sue imprese sullo schermo, erano più ispirati a fare l'amore invece che la guerra. 
Ma il politically correct ha cambiato le regole ed ora funziona così sovvertendo persino le parti, cioè meno sesso facile e spensierato e più musi duri da imitare anche, purtroppo, da parte delle baby gang. 
Ricordiamo però che tanto tempo prima anche i Rolling Stones lungimiranti cantavano "as every cop is a criminal and all the sinners saints" in quel capolavoro che é Sympathy For The Devil. 
Forse che Jagger & Richards erano già stati nel futuro?

Grande Giove! 

giovedì 8 agosto 2024

ADDIO AD UN GRANDE ATTORE DI TEATRO, ANCHE AL SERVIZIO DI BORIS, E AD UN "COLLEGA"

 Nei giorni scorsi mentre già si disputavano queste benedette Olimpiadi piene di polemiche sessuali e igieniche (la Senna forse non è poi così pulita come i fransuà vogliono far credere, eh?) è mancato un nostro famoso attore di teatro, cioè Roberto Herlitzka che aveva 86 anni.


Molto teatro nella sua lunga carriera, si, però anche cinema avendo interpretato Aldo Moro in Buongiorno Notte di Marco Bellocchio ed essendo anche nel cast del film premio Oscar La Grande Bellezza di Sorrentino dove faceva la parte di un cardinale. 
Senza dimenticare anche che in tv lo avevamo visto in Boris nel ruolo di Orlando Serpentieri, personaggio con il quale ironizzava su se stesso proprio dando vita ad un bravissimo attore di teatro che veniva coinvolto nella sgangherata fiction diretta da Renè Ferretti. 
Altro addio che ci porta in un mondo completamente diverso lo dò ad un collega, ma molto più in grande di me per quanto riguarda le radio, dato che io bazzicavo solo nelle radio locali (che sono rimaste pochissime), mentre Massimo Cotto era una delle voci del colosso Virgin Radio. 
Massimo aveva 62 anni ed oltre ad essere dj aveva anche aiutato diversi cantanti italiani a scrivere dei libri biografici. 
Sto parlando per esempio di Max Pezzali con Non Ho Ucciso L'Uomo Ragno, VITTORIO DESCALZI con Una Volta Suonavo Nei New Trolls, e Ligabue con È Andata Così - Trent'Anni Come Si Deve, dal quale è stata tratta la DOCUSERIE su RaiPlay. 
Addio Roberto e Massimo. 

domenica 28 luglio 2024

QUELLI DELLA MUSICA CHE SE NE VANNO

 Domenica calda, afosa e purtroppo con alcuni personaggi da ricordare che ci hanno lasciato nei giorni scorsi come John Mayall, 90 anni, leggenda del blues britannico, cantante, chitarrista e armonicista (ma per non farsi mancare niente suonava anche il piano) poi trasferitosi negli States.


Tra le tante canzoni di una discografia che definire nutrita non rende l'idea (guardate un po' Wikipedia), una delle più famose è THE BEAR del 1968. 
Sempre per la musica se n'è andato ad 88 anni Abdul "Duke" Fakir, ovvero l'ultimo dei The Four Tops originali,

quartetto che ci riporta ai tempi della Motown delle canzoni firmate Holland-Dozier-Holland, e che, oltre che in quei brani storici come REACH OUT (I'LL BE THERE), avevamo visto ancora all'opera negli anni 80 nella soundtrack del film BUSTER con Phil Collins.

Ancora la musica, però stavolta dietro la consolle, ci porta la notizia della scomparsa di Giancarlo Guardabassi ad 87 anni, storica voce dei Dischi Caldi sulla radio nazionale, 

ovvero le canzoni che erano lì lì per entrare nella Hiiiit Paradeeee di Lelio Luttazzi (la pronunciava così con enfasi Lelio), e prima ancora anche autore di canzoni e a volte pure cantante. 
Di lui e del suo pogramma alla radio avevo accennato qualcosa tempo fa perché mi aveva fatto conoscere la colonna sonora di un film caposaldo dell'erotismo che è HISTOIRE D'O
Come autore invece Giancarlo era per la precisione paroliere e suoi erano i testi di, per esempio, Se Vuoi Uscire Una Domenica Sola Con Me cantata da un giovanissimo Gianni Morandi, Pietà Per Chi Ti Ama per la voce di Massimo Ranieri e il famoso CASATSCHOK

che cantava una bellissima Dori Ghezzi e disco a 45 giri che una mia vicina di casa faceva girare parecchio sul suo mangiadischi rosso. 
Addio quindi Giancarlo, Abdul e John. 

martedì 23 luglio 2024

QUANDO LO SCANDALO AIUTA LA CARRIERA

 Era il 1983 e veniva eletta Miss America una modella che si chiama Vanessa L.Williams (si, proprio come Samuel L.Jackson, ma non c'entra nulla).


Grande festa per la neo-reginetta incoronata senonché saltano subito fuori certe foto che la ragazza aveva fatto per Penthouse nell'outfit classico che usa avere una modella sulle pagine di tale rivista. 
Apriti cielo! 
L'america puritana (e bacchettona) non ci sta e ti tira su una bega che non ti dico. 
Tant'è che Vanessa allora esattamente il 23 luglio del 1984, cioè nella decade più bella del mondo, rinuncia con grande amarezza al titolo, evento mai verificatosi fino ad allora. 
Ma ancora la ragazza non sapeva che la fortuna sarebbe stata dalla sua parte poiché tale "scandalo" le porterà comunque una grande popolarità e Vanessa ce la ritroveremo come cantante nel 1988 con il suo primo album dove già mostrava ottime doti, successo bissato poi nel 1991 dal secondo lavoro che conteneva la famosa hit SAVE THE BEST FOR LAST,


che ricordo bene perché la mandava spesso Massimo Oldani su Radio Milano International durante le ore notturne in cui mi capitava di girare in macchina e io, forse l'ho già detto, adoro ascoltare musica in macchina. 
Ma Vanessa non si ferma lì e diventa anche attrice, magari non da Oscar, però sono diverse le pellicole dove possiamo trovarla, alcune anche da vera protagonista, e quando arriva sullo schermo non si può certo discutere sua sua bellezza. 
Anche nelle serie tv di successo Vanessa si è ritagliata il suo posto e sto parlando di Ugly Betty dove la troviamo in 85 episodi

con il personaggio di Wilhelmina Slater, e in Desperate Housewives con 45 presenze, senza contare molte altre produzioni dove ha fatto la classica guest tipo in Love Boat. 
Quindi vedi che non tutto il male viene per nuocere... 

sabato 29 giugno 2024

CUORE DI ANTONELLO VENDITTI: CERTI DISCHI FANNO DEI GIRI IMMENSI E POI RITORNANO

 Sarà un mese fa che stavo ascoltando Antonello Venditti su Radio Deejay intervistato da Linus e Nicola in occasione dell'uscita del nuovo disco che non è poi così nuovo perché è la riedizione rimasterizzata di Cuore,


album che compie i suoi bei 40 anni, del cantautore romano dde Roma, che contiene la super hit CI VORREBBE UN AMICO e dove adesso c'è un brano inedito in più che è la cover di Say Something di Christina Aguilera e A Great Big World che in italiano diventa DI' UNA PAROLA,

e, durante l'intervista, i nostri amici hanno preso ovviamente a parlare anche di Notte Prima Degli Esami, presente come apertura della tracklist del disco come anche in ogni concerto di Antonello, persino anche quella volta che l'aveva presentata nel 2018 in occasione di Pino È, il concerto tributo a Pino Daniele dove era stato apprezzabile l'impegno di ogni cantante per interpretare i brani del cantautore, ma non tutti erano stati all'altezza, a cominciare da Biagio Antonacci che si sforzava di prendere note un po' a caso, Giuliano Sangiorgi che violentava Quanno Chiove, la Nannini rauca più che mai e via così.

Si salvavano invece Fiorella Mannoia che quando tocca una canzone le dà sempre una luce particolare, e a sorpresa Jovanotti e J-Ax che mantennero la propria linea musicale regalando nuova linfa ai brani e scaldando anche gli animi del pubblico. 
Cosa che invece non è riuscita ad alcuni dei comici che hanno presentato dei monologhi, vuoi per la banalità di quello che dicevano o vuoi perché alla gente interessava la musica.

Un punto interrogativo mi era rimasto su Venditti che quella sera aveva cantato appunto NOTTE PRIMA DEGLI ESAMI (quindi chiaramente non di Pino) giustificandola raccontando che il pianoforte sulla spalla citato nel testo, era trasportato fra mille imprecazioni proprio da Pino Daniele agli inizi della carriera, quando era bassista (tutto a sinistra nella foto) del gruppo fusion Napoli Centrale

(ma ricordo perfettamente lo stesso aneddoto raccontato da Antonello, con protagonisti diversi come Ernesto Bassignano, Giorgio LoCascio e Francesco DeGregori ai tempi del Folkstudio senza nominare nessun altro...). 
O forse vuoi vedere che il riferimento a Daniele era nella frase "Come i Pini di Roma, la vita non li spezza, questa notte è ancora nostra"???
O Antonè... se nun c'avevi er tempo de preparatte 'n brano potevi dillo no? A sto punto chiamavamo Guzzanti che cce cantava Er Grande Raccordo Anulare e eccallà. Ugguale!!! 
Ed ecco che durante l'intervista su Radio Deejay oltre a dare un'ennesima nuova versione dei quattro ragazzi con la chitarra dove anche stavolta la presenza di Pino non viene nemmeno accennata, l'Antonello ti attacca pure una tiritera su quanto siano speciali le sue canzoni tipo "le mie canzoni hanno qualcosa che ti rimane dentro e te le fa sentire tue" e cose del genere. 
Giuro, stavo morendo di vergogna io per lui, perché quelle cose vanno bene se a dirle è qualcun'altro, ma diventano un ridicolo autoincensarsi se se le dice addosso lo stesso protagonista. 
Non vi pare?
Che poi è pur vero che Antonello ha scritto canzoni bellissime, che la sua Roma Capoccia l'aveva partorita quando aveva solo 14 anni, che Sotto Il Segno Dei Pesci è un disco che riascolto spesso tutto intero perché non c'è una canzone che sia una brutta ed è pure legato ad un bel periodo della mia vita da canaglia. 
Ma ricordo anche circa 20 anni fa un'altra intervista radiofonica dove intervenivano gli ascoltatori al telefono e Venditti, invece di aspettare di ricevere i complimenti che di solito un fan rivolge al suo idolo, lo anticipava chiedendo "T'e piaciuto lo spettacolo, le luci, il palco?", come dire "eh dimmelo quanto so' bbravo eh". 
Bravo senza dubbio si, ma un po' di umiltà a volte non guasta. 
Tornando invece a quel concerto tributo del 2018, Rai 1 aveva trasmesso in diretta quel grande omaggio all'artista napoletano prematuramente scomparso, con un gran finale che vedeva riuniti i superstiti dei Napoli Centrale, però, se fosse stata una ciambella, il buco non sarebbe stato perfetto, per tutto quello che ho scritto prima che ha composto una lunga maratona musicale con alti (pochi) e (tanti) bassi. 
Incluso lo strafalcione di Raiplay che citava come location Piazza Del Plebiscito, mentre era allo Stadio San Paolo... (non ho più controllato, ma suppongo che abbiano poi corretto). 
O vuoi vedere che noi quella volta abbiamo visto lo spettacolo sbagliato?, 

giovedì 28 marzo 2024

I LOVE RADIO ROCK: L'AVVENTUROSO MONDO DELLE RADIO PIRATA

 Se siete stati deejay, speaker radiofonici, oppure se semplicemente vi piace guardare un bel film, I Love Radio Rock (The Boat That Rocked) è quello che fa per voi perché le vicende che racconta sono ispirate a quelle della mitica Radio Caroline fondata esattamente il 28 marzo di 60 anni fa a bordo di una motonave al largo del Regno Unito per poter trasmettere senza sottostare alle regole e le licenze, finché nel 2017 Radio Caroline ottenne finalmente un regolare permesso.


Ma perché era nata una radio, cosiddetta pirata? 
Perché la BBC che deteneva il monopolio sulle trasmissioni, aveva una programmazione effettivamente barbosa, cosa che affliggeva in effetti anche la nostra Rai nazionale in quel periodo, per cui anche da noi arrivò il fenomeno della radio libere, ma un bel po' più avanti. 
Per tale motivo un tale Ronan O'Rahilly decise di dare una smossa a quel modo obsoleto di fare radio e cominció a mandare in onda Beatles, Rolling Stones, Kinks, Who e questo modo di promuovere la musica giovó non poco anche agli stessi artisti che si trovarono aumentate di parecchio le vendite dei propri dischi. 
Ma lo stato non ci "sentiva" e fece di tutto per dare contro a tali radio pirata che piano piano spuntavano fuori ovunque e chiuse dopo poco tempo, mentre Radio Caroline resisteva passando le attrezzature su altre quattro navi mentre le precedenti venivano affondate dagli emissari dello stato. 
Nel 2009 Richard Curtis ha portato al cinema questa storia con i nomi cambiati, e con un cast pazzesco che presentava fra gli altri Philip Seymour Hoffman, Bill Nighy, Rhys Ifans, Nick Frost, Kenneth Branagh, Chris O'Dowd, Gemma Arterton ed Emma Thompson. 
Ed ecco uno dei grandi misteri della scienza, perché nonostante tale cast e una colonna sonora meravigliosa, il film è stato un flop al botteghino, pare anche per la durata di 135 minuti, per cui ne venne poi editata una versione rimontata più breve chiamata Pirate Radio, ma che perdeva di brutto rispetto a quella originale.


Probabilmente adesso, in epoca di film oversize e serie tv che non sono altro che lunghi film divisi in più parti, avrebbe avuto migliore fortuna se spezzettato in 4 o 5 episodi da mandare su una piattaforma, anche perché le varie vicende si prestavano proprio ad essere considerate come diversi episodi legati da un filo conduttore. 
Dalle mie parti, in questa galassia lontana lontana, invece il film rimane come uno dei più belli che il mio cuore di canaglia possa ricordare, forse perché sono un po' di parte avendo vissuto personalmente un lungo periodo in quel mondo radiofonico, per cui lo consiglio vivamente a tutti. 

martedì 13 febbraio 2024

SANREMO VISTO UN PO' PIÙ DA VICINO

 A mente fredda, in questo giorno in cui si festeggia la giornata mondiale della radio, mi faccio una piccola riflessione sul solito discorso/sospetto che il Festival Di Sanremo sia pilotato.


Questo, lo dico a priori, non è perché non sia d'accordo sulla vittoria di Angelina Mango con una canzone carina, movimentata, ma che forse non è la più popolare da festival, se davvero vogliamo dirla tutta, dato che mi ritrovo a canticchiare di più frasette come "non mi sento tanto bene" oppure "quando quando quando".
Piuttosto la vittoria credo sia arrivata perché abbiamo visto tutti, in diretta o in differita, la reazione che c'è stata dopo la serata delle cover in cui la cantante ha presentato LA RONDINE, una canzone di suo padre Pino Mango.

Anche se La Noia, ovvero la canzone di Angelina non è che brilli particolarmente (lo ripeto, è carina, ma non un capolavoro), non si può negare che con quella vittoria mancata nella sera delle cover, la giovane cantante abbia suscitato delle emozioni fortissime ed è stata presa a cuore da parecchia gente, quindi poi è successo quello che è successo, nel senso che, anche nel caso di Geolier, giovane rapper arrivato al festival con non poca fatica, si è andato a votare più l'artista che la canzone (che, ammettiamolo, quella presentata nella sera delle cover era francamente inascoltabile), commettendo, se vogliamo, un errore perché si dovrebbe invece considerare il brano in gara (perlomeno una volta funzionava così). 
Apriti cielo! 
Vedere e sentire l'Ariston in rivolta quando il rapper napoletano vince su Angelina ha probabilmente (dico per ipotesi, perché non ero davvero dietro le quinte) spinto l'organizzazione a fermare i troppi televoti che la sera della finale andavano a raffica tutti a Geolier facendo sospettare qualche inghippo. 


E inoltre a calcare la mano girava sul web già da un po' questa scaletta della serata con i tempi precisi in cui era segnata per le 2.25 la proclamazione della sua vittoria. 
Ora però per un attimo mettiamoci nei panni di questo ragazzo napoletano che la sera prima vince la gara delle cover e invece di applausi riceve solo fischi e vede la gente lasciare il teatro. 
Beh, ora non voglio puntare il dito su quello che dice nei testi delle altre sue canzoni famose nel "giro", e nemmeno sulle sue foto in cui imbracciava un AK47 dorato (son ragazzi, si dice, e cantano quella che è la loro realtà) perché sarebbe tutto molto discutibile e forse servirebbe un post apposito, ma certo è che non dev'essere stata per lui una bella esperienza dato che era la sua prima volta in una manifestazione di così grande rilievo. 
Certo, bisogna precisare che forse non si tratta di razzismo regionale perché presumo che se al suo posto ci fosse stato un Pino Daniele, anche se cantava in napoletano stretto nessuno avrebbe osato fischiare. 
Quello che non ha funzionato nel caso suo era il genere di canzone presentato sul palco che magari invece agli under 18 che votano a raffica con tutti i devices a loro disponibili piace anche se non lo capiscono, perché quello che conta è il famoso "flow" (l'ho già SPIEGATO cos'è) e lo venerano anche come personaggio, ma alla gente che davvero segue sempre il festival dai tempi di Nunzio Filogamo, probabilmente non andava troppo bene. 
Perciò ancora una volta si cerca di andare dietro alla vox populi più tradizionale, per cui la situazione è stata ribaltata dai voti della sala stampa e delle radio che forse sono rimasti pure loro impressionati dalla sera precedente e il risultato lo abbiamo visto.

Risultato criticato però anche da molti artisti come Frankie Hi NRG che riconduce il tutto ad una truffa, quella del televoto bloccato, organizzata ad arte e che ha rubato anche dei soldi a chi ha votato. 
Quindi stavolta (e anche da un po' di tempo a questa parte) a vincere non è stata veramente più la canzone in gara, ma l'artista che comunque dalle mie parti già avevo messo fra le mie preferite l'anno scorso A SETTEMBRE quando Angelina cantava Ci Pensiamo Domani. 
E domani Angelina dovrà pensare all'Eurovosion Song Contest, che per dirla tutta, già in parte è arrivato sul palco sanremese con i momenti trash e tutte le mise più improbabili che abbiamo visto sfilare durante le cinque serate dai punk de noantri al latex fetish, al fluid style facendo esclamare spesso "ma perché?".



E la risposta è semplice: Perché Sanremo è Sanremo. 

martedì 9 gennaio 2024

PEOPLE FROM CECCHETTO: DICIAMO CHE ALL'INIZIO IO E CLAUDIO ERAVAMO UGUALI

 La prima cosa che ho sentito dire da Claudio Cecchetto nel documentario (un altro trasmesso dalla Rai ed ora su Raiplay) mi ha fatto fare un salto sul divano perché anch'io come lui andavo in discoteca per cercare di cuccare, come tutti, ma poi mi perdevo ad ascoltare il DJ che metteva i dischi, per come li metteva in sequenza, in perfetta battuta come un brano unico.

Poi, vabbè, le cose sono andate in maniera diversa per me e per lui, con me che nel mio piccolo sono passato dietro alla consolle di radio e discoteche, mentre lui ti ha messo su una radio della madonna con personaggi che ancora adesso sono delle vere star, segno che Claudio è stato un vero talent scout come pochi. 
Jovanotti, Amadeus, 883, Gerry Scotti, Sabrina Salerno, Fabio Volo, Fiorello, Dj Francesco (Facchinetti), Leonardo Pieraccioni, sono tutti partiti da lì, dalla sua corte, dalla Deejay's Gang che negli anni 80 spensierati dopo i 70 intellettuali, dettava legge nell'etere radiofonico e poi anche nella televisione con Deejay Television.
Tutti sono lì a raccontare aneddoti, compreso Claudio, su quei "bei tempi", e, se posso dirlo, anche se non ho avuto la stessa fortuna di Cecchetto, posso comunque considerarmi fortunato perché in quel decennio, quello giusto, quello della musica e dei film più belli del mondo io c'ero. 
Diciamo che chi non c'era può solo rosicare.

Anche Linus, a quanto pare rosica anche se lui c'era, ma con Claudio non sono rimasti molto amici per tutta una serie di faccende loro. 
E difatti non viene nominato nemmeno una volta nei 93 minuti del documentario. 
Manco fossero i fratelli Gallagher, eh? 

giovedì 4 gennaio 2024

LA TELEVISIONE HA COMPIUTO 70 ANNI

 E così la Rai Tv ha compiuto proprio ieri 70 anni (e 100 ne fa la radio) e... secondo alcuni li dimostra, ma secondo me tutto sommato no.


Certo è pur vero che i dati di ascolto vanno sempre a a favore dei canali mediaset, ma bisogna tenere conto che molti utenti seguono i programmi in differita su Raiplay, e personalmente io ne seguo parecchi, tipo Viva Rai 2 che alle 7 del mattino è ancora un pochino presto per me, oppure del titanico Festival Di Sanremo ormai non ricordo una puntata vista tutta in diretta. 
Ok, mediaset ha dalla sua le repliche dei programmi su Infinity e grazie a quella ho visto anche le ultime puntate di Zelig,

criticate da molti perché certi nuovi comici non facevano ridere per niente, e sono d'accordo, ma nel mucchio c'erano anche le colonne storiche (Cremona, Lastrico, Sconsolata) che hanno alzato l'asticella. 
Come età poi Mediaset è molto, ma molto più giovane, cioè nel senso che la sua rete ammiraglia ha 30 anni di meno e, siccome ispirata in gran parte ai modelli statunitensi, ha portato giusto quella ventata di novità in un epoca allora un po' tanto bacchettona, bigotta e legata ai vecchi schemi, e pure adesso quando vedo una cosa normale come le previsioni meteo su Canale 5, non le capisco mai veramente bene fino in fondo perché rimango, come dire... un po' distratto



e non per colpa di Giuliacci. 
Nel frattempo però anche i canali Rai si sono aggiornati e tutto sommato reggono il colpo, con un occhio di riguardo per Rai 3 che ha nel suo palinsesto piccoli gioielli di programmi. 
In occasione di tale compleanno, ieri sera Carlo Conti ha condotto una rievocazione del Rischiatutto, il celebre quiz di Mike Bongiorno,

con concorrenti vip e con lo scopo di ricordare, tramite le domande, i momenti storici della tv nazionale su tabellone e cabine in bianco e nero, proprio come le vedevamo allora sullo schermo a tubo catodico, ma nel 2016 Fabio Fazio aveva portato in video un'edizione speciale del quiz dove rivelava che quello che noi vedevamo grigio era in realtà, a sorpresa, rosso.

Disquisizioni cromatiche a parte, anche la tv, che sia Rai o Mediaset o una piattaforma streaming, è per me motivo di interesse come cinema e musica, per cui oggi ho dedicato questo post alla nostra emittente settantenne che, appunto nel 1954, cominciava le sue trasmissioni presentando il primo Telegiornale.

Auguri! 

sabato 16 dicembre 2023

ANCHE IL "THE MANHATTAN TRANSFER BIG FAREWELL TOUR" È TERMINATO

 Come ELTON JOHN e i KISS, anche i Manhattan Transfer hanno organizzato il loro Farewell Tour, ma certamente qui siamo in un genere musicale molto diverso, anche se un paio di hit nelle classifiche le hanno piazzate pure loro quando all'epoca c'era ancora Tim Hauser, fondatore del quartetto nel 1969 insieme a Laurel Massé e purtroppo mancato nel 2014.


Anche Laurel, a causa di un grave incidente automobilistico era stata sostituita negli anni 70 da Cheryl Bentyne. 
Con la formazione quindi ancora rinnovata dall'ingresso di Trist Curless, i quattro vocalist danno l'addio al pubblico che li ha seguiti nel corso degli anni portando in giro uno spettacolo che contiene tutti i loro brani più famosi, cose che magari conoscono di più i boomer che i millennials, ma che pure questi ultimi dovrebbero assimilare nel loro DNA da questi "vecchietti" e magari tanta roba insulsa non passerebbe più nelle radio secondo le attuali tendenze.

Non possiedo nemmeno un disco dei Manhattan Transfer, ma sto pensando seriamente di riempire questo vuoto, e comunque li ho trasmessi parecchio in radio all'epoca di SOUL FOOD TO GO, quella canzone che Loredana Bertè aveva già inciso in precedenza e quindi per un po' di tempo per alcuni nacque l'equivoco che il quartetto avesse fatto un omaggio alla nostra cantante che invece nel suo disco del 1983 l'aveva proposta con un testo italiano scritto da Ivano Fossati che l'aveva intitolata JAZZ, mentre in realtà si trattava di un brano del brasiliano Djavan (Sina). 

Quando mi capita di sentirli ancora adesso, non posso fare a meno di godere per la perfezione vocale che sanno rendere, al limite delle possibilità umane e no, non usano cori preregistrati come invece Paul Stanley, ma non solo lui (vogliamo parlare dei Pooh?), ha fatto nel tour dei Kiss. In Italia sono passati lo scorso novembre e il loro tour ha segnato l'ultima data proprio ieri a Los Angeles, perciò chi c'era c'era, ma io la butto lì... 
Se tornassero a sorpresa per una data aggiuntiva e capitassero dalle vostre parti, magari, cosa che sia Elton John che i Kiss hanno fatto nel loro neverending tour, il mio consiglio è di andare a sentirli e se poi non vi sono piaciuti, allora potrete insultarmi come fanno sempre gli amici quando li porto a vedere film bizzarri. 
Ma stavolta sono sicuro che non succederà. 

sabato 2 dicembre 2023

QUANDO I PIÙ GIOVANI SI CONFRONTANO CON LE VECCHIE GLORIE

 Ornella Vanoni, dopo l'avventura con Colapesce e DiMartino, si è trovata un'altro TOY BOY nella figura di Samuele Bersani con il quale canta CALMA RIVOLUZIONARIA,


una canzone che ti sorprende per come i due siano così in sintonia e senz'altro uno dei migliori prodotti italiani usciti di recente, insieme anche alla joint venture fra Negramaro e Fabri Fibra FINO AL GIORNO NUOVO, che ti investe con dei suoni massicci, specialmente quando fa quelle scale a scendere che senti i bassi vibrarti dentro.

Quei bassi anche amati da Purple Disco Machine che stavolta mette le mani sui Rolling Stones remixando la loro MESS IT UP, la quale dimostra ancora di più di essere un brano che starebbe bene addosso a Katy Perry, cosa che avevo già detto quando ho parlato dell'intero ALBUM nuovo della band, e comunque preferisco ancora la versione originale. 

Con Blanco invece mi sale su un nervoso che non ti dico appena parte alla radio la sua nuova BRUCIASSE IL CIELO, che la prima cosa che pensi è che si sia scoppiato l'altoparlante, e invece è tutta opera sua con quella voce lamentosa, autotunata e distorta che, a mio gusto, rovina completamente un brano che invece, se fosse cantato come Dio (Ronnie James?) comanda, sarebbe perlomeno una discreta ballad terzinata in stile anni 50/60 tipo Peppino Di Capri, I Giganti eccetera.

E allora mi chiederete: "ma perché lo ascolti?". 
Semplicemente per poterne parlare male con cognizione di causa in un blog dove lassù sull'header c'è scritto anche cose sentite e non "scartate a priori". 
E perché una seconda possibilità la si dà a tutti, ma approfittarsene no eh...
Nel frattempo sono sempre in pista, anzi sui palchi, i Nomadi con un nuovo batterista di 36 anni, Domenico Inguaggiato,

dopo l'abbandono di Daniele Campani, e dei cui membri originali ormai è rimasto solo Beppe Carletti, un po' come succede anche con i Toto dove sei sicuro di sentire musica suonata meravigliosamente, ma rimane solo Steve Lukather a portare in giro il nome della band originale avvalendosi comunque di alcuni musicisti che si sono avvicendati nei dischi nel corso degli anni come Josh Williams,

potentissima voce solista e figlio di quel Williams compositore di certe colonne sonore famose che arrivano da una galassia lontana lontana. 

ADDIO A SUNDANCE KID

 La vecchia guardia di Hollywood ha perduto un altro suo rappresentante con la morte nel sonno di Robert Redford ad 89 anni. Nonostante le ...