Un po' tutte le città più importanti sono state citate nelle canzoni e in particolare la città di New York ha avuto due testimonial d'eccezione nelle figure di Frank Sinatra e Liza Minnelli con la loro NEW YORK, NEW YORK, tanto che il 7 febbraio del 1985 tale brano è diventato ufficialmente l'inno della Grande Mela.
Ma vuoi che noi italiani siamo da meno? No anzi, magari senza renderle inno cittadino, sono tante le nostre canzoni che celebrano le nostre città, a partire da quella Roma Capoccia scritta da Venditti alla tenera età di 14 anni, giuro, andando a Milano con Dalla, Fortis e molti altri, passando da Genova con l'avvocato Paolo Conte che però è piemontese (ma Bruno Lauzi aveva ristabilito la location geografica), toccando Napoli con i suoi mille culure e l'indimenticabile Pino e ricordando anche la Firenze di Ivan Graziani, pure se lui era abruzzese.
Più o meno tutte le città più famose hanno la loro canzone dedicata, ma solo New York l'ha resa il suo inno quarant'anni fa perché gli americani son fatti così, un po' megalomani, è vero, loro pensano in grande come i protagonisti di INCEPTION, ma sicuramente hanno anche dei pregi.
E lo dimostrano ancora una volta con il nuovo presidente che finalmente decide di fare un po' di ordine dichiarando di non avere mezzi termini dato che per lui esiste solo bianco o nero (ma non è razzista però), senza le famose cinquanta sfumature di grigio, per cui nel suo mondo sono concessi solo maschi o femmine, senza sessi intermedi o incerti, e ci saranno solo veri americani o dichiarati stranieri senza immigrati scomodi (ma forse non ricorda che quei territori erano già abitati da un'etnia molto diversa dalla sua),
si sta adoperando per far terminare la guerra tra Russia e Ucraina gridando dalla finestra "se non la finite vengo li eh!!!", ed ora decide anche di risolvere il problema della contesa Striscia di Gaza rendendola una Riviera (romagnola?) e spostando (non deportando eh...) tutti i palestinesi da un'altra parte così nessuno litiga più.
Facile no?
Strano che nessuno ci avesse pensato prima...
L'onnipotenza a volte ha questi effetti collaterali, si, anzi mi ricordo che già tempo fa un tizio ragionava più o meno così e non era mica Charlie Chaplin.
Ah, dimenticavo, pare che abbia dichiarato anche che non ci saranno più le mezze stagioni...
Fra i film nominati per gli Oscar (anche inteso come il Wilde, si, ma lo vedremo più avanti) si sta parlando di The Substance, film di Coralie Fargeat (prima pellicola sua in inglese e già vincitrice di un Golden Globe) dove ci trovi dentro un frullato di bodyhorror alla Cronenberg e LA COSA di Carpenter, il miglior YUZNA e persino certi corridoi e primi piani molto cari a Kubrick, senza dimenticare i colori e le luci di Nicolas Winding Refn.
Tutto questo in una storia dove Demi Moore interpreta Elizabeth, un'attrice non più giovane, ma per i nostri canoni di persone comuni ancora molto bella, che però, secondo il produttore del suo show di aerobica (un viscidissimo Dennis Quaid) ha fatto il suo tempo e vuole sostituirla con una più adatta al pubblico.
Fatto sta che la nostra Elizabeth non ci sta e trova un sistema clandestino (roba che magari c'è sul dark web... chissà?) per sdoppiarsi creando una sé stessa più giovane e più bella.
Unica condizione è che da quel momento le due Elizabeth (di cui la nuova sceglie il nome di Sue che metti che qualcuno capisca il trucchetto)
dovranno vivere una settimana a testa mentre l'altra riposa inanimata. Soprattutto l'originale deve rispettare l'alternarsi di questo "riposo" con la successiva settimana "in vita" per ripristinare il fluido necessario alla nuova sè stessa per mantenere l'aspetto giovane e perfetto di Margaret Qualley, attrice e modella che presta il volto
e molte natiche a parecchie inquadrature più che ravvicinate.
Ed ecco che salta fuori un'altro riferimento illustre con Il Ritratto Di Dorian Gray (l'avevo detto lassù in apertura che c'entrava quell'Oscar), ma non aggiungo altro per non spoilerare.
Beh tutto sommato il film è stato bello anche se certe soluzioni del reparto prostetico forse sono risultate un po' eccessive e palesemente finte.
Ecco, tornando a Cronenberg forse la sua BRUNDLEFLY pareva più realistica anche se realizzata 40 anni fa.
A parte quello, bisogna accettare anche certi buchi di sceneggiatura tipo su come sia capace Elizabeth a suturare quasi come un chirurgo provetto, oppure a prelevare con il siringone il fluido vitale, altra operazione che, perlomeno da parte mia sarebbe impensabile dato che richiederebbe una certa esperienza infermieristica, ma magari chissà, in gioventù avrà studiato medicina prima di fare l'attrice?
Insomma tutte le procedure mediche e igieniche necessarie vengono prese un po' alla leggera, ma probabilmente quello che zoppica di più è che ad un certo punto le due Elizabeth cominciano a considerarsi come due entità a sé stanti, mentre, come logica, se si parlasse del mondo reale, dovrebbe essere sempre la stessa persona conscia del fatto che deve prendersi cura di sé e del suo doppio in fase di stasi, pena gravi conseguenze.
Ma certo, le regole sono fatte per non essere rispettate e se non si sgarra che gusto c'è?
Et voilà, ecco il film splatter del momento che sotto certi punti di vista può soddisfare anche il pubblico guardone perché di carne in mostra ce n'è tanta, ma dopo la prima espressione di sorpresa il nudo passa quasi inosservato perché è soprattutto una pellicola che lancia anche un messaggio rivolto allo show business secondo il quale possono esistere solo Showgirls (per citare un'altro famoso film con bellezze in mostra) e non c'è posto per le showladies anche se ancora bellissime.
Tali regole portano quindi certe bellezze "vere" che hanno superato una certa età a deturparsi diventando "finte" con la chirurgia estetica e potrei fare decine di nomi, ma sarebbe inutile perché li sapete già.
E la cosa già era mostrata in vena comica da Charlie Chaplin nel 1957 in Un Re A New York... ma forse il messaggio non era arrivato...
Spero che a qualcuno il titolo parafrasato del post abbia ricordato un vecchio film comico/western con Tomas Milian, perché così perlomeno avrei la certezza di non ricordare solo io i suoi due film sul personaggio di Provvidenza, cacciatore di taglie alquanto bizzarro simile a Charlot, dove la comicità era di grana molto grossa, a livello appunto di comiche, ma all'epoca funzionava.
L'altro film, per dovere di cronaca, era il sequel Ci Risiamo, Vero Provvidenza? e in entrambi si sentiva la vera voce di Tomas perché non veniva doppiato da qualcun altro, ma si autodoppiava, e dava al personaggio quel qualcosa di ancora più bizzarro.
Inoltre era della partita anche Ennio Morricone che aveva curato in entrambi i film le musiche.
La butto lì nel caso voleste darci un'occhiata, dato che rientrano uno peggio dell'altro nei parametri del trash così caro a questo blog, e che tanto il primo sta lì bello bello su Prime Video.
Certo è che, non posso negarlo, a rivederli adesso si sente tutto il peso del mezzo secolo che hanno sulla schiena.
Introduzione a parte, che alla fine era un semplice gioco di parole, ma sempre con il cinema di mezzo, questo 9 agosto del 1974 (che non c'entra nulla con il West se non che si parla di America e i due film di cui sopra erano là ambientati, ma girati invece alla periferia di Roma) fu un giorno fatidico per l'allora presidente americano Richard Nixon, poiché fu quel giorno in cui presentò le dimissioni essendo stato beccato con le mani in pasta per il famoso Scandalo Watergate, quello delle intercettazioni che Robert Zemeckis in Forrest Gump ci mostrava come se fosse stato scoperto, per puro caso, proprio dal protagonista del suo film.
Gerald Ford prenderà il posto di Nixon alla guida del Paese, ma la vicenda in realtà stava andando avanti dal 1972 con quelle intercettazioni illegali legate anche alla vicenda del Vietnam, atte a cercare di fare rileggere Nixon nonostante tutti gli remassero contro perché quella stramaledetta guerra non la voleva nessuno e i suoi reduci infatti non venivano esattamente trattati da eroi come infatti mostra Oliver Stone in NATO IL QUATTRO LUGLIO (ma anche Rambo di Ted Kotcheff ha qualcosa da dire a riguardo).
Vicenda quindi politica, certo, ma con il suo bel collegamento al cinema che tanto ci piace come, oltre al film di Zemeckis, TUTTI GLI UOMINI DEL PRESIDENTE di Alan J. Pakula e il finale di THE POST di Steven Spielberg, giusto per citarne un paio.
E a leggere queste cose magari ti viene da pensare che la politica brutta, coi ministri magna magna e corruzione varia, non sia solo in Italia, anzi... vedi che in America sono sempre stati avantissimo!!!
Concludo con un'altra parafrasi di una battuta tratta dal secondo film con Milian:
Con perizia e con pazienza, chi ti frega... non è solo Provvidenza...
In questo mondo che ieri è stato bloccato da un blackout globale tipo come nel film YESTERDAY (ma tranquilli che i Beatles e la Coca Cola esistono ancora), di solito il post del sabato è prettamente musicale, ma dato che questa settimana è già stata di suo piena di musica negli ultimi giorni (e aggiungo, che musica!), oggi cambio le regole (se mai ce ne fossero state) e mi rifaccio ad un evento di ottant'anni fa narrato in un famoso film di Bryan Singer dove Tom Cruise per la prima volta fallisce la sua missione impossibile che sarebbe stata quella di uccidere Adolf Hitler in arte Fuhrer.
Eh dai mica sto spoilerando dato che è un fatto storico conosciuto.
Infatti non è che quella volta Ethan Hunt e la sua squadra fossero andati nel passato per cercare di cambiare la storia, assolutamente no.
Qui Tom nel film Operazione Valchiria interpretava l'ufficiale tedesco Claus Schenk Von Stauffenberg menomato per la mancanza di un occhio e una mano, e che si prendeva quella bella gatta da pelare di far fuori quel tizio col baffetto alla Charlie Chaplin, ma che faceva molto meno ridere.
Film bello dal punto di vista scenico, ma a mio parere non uno dei migliori di Singer che avevo preferito alcuni anni prima alle prese con gli X-Men e I Soliti Sospetti.
Ma la cosa che non sapevo riguardo a quella vicenda, perdonate la mia ignoranza, è che era stata già raccontata in precedenza in altre sette produzioni di cui due del 1955 cioè Accadde Il 20 Luglio e Operazione Walkiria, due del 1967 che sono La Notte Dei Generali e Il Complotto Di Luglio dove quest'ultimo era un film per la tv italiano dove Stauffenberg era interpretato da Paolo Graziosi, nel 1971 in Operation Walküre, altro film tv, ma inedito in Italia, nel 1990 con la serie tv The Plot To Kill Hitler, anche questa inedita da noi, e ancora nel 1990 con Stauffenberg - Attentato A Hitler, ennesimo film per la tv.
Quindi, se lo si desidera, si può anche vedere la stessa vicenda raccontata in modi differenti, ma solo Tarantino aveva osato modificare la storia in Bastardi Senza Gloria (lo farà anche in Django Unchained e in C'Era Una Volta A Hollywood) mettendo insieme una squadra di balordi tutta inventata che aveva lo stesso scopo di Stauffenberg, solo un po' più in grande. Scopo che viene attuato in quella splendida SCENA sottolineata da Cat People (Putting Out On Fire) di David Bowie nella bellissima versione originale scritta con Giorgio Moroder e arrangiata dal produttore altoatesino per il film del 1982 Il Bacio Della Pantera con Nastassia Kinsky, versione millemila volte migliore di quella che troverò L'ANNO DOPO nel disco del Duca Bianco Let's Dance dove ci metterà le mani Nile Rodgers e, per quanto ammiri le produzioni dell'ex Chic, stavolta le mani doveva tenerle in tasca che sarebbe stato meglio (e vedi che un po' di musica alla fine c'è anche oggi).
Per la cronaca però, Hitler non morì in nessun fantasioso attentato, ma per suicidio quando ormai non c'era più nulla da fare.
Ok, ragazzi, potete andare, la lezione di storia è terminata...
Più di un secolo fa, e precisamente in questo stesso giorno del 1914, avveniva il debutto cinematografico di Charlie Chaplin con il cortometraggio Charlot Giornalista, un breve film muto di di soli 13 minuti.
Questo perlomeno è il titolo che gli venne affibbiato quando il corto arrivò in Italia, ma la cosa buffa però è che Charlie nel film, il cui titolo originale era Making A Living, ovvero Per Guadagnarsi Da Vivere, non interpretava ancora il celebre personaggio con bombetta, bastone e baffetti (lo farà a partire da Il Monello) come invece lo mostra questa locandina ovviamente non originale dell'epoca.
Questo perché nei paesi non anglofoni quasi tutti i film di Chaplin venivano considerati come fossero con Charlot protagonista, perché le sue comiche classiche arrivarono prima delle opere precedenti come questa.
Per fortuna, come dicevo, tale usanza non venne perpetrata con proprio tutte le pellicole, come per esempio Il Dittatore. Anzi, il suo personaggio dove da noi veniva chiamato sempre Charlot, in patria era semplicemente The Tramp, ovvero Il Vagabondo.
Per dire... anche quel famoso film del 1992 dove lo interpretava magistralmente Robert Downey Jr. aveva come titolo originale Chaplin, ma per noi era diventato anche quello Charlot.
In questo cortometraggio di esordio Chaplin interpreta invece un imbroglione in abito da dandy e cilindro con baffi ben più imponenti di quelli del Vagabondo,
senza una precisa identità che si spaccia per reporter ai danni di un vero giornalista.
L'attore (all'epoca non ancora regista) non aveva però un buon ricordo di tale pellicola perché molto del suo girato era stato tagliato via in fase di montaggio, e all'epoca non c'erano ancora i contenuti speciali con le scene eliminate, per cui tutto era andato perduto.
Comunque l'usanza di rinominare i film con dei titoli ammiccanti a qualcosa di già noto la ritroveremo anche in seguito e ne ho parlato proprio qui per il falso seguito di 2001 ODISSEA NELLO SPAZIO.
Ho preso in prestito il sottotitolo di Odeon, il famoso programma della seconda metà degli anni 70 (disponibile su RaiPlay) curato da Brando Giordani ed Emilio Ravel, che su Rai 2 portava in prima serata servizi bizzarri che riguardavano un po' di tutto, cinema, musica e altro come questo blog, bastava che facesse spettacolo proprio come l'Eurovision Song Contest, la cui finale è stata lo scorso sabato, vinta dalla Svezia, da molti favorita e rappresentata da Loreen con la sua Tattoo, lasciando al nostro Marco Mengoni il quarto posto.
Ma va bene così dai.
Con tutto il rispetto per Marco, il quale si dimostra una persona sempre più affabile rispetto agli esordi, nella mia testa continuo a pensare che Lazza con Cenere avrebbe fatto sfracelli su quel palco.
L'Italia è stata anche in parte rappresentata da Alessandra Mele con la sua impostazione quasi lirica, che ha gareggiato per la Norvegia, ma lei è nata a Pietra Ligure anche se vive là da parecchi anni ormai.
Entrambe comunque adesso avranno da pensare alle accuse di plagio che sono arrivate loro fra capo e collo.
q
In effetti ho notato anch'io che entrambi i brani, cioè TATTOO e QUEEN OF KINGS, hanno passaggi molto familiari e, in particolare quello di Alessandra mi ha fatto pensare a certe sigle televisive della tv in bianco e nero tipo LA FRECCIA NERA e LA FILIBUSTA (che già fra di loro si somigliavano molto), e nel suo caso l'accusa è arrivata da un ex concorrente di Amici che tali programmi invece non li avrà mai visti, ma ha lo stesso firmato un brano abbastanza simile in collaborazione con Gabry Ponte. Inoltre, già che Alessandra è italiana, è ora disponibile anche la versione cantata nella NOSTRA LINGUA, giusto per non dimenticare le origini. Decisamente sopra le righe la Croazia con i LET 3 in mutande che hanno portato in scena una macarena/parodia di Hitler in stile Chaplin con anche un po' di Dottor Stranamore di Kubrick. Secondo il regolamento, modificato dopo alcune polemiche degli anni precedenti, ora sono concesse le voci di sostegno registrate come anche i cori, ma ho avuto l'impressione che qualcuno se ne sia un po' approfittato arrivando quasi al playback o quello che viene chiamato half playback cioè quando l'artista canta su una base dove c'è già la sua voce solista, raddoppiando il tutto.
Tanta è stata la musica e con cambi velocissimi sul palco (altro che Sanremo), ma l'attenzione veniva catturata anche dalle tre conduttrici spettacolari e notevoli anche grazie a costumi fantasiosi indossati da, partendo da sinistra in entrambe le foto, Alesha Dixon, cantante britannica, Julia Sanina, singer ucraina, e la bionda Hannah Waddington, attrice vista in Ted Lasso e GOT.
Alcuni dei cantanti in gara hanno portato sul palco tanta scena, pure con trovate tecnologiche innovative, ma con canzoni terribilmente noiose mentre Mara Maionchi, che ha commentato con Gabriele Corsi, è impazzita per San Marino rappresentata dai toscani PIQUED JACKS, mentre a me quei quattro hanno smosso movimenti intestinali, e infatti non sono arrivati alla finale (vedi che forse un po' di ragione l'avevo). Ma tutto ciò, nel bene e nel male, nella buona e nella cattiva sorte finché morte non ci separi, fa parte di questo grande circo tutto matto che è l'Eurovision Song Contest immortalato in un divertentissimo FILM, e proprio per questo ci piace guardarlo.
Il giorno della memoria è un ricordo di un momento decisamente buio della storia, ma qualcuno negli anni ha saputo anche riderci sopra, e non si tratta solo di Roberto Benigni.
Sto parlando infatti del primo film sonoro di Charlie Chaplin, uscito nel 1940, in cui interpreta il dittatore Adenoid Hynkel,
che non devo certamente dire chi sarebbe quello originale, ma è sempre lui (ovviamente) anche il barbiere ebreo che si ritroverà al suo posto per una serie di equivoci.
Anche noi italiani siamo protagonisti poiché veniamo sbeffeggiati con una parodia di Benito Mussolini doppiato nella prima edizione da un ottimo Carletto Romano, poi sostituito come tutti gli altri, Lionello compreso, nelle successive
(Questa qui sopra è una GIF in loop, ma anche nel film vanno davvero avanti così per parecchio).
Da Oscar il DISCORSO FINALE di Chaplin che la bravura di Oreste Lionello riesce a rendere ancora più emotivamente coinvolgente dell'originale. Per il giorno della memoria dalla vostra canaglia preferita.